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Excursus Storia Sociale dell'Arte- da POLICLETO a ENRICO CASTELNUOVO, Appunti di Storia Dell'arte, Appunti di Storia Dell'arte

Excursus origini e sviluppi della storia dell’arte: per comprendere ruolo, origine e senso della storia sociale dell’arte. -30 pagine in cui vengono citati i più importanti nomi e correnti di pensiero della storia dell'Arte. Ho scelto di utilizzare sia un metodo "schematico", sia un metodo più discorsivo per rendere chiari concetti anche a chi si approccia per la prima volta alla Storia dell'Arte

Tipologia: Appunti

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Scarica Excursus Storia Sociale dell'Arte- da POLICLETO a ENRICO CASTELNUOVO, Appunti di Storia Dell'arte e più Appunti in PDF di Storia Dell'arte solo su Docsity! Excursus origini e sviluppi della storia dell’arte: per comprendere ruolo, origine e senso della storia sociale dell’arte. La storia dell’arte è un ramo della storia, e di conseguenza ha a che fare con la cronologia: - necessario inquadrare gli avvenimenti artistici e collocarli nel contesto temporale nel quale sono stati concepiti. - L’arte è connessa al concetto di durata: uno dei suoi moventi più profondi è proprio l’ambizione a realizzare opere destinate a durare nel tempo. - Anche se l’arte si estende oltre il confine cronologico nel quale è stata concepita, per interpretarla bisogna risalire al contesto in cui affonda le sue radici. Oltre alla cronologia sono importanti le questioni legate allo spazio (nella quale è posta e per la quale è stata realizzata), e alla geografia. (Carlo Dionisotti: critico letterario, autore di Geografia e storia della letteratura italiana—pagina 1-2: lo scrittore di letteratura può scrivere un libro stando all’interno di una biblioteca, uno scrittore di biografie di artisti deve viaggiare per il mondo.) Le opere d’arte posso essere riprodotte, ma anche la riproduzione più perfetta non potrà sostituire la visione diretta dell’opera d’arte. Per quanto utili per gli studi dello storico dell’arte, le fotografie alterano e nascondere elementi fondamentali di ciò che riproducono (colori, materiali…): una scultura va vista nel variare della luce naturale, e spesso è stata concepita in modo che lo spettatore possa girarle attorno, godendo di una molteplicità di visuali. La riproduzione ne falsa la tridimensionalità e il suo rapporto con lo spazio circostante e con le mutevoli condizioni della luce. Lo stesso per l’architettura, per essere capita e valutata appropriatamente, deve essere percorsa oltre che osservata e indagata in ogni sua aspetto progettuale e costruttivo. L’opera d’arte va vista nell’ambiente in cui si trova, meglio ancora se questo coincide con il luogo cui essa era destinata. L’artista quando realizza un’opera d’arte si deve preoccupare anche dell’adattamento dell’opera all’ambiente e alle condizioni in cui viene esposta una volta terminata; esempio della Crocifissione di San Piero e la Conversione di Saulo di Michelangelo da Caravaggio, eseguite all’alba del Seicento proprio per il luogo in cui tuttora si trovano: la Cappella Cerasi nella chiesta romana di Santa Maria del Popolo. (pagina 5) Non sempre le opere d’arte sono rimaste nei luoghi per i quali sono state concepite, se uno storico dell’arte vuole approfondire l’interpretazione dell’opera deve tener conto di questo importante fattore. È necessario tener presente che l’opera è una testimonianza molto peculiare, ha una storia e una sua vita: viene restaurata, invecchia, si degrada e a volte viene modificata. IL RESTAURO stesso interviene a modificarne drasticamente la consistenza. Anche il più attento e delicato, quindi l’opera rischia di riflettere qualcosa del gusto e delle abitudini visive dell’epoca in cui subisce l’intervento di restauro (è infatti possibile identificare una storia del restauro parallela) è per questo che Giovanni Urbani, il quale diresse l’Istituto Centrale del Restauro negli anni Ottanta, indicò la strada della prevenzione e della periodica “manutenzione” delle opere d’arte: per rallentarne l’invecchiamento. Urbani paragona il restauro ad un drastico intervento chirurgico, che deve essere effettuato solo quando non c’è altra via. Excursus origini e sviluppi della storia dell’arte: per comprendere ruolo, origine e senso della storia sociale dell’arte. Le prime fonti che abbiamo della storia dell’arte risalgono all’Antichità: lo scultore greco POLICLETO (V secolo a.C.) una delle massime figure della scultura greca del periodo classico, - creò l’IDRORIFO, la sua opera più celebre: illustra il CANONE POLICLETEO: Policleto tratta il tema della bellezza del corpo umano, e rappresenta il bello a chiasmo: arti disposti in maniera da dare un effetto di equilibrio e movimento (sono presenti contrapposizioni: a una gamba flessa e arretrata corrisponde dall’altro lato alla gamba stesa nella sua lunghezza) utilizza parametri aritmetici e proporzionali che devono essere presenti proprio per mostrare il bello del corpo. [temi verranno ripresi nei secoli] Insieme al tema della riflessione dell’arte e del bello, si sviluppa la BIOGRAFIA DEGLI ARTISTI che inizialmente vive in parallelo alle biografie degli uomini “Illustri”, uomini colti e d’intelletto; Il RUOLO DELL’ARTISTA ha subito diverse variazioni nel corso dei secoli nel medioevo c’era una netta distinzione tra: - arti liberali cioè quelle arti che, seppur necessitavano di manualità, erano arti di intelletto, a loro volta divise in: -arti del trivio: grammatica, retorica e dialettica; -arti del quadrivio: aritmetica, geometria, musica e astronomia. - E arti meccaniche, intendendosi con queste a tutte quelle attività di carattere artigianale o artistico la cui principale modalità operativa è costituito, appunto, dall’abilità manuale. A partire dal XV secolo: artisti volontà di emancipazione da questa condizione subalterna; grazie alla considerazione sociale di cui l’artista godeva soprattutto nei maggiori centri dell’Italia rinascimentale, si arrivò alla metà del 500 con la prima istituzionalizzazione dell’arte: - venne creata l’Accademia delle Belle Arti di Firenze, grazie alla quale gli artisti locali potevano organizzarsi autonomamente e godere di uno stato simile a quello degli adepti delle arti liberali. Il termine e l’idea stessa di “accademia” deriva dalla celebre scuola filosofica ateniese fondata da Platone, nei cui ambienti e giardini i grandi filosofi, letterati e studiosi di scienza ammaestravano i propri allievi. A partire dal Quattrocento, nei maggiori centri culturali del Rinascimento (come Roma o Firenze) filosofi, letterati e studiosi di scienza istituirono come propria sede di dibattito e di approfondimento altrettante Accademie. Gli astisti fiorentini grazie all’eccellenza del loro linguaggio