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Analisi della comunicazione linguistica: funzioni pragmatiche e struttura, Esercizi di Grammatica e Composizione

Una dettagliata analisi delle funzioni pragmatiche associate a ogni messaggio e della loro influenza sulla struttura della lingua. Esplora concetti come la funzione metalinguistica, la norma sedimentata e codificata, la grammatica della valenza e la distinzione tra soggetto e predicato in una frase predicativa. Inoltre, analizza la struttura di diverse frasi, come frasi nominali, frasi scisse, frasi complessi e frasi argomentali oggettive.

Tipologia: Esercizi

2022/2023

Caricato il 01/03/2024

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elena-ramondetti 🇮🇹

4.5

(12)

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Scarica Analisi della comunicazione linguistica: funzioni pragmatiche e struttura e più Esercizi in PDF di Grammatica e Composizione solo su Docsity! Esercizi di Grammatica normativa 1. Cosa si può intendere con il termine “comunicazione” in prima approssimazione? Si ha comunicazione quando due o più utenti si scambiano informazioni. 2. Nello schema elaborato da Shannon e Weaver cos’è il “segnale”? L’elemento fisico che in uno specifico sistema di trasmissione veicola il messaggio. 3. Perché per la teoria matematica dell’informazione è irrilevante il contenuto del messaggio L’interesse di Shannon è per il sistema di codifica e trasmissione del messaggio, non per il messaggio. 4. Cosa si intende per grado di incertezza? Grado di incertezza del destinatario rispetto al messaggio che può essere prodotto dalla fonte del messaggio, collegato quindi alla numerosità dei messaggi che possono arrivare da una certa fonte. 5. Cosa si intende per “informatività” nella teoria matematica dell’informazione? Il grado di informatività di un messaggio è legato al grado di complessità della fonte: più la fonte è complessa, maggiore sarà l’imprevedibilità dei messaggi, maggiore l’informatività del singolo messaggio. 6. Quali fattori intervengono nella comunicazione umana e non sono presenti nella teoria dell’informazione elaborata da Shannon e Weaver? Le funzioni comunicative (il valore pragmatico) e la pratica interpretativa. 7. Cosa sono le funzioni comunicative descritte da R. Jakobson? Le funzioni pragmatiche legate a ogni messaggio: ogni messaggio dà un ordine gerarchico diverso alle varie funzioni. 8. Cos’è la funzione metalinguistica? La funzione metalinguistica nella comunicazione linguistica permette di parlare della lingua stessa: è una funzione orientata sul codice linguistico. 9. In cosa consiste il processo interpretativo? L’insieme delle operazioni mentali che il destinatario compie sempre e che permettono di ricostruire il contenuto del messaggio partito dalla fonte. 10. Cosa si intende per segnale in semiotica? Segnale è un qualsiasi evento, stato fisico o entità che degli utenti in un determinato momento utilizzino per fare riferimento a qualcosa. 11. Quali caratteristiche fanno sì che un elemento possa essere usato come segnale? Deve viaggiare su un canale che possa essere utilizzato da fonte e destinatario, inoltre il destinatario deve poter riconoscerne le caratteristiche che permettono al segnale di rimandare a un contenuto. 12. Cosa si intende per caratteristiche pertinenti? Caratteristiche pertinenti sono le proprietà che in un determinato contesto sono individuate come sufficienti a individuare una entità (segnale o senso che sia) come quella specifica unità. 13. Cos’è un segno? Una unità a due facce, composta da un significante e da un significato, è la forma astratta di cui espressioni e sensi sono alcune delle possibili realizzazioni. 14. Cos’è il significante? È la regola delle possibili espressioni di un segno, un insieme di caratteristiche che permettono di individuare una realizzazione come una di quelle ammesse per uno specifico segno. 15. Cos’è il significato? Definisce il campo di applicazione di un segno linguistico, i possibili usi del segno, vale a dire i sensi che possono essere da esso veicolati. 16. Come riconosciamo una delle innumerevoli possibili realizzazioni di un segno? Riconosciamo una delle possibili realizzazioni di un segno linguistico se è differenziabile dalle possibili realizzazioni di altri segni. 17. Cosa distingue le lingue storico naturali dagli altri codici? Le lingue storico naturali cambiano nel tempo, mentre gli altri codici non possono cambiare se non c’è un intervento esplicito per modificarli. 18. In che cosa consiste la creatività delle lingue storico-naturali? La creatività delle lingue storico naturali riguarda sia le regole di combinazione sia le unità di base: nel tempo possono cambiare le regole e può cambiare l’inventario delle unità di base. 19. Cosa si intende per grammatica come “competenza del parlante”? Competenza non consapevole che permette al parlante di usare tutti gli strumenti della propria lingua. 