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FAMIGLIA SOSTANTIVO PLURALE , Sintesi del corso di Sociologia Della Famiglia

Sintesi del libro "Famiglia sostantivo plurale" Di Nicola Descrizione delle fasi di trasformazione della famiglia in Italia.

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

Caricato il 15/04/2018

scooby.
scooby. 🇮🇹

4.2

(22)

7 documenti

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Scarica FAMIGLIA SOSTANTIVO PLURALE e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia Della Famiglia solo su Docsity! FAMIGLIA SOSTANTIVO PLURALE - LE POLITICHE SOCIALI IN EUROPA Sostantivo plurale: molteplicità di forma che la famiglia può assumere Famiglia: relazione di scambio che regola i rapporti tra i sessi e le generazioni, si può dire che la famiglia è un Universale Culturale: classica definizione antropologica: Levis Strauss. Universale nel senso che tutte le società umane, dalle più semplici alle più complesse, hanno sempre avuto regole e norme che definivano i rapporti tra uomo-donna, tra genitori-figli, tra strutture parentali di appartenenza dell'uomo e della danna, in grado di creare obblighi di solidarietà, doveri, preoccupazioni tra le parti: solidarietà reciproche. Se dunque tutte le SOCIETA' UMANE hanno conosciuto la famiglia, come relazione sociale più o meno istituzionalizzate e normata se tale istituzione ha resistito per millenni è ovvio che la forza della famiglia non sta nella sua rigidità e arroccamento su se stesso ma sta nella capacità di incidere nelle dinamiche sociali. Famiglia tradizionale: non ha senso. Se la famiglia sta cambiando ciò può essere anche positivo. CULTURA: possiamo definire cultura l'insieme delle regole di comportamento, dei valori, delle norme. La cultura serve ad indirizzare il comportamento umano tenendo presente che l'istinto dell'uomo è debole ... La cultura è ciò che rende possibile le relazioni tra gli esseri umani, condivisione di un sistema di linguaggio. La comunicazione non verbale aiuta. LA cultura ha una funzione di RIDUZIONE DELLA COMPLESSITA': ogni società ha i suoi problemi che i soggetti tendono a selezionare. La comunità individua lae soluzioni preferibili che vengono trasmesse ai figli. Ogni società seleziona una serie di comportamenti che vengono considerati rimproveri o meno. FAMIGLIA Anni 50-60 Corsi di vita lineari, chiaramente distinti per fasi e per ordine temporale delle sequenze (corsi di vita fordista) DOPOGUERRA Il corso della vita assume percorsi e traiettorie di vita omogenea ma distinti tra uomini e donne: maschio: istruzione e formazione, occupazione, pensionamento; donna: matrimonio e maternità, presenza e carriera lavorativa discontinua I moderni stati di Welfare erano basati sulla figura del MALE BRADWINNER: cioè tendevano a concentrare la protezione sociale intorno alla figura del al lavoratore maschio adulto. Alle donne era attribuito il ruolo domestico e di cura erano garantiti pochi diritti e tutele sociali. Un tempo: Le famiglie dal punto di vista strutturale diventano sempre più numerose ma sempre più piccole, le strutture si semplificano anche se si moltiplicano le tipologie, ci si sposa di meno e sempre più tardi, si generano meno figli e sempre più tardi (i figli tendono a rimanere in casa con i genitori ben oltre l'avvenuta emancipazione sociale), gli anziani anche se soli tendono a fare nucleo familiare a sè, grazie l'allungamento della vita media per lassi di tempo sempre più lunghi. La realtà sociale tende a polarizzarsi su base generazionale: 1. famiglie composte da anziani soli o ancora in coppia 2. adulti che danno origine a famiglie nucleari classiche Entrambe queste forme di coabitazione tendono ad occupare nella biografia individuale archi temporali sempre lunghi, all'interno di questa dilazione elementi di discontinuità, fratture, interruzioni e riprese di tempi sono da ricondurre al mutamento sociale che determina cambiamento nelle