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Esperienza e educazione, Dispense di Pedagogia

Riassunto del libro "Esperienza e educazione" di Dewey

Tipologia: Dispense

2021/2022

In vendita dal 27/04/2023

giulia-recalcati
giulia-recalcati 🇮🇹

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(1)

6 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Esperienza e educazione e più Dispense in PDF di Pedagogia solo su Docsity! Esperienza e educazione INTRODUZIONE Il pensiero di John Dewey diede inizio al movimento dell’educazione progressiva, spostando l’attenzione verso gli scopi sociali in educazione e verso i problemi di ordine logico e psicologico dell’apprendimento. La pedagogia, considerata anche dai positivisti come un’attività teorica e normativa fondata sulla filosofia, sull’etica e sulla teologia, cominciò a svilupparsi come una vera e propria scienza autonoma: Dewey sarà tra i primi a sostenerla, adottando la metodologia scientifica e sperimentale propria delle altre scienze, ma non ripudierà mai il suo apporto filosofico, nei suoi aspetti più etici e logici, attingendo dalla psicologia, biologia, antropologia e sociologia. Secondo Dewey, l’esperienza concreta dell’uomo è la base fondamentale della cultura e della conoscenza. ESPERIENZA  deve essere considerata come qualcosa che tende a modificare attivamente l’ambiente naturale, sociale e a proiettarsi progettualmente verso azioni future, non limitandosi ad essere considerata come una ricezione passiva di impressioni sensibili esterne  non è mai un’esperienza di un oggetto da parte di un soggetto, ma interazione tra soggetto e oggetto, fra organismo e ambiente: meglio dire transazione, ossia una relazione in cui i termini non sussistono mai per sé, ma solo nei termini della relazione stessa  preclude situazioni di precarietà e di problematicità insite nell’uomo e nel suo sforzo di adattamento ed evoluzione: in queste situazioni, lo strumento fondamentale di cui il soggetto dispone è la ragione, l’attività intelligente, che Dewey definisce come attività simbolica di ricerca e indagine, un metodo fatto di ipotesi, sperimentazioni e orientato al processo educativo EDUCAZIONE  incentrata su forme di attività pratica che consentano alla scuola e alle altre istituzioni di riprodurre in modo amplificato la ricchezza e l’immediatezza di esperienze di cambiamento che si susseguono nel corso della vita ESPERIENZA E EDUCAZIONE  pubblicato nel 1938  racchiude il pensiero filosofico e pedagogico di Dewey sull’educazione e sulla scuola  contrappone la sua posizione a quella dei conservatori che criticavano le “scuole nuove” e auspicavano il ritorno al principio di autorità come fondamento pedagogico  Dewey non parla mai di pedagogia, ma di filosofia dell’educazione basata sull’esperienza  educare significa accrescere l’ambito dell’esperienza del docente e dell’educando: infatti, al centro del campo educativo ci sono le relazioni tra insegnante e alunno SCUOLA  comunità di pratica educante  si apprende grazie all’esperienza: per questo, l’insegnamento deve essere orientato sulle possibilità dell’alunno e la scuola deve essere per tutti ESPERIENZA  si intrecciano elementi di attività e passività  non tutte sono educative: la differenza risiede nella qualità, ossia sarà educativa solo se vivrà fecondamente e creativamente nelle esperienze che seguiranno. Solo attraverso una qualità superiore, permessa dalla democrazia, può avere come effetto la libertà (l’educatore deve coltivare questa libertà, che è in primis di osservazione e di giudizio) SCENA EDUCATIVA  l’educatore deve dedicare attenzione all’ambiente educativo, in quanto è uno spazio generativo e di disponibilità degli elementi soggettivi e oggettivi che lo animano (esperienza) SETTING PEDAGOGICO  assetto interno degli insegnati e dei ragazzi, partendo da un insieme di regole che rendono possibili i ruoli reciproci  da qui si può entrare in contatto con la qualità dell’esperienza (è un ponte per accedere al livello più profondo del dispositivo pedagogico)  permette di organizzare il gioco relazionale orientandolo in modo educativo (intreccia le dimensioni organizzative, politiche, sociali, di potere con i propositi e gli effetti che ogni progetto educativo deve saper immaginare, allestire e valutare)  aiuta a concepire l’educazione come un dispositivo: se l’educazione è un dispositivo, la scuola appare come scena educativa, da frequentare e osservare in tutta la sua profondità La scuola intesa come scena educativa invita a domandarsi in che modo si è implicati in quello che si sta conoscendo e comunicando: ognuno può sperimentare i limiti e le opportunità di questa conoscenza e comunicazione nello spazio e nel tempo della scena scolastica, consentendone anche la critica. La scena produce un effetto alone sui contenuti e le forme della scuola, rende visibili e percepibili le zone d’ombra dell’esperienza scolastica riproducendo un’immagine attraverso l’interpretazione del proprio ruolo che richiama ad una responsabilità. SIGNIFICATO DEL PROPOSITO  un proposito differisce da un impulso e da un desiderio per il fatto di venire tradotto in un piano e un metodo d’azione basato sulla previsione delle conseguenze dell’operare sottospecifiche condizioni, determinate dalle condizioni generali e dal setting pedagogico Solo se l’affettivo e il cognitivo si intrecciano, si dà vita all’esperienza educativa, da cui nasce il desiderio di apprendere senza farsene dominare per acquisire una forza: dalla nascita di questo desiderio può nascere un reale apprendimento dall’esperienza. L’apprendimento consiste, quindi, nel generare un’esperienza che mostri in tutta la sua materialità la forza di attrazione che l’esperienza stessa dell’apprendimento può generare in un campo esistenziale. Nella concezione deweyana della scena educativa, il protagonismo e la competizione sono effetti possibili del dispositivo scolastico: sono, quindi, dei mezzi e non dei fini. PRINCIPIO DI CONTINUITA’  basato sulla prospettiva temporale di Mead che pone attenzione sul processo di costruzione e formazione del Sé  per Dewey, il presente è il luogo dell’emergenza e l’emergente ha le stesse caratteristiche dell’evento educativo. Ogni presente riscrive e amplia la prospettiva passata, per aprirsi al futuro che la novità emergente svela nelle condizioni che la situazione e i dispositivi pedagogici rendono operanti  Mead afferma che l’emergente che ristruttura l’esperienza educativa sarà solo quello praticato da un soggetto e da un ambiente relativamente estranei, confermando la tesi di Dewey Per comprendere a pieno cosa sia l’esperienza pedagogica, gli strumenti essenziali sono l’osservazione e la memoria: solo dall’uso intrecciato di questi ultimi, l’educatore può allestire e incarnare la sua funzione di mediatore. CAPITOLO 1: educazione tradizionale e educazione progressiva STORIA DELLA TEORIA DELL’EDUCAZIONE  caratterizzata dall’opposizione tra due idee: l’educazione come sviluppo interiore e come formazione esterna oggi il dibattito sta tra educazione tradizionale e progressiva EDUCAZIONE TRADIZIONALE  la materia dell’educazione è formata da informazioni e abilità elaborate nel passato: il compito della scuola è quello di trasmetterle alle nuove generazioni  la scuola si differenzia dalle altre istituzioni sociali, perché il suo obiettivo è quello di preparare il ragazzo alle responsabilità future e al successo nella vita, attraverso l’acquisizione di determinate conoscenze e abilità che costituiscono il materiale dell’istruzione  i discenti devono essere docili, ricettivi e obbedienti  i libri devono rappresentare il sapere e la saggezza del passato, mentre gli insegnanti devono essere il tramite tra il materiale e lo studente, quindi i mezzi con cui vengono comunicate le abilità, conoscenze e rafforzate le regole della condotta EDUCAZIONE PROGRESSIVA  è di per sé un effetto del disagio che suscita l’educazione tradizionale C’è, quindi, un enorme distacco tra i programmi imposti dall’educazione tradizionale e gli individui a cui sono rivolti: il programma e i modi di apprendere che si esigono rimangono estranei alle capacità effettive dell’alunno, vanno oltre l’esperienza che possiede, impedendone una partecipazione attiva. Imparare = nell’educazione tradizionale, significa acquisire ciò che è incorporato nei libri e nelle teste adulte, ossia informazioni sostanzialmente statiche, prodotti finiti Filosofia dell’educazione nuova contrappone:  Espressione e cultura dell’individualità all’imposizione dall’alto  Libera attività alla disciplina esterna  L’apprendere attraverso l’esperienza all’imparare dai libri e dai maestri  Il conseguimento di abilità e tecniche come mezzi per rispondere ad esigenze vitali all’acquisizione di esse in modo isolato attraverso l’esercizio  Massimo sfruttamento delle possibilità della vita presente alla preparazione per un futuro remoto L’unità fondamentale alla base di questa filosofia sta nell’idea che esiste un’intima e necessaria relazione tra il processo dell’esperienza effettiva e l’educazione, con la possibilità che si moltiplichino e si rendano più profondi i contatti tra il maturo e l’immaturo e che, per conseguenza, accresca il valore dell’essere guidati. Si esige, quindi, una filosofia al passo con i fattori sociali che operano nella costituzione dell’esperienza individuale. CAPITOLO 2: bisogno di una teoria dell’esperienza Esperienza e educazione non possono equivalersi: esistono, infatti, esperienze diseducative come quelle che arrestano lo svolgimento dell’esperienza ulteriore. Un’esperienza può procurare incallimento, diminuire la sensibilità e la capacità di reagire.
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