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Età vittoriana, domini e guerre dell’oppio. Sintesi paragrafi libro L’idea della storia 2, Dispense di Storia

L’età vittoriana in Gran Bretagna (pag 568-571) -Prima potenza europea -Una nuova riforma elettorale -Gladstone e Disraeli DOMINIO BRITANNICO (pag 617-618) GUERRE DELL’OPPIO (pag 619-620) -1º guerra dell’oppio -2º guerra dell’oppio

Tipologia: Dispense

2022/2023

In vendita dal 21/05/2023

Giuliabertinelli
Giuliabertinelli 🇮🇹

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Scarica Età vittoriana, domini e guerre dell’oppio. Sintesi paragrafi libro L’idea della storia 2 e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! L’ETA’ VITTORIANA IN GRAN BRETAGNA (p. 568-571) Prima potenza europea La Gran Bretagna a partire dalla metà dell’Ottocento vide una fase di stabilità politica e prosperità economica, diventando la più progredita e industrializzata potenza europea. La popolazione aveva un tenore di vita altissimo, inferiore soltanto a quello degli USA. Deteneva il primato del commercio mondiale; produceva i⅔ di carmone, la metà del ferro e tessuti su scala mondiale e aveva la più estesa rete ferroviaria esistente. Molto importanti per la sua prosperità erano i domini coloniali. La politica era basata ormai da tempo sul sistema parlamentare bipartitico, dove i whigs erano i liberali e i tories i conservatori; anche dal punto di vista dell’applicazione del sistema liberale era la nazione più avanzata: il governo era subordinato al Parlamento e la Corona non aveva un ruolo politico ma incarnava la coesione e i valori della nazione. Il regno della regina Vittoria durò dal 1837 al 1901, ella divenne il simbolo dell’orgoglio nazionale e l’età vittoriana è stato il periodo di maggiore prosperità e potenza del paese. Una nuova riforma elettorale: Intorno al 1860 ci fu un dibattito centrale della politica interna sulla riforma elettorale poiché i ceti sociali divennero molto importanti sul piano economico, reclamando un ruolo attivo nella vita politica. (la legge varata nel 1832 aveva ridefinito i collegi elettorali aumentando la rappresentanza delle aree urbane ma la popolazione che poteva votare era del solo 5%). La corrente radicale dei liberali (con il filosofo John Stuart Mill) voleva un allargamento del suffragio per la piena realizzazione della democrazia. Il liberale moderato Henry Palmerston, prima ministro e poi capo del governo (1855-1865) si oppose. Dopo la sua morte gli successe William Gladstone che propose una legge per l’estensione (limitata) del diritto di voto con la diminuzione del censo elettorale: ci fu sia l’opposizione dei conservatori che dell’ala moderata dei liberali. A causa della divisione dei liberali, nel 1866 il governo liberale cadde e ci fu la salita al potere dei conservatori con a capo Benjamin Disraeli: sottrasse la riforma elettorale ai liberali e nel 1867 fece approvare il Reform Act: incrementò di 1 milione di votanti il corpo elettorale (8% della popolazione), il diritto di voto era esteso ai proprietari di un appartamento o chi pagava una certa quota di affitto annuo. Nonostante la riforma nel 1868 con le nuove elezioni tornarono al governo i liberali. Gladstone e Disraeli Nel governo fu sempre presente un’alternanza tra liberali e conservatori. Il governo liberale del 1868 riformò il sistema scolastico, la pubblica amministrazione e legalizzò le organizzazioni sindacali della Trade Unions. Nel 1874 i conservatori tornarono al potere con Disraeli come primo ministro; egli puntò a una politica estera più forte e a consolidare il proprio consenso interno con delle riforme (utilizza lo stile politico di Bismarck). Stabilizzò il controllo britannico sull’India e fece proclamare la regina Vittoria imperatrice delle Indie (1876). Con le riforme sociali prese provvedimenti per all’assistenza ai lavoratori e rafforzò il diritto di sciopero. Ci fù un esperimento di conservatorismo popolare: fece concessioni alle classi più umili per evitare movimenti sovversivi (simile a quello tedesco ma meno autoritario).
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