Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Espressionismo francese, tedesco ed austriaco, Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

I Fauves: le "belve" di Parigi (Ristorante le machine a Bougival), Henri Matisse (lusso calma e voluttà, la finestra aperta, veduta di collioure, la tavola imbandita, la stanza rossa, la gioia di vivere, la danza, figura decorativa su fondo ornamentale e nudi blu), Espressionismo tedesco, Ernst Ludwing Kirchner (Nollendorf platz, Marcella e Cinque donne nella strada), Espressionismo austriaco, Egon Schiele (autoritratto, l'abbraccio e la famiglia), Architettura espressionista (AEG a Berlino)...

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 05/11/2022

federicatoscanii
federicatoscanii 🇮🇹

4.1

(20)

97 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Espressionismo francese, tedesco ed austriaco e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! Espressionismo Riparte e rielabora le esperienze artistiche dell’800: uso anti naturalistico ed espressivo del colore, interesse per l’arte primitiva, semplificazione e deformazione delle figure. Queste premesse spuntarono all’inizio del ‘900 nelle opere di Munch, Ensor, Van Gogh, Gauguin. L’Espressionismo non fu una corrente omogenea, ma si sviluppò in luoghi e da gruppi diversi, coinvolgendo soprattutto la Francia, Germania e Austria. Motivo comune fu l’esigenza di esprimere, attraverso la pittura, stati d’animo al posto di rappresentare e descrivere la realtà. La pittura accesa ed emotiva espressionista si contrappone a quella dell’Impressionismo. Anche se l’Espressionismo non è stato un movimento unitario, alcuni tratti accomunano le diverse esperienze europee: • rifiuto dell’idea del bello di stampo classicista (ordine, grazia, simmetria,…); • interesse per l’arte primitiva, gotica e popolare (forma d’arte espressa da artisti non professionisti, dai bambini); • liberazione della forza del colore; • distorsione ed esagerazione delle forme; • eliminazione della prospettiva, della profondità, dei chiaroscuri. Filosofo più amato dagli Espressionisti: Friedrich Nietzsche I Fauves: le "belve" di Parigi 1905, Parigi, Salon d’Autunne in una stanza della mostra espone insieme un gruppo di cui facevano parte: Henri Matisse, André Derain, Maurice de Vlaminck e Georges Braque. Le loro opere colpirono i critici d’arte così tanto da descrivere la sala come una “gabbia di belve”. Si trovano davanti a un fuoco di colori mai visto prima. I Fauves non avevano un programma unitario ma emergono alcuni tratti comuni: li animava un profondo gusto per il vivere e il desiderio di esplorare le emozioni in piena libertà, trasfigurandole nella realtà come Van Gogh e Gauguin. Caratteristiche spiccate delle opere Fauves: ⁃ Anti naturalismo; ⁃ Colori vivaci; ⁃ Rifiuto della prospettiva tradizionale; ⁃ Negazione del volume e del chiaroscuro. Il quadro era concepito come organismo autonomo: la composizione doveva stare in piedi da sola, come un insieme di linee e di colori, a prescindere dalla scena ritratta. Il soggetto perde d’importanza. Il colore aveva un predominio assoluto. Henri Ma!sse RISTORANTE LE MACHINE A BOUGIVAL - Maurice de Vlaminck Viene rappresentata una via urbana, seppur lasci intuire uno spazio prospettico, in realtà non è impostato correttamente. Non si rispettano i colori reali, molto intensi. Colori ad olio stesi direttamente dal tubetto. L’esperienza dei Fauves si estingue presto, lasciando in eredità ai pittori tedeschi la follia dei colori e ai colleghi francesi la scoperta dell’arte africana. (1869-1954) è ritenuto tra i più grandi innovativi del linguaggio della pittura. Nonostante fosse un membro dei fauves in realtà le sue opere anche se caratterizzate