Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Eugenio Montale, il poeta dell'aridità della vita, Appunti di Italiano

Appunti su Montale, la poesia e il poeta, raccolte, poetica, influenze, temi.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 05/07/2022

fede150
fede150 🇮🇹

4.7

(6)

41 documenti

1 / 5

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Eugenio Montale, il poeta dell'aridità della vita e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! EUGENIO MONTALE Montale è uno dei più grandi del ‘900 poiché egli ha offerto una visione molto particolare della vita. Vinse il premio Nobel per la letteratura e partecipò alla Prima Guerra Mondiale come Ungaretti, ma a differenza di quest’ultimo la sua poesia non si basa su quest’esperienza. “OSSI DI SEPPIA”: La prima raccolta di Montale è “Ossi di seppia”, nella quale dominano i temi dell’aridità della vita, rappresentato dall’aridità del paesaggio Ligure, della prigionia esistenziale e la poetica degli oggetti. Il titolo è significativo, si oppone alla poesia aulica, infatti esso è un riferimento alle piccole cose semplici, infatti l’osso di seppia è il residuo calcareo che rimane e che viene rimosso della seppia. Anche il titolo che egli valutò in origine, ossia “Rottami”, fa percepire la volontà del poeta di voler raccontare nella sua opera ciò che rimane ai margini, i detriti che la vita lascia dietro di sé. L’osso di seppia è definizione di una poesia che non può più attingere al sublime e ai toni solenni, perché per raccontare l’aridità della vita è necessario ripiegare sulle realtà minime e marginali. Il titolo pertanto fa riferimento ad una condizione vitale impoverita ed arida. La raccolta è divisa in quattro sezioni: Movimenti, Ossi di Seppia, Mediterraneo ed infine Meriggi e ombre. CONCEZIONE DI POESIA E DEL POETA, ARIDITA’ DELLA VITA E MALE DI VIVERE: La poesia di Montale è una poesia metafisica o della negatività, essa raccolta l’aridità della vita, ma essa non comunica alcuna verità né rivela il mistero della vita. Si crea dunque un muro invalicabile che neppure il poeta può superare, in quanto in Montale questa figura non si configura in un veggente come in Ungaretti. Non riuscirà ad offrire delle soluzioni, a dominare il mistero, rifiuterà qualsiasi illusione, rimane solamente lo stacco e l’aridità, il male di vivere. Montale non supererà mai quel muro, riuscirà solamente a costeggiarlo. LA PRIGIONIA: Il concetto d’invalicabilità di questo muro si traduce nel concetto di prigionia: per Montale, l’uomo è prigioniero dell’esistenza. Questa prigionia si manifesta in un tempo eterno, che si ripete ciclicamente senza mutare mai, e nel frattempo l’uomo s’illude di potersi muovere verso qualsiasi direzione e di andare avanti, quando in realtà il suo è un immoto andare. L’uomo protende a cercare un varco nel muro invalicabile, per uscire dalla prigionia esistenziale, ma riuscirà solamente a costeggiare il muro senza riuscire ad aprirne uno. Né la memoria né il ricordo del passato possono porsi come soluzione a questa aridità dell’esistenza, come avveniva in Pascoli, non permettono di superare quel muro invalicabile. FRANTUMAZIONE DELL’IO E LA DIVINA INDIFFERENZA: In questa condizione, l’io si frantuma in una pluralità di esperienze, proprio come in Pirandello, l’anima diventa informe, l’io si sente in totale disarmonia con il mondo esterno. Unica forma di salvezza dal male di vivere è la divina indifferenza, con la quale tutto diventa indifferente, il poeta adotta un distacco, senza farsi coinvolgere particolarmente dagli eventi. Egli rinuncia ad ogni forma di emozione, lasciando l’imperturbabilità, e rendendo egli stesso come l’osso di seppia. Inoltre, permane sempre la speranza che qualcun altro possa riuscire ad aprire il varco, al posto del poeta stesso. LA POETICA DEGLI OGGETTI E CORRELATIVO OGGETTIVO CON T.S ELIOT: Montale racconterà il sentimento del male di vivere attraverso la poetica degli oggetti, ossia essi assumono un valore allegorico, evocando il "male di vivere". A tal proposito si viene a creare un correlativo oggettivo con Elliot, il quale condivide la sua medesima visione della vita e soprattutto la poetica degli oggetti. Anche per Eliot infatti la poesia non deve esprimere le emozioni ma trovare nella realtà concreta e quotidiana oggetti, situazioni, fatti capaci di evocarle. Correlativo oggettivo: quando l’oggetto rinvia ad un’immagine. IL PESSIMISMO E L’INFLUENZA DI SCHOPENHAUER: Grande influenza nella visione e nella poetica di Montale è sicuramente Schopenhauer, dal quale Montale riprende il pessimismo e la concezione che vede la vita e le realtà sensibili come il risultato di parvenze ingannevoli. Il pessimismo investe la concezione stessa della poesia, che non sembra più in grado di attingere all'essenza profonda delle cose. MONTALE, LA SFIDUCIA NELLA PAROLA ED UNGARETTI: Montale ed Ungaretti sono poeti contemporanei, entrambi modelli esemplari nella letteratura. Tuttavia, se Ungaretti parla della poetica della parola, che è sacra e permette di cogliere il mistero della vita, in Montale la parola non evoca nulla, non allude a verità che il poeta deve cogliere e non permette di scoprire il mistero della vita. Inoltre, se Ungaretti riuscirà a trovare una soluzione al buio dell’esistenza nella fede, Montale non crede in ciò. MONTALE E IL CONFRONTO CON D’ANNUNZIO: Montale prende le distanze da D’Annunzio, poiché egli ha necessità di raccontare le cose semplici, la natura arida, non potrà usare lo stile aulico di D’Annunzio, né raccontare la potenza del suo superuomo, perché il lessico e ciò che egli trasmette nelle sue poesie non combacia con il racconto dell’aridità della vita umana. Una sostanziale differenza tra essi infatti si configura nella contrapposizione tra panismo di D’Annunzio e aridità di Montale. Tuttavia, Montale ammette che tutti gli intellettuali hanno dovuto confrontarsi con D’Annunzio, immergendosi nei suoi versi magnifici, seppur prendendone poi le distanze. INFLUENZA DI PASCOLI, LEOPARDI E DANTE: Anche se Montale si distacca dal Pascoli Simbolista, egli ammira e riprende da quest’ultimo l’utilizzo di termini e di un lessico specifico, come quello botanico di Pascoli, al posto di nomi generici. Montale farà lo stesso, indicherà con termini precisi la realtà arida. Inoltre, Montale sarà particolarmente affascinato dalla concezione di natura maligna di Leopardi. Se Ungaretti sarà profondamente affascinato da Petrarca, Montale si rifarà molto a Dante, e nello specifico sarà affascinato dal Dante dell’Inferno. Gli aspetti principali di Dante che egli riprende saranno il plurilinguismo, e il valore della donna che assume un ruolo centrale. RAPPORTO CON I FUTURISTI E I CREPUSCOLARI: Montale si allontana dai Futuristi, ma si avvicina ai Crepuscolari, e in particolare a Gozzano, per la loro poesia prosaica che non canta tutto ciò che è complesso e che non può esser percepito da tutti, come D’Annunzio, in favore delle cose semplici, delle piccole cose della quotidianità.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved