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Estetica B - Francesco Cattaneo, Appunti di Estetica

Che rilevanza ha lo studio che fecero Nietzsche e Otto? Studiare il passato significa trovare altri esempi di ciò che l'uomo è. L'affacciarsi al passato per comprendere l'uomo antico pone un problema: l'uomo del presente è diverso da quello del passato (tradizioni, cultura, modo di pensare).

Tipologia: Appunti

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Scarica Estetica B - Francesco Cattaneo e più Appunti in PDF di Estetica solo su Docsity! Estetica - Modulo 1 e 2 ESTETICA LEZIONE 1 (30/09) INTRODUZIONE Nietzsche e Otto:  Scrittori e pensatori del 900'  Entrambi studiosi di filologia  Interessati per la classicità e per l'antichità greca Che rilevanza ha lo studio che fecero Nietzsche e Otto? Studiare il passato significa trovare altri esempi di ciò che l'uomo è L'affacciarci al passato per comprendere l'uomo antico pone un problema: l'uomo del presente è diverso da quello del passato (tradizioni, cultura, modo di pensare) La religione greca viene vista come superata dalle religioni monoteiste attuali Nietzsche e Otto provano a comprendere la diversa esperienza del divino secondo i propri principi La via d'accesso primaria a quelle radici greche si trova nell'ARTE  L'arte è un luogo dove l'esperienza umana raggiunge la sua massima ispirazione  L'arte è lo strumento della filosofia  Nietzsche e Otto si pongono in maniera diversa, rispetto al pensiero del tempo, alla religione greca: vedono la relgione greca non come minore, come meno importante, rispetto alla religione monoteista - bensì -> la vedono come religione legata alla natura/all'uomo 1 Estetica - Modulo 1 e 2  Per comprendere il mondo greco è necessario osservare l'arte greca - l'arte è uno strumento della filosofia L'arte è il luogo nel quale la natura umana raggiunge la sua massima concentrazione Per Nietzsche l'arte non è una distrazione, uno svago -> è un arrivare al centro della vita umana, dell'esistenza umana ______________________________________________________________________________ LEZIONE 2 (01/10) I greci avevano una visione ciclica del tempo Per Cartesio:  Può dubitare solo chi pensa: penso dunque sono - cogito ergo sum La base della filosofia per Cartesio è: cogito ergo sum - il pensiero filosofico deve incominciare da questo  Dio esiste e l'idea di Dio, che è in noi, viene da Dio stesso  L'idea di Dio è un'idea innata che è stata messa da lui nella nostra mente  Dio è buono e non inganna l'uomo  Il credo union è che ci sia un soggetto conoscente  Il modello della conoscenza filosofica è la matematica  Alla radice della concezione cartesiana c'è la nascita del soggetto conoscente Nietzsche si distacca da Schopenhauer:  Per Nietzsche bisogna accettare che la vita sia dolore e caos, bisogna accettare la volontà di vivere e non sopprimerla arrivando all'ascesi -> bisogna DIRE SI' ALLA VITA Nietzsche, nella Nascita della tragedia, non parla dell'eterno ritorno -> ogni opera è in un certo modo scollegata In Nietzsche parliamo di un filosofo in continuo cambiamento 2 Estetica - Modulo 1 e 2  Il Classicismo, contrapposto al Cristianesimo, appare come un ideale di intatta perfezione in cui l'Uomo, la Natura e la Divinità vivevano in una compiuta armonia, una dimensione irraggiungibile, irrimediabilmente perduta per l'Uomo moderno.  In Schiller la poesia è in grado di dare voce alla natura viva, mentre la verità scientifica produce una natura morta  Elementi fondamentali nella poesia di Schiller: Bellezza - fulcro della poesia - per i greci la divinità era bella, il bello è ciò che è più presente e manifesto Verità Illusione Natura Velo  La parola chiave di Schiller, per quanto riguarda la greicità, è ARMONIA L'anima bella: E' bella in quanto è l'anima che riesce a vivere quell'armonia che caratterizza l'anima umana al suo culmine GLI DEI DELLA GRECIA I. Quando vostro era il regno e bello il mondo, genti beate guidavate ancora con le redini lievi della gioia, esseri belli del mondo delle fiabe! Quando il culto gioioso ancor splendeva, tutto diverso, era diverso allora! Quando di fiori si ornavano i tuoi templi, o Venere Amatusia! II. Quando della poesia il velo incantato la verità leggiadro avvolgeva ancora, -> poesia vs verità forza letale fluiva nel creato, 5 Estetica - Modulo 1 e 2 e ciò che mai sentirà sentiva. Per stringerla al seno dell'amore più alta nobiltà si diede alla natura; indicava agli sguardi d'iniziati tutto l'orma di un dio. III. Dove ora, dicono i nostri saggi, gira una sfera di fuoco senza vita, guidava allora il suo carro dorato Elio, in serena maestà. Oreadi popolavan queste cime, una Driade quell'albero abitava, dalle urne di dolci Naiadi usciva dei fumi la spuma d'argento. IV. Quel lauro si volse un dì chiedendo aiuto, la Tantalide tace in questa pietra, da quella canna s'udì il pianto di Siringa, di Filomela il dolor da questo bosco. Quel ruscello le lacrime accolse per Persefone piante da Demetra, e da questo poggio chiamò invano Citera il suo bell'amato. V. Tra la stirpe di Deucalione ai tempi discendevano i celesti ancora, di Pirra per conquistar le belle figlie fece il pastore il figlio di Latona. Tra uomini, divinità ed eroi strinse amore un nodo di bellezza; rendevano mortali, dèi ed eroi 6 Estetica - Modulo 1 e 2 omaggio in Amatunte. -> amore come principio unitivo VI. La cupa gravità e triste rinuncia eran bandite dal vostro gaio culto, felici dovean battere tutti i cuori, poiché l'uomo felice a voi era affine. Nulla era sacro allora come il bello, -> collegamento tra sacro e il bello nessuna gioia era vergogna al dio, dove arrossiva pudica la Camèna, dove Grazia regnava. VII. Come palazzi eran ridenti i templi, vi onoravano i giochi degli eroi nelle Istmiche splendide di alloro, ed i carri rombavano alla meta. In bell'intreccio andavano animate le danze intorno allo sfarzoso altare. Le vostre tempie ornavan serti di vittoria e corone le chiome profumate. VIII. L'evoè degli invasati con il tirso -> evoè (grido degli adepti del dio) e lo splendido giogo di pantere annunciavano il gran rallegratore; -> Dioniso fauno e satiro precedono malfermi, folli Menadi lo attorniano saltando, le loro danza lodano il suo vino e le gote brunite dell'oste gaie invitano al bere. IX. Non compariva allora orrendo scheletro davanti al letto del morente. Un bacio 7 Estetica - Modulo 1 e 2 e ciò che è alto, tutto si son presi, tutti i colori e i suoni della vita, sol la parola esamine a noi resta. Strappati ai flutti del tempo, stan sospesi al sicuro, lassù in cima al Pindo. Quel che eterno deve vivere nel canto nella vita ha da perire. ->la natura civilizzata è una antura da cui gli dèi sono sfuggiti Nella poesia:  Viene esaltata la figura degli dei greci - che sono protagonisti  La figura del bello è il fulcro  Ci sono riferimenti a Venere e ad Afrodite  La poesia avvolgeva ancora la verità - poesia vs verità  Tutto era l'orma di un Dio  Visione della natura al tempo: meccanicistica  La poesia salvaguardava una natura viva - al contrario -> la scienza una natura morta  Per i greci le divinità erano il bello -> ciò che era più presente - erano anche giovani in quanto la giovinezza è simbolo di forza  Gli dei greci sono la massima manifestazione, luminosità e splendore  Erano la forma più compiuta e quindi la forma più manifesta  Gli eroi sono semidei in quanto sono uomini nei quali le capacità sono nella forma più piena  Il politeismo greco giustifica la vita così com'è  C'è un collegamento tra il sacro e il bello  C'è la figura di dioniso (raffigurato come il "gran rallegratore")  Rispetto al Dioniso di Nietzsche, quello di Schiller è "addomesticato"  L'immagine di vita si mostra solo nelle arti (nel canto/poesia) 10 Estetica - Modulo 1 e 2  Viene sdivinizzata la natura: non sente più, è in un certo modo vuota  Il rifugio degli dei sta nell'arte - che, abbandonati hanno trovato un rifugio  Schiller legge la critica kantiana e, alla terza, riguardante l'arte, ne rimane affascinato Giacomo Leopardi Alla primavera o delle favole antiche (1822): In questa poesia il poeta parla dell’origine del mito (le favole antiche) Già nel titolo il poeta stabilisce un paragone tra la primavera (rinascita della natura) e il mito (nascita dell'umanità) La primavera viene vista:  Sul piano della storia dell'umanità -> mondo greco  Sul piano individuale -> giovinezza Leopardi parla di "altra faccia del vero" come fa Schiller -> come scienza Si pone la domanda: la natura è viva? Il tuono è cieco -> in quanto non più legato e voluto da Zeus  Dice alla natura di ascoltare la misera sorte degli uomini Il primato della sensibilità va a dissolversi nell'astrazione della scienza e della metafisica L'immagine della scienza è depurata  La benignità della natura sta nell'illusione - gli ideali danno una maggiore forma di senso alla vita  Per Leopardi le illusioni sono parti integranti della realtà e della natura umana  La natura da madre diventa matrigna -> non si cura più egli uomini (visti come figli) 11 Estetica - Modulo 1 e 2 Lo sviluppo della civiltà ha portato l'uomo alla perdita della capacità di immaginare -> vi è stato un prevalere della ragione sull'immaginazione ALLA PRIMAVERA O DELLE FAVOLE ANTICHE Perché i celesti danni ristori il Sole, e perché l’aure inferme Zefiro avvivi, onde fugata e sparta delle nubi la grave ombra s’avvalla; credano il petto inerme gli augelli al vento, e la diurna luce novo d’amor desio, nova speranza ne’ penetrati boschi e fra le sciolte pruine induca alle commosse belve; forse alle stanche e nel dolor sepolte umane menti riede la bella etá, cui la sciagura e l’atra -> forse tutto ciò ricorda alle menti umane la bella età (la giovinezza/greicità) face del ver consunse innanzi tempo? Ottenebrati e spenti di Febo i raggi al misero non sono in sempiterno? ed anco, Primavera odorata, inspiri e tenti questo gelido cor, questo ch’amara, nel fior degli anni suoi, vecchiezza impara? Vivi tu, vivi, o santa Natura? vivi, e il dissueto orecchio della materna voce il suono accoglie? Giá di candide ninfe i rivi albergo, placido albergo e specchio fûro i liquidi fonti. Arcane danze 12 Estetica - Modulo 1 e 2 gl’iniqui petti e gl’innocenti a paro in freddo orror dissolve; e poi ch’estrano il suol nativo, e di sua prole ignaro, -> il suolo nativo è indifferente a noi le meste anime edúca; tu le cure infelici e i fati indegni, tu de’ mortali ascolta, -> natura: ascolta la sorte indegna degli uomini vaga Natura, e la favilla antica rendi allo spirto mio; se tu pur vivi, e se de’ nostri affanni cosa veruna in ciel, se nell’aprica terra s’alberga o nell’equoreo seno, pietosa no, ma spettatrice almeno. Ilozoismo: Atteggiamento incline a considerare il principio della vita come intrinseco alla materia - pensare che la natura sia viva e l'universo animato Questi poeti fanno un'operazione: partono dall'esperienza moderna della natura e, partendo da ciò, tentano di ridar voce ad un'esperienza di tipo diverso Si chideono in cosa consista questo significato (che valore attribuirli) La bellezza della poesia è intesa come un velo/un'illusione - richiama un diverso rapporto con la natura ______________________________________________________________________________ LEZIONE 4 (07/10) FRIEDRICH SCHILLER Opere: 1778 - 1789 - Gli artisti 1788 - 1793 - Gli dei della grecia 15 Estetica - Modulo 1 e 2 1790 - La critica della facoltà di giudizio Spiegazione filosofica della storia secondo Schiller:  L'uomo era inizialmente selvaggio e la vita era dominata dai suoi bisogni, risultandone schiavo  Nell'uomo scatta una scintilla, ovvero, la percezione del bello della natura - questa percezione ingentilisce l'uomo L'arte non è un'illusione che rende ciechi agli impulsi ma -> è una via di fuga Coloro che provano ad imitare la natura sono gli ARTISTI 3 sono i modi attraverso i quali l'uomo può essere: UOMO SELVAGGIO Sprezza l'arte e riconosce la natura come capo UOMO BARBARO Quando i suoi principi distruggono i suoi sentimenti - più spregevole del selvaggio: ha reso schiava la natura ed è allo stesso tempo schiavo della natura Nell'uomo selvaggio e nell'uomo barbaro c'è uno squilibrio UOMO COLTO Si stabilisce un equilibirio tra uomo e natura GLI ARTISTI Nella poesia "gli Artisti" c'é una riflessione sull'arte e sugli artisti Gli artisti fanno sì che, attraverso l'esperienza del bello:  l'uomo sviluppi una sensibilità etica/morale - e con questo un progresso  nonché un interesse per la contemplazione della natura e per la conoscenza 16 Estetica - Modulo 1 e 2 L'arte ci sottrae dal bisogno e ci restituisce, dall'altra parte, la bellezza del mondo  L'arte è il primo percorso della civilizzazione -> porta allo sviluppo della moralità nell'uomo e della scienza La morte ci viene portata in abito da sposa (Parca) dagli artisti -> la morte viene abbellita Attraverso l'arte si apre uno spazio di gioco in cui i bisogni e le necessità sono presenti - ma noi non siamo subortinati servilmente ad essi  Giocando con questa necessità -> la umanizza Dio ha cinto la necessità con la grazia -> la necessità deve esser cinta con la grazia -> Dio è il GRANDE ARTISTA L'illusione artistica non è liquidabile in un qualcosa che ci rende ciechi di fronte alla realtà -> ci dà una via di fuga per la realtà Se sulle strade... -> se lo scienziato ottiene una serie di successi, se si impone come re L'arte sta all'inizio, spiana la strada alla conoscienza - tuttavia l'arte sta anche alla fine  Alla fine lo scienziato passa di nuovo il testimone all'artista ______________________________________________________________________________ LEZIONE 5 (08/10) LETTERE SULL'EDUCAZIONE ESTETICA DELL'UOMO Schiller paragona l'uomo colto al modello greco:  Nella società greca il singolo era qualificato a rappresentare la sua epoca Perché l'uomo moderno non può fare questo?  