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Eugenio Montale e Pasolini, Appunti di Italiano

vita, pensiero e opere di Eugenio Montale e di Pier Paolo Pasolini

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 16/06/2023

alice-lancini-1
alice-lancini-1 🇮🇹

7 documenti

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Scarica Eugenio Montale e Pasolini e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! EUGENIO MONTALE 1896-1981 VITA Il Novecento, il secolo che dà i natali a Montale, è un periodo molto turbolento: fra episodi tragici come quelli delle due guerre mondiali, le nuove scoperte della fisica e della tecnologia, gli uomini si trovano sconvolti ma anche carichi d'idee nuove. In questo contesto, Eugenio Montale è stato un poeta che ha saputo descrivere in pieno le inquietudini del momento. Nasce a Genova il 12 ottobre 1896 da una famiglia benestante. Dopo la Prima Guerra Mondiale, Montale comincia ad avvicinarsi al mondo intellettuale ligure e pubblica la sua prima raccolta poetica sotto il titolo Ossi di Seppia nel 1925. Firma poi il Manifesto degli intellettuali antifascisti dichiarandosi quindi contrario alla dittatura. In questi anni comincia a conoscere e apprezzare anche la scrittura di Italo Svevo che proprio Eugenio Montale aiutò a far conoscere agli intellettuali e agli editori del suo tempo. Nel 1939 pubblica una nuova raccolta, Le Occasioni. Una nuova importante stagione per Montale comincia a partire dal 1948 quando, trasferitosi a Milano, inizia a collaborare con il Corriere della Sera. Contemporaneamente pubblica altre poesie e la sua opera è tanto amata che nel 1975 gli viene assegnato il Premio Nobel per la Letteratura. Muore il 12 settembre 1981 a Milano. IL PENSIERO E LA POETICA Montale è molto sensibile a quello che accade nel mondo culturale a lui contemporaneo e recepisce tutto ciò che si avvicina alle sue idee poetiche e che trova utile riutilizzare: - La poesia e il linguaggio poetico sono ormai in decadenza, questo perché il linguaggio in generale non è più aulico e sublime come quello dei tempi passati e inoltre ci sono troppi poeti e troppi componimenti in circolazione. La poesia allora deve parlare proprio di questo: serve per dichiarare che la Poesia sta morendo. - Per quanto riguarda il linguaggio sviluppa quella che viene chiamata dagli studiosi “la poetica dell’oggetto”. Questo è un sistema di scrivere che il poeta riprende dal poeta e scrittore inglese Thomas S. Eliot che aveva teorizzato la poetica del “correlativo oggettivo”. Si tratta di avvicinare oggetti e figure che fra loro hanno delle analogie e che, letti uno accanto all’altro suscitano direttamente un’emozione senza bisogno di aggiungere altro. Usare uno stratagemma del genere fa in modo che il linguaggio poetico risulti molto diretto e schietto eppure tanto carico di significati. - Rassegnazione e negatività caratterizzano la poesia di Montale: la vita appare priva di un senso profondo, c’è una grande disillusione verso la realtà. - È distante dagli eccessi delle Avanguardie che in quel periodo sperimentavano una nuova poesia, a volte con immagini e linguaggi anche aggressivi ed esuberanti. Montale è molto più pacato ma nonostante ciò c’è molta forza nei suoi versi. OSSI DI SEPPIA 1925 La raccolta di Montale dal titolo Ossi di seppia comprende ventitré poesie suddivise in cinque sezioni tematiche, e già ci mostra un poeta maturo e pienamente consapevole delle sue idee. La visione della vita che traspare in questa raccolta ci fa subito capire che Montale vede l’esistenza come qualcosa senza un senso e comunque caratterizzata da una serie di eventi decisamente negativi e dolorosi. Troviamo soprattutto rappresentato il paesaggio ligure, sia marino che montuoso. Il linguaggio si presenta subito diretto e preciso: parlando del mondo vegetale e animale l’autore usa anche dei termini tecnici. Il paesaggio è molto importante perché appare secco, abbandonato, battuto dal vento e il poeta fa spesso riferimento anche alle ore del primo pomeriggio in estate quando tutto è fermo, assolato e quasi morto. In questo senso Ossi di seppia è una raccolta vicina all’Alcyone di D'Annunzio, qui però vengono ribaltati i significati perché il paesaggio naturale non è pieno di vita ma appunto carico di presagi di morte. Anche il titolo in se allude alla condizione esistenziale: come gli ossi di seppia vengono gettati a riva dalle onde del mare, così il poeta si sente sballottato dalle “onde” dell’esistenza fino a svanire poco a poco. Due sono i testi fondamentali che meglio enunciano la sua concezione poetica e le sue scelte stilistiche: - I limoni, dove Montale esprime il rifiuto per la poesia aulica e la sua preferenza per un linguaggio colloquiale, essenziale, antilirico, anche se non privo di termini scelti, ricercati e precisi. - Non chiedermi la parola, testo emblematico della poetica della negatività, qui si trovano espresse la sofferenza del vuoto e l’impossibilità. Il poeta può solo farsi testimone della crisi dell’uomo e le parole con cui può esprimere questo “male di vivere” sono aride, asciutte, prive di enfasi retorica.
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