visivo, soprattutto grazie a grandi artisti come Leonardo, Raffaelo, ma soprattutto Michelangelo, riuscirono a farsi riconoscere un ruolo di importanza attraverso la costituzione dell’Accademia delle Arti del Disegno (1563) il cui ideatore e massimo protagonista fu il pittore, architetto e storiografo Giorgio Vasari. Le accademie d’arte si diffusero a macchia d’olio diventando il principale luogo di rappresentanza istituzionale degli artisti nei maggiori centri italiani ed anche stranieri. Le arti visive entravano così nel gruppo delle arti liberali, ma questa conquista così faticosa è tutt’oggi minacciata; fino a qualche anno fa in Italia alla Accademie di Belle Arti non era riconosciuto uno statuto di tipo Universitario, e la loro situazione odierna viene definita “parauniversitaria”. Excursus origini e sviluppi della storia dell’arte: per comprendere ruolo, origine e senso della storia sociale dell’arte. ? si chiede inoltre se l’artista deve solo guardare agli artisti del passato oppure deve riproporre la natura, quindi riproporre anche il contesto in cui vive. E questo ci proietta in quello che è il dibattito umanistico rinascimentale. ? Si chiede se è meglio creare una sintesi tra la pratica artistica del passato e quello che è il modello offerto dall’analisi di riproduzione della natura; quindi le tecniche utili per una fedele rappresentazione del reale. Nel testo inoltre si affronta il tema del ruolo dell’artista all’interno della società. È uno dei primi che riferendosi ai modelli a cui il pittore può far riferimento, parla di Giotto (è proprio Cennini che identifica in Giotto un artista da prendere come riferimento). Viene data importanza al disegno, su cui vengono fatte molto riflessioni e vengono fornite diverse indicazioni. Cennino vede il disegno come strumento primario per la conoscenza del reale e come riflesso del procedimento del creare artistico. LORENZO GHIBERTI è un artista, un orafo, un pittore, uno scultore e in parte anche un architetto. È protagonista della scultura fiorentina, della scultura di metalli, di bronzo. Gli venne commissionata la PORTA NORD del Battistero Fiorentino, ha un valore simbolico nella storia dell’arte così come la PORTA DEL PARADISO. Nel concorso per la realizzazione di quest’opera Ghiberti si mette in competizione con Filippo Brunelleschi (colui che risolve il problema della copertura a cupola della Cattedrale di S. Maria del Fiore di Firenze) Riprende la tradizione che partiva da Duride di Samo delle Biografia degli artisti e introduce l’AUTORITRATTO. L’autoritratto mette in mostra l’autoconsapevolezza che Ghiberti aveva di lui stesso. Inoltre introduce la sua voce biografica alla conclusione della redazione delle serie delle biografie del ‘300 nel secondo libro dei COMMENTARI. I Commentari furono redatti nell’ultima parte della sua vita, quindi da artista più maturo e affermato, voleva creare un’opera ambiziosa: sono articolati in tre libri: 1- dedicato alla produzione artistica dell’antichità 2- (il più interessante) attraverso le biografie degli artisti realizza una ricca panoramica delle personalità rappresentative del ‘200 e del ‘300 e non solo in ottica “fiorentinocentrica” ma con un’apertura ad altre realtà: come l’ambito senese (napoletano) e quello romano. Non descrive solo i pittori ma dedica spazio anche alle sculture e descrive lo scultore “GUSMIN”, figura che ancora oggi gli storici dell’arte non sono riusciti ad identificare con un personaggio. Da valutazioni sulle tecniche di artisti a partire sempre con un riconoscimento di primato a Giotto, identificandolo come figura di “rottura”/di rivoluzione, ma riconosce anche alla scuola senese, in particolare alla figura di AMBROGIO LORENZETTI, un ruolo importante soprattutto per la ricerca dello spazio, la descrizione dello spazio, la capacità di resa illusionistica dello spazio. Inoltre inserisce alla fine delle biografie, Ghiberti tratta degli artisti attraverso le loro opere descrivendole meticolosamente, la sua biografia personale. 3- si collega all’interesse che l’artista ha per lo spazio. A lui interessa la resa illusionistica dello spazio e tratta le TEORIE DELLA VISIONE: utilizza trattati di ottica antichi (medioevali) come fonti. I commentari trattano argomenti misti con una forte componente biografica, interessante e innovativa. Excursus origini e sviluppi della storia dell’arte: per comprendere ruolo, origine e senso della storia sociale dell’arte. LEON BATTISTA ALBERTI è più intellettuale che artista. Scrive tre opere che trattano le tre arti maggiori: la pittura, la scultura e l’architettura. Leon è una figura poliedrica, complessa, studia la storia classica antica, viaggia molto soprattutto a Roma, proprio dove studia le attività classico (che sono alla base della conoscenza artistica). Le tre opere di Leon sono scritte in periodi di vita diversi; sono trattazioni in un ottica non solo in carattere teorico-pratico, ma con un’idea di restituire a queste tre arti un imprinting “Intellettuale”. In prima stesura in Latino, e questo fa capire che il pubblico di destinazione è alto, intellettuale. 1- Il primo trattato è quello della PITTURA: DE PICTURA (1436/1436) dedicato al Marchese di Mantova (uno dei protettori più importanti nella vita di Leon. Venne redatta una seconda stesura in Volgare, la quale venne dedicata al suo amico Filippo Brunelleschi con il quale condivideva l’interessa per l’antichità romana. DE PICTURA è strutturato in tre libri: - il primo libro ha il tema più importante, quello della PROSPETTIVA; -il secondo libro tratta della rappresentazione della pittura, la luce nella pittura… - il terzo libro è molto importante anche nell’ottica del ruolo dell’artista. Inserisce l’artista nella società quasi a livello di intellettuale, non solo come un artigiano. 2- Il secondo trattato è quello dedicato alla SCULTURA: DE STATUA redatto negli stessi anni ma iniziò a circolare nella metà del ‘400. Scritto in latino. È un volume unico che contiene 19 capitoli e esprime la volontà di definire diversi modi della pratica della scultura; Alberti crea distinzione tra: scultura che si ottiene togliendo materiale; e scultura che si ottiene aggiungendo materiale (modellazione con creta ma anche fusione del bronzo) Tratta di proporzioni, movimento… aspetti formali e percettivi. Il secondo volume fu “meno fortunato” 3- Il terzo trattato è DE RE EDIFICATORIA: metà del ‘400, scritto in latino. Articolato in 10 libri, prende come modello “De Architectura di Vitruvio” Ebbe una fortuna enorme, venne stampato nel 1485, quando Alberti era già morto. Analizza tutti gli aspetti del FARE ARCHITETTONICO: -Luogo in cui viene costruita un’architettura (primo libro) -Materiali da costruzione - Tipologie di edifici (4°-5° libro), uno degli aspetti più nuovi era proprio lo studio della forma architettonica in base alla funzione; -bellezza architettonica, armonie, proporzioni simmetriche… -macchine utilizzate; -e negli ultimi libri da specifiche sulle modalità di costruzione; Nell’ultimo libro parla di IDRAULICA e di applicazione di architettura e ingegneria militare. Excursus origini e sviluppi della storia dell’arte: per comprendere ruolo, origine e senso della storia sociale dell’arte. Il terzo trattato di Alberti apre a una ricchissima produzione di trattati di professionisti… Ci fu una grande diffusione europea e non solo: ANDREA PALLADIO, architetto, realizza la sua prima opera intorno ai 20anni: trattato di architettura (scritto in volgare) nel 1570, e lo pubblica a Venezia. Scrive il trattato partendo da Vitruvio, è un trattato molto illustrato ed è presente all’interno la tavola che mostra l’intervento di riplasmazione del Palazzo Civico Vicentino (Basilica Palladiana). Ha una fortuna enorme e viene tradotto in più lingue: francese, inglese, olandese, spagnolo… La sua architettura continuerà ad avere fortuna anche nel tempo e le sue teorie e creazioni danno vita alla reinterpretazione dell’architettura classica. I modelli del NEOPALLADESIMO andranno fino agli Stati Uniti e all’America Latina; nel corso dell’800 anche in ambito asiatico. Il trattato di Palladio è diviso in 4 libri: 1- scelta dei materiali; tecniche; gerarchia ordini architettonici (di Vitruvio); fino alla definizione delle parti costituenti dell’edificio. 2- illustra progetti architettonici prendendo spunto dalla sua esperienza di architetto: palazzi, ville (fondamentali nella cultura rinascimentale); 3- architettura urbanistica: (presente la Tavola della Basilica Palladiana di Vicenza), progettazione di strade, ponti, piazze… 4- sottolinea il fondamento che l’architettura cinquecentesca riconosce nell’architettura romana. Palladio ripropone una selezione di 26 edifici romani che lui stesso ha visto a Roma. ALBARET DURER è un pittore tedesco, si dedica maggiormente alla pittura e si interessa della trattatistica per divulgare quelle che sono le sue scoperte. Viaggia molto anche in Italia e rielabora in sintesi ciò che apprendere e lo confluisce in trattati; ne scrive tre: 1- TRATTATO SULLA GEOMETRIA 1525 (la geometria sta alla base del suo pensiero) 2- TRATTATO SPECIALISTICO DI ARCHITETTURA MILITARE- TRATTATO DI FORTIFICAZIONI due anni più tardi rispetto al primo. 3- TRATTATO SULLE PROPORZIONI UMANE, 1528 (dopo la sua morte) La peculiarità è che scelse di redigerli nella sua lingua madre, e chiese il supporto di amici umanisti dell’ambito tedesco per tradurli in latino; Inoltre premette per far stampare e divulgare questi testi (la stampa iniziava ad essere un mezzo molto potente) Infine alla base del suo pensiero: GEOMETRIA E MATEMATICA, che secondo lui dovevano stare alla base del “fare pittorico”, fornivano idee comuni per la rappresentazione dei corpi, della figura umana e dello spazio. La geometria e la matematica aiutano a dare una rappresentazione più realistica di ciò che c’è in natura. È la “quinta essenza” di ciò che è il pensiero umanistico rinascimentale  la geometria e la matematica per leggere l’essere umano e la natura! [molto importante] Excursus origini e sviluppi della storia dell’arte: per comprendere ruolo, origine e senso della storia sociale dell’arte. I nessi che legano l’arte al contesto politico sociale sono messi in luce da un altro importante personaggio: DENIS DIDEROT uno dei massimi rappresentanti dell'Illuminismo e uno degli intellettuali più rappresentativi del 700 secolo . - Promotore, direttore editoriale ed editore dell'Encyclopédie. - Oltre al lavoro enciclopedico, Diderot scrisse numerose opere filosofiche e teatrali, romanzi, articoli e saggi su disparati argomenti, occupandosi di arte, storia, politica e società. - È interessato alla contemporaneità, redige commenti sulle periodiche esposizioni dei salò a Parigi e questi resoconti critici sulle esposizioni di arte contemporanea saranno pubblicati alla fine del 700 - Opera sulla contemporaneità dando chiavi di lettura sul fare contemporaneo, inizia così la nascita della critica d’arte, altro ramo della riflessione sul fare artistico contemporaneo. In questo ambito viene dato un contributo anche dal mondo anglosassone: GEORGE VERTUE GEORGE VERTUE incisore e antiquario; si interessa alla storia dell’arte dell’Inghilterra del 700, non che fosse molto ricca, ma lui inizia a studiare in merito e non si limita solo a dirigere un lavoro sulla scia Vasariana [di Giorgio Vasari] (raccogliendo biografie di pittori e artisti) ma si dedica proprio alla ricerca attraverso l’analisi documentale dei committenti delle opere, sulle istituzioni artistiche di quel periodo, sul mercato dell’arte… - Vertue può essere considerato uno dei precursori di quella che è la storia sociale dell’arte. [La figura di WINKELMANN così come quella di VERTUE danno il via a quella che poi diventerà la professione dello “storico dell’arte”] - primi intellettuali e storici che si dedicano integralmente alla professione di conservatore di museo e storico dell’arte: LUIGI LANZI- una volta perso il suo ruolo all’interno della compagnia di gesù, lavora al servizio dei Medici, custodendo, riordinando e studiando le enormi collezioni. Studia la storia dell’antichità, esperto di reperti e scrittura etrusca, studia la storia dell’arte dal medioevale fino alla sua contemporaneità. - 1780 vengono aperti gli Uffizi: diventa uno dei conservatori, e viene incaricato di fare un’opera innovativa: guida dei musei Deve descrivere il riordinamento e le novità presenti La prima guida degli Uffizi viene realizzata nel 1782 Creare una guida permette quindi ad un pubblico più ampio di accedere alle opere d’arte, questo tema di divulgazione dell’arte è un tema fondamentale per Lanzi. Excursus origini e sviluppi della storia dell’arte: per comprendere ruolo, origine e senso della storia sociale dell’arte. A fondo di queste scelte di creare opere divulgative c’è una convinzione che le arti figurative e architettura abbiano un lavoro educativo e che debbano entrare nel programma educativo degli individui. - Nel corso degli anni ottanta e poi soprattutto nei primi anni 90 esce la prima parte della storia pittorica di Italia (dedicata alla parte centrale d’Italia: pittura fiorentina senese romana e napoletana) Non vuole fare un’opera alla Vasari, vuole creare un’opera di insieme: una lettura ampia che tocchi tutte le realtà geografiche anche quelle che non hanno una tradizione artistica divulgata (stato sabatico/piemonte). Viaggia per tutta l’Italia per conoscere reperti, documenti e scrivere la parte di storia relativa all’Italia settentrionale; redige appunti, taccuini... Viene pubblicata nel 1795-96 prima in tre volumi che poi si moltiplicarono Novità: -volontà e