L'uomo moderno non può rappresentare il tutto perché -> è una parte di un tutto, nei termini meccanicistici L'educazione di oggi finalizza l'apprendimento dell'individuo allo svolgimento di un singolo compito -> per Schiller questo renderebbe l'uomo servo o schiavo Nei greci non c'è stata nessuna separazione tra i sensi e lo spirito - l'uomo moderno, l'uomo della conoscenza, per conoscere scompone i sensi dallo spirito 17 Estetica - Modulo 1 e 2 Sulla greicità: I classicisti sono stati precursori necessari (perché hanno risvegliato l'entusiasmo per la classicità) - ma non hanno fatto abbastanza (per questo la riforma della cultura non è riuscita)  Per Nietsche bisogna ripensare più radicalmente/più profondamente la greicità -> con questo la riforma della cultura è possibile Lettera 14° di Schiller Quel che è bellezza nella giovinezza dell'umanità ci verrà incontro come verità -> qual'è questa verità? E' la verità guadagnata attraverso la consapevolezza sulla bellezza  L'uomo alla fine di un percorso si trova pienamente maturo  L'uomo è pienamente uomo solo quando gioca Sulla morte e su Dio: "Come pianta nacqui presso il campo santo Come uomo in una canonica"  Nietzsche fin da piccolo farà l'esperienza della morte -> muore il padre e il fratello (poche settimane dopo essere nato)  C'è una presenza in Nietzsche, fin da piccolo, della morte  Il Nietzsche adolescente pone la sua nascita nel senno della morte  Rimarrà un distacco a ciò che è sovrannaturale -> tema della morte di Dio  Per Nietzsche Dio è la dimensione dell'assoluto, quindi la trascendenza (ciò che sta oltre le cose fisiche, oltre l'esperienza terrena)  Dio è anche quello delle religioni monoteistiche -> la religione è un platonismo per il popolo (platonismo volgarizzato) (Al di là del bene e dal male)  Nietzsche, quando parla di morte di Dio, parla del tramonto degli assoluti - quelli assoluti che hanno trovato posto col dualismo platonico 20 Estetica - Modulo 1 e 2  Gli assoluti non sono altro che astrazioni  Nietzsche scrive una tesi filosofica sulla filologia ______________________________________________________________________________ LEZIONE 7 (14/10) FILOSOFIA E FILOLOGIA IN NIETZSCHE Nietzsche legge "Il mondo come volontà e rappresentazione" (Schopenauer) Nietzsche parla della filologia come un miscuglio di:  Storia: che deve cogliere l'individualità spirituale di un popolo  Scienza naturale: Studiare il più profondo l'istinto linguistico  Estetica: Definisce qualcosa di classico - con la ricerca di riportare un mondo ideale L'estetica si fa specchio del classico  La filologia mette insieme materie scientifiche con altre non scientifiche  La filologia contiene in sé elementi scientifici ed elementi estetici  La filologia deve trasmettere dei modelli da imitare per insegnare  L'educazione ha il compito di portare l'uomo a ciò che è più umano - e di strapparlo da quello che è il suo animo selvaggio per farlo arrivare all'anima bella  Se la filologia si porta troppo sul versante scientifico rischia di perdere "il profumo della cultura antica" Pregiudizi sulla filologia: REALISTI: I filologi si rinchiudono nelle biblioteche: è una materia autoreferenziale EROI DEL GIORNO: Occuparsi del passato è inutile, può essere controproducente 21 Estetica - Modulo 1 e 2  L'arte e la scienza hanno una cosa in comune: il guardare la società in maniera straordinaria  La scienza si interroga più a fondo: indagine, ricerca - questo vale anche per l'arte  L'arte seduce la vita - perché la migliora LA QUESTIONE OMERICA Nietzsche cita una vicenda culturale: la questione omerica - che era riespolosa con Friedrich August Wolf - che in "Prolegoma at Omerum" riprende tesi del 1600, secondo la quale:  Sosteneva che l'Illiade fosse una fusione di canti composti da cantori diversi che poi erano stati assemblati Wolf ritorna sulla sua tesi e la stessa viene rifiutata da Schiller e da Goethe -> perché: Schiller:  Denucia il fatto che la tesi di Wolf svuota il testo Goethe (in "Omero, ancora Omero"):  Sostiene che a partire da Wolf i filologi hanno iniziato a brutalizzare/distruggere l'opera Nietzsche (a 25 anni), commentando Goethe, sostiene che:  I filologi mancano della capacità di comprendere la forza artistica dell'opera - mancano della capacità di giudizio estetico  Il filologi sconfessano ciò che prima era di venerazione (l'opera)  Nietsche pone una visione alternativa riguardo alla filologia -> L'intento scientifico della filologia mira a colmare l'abisso tra l'antichità ideale e l'antichità reale  L'antichità ideale potrebbe solamente essere un'illusione, un qualcosa di inventato -> una proiezione dei tedeschi dell'800'  La filologia non ha un impulso distruttivo -> vuole ritornare all'antichità in maniera diversa -> basandosi su basi storicamente più robuste 22 Estetica - Modulo 1 e 2  La kultur cerca di farsi carico delle cose più oscure della vita  La cultura vuole dare una forma all'esperienza dell'uomo rispetto al quale non c'è un progresso-regresso Il Nietzsche critico della cultura cerca di dare autonomia alla kultur tedesca rispetto alla zivilisation ______________________________________________________________________________ LEZIONE 9 (16/10) IL RUOLO DELL'ARTE L'arte è l'autentica attività metafisica dell'uomo Nietzsche si confronta col politeismo greco e descrive il frontone di un tempio dove è rappresentata la famiglia degli dei Secondo Nietzsche Apollo è il padre spirituale dell'Olimpo Il principio apollineo rappresenta la matrice di questo mondo spirituale (E' il padre spirituale degli dei) A un certo punto Nietzshce si domanda perché i greci abbiano rappresentato questa famiglia degli dei e si domanda quale sia quidni il bisogno di aver creato l'Olimpo L'Olimpo è una creazione artistica dell'uomo greco Secondo Nietzsche per i moderni tutto ciò è incomprensibile e lontano dalla propria esperienza - quindi -> pensa che inizialmente i greci credevano in ciò e poi l'umanità è progredita e maturata ed ora c'è uno sguardo più maturo e disicarnato L'uomo moderno quindi non è interessato e guarda perplesso al mondo dell'Olimpo e per questo se ne va - ma Nietzsche cerca di fermarlo In Nietzsche c'è un'incongurenza nell'interpretazione dei greci -> Schopenhauer e i greci hanno una diversità di pensiero importante Per Nietzsche, per comprendere i greci, bisogna avere una visione pessimistica (Schopenhauer) 25 Estetica - Modulo 1 e 2 Per Nietzsche non si tratta di riprendere il sistema schopenaueriano - bensì -> di compredere i greci con il pensiero di Schopenhauer Per Schopenhauer l'arte fa parte di un percorso che porta ad un distacco/sospensione dalla volontà - non si tratta di un distacco pieno, bensì, di un allontanamento temporaneo Attuando questa visione contemplativa ci distacchiamo dal fare del mondo Il secondo Nietzsche vede l'arte come un'affermazione della volontà -> rende la vita desiderabile (l'arte è la grande seduttrice della vita) L'arte ha una legge/un ordine - nella natura troviamo la stessa cosa -> nella natura pare che ci sia una legge artistica interna ______________________________________________________________________________ LEZIONE 10 (21/10) Capitolo 3 - La nascita della tragedia La formula pessimistica del detto di Sileno, "sarebbe meglio non essere mai nati o comunque morire il prima possibile", NON E' PIU' VALIDA -> il detto viene rovesciato:  Il peggiore dei mali è quello di morire Il mito di Achille ed Ulisse: Achille dice ad Ulisse che darebbe tutto per conntinuare a vivere -> la vita appare come qualcosa di prezioso e desiderabile Quando gli eroi omerici si lamentano del destino brutale è perché vogliono rimanere il più possibile in vita 1) Gli dei olimpici costituiscono una creazione umana nella quale l'uomo si rispecchia - costituiscono un prodotto artistico umano Nietzsche non assegna una realtà a queste figure (divinità) - queste figure sono decisive e cruciali nell'uomo/ sono necessarie nella vita - derivano dagli istinti della natura Però non hanno una realtà in senso stretto -> sono delle creazioni artistiche umane in cui l'uomo si rispecchia 26 Estetica - Modulo 1 e 2 Il mondo olimpico è un mondo del sogno (apollineo) 2) Gli dei greci sono delle immagini riflesse dell'uomo -> antroporfismo degli dei greci I greci sentivano qualcosa di superiore all'uomo ma alla fine è stato rappresentato solammente nel modo più elementare Capitolo 1 - La nascita della tragedia Nietzsche rappresenta l'apollineo e il dionisiaco come due principi estetici - in cui vi è una duplicità Con questo richiama una dimensione biologica -> affermando che la riproduzione in natura avviene tra il genere femminile e quello maschile - che rappresentano una duplicità per cui la loro relazione sta alla base dell'arte (gli rappresenta come principi estetici) L'apollineo è associato al maschile - il dionisiaco al femminile Tra questi due principi estetici vi è una tensione  La comprensione del fatto che lo sviluppo dell'arte è legato alla duplicità dell'apollineo e del dionisiaco porterebbe all'estetica un'importante punto da cui partire E' un punto centrale l'idea che la nostra esperienza sia caratterizzata da tensioni polari I greci non rendono comprensibili i loro più profondi insegnamenti attraverso concetti -> lo fanno attraverso delle figure (Dioniso e Apollo) Lo sviluppo dell'arte è legato alla duplicità dell'apollineo e del dionisiaco  L'APOLLINEO è un istinto artistico della natura che trova l'analogo nel SOGNO - non è per niente legato alla razionalità  Il DIONISIACO è un istinto artistico della natura che trova l'analogo nell'EBREZZA - non è per niente legato all'irrazionalita Apollineo e dionisiaco non si contrappongono con: ragione e irrazionalità L'apollineo non esclude il dionisiaco - non esiste apollineo senza dionisiaco ARTE APOLLINEA 27 Estetica - Modulo 1 e 2 Nell'antropomorfismo del politeismo greco Nietzsche vede un'esperienza religiosa in cui l'uomo non si è autoalienato L'uomo greco non si separava dalle divinità poiché esse costituivano una sua immagine speculare che celebrava la vita in quanto tale ______________________________________________________________________________ LEZIONE 12 (23/10) Capitolo 7 - Nascita della Tragedia  Questo capitolo è dedicato al CORO Per Nietzsche è importante approfondirne il suo significato perché per lui inzialmente la tragedia