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Eugenio Montale: il maggior poeta del '900 italiano, Dispense di Italiano

La figura di Eugenio Montale, poeta italiano del '900. Si analizza la sua produzione poetica e la sua vita divisa in tre stagioni. Si evidenzia la sua importanza nella poesia italiana e la sua capacità di rinnovare la tradizione. Si descrive la sua formazione autodidatta e la sua vita a Genova e Firenze. Si analizzano le tre principali figure femminili della sua vita. Si fornisce un'analisi della sua poesia e del paesaggio ligure che rappresenta la condizione esistenziale dell'uomo.

Tipologia: Dispense

2021/2022

In vendita dal 15/06/2022

luka.carraro
luka.carraro 🇮🇹

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Scarica Eugenio Montale: il maggior poeta del '900 italiano e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! EUGENIO MONTALE 1897 – 1981: 1. Possiamo considerare Montale come il MAGGIOR POETA DEL ‘900 ITALIANO. Proprio per la qualità delle sue opere ma anche per l’influenza che ha avuto sulla poesia italiana di quell’epoca. Gli altri furono Dante nel ‘300 e Leopardi nell’800. Perché? - Con il suo LINGUAGGIO e le sue figure/SIMBOLI ha costituito una sorta di materiale che gli altri poeti hanno riutilizzato e riadattato. - Inoltre Montale ha scritto 4 RACCOLTE POETICHE molto SIGNIFICATIVE. - Infine è un poeta molto amato dai critici e anche dal pubblico. Ciò che egli ha è infatti la capacità di rinnovare la tradizione. 2. La produzione di Montale può essere ridotta ad una sua espressione, ovvero “CLASSICISMO PARADOSSALE” => per un verso lui si rallaccia alla tradizione letteraria italiana, ma d’altra parte non si ferma ad imitarla, la cambia infatti e riadatta alla sua esperienza personale => è questa la grandezza di Montale. È anche un poeta che cambia molto nell’arco della sua vita, anche perché vive molto; inoltre ha anche a che fare con un Mondo che cambia radicalmente. POTREMMO DIVIDERE LA VITA DI MONTALE IN 3 STAGIONI (3 PARTI): 1. STAGIONE LIGURE (1896-1926) => “Ligure” perché MONTALE NASCE A GENOVA in una famiglia di agiati commercianti. Il padre lavora nel settore dei prodotti chimici, il che gli darà modo di conoscere Svevo. La sua famiglia ha una casa in una delle 5 Terre (a Monterosso). CITAZIONE SLIDE => ben ci dice la vita nelle 5 Terre ovvero una terra secca, scarna e scabra. Buona parte della sua infanzia la passa qui. La prima raccolta si chiama “OSSI DI SEPPIA”. La sua FORMAZIONE è in principalmente TECNICA, ovvero autodidatta. Lui fa studi all’università di carattere tecnico, commerciale; tra l’altro studi che interromper per motivi di salute e solo successivamente riesce a diplomarsi. Da piccolo non vuole fare lo scrittore ma VUOLE FARE IL BARITONO (cantare nelle opere liriche) => era appassionato di grande opere liriche e prende lezioni. Il maestro che lo seguiva muore, quindi abbandona questa professione. Contemporaneamente AIUTA IL PADRE NELLA DITTA. Legge molto e frequenta la Biblioteca quindi ha una formazione letteraria da autodidatta. È aiutato anche dalla sorella che studia filosofia e che gli fa da guida. Poi PARTECIPA ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE. Chiede di andare al fronte ma avrà un’esperienza abbastanza limitata e la racconta nelle sue poesie. Per Montale la poesia di guerra non è nelle sue corde a differenza di Ungaretti. Finita la guerra TORNA A GENOVA; siamo negli anni del Fascismo e Montale conduce una vita abbastanza ritirata. Nel 1925 FIRMERÀ IL MANIFESTO DEGLI INTELLETTUALI ANTI-FASCISTI, dunque Montale è schierato contro il fascismo. Il fatto di non essersi iscritto al Partito Fascista sarà la causa della perdita del lavoro. DISPENSA DI CARRARO LUCA Il 1925 è un anno importante: o IL CASO SVEVO => È il primo letterato che apprezza i romanzi di Svevo e lo “scopre” o OSSI DI SEPPIA => Esce la sua prima raccolta poetica nell’indifferenza generale Nel 1939 viene pubblicata la sua raccolta poetica chiamata “LE OCCASIONI” 2. STAGIONE FIORENTINA (1926-1948) => SI TRASFERISCE A FIRENZE. Sceglie questa città perché aveva delle amicizie; inoltre era una città culturalmente attiva. Firenze inoltre era l’emblema dell’umanesimo (cultura promotrice dell’uomo) e di certo non vedeva di buon occhio il Fascismo. Qui a Firenze DIRIGE DELLE IMPORTANTI ISTITUZIONI CULTURALI, come il GABINETTO DI VIEUSSEUX. Inoltre qui CONOSCE LA FUTURA MOGLIE e un’altra donna importante della sua vita con la quale avrà una relazione. La studiosa americana si chiama IRMA BRANDEIS mentre la donna con cui inizia una relazione e che diventerà sua moglie si chiama DRUSILLA TANZI. 