necessità di vedere tutto ciò di cui parla, e di vedere di prima mano documenti e carte che parlano di questi artisti - organizza il suo testo dividendolo per scuole pittoriche regionali: descrive dividendo in ambiti regionali tutto ciò che si è sviluppato, in ordine cronologico dal medioevo fino alla contemporaneità. -Non ha solo interesse verso l’antico o dal rinascimento in avanti, ma sull’onda di una sensibilità che coinvolge studiosi a livello europeo, rivaluta la storia dell’arte medioevale li chiama primitivi gli artisti medioevali (: prima dell’arte umanistica rinascimentale) e chiama le loro opere “fondi oro”, per l’oratura da sfondo nelle tavole. LEOPOLDO CICOGNARA: scrive la prima storia della scultura italiana; ricalca la storia pittorica di Lanzi nella scelta dell’arco cronologico. Prima opera dedicata alla scultura dopo il “DE STATUA” di Alberti, - la storia della scultura di Cicognara è illustrata e ha una serie di tavole incise che fanno da corredo ai tre volumi. Inizia dal risorgimento in Italia fino ai primi decenni dell’800, si conclude con l’apologia di Canova e cultura Neoclassica. Quando inizia il risorgimento della scultura in Italia? Secondo Cicognara l’inizio ha origine da partire da fine 200 a inizio 300: riconosce quindi un valore alla scultura basso medioevale. Nel suo testo esegue un percorso con linea evolutiva: - presenta vari gradi di progresso: cultura umanistica, con Donatello - Perfezione con Michelangelo - Condanna Neoclassica al barocco e quindi Corruzione alla scultura di Bernini - Stato di eccellenza con Canova - Cicognara mette in relazione le opere d’arte e le personalità della scultura di ogni epoca con gli avvenimenti storici e le altre espressioni artistiche coeve: Contestualizzazione della storia della scultura la riscoperta dell’età medioevale, soprattutto del gotico ha delle origini che risalgono al 700, non tanto in Italia quanto però nel mondo anglosassone. Excursus origini e sviluppi della storia dell’arte: per comprendere ruolo, origine e senso della storia sociale dell’arte. Dall’Inghilterra emerge: JOHN RUSKIN Ruskin ama moltissimo: VENEZIA, non solo per l’architettura ma anche per la pittura di Tintoretto. L’affermarsi di una prima società industriale tra la fine del 700 e primo 800, portano a una reazione da parte di alcuni intellettuali, al rifiuto dei modelli sociali e artistici e alla rivalutazione di quelli che sono i modelli economico-sociali dell’età medioevale e, di conseguenza, ad una rivalutazione di modelli architettonici e artistici del passato. Ecco quindi che la rivalutazione del medioevo e del gotico nasce da delle motivazioni di carattere economico-sociale. Nella letteratura ci sono due punti focali mai messi in dubbio, i capi saldi della letteratura artistica; i momenti apicali dell’arte sono due: l’arte antica greco-romana e la rilettura e rielaborazione dell’antico che offre il Rinascimento. Invece Ruskin mette in luce come secondo lui l’apice della produzione artistica, che si lega anche al discorso di società, quindi la società che lui vede come più funzionante, migliore, non sia quella rinascimentale ma quella medioevale. Mette quindi in dubbio il rinascimento come momento apicale dell’arte occidentale. Altro tema importante del suo pensiero, è il RESTAURO: Ruskin è contro l’intervento di restaurazione. Né per far tornare l’oggetto ad una forma “originaria” né tanto mento per rinnovarlo con lo stile della contemporaneità. Per Ruskin l’opera bisogna preservarla anche utilizzato la fotografia che approdava nella società proprio in quegli anni. In parallelo a questo recupero del medioevo, riconoscendole delle posizioni rilevanti, c’è un filone di studi che vede nel mondo rinascimentale l’apogeo della cultura occidentale. Tra gli assertori, grande storico: JACOB BURCKHARDT professore di storia, molto appassionato di storia dell’arte, soprattutto dell’arte italiana. è uno dei primi storici che riceve una proposta per l’insegnamento universitario della storia dell’arte come disciplina a se stante; proposta che rifiuta. La prima cattedra di storia dell’arte arriva in Germania ad inizio del 900. Viaggia molto in Italia proprio per approfondire questo tema e pubblica alla fine dei suoi studi in merito: la civiltà del rinascimento in Italia. Un’opera totale in cui tutte le arti sono lette all’interno di una storia politica economica e sociale (storia sociale dell’arte). Come reazione all’affermarsi di questo Gothic Revival formula un giudizio di netta separazione tra periodo medioevale (oscurantismo, regressione) e Rinascimento che vede come totale rinnovamento. Nella sua opera fa un’analisi della figura dell’artista e sul ruolo dell’opera d’arte, soffermandosi anche sul significato del ritratto, del simbolo comunicativo dell’opera d’arte e inizia anche a parlare della storia del collezionismo. Nel corso dell’800 c’è un proliferare di produzione artistica, si allarga il pubblico interessato all’arte, si estende il mercato dell’arte, del collezionismo, nascono moltissimi musei… E questo porta ad un ulteriore incremento di professionisti: studio storia arte, conservazione musei… tutto ciò porta a voler riconoscere un’indipendenza del mondo artistico, delle sue opere e dello studio, rispetto alle altre discipline (: principio dell’ ART PUR L’ART) Excursus origini e sviluppi della storia dell’arte: per comprendere ruolo, origine e senso della storia sociale dell’arte. Utilizzava questo metodo per memorizzare e abituare la memoria visiva e cogliere così i caratteri specifici di ciascun autore. Cavalcaselle sostiene di poter distinguere distinzioni di stile in tutte le parti dell’opera, al contrario di Morelli che invece si concentrava sui dettagli, Cavalcaselle da importanza a tutta l’opera dato che i segni presenti possono essere spie di una ripetitività di azione e quindi possono essere utili per un’eventuale attribuzione. Oltre a dare la paternità all’opera, Cavalcaselle datava e sistemava in maniera cronologica quelle opere che lo necessitavano. -Scrisse una vera e propria storia dell’arte italiana di ampio respiro però dedicata solo alla pittura, che uscì in più volumi tra gli anni ottanta e inizio primo 900. Cavalcaselle, in quanto promotore del patrimonio artistico, si batte molto per difendere il patrimonio artistico nazionale, quindi è pro al restauro per la conservazione dell’opera. (al contrario di Ruskin). BERNARD BERENSON: nasce nel 1865 ed è la più celebre figura di conoscitore, utilizza il metodo Morelliano. Il conoscitore ha un approccio allo studio dell’opera paziente, dettagliata e minuziosa. La lente è lo strumento di lavoro insieme alla matita e al taccuino. Berenson è importante per l’arte internazionale, scrisse opere di storia dell’arte rinascimentale italiana, si interessa di collezionismo ed entra