classica era costituita solo da un coro di satiri danzanti TRAGEDIA ATTICA E TRAGEDIA ORIGINARIA TRAGEDIA ATTICA Nella TRAGEDIA ATTICA non c'era solamente il coro, ma anche l'orchestra e gli attori che interpretavano il dramma sulla scena TRAGEDIA ORIGINARIA La tragedia precedente a quella attica, ovvero la TRAGEDIA ORIGINARIA, era costituita solamente dal coro -> un coro di satiri danzanti ed ebbri che nel bel mezzo dell'estasi vedevano l'immagine del Dio Apollo Questa tragedia era unicamente musicale -> il centro era la musica Nietzsche la definisce come tragedia del pathos C'era una figura che si sarebbe poi staccata dal coro -> la figura rappresentava il Dio e lo stesso incominciò a dialogare col coro Ci fu così uno stacco tra questo attore che dialogava con il coro e il coro stesso Questo attore diventa l'eroe e l'eroe è il Dio Dioniso -> gli eroi diventano maschere del Dio 30 Estetica - Modulo 1 e 2 ESCHILO - SOFOCLE ESCHILO In ESCHILO oltre all'eroe c'è un secondo attore e i due interagiscono così che il dramma diventi prioritario e il coro più marginale SOFOCLE In SOFOCLE viene introdotto un terzo attore e il dramma e l'azione scenica sono portati in primo piano mentre il coro diventa ancora più marginale Per Nietzsche questi eroi rimandano ad un'unità -> a Dioniso  Per Nietzsche le TRAGEDIE ATTICHE sono un decadimento rispetto a quelle ORIGINARIE perché il dramma e l'azione sono più importanti della componente musicale MUSICA E PAROLA MUSICA  La MUSICA è un'espressione universale del sentire umano, essa esprime il pathos  La parola "musica" per i greci fa riferimento alle muse (divinità che presiedevano alla parola e al canto  Praticare la musica significa rendere omaggio alle muse PAROLA  La PAROLA invece ha un carattere arbitrario in quanto essa opera un sezionamento del reale -> sono costruzione artificiale  La parola ha carattere corporeo -> nel canto ciò che è importante è la fonetica non la parola La TRAGEDIA ATTICA è una degenerazione e il tragediografo che segna la fine della tragedia è Euripide 31 Estetica - Modulo 1 e 2 Episodio trattato nel Fedone di Platone: Socrate morente compie una retractatio, analoga a quella euripidea. Il Socrate morente dice che ha fatto continuamente un sogno dove Apollo lo invitava a comporre della musica e ha interpretato questo sogno come un invito a dedicarsi alla filosofia. Socrate dice che magari ha frainteso questo sogno, poteva essere che Apollo gli diceva di comporre della musica nel senso più diretto della parola, si impegna nella composizione musicale. Questa è la rectatatio di Socrate, morente, attraverso la musica tenta di operare un incantesimo sull’anima per farle superare la paura della morte. Platone dice che la filosofia è la forma più alta di musica. La filosofia era presieduta dalle muse e quindi vi era un’ispirazione divina. La filosofia non è un ragionamento su cosa sia vero o non vero, un’argomentazione a partire da rappresentazioni che devono essere il più possibile conformi alla realtà, ma ha un’origine divina. Gli dei greci giustificano la vita degli uomini vivendola essi stessi, cioè gli dei non stanno in un “aldilà” e in trascendenza. Anche le religioni monoteistiche giustificano la vita, e le attribuiscono un significato. Effettivamente la funzione principale della religione è dare un senso alla vita perché altrimenti noi uomini saremmo in preda della disperazione. La religione cristiana giustifica la vita. Il cristianesimo però afferma l’esistenza di un “aldilà”.  In questo modo, affermando l’esistenza di qualcosa di trascendente, si viene svalutare questa vita sulla Terra perché secondo il cristianesimo la vera vita sta altrove e questa è solo una vita provvisoria. I greci invece giustificano la vita in quanto tale e non pensando a un mondo ultraterreno. Teodicea (giustizia di Dio): è una giustificazione dell’operato di Dio. Se c’è Dio da dove viene il male? Il cristianesimo si basa su un’idea di un creatore che crea tutto dal nulla ed è una divinità onnipotente e onnisciente, è l’ente perfetto. A questo punto se lui ha creato tutto ha creato anche il male. E bisogna capire perché il male sia presente. Non c’è un Dio creatore responsabile delle cose. Uno degli elementi cruciali della vita umana è che gli uomini nella loro mortalità sono aperti al divino. Gli uomini sono destinati alla morte hanno la possibilità di fare esperienza del divino. L’esperienza greca del divino riconosce negli dei la forma più luminosa dell’esperienza a cui l’uomo fugacemente può partecipare. L’uomo può partecipare alla magnificenza delle cose. ______________________________________________________________________________ LEZIONE 13 (28/10) 32 Estetica - Modulo 1 e 2 Secondo Schopehauer è segno di attitudine filosofica quando anche le cose più indiscutibili iniziano ad essere niet'affatto immutabili: Nietzsche: L'uomo filosofico pensa che sotto la realtà c'è un'altra realtà Poniamo in dubbio la realtà - appare come un sogno -> filosofia moderna Meraviglia rispetto al mondo -> filosofia greca Capitolo 5 (a fine capitolo) - Nascita della Tragedia Noi dobbiamo riconoscere che il mondo dell'arte non è creato per noi Medium : artista apollineo (colui che gioca col sogno) e dionisiaco Il medium è colui che fa da tramite tra il Divino e l'arte Tutti gli uomini, sognando, giocano con la realtà - tutti gli uomini fanno esperienza di questo istinto artistico della natura  Gli artisti, a differenza di chi non è artista, sono coloro in grado di giocare col sogno, ovvero, coloro che riescono a dare forma a l'esperienza onirica  Nell'ebrezza dionisiaca l'uomo si trova ad essere il prodotto di un artista -> della natura/di Dioniso Nell'esperienza dionisiaca dell'ebrezza l'uomo non è colui che gioca con la natura - ma -> è colui che è giocato dalla natura/da Dioniso L'artista apollineo e quello dionisiaco sono dei medium -> fanno da tramite ______________________________________________________________________________ LEZIONE 14 (29/10) La dimensione dell'apparenza in Nietzsche è salvifica e consiste nel nostro mondo empirico che è a sua volta apparenza -> di questo ne sono consapevoli i filosofi  La nostra realtà è apparenza e l'apparenza di secondo grado è l'arte 35 Estetica - Modulo 1 e 2 Il rovesciamento platonico che attua Nietzsche arriva al punto di negare la stessa idea di liberazione, in ogni sua forma - arrivando così all'inconsapevolezza Capitolo 5 - Nascita della Tragedia L'artista è medium (sia quello apollineo che quello dionisiaco) - attraverso l'artista gli istinti artistici della natura si manifestano  La nostra realtà è apparenza - la vita è sogno  L'apparenza dell'apparenza è l'arte L'uno originario di Nietzsche (in S= volontà schopenhaueriana) ha bisogno di redimere la propria sofferenza attraverso l'apparenza Noi non riconosciamo la volontà in quanto, nella nostra esperienza sensibile, concepiamo il mondo sulla base del rapporto soggetto-oggetto - l'oggetto viene esaminato tramite le forme di spazio, tempo e causalità Questa realtà che noi concepiamo in questa maniera, viene vista in maniera diversa da Nietzsche -> viene vista come un "guardare dietro" Schopenhauer parlava del velo di maya (velo di natura illusoria) - per S. il velo andrebbe lacerato per comprendere il fondamento della realtà è unitario, non ha carattere spazio- temporale  Nietzsche fa un'ipotesi metafisica secondo cui quella che noi chiamiamo realtà (veglia) è in realtà una rappresentazione dell'uno originario che ha bisogno di redimersi dalla sofferenza che lo attraeversa tramite l' apparenza La volontà è segnata dal conflitto, dal dolore, e per redimersi c'è bisogno dell'APPARENZA:  La nostra realtà è un'illusione attuata dall'uno originario per trovare redenzione dalla nostra sofferenza La nostra realtà, tutto ciò che sta intorno a noi, è un'illusione, un gioco artistico che non ha fondamento Capitolo 4 - La nascita della tragedia Nietzsche propone una nuova interpretazione del sogno - che consiste nell'affermazione che la nostra realtà è essa stessa un sogno 36 Estetica - Modulo 1 e 2  Se la veglia è sogno - il sogno ci fornisce la chiave per comprendere la veglia Questo è un paradosso -> un rovesciamento fondamentale (paradosso: ciò che va contro la "doxa", ovvero, l'opinione) Il paraddosso che fa il filosofo rivolta il normale modo di vedere e "crea problema", "fa problema" Capitolo 5 - La nascita della tragedia: Il vero soggetto del mondo dell'arte è qualcosa di più grande - non è l'artista: l'artista è solo un medium  Noi e la nostra realtà siamo solo apparenza, fenomeno estetico  La suprema dignità dell'essere umano risiede nel fatto che egli è OPERA D'ARTE: L'esistenza e il mondo sono fenomeni estetici, poiché sono giochi prodotti dall' UNO ORIGINARIO Soltanto in quanto fenomeno estetico il mondo e l'esistenza sono giustificati in eterno:  La giustificazione metafisica e morale consiste nella giustificazione delle cose attraverso un rimando ad un qualcos'altro, ad un altro mondo Per Nietzsche concepire il mondo e la vita come esistenza estetica, significa giustificarli in quanto tali Il gioco artistico non rimanda a nulla al di là di sé -> è fine a sé stesso Il senso della vita sta nel rilanciare continuamente il piacere di essere parte di questo gioco - vuol dire che la vita stessa non ha alcun fine al di là di sé Per Nietzsche concepire il mondo e la vita come esistenze estetiche, significa giustificarli in quanto tali Tesi capitale della Nascita della tragedia: Giacché è solo come fenomeni estetici che l'esistenza e il mondo sono giustificati in eterno 37 Estetica - Modulo 1 e 2  L'arte DIONISIACA va in un’altra direzione: il dionisiaco ci fa fare esperienza di un’unitarietà della natura.  APOLLO divinizza l’individuale, Dioniso porta a un superamento dell’individuale, evidenziando i limiti dell’individualità - Quali sono questi limiti? Con l’emergere dell’individuale si attiva quel circolo di eterno avvicendamento tra vita e morte, il nascere dell’individuale, proprio perché l’individuo emerge, è consegnato al dolore, alla morte  APOLLO divinizza l’individuazione, Dioniso mostra che l’individuazione appartiene a qualcosa di più grande a partire dal quale la morte viene compresa nuovamente in questo tutto più grande.  L’arte DIONISIACA fa qualcosa che è impossibile all’arte APOLLINEA (che deve velare):  Il DIONISIACO può dar voce al dolore perché lo ricompensa in qualcosa di più grande che eccede il singolo. La tragedia dunque assegna un significato ulteriore  La rappresentazione APOLLINEA e DIONISIACA è pur sempre un velamento, perché ci muoviamo sempre nell’ambito della rappresentazione, ma è un velamento più leggero in quanto più vicino a ciò che veramente è. La rappresentazione tragica non ci apre uno spiraglio, ma riesce a farsi carico direttamente, attivamente, del dolore che segna la nostra esistenza individuale. L’ARTE APOLLINEA se ne fa carico solo passivamente, l o nega , rimane costruttivamente connessa a questo sfondo cupo, ma nel senso che lo copre. La tragedia procede diversamente, perché non passa attraverso questa rimozione, in cui la radice da cui proviene il dolore viene occultata. MITO DI ZAGREO Zagreo è il Dioniso smembrato, e i misteri orfici segnano una rinascita. Nel mito orfico Dioniso sarebbe figlio di Zeus e Persefone (figlia di Demetra rapita da Ade e condotta agli inferi. Ade l’ha sposata). Questo mito racconta le sofferenze di Demetra che percorre tutto il mondo per andare alla ricerca della figlia che non trova -> C’è quindi la sofferenza della madre e questa sofferenza porta alla morte della natura e quindi all’arrivo dell’inverno. Demetra fa un patto secondo il quale Persefone starà sei mesi nel mondo dell’ade e sei mesi con la madre. -> Questa alternanza costituisce il susseguirsi delle stagioni (estate-inverno). 