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esperienza ed educazione, dewey, Sintesi del corso di Pedagogia

riassunto esperienza ed educazione, dewey

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020
In offerta
30 Punti
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Caricato il 12/10/2020

ceciliarosso1998.
ceciliarosso1998. 🇮🇹

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Scarica esperienza ed educazione, dewey e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia solo su Docsity! ESPERIENZA ED EDUCAZIONE ● EDUCAZIONE TRADIZIONALE vs EDUCAZIONE PROGRESSIVA ● 1)EDUCAZIONE TRADIZIONALE  imposizione di conoscenze La materia dell’educazione è costituita da informazioni ed abilità che sono state elaborate in passato. Il compito della scuola è quello quindi di trasmetterle alla nuova generazione( es. norme e regole di comportamento). L’organizzazione scolastica fa della scuola un tipo di istituzione del tutto diverso da quello delle altre istituzioni sociali( es. famiglia). Lo scopo o obiettivo principale della scuola: - preparare il ragazzo alle responsabilità future e al successo nella vita mediante l’acquisizione di un insieme di conoscenze. La materia così come le norme di condotta viene trasmessa dal passato. Le caratteristiche del passato: - gli alunni dovevano essere docili, ricettivi ed obbedienti - i manuali dovevano rappresentare il sapere e la saggezza del passato - gli insegnanti erano il tramite che ponevano gli alunni a contatto con il materiale - metodo autocratico Il sistema tradizionale consiste in una impostazione dall’alto e dal di fuori in quanto vengono imposte norme, programmi scolastici e metodi di adulti ad individui che si avviano solo lentamente alla maturità. Il distacco tra adulto- alunno è così grande che il programma ed i modi di apprendere e di comportarsi che si esigono rimangono estranei alle capacità effettive dell’alunno, vanno al di là dell’esperienza che egli possiede. Questa situazione di enorme distacco impedisce all’alunno una partecipazione molto attiva. IMPARARE = acquisire ciò che è incorporato nei libri e nelle teste degli adulti. Ciò che viene insegnato viene pensato come essenzialmente statico e lo si considera come un prodotto finito senza preoccuparsi della sua origine e dei cambiamenti che potrà subire. I sostenitori di questo tipo di educazione pensavano che il futuro sarebbe stato come il passato. 2) EDUCAZIONE PROGRESSIVA Le scuole progressive sono sorte per effetto del disagio che suscita l’educazione tradizionale; in sostanza è una critica di essa. Le caratteristiche principali dell’educazione progressiva: - espressione e cultura dell’individualità: si contrappongono all’imposizione dall’alto - libera attività: si contrappone alla rigida disciplina - apprendimento attraverso l’esperienza: si contrappone all’imparare dai libri e dai maestri - massimo sfruttamento delle possibilità della vita presente: ci si prepara ad un futuro più o meno prossimo - familiarizzazione con un mondo in movimento - partecipazione attiva da parte dell’insegnante e degli allievi L’educazione progressiva si basa sull’esperienza personale e questo può sicuramente portare all’instaurazione di rapporti tra alunno- insegnante, ciò che invece avveniva poco nell’educazione tradizionale. Si accresce il valore dell’essere guidati. La conoscenza del passato non è altro che un ottimo mezzo dell’educazione ma non deve essere considerato un fine dell’educazione.  Metodo democratico e più umano ● BISOGNO DI UNA TEORIA DELL’ESPERIENZA ● Il rifiutare la filosofia e la pratica dell’educazione tradizionale pone un nuovo difficile tipo di problema educativo a coloro che credono nella nuova educazione. Il semplice svincolarsi dal passato non risolve nessun problema. Verranno presentati i principali problemi a cui deve far fronte la nuova educazione e le possibili soluzioni. Credere che ogni educazione autentica provenga dall’esperienza non significa però che tutte le esperienze siano educative. Esperienza ed educazione non possono equivalersi infatti esistono appunto delle esperienze diseducative. Le esperienze diseducative: sono esperienze che hanno l’aspetto di arrestare o fuorviare lo svolgimento dell’esperienza ulteriore. L’attitudine che più importa essere acquisita è il desiderio di apprendere ed applicare quanto appreso. L’individuo, giovane o vecchio, deve trarre dalla sua esperienza presente tutto quello che essa gli offre in quel momento. Ed è solo estraendo, in ogni momento, il pieno significato di ogni esperienza che ci prepariamo così al futuro. Il presente fa sempre sentire la sua influenza sul futuro. L’educazione in quanto crescita/maturità dovrebbe essere un processo sempre presente. ● CONTROLLO SOCIALE ● Dewey sostiene che ogni buon cittadino è soggetto al controllo sociale e parte di questo controllo non viene da lui sentito come una restrizione della libertà personale. Un tipico esempio di controllo sociale che opera nella vita quotidiana è il gioco. I giochi implicano la