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Eugenio Onegin - Aleksandr Puskin, Appunti di Letteratura Russa

Eugenio Onegin: riassunto trama, personaggi, analisi tematiche.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 26/02/2019

MaryTelese
MaryTelese 🇮🇹

4.5

(61)

20 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Eugenio Onegin - Aleksandr Puskin e più Appunti in PDF di Letteratura Russa solo su Docsity! Евгений Онегин Onegin è un giovane ricco, un dandy piuttosto egocentrico e molto coccolato dagli ambienti nobili di Pietroburgo. Disilluso e annoiato - si direbbe affetto da quello spleen che oltre vent’anni più tardi darà forma a uno dei lavori più celebri di Baudelaire, Les fleurs du mal - si ritira in campagna, dove stringe amicizia con un giovane poeta, Lenskij, che ha invece un animo puro e idealista. I due frequentano la casa della famiglia Larin: Lenskij si fidanza presto con una delle due figlie, Ol’ga, mentre l’altra, Tat’jana, si innamora di Onegin e glielo confessa in una lunga lettera che è uno dei momenti più alti del poema. Onegin respinge Tat’jana e corteggia, per noia e per fare un dispetto a Lenskij, Ol’ga, scatenando la rabbia dell’amico poeta, che lo sfida a duello. Onegin e Lenskij si battono e quest’ultimo rimane ucciso. Alcuni anni dopo Onegin incontra a Pietroburgo Tat’jana, che nel frattempo è andata in sposa a un generale. Stavolta le parti si ribaltano; Onegin si rende conto di amarla e la corteggia, ma lei, pur amandolo ancora, lo rifiuta per fedeltà al marito. Puškin in quest’opera cerca di concentrare e perfezionare tutti gli aspetti della sua grande creatività: egli definiva infatti la sua opera non poema ma “romanzo in versi”perché in essa si fondono l’epica, la lirica, un grande senso della narrazione e l’azione drammatica, come si vede soprattutto dai dialoghi di cui sono ricchi i versi. L’Onegin è un’opera unica al mondo, dunque, proprio per la sua forma: appartiene a un genere indefinibile che raccoglie e contiene tutti i generi possibili della narrazione e tutti i suoi toni. Nel corso della vicenda si passa infatti dal tono descrittivo a quello smaccatamente sentimentale all’ironia, si scava con una profondità rara nella psicologia dei personaggi, si traccia un quadro della società e delle polemiche culturali dell’epoca. E tutto questo accade spesso nel giro di pochi versi, grazie alla grande libertà espressiva alla base del poema puškiniano. A questa grande libertà di temi, toni e motivi, corrisponde però una struttura formale piuttosto rigida: ogni capitolo è composto da strofe di quattordici versi giambici (in tutto i versi sono 5541) con il seguente schema di rime:ababccddeffegg Fanno eccezione soltanto alcuni momenti particolari del testo: alla fine del terzo capitolo Ol’ga e Tat’jana cantano in una strofa di diciotto versi trocaici e le lettere che Tat’jana scrive a Onegin (e la lettera di risposta di lui) non rispettano lo schema delle rime. Questo sistema metrico rende il testo di una musicalità mai raggiunta prima e mai eguagliata in seguito nella lingua russa. È questo uno dei grandi meriti dell’Onegin: essere riuscito a creare musica con le parole in un’opera che è anche, allo stesso tempo, il più completo affresco dei sentimenti e degli ambienti frequentati dalla nobiltà dell’epoca. Ma la cosa forse più sorprendente del poema puškiniano è l’assoluta, quasi profetica aderenza tra ciò che racconta e la vita del poeta stesso. Anzitutto,l’autore è presente nella propria opera: interviene, commenta, entra in rapporto con i membri della società dove il libro è ambientato; guarda dall’alto il mondo che descrive e lo ritrae, raccontandone i risvolti sociali, il costume, le beghe politiche ed esprimendo opinioni sul proprio tempo. Ma non solo: è stato scritto che nella figura di Lenskij, Puškin avrebbe adombrato se stesso. Forse le cose non sono così semplici, eppure è vero che il poeta si sposò con una delle donne più belle e desiderate di Pietroburgo, Natal’ja Gončarova, che fu a lungo corteggiata - si sospetta con successo - da un barone francese di stanza in Russia: Georges D’Anthès. Gelosissimo, Puškin sfidò a duello il barone, dopo anni in cui la società pietroburghese aveva chiacchierato a proposito dei due amanti. Il 27 gennaio (8 febbraio per il nostro calendario) del 1837 il duello ebbe luogo. Come Lenskij, Puškin riportò una ferita mortale all’addome e