40 Estetica - Modulo 1 e 2 Zeus ha grandi progetti per Zagreo e lo vede come il nuovo governatore del cosmo. Per la gelosia di Era verso Dioniso i titani cercano di catturarlo dandogli una serie di giochi per ingannarlo e distrarlo. Zagreo si rende conto delle loro intenzioni e si nasconde in vari animali e alla fine si trasforma in toro, animale sacro, e viene catturato dai titani che lo smembrano. Lo smembramento di Dioniso coincide con la frammentazione del mondo. Si produce cosi l’individuazione e cosi scaturiscono tutti i dolori connessi a questa individuazione. Dal sorriso nascono gli dei, dalle lacrime gli uomini. -> È l’ambivalenza della vita umana, è mite ma è anche crudele. Questa è la 2° nascita -> nasce Zagreo. Il mito orfico si conclude con una 3° rinascita: Allo smembramento interviene Atena che salva il cuore di Dioniso e così Zeus riesce a ricomporre le sue membra e viene ristabilita l’unità. La tragedia costituirebbe una rappresentazione di questo simbolismo orfico: racconterebbe la disgregazione dell’unità originaria, il dolore connesso ad essa, e infine la riconciliazione della natura. Il dionisiaco pronuncia un sì alla vita ancora più pieno, poiché lo si dice alla luce del dolore della vita. La forma tragica è una forma aperta, l’idea apollineo del bello viene lacerata, viene incorporata la sofferenza non solo generica, ma anche dell’eroe. Quella tragica è un’armonia più complessa, che incorpora anche il brutto. Quella apollinea è un’armonia apparente. Ma com’è possibile che il brutto e il disarmonico creino armonia? Nietzsche torna a ribadire il principio fondamentale che vita e mondo sono fenomeni estetici, che nella tragedia trova la sua massima espressione:  in tutti i loro motivi trovano completamento questi giudizi estetici, sia negli aspetti più dolorosi sia in quelli più gioiosi, la tragedia è un dire di sì alla vita soprattutto alla luce del dolore e della sofferenza, perché senza questi non si potrebbe arrivare alla vita indistruttibile. La giustificazione estetica trova nella tragedia il suo massimo compimento. Senza passare attraverso la sofferenza e il dolore non si può accedere a quell’ordine superiore dell’unità della natura che è quell’unità indistruttibile. 41 Estetica - Modulo 1 e 2 Solo il mito tragico può persuaderci che persino il brutto e il disarmonico sono un gioco artistico, il mito apollineo non può. La consonanza musicale è quella quando un gruppo di suoni che si presentano contemporaneamente hanno un carattere gradevole, la dissonanza è quanto invece hanno un carattere sgradevole e aspro, ma essa è una risorsa della musica, ci sono dei brani costruiti attraverso brani di dissonanza, qualcosa ci appare bello, è una bellezza segnata da una frattura e da una sgradevolezza. La forma tragica la si può comprendere nei termini della dissonanza musicale, con un paragone con la musica. Nietzsche parla di "supposizione metafisica" -> questa ipotesi indebolisce il pensiero nietzschano - questa supposizione non è un qualcosa di rogoroso Il fatto che la natura sia pervasa dagli istinti artistici - porta Nietzsche a formulare una supposizione metafisica (sul sogno, sulla veglia) - quasi come se la natura avesse bisogno di un'interpretazione Attraverso il neokantiano Lange Nietzsche rivede la iflosofia di Schopenhauer Lange sostiene che la distinzione tra fenomeno è noumeno è una cosa che deriva dal nostro modo di conoscere  Noi conosciamo secondo la nsotra prospettiva - conosciamo il fenomeno (il modo in cui le cose ci appaiono)  La visione materialsitica ci ha ormai allontanato dalla visione metafisica, ci ha permesso di promuore - ma il meccanisicismo non è sostenibile: perché se sostengo che "la realtà è così", vado contro al sistema kantiano/è filosoficamente improponibile ______________________________________________________________________________ LEZIONE 16 (11/11) Capitolo 16 - La nascita della tragedia: ARTE APOLLINEA 42 Estetica - Modulo 1 e 2 Il mutamento, il divenire, porta ad un travaglio -> il dolore però viene santificato Affinché esista il piacere di creare deve esistere anche il tormento della partoriente: questo rimanda alle feste dionisiache ARTE APOLLINEA L'arte apollinea risponde in un modo diverso alla presenza del dolore nella vita rispetto all'arte tragica, in cui esso ne è parte costitutiva  Il dolore viene giustificato nella misura in cui l'individuo scopre di appartenere a qualcosa di più grande rispetto al sorgere e morire della vita individuale  Nietzsche, sucessivamente, afferma che il cristianesimo ha poi gettato fango sulla sfera sessuale, sull'origine della vita TRASVATULARE I VALORI Prendendo le distanze da Aristotele, Nietzsche afferma che la Nascita della tragedia è una trasvalutazione di tutti i valori La trasvalutazione dei valori potrebbe essere un "sostituire i valori con altri" - ma non è quello che intende Nietzsche  Quello che Nietzsche fa nella "Nascita della tragedia" è un pensare non al valore con una base morale, bensì, con BASE ARTISTICA I valori sono eterni/assoluti/valgono incondizionatamente Questa trasvalutazione si pone alla terra: Fratelli, rimanete fedeli alla terra! (C.P.Z.) Ripensare la vita a partire dall'arte significa ripensarla in termini diversi -> non più assoluti Questi valori hanno la capacità di dare forma al caos CRITICA DI NIETZSCHE ALLA NASCITA DELLA TRAGEDIA - AL SUO PENSIERO SCHOPENHAUERIANO E WAGNERIANO 45 Estetica - Modulo 1 e 2 La nascita della tragedia è stato un primo tentativo nella direzione dello trasvalutare i valori - anche se non ha colto nel segno - perché -> Nietzsche rimase legato a Schopenhauer e Wagner - non riusciva ancora a parlare a voce sua L'ipotesi metafisica, nel tentativo di autocritica, di Nietsche evoca sempre un Dio - con la "sola" differenza che il suo Dio è artista A partire da questo Dio artista il mondo è la redenzione in ogni istante A partire dal Dio morale il mondo viene svalutato - è considerato come una dimensione degradata METAFISICA ESTETICA - ESTETICA METAFISICA La metafisica da artisti è una metafisica estetica - mentre non può essere vista come un'estetica metafisica - in quanto ESTETICA METAFISICA  E' una riflessione sull'arte con una base metafisica più alta rispetto all'estetica Una parte di questa metafisica è l'arte - quindi l'arte è una piccola parte dell'insieme della metafisica METAFISICA ESTETICA E' una metafisica che ha una dominante estetica/un carattere estetico L'interezza della metafisica estetica è l'estetica stessa - la metafisica estetica ha un carattere dominante estetico Nietzsche la chiama anche metafisica da artisti La metafisica estetica, per quanto può sembrare una fantasticheria, prima o poi andrà a staccarsi/a porsi al posto dell'estetica metafisica Tutto ciò ritorna in Così Parlò Zarathustra nel capitolo "Di coloro che abitano un mondo dietro il mondo", capitolo nel quale Nietzsche parla dei propri trascorsi 46 Estetica - Modulo 1 e 2 I dietro-mondani gettano la loro illusione al di là dell'uomo, concependo il mondo come un sogno: il creatore del mondo non voleva guardare se stesso e allora ha creato il mondo -> redimersi dall'apparenza Anche Zarathustra ha proiettato la sua illusione al di là dell'uomo - ma questa proiezione è solo una finzione, perché anche questo dio artista è opera e illusione dell'uomo Gli dèi greci, invece, sono creazioni poetiche che santificano la vita CONTRO IL DIO SCHOPENHAUERIANO Il Dio a cui fa riferimento Nietzsche è la metafisica schopenhaueriana: Schopenhauer è un educatore perché consente di aprire uno squarcio dietro l'apparenza Per Nietzsche, però, l'esigenza fondamentale diventa quella di accantonare ogni visione di tipo metafisico - perché è qualcosa di illusorio, che allontana l'uomo dalla terra CONTRO LA RIFORMA WAGNERIANA L'idea wagneriana di ricostruire l'unità della nazione attraverso l'arte e il teatro viene vista da Nietzsche come la sua, di Wagner, riforma della cultura, che doveva sganciare la cultura tedesca alla subordinazione di quella francese  In Nietzsche c'è anche la riconquista di una propria voce solitaria: abbandona ogni velleità di ricostruzione di una comunità e comincia a parlare dello spirito libero, ovvero -> colui che è in grado di liberarsi da tutte le catene, attraverso l'esercizio della filosofia critica Nella Nascita della tragedia c'è un passo (fine cap.23) in cui Nietzsche sostiene che per riuscire ad attribuire un senso al mito è necessario rinunciare allo spirito storico-critico della nostra cultura, che non riesce a riconoscere la portata sovrastorica del mito, la capacità del mito di aprire un varco d'accesso al significato della vita  Il mito ci fornisce l'accesso a una dimensione matafisica: lo spirito critico, invece, ci relega il mito come superstizione Il discorso storico-critico ricostruisce il divenire 47 Estetica - Modulo 1 e 2 E' una storia proiettata in avanti al futuro - questo perché tale modello deve essere utile per il nostro agire STORIA ANTIQUARIA  Ci consente di conservare ciò che nel passato è venerabile  Guarda al passato con amore e lo venera Può essere utile nel nostro presente in quanto ci permette di conservare gli elementi importanti del passato STORIA CRITICA  Ci consente di vivere la nostra vita presente perché in qualche modo ci libera dalla presenza schiacciante del passato perché, in quanto storia critica, lo problematizza  E' una storia che problematizza il passato E' quella storia che che apre diverse possibilità Tutti e tre questi tipi di storia possono essere utili per la vita a condizione che l'uomo sia in grado di valorizzare anche le esperienze non storiche, sovrastoriche L'eperienza sovrastorica è quella chiamata a disegnare un orizzonte Nietzsche vuole confrontarsi con lo spirito storico-critico per mostrare come la storia possa essere utile e non dannosa alla vita Nella Nascita della tragedia la dimensione sovrastorica è il mito e l'arte - nell'arte le cose trovano una loro misura Nietzsche ripensa il metodo storico-critico spingendolo ad esiti sorprendenti (nella Gaia scienza) ______________________________________________________________________________ LEZIONE 18/19 (13/11) Quella della Nascita della tragedia era una metafisica estetica - quello mostrato nella Nascita della tragedia era un Dio, seppur artista 50 Estetica - Modulo 1 e 2  Attraverso l'arte la vita viene affermata -> l'arte è legata alla terra, è una giustificazione estetica del mondo Zarathustra ha guardato al di là dell'uomo (la Nascita della tragedia) - però è un guardare al di là dell'uomo su base estetica -> antichità greca Gli artisti hanno la possibilità di attingere ad una concezione metafisica La Nascita della tragedia indica una direzione al di là della morale "La Nascita della tragedia è stato un tentativo di mostrare l'esistenza al di là del bene e del male" (prefazione N.d.T.) Nietzsche abbraccia lo spirito storico critico - dà ragione alle critiche poste contro la Nascita della Tragedia (Wilamowitz-Moellendorff) e si rinserisce nella tradizione del suo educatore e di Strauss Visione di sinistra hegeliana: Quello che Gesù rappresenta sono una serie di insegnamenti di carattere umano Nietzsche si distacca dalla religione cristiana dopo la lettura del testo di Strauss Prima considerazione inattuale: La prima considerazione inattuale è dedicata a David Strauss (Davis Strauss, uomo di fede e scrittore): in questa prima inattuale c'è una sistematica demolizione della figura di Strauss - perché Strauss faceva parte di quella visione hegeliana che dissolveva la religione a spirito umano (applicava la storia critica alla religione) Dopo la Nascita della Tragedia Nietzsche cerca di riappropriarsi di una parte importante della sua formazione - Nietzsche recupera questa sua formazione i SERVIZIO DIVINO DEI GRECI E' un corso che tiene all'università - sono degli appunti per le lezione in università (1975-1976) Per preparare questo corso Nietzsche legge testi di antropologia culturale e etnologia 51 Estetica - Modulo 1 e 2 Il presupposto della visione spirituale greca è il culto arcaico Capitolo 1 - Servizio divino dei Greci (p.12): La logica di pensiero primitiva, superstizione, trova strada nel presente La superstizione é un survival, qualcosa di appartenente al passato che è vissuto negli anni  Survival: Sopravvivere  Revival: In momenti di crisi, dove predomina l'incertezza, ci può essere un regresso, una