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Montale: Vita e Opere di Eugenio Montale, Appunti di Italiano

Poesia italiana del NovecentoBiografia di Autori ItalianiStoria della letteratura italiana

Biografia e analisi della vita e delle opere del premio nobel per la letteratura eugenio montale. Nato a genova nel 1896, montale si distinse per la sua poesia introspectiva e pessimista, caratterizzata dalla ricerca di senso e di salvezza in un mondo crudele. La sua carriera letteraria si sviluppò in un contesto politico turbolento, con la resistenza antifascista e la seconda guerra mondiale. La sua poesia fu caratterizzata da una ricerca di significato in un mondo apparentemente privo di senso, e da una preoccupazione per la condizione umana.

Cosa imparerai

  • Che temi caratterizzano la poesia di Eugenio Montale?
  • Come Montale si distinse nella letteratura italiana del Novecento?
  • Come la vita di Eugenio Montale influenzò la sua poesia?

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 17/06/2019

Martina485
Martina485 🇮🇹

4.4

(20)

45 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Montale: Vita e Opere di Eugenio Montale e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Montale Vita Eugenio Montale nasce a Genova nel 1896 da una famiglia alto-borghese. Trascorre l'infanzia a Monterosso. Verso il '23 comincia a elaborare una raccolta poetica che porta inizialmente il titolo di Rottami (con cui paga il suo debito nei confronti di una tradizione espressionista legata alla rivista "La Voce" e ai suoi poeti come Clemente Rebora e Camillo Sbarbaro, autore di Frantumi). La vita di Montale appare priva di avvenimenti e in una poesia di Ossi di Seppia, Arsenio, il poeta la definisca una "vita strozzata", riprendendo un'espressione che Benedetto Croce aveva usato per Leopardi. Una vita strozzata che non riesce a conoscere l'esistenza in senso pieno. Nell'epoca fascista Montale si avvicina alla resistenza antifascista: pubblica nel 1925 Ossi di seppia, la prima raccolta edita da Piero Gobetti, che l'anno successivo verrà ucciso dai fascisti, e sempre nel '25 firma il "Manifesto degli intellettuali antifascisti" di Croce. Sarà il solo momento di adesione attiva all'antifascismo, che però gli varrà, insieme al suo pubblicare per Einaudi, da benemerenza nel dopoguerra, dandogli l'aura di letterato ferventemente antifascista. Negli anni successivi il poeta si ritira a Firenze, dove ha un'esistenza quasi nascosta, da piccolo borghese: si impiega in una biblioteca, diventa direttore del Gabinetto Vieusseux (celebre istituzione culturale cittadina, da cui viene allontanato perchè rifiuta di prendere la tessera del partito fascista), si avvicina alla rivista Solaria (stringe amicizia con Quasimodo, Vittorini, Gadda), vive ospite a casa dello storico d'arte Matteo Marangoni, marito di Drusilla Tanzi, con cui Montale avrà una lunga relazione, fino alla morte di lei negli anni '60 e celebrata nella poesia "Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale" della raccolta Satura. Drusilla è semicieca e verrà zoomorfizzata col nome di Mosca a causa delle spesse lenti che porta. Un'altra donna sarà importante per la vita del poeta, Irma Brandeis, bella americana dagli occhi chiari, di origine ebraica e critica letteraria, con cui nascerà una storia d'amore, che si concluderà nel 1938. Questa donna cercherà di condurlo con sé negli Stati Uniti, quando partirà a causa delle leggi razziali, ma Montale ancora una volta si mostrerà irresoluto e "resterà a terra" (parole sue), ma la donna, mai più vista, diventa nelle sue poesie emblema di una salvezza possibile, soprattutto nella raccolta Le occasioni, dove compare con il soprannome (classico)-senhal di Clizia (emblematica è la lirica Nuove stanze: qui i suoi occhi diventano uno specchio ustorio, uno scudo contro il fascismo e il nazismo). Nel 1939 Montale pubblica la sua seconda raccolta, Le occasioni, forse la raccolta più importante del Novecento. Viene pubblicata da Einaudi, una nuova casa editrice, centro di raccolta di scrittori e intellettuali antifascisti. Durante la guerra ospita e protegge Umberto Saba e Carlo Levi, perseguitati in seguito alle leggi razziali. Nel '43 a Lugano pubblica una plaquette, Finisterre, che indica la catastrofe in atto, vissuta come definitiva, tale da poter porre fine all'esistenza del genere umano. Questo senso di apocalisse sarà presente nella poesia successiva, ovvero La bufera e altro. Nel 1945 si iscrive al Partito d'Azione, che si contrapponeva tanto alla Dc quanto al PCI volendo raccogliere il meglio dell'esperienza resistenziale, e sembra voglia finalmente prendere parte alla vita politica attiva. A distanza di un anno lo abbandona. Nel dopoguerra (1948) si trasferisce a Milano, dove inizia a collaborare con il Corriere della Sera come redattore culturale, entrando nell'ennesimo cono d'ombra. Nel 1956 pubblica La bufera e altro, che fin dal titolo mostra di concentrarsi su guerra e dolore. Dopo la Bufera, la poesia di Montale prende una piega intimista e crepuscolare. Questo è un riverbero del ripiegamento operato nella vita: la sua produzione diventerà l'esatto opposto di quel che è stata fino a quel momento. Si innamora della poetessa Spaziani, celata sotto il senhal di Volpe, ennesimo zoomorfismo. Nel 1962 sposa finalmente Drusilla, che muore l'anno successivo. Nel 1966 le poesie raccolte in Xenia sono dedicate alla moglie defunta, Drusilla. La raccolta verrà poi pubblicata insieme alla raccolta Satura (è il genere letterario latino in cui si mescolavano anche riferimenti all'attualità; quello di Montale sarà infatti una sorta di giornalismo in versi, gnomico, ironico, disincantato) nel 1971. Nel 1975 Montale ottiene il premio Nobel per la letteratura; era già da qulche anno Senatore a vita. Muore nel 1981 a Milano. Poetica Argomento delle sue liriche è la negazione, l'assenza: l'uomo è incapace di credere, il mondo è privo di significato, vivere è un male o, meglio ancora, è il nulla (il "solido nulla" di Leopardi) condensato in un paesaggio aspro e riarso, in oggetti in cui la vita sembra inaridita, impietrita, e che si presentano come trascrizione oggettiva dell'aridità interiore, percepita dall'uomo come condanna del fato e come reazione impassibile e insieme disperata alla pena di vivere. Il suo è un pessimismo radicale: vivere è perdersi in una trama di atti e gesti vani, dietro cui si trova il vuoto, un destino incomprensibile di delusione totale e di incomunicabilità assoluta. La realtà è franta, ridotta ad attimi sconnessi ed insignificanti; ogni colloquio (con sé, con gli altri, con Dio) è vano, impossibile. La stessa individualità di ciascuno di noi è un fluttuare di parvenze labili, sull'orlo di un nulla sempre incombente, perché anche il ricordo, verso cui tendiamo per l'ansia di trovare una continuità alla nostra vita, darle un significato, diventa cenere di un mondo spento per sempre, sommerso dal tempo che passa e non più nostro. Nonostante ciò, resta in Montale l'ansia di ritrovare "l'anello che non tiene", un varco aperto nell'ingranaggio ferreo del destino che permetta di giungere a un'esistenza totale, autentica, a quel senso di infinito e di eterno che portiamo dentro di noi (confronto Leopardi) come desiderio continuamente deluso, così che appare lacerante e assurdo. Quest'ansia dà alle liriche un ritmo tragico, un'angoscia persistente ma frenata da un senso di pudore virile, eppure capace di rivalare uno strazio intimo, una delusione totale e senza riscatto che, per dignità, rifiuta ogni mito, ogni conforto "facile" per guardare in faccia il destino senza poter essere accusato di viltà. L'oscurità di tante liriche non è programmatica né compiaciuta, quanto, piuttosto, il segno della scoperta dell'assurdità del reale (cfr per antitesi Pirandello), del rovesciamento di certezze solide solo in apparenza. La sua è una poesia che manifesta una sofferta tensione verso la conoscenza, verso la ricerca della verità: è poesia di ricerca metafisica. Evoluzione del pensiero Appartiene quindi alla categoria dei poeti filosofi (come Leopardi, cui è per alcuni aspetti vicino), che inseriscono nei loro versi riflessioni sui temi fondamentali dell'esistenza. Nella lirica Non chiederci la parola (Ossi di seppia), afferma che i poeti non possono dare certezze, nè fornire risposte sulle grandi domande degli uomini a proposito delle ragioni del "male di vivere"; il poeta, allora, può solo dire ciò che non è e ciò che non vuole: questa è una delle più lucide espressioni che caratterizzano la crisi dell'uomo contemporaneo. Il suo è un pensiero complesso che parte dalla lettura, ancora adolescente, di Baudelaire: le corrispondenze segrete e il simbolismo si trovano ne I limoni (Ossi di seppia). Allorché sfuma l'illusione di una armonia uomo-natura (cfr Leopardi), affiora l'idea di una realtà intesa come rete che imprigiona, che costringe l'individuo alla sofferta consapevolezza del male di vivere, in una rivisitazione del pessimismo cosmico leopardiano. L'uomo si trova coinvolto in un viaggio che vorrebbe tendere alla conoscenza e all'acquisizione di valori e che, invece, avanza inesorabilmente verso la fine (Spesso il male di vivere, Meriggiare pallido e assorto). L'unica via di fuga sembra il dubbio che il mondo stesso che percepiamo con i nostri sensi sia pura illusione. Questa è la concezione centrale del Le occasioni: è la ricerca dell'occasione, la maglia rotta nella rete, quel varco che per un attimo, uno solo, sembra offrire all'uomo la speranza di fuggire dalla precarietà dell'esistenza: forse l'incontro salvifico in senso dantesco con una donna angelicata o forse l'attesa di un'altra via, superiore, di salvezza (La casa dei doganieri). Anche l'attesa ansiosa di questo miracolo alla fine è ingannevole: le occasioni falliscono e la negatività, che in Ossi di seppia opprime la natura, ne Le occasioni e poi ne La bufera e altro si estende anche alla storia, nelle sue espressioni di cronaca quotidiana e privata o di terribili eventi internazionali (La primavera hitleriana). Sebbene non avesse fede, Montale assimila dal credo cristiano, che stimava, i valori intellettuali e morali che costituiscono la sua religione laica. Il parziale avvicinamento al cristianesimo viene meno con la morte della moglie, interpretata come
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