relazioni familiari. Sotto il profilo sociale e generazionale cambiano coloro che vivono sotto lo stesso tetto e i modi, i rapporti e i legami che uniscono i soggetti; si è modificato il senso, il valore e il significato che gli attori annettono alle relazioni familiari; sono cambiate le motivazioni e le aspettative che sono alla base di scelte importanti (sposarsi, uscire di casa, generare figli). Attualmente il tempo e la durata della famiglia sono segnati fa vari fattori, dinamiche e ritmi: contrazione significativa dei tassi di mortalità infantile e non, diminuzione dei tassi di nuzialità-natalità-fecondità, concentrazione delle nascite dei figli in un segmento temporale relativamente breve, generazioni sempre più coeve e coabitanti, le ramificazioni si riducono e la discendenza si sta prosciugando. La famiglia attuale non è più impegnata nell'allevamento dei figli piccoli per tutto l'arco della durata della fecondità della madre, la distanza tra i figli tende a diventare molto ridotta mentre cresce il divario tra genitori e fg e tra nonni e 1 nipoti. Si permane nelle diverse fasi delle biografie di vita individuale per tempi più dilatati e a fatica si assiste al rimpiazzo generazionale. La durata della famiglia più incerta e imprevedibile così come rallenta la capacità riproduttiva. In passato ogni singolo membro della famiglia era collocato in una specifica posizione sociale (in funzione dell'età- sesso- relazione) dalla quale scaturiscono diritti e doveri all'interno di una mappa relazionale. La famiglia denotava un codice di appartenenza che rinvia a legami di reciprocità obbligata. Struttura gerarchicamente ordinata: quindi produttrice di disuguaglianze sociali UN TEMPO LA FAMIGLIA: veniva considerata come un sistema, un'organizzazione di vita retta da regole e norme condivise e sancite, legittimamente dall'esterno che si imponevano ad individui, che poco avevano da scegliere e molto da accettare, se non subire; ambito di vita percepito come naturale che richiedeva il sacrificio della libertà in cambio di sicurezza. Molte famiglie vivevano la propria famiglia come l'unica possibile, ogni forma di famiglia aveva il suo codice era socialmente posizionata e riconosciuta. Famiglia come istituzione era un contenitore che accoglieva uomini e donne e generazioni diverse scandendo e segnando i ritmi e le fasi biografie individuali. OGGI: sono le biografie individuali e i ritmi e le fasi dei corsi di vita di uomini e donne che scandiscono i ritmi e le fasi dl ciclo di vita delle famiglie è in questo spostamento di equilibri e priorità tra individui e famiglia che si gioca ancora oggi i cambiamenti nelle relazioni famigliari. I mutamenti che hanno investito le strutture famigliari in Italia: 1. semplificazione delle strutture 2. riduzione dell'ampiezza media dell'unità di coabitazione 3. complessità crescente PRIVATIZZAZIONE- DE ISTITUZIONALIZZAZIONE- INDIVIDUALIZZAZIONE: espressioni con le quali si è cercato di comprendere, spiegare e sintetizzare i più rilevanti cambiamenti delle regole, norme, valori, clima delle e nelle famiglie della società contemporanea. Espressioni che suggeriscono il passaggio della famiglia da ISTITUZIONE a GRUPPO e da SOTTOSISTEMA SOCIALE (specializzato nell'assolvimento di funzioni socialmente rilevanti) ad AFFARE PRIVATO, UNITA' DI AFFETTI: piuttosto che agenzie impegnate e specializzate nell'assolvimento di compiti e funzioni a forte rilevanza sociale famiglia percepita e agita come sfera privata, più produttrice di gratificazioni affettive e psicologiche che non di risorse. Privatizzazione: caratteristica della modernità Con la modernità vi è anche la CENTRALITA' DEI DIRITTI INDIVIDUALI: i soggetti agiscono sulla base di orientamenti, l'organizzazione politica deve perseguire gli obiettivi comuni. La sfera della società civile raccoglie una serie di istanze canalizzate da più parti. Centralità dell'individuo=uomo libero. Depotenziamento