all’interno del mercato dell’arte; viaggia molto e si trasferisce a Firenze dove conferma il suo amore per l’arte italiana (soprattutto pittura del 4 e 500), e diventa un agente (pagato in denaro) per la compravendita di opere d’arte. Essendo un sostenitore anche dell’arte a lui contemporanea, contribuì ad una promozione sul mercato statunitense di queste importanti personalità di artisti. All’interno della sua villa, “Villa I Tatti”, dispone una sua collezione di opere d’arte. Ad oggi viene utilizzata per studiare la storia dell’arte, ospita la biblioteca e le opere d’arte di Berenson. ADOLFO VENTURI: Nel 1901 gli viene data la prima cattedra universitaria di storia dell’arte a Roma, è il fondatore della disciplina della storia dell’arte a livello universitario in Italia. Venturi non utilizza solo il metodo di osservazione e comparazione, ma si serve anche di documenti e libri per studiare l’arte. Si forma a Modena, città in cui Francesco V d’Este, ultimo sovrano regnante del Ducato di Modena, istituisce la Galleria Estense: dove dagli anni 80/90 dell’800 viene curata proprio da Adolfo Venturi, il quale studia la storia del mecenatismo e del collezionismo estense. Le analisi sul mondo estense lo portano a relazionarsi con mezza Europa e lo stimolano a lavorare alla prima rivista d’arte scientifica: “archivio storico dell’arte”, e quando chiude nel 1898 Venturi fonda: L’ARTE, rivista scientifica di arte riccamente illustrata: utilizza 18mila fotografie. Nel 1901, in concomitanza al posto all’università, pubblica il primo manuale di storia dell’arte italiana onnicomprensivo: 11 volumi divisi in 25 tomi. Excursus origini e sviluppi della storia dell’arte: per comprendere ruolo, origine e senso della storia sociale dell’arte. La pubblicazione termina con l’entrata in guerra e con la morte dell’autore, comprende dal Paleocristiano fino al 500, aveva però l’ambizione di comprendere l’arte fino alla contemporaneità. ROBERTO LONGHI: [viene ritratto dall’amico AMERIGO BARTOLI: pittore romano, che si afferma negli anni 20/30 del 900 sulla linea del ritorno all’ordine. Nel primo dopoguerra frequenta diversi salotti letterari italiani lavorando come ritrattista: SOFFICI, UNGARETTI,CARDARELLI…] Longhi oltre che importante storico dell’arte, conoscitore…è stato anche un grande collezionista e una grande personalità coinvolta nel mercato dell’arte. Ha avuto il privilegio di sdoganare fenomeni artistici che ancora non venivano affrontati negli studi dell’arte: si laurea con una tesi su CARAVAGGIO, appassionato a questa figura porta il 600 Barocco che ancora fatica ad essere riconosciuto in Italia. Si interesse molto anche all’arte di fine 800 e primo 900: spazia dagli impressionisti, al ritorno all’ordine, alla metafisica… Fino ad arrivare alla (sua) contemporaneità. Dal 1922 inizia la sua carriera universitaria in varie città, Roma, Firenze… Ambiti di ricerca: Negli anni 30 studia la cultura del 400, affronta studi sul mondo estense, sull’officina serrarese che era un ambito ancora poco studiato. A partire fagli anni 30 inizia a promuovere eventi espositivi: pionieristici per la storia delle esposizioni in Italia. Scelta dei temi delle mostre: Tra 35 e 36 organizza a Bologna una mostra dedicata al 700 Bolognese (ambito sconosciuto; studiare il 700 era cosa rara già in altri contesti in più solitamente si studia l’arte veneziana, non il classicismo Settecentesco bolognese) Negli anni 50 si indirizza sul recupero del 600, non solo su Caravaggio ma anche sui Caravaggeschi (la lettura di Caravaggio oltre a passare attraverso personalità italiane, passa dal mondo delle fiandre, dei francesi…) 1953 organizza prima mostra dedicata ai pittori (della realtà, chiamati così da lui) del 6 e 7cento attivi in Lombardia. Le sue collezioni di arte antica e del 900 sono donate, sotto sua espressa volontò, insieme alla sua biblioteca, alla Villa Fiorentina: sede istituto più prestigioso per il perfezionamento degli storici dell’arte. -Fonda riviste importanti, come la “Critica d’arte”, tutt’oggi attiva. . A cavallo fra 8 e primi decenni 900; all’interno dell’università di vienna, oltre al filone formalista e puro visibilista, si levano anche altre voci. Una tra le più interessanti soprattutto x l’apporto alla storia dell’arte è quella di: JULIUS SHLOSSER: Voce significativa per l’apporto che ha dato alla storia dell’arte; Nasce a Vienna 1866 e muore 1938. 1922 cattedra storia dell’arte università di Vienna. Excursus origini e sviluppi della storia dell’arte: per comprendere ruolo, origine e senso della storia sociale dell’arte. Assume delle posizioni differenti rispetto al purovisibilismo. Grande passione che fu tema portante di molti suoi saggi, è la cosiddetta "Hofische Kunst" (l'arte di corte): Termine coniato lui, descrive l'arte del gotico internazionale che fiorì nelle corti europee della fine del Trecento, inizio Quattrocento. Indagava e studiava anche il contesto storico e culturale nel quale le opere si manifestano, commentato mediante ampie riflessioni nell'ambito della musica, della filosofia, della scienza, della religione: L'opera d'arte non era più considerato un fatto isolato, diventava un mondo più complesso che viveva in uno spazio storico assai più articolato. Elemento portante di questa nuova visione storica e antiformalista è l'iconografia. Nell'ambito dell'arte cortese, Schlosser individuava quattro filoni che variamente s'intrecciano: biblico (temi sacri); cavalleresco (temi profani); amoroso (temi lirici); allegorici (temi morali). Attribuiva importanza alla conoscenza delle fonti scritte, scrive “la ponderosa Kunstliteratur”, pubblicata nel 1924: costituisce ancora oggi il manuale fondamentale sulle fonti relative alle arti, dall'antichità all'Ottocento. composta da nove libri, affonda le sue radici nel mondo classico, trattando delle fonti prevasariane, l'età del manierismo e la Controriforma, la letteratura artistica locale, barocca e italiana rinascimentale. -Perno centrale è il quinto libro: parla di Giorgio Vasari, della sua opera, dei suoi precedenti e della sua teoria storiografica. Attraverso la conoscenza della letteratura dell’arte è possibile meglio conoscere il pensiero contemporaneo relativo alle opere (critico dell’arte) Fine 800 inizio 900: metodologia di studio privilegia la LETTURA FORMALISTICA DELL’OPERA: FORMALISMO E PUROVISIBILISMO OPPOSIZIONE: -scuola di Vienna: da importanza a documenti e fonti letterarie - iconografia e iconologia: attraverso le quali si studia l’opera d’arte a fondo, analizzando il soggetto. Concetti di iconografia e iconologia: ICONOGRAFIA = disciplina che vuole analizzare quello che è il soggetto dell’opera d’arte: riconoscerlo, descriverlo analizzando tutti gli elementi dell’opera (grafici, posture, colori delle vesti...) qualunque elemento che