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Esperienza e educazione - John Dewey, Sintesi del corso di Pedagogia Sperimentale

In questa sintesi del suo pensiero, John Dewey contrappone la sua posizione a quella dei conservatori, che criticavano le "scuole nuove" e auspicavano il ritorno alla tradizione e al principio di autorità come fondamento pedagogico. Secondo Dewey, l'esperienza è il banco di prova di ogni teoria pedagogica e, allo stesso tempo, è ciò che permette di educare ogni uomo alla responsabilità, alla partecipazione, alla soluzione di "problemi di tutti" in una società fondata sull'integrazione.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020
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Caricato il 02/01/2020

eleonora-scaccia
eleonora-scaccia 🇮🇹

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Scarica Esperienza e educazione - John Dewey e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia Sperimentale solo su Docsity! John Dewey ESPERIENZA E EDUCAZIONE PREFAZIONE: Tutti i movimenti sociali comportano conflitti, ovvero dibattiti intellettuali => una intelligente teoria dell’educazione, invece di prendere parte per gli uni o per gli altri, dovrebbe indicare un piano di interventi che proceda a un livello più profondo e più comprensivo di quello rappresentato dalle parti in conflitto. Ciò non significa che la filosofia dell’educazione debba tentare di trovare un compromesso fra due scuole di pensiero opposte, una via media, e neppure deve formare una combinazione di elementi presi un po’ da una parte un po’ dall’altra => ma è necessario introdurre un nuovo ordine di idee che avvii nuovi modi di pratica. Lo scopo di questo saggio consiste nel tentativo di richiamare l’attenzione su problemi dell’educazione di più largo respiro e più profondi. 1. EDUCAZIONE TRADIZIONALE – EDUCAZIONE PROGRESSIVA L’essere umano tende a pensare per contrasto: formula le sue idee con termini di opposizione, fra i quali non vi sono possibilità intermedie. Ciò accade anche nella filosofia dell’educazione: la storia dell’educazione è caratterizzata dall’opposizione tra:  Idea che l’educazione è svolgimento dal di dentro ed è basata sulle doti naturali,  Idea che l’educazione è formazione dal di fuori ed è un processo di soggiogamento delle inclinazioni naturali per sostituirle con abiti acquisiti mediante la pressione esteriore. Secondo Dewey l’opposizione tra educazione tradizionale ed educazione progressiva (cioè le scuole nuove) deve essere respinta: PROBLEMA: tutti i principi sono astratti. Tutto dipende dal modo in cui si applicano nella scuola e a casa. Il problema è tradurre i principi-guida in pratica in modo efficace. Secondo Dewey una filosofia non deve limitarsi a respingere in toto la vecchia educazione, ad esempio: la vecchia scuola era incentrata su una certa idea di organizzazione, la nuova scuola non dovrà respingere l’idea di organizzazione, ma dovrà porsi il problema di come sviluppare una buona ed efficiente organizzazione partendo non dal principio di autorità, ma dalla esperienza concreta. Eppure, non è sufficiente dire che l’educazione debba essere legata all’esperienza. Infatti una filosofia dell’educazione che dichiara di essere fondata sulla libertà può essere tanto dogmatica quanto qualsiasi altra => qualsiasi teoria è dogmatica quando non è basata su un esame critico dei propri fondamenti. Imporre il principio di libertà senza questo esame critico non è diverso che imporre qualsiasi altro principio. Rapporto passato-presente: ci dobbiamo accertare in che modo la conoscenza del passato può essere trasformata in un potente strumento per agire effettivamente sul futuro. Conoscenza del passato non come fine dell’educazione, ma come mezzo! 2. LA NECESSITA’ DI UNA TEORIA DELL’ESPERIENZA Dewey sottolinea che è indispensabile una teoria dell’esperienza, cioè una riflessione filosofica a monte del principio pedagogico di fondo, l’idea che si apprende dall’esperienza. Eppure esperienza ed educazione non possono equivalersi= vi sono anche alcune esperienze diseducative. Dunque, secondo Dewey vi sono due tipi di esperienze:  Educative: sono quelle che favoriscono l’acquisizione di nuove esperienze in futuro  Diseducative: limitano la possibilità di acquisire nuove esperienze in futuro L’educazione tradizionale offre una moltitudine di esperienze, ma erano in gran parte cattive => il problema non è l’assenza dell’esperienza, ma il carattere erroneo e difettivo di essa dal punto di vista della relazione Educazione progressiva  Espressione e cultura dell’individualità (si oppongono all’impostazione dall’alto;  Libera attività;  Apprendere attraverso l’esperienza e da questa risalire alle teorie;  No preparazione per un futuro remoto, ma massimo sfruttamento delle possibilità della vita presente;  No fini e materiali statici, ma familiarizzazione con un mondo in movimento;  Grande attenzione alle capacità degli allievi. Educazione tradizionale  Le materie sono un insieme di notizie, conoscenze e abilità elaborati in passato e il compito della scuola è di trasmetterli alla nuova generazione.  