ricatuta all'indietro -> delle culture si revitalizzano L'arte ci ha entusiasmato alla vita, ci ha reso la vita qualcosa di desiderabile Il culto arcaico da un presupposto al mito omerico/allo sviluppo della conoscenza - L'arte ormai appartiene al passato L'arte pone l'uomo alla vita, dà interesse all'uomo (Schiller) - però Nietzsche sostiene che l'arte appartiene ormai al passato L'arte va celebrata - ma la celebrazione ha una vena nostalgica, perché si celebra qualcosa di ormai perduto Nell'uomo ci sono dei bisogni che cercano risposte:  I CULTI PRIMITIVI/ARCAICI hanno risposte semplici -> cercano un'utile per condizionare le divinità L'uomo stipula degli accordo con gli spiriti  La RAGIONE SCIENTIFICA trova risposte senza porsi alla superstizione UTILITA' PER LA VITA L'uomo rinuncia alla guerra di tutti contro tutti perché trova conveniente stringere degli accordi Utilità per la vita (concetto importante in Nietzsche): Uno dei modi in cui la fedeltà alla terra prende sostanza è che i concetti vengono valutati, non in riferimento ad una qualche verità oggettiva, ma all'utilità che hanno nella vita Nietzsche fornisce un'interpretazione del cristianesimo come crollo del mondo antico - il cristianesimo ha riuscito a dare risposta al vuoto dato dal crollo del mondo antico 52 Estetica - Modulo 1 e 2  Ciò che è irregolare e straordinario occupa soltanto la fantasia degli uomini non scientifici L'uomo filosofico e lo scienziato si basano su ciò che si ripete  L'uomo filosofico e lo scienziato, comprendendo la regolarità in ciò che si presenta, pone delle leggi che permettono di prevedere i fenomeni 4) REGISTRARE ANALOGIE Si creano reti di associazioni che stringono insieme il mondo/la realtà Il carattere metamorfico del mito: le cose non hanno mai una realtà fissa e stabile -> sono fluide/i confini che le separano non sono netti  Le cose non hanno un'identità fissa 5) IMPULSO LEGATO ALLA PIGRIZIA La pigrizia è più semplice rispetto al fare  Chiedere a divinità/al sovrannaturale è meno faticoso rispetto al cercare una risoluzione del problema Il tema dell'ozio ha attraversato la cultura greca - l'ozio è legato al disprezzo del lavoro manuale Per Aristotele la filosofia era una materia dal carattere "inutile" -> risulta essere contemplativa, ma non utile alla vita di tutti i giorni La filosofia discende da questo impulso alla pigrizia e all'ozio  La filosofia non è mossa dal bisogno  Ci si pone alla filosofia quando ci si stacca dal fare - il fare rallenta il processo filosofico  Nietzsche assegna questa pigrizia al popolo greco MONDO GRECO Aristotele: l'uomo è un animale politico -> come politico intende una forma che è compiuta nella società umana 55 Estetica - Modulo 1 e 2 La forma compiuta nel mondo greco fu la polis  Perseguivano l'immortalità - raggiungere l'iimmortalità vuol dire ruscire a creare un qualcosa che perdura nel tempo In questo senso il perseguire l'immortalità vuol dire toccare le radici stesse dell'essere Mondo greco e schiavitù: Il primo Nietzsche vede la schiavitù come necessaria - la visione di libertà del popolo, del singolo, le vede come perversioni -> questa viene chiamata, da Nietzsche, come civilizzazione MONDO ROMANO Nel mondo romano c'è il concetto dell'imperium - ovvero, l'uniformare il popolo - l'impero non può essere a figura d'uomo L'ordine civile nell'impero deve essere diffuso il più ampiamente possibile  Perseguivano l'eternità Perché si persegue la conoscenza? I Greci dicevano che la conoscenza era fine a se stessa - non ha utilità La filosofia nasce dallo stupore per le cose Capitolo 2 - Servizio divino dei Greci: La natura è abitata da spiriti, da entità (della quale l'uomo prova timore) che hanno una loro volontà autonoma -> la natura come regno del caos, dell'imprevedibilità -> non c'è un ordine  L'uomo sente il bisogno di guadagnarsi il favore di questi esseri (più potenti del'uomo) - questo viene fatto tramite patti, ovvero tramite la sottomissione, tramite le suppliche e le preghiere SERVIZIO DIVINO: L'uomo serve il divino per guadagnare il suo favore La magia viene vista come una forma di costrizione più violenta - si pone all'individuo come un avvantaggiarsi rispetto allo stesso tramite rituali 56 Estetica - Modulo 1 e 2 Attraverso il culto l'uomo stringe dei patti con ciò che è di superiore  L'uomo primitivo tenta di porre alla natura una legalità (patti stretti con le forze superiori) che le è estranea Dio è un'entità superiore di cui l'uomo tenta di ricevere risposta All'uomo la natura deve apparire come il regno della libertà, dell'arbitrio e della potenza superiore - anzi che come uno stadio di umanità superiore L'uomo deve scoprire la legge della natura -> non deve abbandonarsi ad immaginazioni superiori all'uomo La natura è qualcosa di ordinato - Galileo: la natura è un libro scritto in caratteri matematici  Questa visione di Galileo non è il risultato di una dimostrazione -> è un pensiero filsofico che sta alla base di ogni ricerca scientifica in generale  L'uomo è chiamato a scoprire le leggi della natura per conformarsi ad esse - conoscendo il funzionamento della natura si può esercitare un potere sulla stessa Otto nota che questa visione è persuasiva perché risulta essere utilitaristica - e noi ci muoviamo in un orizzonte utilitaristico Otto condurrà una critica radicale (a partire da un altro orizzonte) di questo tipo di spiegazioni p.19 "Il senso del culto religioso è quello di influenzare ed esorcizzare la natura a nostro vantaggio" Due termini chiave: Influenzare ed esorcizzare C'è l'idea di disinnescare la minaccia costituita da queste forze superiori, dall'ignoto "vale a dire, di imprimerle una legalità che di per sé non possiede; mentre oggi si vuole conoscere la legalità della natura per potervisi confermare" ______________________________________________________________________________ LEZIONE 20 (18/11) 57 Estetica - Modulo 1 e 2 HEGEL ...questa concezione giunge fino ad Hegel, che sostiene che Platone utiizza ancora il mito poiché i suoi concetti sono ancora troppo acerbi -> vedendo così il mito come un qualcosa che non ha raggiunto la determinazione concettuale Hegel riconosce che Platone è "sulla soglia", ma necessita ancora dei miti  Il mito ha funzione pedagogica nell'umanità, ma dura fino a quando il pensiero dell'uomo si fa libero e autonomo, poi, svanisce Questa visione di Hegel ci fa comprendere che in Platone, la scelta dei miti e dei dialoghi per esprimere i suoi concetti filosofici, pone una separazione tra parola, forma e concetto Il pensiero non può darsi se non in una determinata forma - Platone infatti ricorreva ai miti poiché non poteva spiegare altrimenti i suoi concetti (perché il concetto non era sufficientemente maturo per porsi in forma pura) Il logos dunque supera il discorso mitico - ma se poi ripensiamo il mito esso si presenta come una spiegazione insoddisfacente WALTER F. OTTO Per Otto invece, nel ripensare al mito, ripensiamo anche alla filosofia, proprio perché essa si è definita in contrapposizione al mito Ripensare il mito significa mettere in discussione l'auto-determinazione della filosofia Otto introduce la figura fondamentale di Nietzsche: Dioniso Dioniso è un Dio che, pur essendo una divinità greca, sta ai margini dell'Olimpo - ha una collocazione di confine rispetto alle altre divinità Dioniso: mito e culto - 1933 Gli dèi della Grecia - 1929 Otto ha deciso di non includere Dioniso nella sua opera "Gli dèi della Grecia" Omero consoceva la figura di Dioniso e l'ha intenzionalmente escluso dal proprio orizzonte 60 Estetica - Modulo 1 e 2 La prima parte del testo "Dioniso" tratta del culto e del mito del dio - e si apre con una discussione sul modo in cui due scuole concepiscono la religione greca:  La prima è quella ETNOLOGICA Concepisce la religione greca in termini evoluzionistici Ci sono delle tappe progressive  La seconda è quella FILOLOGICA La scuola filologica tenta di far sorgere la specificità e la singolarità di ogni esperienza Il fatto che Otto lesse "Il servizio divino dei Greci" è questione dubbia (A partire dal 1933 Otto viene chiamato a far parte dell'archivio di Nietzsche - quidni Otto aveva accesso ai materiali inediti di Nietzsche - ma non è detto che lesse "Il servizio divino dei Greci") Otto si cimenta con la prospettiva ETNOLOGICA, la teoria evoluzionistica e comparativa Otto si domanda: "Come spiega questa scuola la fioritura spirituale greca?"  La spiega in termini evoluzionistici Si chiede anche quale sia il punto di partenza di queste tappe: si tratta di divinità arcaiche e primitive, le divinità della vegetazione, collegate alla fioritura, ecc? Otto fa notare come il modo in cui la scuola etnologica concepisce le divinità primitive sia l'espressione dei bisogni umani  Il concetto astratto di un bisogno viene divinizzato; questa è la ricostruzione che viene fatta dell'esperienza primitiva del divino L'uomo in questa ricostruzione aveva certi bisogni, a partire dal concetto di questo bisogni poi crea le divinitá (primitive) Gli dei olimpici sarebbero dunque un'evoluzione a partire da queste divinità primitive  Come risultato dell'arricchimento e dell'evoluzione dunque abbiamo la fioritura spirituale greca, gli dei omerici, che hanno alla base le divinità primitive Otto fa notare che questo tipo di ricostruzione presenta un limite al quale tenta di rispondere la scuola filologica  La SCUOLA FILOLOGICA obbietta, in particolare al carattere comparativo di questa prospettiva (se ogni civilità segue lo stesso percorso si perdono tutte le specificità) 61 Estetica - Modulo 1 e 2 La scuola filologica tenta di far sorgere la specificità e la singolarità di ogni esperienza Citando WIlamowitz, in un suo testo intolato "La fede e le credenze dei Greci", scriveva: "bisogna concentrarsi su ciò che è greco e ciò che è greco spiegarlo grecamente"  E' una formula che esorta a far emergere la singolarità tipica della cultura greca C'è un grande "ma": la scuola filologica tenta di distinguersi, ma le due scuole in realtà si muovono all'interno dello stesso orizzonte concettuale, ossia -> la prospettiva evoluzionistica Otto fa un esempio: cita il modo in cui Wilamowitz, nel suo testo, caratterizza la figura di Ermes (p.13 Dioniso):  La spiegazione che fornisce Wilamowitz della genesi di questa figura divina è evoluzionistica, poiché all'inziio Ermes è la "potenza necessaria a portar soccorso", priva di tratti caratteristici Ermes avrà una grande complessità solo nel mondo omerico La complessità si aggiunge col tempo all'utile iniziale - ovvero -> al bisogno umano che trova una corrispondenza divina Si comincia a denotare la critica di Otto alle spiegazioni evoluzionistiche: la divinità elementare che noi collochiamo all'origine e da cui sono derivate la altre divinità complesse, nasce da concetti astratti che si crea l'uomo Il concetto astratto è un nulla -> qualcosa che non ha sostanza, mentre la divinità è qualcosa che l'uomo deve incontrare concreatamente: è qualcosa di sostanziale Nella prospettiva evoluzionistica, la divinità è ridotta a un nulla, poiché è solo la divinizzazione di un concetto astratto: per quuesto la concezione evoluzionistica è insoddisfacente -> essa non parte dalla vita, ma da qualcosa di morto, cioè dall'astrazione concettuale ______________________________________________________________________________ LEZIONE 21 (25/11) Tanto chi è un credente e chi non lo è, ovvero chi è ateo, vede il divino in una specifica configurazione dell'esperienza monoteistica (cristiana) Otto si allontana da due visioni del culto divino: non c'è né l'assoluta verità da una parte, né la dissoluzione di una delle due visioni 62 Estetica - Modulo 1 e 2 La nascita di Dioniso è sia umana che divina - Dioniso sarebbe nato da una mortale, anche se poi è nato da Zeus Qui sorge la duplicità del dio - Per Otto Dioniso è il simbolo della duplicità - questo vuol dire che Dioniso dà forma a tutto ciò che è duplice Nel mito greco ci sono uomini elevati a grado divino: Ercole ad esempio - che si è talmente avvicinato agli dei fino a meritarsi l'assunzione in cielo Dioniso