da colori accesi rappresentavano tutte scene di vita serena e quotidiana, spesso collegandosi alle sensazioni che trasmette la musica. A 21 anni, durante una malattia che lo obbligava a stare allettato per 1 anno, incominciò improvvisamente a disegnare. Paul Signac fu suo amico e maestro: testimonia questo legame il quadro divisionista LUSSO, CALMA E VOLUTTÀ. I viaggi in Corsica e sul Mediterraneo, indirizzarono Matisse verso di Fauves. Durante i soggiorni a Collioure, dove lavorava spesso in compagnia di Derain, Matisse maturò una visione a larghe tessere distanziate di colore folle, un tappeto luminoso dove si accostano rosa e gialli, verdi e toni violacei. Nuovo mondo pittorico, come dimostrano le opere LA FINESTRA APERTA e VEDUTA DI COLLIOURE. La finestra aperta è una delle prime opere più mature, rappresenta una visuale di un mare con delle banche, quasi indecifrabile. La scena è priva di profondità, la costruzione prospettica è errata ed il colore inonda l’interno della stanza, pennellate spesse e dense. La TAVOLA IMBANDITA e la STANZA ROSSA Due quadri concepiti a 11 anni di distanza testimoniano lo sviluppo della concezione pittorica di Matisse. Il soggetto, una tavola imbandita, aveva già un lungo corso e si ritrova sovente nei dipinti degli Impressionisti, che arrivarono a soffermarsi a descrivere interni dove si moltiplicavano luci ed effetti specchianti. Ci troviamo in un salotto borghese dove una figura femminile è occupata a completare l’allestimento di un tavolo da pranzo. 1° quadro una stanza verde, sedie allungate lungo i muri, una finestra che getta luce all’interno della stanza, i veri protagonisti sono gli oggetti luminosi. La scena è complicata dalla scelta del taglio obliquo del tavolo, descritto secondo una prospettiva incongrua, tanto che sembra voler uscire dal quadro. 2° quadro è il risultato di un processo di semplificazione estrema e di accentuazione del ruolo del colore, che diventa l’unico veicolo della luce: tanto più intensa è la luce, quanto più viene scelto un colore forte. Negli anni che intercorrono tra le due grandi tele Matisse mostra di aver maturato un forte interesse nell’accostare i colori e la capacità di considerare la superficie dipinta tutta egualmente importante. Matisse ha incominciato a considerare la pittura come l’espressione di emozioni rese attraverso il colore: il suo modo di dipingere ha raggiunto la sintesi estrema. 2° quadro Matisse lavora su un colore-ambiente, il rosso, che annulla ogni coordinata prospettica e appiattisce ogni volume. L’accostamento blu-rosso è meno luminoso di quello verde-blu dell’esterno. Ernst Ludwig Kirchner Rappresenta la figura principale del gruppo Die Brücke. Stabilitosi a Berlino, nel 1911 volle costruire insieme a Pechstein una scuola di pittura moderna, dove insegnare e riflettere su approcci nuovi dell’arte visiva, ma ebbe poco successo. Iniziò a raffigurare la capitale (Berlino), la sua energia e i suoi abitanti ridotti a manichini grotteschi. Soffrì di gravi depressioni che si fecero intense allo scoppio della Prima Guerra Mondiale: partito come volontario, venne congedato per l’infermità menale. Nel 1916 si trasferì in Svizzera per curarsi e vi si stabilì definitivamente dal 1918 in una fattoria sulle alpi, dipingendo vedute di paesaggi montani e aria aperta, nei radi anni ‘20 raggiunse il successo. Si tolse la vita nel 1938, poco dopo la mostra voluta da Hitler sulla cosiddetta “arte degenerata“ durante la quale diverse sue opere furono esposte al pubblico e, infine, distrutte. Sedotto dalla semplificazione delle maschere africane e dalle statuette oceaniche, lavora sulla deformazione della figura umana, caratterizzata da contorni, forme piatte e avvolte da colori