aiuta a cogliere il significato di questi soggetti. [è un dato su cui qualsiasi metodologia tendenzialmente si sofferma, almeno nel coglierne il soggetto nei termini generali] Ha la volontà di cogliere dei nessi tra opera d’arte e la cultura di cui quest’opera d’arte è figlia. ICONOLOGIA= passaggio ulteriore, non si può avere una lettura iconologica se prima non abbiamo operato una lettura iconografia. Nell’ambito dell’iconologia si vuole andare ad indagare il significato dell’immagine: una volta riconosciuto il soggetto, l’iconologia indaga il PERCHE’ è stata raffigurato in quel modo. Metodo di INTERPRETAZIONE TOTALE DELL’OPERA che parte dal contenuto per estrarne, analizzando su più livelli, cosa comunica nell’ambito della storia politica, religiosa, sociale; tenendo conto anche della committenza. Questo metodo si concentra partendo dal soggetto x leggere il significato dell’opera stessa. Tra i primi che diedero rilevanza alla ricerca iconologica: Excursus origini e sviluppi della storia dell’arte: per comprendere ruolo, origine e senso della storia sociale dell’arte. L’opera è pertanto il risultato di un’interpretazione individuale che combina le inclinazioni personali di un artista, il modo in cui l’artista vede il mondo, e le forme che sono proprie di una società, tali per il fatto che in un’epoca sarebbe prevalente una certa inclinazione della psiche (e non dell’occhio). Di conseguenza, se Wölfflin e i formalisti si soffermavano sulla forma, Panofsky ritiene che l’opera sia composta da un legame indissolubile tra forma e contenuto, e la sua analisi dell’opera d’arte non può prescindere, appunto, dai temi affrontati da un artista nella sua opera. La critica di Panofsky nei confronti di Wölfflin nasce dall’esigenza di trovare nella interpretazione iconologica lo strumento per giungere al significato intrinseco del soggetto dell’opera che è il rivelatore di un atteggiamento di fondo di un popolo, di un periodo storico. - Non può prescindere dall’analisi del contenuto: è proprio il contenuto che diventa oggetto principale dell’indagine. È entro tale contesto che nasce la disciplina dell’ICONOLOGIA propriamente intesa, che Panofsky DEFINISCE in questi termini: “L’ICONOLOGIA È QUEL RAMO DELLA STORIA DELL’ARTE CHE SI OCCUPA DEL SOGGETTO O SIGNIFICATO DELLE OPERE D’ARTE CONTRAPPOSTO A QUELLI CHE SONO I LORO VALORI FORMALI”. Obiettivo dell’analisi è quello di sondare i rapporti che una società instaura tra forme e contenuti, alla luce del fatto che un’opera è “un sintomo di qualcos’altro”. Nell’introduzione ai suoi Studies in Iconology, una raccolta di saggi pubblicata originariamente nel 1939 Panofsky DELINEA I FONDAMENTI DELL’ICONOLOGIA: A cominciare dai diversi significati che un’opera può assumere: come l’atto di togliersi il cappello (è l’esempio proposto dallo stesso Panofsky: nel momento in cui identifico come un saluto l’oggetto della mia visione, un amico, e l’evento a cui assisto, l’atto di togliersi il cappello, passo già dalla sfera della percezione a quella del significato, e sulla base di tale significato mi comporterò di conseguenza) è semplicemente un evento fisico che però, a seguito dell’interpretazione fornita dalla nostra psiche, si carica di un significato che tiene conto di una storia e di un preciso sostrato culturale rivelato dalla personalità di chi compie il gesto, allo stesso modo l’opera d’arte è data da un insieme di elementi che assumono un significato e che rivelano aspetti storici e culturali della società a cui appartiene l’artista. Per Panofsky l’analisi di un’opera d’arte può essere condotta SU TRE LIVELLI: 1) Il primo: descrizione preiconografica, si occupa del soggetto primario o naturale (le pure forme che rappresentano figure umane, animali, oggetti…) Il soggetto primario a sua volta può essere suddiviso: -in soggetto fattuale (un uomo o una donna) -e soggetto espressivo (una posa che trasmette dolore o allegria, oppure, in rapporto agli oggetti, la serenità di un’ambientazione, per esempio). 2) Il secondo: descrizione iconografica, volta a stabilire il soggetto secondario o convenzionale; ha l’obiettivo di descrivere il significato convenzionale di un motivo artistico: per esempio, un uomo con un coltello rappresenta san Bartolomeo, un insieme di dodici persone a tavola attorno a un ulteriore personaggio è interpretabile come un’Ultima cena, e così via. Excursus origini e sviluppi della storia dell’arte: per comprendere ruolo, origine e senso della storia sociale dell’arte. 3) il terzo: della descrizione iconologica, quest’ultima individua il significato intrinseco (o “contenuto”) dell’immagine, che è dato dalle idee e dagli atteggiamenti (derivanti da convinzioni filosofiche o religiose, oppure dall’appartenenza a un periodo storico, a una classe sociale, a un’area geografica) della società a cui l’artista appartiene e che lo condizionano. Altra figura che si sviluppa nello stesso contesto, contesto nel quale iniziano ad emergere i nessi tra cultura e arte: JOHAN HUIZINGA: Non è uno storico dell’arte, è uno storico con interessi interdisciplinari, senza preclusioni. Si occupa in prevalenza di momenti storici di transizione: - Opera più celebre: “l’autunno del medioevo”, pubblicata nel 1919. Tratta della civiltà borgognona del 400 e si concentra molto su quello che è la centralità delle manifestazioni artistiche all’interno delle corti, nello stile di vita delle corti. Nella Corte borgognona erano presenti artisti fiamminghi e l’arte si muoveva tra umanesimo e retaggio di cultura tardo-gotica, reinterpretata dagli artisti del 400. [Cultura delle fiandre è riscoperta (primo 900) Panofsky e altri, non legati alla cultura formalista, se ne interessano] Questa fase influenza la storia dell’arte e la storia della cultura di primo 900; Grazie ai testi di Huizinga si mette in luce il trapasso tra forme di vita dal medioevo al rinascimento, ed è così chiaro che non c’è una cesura definitiva: ci sono dei trapassi più o meno lunghi, delle compresenze delle contemporaneità ( ad esempio nel 400 europeo abbiamo in contemporanea: gotico, componenti umanistico rinascimentali, componenti fiamminghe) Non ha dato metodologia della storia dell’arte, ma nei suoi testi utilizza le arti figurative con valore storico. Approccio anni 10 del 900: altra chiave di approccio all’opera d’arte: PSICANALISI (Warburg ne tiene conto: immagine e memoria) SIGMUND FREUD Approccio psicoanalitico al fatto artistico, a biografie di artisti, a opere d’arte, può avere diverse declinazioni ma ci sono stati esiti di lungo periodo e di maggiore validità soprattutto per quanto riguarda la psicologia della percezione. approccio della psicoanalisi alla comprensione dei processi di creatività artistica: interpretazione delle biografie di artisti, non tenendo conto però del contesto storico e