non è paragonabile a queste figure -> Dioniso è nato da Zeus -> è una divinità nel senso pieno della parola In Dioniso alla gioia si accompagna sempre il dolore, alla vita sempre la morte -> Dioniso dà voce alla duplicità della vita Capitolo 6 - Dioniso: La maschera è un simbolo fondamentale di Dioniso Dioniso è presente in alcuni miti come maschera Le grandi dionisie: rappresentazioni teatrali tragiche greche La tragedia diventa uno stato estetico, una messa in scena, una rappresentazione La tragedia vista come rappresentazione ha il ruolo di affrancarsi dall'esperienza religiosa  Gli attori che indossavano maschere nelle tragedie non erano maschere teatrali -> erano rappresentazioni del dio, di Dioniso Dioniso è presente nella maschera in quanto la maschera è un attributo delle divinità arcaiche - in quanto le divnità arcaiche sono caratterizzate dalla loro irruzione, da una presenza immediata e travolgente (sangue, legami familiari, terra) - sono divinità che si impongono, che travolgono la vita umana  Gli dei olimpici differentemente stanno in un regno di luce e di chiarezza, di splendore Gli dei olimpici sono divinità dell'azione spirituale a distanza - differentemente da quelle arcaiche, che sono divinità di una immediatezza travolgente -> questo è raffigurato dalla maschera 65 Estetica - Modulo 1 e 2  La maschera è caratterizzata dalla sua frontalità Nella sua frontalità la maschera ci inchioda dal suo sguardo - non possiamo sottrarci allo sguardo della maschera Otto cita una testimonianza archeologica importante: Il vaso Francois  Questo vaso risale al 570 a.C. -> risale alla Grecia arcaica di cui si occupa Nietzsche, della Grecia del mito, della nascita della filosofia e delle rappresentazioni tragiche  Questo vaso rappresenta la scena delle nozze di Peleo e di Teti Si vede il corteo, nel quale ci sono molte divinità che vanno alle nozze: Dioniso fa parte di questo corteo e si differenzia dalle altre divinità CARATTERI FONDAMENTALI DELLA MASCHERA: FRONTALITA' Dioniso guarda in faccia chi osserva la raffigurazione/di fronte -> La maschera è importante per la sua frontalità Proprio perché un'attributo era la maschera, l'uomo ha poi potuto prendere le maschere e indossarle prorpio perché il dio era lì presente nel momento - L'uomo può impersonare il Dio, perché il dio è insieme all'uomo MASCHERA COME SUPERFICE La maschera è pura superficie, puro incontro -> è un pieno e, allo stesso tempo, un vuoto (superficie concava e convessa) - sulla superficie della maschera si mostra il pieno e il vuoto, quindi la dualità di Dioniso 66 Estetica - Modulo 1 e 2  Nella frontalità della maschera l'immediatezza della presenza si dà come un tutt'uno con l'assenza L'irruzione del dio è fulminea - il dio si presenta inaspettatamente e sempre inaspettatamente si ritira La divinità porta con sé una dismisura, un eccesso, che non può essere assimilato -> quindi quando si presenta se ne va La fulmineità di Dioniso raffigura l'imprevedibilità di Dioniso -> Dioniso è un dio imprevedibile - l'irruzione di Dioniso non è controllabile fino al punto che anche il suo assentarsi risulta imprevedibile  Il presentarsi e l'assentarsi sono lati della stessa medaglia -> duplicità del dio - la presenza è un tutt'uno con l'assenza Dioniso è il dio che dà voce alla duplicità dell'essere - si discosta dagli dei olimpici perché loro testimoniano un qualcosa d'altro: danno forma al regno dello spirito La natura colta nel suo versante più spirituale: nel suo articolarsi in forme definite - queste forme, dirà Otto, si confrontano sempre e costantemente con lo sfondo da cui provengono, ovvero, dà ciò che dà voce Dioniso con la sua duplicità -> la divnità della contraddizione ______________________________________________________________________________ LEZIONE 22 (26/11) Dioniso appartiene al contesto dell'orizzonte olimpico - seppur si trova al confine, rappresenta qualcosa che l'ordine olimpico ha superato ma che continua a sussistere Capitolo 7 - Dioniso: Otto pone la dulicità di Dioniso : "Questo è il fragore, col suo eguale e contrario, la pace mortale (il silenzio)" L'evento fragoroso del dio era testimoniato dal fatto che nei cortei dionisiaci si faceva rumore con strumenti squillanti "Ebbro fragore": è la traccia sonora del dio che fa irruzione, che fa irruzione sconvolgendo 67 Estetica - Modulo 1 e 2 In tutto ciò alla base troviamo la soggettività (dell'artista, del poeta) Il poeta, facendo solamente da medium, risulta non cercare un'originalità Oltre alla mania dionisiaca c'è anche quella mosaica - Seppur diverse, sono tutte e due manie  Mania mosaica: mania nella sua forma più squisitamente olimpica - porta ad una maggior conoscenza -> porta a conoscere le cose al vertice della loro spiritualità TEOPHANIA E' una sorta di testamento spirituale di Otto Questo testo si conclude con un paragrafo dedicato all'alleanza tra Dioniso e Apollo Otto afferma, a fine libro, nel capitolo "L'alleanza tra Dioniso e Apollo come simbolo della religione greca" che:  Il regno d'Apollo è il regno che ha a che fare con la luce, con la bellezza, lo splendore -> è il regno dello spirito  Questo regno si contrappone al dominio del divenire e dello sparire, del cambiamento, del trasformarsi degli opposti l'uno nell'altro -> il regno di Dioniso Il regno delle forme di Apollo cerca il regno del cambiamento di Dioniso e il contrario -> questo perché l'uno non può fare a meno dell'altro - Si tratta di una reciproca attrazione  Si cercano l'uno con l'altro in quanto l'esperienza della trasformazione e del divenire è qualcosa che ha bisogno dell'individualità, della forma  L'alleanza di Dioniso e di Apollo è il simbolo della religione greca -> Dioniso e Apollo sono legati da un "vincolo eterno" Nell'esperienza dionisiaca l'essere e il non essere si alternano Il regno delle forme (apollinee) è attratto da Dioniso perché avverte che ai limiti di queste forme risuona la profondità da cui sono sorte  Il contrasto accordo tra Apollo e Dioniso è la sostanza e la legge ultima del mondo Il sorgere dell'incontro delle due figure divine i Greci fanno l'esperienza più piena dalla loro esistenza 70 Estetica - Modulo 1 e 2 Teofania: Manifestazione sensibile delle divinità DISCORSO DI OTTO: Il discorso di Otto si muove su due piani: 1) Un piano più ampio e generale sull'esperienza del divino nelle sue varie forme 2) Un piano più ristretto -> su di una determinata collocazione storica della teophania -> la teofania greca Otto si sta occupando delle religioni, ma questo è problematico in un contesto filosofico  Il fondamento della religione monoteistica è la fede -> è un elemento strutturale in quanto il Dio monoteista è esterno all'uomo La fede è follia - Credo in quanto è assurdo (San Paolo)  Teologia razionale: il meccanismo del mondo è ordinato da Dio - credo per comprendere e comprendo per credere (Sant'Agostino) Differenza tra il Dio dei filosofi e Dio dei teologi: FILOSOFI  Ci dev'essere un artigiano che ha creato il mondo  Si cerca di comprendere il principio dell'ordine del mondo  Ragione per la comprensione di Dio TEOLOGI  Il punto di partenza del teologo sono le scritture, a cui il teologo si pone con fede  I teologi incominciano da un dato di fatto proveniente da un atto di fede Il lavoro che Otto vuole fare è di tipo FILOSOFICO 71 Estetica - Modulo 1 e 2  Il compito della filosofia è quella di fermarsi su presupposti per indagare i fondamenti Otto comincia da un'indagine dell'esperienza del divino  L'esperienza di Otto rappresenta il divino come fenomeno originario Otto: Noi possiamo tentare di spiegare, di organizzare, il nostro mondo solo se abbiamo un mondo - ma questo mondo come si dispiega? Come sorge?  Il discorso argomentativo, dimostrativo e razionale è qualcosa che può prendere piede solo a partire una originaria esperienza del mondo, dalla teofania NASCITA DELLA RAGIONE: Otto, in base a questi elementi, tenta di far emergere come la nascita della ragione non sia dimostrabile, come la ragione non possa essere autofondativa - perché ogni spiegazione si basa sul concetto di ragione  La ragione affonda le sue radici su qualcosa - sulla teofania, sul mito Otto da qua parte per ripensare la ragione e la sua dimostrabilità Il discorso di Otto non è riducibile ad un atto di fede di ambito monoteistico Il rapporto tra ragione e fede è lontano da Otto - Otto si muove al di fuori di questa contrapposizione -> anticipa questa contrapposizione:  Che si pone in un dato e preciso contesto  Otto non si muove in questa cornice, fa un passo indietro Otto si pone il problema filosofico di capire da quale terreno il logos nasce e da quale terreno il logos si nutre Heidegger: La parola religione è una parola latina/romana -> pensa lui: questa parola è applicabile all'esperienza Greca? No, non è applicabile  Quando parliamo di esperienza del divino in Grecia, non dovremmo chiamarla religione Due sono le possibili spiegazioni della parola "religione":  Religione: rileggere - vuol dire prestare attenzione a ciò che è oggetto di una rilettura 72 Estetica - Modulo 1 e 2 "Se i cavalli e i buoi avessero le mani e potessero disegnare rapresentereebbero i loro dei ini forma equina e bovina" In questa massima esprime una critica nei confronti del politeismo greco PRECEDENZA DIVINO-UOMO: "E' il divino che originariamente si è manifestato all'uomo"  Otto sostiene che l'immagine del dio non è qualcosa che nasce dall'immagine che l'uomo ha di se stesso -> dice invece che è il divino che si è manifestato all'uomo -> Il divino non è qualcosa di derivato  Il divino per Otto è AUTOMANIFESTATIVO -> si manifesta a partire da se stesso Non è l'immagine dell'uomo a precedere l'immagine del divino - ma è l'immagine del divino che precede quella dell'uomo - Grazie alla figura divina l'uomo può conoscere la propria figura Il cuore della cultura, il punto di partenza della cultura è l'esperienza del divino - che consente di far emergere ciò che noi chiamiamo "stile di vita"  L'esperienza del dio struttura la nostra esperienza L'uomo che non sa porsi ad una serie di criticità cerca risposte -> si abbandona ad ogni appoggio (religioni, guru, ideologie) L'uomo abbandonato crea immagini attraverso le quali si evade dalla realtà Questi caratteri psichici per Otto sono improduttivi in quanto producono degli inganni, delle illusioni, delle falsificazioni - l'uomo per superare l'angoscia si abbandona a false speranze Per Otto la teofania è ciò sta alla base della realtà - quello che è massimamente improduttivo invece è la rappresentazione illusoria che determina un'evasione dalla realtà "E' insensato:  Voler far risalire quel che vi è di massimamente produttivo a quel che è improduttivo 75 Estetica - Modulo 1 e 2  Voler ricondurre a processi dell'intelletto le idee viventi  Il riportare al senso utilitario la conoscienza di quella sostanzialità che sola e per prima diede sfondo e indirizzo ad ogni attività ordinata ad un fine" Ogni attività ordinata ad un fine (la ragione strumetale) prende piede solo sulla base di qualcos'altro -> "di una sostanzialità che sola e per prima diede sfondo e indirizzo ad ogni attività ordinata ad un fine" L'incontro con le figure divine è ciò che rende possibile il pensiero razionale - è il terreno su cui il pensiero razionale poggia i piedi A partire dalla considerazione che "E' il divino che originariamente si è manifestato all'uomo" giungiamo al sottotitolo de "Gli dèi della Grecia": L'immagine del divino nello specchio dello spirito greco  Una certa figura del divino si specchia ad una certa esperienza spirituale In un passo de "Gli dèi della Grecia" si pone un problema centrale: Quale ordine di precedenza possiamo stabilire tra l'immagine della divinità e la coscienza/autocoscienza dell'uomo? VISIONE DI SENOFANE E DI FEUERBACH:  L'idea di Senofane e di Feuerbach è che la coscienza viene prima dell'uomo - l'uomo conosce se stesso e a partire da ciò immagina la divinità VISIONE MONOTEISTA: La visione monosteista pone prima Dio e poi la nascita della coscienza umana VISIONE DI OTTO:  Il presentarsi della figura del dio permette il sorgere della coscienza - ma Otto aggiunge che sarebbe fuorviante anche concepire le cose cose in questo modo -> in quanto non si può concepire una precedenza tra le due cose 76 Estetica - Modulo 1 e 2  L'immagine del divino sorge nel cuore dell'esperienza insieme alla coscienza e all'autocoscienza dell'uomo - Quindi per Otto è un tutt'uno il sorgere della coscienza e della divinità La visione di Otto non è comparabile all'esperienza monoteistica o alla visione metafisica classica  La visione di Otto è chiarificatrice perché risolve il problema dell'immaginazione divina confutandola  Tuttavia è insieme fuorviante perché l'immagine divina è qualcosa che emerge nel cuore dell'esperienza ______________________________________________________________________________ LEZIONE 25 (03/12) DIVINO IN OTTO: DIVINO SENSIBILE: Otto parla del divino come ciò che è più reale, come sostanzialità  Queste essenze della natura stanno alla base della nostra esperienza - però -> Il fondamento su cui poggiano le divinità, dal punto di vista di Otto, non è metafisico -> è sensibile La teofania per Otto è centrale nell'uomo - Quest'esperienza col divino risulta essere un'esperienza col vivente - quindi -> non è qualcosa che si da al di là della realtà, ma è insita nella stessa Otto cita Holderlin, parafrasando: "Pieno di merito, ma poeticamente, abita l'uomo su questa terra."  