spirò due giorni più tardi. Digressioni e contrapposizioni. La presenza dell’autore, con i suoi interventi, permette una gran libertà di contenuti. Le digressioni sono continue e toccano gli argomenti più vari: la vocazione letteraria, le polemiche, le scelte poetiche, gli stati d’animo, i ricordi e le nostalgie, le scene ambientali, le tradizioni e il folklore, ecc… e l’andamento del racconto procede così, zigzagando. Questa libertà di contenuti è compensata, peraltro, dalle esigenze rigorose della forma: è un romanzo in versi ed è stata scelta la strofa di dodici versi, simile al sonetto, che spesso appare come un componimento chiuso in sé. C’è anche un altro elemento che contribuisce a strutturare fortemente il testo: l’Eugenio Onegin è un poema costruito sulle contrapposizioni permanenti, dalle più visibili alle più segrete (e le contraddizioni interne proprie ai personaggi rientrano in questo gioco sottile), mettendo in atto tutta una rete di corrispondenze che danno al romanzo una ricchezza e una complessità straordinarie e lo rendono così accattivante. Esempio: Onegin, annoiato, disincantato, disilluso/Lenskij, entusiasta, ingenuo, ottimista oppure Tatiana, morettina, taciturna, ardente, sognatrice/Olga, bionda, allegra, leggera, spensierata Esempio: la città, con la sua vita brillante, mondana/la campagna, con la sua vita patriarcale, ancorata alle vecchie usanze Esempio: l’amore/il matrimonio oppure la lettera di Tatiana/la lettera di Eugenio. Chi è Eugenio? La noia del protagonista deriva dall’ozio e dalla sazietà, ed è all’inizio, almeno in parte, una posa legata al dandismo, un atteggiamento di moda. Ma si tratta anche, certamente, di una sua predisposizione (già fin dall’inizio del racconto, cap.1, strofa VIII, Puskin accenna alla sua “malinconica pigrizia“) e l’insistere sulla noia di Eugenio, vero e proprio leit-motiv, costituisce uno dei fili conduttori della trama. Da notare, peraltro, le ambiguità di Puskin nei confronti di Eugenio: giudizi contraddittori, appena pronunciati, sono immediatamente corretti o contraddetti; i dubbi di Tatiana, le domande che si pone nel cap.7, strofa XXIV “chi è dunque, angelo o altero demonio?“; i tanti punti di vista enunciati sotto forma di pettegolezzi da salotto, vedi cap.8, strofe VII-VIII. Ad esempio: l’Onegin del cap.1, dalla inesistente cultura poetica “non provava grande passione… per le armonie del verso, e non sapeva distinguere un giambo da un coreo“, opposto all’Onegin del cap.8, che ha acquisito una competenza tale della grammatica dei versi russi che perdendosi nei suoi sogni “per poco non divenne poeta“; l’Onegin del cap.4, disincantato, cinico, opposto dell’Onegin gentiluomo che, in risposta alla lettera di Tatiana, rifiuta la parte del seduttore ed invece recita una predica alla ragazza (strofe XII-XIV). Qui Eugenio, un tempo gran seduttore, svolge la parte del saggio censore e Puskin, anche se un po’ironicamente, elogia il suo comportamento (strofa XVIII). Ma se anche nel corso del romanzo Eugenio si trasforma, ci appare sotto tante sfaccettature; quello che costituisce la sua unità è il tedio, la noia (“le mal du siècle“, quel male che colpisce la gioventù europea dopo il crollo dell’avventura napoleonica). Eugenio dall’inizio alla fine è fedele al suo “spleen“, alla sua ipocondria. E in ogni caso Puskin non lo giudica mai: “Perchè parlate così ostinatamente di lui? Forse perchè senza mai stancarsi ci affanniamo a giudicare di tutto…“. L’evoluzione dei personaggi. Col passare del tempo tutto cambia e quindi cambiano anche i personaggi. Eugenio, il disincantato, l’annoiato, il pessimista denigratore, nell’ultimo capitolo si innamora perdutamente di Tatiana che aveva così freddamente respinta anni prima. Tatiana stessa, la giovinetta semplice e provinciale, è diventata una dama d’alta società, il fulcro dei salotti aristocratici e mondani di Pietroburgo. Cambiano sì, ma cambiano pure rimanendo fedeli a se stessi. Eugenio è fedele alla sua noia, al suo tedio, elementi che lo caratterizzano per tutto il romanzo. E anche il suo amore per Tatiana, non è forse così appassionato, prorompente, perchè sa bene che non potrà mai avere Tatiana? Non sarebbe, in fin dei conti, altro che l’eterna legge del desiderare ciò che si sa non si potrà ottenere? Tatiana, la sognatrice, è fedele al suo sogno d’amore, quel segreto che
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