culturale. Psicoanalisi per capire la natura della percezione estetica, la risposta di chi fa uso dell’opera d’arte… Excursus origini e sviluppi della storia dell’arte: per comprendere ruolo, origine e senso della storia sociale dell’arte. Freud si appassiona molto di arti figurative, viaggia molto anche per questo motivo, va nel 1885 a Parigi in visita nei musei… ha degli interessi tradizionalisti, per l’arte fino al 700 e colleziona nel suo studio opere antiche, classiche… più di tutte ha interesse per la scultura. - Prima opera oggetto di lettura psicoanalitica: opera di Leonardo “Sant’Anna, la Vergine il Bambino e un agnellino” L’analisi di Freud pur realizzata sull’opera va a toccare la biografia di Leonardo, nel saggio del 1910- l’analisi si riferisce all’infanzia complessa di Leonardo: Freud sostiene che le vicende delle personalità e della biografia dell’artista hanno influenzato la creazione dell’attività artistica. Leonardo cresce con due figure femminili: la madre e la matrigna, e secondo Freud, rappresenta Sant’Anna e la Vergine con poca differenza nel loro aspetto fisico e quasi unite a formare un solo personaggio, riferendosi proprio a questo. Letta come sorta di sublimazione di quello che era stato il trauma della vicenda infantile. - è un tipo di lettura che non tiene conto della committenza e del messaggio di tipo religioso; - Interpreta Leonardo come artista svincolato dal contesto in cui agisce; In riferimento al periodo storico in cui è stata fatta questa lettura sull’opera di Leonardo, poteva essere un’interpretazione sostenibile (ad oggi è impensabile pensare di poter staccare un artista dal proprio contesto) Stesso errore fatto sullo studio della statua del Mosè di Michelangelo Buonarroti: Il saggio esce nel 1914, inizialmente lo pubblica anonimo su una rivista perché teme le reazioni degli storici dell’arte; In questo caso Freud non applica la teoria psicoanalitica sull’opera in sé, ma la applica a quella che è la figura di Mosè rappresentata: non come se fosse un’opera, ma come se fosse un individuo, un essere vivente che ha avuto un processo emotivo. Tiene conto delle interpretazioni degli studiosi del tempo, concorda con essi che Michelangelo sceglie di rappresentare Mosè che scende dai Monti Sinai con le Tavole della Legge e sorprende il popolo adorare il Vitello D’Oro (invece del Signore) e scaglia a terra le tavole della legge. Secondo Freud, Michelangelo rappresenta Mosè in quel momento, proprio quando apprende del tradimento, ma, inversamente rispetto a ciò che è scritto sull’Antico Testamento, non rappresenta l’ira ma rappresenta il “contengo”, Mosè che placa la sua rabbia. Spie di questo atteggiamento di contenimento, oltre alla figura seduta, risiedono nei gesti delle mani: modo in cui trattiene le tavole della legge e il modo in cui Mosè tocca, giocherella con le ciocche della sua barba. Interpretazione che partivano da dei presupposti errati, si pensava che il monumento funebre di Giulio II fosse stato realizzato come preventivato nel disegno iniziale, in realtà così non è stato perché Michelangelo ha modificato più e più volte il disegno progettuale eliminando anche le altre figure che dovevano essere sedute affianco a Mosè, ma questo Freud non lo sapeva. Questa lettura però andavano a giustificare la teoria dell’autonomia e del genio dell’artista rinascimentale: questa libertà che Michelangelo si sarebbe preso di rappresentare Mosè al contrario di come dettato nel fatto biblico. Questa figura del Mosè è quasi il riflesso del carattere irruente dell’artista e della volontà di contenerlo. La storia sociale dell’arte nasce come un’analisi (Panofsky e Warburg) di essere una disciplina che interpreta il fenomeno artistico nell’ottica di vedere quanto essa può esprimere sia attraverso analisi stilistica formale sia analisi iconografica e iconologica, problemi o valori di una società. Excursus origini e sviluppi della storia dell’arte: per comprendere ruolo, origine e senso della storia sociale dell’arte. È il primo di questi storici della storia dell’arte a dare un peso determinante al ruolo della committenza nelle scelte artistiche correlandole anche a scelte di stile (Klingender lega le scelte della committenza ai temi, all’iconografia), Antal declina la sua analisi legando committenza artista e stile. -Vede riflessi nella produzione artistica - momenti di transizione, mutamento e conflitti nella storia politica sociale di un determinato periodo: ecco perché Antal partito dallo studio del 700 e primo 800. sceglie invece di occuparsi nel libro “la pittura fiorentina” di storia basso medioevale: in particolare vuole tracciare una storia della pittura fiorentina dalla fine del 200 fino al 400 cogliendo dei nessi tra quella che è l’affermazione della borghesia (ceto medio) e poi la parziale sconfitta della borghesia, e il declino di questa classe, quando si instaura la signoria medicia Mette in luce i momenti di apogeo e i momenti di crisi. Altro elemento importante della lettura fiorentina (soprattutto fase fine 300 inizio 400): mettere in luce che convivono contemporaneamente espressioni stilistico-formali molto differenti tra loro. onda lunga del tardo gotico (tutta prima meta 400) e dall’altra, nuova concezione del fare artistico: recupero classicità, prospettiva, geometria… Una delle critiche che maggiormente vennero rivolte al pensiero di Antal: eccessivo rapporto dicotomico tra artista e committente, separando un po’ questo da quello che era il contenuto dell’opera. -Considera l’iconografia ma si concentra di più sugli aspetti formali in rapporto all’ambito sociale e politico. Opera dedicata a Hogarth, differente dal testo della pittura fiorentina che suscito entusiasmi e anche critiche, il testo “Hogarth e l’arte europea” sempre con il riflesso di storia sociale che si sviluppò nel mondo anglosassone nel primo dopoguerra, ottima accoglienza da parte della critica. Tema: novità nelle scelte figurative e formali nel panorama oltremanica; Antal legge i gusti di Hogarth come la migliore espressione di quella che erano i gusti della classe borghese in ascesa in Inghilterra: Hogarth descrive la società di quel tempo con ironia, lezioni di moralità attraverso l’ironia. Descrive la vita e la socialità del tempo, anche proprio usando l’ironia nell’iconografia. (Antal si domanda se questa novità sia proprio il frutto del riflesso con una società borghese in ascesa) - terzo e più noto nome legato alla storia sociale dell’arte: Arnold Hauser Opera più famosa: “la storia sociale dell’arte”(1951), realizzata in più volumi che rispetta la sua volontà di creare opere letterarie e di storiografia artistica, di sintesi, globali. Lettura complessiva di fenomeni dalla preistoria alla contemporaneità: elementi che lo distinguono dagli altri due personaggi (che si