L’attitudine dei discenti deve essere quella della docilità, della ricettività e dell’obbedienza.  I libri: rappresentano il sapere e la saggezza del passato.  Gli insegnanti: sono il tramite che pone gli alunni in contatto con il materiale, sono i mezzi attraverso i quali sono comunicate abilità e conoscenze.  Consiste in un’impostazione dall’alto e dal di fuori.  Ciò che è insegnato è pensato come essenzialmente statico e lo si impartisce come prodotto finito. La qualità di ogni esperienza ha due aspetti: - Come è possibile che io controllo sociale non viola la libertà dell’individuo? Perché non è la volontà o il desiderio di una persona che mette ordine, ma lo spirito motore dell’intero gruppo. Il controllo è sociale, ma gli individui sono parte della comunità, non sono fuori. - L’autorità non è una manifestazione di volontà personale, ma viene esercitata da uno (ed esempio in una classe l’insegnante) in quanto rappresenta ed è l’esecutore degli interessi del gruppo come un tutto. - Nella scuola tradizionale il controllo sociale è esercitato dall’esterno attraverso il principio di autorità: ma non era un gruppo o una comunità tenuta insieme dalla partecipazione di attività comuni. Mancavano le varie condizioni normali di controllo. - Nelle scuole nuove la fonte principale del controllo sociale è riposta nella natura stessa del lavoro inteso come un’impresa sociale, in cui tutti gli individui hanno modo di prendere parte e di cui si sentono responsabili. - L’insegnante dunque riduce al minimo le occasioni in cui deve esercitare un’autorità personale. Quando è necessario lo fa in nome dell’interesse del gruppo. Il controllo è interno alla natura stessa del lavoro scolastico svolto come un’impresa collettiva e di questa impresa l’insegnante ne è parte e la sua libertà è in gioco come quella degli altri. Egli ha la responsabilità di dirigere le interazioni e le intercomunicazioni. - Dunque se l’educazione è basata sull’esperienza e l’esperienza educativa viene concepita come un processo sociale, la situazione cambia e l’insegnante perde la sua posizione esterna di padrone e dittatore per assumere quella di direttore di attività sociale. - Il piano di lavoro deve essere costruito in modo da rispettare la libertà di tutti rendendo accettabili da parte di tutti le regole necessarie al suo svolgimento. 5. LA NATURA DELLA LIBERTA’ - Dewey in questo capitolo vuole fare qualche osservazione sull’altro lato del controllo sociale, ovvero sulla natura della libertà. In particolare fa riferimento alla libertà dell’intelligenza, cioè la libertà di osservare e di giudicare - Vi è un lato interiore della libertà e un lato esteriore: secondo Dewey anche la libertà esteriore è importante ai fini dell’educazione:  La libertà esteriore non deve essere un fine, ma è un mezzo per la libertà dell’intelligenza.  Accrescimento della libertà esteriore porta a due benefici: 1) Senza di essa è impossibile conoscere l’individuo con cui si ha a che fare. Calma e obbedienza imposte impediscono agli allievi di rivelare la loro natura e premiano le apparenze esterne dell’attenzione, del decoro e dell’obbedienza. 2) Vi è una relazione tra mente e corpo (come dicevano i greci). Per questo è importante la libertà di movimento come mezzo per mantenere la normale salute fisica e mentale.  La libertà esteriore è una delle condizioni per la completezza dell’esperienza di qualità. - Dunque, la meta ideale dell’educazione è la creazione del potere di autocontrollo => ma la rimozione del controllo esterno non basta a far nascere l’autocontrollo poiché è facile sottrarsi ad una forma di controllo esterno per incappare in un’altra e più pericolosa forma di controllo esterno => può essere una perdita piuttosto che un guadagno sottrarsi al controllo di un’altra persona per abbandonarsi all’impero della stravaganza e del capriccio immediato, cioè alla mercé degli impulsi. 6. IL SIGNIFICATO DEL PROPOSITO - Dewey esamina in quale direzione l’educatore debba muoversi per educare il giovane alla padronanza di se stesso: questa padronanza genera libertà, visto che la dipendenza dai propri impulsi rende l’uomo tanto poco libero quanto la dipendenza dalla volontà di qualcun altro. - Nella filosofia dell’educazione progressiva l’accento è posto sull’importanza della partecipazione dell’educando alla formazione dei progetti che dirigono le sue attività nel processo dell’apprendere => nell’educazione tradizionale: non c’è attiva cooperazione dell’alunno nella costruzione dei progetti che sono impliciti nel suo studio. - Un autentico proposito nasce sempre in un impulso => l’impedimento all’immediato appagamento di un impulso lo converte in desiderio => tuttavia né impulso né desiderio sono in sé un proposito: - Ma l’osservazione da sola non basta: dobbiamo comprendere il significato di ciò che vediamo, udiamo e tocchiamo e questo significato risulta dalle conseguenze dell’azione che si intraprende => possiamo essere avvertiti dalle conseguenze soltanto in base alle esperienze passate. - Il proposito è un’operazione intellettuale piuttosto complessa poiché implica:  Osservazione delle condizioni circostanti  Conoscenza di ciò che è accaduto in passato in situazioni