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La Riforma Luterana: Origini, Cause e Conflitti con la Chiesa Cattolica - Prof. Gorla, Esercizi di Storia Moderna

Questa lezione riassume i principali movimenti religiosi che hanno portato alla Riforma Luterana, un fenomeno caratterizzato da un carattere specifico e da esiti radicali. La lezione esplora le cause interne alla Chiesa Cattolica, come il nicolaismo, la simonia, la vendita delle indulgenze, e il loro impatto sulla Riforma. Verranno anche analizzate le cause politiche e sociali, come l'opposizione della nobiltà tedesca al centralismo imperiale e la fermentazione delle masse contadine. Il testo include una descrizione dettagliata del conflitto tra papa Bonifacio VIII e re Filippo IV il Bello, che ha contribuito alla crisi del pontificato.

Tipologia: Esercizi

2020/2021

Caricato il 07/12/2021

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Scarica La Riforma Luterana: Origini, Cause e Conflitti con la Chiesa Cattolica - Prof. Gorla e più Esercizi in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! MARINA SILVESTRO LEZIONE 18 Si riassumano i principali movimenti religiosi che hanno percorso la Riforma luterana. La riforma luterana costituisce uno degli avvenimenti-chiave della prima età moderna e si può annoverare tra i fatti che più contribuiscono a marcare la separazione tra il Medioevo e l’età moderna. Essa si configura come l’esito ultimo di una serie di movi menti religiosi votati al rigorismo, alla riforma della Chiesa e alla sequela del Vangelo che animarono la vita religiosa dell'Europa a partire dal XIII secolo. | movimenti di John Ball e di John Wycliffe nell’Inghilterra del XIII e XIV secolo e il movimento di Jan Hus nella Boemia del XIV-XV secolo si possono identificare come animati dalla medesima tendenza riformatrice che connotò l’azione di Martin Lutero in Germania. La Riforma luterana presenta un carattere specifico rispetto a questi movimenti ed ebbe esiti più vasti e radicali, portando alla divisione della cristianità in una serie di correnti caratterizzate dal comune riferimento al Vangelo come fonte ultima di verità. Le confessioni nate dalla Riforma trasformarono la cristianità in un mosaico e ne ruppero l’unitarietà in modo ancora più radicale di quanto era avvenuto con lo scisma d’Oriente del 1054, che aveva generato la Chiesa ortodossa. All'epoca di Lutero, la sua ribellione contro Roma fu considerato un attentato all’unitarietà della Respubblica christiana che si era costituita con il riconoscimento del cristianesimo quale religione ufficiale dell’Impero romano da parte di Teodosio e che aveva raggiunto il suo apice durante il Medioevo. L'obiettivo della Riforma sembrava essere quello di far cessare gli abusi all’interno della chiesa cattolica; in seguito Lutero si applicò all'ambito e giunse a proclamare dottrine scismatiche ed eretiche. La costante oscillazione tra le questioni dottrinali e teologiche e i problemi concreti costituisce uno dei tratti fondamentali della Riforma luterana. Si tracci uno schema che riassuma i caratteri delle tre più importanti interpretazioni della Riforma, ovvero la “tesi tradizionale”, la “tesi protestante” e la “tesi marxista”. È impossibile assegnare un’interpretazione univoca della Riforma; nel corso del tempo si sono delineate tre interpretazioni storiografiche che sono divenute scuole di pensiero o tradizioni. Le tre tradizioni storiografiche si possono definire così: la “tesi tradizionale”, la “tesi protestante” e la “tesi marxista”. La “tesi tradizionale” è sostenuta da studiosi cattolici o da studiosi luterani non radicali e interpreta la Riforma come un fenomeno di risposta agli abusi e ai disordini presenti nella Chiesa cattolica e nella Curia romana. Uno degli esponenti principali fu John Emerich Dalberg; secondo lui la Riforma luterana ebbe origine da un'esigenza espressa dal popolo cristiano, ovvero la volontà di ripristinare lo spirito delle origini del cristianesimo, azione che avrebbe fatto cessare gli abusi interni alla Chiesa e indotto un risanamento morale del clero. Ma all’inizio dell'età contemporanea la concezione di Acton fu criticata dal momento che perderebbe di vista la specificità della Riforma che nacque come un fenomeno tedesco e non fu il prodotto di un senso di disgusto generale del popolo cristiano nei confronti del malcostume che imperava nella Chiesa cattolica. La “tesi protestante” è sostenuta da studiosi protestanti o evangelici e interpreta l’azione di Lutero come l’esito della volontà di restaurare il vero cristianesimo. Si tratta di un’interpretazione faziosa perché sembrerebbe indicare Lutero come un campione dell'ortodossia, quando invece la sua riflessione sul piano dottrinale- teologico si rivelò eretica. Lutero contestò e