Il merito è legato alla quantificazione - l'uomo riesce a fare delle cose  Questo abitare poetico dell'uomo si differenzia dall'orizzonte del merito - questo abitare poetico precede l'utilitarismo Otto riprende questo verso e lo parafrasa: "Pieno di merito, ma miticamente, abita l'uomo su questa terra" IL PROBLEMA DELL'INDIVIDUO: Otto pone il problema dell'individuo - Chi è il soggetto?  Per Otto l'immagine dell'uomo sorge con l'esperienza del divino 77 Estetica - Modulo 1 e 2 Otto si è misurato con le rappresentazioni evoluzionistiche del suo tempo - che erano emerse da Edward Taylor Confrontandosi con questo orizzonte di riferimento Otto fa una svolta incontrando Frobenius Frobenius è un etnologo che lavora su concetti che si allontanano dall'etnologia del suo tempo  Frobenius si era appassionato alla cultura africana e aveva incominciato a raccogliere vari studi e saggi sull'Africa -> con tutti questi materiali fondò l'"archivio Africa a Berlino"  Frobenius inizia così i suoi studi in Africa sul campo (12 spedizioni) - dove raccoglie varie documentazioni sull'Africa  Inzio anni 20' (Monaco) - Avendo messo insieme tutti questi documenti sull'Africa fondò l'"istituto di ricerca per la morfologia culturale" 1921 - Scrive una delle sue opere fondamentali: Paideuma Paideuma: Questo termine viene usato da Frobenius al posto di "civiltà"  Dai lineamenti con la cultura africana Frobenius ha iniziato un pensiero generale filosofico sull'umanità Attraverso una rete di amicizie Otto entra in contatto con Frobenius  1925 - Forbenius, grazie ad Otto, riesce a fondare un nuovo "Istituto di ricerca per la morfologia culturale" a Francoforte Frobenius instaura una nuova dottrina: la KULTURKREISLEHRE (dottrina dei cerchi culturali) L'idea prevalente all'epoca era quella dell'etnologia evoluzionistica comparativa - nell'evoluzione dei vari popoli c'è un passaggio comune all'interno di tappe definite ADOLF BASTIAN: ELEMENTAR GEDANKE - PENSIERO ELEMENTARE Instaura l'"ELEMENTAR GEDANKE" - Che prevede che: L'uomo ha una costituizione tale da prevedere la presenza di pensieri elementari, attraverso i quali l'uomo si spiega la realtà in cui si trova Questi pensieri elementari quindi si ripresentano in ogni cultura umana, in quanto sempre si parla di uomo in quanto tale  A questo concetto Jung baserà il suo pensiero sugli archetipi FRIEDRICH RATZEL: DIFFUSIONISMO 80 Estetica - Modulo 1 e 2 Verso la fine dell'800' inziia a prendere piede un'altra visione concorrente - il cui esponente pricnipale è Friedrich Ratzel  Ratzel ha fatto uno studio sulla diffusione dell'arco e della freccia L'arco e le frecce in Africa sono caratteristicamente uguali ad altri archi e frecce ritrovati in zone lontane e diverse dall'Africa Il pensiero di Raztel si chiama DIFFUSIONISMO:  Idea per cui gli elementi comuni ritrovati in due zone non si spiegano per le caratteristiche dell'uomo, come invece pensavano gli evoluzionisti  Il pensiero di una serie di analogie sono da spiegarsi mediante contatti/ influenze reciproche/ scambi LEO FROBENIUS: KULTURKREISLEHRE - DOTTRINA DEI CIRCOLI CULTURALI Partendo dal diffusionismo di Ratzel Frobenius inizia la dottrina dei circoli culturali  E' una dottrina un po' più definita del diffusionismo di Ratzel  A partire dal centro di diffusione di una certa cultura si creano una serie di cerchi in cui questi elementi vanno a ripresentandosi in modi diversi a seconda delle interazioni con altre culture/popoli  Quindi, le zone di sovrapposizione sono relative a più culture Questo approccio porta Frobenius alla morfologia culturale: alla KULTURMORFOLOGIE Visione con cui Frobenius tenta di ripensare quella che era stata la sua KULTURKREISLEHRE  La cultura di un popolo diventa una sommatoria degli elementi ottenuti dalla Kulturkreislehre -> questa è una rappresentazione meccanicistica La morfologia culturale non tenta di cogliere le vie dei vari popoli - Per riuscire a capire le singole manifestazioni di un popolo, bisogna comprendere l'immagine del mondo (Weltbild) - per riuscire a capire le singole manifestazioni culturali di un popolo bisogna comprendere l'immagine del mondo - senza comprendere l'immagine del mondo i singoli elementi rimangono nascosti La morfologia culturale, rispetto alla Kulturkreislehre, sostiene che bisogna comprendere la forma complessiva per poi comprendere le singole manifestazioni/parti -> solo così si può comprendere a pieno la singola manifestazione 81 Estetica - Modulo 1 e 2  La morfologia culturale presenta una visione organicistica Frobenius, col suo pensiero, si distacca dalla visione dell'inizio del 900' ______________________________________________________________________________ LEZIONE 26 (04/12) MECCANISMO - ORGANISMO: MECCANISMO: Il meccanismo può essere concepito come una somma tra le parti ORGANISMO: Il tutto è superiore alla somma delle parti  Le parti dell'organismo non possono essere viste esterne all'organismo stesso - nel meccanismo le parti rimangono le stesse anche se non facenti parte dell'organismo Goethe: come spiegare gli organismi vegetali? Possiamo spiegarli solo a partire dalla "pianta originaria", che è l'idea a partirie dalla quale gli altri organismi si sono dati  Il singolo organismo esiste a partire da un qualcosa di originario La natura, intesa come un organismo, deve essere spiegata in base a questo sistema organico che ha alla base la forma - questa visione può essere detta "spirituale"  La visione meccancistica non riesce a spiegare questo tutto (è una spiegazione riduttiva), non riesce a spiegare l'organicità La civiltà per Frobenius è un organismo Per Frobenius l'organismo, ovvero, la civiltà, non è prodotta dall'uomo bensì vive insieme all'uomo e accanto all'uomo  Gli uomin sono dei funzionari di questo sistema, dell'intero organismo  L'uomo non è un'entità predeterminata, ma l'immagine dell'uomo è da darsi all'organismo che è la civiltà Per Frobenius la civiltà va compresa morfologicamente - questa visione, che consiste nella comprensione della forma - la applica anche Otto  Le civiltà quindi vanno comprese a partire dalla forma L'immagine del mondo è ciò che consente di maturare uno stile di vita, che consente il maturare delle cose 82 Estetica - Modulo 1 e 2 Il rapporto utilitaristico-meccanicistico non è un accesso - è una fase che pone a noi i fatti  Questo approccio appartiene ad una fase che appartiene ad altre fasi e che è organicamente connessa ad altre fasi che la sostanziano Dopo la morte di Frobenius, Jensen divenne il continuatore del pensiero del maestro  Otto ha trovato in Frobenius un etnologo che ha sviluppato una filosofia della civiltà nel contesto della quale la civiltà viene spiegata a partire dalla forza creativa (paideuma)  La spiegazione meccanicista emerge perché, per Frobenius, costituisce una fase ______________________________________________________________________________ LEZIONE 27 (09/12) Visione deterministica geografica: si determinano le diverse culture del mondo geograficamente Per Otto queste visioni sono inapplicabili - perché non tengono conto del fenomeno creatore L'esperienza spirituale dell'uomo sta alla base del fenomeno creatore - che non si presta a spiegazioni deterministiche Il fenomeno creatore è l'incontro col divino - non è una produzione dell'uomo  Questa visione sublime consiste nella comprensione che l'uomo ha di essere parte di un tutto L'uomo fa parte di questo tutto, della physis - la sua esperienza spirituale è legata inzialmente alla parola Quello che l'uomo incontra nell'esperienza col divino ha a che fare col cosmos, con la physis -> il sublime è questo qualcosa di più grande A partire da questo sublime l'uomo decide ciò che è più profondo, intenso e centrale nella vita dell'uomo  Per Otto non valgono le contrapposizioni a cui facciamo riferimento noi, ad esempio: uomo/natura, soggetto/oggetto  Per Otto la radice della civiltà sta proprio nell'incontro col divino Kant e Schopenauer sono i filosofi su cui Nietzsche, in maniera originale, basa la sua filosofia - Nietzsche rivede Kant e lo estremizza 85 Estetica - Modulo 1 e 2  La visione di Otto è sconnessa all'orizzonte del soggetto umano - mentre - Nietzsche lo pone alla base della sua filosofia (seppur in maniera originale - giunge a dissolvere il soggetto umano)  Otto contesta a Nietzsche di aver pensato di scardinare la visione dei greci secondo una prospettiva moderna _____________________________________________________________________________________ "Ma perché l'uomo della civilizzazione nel corso del suo sviluppo, perde sempre più il mito (ed in tal mondo, come chiunque può vedere, se stesso)?" Tratto da un saggio di Otto: Il mito - il mito e la parola (p.33/34) (p.127: libro Cattaneo): Com'è folle [...] rigorosa!  Otto critica la visione evoluzionista - all'inizio c'era una goffagine iniziale, l'uomo inzia a comprendere in modo grossolano, fino a giungere ad una meta (scienza moderna)  Pare, all'uomo moderno, evidente tale visione Il mito [...] nell'eterno Otto ci sta chiedendo quale sia l'elemento che ha permesso all'uomo di maturare La visione evoluzionistica è una visione genetica: da una fase all'altra si comprende il fenomeno  Questa visione è persuasiva perché ci mostra il succedersi del fenomeno  La spiegazione genetica è possibile solo a partire da un presupposto, ovvero: comprendere quale/cosa sia il fenomeno compiuto  Questa visione risulta corretta solamente quando si ha chiaro il fenomeno stesso - a partire dalla risposta che si dà si può dare una risoluzione al problema Bisogna aver ormai risposto alle domande "cos'è la religione?" cos'è la scienza?" per poi comprendere l'intero fenomeno Per Otto questa visione incomincia dalla meta (è retrospettiva)  Secondo Otto il mito diventa estraneo all'uomo perché l'uomo non incontra più l'essere delle cose -> la NATURA ORIGINARIA:  Orignaria per l'uomo moderno: la natura a cui fa riferimento non è la natura a cui siamo abituati a rappresentare noi -> natura come riserva di cose per l'uomo  Originaria per Otto: il dischiudersi della natura originale al di fuori di qualsiasi approccio originale 86 Estetica - Modulo 1 e 2 Fenomenologica goethiana: tenta di concepire la natura in quanto fenomeno - a partire dal suo manifestarsi/dal suo rendersi visibile: "Non bisogna cercare niente dentro ai fenomeni perché essi stessi sono l'insegnamento" Perché i fenomeni dovrebbero avere un insegnamento intrinseco a se stessi? Bisogna resistere alla tendenza di cercare dietro ai fenomeni/di scavalcare i fenomeni  Se si riesce a contrastare tale tendenza si scopre in cosa consista questa visione fenomenica  Il fenomeno di cui parla Goethe si tende ad ignorarlo perché si tende a scavalcarlo - perché si tenta di indagare