della famiglia: trasferimento di funzioni di cura alla istituzioni di welfare Oggi la famiglia richiede agli attori sociali elevati investimenti e per molti diventa fonte di stress, insicurezza, incertezza e vulnerabilità. La famiglia è frutto di scelte sempre meno vincolanti e più frequentemente rinegoziabili. La diminuzione dei tassi di fecondità e la crescita dei numeri di famiglie con figli conviventi, nonostante il raggiungimento dell'indipendenza economica oltre la maggiore età confermano che oggi per i giovani fare famiglia non è visto e vissuto come tappa per l'ingresso nella vita adulta e come l'aumento delle convivenze, separazioni, divorzi, la crescita di nuclei e dei nuclei ricostituiti dimostrano quanto i percorsi, le biografie di vita individuali sono diventati discontinui e non prevedibili togliendo alla famiglia l'azione tipica delle società tradizionali di marcatore del passaggio da una fase all'altra del ciclo di vita, in progressione lineare. CICLO DI VITA: da per scontato che tutte le famiglie in condizioni normali hanno determinate relazioni che segnano determinati reazioni che determinano a loro volta determinati prefissi eventi: vita nella famiglia; fidanzamento; matrimonio; generazione di figli. La famiglia diventa come una relazione complessa che regola i rapporti tra i sessi e le generazioni trova nello stesso connubio tra sessualità e procreazione il fattore distintivo rispetto alle altre relazioni. 2 Oggi fare famiglia si presenta scelta rischiosa e onerosa. AREE di maggiore frizione: cioè aree in cui la mediazione familiare mostra difficoltà crescenti: 1. cura e allevamento dei figli piccoli 2. conciliazione tra il lavoro per il mercato e il lavoro di cura 3. carichi familiari In questo momento storico mostrano deficit di funzionamento le famiglie normali. Si rendono necessarie: 1. una politica dei redditi (leva fiscale, monetizzazione dei carichi di famigli, riduzione della forbice delle disuguaglianze) 2. un apolitica del lavoro (congedi - part time) 3. una politica delle pari opportunità (che permettano la realizzazione di strategie compatibili con le scelte di coppia e procreative) ANNI 90: FRAGILITA'- INCERTEZZA- INSICUREZZA termini utilizzati per dare sia senso oggettivo (la reale dinamica delle relazioni familiari) che soggettivo (cm come gli attori sociali vivono ed interpretano il loro essere oggi parte di una famiglia) dell'essere e fare famiglia nell'era della dopo-modernità. Famiglie v/so Famiglia: fare famiglia sembra essere un'esperienza di vita quotidiana che sfugge a qualsiasi norma e regola sociale, che non sia la realizzazione di progetti di vita sempre più contingenti e contrassegnati da incertezza e discontinuità, all'interno di questi progetti di vita individuali di fare famiglia diventa una scelta procrastinata nel tempo e sempre più impossibile, tramonta per i giovani il modello del matrimonio come sodalizio di due adulti che si scelgono. Il MATRIMONIO da modello come sodalizio di due che si scelgono, come impresa da intraprendere si crea la forte tendenza a rimanere agganciati alla sfera relazionale dei genitori, garanti di quella base di sicurezza anche materiale. Bassi sono i tassi nuzialità, l'età del primo matrimonio si innalza sia per gli uomini che per le donne, cresce la % di giovani celibi/nubili che vivono ancora con i genitori come figli, quasi 1 matrimonio su 3 finisce in separazione, il matrimonio diventa una comune problematizzazione nel del mondo: cercano nell'altro conferme- rassicurazioni - compagnia più che condivisione e reciprocità. OGGI: le relazioni famigliari stanno vivendo una fase di profondo cambiamento. Le crescenti difficoltà relazionali trovano in terreno di affievolimento dell'etica delle responsabilità in un'accentuazione delle spinte individualistiche e narcisistiche. L'esplosione del privato, l'approfondimento dei processi di individualizzazione, l'indebolimento dei legami sociali sembrano