3 PRINCIPALI FIGURE FEMMINILI nelle sue opere: - DRUSILLA DANZI sopranominata MOSCA a causa del fatto che vede molto poco e indossa dei grandi occhiali. La conosce nel 1927 quando Drusilla con il marito lo invitano a casa. Montale a casa di Drusilla con il relativo marito (di lei), scoppia l’amore e dopo 8 anni Drusilla e Montale vanno a vivere insieme (Drusilla quindi divorzierà dal marito). - IRMA BRANDEIS soprannominata CLIZIA, la conosce nel 1933 ed era una giovane americana a Firenze per studio; i due hanno una relazione molto cartacea e poco dal vivo => lei ritorna dopo poco tempo in America ed i due si scrivono molto (lettere che saranno pubblicate). Montale le promette che la raggiungerà ma di fatto non accadrà. Ciò fa sì che la relazione col tempo si spegni. Ciò dovuto anche dal fatto che Drusilla minacciò più volte di suicidarsi. - MARIA LUISA SPAZIANI era una poetessa e la soprannomina VOLPE. È una relazione molto intensa e passionale (al contrario di quella su carta di Irma). Nel periodo fiorentino inoltre viene licenziato dal GABINETTO DI VIEUSSEUX, questo avrà un impatto economico. Perde il lavoro perché non iscritto al Partito Fascista. Nell’ultima parte di questo periodo scoppia la guerra, quindi si rifugerà a Genova. ANALISI: 1^ STROFA => ci dice che l’autore passa lungo tempo ad ascoltare suoni duri e aspri, circondato dallo sfondo ario della Liguria. È lì al caldo e abbassa la testa guadando le formiche. 2^ STROFA => alza la testa e vede il mare mentre dietro ci sono le cicale con l’arida montagna. 3^ STROFA => alza la testa e vede il mare 4^ STROFA => riflessione LUOGO DELL’AMBIENTAZIONE: Il PAESAGGIO LIGURE è arido con suoni aspri, metafora della condizione esistenziale dell’uomo (metafora della disarmonia dell’uomo nel mondo). Ci sono forme di vita ma poche e minuscole (serpi e formiche); non c’è movimento ed è quasi tutto immobile, soprattutto in quel momento perché siamo nel meriggio. La vita è simbolicamente rappresentata dal battito del cuore, il palpitare del mare che però è lontano. Un altro elemento che generalmente è considerato positivo ma qui è negativo => IL SOLE simbolo di luce e vita. Qui invece il sole abbaglia e l’autore è pallido. È quindi un ostacolo e non salva l’uomo dalla sua situazione. I VERBI: Il tempo verbale della poesia è l’INFINITO. Molti di questi verbi sono al MODO INFINITO TEMPO PRESENTE questo perché: - Il tempo scorre in modo uniforme - Manca di soggetto => l’individuo subisce l’azione e non l’agisce - Un’azione che si ripete nel tempo senza quasi un significato ed una collocazione - Mare e Sole sembrano richiamare il senso di infinito. MA COSA CI SARÀ OLTRE IL MURO? La felicità e l’armonia. Oltre al muro vi è ciò che manca dall’altra parte ovvero la pienezza di vita, il senso della vita che sfugge, la felicità ma purtroppo non è raggiungibile. Questa poesia quindi potrebbe rappresentare => Vivere è meriggiare, ovvero trascorrere un lungo periodo di tempo senza uno scopo, in un luogo difficile e senza risposte alla domande fatte sulla vita. POETICA (PARTE 2): La visione che Montale ha della NATURA è diversa da quella degli altri poeti: - PASCOLI e D’ANNUNZIO si volevano riconciliare, fondere, con la natura - MONTALE ci ricorda Leopardi ovvero la natura MATRIGNIA, inospitale. In “Dialogo della natura con l’Islandese” di Leopardi, l’uomo ha girato il mondo e finisce in Africa (culla della civiltà) trovando la natura personificata la quale non le risponde nemmeno. C’è una via di fuga a tutto questo? Accanto alla denuncia di questa situazione, c’è il DESIDERIO DI USCIRNE QUINDI DI VALICARE IL MURO. Aldilà di ogni probabilità razionale, si intravede la probabilità di una salvezza che potremmo definire la PROBABILITÀ INPROVABILE DI UN MIRACOLO => una rottura delle regole che normalmente regolamentano il mondo. Com’è espresso metaforicamente? In alcune poesie compaiono le parole: - “la maglia rotta nella rete” - “nella catena un anello che non tiene” - “crepa nel muro” Percepire dunque per un attimo che tutto ha un senso e la nostra vita può essere pienezza. Ma si tratta molto di più di una speranza rispetto che una realtà. Questa visione negativa è espressa da Montale con un modo di fare poesia che possiamo definire “SCABRO ED ESSENZIALE” => sono le parole di un verso nella poesia di montale “Avrei voluto sentire un suono scabro ed essenziale”. PAGINA 378 – NON CHIEDERCI LA PAROLA: NOI (poeti) => Montale ci dice cosa può fare e cosa non può fare il poeta. 