presenza delle regole e queste pongono un ordine nella loro condotta. I giochi non si fanno mai a caso o con una improvvisazione. Senza regola non c’è gioco. Se dovesse esserci un contrasto all’interno del gioco ci sarà un arbitro cui appellarsi e si prenderà appunto una decisione a seguito di una discussione. In queste situazioni ci sono dei tratti che caratterizzano il controllo: - le regole sono parte del gioco - un giocatore può sentire che la decisione presa non è quella giusta; non si oppone alla regola ma a quella che definisce violazione di quest’ultima Coloro che giocano, molto probabilmente, hanno visto gare di professionisti e desiderano imitarli. Per esempio, un gruppo di giovani cambia le regole del gioco soltanto quando il gruppo di adulti, preso come un modello, ha introdotto dei mutamenti nelle regole. Coloro che partecipano al gioco non avvertono di dover sottostare ad un individuo o di essere soggetti alla volontà di una persona che sovrasta da fuori. I problemi sorgono soltanto quando un individuo vuole porre ad altri la sua volontà personale o quando un arbitro o qualsiasi altra persona commette un’ingiustizia. Solitamente i giochi implicano competizione. Spesso e volentieri il controllo sociale è esercitato non da un’autorità personale( genitore, educatore) ma da situazioni in cui tutti prendono parte. L’insegnante riduce al minimo le occasioni in cui deve esercitare un’autorità personale e quando questo avviene è in nome dell’interesse del gruppo e non per mostrare il suo potere individuale. Nelle scuole tradizionali: la scuola non era una comunità o un gruppo tenuta insieme dalla partecipazione alle attività comuni; mancavano quindi le condizioni normali di controllo sociale. L’insegnante interveniva direttamente per “tenere l’ordine”. Il controllo è esercitato quindi dall’esterno autorità Nelle scuole progressive: la scuola diventa un gruppo/comunità tenuta insieme dalla partecipazione degli alunni alle attività comuni. La vita comunitaria non si organizza in modo spontaneo ma esige pensiero e piani precisi. L’educatore deve conoscere sia gli individui sia la materia di studio. Ogni individuo partecipa alle attività e può dare così il suo contributo. Gli alunni non sono altro che i mezzi principali del controllo sociale. Alcuni di essi, quando inizia la scuola, sono già vittime di condizioni esterne sfavorevoli e sono diventati così passivi e docili che non sono più in grado di collaborare. Altri invece sono diventati presuntuosi, indisciplinati e forse anche un po’ ribelli. In questi casi, l’insegnante, deve regolarsi ed agire in modo differente con ognuno di loro e non può assolutamente permettere che questi alunni ostacolino le attività educative. L’esclusione non è sicuramente una soluzione in quanto può rafforzare le cause che hanno dato origine al comportamento antisociale. L’educazione è essenzialmente un processo sociale e lo diventa tanto meglio quanto più gli individui formano un gruppo comunitario. L’insegnante non deve essere escluso da questo gruppo in quanto è il membro più maturo ed ha la responsabilità di dirigere le interazioni e le intercomunicazioni le quali costituiscono la vera vita del gruppo in quanto comunità. Bisogna assolutamente rispettare la libertà di ogni singolo fanciullo. L’educatore deve predisporre un piano di lavoro, attività, intelligente e difficile. Egli deve esaminare le capacità ed i bisogni del gruppo di allievi con cui ha a che fare. Questo piano deve essere abbastanza flessibile per permettere il libero gioco dell’esperienza individuale ed anche abbastanza fermo. L’insegnante perde la sua posizione esterna di padrone o di dittatore per assumere quella di direttore di attività associate. Più impariamo a conoscere i costumi di diverse parti del mondo in tempi diversi, più ci accorgiamo quanto differiscono le maniere nei diversi luoghi e nei diversi tempi ma non c’è gruppo che non abbia il suo codice di maniere. ( es. modo di salutare). La forma di convenzione non ha nulla di fisso né di assoluto. L’esistenza di queste convenzioni accompagna ogni relazione sociale. E’ possibile che queste forme sociali diventino “mere formalità” e possono diventare pura apparenza esteriore senza alcun intrinseco significato. ●ESPERIENZA COME MEZZO E FINE DELL’EDUCAZIONE● Cosa si deve fare perché il nostro fare meriti il nome di educazione. Educare attraverso l’esperienza. Costruire l’abitudine a fare esperienza. Diventare spugne nei confronti delle esperienze. ●EDUCAZIONE E DEMOCRAZIA● C’è un rapporto circolare tra le due. L’una aumenta l’altra. Per dare vita a una società democratica bisogna investire sull’educazione. La democrazia è in pericolo quando c’è un’unica certezza a cui tutti devono conformarsi. Atteggiamento democratico fa stare insieme diversi punti di vista. La ricerca scientifica è direttamente collegata a spirito democratico. Studio scientifico e spirito democratico costantemente soggetti a revisione e rivisitazione.
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