innaturali ed acidi. Lina Franziska Fehrmann una bambina di 9 anni che fece da modella per diversi artisti del Brücke, nota anche con il nome di Marcella Kirchner è probabilmente attratto dal suo viso spigoloso e dallo sguardo intenso e ambiguo ed elabora un’immagine tutt’altro che delicata e infantile, costruendo scene con forti contrasti di colore. Oltre al colore un ulteriore elemento di complicazione è il tema del doppio che compare nel ritratto di Fränzi davanti a una sedia intagliata. Due volti, uno sovrapposto all’altro, ci scrutano dal dipinto; la sedia si anima di un colore rosa carne, e scivola dietro Fränzi, vestita di decorazioni come se fosse un’icona sacra. È nuda e sola, invece, nell’altro dipinto Marcella dove compare su un piano senza prospettiva e solidità. La posa raccolta con le mani sul pube e gli occhi sbarrati citano il quadro pubertà di Munch. La piccola Marcella evoca la figura cruda di una prostituta, truccata pesantemente. Spicca il grande fiocco bianco tra i capelli della ragazza, unico segno dell’innocenza della giovinezza. Il periodo di Berlino, dal 1911, fa evolvere la tecnica di Kirchner in pennellate oblique e spezzate come pioggia; la costruzione degli spazi tra una figura e l’altra da luogo a continui angoli acuti che ricordano l’architettura gotica. I colori sembrano impostati sul nero e da luci gialle artificiali. Protagonista è soprattutto la realtà. Cinque donne nella strada Kirchner realizza un’opera di grande impatto emotivo. La struttura è fortemente simmetrica 5 figure femminili sono disposte a zig-zag nello spazio del quadro, inscritte in una sorta di rombo la cui punta è al centro verso il basso. Il tratto è nervoso e sintetico come se si trattasse di uno schizzo; comunicando un senso di velocità. Kirchner, che aveva a lungo dipinto la natura, dimostra un’altro aspetto: le figure sono allineate e ferme come gli alberi di un bosco, rigide come il legno, con radici e rami al posto degli arti. Le donne si stagliano su uno sfondo verde acido: il normale rapporto tra figura e sfondo viene invertito, ed è lo sfondo, quasi fluorescente, a presentarsi prima ai nostri occhi. Le linee di forza dell’immagine sono oblique, incrociate tra loro, ma sempre vicine alla verticale, in modo da determinare un effetto a spina di pesce. I visi sono squadrati come quelle delle figure egizie e gli abiti seguono la moda di Berlino. Espressionismo austriaco Nato a Vienna, l’espressionismo austriaco fu un altro importante polo dell’espressionismo europeo; si creò quando alcuni artisti si allontanarono dal linguaggio ricercato dal gruppo della Secessione (come Klimt) per puntate su una comunicazione artistica più schietta e che lasciasse spazio a quegli aspetti dell’inconscio umano più nascosti e spaventosi. Negli espressionisti austriaci scompaiono le forme definite, l’oro e i colori chiari e vivaci, dominati da quelli cupi e freddi e da forme scomposte (ricerca interiore attraverso l’autoritratto e opere di carattere autobiografico) L’espressionismo austriaco non si sviluppò, come in Germania, a partire da gruppi organizzati, ma come opera di artisti che non erano in relazione diretta. I principali artisti furono: ⁃ Oskar Kokoschka; ⁃ Egon Schiele. Questi artisti non si conoscevano e frequentavano circoli culturali diversi. Mentre il primo era in contatto con l’architetto Adolf Loos, il secondo faceva parte di una cerchia di pittori di scarso rilievo. Entrambi avevano personalità forti, incapaci di formare legami di durevole collaborazione. Egon Schiele Ex allievo di Klimt, a differenza sua, semplificò i fondi, mitigò l’interesse per le decorazioni ossessive e bizantine, rese il disegno più secco e nervoso. Autoritratto con braccio attorno