analoghe  Conoscenza ottenuta in parte con il ricordo e in parte con l’informazione, la notizia  Giudizio che raccoglie insieme quel che è stato osservato e quel che è stato richiamato per vedere che cosa significano - Un proposito differisce da un impulso e da un desiderio per il fatto che viene tradotto in un piano e metodo di azione basato sulla previsione delle conseguenze dell’operare sotto certe condizioni date in determinato modo. - Il problema cruciale dell’educazione è quello di ottenere che l’azione non segua immediatamente il desiderio, ma sia preceduta dall’osservazione e dal giudizio. - Ognuno di noi ha desideri => questi sono in fondo le vere spinte all’azione => l’intensità di un desiderio misura l’intensità dello sforzo che sarà fatto. Ma i desideri sono castelli in aria finché non vengono trasformati in mezzi con cui possono essere realizzati. => l’educazione tradizionale tendeva ad ignorare l’importanza dell’impulso e del desiderio personale come spinta iniziale all’azione. - Compito dell’insegnante : vigilare affinchè sia colta l’occasione. Indirizzo dell’insegnante è un aiuto alla liberta, non un’imitazione di essa. L’insegnate deve rendersi conto delle capacità, dei bisogni e delle esperienze passate degli alunni e permettere alla suggestione di trasformarsi in un piano e in un proposito => il piano è un’impresa cooperativa e non un’imposizione: la sollecitazione dell’insegnante è solo un punto da cui prendere le mosse per svilupparlo in un piano attraverso i contributi che provengono dall’esperienza di tutti quanti sono impegnati nel processo dell’apprendere. 7. ORGANIZZAZIONE PROGRESSIVA DELLA MATERIA DI STUDIO - Per Dewey le materie sono ambiti in cui si organizzano le esperienze => devono quindi essere trattate in modo da avere come base l’esperienza. => tutto ciò che può essere chiamato materia di studio deve essere tratto dal materiale che rientra nell’ambito dell’ordinata esperienza quotidiana. Trovare il materiale per l’insegnamento entro la esperienza. - È un precetto cardinale della nuova scuola che gli inizi dell’istruzione si devono riattaccare all’esperienza che gli educandi già posseggono. L’esperienza passata e le capacità che ha sviluppato per sui mezzo forniscono il punto da cui deve muovere il sapere posteriore - Le materie stesse sono il sedimento delle esperienze passate e devono essere trattate in modo da consentire di imparare a conoscere il passato come un mezzo per comprendere il presente. Il proposito è la visione di un fine. Involge una previsione dalle conseguenze che risulteranno dall’operare in base ad un impulso => la previsione delle conseguenze implica attività dell’intelligenza => essa richiede osservazione delle condizioni e delle circostanze obiettive. Infatti impulso e desiderio producono conseguenze anche attraverso l’interazione o la cooperazione con le condizioni circostanti. - L’educazione esige che si guardi lontano => l’educatore per la stessa natura della sua attività deve considerare il suo compito attuale in funzione di ciò che esso produrrà in un avvenire i cui oggetti sono strettamente congiunti con quelli del presente. - Inoltre le materie devono essere poste in modo problematico in modo da stimolare a pensare (riflessione sull’esperienza) =>la crescita dipende dalla presenza di difficoltà da superare mediante l’esercizio dell’intelligenza - Fa parte della responsabilità dell’educatore tener presenti due cose allo stesso tempo:  Che il problema nasca dalle condizioni dell’esperienza presente e si contenga entro il raggio delle capacità degli alunni;  Che il problema sia di tal natura da suscitare nell’educando una richiesta attiva di informazioni e da stimolarlo a produrre nuove idee. - Dewey considera il metodo scientifico il miglior metodo per diversi motivi: a) Il metodo sperimentale della scienza dedica maggiore importanza alle idee in quanto idee. Non ci può essere esperimento senza un’idea che diriga l’azione. Le idee adoperate sono ipotesi e per questo devono essere costantemente soggette alla verifica e revisione, ciò implica che esse siano accuratamente formulate. b) Idee o ipotesi sono verificate dalle conseguenze che provoca la loro attuazione. Ciò significa che occorre osservare con cura e discernimento le conseguenze dell’azione. c) Questo metodo esige che si conservino tracce delle idee, delle attività e delle conseguenze osservate. Conservare tracce significa che la riflessione riconsideri operazioni che comprendono il discernimento e il ricordo dei tratti più significativi di un’esperienza in corso. Riconsiderare significa riesaminare quel che è stato fatto in modo da estrarne significati. 8. L’ESPERIENZA MEZZO E FINE DELL’EDUCAZIONE - Dewey conclude il suo saggio affermando che il punto essenziale non è tanto la contrapposizione tra educazione nuova e vecchia, tra educazione progressiva e tradizionale, ma il problema è che cosa si deve fare perché il nostro fare meriti il nome di educazione. - Il problema fondamentale riguarda la natura dell’educazione senza aggettivi: bisogna prima di tutto scoprire che cosa sia l’educazione.
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