20. Cosa si intende per lingua come sistema? Un insieme di opposizioni funzionali, un insieme di possibilità da realizzare scegliendo fra alternative. 21. Cosa si intende per “traccia dell’utente”? Ruolo dell’utente come fattore determinante nell’organizzazione della lingua, nella determinazione del sistema linguistico. 22. In che senso l’uso può agire sulla struttura della lingua? L’analisi logica consiste nell’individuazione delle funzioni sintattiche all’interno della frase (soggetto, predicato ecc.). 43. Come può essere definito il soggetto utilizzando la proposta di Jaspersen? Elemento connesso in maniera stretta con il predicato, con il quale si accorda necessariamente per persona e numero. 44. In cosa consiste in generale la grammatica della valenza? La grammatica della valenza si propone di giustificare la struttura sintattica della frase sulla base delle caratteristiche formali del verbo visto come nucleo della predicazione. 45. In cosa consiste la metafora del “piccolo dramma” adottata da L. Tesniére? Anche nella frase ritroviamo un processo, degli attori e, il più delle volte, delle circostanze. Anche nella frase è possibile quindi assegnare a ognuno degli elementi costituenti un ruolo nel dramma rappresentato. 46. In cosa consiste la valenza verbale? La valenza verbale è la rappresentazione della predicazione che può essere costruita intorno al verbo in base alle caratteristiche formali del verbo stesso. 47. Quale può essere un limite della grammatica della valenza? Un problema della grammatica della valenza nella formulazione originaria è che tutti gli argomenti vengono posti, dal punto di vista formale, sullo stesso livello. 48. Cosa sono gli argomenti? I costituenti che sono necessari per rendere completa la predicazione. 49. Cosa sono i circostanziali? I costituenti che non sono necessari nella predicazione e funzionano come espansioni del nucleo. 50. Perché è importante osservare che il nesso di reciprocità tra soggetto e predicato non determina la forma del soggetto? Permette di verificare che il soggetto non è un argomento come gli altri, ma si pone su un livello diverso. 51. Cosa sono i margini? Costituenti che si aggiungono al nucleo predicativo, espandono il nucleo e non hanno con esso un legame formale e strutturale. 52. In quali di queste frasi i costituenti con funzione di margini sono margini del processo? Ieri Mario ha spedito una lettera di scuse al cugino di Mario. 53. Perché molti verbi hanno differenti quadri funzionali? Perché la struttura costituita dagli elementi che si legano al verbo può variare in base per esempio all’accezione del verbo che viene utilizzata. 54. Perché i diversi parlanti possono costruire in maniera differente la struttura che accompagna la predicazione verbali? Ogni accezione con cui può essere impiegato un verbo prevede una determinata architettura formale, quindi un certo tipo di saturazione della valenza. 55. Cosa si intende per verbi zeroargomentali? I verbi zeroargomentali o zerovalenti sono i verbi che non richiedono l’aggiunta di argomenti perché possano realizzare la predicazione. 56. In quale di queste frasi è presente un verbo biargomentale? La sorella di Anna, ieri, ha mangiato la pizza al ristorante di Mario. 57. Cosa si intende per verbi biargomentali? Si tratta di verbi in cui oltre al soggetto debba essere presente anche un secondo elemento che completi la struttura del verbo. 58. Che caratteristiche ha l’oggetto diretto, rispetto agli altri argomenti di un verbo biargomentale? L’oggetto diretto è collegato al verbo da una relazione formale, una relazione grammaticale, e non da una valenza semantica. 59. Come si può distinguere l’oggetto diretto da altri nominale collegati direttamente al verbo? Nella trasformazione della frase da attiva in passiva l’oggetto diretto diventa il soggetto. 60.Cosa si intende per complemento dell’oggetto interno? L’oggetto interno è un elemento che rende esplicito un argomento interno al verbo, un complemento oggetto che ha la stessa radice del verbo. 61. Cos’è il complemento oggetto preposizionale? Complemento collegato al verbo mediante una preposizione che non serve per dare espressione a una relazione concettuale, ma viene selezionata dal verbo come solo come legame formale con un altro elemento della predicazione. 62. Cosa sono gli argomenti non determinati da relazioni grammaticali con il verbo? Argomenti che saturano la valenza verbale stabilendo con il verbo una relazione concettuale e non grammaticale, non è il verbo che ne determina la forma. 