alla testa - tormento e fascino del corpo Ritratti e autoritratti formato il corpus principale del suo lavoro. Nei suoi disegni troviamo: corpi nudi e tormentati, deformati e in atteggiamenti erotici. Schiele getta sul proprio corpo e su quello delle sue modelle uno sguardo crudo. Toglie i vestiti, mostra segni di magrezza o piacere, affronta tabù del comportamento come l’omosessualità femminile e l’autoerotismo. La spregiudicatezza con la quale Schiele dipingeva modelle in pose oscene gli procurò molti fastidi e fu persino arrestato e condannato per questo. L’abbraccio Tra i suoi capolavori maturi, spicca l’abbraccio: i due corpi ritratti nell’opera si stringono con passione e allo stesso tempo con dolore e malinconia. Si tratta di Schiele e della modella Wally Neuzil. Lo spettatore coglie i due amanti nel momento più intimo della loro relazione: un abbraccio passionale governato dal sentimenti di amore e dalla paura di perdersi. Per Schiele l’intimità non è solo rappresentata dall’unione fisica, ma dalla connessione umana. Indicatore di questo aspetto è la posizione delle mani: strette fortemente e allo stesso tempo dolcemente appoggiate l’una sul corpo dell’altro. Le linee sono taglienti, affilate e penetranti. Anche l’anatomia dei corpi riflette il tormento e il dolore esistenziale, come si può notare dalla tensione muscolare della schiena magra e spigolosa dell’uomo. La famiglia Nel suo ultimo quadro importante (iniziato nel 1917 e rimasto incompiuto) l’artista rappresenta se stesso con la coglie accovacciata tra le sue gambe, protetta da tutta la sua figura. Questa, a sua volta, tiene tra le gambe un bambino come se lo avesse appena partorito. La progressione che incastra le figure una dentro l’altra è rispettata anche dal colore (strumento del simbolo): ⁃ bruno: fondo ⁃ marrone: pelle dell’uomo ⁃ rosato: pelle della donna ⁃ chiaro: viso del bimbo L’artista guarda in direzione dello spettatore, mentre la madre e il bambino guardano verso uno stesso punto sulla destra: è solo lui il mediatore tra il mondo esterno e la propria famiglia. Il dipinto racconta quanta parte della propria infelicità e quanto rilievo l’artista delegasse all’ambito privato. Morì nel 1918, 8 anni dopo i suoi esordi e poco dopo aver raggiunto i primi riconoscimenti. Archite"ura espressionista Si sviluppa nel clima movimentato del 1* dopoguerra tedesco e riveste un ruolo di fondamentale importanza all’interno della Germania. Il venir meno della bellezza come obiettivo proprio dell’operare artistico, obbligò l’architettura a ridefinire la propria funzione e i propri valori. Parallelamente la piena affermazione della società industriale e l’evoluzione tecnologica aprirono la strada a possibilità e a necessità progettuali inedite. L’obiettivo comune agli architetti espressionisti era quello di superare un metodo di progettazione basato su una geometria rigida, ovvero creare un’architettura dinamica e originale, che non si riducesse ai principi dell’utilità e della funzione e che tralasciasse la progettazione per moduli ripetitivi. Ne derivò un linguaggio ribelle verso i principi del classicismo. In questo ambito si inserirono anche le qualità plastiche del cemento armato che furono utilizzate per creare forme totalmente nuove, introducendo la cosiddetta “quarta dimensione” dell’architettura, ovvero il senso del movimento. Anche se l’architettura espressionista prese forma in Germania con Erich Mendelsohn, Bruno Taut e Hans Poelzig, tuttavia si sviluppò prima con l’architetto Peter Behrens che costruì un punto di riferimento per la tendenza espressionista che trovava nella Fabbrica AEG di Berlino, un richiamo alla libertà espressiva.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved