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Montale: La Vita e Opere di Eugenio Montale, Appunti di Italiano

Biografia e analisi della vita e della carriera poetica di eugenio montale, dalla nascita a genova fino al nobel per la letteratura. La sua infanzia, la sua difficile adolescenza, la sua attività letteraria e artistica, le sue relazioni amorose e la sua attività politica. Vengono presentate le sue opere più importanti, come 'ossi di sepia', 'le occasioni' e 'la buffera e altro'.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 17/09/2021

annalisa-onori
annalisa-onori 🇮🇹

4.5

(4)

17 documenti

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Scarica Montale: La Vita e Opere di Eugenio Montale e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! ANNALISA ONORI Montale operò per dare una definizione della condizione dell’uomo contemporaneo. Non attribuiva infatti un valore assoluto e istituzionale alla poesia, intendendo l’arte come «la forma di vita di chi veramente non vive». Nacque a Genova nel 1896 da un’agiata famiglia borghese, per le vacanze la famiglia si recava a Monterosso (una località delle Cinque Terre), luogo che lascerà tracce e suggestioni nella sua poesia. La sua cattiva salute lo portò a compiere studi irregolari; la sua adolescenza fu difficile a causa proprio del distacco dalla vita borghese e della chiamata alle armi ricevuta nel 1917. Nel 1925 firmò il manifesto antifascista di Benedetto Croce e iniziò un'intensa attività critica e di collaborazione a varie riviste, tra cui «Solaria» e «Letteratura». Nel 1926 conobbe Ezra Pound (1885-1972) e fu sempre molto attento alla letteratura anglosassone. Nel 1927 ottenne un impiego a Firenze presso l’editore Bemporad e nel 1929 fu nominato direttore del Gabinetto Vieusseux, da cui sarà esonerato nel 1938 poiché non aveva aderito al fascismo. Nel 1907 conobbe Drusilla Tanzi (da lui soprannominata “Mosca”), moglie del critico d’arte Matteo Marangoni, poi sua compagna e che sposò nel 1962. Trascorse a Firenze gli anni della guerra e dell’occupazione nazista. Dopo la liberazione della città si iscrisse al Partito d'Azione e ricoprì un incarico culturale nel CNL. Dopo una grave malattia della sua compagna prese a dedicarsi alla pittura. Dal 1948 fu assunto come giornalista dal «Corriere della Sera» su cui pubblicava interventi di attualità culturale e letteraria, che in parte confluiranno sulla produzione del suo volume Farfalla di Dinard (1958). Nel 1967 fu nominato senatore a vita e nel 1975 gli fu assegnato il Nobel per la letteratura. Rifiutò i furori distruttivi delle avanguardie, ma anche il classicismo di alcuni gruppi di intellettuali che militavano attorno alla rivista «La Ronda»; fece piuttosto suoi molti principi dell'estetica crociana, come ben si evince dal suo articolo Stile e tradizione, pubblicato sulla rivista «Baretti» (gennaio 1925). La sua poesia vuole essere voce di una cultura e tradizione laica e razionale. La sua attività critica ha sempre dimostrato la sua capacità di comprendere e definire autori e testi con oggettività (vd. la raccolta Sulla poesia del 1976, che è anche un manifesto della sua poetica). Avverte una sorta di saturazione della parola e della tradizione poetica: la poesia è minacciata sia dalla consunzione del linguaggio che dal suo moltiplicarsi, che Montale definì «torrenziale produzione poetica dei nostri giorni». La sua poesia deve avere valore umano e civile. La sua “poetica dell'oggetto” divenne presto convergente con la “poetica del correlativo oggettivo” di Eliot (che nel 1920 indicò con |’ ’objective correlative” «il solo modo di esprimere emozioni in forma d’arte [...] una serie di oggetti, una situazione, una catena di eventi ce saranno la formula di quella emozione particolare, in modo che, quando siano dati i fatti esterni, che devono condurre ad un'esperienza sensibile, venga immediata evocata l'emozione»): gli oggetti sono quindi correlati a specifiche emozioni. Tra gli autori italiani cui si ispirò vi sono Leopardi e Foscolo, ma anche Dante e Petrarca. LU OSSI DI SEPPIA (raccolta) (1925-1928) presenta un linguaggio «scabro ed essenziale», rifiuta le rotture radicali delle avanguardie, dunque concretezza delle cose e nomenclatura puntuale soprattutto per i paesaggi marino, vegetale e animale. Ironizza sui cosiddetti “poeti laureati” (ovvero coloro che sostavano che la composizione poetica avesse ragione di essere solo se portava alla gloria poetica, rappresentata dall’alloro), dunque