dietro ai fenomeni intesi come l'apparenza/l'illusione Riuscire a soffermarsi sul fenomeno ci permette di comprenderlo  Questo soffermarsi necessita di uno studio/di un percorso Cosa sono per Goethe questi fenomeni? Il fenomeno di cui parla Goethe è quello per cui le cose ci si presentano in un modo tale che non ci sia più distinzione tra noi e il cosmo Il fenomeno di cui parla Goethe: Per riconoscere l'uomo come soggetto e del mondo come oggetto, bisogna discuidere tutto ciò - noi viviamo in una visione di manifestazione  Dietro questo fenomeno non si deve cercare niente - perché -> dietro a questo fenomeno non c'è niente I fenomeni sono essi stessi l'insegnamento  Quando Otto parla di natura orignaria, Otto ha come base Goehte e la visione greca La fisica newtoniana interviene in seconda battuta - solo dopo la visione del fenomeno originario L'intera [...] sperata  Questa esperienza/dimensione di esperienza che abbiamo - chiamato natura originaria diventa inaccessibile - perché prevalgono altre esperienze L'uomo [...] inventività  Pretendendo di incontrare solo se stesso l'uomo non incontra più la natura originaria - l'uomo ormai incotra solo se stesso Dopo Cartesio: 87 Estetica - Modulo 1 e 2 Ciò che è Dioniso o lo si capisce solo a partire dagli olimpici Ciò che sono gli olimpici lo si capisce a partire da Dioniso  Se così non fosse queste figure risulterebbero schemi/astrazioni Le Divinità greche rimangono figure viventi solo a partire dalla tensione con Dioniso -> questo per Otto è ciò che ha reso possibile la religione greca Viceversa, Dioniso non si riduce ad un principio distruttore in quanto contrapposto e legato all'apollineo "Il mito e il culto" è una rammemorazione legata all'esperienza umana col Divino  Rammemorando l'incontro col Divino lo si fa essere di nuovo (il Divino) - con ciò tutta la nostra esperienza viene riportata a questo orizzonte a cui appartiene VISIONE DELLA MORTE PER OTTO: La morte è una dimensione costitutiva della vita dalla quale concepiamo la vita stessa - è un orizzonte di interrogazione  La morte potremmo definirla "il rimosso per eccellenza" Se concepiamo il nostro spirito come un qualcosa di afferrabile è chiaro che l'uomo è destinato ad essere sostituito da una sua versione migliorata - perché il corpo è un limite e una visione di un essere senza corpo sarebbe una visione di un essere infinito/immortale - proprio perché il corpo è legato alla mortalità Il tansumanesimo cerca di porre ciò che è l'uomo in uno stato di immortalità -> copiare la mente umana per rendere l'uomo immortale è una possibile idea di questo pensiero PERCEZIONE - OGGETTIVITA': Il soggetto fa delle rappresentazioni del mondo - La qualità della cose sono relative alle nostre percezioni Nell'empirismo inglese si ragionava riguardo alle: QUALITA' PRIMARIE:  Le qualità primarie risultano quantificabili e calcolabili -> sono quindi oggettive QUALITA' SECONDARIE 90 Estetica - Modulo 1 e 2  Le qualità secondarie sono legate alla nostra percezione CIò che è calcolabile e quantificabile (qualità primarie) risulta certo Il soggetto, come una macchina, raccoglie informazioni Su cosa si basa questa raccolta di informazioni a partire dal soggetto rappresentante?  Il pensiero tenta di farsi carico dell'esperienza nella sua interezza, a partire dal suo sorgere - questo è un pensiero che tenta di farsi carico di se stesso - non, dall'altra parte, la raccolta di informazioni  Queste informazioni sono ciò che chiamiamo "dati di fatto"  Si avverte quando c'è un pensiero all'opera quando questo dato di fatto viene messo in discussione a partire dai suoi presupposti/dalle sue radici RIFLESSIONE SULLA CIBERNETICA:  La cibernetica sii basa sul principio del feedback (risposta autonoma ad un comando) Norbert Wiener sostiene che il comprendimento umano si basa su questo principio del feedback - l'apprendimento umano consiste nel monitoraggio di dati  La macchina quindi funziona allo stesso modo in cui funziona l'uomo  La macchina potrà potenziarsi fino a superare l'uomo  La velocità di calcolo delle informazioni è ormai più alta rispetto a quella umano Quello che Otto chiama "spirito", "Divino", "esperienza del divino", è impossibile da calcolare, non può essere basato su calcoli  Heidegger: "Dimmi cosa pensi dell tradurre e ti dirò chi sei" -> il linguaggio serve per trasmettere emozioni, per la comprensione di noi stessi - questa frase si potrebbe riformlare in "Dimmi cosa pensi dell'apprendimento e ti dirò chi sei"  Ernst Junger (saggio"sul dolore"): "Dimmi cosa pensi del dolore e ti dirò chi sei" Potremmo, parlando della morte: "Dimmi cosa pensi della morte e ti dirò chi sei" Tratto da un saggio di Otto: Il mito - il mito e la parola (p.33/34) (p.127: libro Cattaneo): 91 Estetica - Modulo 1 e 2 "Per porsi [...] più radicale."  Otto vede in maniera contraria la visione moderna dell'antropomorfismo Otto chiama in causa il carattere antropomorfico degli dei greci - che sostiene che gli dei imitano i comportamenti degli uomini Antropomorfismo degli dei: l'uomo proietta se stesso sulla divinità VISIONE CONTRAPPOSTA DI OTTO RIGUARDO ALL'ANTROPOMORFISMO: Nella scienza e nella tecnica moderna c'è un approccio antropomorfico radicale - tanto più di quanto gli stessi moderni vedevano gli dei greci- l'uomo rappresenta la natura a modo suo -> la natura è, per l'uomo, una rappresentazione che se stesso fa della natura  Potremmo dire che si tratta di antropocentrismo - Per Cartesio ciò che si distingue dall'uomo è res extensa: è macchina, è un qualcosa di minore rispetto all'uomo  Tuttavia potremmo anche dire che l'uomo stesso è macchina, è res extensa Per Otto l'antropomorfismo su cui vengono poste le Divinità greche non è tale - in quanto non è l'uomo che rappresenta la Divinità a sua immagine - l'uomo si trova esposto al Divino L'uomo è costutivamente esposto al Divino perché l'uomo sorge come un autoprodotto - l'uomo non ha la propria provenienza, la sua esistenza e la sua destinazione in pungno -> non sono un suo prodotto (è un qualcosa a cui si trova esposto - questo è un qualcosa di angosciante, di "Un-heimlich") Nell'uomo l'esperienza del Divino è un esperienza che pone l'uomo ad uno spossessarsi di se stesso  In questo spossessamento l'uomo riconosce se stesso - vive questo spossessamento fino a giungere alla comprensione della sua essenza/di ciò che è più profondamente umano (l'essere aperti ai fenomeni - che non è una rappresentazione di un soggetto) Come, quindi, sfuggire da queta illusione? Otto sostiene che bisogna abitare miticamente il mondo - quedto abitare miticamente è ciò che è più propriamente umano Cosa significa che gli dei greci si presentano in forma umana? Come interpretare tutto ciò se vogliamo sfuggire a quest'idea di proiezione? L'esperienza col divino è il porsi dell'uomo col Divino e il Divino con l'uomo Le popolazioni [...] originaria. Popolazioni del mito: Popolazione che vivono questa esperienza di esposizione col Divino - non sono popolazioni primitive 92 Estetica - Modulo 1 e 2  Il Dio, invece, per Otto è l'essere delle cose - che non sta altrove rispetto alle cose -> è quel qualcosa di più vicino - la figura divina è l'essere elle cose perché nella figura divina troviamo ciò che è più vicino alle cose Otto, tuttavia, non ha una visione utilitaristica della magica -> la magia non va interpretata come un qualcosa di utile all'uomo - Queste pratiche portano ad un maggior raccoglimento in cui si ha un'esperienza intensificata Mito e culto sono creazioni monumentali dello spirito umano - solo l'uomo per sua costituzione può manifestare, dare forma al Divino -> attraverso il mito e il culto il Divino diventa manifesto, "viene tenuto aperto lo spiraglio verso ciò che è più vicino (Heidegger)" _____________________________________________________________________________________ Capitolo 3 (p.24) - Mito e culto - Dioniso Di tutti [...] suoni. Il culto si basa sull'incontro col Divino che ci investe fisicamente - Quello che l'uomo fa (templi, rituali, arte) è manifestazione del Divino -> L'uomo dà forma al Divino Questo avviene anche nella risposta corporea immediata -> è come se l'uomo plasmasse la figura del Dio su se stesso Capitolo 4 (p.29) - Mito e culto - Dioniso In quanto [...] essere. Il culto è l'incontro con il Divino, con l'essenza delle cose - non è un insieme di rappresentazioni L'incontro col Divino è un evento in cui l'uomo è impegnato con tutto il suo essere Capitolo 3 (p.24) - Mito e culto - Dioniso La rivelazioni di cui parla Otto non coincide con la rivelazione del cristianesimo - la rivelazione nei greci è vicina, mentre nei cristiani è lontana - nel cristianesimo vegono rivealte delle leggi (Mosé), mentre per i greci la legge è la natura stessa, è il Divino Il mito coincide con la manifestazione del Divino e comprende tre livelli: Primo livello: Secondo livello: 95 Estetica - Modulo 1 e 2 Il mito prende corpo in un'azione:nel culto L'azione cultuale è l'evento divino stesso Terzo livello: Spirituale Il mito si fa parola I tre livelli sono coesistenti/intrecciati - non viene prima l'uno dell'altro Nei tre livelli Otto usa la parola "mito": può avere un significato più esteso (inteso nei tre livelli) o più stretto (solo come parola) I greci indicano "parola" in tre termini: Mythos: L'etimologia di tale parola è sconosciuta, la sua provenienza non è a noi conosciuta per la sua antichità E' parola come immediata testimonianza di ciò che fu è e sarà  E' la parola di ciò che è dato come un fatto, si è rivelato, si è manifestato Non è la parola come segno -> è la parola della manifestatività dell'essere - quindi -> non c'è alcuna differenza tra la parola e l'essere Per Artistotele l'uomo è l'animale dotato di Lògos - Con Otto potremmo dire che l'uomo è l'animale dotato di Mhytos L'animale è il substrato a cui si aggiunge una differenza specifica - noi però dobbiamo prima definire cos'è l'animale Dove comprendiamo l'animalità dell'animale? Nominare significa svelare "légen" -> nela parola intesa come Mhytos le cose sono rese manifeste in quanto tali - l'uomo ha un rapporto con la svelatezza E'pos: Parola nella sua sonorità - poesia epica deriva da "épos" Lògos: Inteso nel senso di unire: "lègen" - il signifcato originario è: "scegliere" (questa scelta chiama in causa un criterio di scelta, ovvero, chiama in causa il discorso, la dimostrazione, l'argomentazione) -> Lògos è la parola chiave del ragionamento 96 Estetica - Modulo 1 e 2 La parola "logos" si riferisce alle cose, né è rappresentazione -> rimanda alla realtà esterna/alle cose, costruisce rappresentazioni della realtà esterna La parola è un veicolo per il pensiero ANTROPOMORFISMO DELLE DIVINITA' GRECHE: Viene spiegato nei termini dell'inenuità L'uomo, grazie ala parola (mhytos), è quell'essere che può dare forma/che può renere visibile/manifestare L'arte ha a che fare col rendere manfesto - non ha carattere di utilità L'uomo partecipa allo svelamento facendo esperienza del Divino - è quindi necessario che la divinità si faccia incontro all'uomo con volto umano La visione dell'antropomorfismo viene completamene ribaltata da Otto: La visione critica all'antropomorfismo erra in quanto nei greci si tratta di un teomorfismo, ovvero, la divinità che innalza a sé l'uomo - aggiunge Otto: l'uomo riconosce in sé quel qualcosa di divino, perché l'uomo partecipa e può partecipare a questa rivelazione L'uomo può incontrare il Divino perché l'uomo ha già in sé qualcosa di Divino Come conoscere qualcosa che ci è completamente estraneo? Può incontrare il Divino perché ha già qualcosa in sé di Divino LE MUSE: Parte prima (p.47) - Theopania Per Otto le Muse sono le Divinità più greche - rispetto alle altre Divinità che non sono propriamente greche, originariamente greche Le Muse si presentano solo nel mondo greco -> sono le Divinità che danno fisionomia alla religione greca, in quanto le Muse presiedono alla parola e al canto Zeus insieme alla Dea della Memoria genera le Muse - Divinità del canto -> Hanno il compito di cantare la manificenza del Cosmo 97
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