63. Il complemento di argomento che tipo di relazione ha con il verbo?Il complemento di argomento può essere un elemento della valenza e in tal caso ha un legame di concettuale con il verbo, quindi non ha una struttura definita dal verbo. 64. Come funzionano i locativi come argomenti e come circostanziali? Locativi con le stesse caratteristiche formali (quindi per esempio lo stesso sintagma preposizionale) possono avere sia la funzione di circostanziali sia di argomenti. 65. Cos’è l’oggetto indiretto? L’oggetto indiretto è il terzo argomento che satura la valenza di alcuni verbi triargomentali ed è sempre introdotto dalla preposizione a. 66. Quali caratteristiche l’oggetto indiretto condivide con l’oggetto preposizionale?L’oggetto indiretto condivide con l’oggetto preposizionale l’essere necessariamente introdotto da una preposizione, ma non il fatto che la preposizione non sia sempre la stessa, ma selezionata di volta in volta dal verbo. 67. Quali caratteristiche l’oggetto indiretto condivide con l’oggetto diretto? L’oggetto indiretto, come l’oggetto diretto, viene selezionato dalle caratteristiche formali del verbo e non in base a relazioni concettuali. 68. Quale relazione lega il complemento di argomento con il verbo triargomentale? Come nei verbi biargomentali il complemento di argomento può essere parte della valenza, dando espressione a una relazione concettuale. 69. In cosa consiste il predicato nominale? Una struttura predicativa in cui un nome o un aggettivo sono il centro della predicazione e ne determinano la forma. 70. Quali funzioni svolge il verbo essere nella predicazione nominale? Permette di codificare una serie di informazioni grammaticali che altrimenti non potrebbero essere veicolate dal nome. 71. Cosa sono i verbi supporto?Verbi con significato piuttosto generico che, oltre alla funzione predicativa, possono svolgere nella predicazione nominale il ruolo svolto dal verbo essere (dare, fare, prendere, mettere ecc.). 72. In quale di queste frasi è presente un complemento predicativo del soggetto? L’amico di Mario è diventato un alpinista di primo livello. 73. In cosa il complemento predicativo del soggetto è simile al predicato nominale? Il complemento predicativo del soggetto, come il predicato nominale, è necessario perché venga realizzata la predicazione di determinati verbi. 73. In cosa consiste il complemento predicativo dell’oggetto? Si unisce direttamente all’oggetto diretto di una serie di verbi completandone la predicazione 98. Cosa sono le subordinate non argomentali? Le subordinate non argomentali dal punto di vista formale dipendono dalla principale che fa da centro della struttura complessa. 99. In cosa sono differenti il rapporto tra principale e subordinate non argomentali e il rapporto tra principale e subordinate argomentali? Principale e subordinate argomentali si combinano saturando la valenza del verbo e si implicano a vicenda; le subordinate non argomentali dal punto di vista formale non sono sullo stesso piano della principale. 100. Cosa si intende per codifica grammaticale forte nella subordinazione non argomentale?Si parla di codifica grammaticale forte quando le subordinate sono unite alla principale da un nesso con funzione specifica e inoltre c’è una combinazione di tempi e modi verbali che contribuiscono all’assegnazione di un valore alla subordinata. 101. Cosa si intende per codifica non completa? Una codifica in cui si ha un nesso sintattico tra le due frasi, ma il valore viene ricostruito in maniera piena attraverso meccanismi di inferenza. 102. Quando è possibile parlare di coordinazione? Quando c’è un rapporto paritario tra due elementi che sono sullo stesso livello e funzionano come una sola unità. 103. Quali criteri permettono di distingue nessi coordinativi veri e propri (es. e, o, ma) e espressioni anaforiche (es. quindi, dunque, però ecc.)? La posizione all’interno della frase complessa e la combinabilità tra nessi e espressioni anaforiche. 104. Perché la frase di seguito non è grammaticale? Perché i nessi coordinativi veri e propri devono essere all’inizio della seconda frase. 105. Che valore ha il nesso coordinativo e? Ha un valore sostanzialmente neutro: crea un legame, ma sono necessari altri elementi per determinarne il valore. 106. Come possono essere distinte le frasi coordinate e le frasi giustapposte? Le coordinate, come le subordinate, sono introdotte da un nesso, nelle giustapposizioni c’è una successione di frasi non collegate da un elemento grammaticale. 107. In quali di queste frasi sono presenti relazioni anaforiche in senso forte? Luca ieri non ha messo la sveglia. Per questo motivo è arrivato tardi e ha perso il treno 108. n quali di queste frasi sono presenti relazioni anaforiche in senso debole? Anna ieri non ha potuto parlare con Luca. Quindi lui ancora pensa che lei possa andare alla festa.
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