rifiutò alcuni punti essenziali della dottrina cattolica come il primato petrino, il principio della giustificazione e la valenza sacrificale dell'Eucaristia. Anche se l’interpretazione di Lutero come personaggio ortodosso non può reggere alla prova dei fatti, è sbagliato ritenere che la massa dei cattolici tedeschi che aderirono alla Riforma avessero tendenze eretiche. La “tesi marxista” si caratterizza per la sua ottica volta alla minimizzazione delle motivazioni religiose della Riforma e all’esaltazione di quelle politiche, economiche e sociali. Secondo la scuola storica marxista la Riforma luterana nacque per l’azione simultanea di un fenomeno politico (l'opposizione della nobiltà tedesca al centralismo imperiale e al controllo delle nomine ecclesiastiche da parte della Santa Sede) e di un fenomeno sociale (i fermenti delle masse contadine tedesche). In quest'ottica Lutero viene ritenuto un agitatore popolare figlio di un contadino oppresso, destinato a guidare una popolazione esasperata alla rivolta. La tesi marxista risulta essere riduttiva ed ideologicamente connotata, dal momento che induce a considerare la Riforma come il travestimento religioso di una crisi economico-sociale, e presenta molti elementi di debolezza. Da G. PERUGI, Pagine di storiografia. Dal XIV secolo a oggi, Zanichelli, 1998, p. 168. A partire dal secondo Ottocento la storiografia ha cominciato ad indagare le cause della riforma mirando a ricostruire il quadro complessivo delle origini della Riforma e genesi, motivazioni e caratteri della teologia luterana. LEZIONE 19 Si definiscano sinteticamente questi fenomeni interni alla Chiesa cattolica: 1) nicolaismo, 2) simonia, 3) cumulo delle prebende e dei benefici, 4) mancato rispetto dell'obbligo di residenza, 5) malcostume dei religiosi, 6) vendita delle indulgenze. Una delle cause principali che portò alla riforma protestante erano gli abusi della chiesa. In primo luogo il nicolaismo, cioè la rottura del voto di castità da parte delle persone consacrate, che a volte intrattenevano relazioni di pubblico concubinato. In secondo luogo la simonia, il “Delitto consistente nel far traffico di cose spirituali, permutandole contro valore materiale, con un intento malizioso di una parte che presuppone, nell’altra, un livello culturale basso o nullo; o anche, da entrambe le parti, un calcolo puramente mondano”. Si trattava di un abuso connesso al potere economico e politico della chiesa cattolica, oltre che di un costume tipico della società feudale, in cui le dignità ecclesiastiche divennero protagoniste di un autentico mercato. La simonia era stata tra i temi principali di alcuni progetti di riforma della chiesa cattolica del X e del XI secolo ma agli inizi del XVI secolo era tutt'altro che debellata. Esistevano altri abusi come il cumulo delle prebende e dei benefici da parte degli ecclesiastici e il mancato rispetto dell'obbligo di residenza nelle proprie sedi di vescovi e abati. Il cumulo delle prebende e dei benefici consisteva nell’assunzione di più incarichi pastorali da parte di un unico presule, in modo da cumulare le rendite economiche ad essi collegate. Il mancato rispetto dell’obbligo di residenza era in pratica una conseguenza del precedente abuso, in quanto presule con più incarichi tendeva a non risiedere stabilmente nei territori a lui assegnati, ciò veniva visto dai fedeli come una cattiva assistenza spirituale. Un altro abuso era rappresentato dal malcostume dei reli; all’inizio dell'età moderna, la formazione dei presuli avveniva all’interno delle scuole cattedrali o ad opera di figure d’esperienza; la formazione dei frati e dei monaci avveniva poi all’interno delle abbazie e conventi; tali procedure di formazione producevano un clero ignorante. L'abuso più contestato fu la vendita delle indulgenze. L’indulgenza è la remissione davanti a Dio della pena temporale, detta anche “canonica” collegata ai peccati la cui colpa è stata cancellata attraverso il sacramento della penitenza. L’indulgenza riguarda solo la remissione della pena per peccati commessi nel passato ed è un atto di giurisdizione che la Chiesa cattolica esercita in base al concetto di “Corpo mistico”, secondo cui essa può distribuire ai fedeli il tesoro di grazia di cui è depositaria. Nei primi secoli del cristianesimo, l’indulgenza in questo senso non esisteva. Le prime pratiche furono introdotte nell’VIII secolo con il nome di redemptiones. Si trattava di “commutazioni di opere” in base alle quali una penitenza dura veniva sostituita con opere di penitenza di ugual valore. Si tracci uno schema che ricostruisca i principali passaggi dello scontro tra il Papa Bonifacio VIII e il re di Francia Filippo IV il Bello nel periodo compreso tra il 1296 e il 1303.
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