sono concentrati su ambiti specifici e ambiti geografici definiti) Hauser definito: storico e sociologo dell’arte; Non studia le opere d’arte, non legge il “fenomeno artistico” sulla singola opera. Origini Ungheresi come Antal, e come lui si forma nella Budapest del primo dopoguerra: connotata dall’ideologia comunista marxista (iscritto partito comunista) a Vienna dove viene a contatto con il “manierismo” Negli anni viennesi del 20/30 ampia il suo interesse alla letteratura, teatro e cinema. Excursus origini e sviluppi della storia dell’arte: per comprendere ruolo, origine e senso della storia sociale dell’arte. Differentemente da Antal, nelle opere utilizza un lessico Marxista. Inoltre questo desiderio di studiare i grandi sviluppi lo portano a voler intrecciare il discorso sulle arti figurative, con l’ambito della musica, del teatro; e quando approccia al 900 anche al mondo del cinema Viene infatti criticato per questa interdisciplinarità, soprattutto da Gombrich (uno dei più grandi critici); le critiche osserveranno come nella storia sociale dell’arte Hauser abbia dato poca importanza all’evidenza documentaria e ai riferimenti specifici, istituendo in ambito interdisciplinare dei parallelismi molto generici. Viene inoltre stigmatizzato sia il fatto che non citi nomi e opere, e che analizza la relazione tra produzione artistica e solo alcuni gruppi sociali. Alla base del pensiero di Hauser: Nella storia gli individui si trovano sempre in una situazione condizionata temporalmente e spazialmente, e pertanto la condotta (la condotta degli artisti/ il produrre arte) è condizionata, non solo dalle disposizioni personali, ma dalla combinazione socio-spazio-temporale che viene a determinarsi [pensiero marxista] A partire dal 1958 e poi varie edizioni successive, Hauser scrive un’opera di carattere metodologico: “teorie dell’arte tendenza e metodi della critica moderna” riprende i concetti di base della contestualizzazione E analizzerà altri approcci interpretatiti alla storia dell’arte: approcci di tipo sociologico e psicologico, cominciando anche a delimitare i limiti dell’interpretazione sociologica. . Unica opera di Hauser dedicata ad un periodo storico in particolare, è quella dedicata al Manierismo. In questa opera, pubblicata negli anni 60, Hauser si avvicina alla posizione di Antal nel fatto di vedere nel manierismo l’espressione artistica di un momento di crisi: ecco di nuovo l’interesse dei momenti di transizione (comune a questi Storici sociali dell’arte) Ultimi lavori: sempre di ambito teorico, soprattutto toccando l’ambito filosofico da lui privilegiato, impianto Hegeliano, toccherà i nessi legati al rapporto tra arte e società- nell’arte contemporanea: arte di massa, cinema televisione. Vedendo con l’ottica di natura hegeliana: la fine dell’arte. Hester Gombrich: Nato nel 1909 - Figura paradigmatica; si forma nella realtà di Vienna (realtà a inizio 900 veramente molto viva e stimolante) si laurea sul periodo del MANIERISMO negli anni 30. Riconosce l’importanza della storia del documento e delle fonti di storiografia artistiche. Spesso utilizza le fonti dell’epoca per giustificare le sue prese di posizione nella lettura e nelle interpretazioni di fatti artistici. A Londra lavora per il Warburg Institute diventandone direttore, e opererà in Inghilterra per tutta la vita. (muore nel 2001) La produzione è molto ampia, ha spaziato per ambiti diversi: -il primo ambito al quale si è interessato, per la collaborazione con Fritz Saxl, è il tema dell’eredità classica nel rinascimento e nella storia dell’arte. - si è interessato a molte altre cose come, ad esempio: - il rapporto tra l’indagine storico-artistica e la psicoanalisi. - Lo interessano i problemi di percezione visiva; Excursus origini e sviluppi della storia dell’arte: per comprendere ruolo, origine e senso della storia sociale dell’arte. - la psicologia della forma (psicologia della Gestalt) Osserva come la modalità del vedere non cambia nel tempo, così come non cambiava la costituzione umana, eppure vediamo nella produzione artistica come le modalità della percezione visiva cambiano nello scorrere del tempo Un aspetto nuovo: si interessa dell’aspetto che riguarda la tradizione e l’imitazione di modelli di determinate tradizioni figurative. Gombrich è uno dei primi, in antitesi alle tendenze secolari della produzione artistica, a porsi in posizione critica per quanto riguarda l’autonomia e le scelte dell’artista: questo lo porta ad avvicinarsi alla storia sociale dell’arte Ritiene che l’artista sia soggetto ad influenze, ad elementi che influiscono nel suo fare artistico e che molto spesso non inventi nulla exnovo, ma riprende ed elabora, paradigmi e modelli del passato che assumono o riprendono diverse chiavi di lettura. È polemico nei confronti di Auser per la mancanza di specificità, ma e molto attratto per il discorso sulla committenza di Hantal: da un contributo alla storia soc parlando della committenza: riprende e rialabora concetti che riguardano il tema della committenza figura nodale, che a volte è il regista della produzione artistica committenti: nn solo singoli individui, ma anche gruppo: corte, chiesa, cittò si concentra sull’analisi della committenza, per personalita singole o dinastie, famiglia … ma rifiuta una correlazione tra la produzione artistica e i gruppi sociali ampi nn condivide assolutamente la contrapposizione degli strati sociali (rifiuta l’impianto Marxista) come chiave di lettura per le scelte artistiche in termini formali e contenutistici tema importante: ruolo architettura- tendenzialmente c’è una linea che privilegia la pittura nell ambito della storia soc dell’arte l’architettura nn e molto approfondito, gombrich la definisce, in alcuni momenti come “arte leader”(in alcuni momenti) iin generale come manifestaz di magnificenza politica, l’architettura come strumento estremamente importante gioco di dare avere: artista e committente, mette in luce aspetti biunivoci tra questo rapporto -ruolo di abilissimo divulgatore, comunicatore: “la storia sociale dell’arte di H. GOMBRICH” divenuto un vero e proprio best seller. Uno dei piu venduti nella storia. Usa un linguaggio strutturato, un’abile narrazione; uno dei testi più facilmente leggibili che mette in luce quella che è la storia dell’arte occidentale. Dagli anni 60 in avanti, fino all’inizio degli anni 2000 Francis Haskell Personaggio importante ancora oggi: studioso che si muove in vari ambiti della storia della cultura, preoccupato dalla settorialità e isolamento della ricerca storico artistica e lo scarso impatto che essa ha sulla cultura contemporanea. - questa paura dello scollamento della disciplina della storia dell’arte dalla realtà, lo porta ad una ricerca di interdisciplinarità.
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