i Crepuscolari e soprattutto da Gozzano ricava il ritorno a un linguaggio ironico e colloquiale, che si traduce in un’indagine appassionata del “male di vivere”. Su tutto domina il paesaggio marino e solare delle Cinque Terre: un mondo arido in cui la vita si rivela nel suo sgretolarsi; nel pomeriggio d’estate tutto sembra senza tempo e la voce del poeta è quella di una persona concreta immersa nel paesaggio, la vita appare inafferrabile, il soggetto tenta di entrare in rapporto con le cose ridotte alla loro essenza più nuda; l'osso di seppia, sballottato e levigato dalle onde, rivela appunto questa riduzione. Si distrugge così l'inganno su cui si base la vita normale, frana l'illusione su cui si reggono i falsi equilibri quotidiani. La ricerca di una realtà più profonda accresce la solitudine dell’io; destinatario è spesso una indefinita figura femminile. Il significato più profondo della raccolta è quello di una radicale negatività. LU LE OCCASIONI (raccolta) (1939) sono presenti cinquanta poesie divise in quattro sezioni. La parola poetica più che investigare il male di vivere, si concentra sugli oggetti dunque è presente un'attenta densità lessicale, fonica e sintattica. La raccolta in generale si avvicina all’ermetismo per la sua indecifrabilità: l'oscurità è l'oscurità e lo “squallore” della storia. La figura femminile individuata come destinatario appare quasi come una misteriosa forza salvatrice, dai poteri salvifici che la identifica quasi nella donna-angelo degli Stilnovisti. LU LA BUFERA E ALTRO (raccolta) (1956 e articolata in sette parti) già il titolo vuole dare l'impressione di una struttura più aperta i indeterminata. Emerge un aspetto quasi romanzesco nelle liriche, che si unisce al carattere enigmatico della figura femminile. Negli anni della guerra il “tu”, cui si rivolge l’io lirico, si identifica con Clizia (forse da identificare con la studiosa americana Irma Brandeis), che appare come una figura mitologica, antica amante del sole, trasformata in girasole. Se la lontananza della donna ‘amata richiama la Laura petrarchesca, nell'ultima parte appare la figura di “Mosca”, quasi un passaggio da una Beatrice a una Anti-Beatrice, identificata con la figura della “volpe”. La raccolta esprime tutto l’orrore del poeta per la guerra e l'angoscia del dopoguerra e degli anni della guerra fredda. Nelle liriche è presente il massimo della perfezione metrica e sintattica e si ha, soprattutto nella chiusura della raccolta, un'apertura verso materiali realistici, dato anche dall’uso di un linguaggio minuto e colloquiale. Il senso di pessimismo e di angoscia aumenta nella raccolta Conclusioni provvisorie in cui il mondo, secondo Montale, è sempre più minacciato dalla distruzione finale, immerso in fango e liquami industriale, rispetto ai quali occorre dare testimonianza di un modello umano e civile. La produzione di Montale visse un nuovo fervore poetico negli anni '60, quando il poeta adottò nelle sue liriche parodia e ironia, che danno alla sua poesia un tono quasi di conversazione dimessa. Essenziale è il riferimento alla memoria, ma anche alla dimensione della vecchiaia, che viene descritta come un cerchio, una sorta di scambio continuo fra echi perduti della giovinezza e vecchiaia compresente. LU SATURA (raccolta) (1971) presenta un miscuglio di temi, linguaggi e stili. Il fantasma descritto è quello della società tecnologica e amministrativa, che sfugge al controllo dell’uomo, ma che è sotto il controllo di un demone: non si può quasi discernere il bene dal male. Il mondo è descritto quasi come una trappola, che modifica i suoi connotati morali e fisici. L'esistenza procede incontrollabile e distruttiva: l’unica scelta possibile, per il poeta, è il non esistere, in un'ottica di evidente richiamo alla concezione empedoclea dell’esistenza. Le liriche successive agli anni ’70 si delineano come una sorta di comunicazione e di sopravvivenza del poeta nel mondo della civiltà di massa, quasi una sorta di intimo diario. CORRELATIVO OGGETTIVO La “poetica dell’oggetto è la poetica per cui Montale si associa simbolicamente le immagine, che quindi hanno un potere evocativo (già visto in Pascoli e nel Simbolismo). Questo potere evocativo era stato ripreso nei primi del ‘900 da Elliot in Inghilterra, che nel 1920 aveva riproposto l’aspetto saliente del simbolismo, coniando la “poetica del correlativo oggettivo”, che corrisponde alla “poetica dell'oggetto” di Montale.
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