2-4=> Non chiedere / non pretendere da noi poeti => non chiederci una parola che definisca l’animo dell’uomo (nono pretendere questo) a lettere di fuoco (chiare, definitive) che risplenda come un “croco” (fiore brillante) perduto in mezzo ad un polveroso prato (= senso di disarmonia). In sostanza vuol dire “non chiedere a noi poeti delle verità certe”. 5-6 => l’uomo che non si fa superficiale non si fa domande e vive più serenamente, amico di tutti e che non si fa problemi. Prevale però il disprezzo per chi non si fa domande. 7-8 => l’ombra rappresenta l’aspetto più oscuro ma non c’è perché non si fa domande. E la canicola (= sole di mezzogiorno) stampa l’ombra su di un muro scalcinato (= senza intonaco e che cade a pezzi = senso di disarmonia). 9 => non domandare a noi poeti una formula (frase) che possa aprirti dei mondi (darti nuove conoscenze) => non chiedersi quindi certezze. 10 = SI = MA INVECE chiedici qualche sorta sillaba e secca come un ramo => possiamo darti delle sillabe, qualcosa di minuscolo storte (= deformi) e secche come un ramo (= che non sanno dare vita e fare la differenza). 11 => a te che chiedi certezze, possiamo solo dirti ciò che non siamo e che non volgiamo => possiamo quindi solo dare delle verità seppur negative. Non abbiamo delle certezze positive ma possiamo solo darti dei fatti negativi. ANALISI: La poetica di Montale è una POETICA NEGATIVA; il poeta e l’arte non possono darci vere conoscenze e non sono positive. Visione diversa e opposta a quella dai Positivisti (d’Annunzio) che pensano al poeta come un Vate. Inoltre è possibile dare alla poesia anche un CONTESTO STORICO => siamo negli anni del fascismo, la poesia potrebbe essere una denuncia alla falsa speranza. I 3 SENSI di “SCABRO ED ESSENZIALE” 3 SENSI: - SENSO FILOSOFICO => Montale vorrebbe raggiungere delle certezze, delle risposte chiare alla domande “COSA FACCIAMO IN QUESTA VITA” ma la poesia non è in grado di fornirle; il muro non si può superare. Il poeta quindi si trova senza delle verità positive da porter rivelare. Può dire solo ciò che non siamo e ciò che non volgiamo. Il poeta deve allora rinunciare ad essere un veggente e denunciare la propria fragilità e impotenza (sua e di tuti gli altri). La poesia quindi non deve abbellire la vita e nasconderne il male ma deve testimoniarlo. - SENSO STILISTICO => L’ESSENZIALITÀ è una scelta tematica e stilistica. TEMATICA perché Montale sceglie di mettere nella propria poesia oggetti comuni “Ossi di seppia”, “formiche e serpi” molto lontane dal mito. Una scelta di STILE perché Montale recupera la tradizione poetica italiana ma rimane lontano dalla retorica, dalla difficoltà letteraria della letteratura. Usa moltissime parole comune, a volte tecniche, a volte dialettali. Ciò prende una strada diversa da quelli che lui definisce “i poeti laureati” come Pascoli, d’Annunzio e Carducci. Li chiama così in una famosa poesia “I Limoni”. - SENSO SIMBOLICO => L’ESSENZIALITÀ è il modo (lo stile) che Montale sceglie per comunicare emozioni, stati d’animo e sentimenti SENZA ESIBIRLI => non dichiara dei sentimenti ma utilizza dei simboli, degli oggetti che si caricano di valore simbolico. Usa la tecnica che si avvicina al CORRELATIVO-OGGETTIVO => tecnica resa famosa da un poeta inglese Eliot => sempre per sua natura il testo ha un valore simbolico => il valore simbolico che hanno le parole lo accentuano al massimo. Quando si esprimono emozioni e sentimenti, non lo si fa attraverso l’uso delle parole in modo esplicito, ma si richiamano uno o più oggetti concreti e particolarmente carichi di significato e che trasportano quell’emozione e sentimento.  Elenco di situazioni che trasportano un certo sentimento. Le situazioni nomiate sono i correlativi-oggettivi, cioè i corrispondenti del sentimento che si voleva far passare. Ciò rende le poesie più oscure e difficili da interpretare, quindi avvicinerà Montale alla corrente dell’ERMETISMO (concentrazione del significato).
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