fornire una chiave di lettura per comprendere le radici della crisi della famiglia. DA una parte si hanno i tempi lunghi della famiglia (impegno a lunga scadenza) e dall'altra parte si attiva un diverso dinamismo nei tempi dei cicli di vita individuale: si ha un accorciamento delle atre sfere di vita in particolare lavorativa: per poter accedere ai tempi della famiglia il lavoro è raggiunto sempre più tardi. I legami sociali diventano quindi d'intralcio, impedimenti e limiti all'azione sociale di un soggetto al quale si chiede e dal quale ci si aspetta la massima disponibilità a ricominciare da zero. INCERTEZZA- VULNERABILITA'- INSICUREZZA riguardano la relazione coniugale e quella di filiazione. OGGI: uomini e donne non sono più legati dentro il matrimonio da forti vincoli di dipendenza. La relazione coniugale deve essere ricostruita giorno per giorno e deve essere confermata e riconfermata giorno per giorno: la coppia è unita dal desiderio volontà di stare insieme, le aspettative di autorealizzazione e di realizzare di progetti di vita condivisi, la responsabilità reciproca alla cura e all'accudimento. Le regole si soggettivizzano, diventano relazionali, stili di vita delle singole coppie: qui la necessità di parlare di famiglia al plurale. La relazione affettiva diventa essa stessa fonte di stress che richiede un intenso e quotidiano lavoro di manutenzione. La relazione di coppia non è più scontata deve essere coltivata, curata come tutte le altre. 5 MATRIMONIO: Levis Strauss: il matrimonio incarna il principio dello scambio e lega due famiglie in una relazione di alleanza. Il matrimonio (e le famiglia che ne scaturisce) sostituisce la logica dell'alleanza alla logica della guerra tra i diversi gruppi sociali. Le due famiglie si uniscono dando vita ad un'altra famiglia. Passaggio dalla natura alla cultura: per Levis Strauss è scambio- comunicazione- linguaggio. Concetto di relazione sociale: relazioni di potere ANNI 70: viene visto che l'unione affettiva e sessuale di due soggetti di pari dignità e valore, ognuno le cui regole devono essere quotidianamente costruite, corrette, riconfermate, unione di due adulti che molto investono sui figli, sempre più voluti e programmati: la procreazione perde il carattere dell'obbligatorietà e dell'inevitabilità ma acquista VALORE. I FIGLI diventano un bene che si sceglie in se e non in vista di un uso futuro, si è disposti a riorganizzare e modificare i tempi e modi della vita di coppia; orientamento puerocentrico della coppia coniugale: la coppia coniugale impegnata nell'impresa di curare ed allevare la prole nel rispetto delle inclinazioni, attitudini, attitudini e vocazioni del minore più che nell'ipostazione autoritaria e di regole non discutibili di un tempo. OGGI: non è più per la vita, forti sono le resistenze a contrarre legami impegnativi poiché la relazione stabile di coppia, l'essere sposati e avere figli diventa spessa causa di povertà e di esposizione a maggiori rischi sociali. Si assiste all'invecchiamento della popolazione, riduzione dei tassi di fecondità e di nuzialità, cambiamento del ruolo sociale della donna, sviluppo di nuove agenzie extra familiari, diffusione di un orientamento culturale che considera la famiglia come AFFARE PRIVATO: un ambito di relazioni e di vita personale esclusivo e forti INVESTIMENTI SUI FIGLI: la cui qualità è fortemente correlata alla riduzione del loro numero e da un'organizzazione del lavoro che si regge su una distinzione tra lavoro produttivo remunerato, fonte di diritto sociale e lavoro riproduttivo ma non retribuito e fonte di discriminazioni e penalizzazioni. SEPARAZIONI E DIVORZI: cresce la schiera di uomini che allentano i legami con i figli, aumenta il rischio di povertà con l'aumento dei carichi familiari, il lavoro di cura non è più un fattore protettivo per la donna ma fattore di rischio povertà e di discriminazioni sia nel mondo del lavoro che nella ripartizione delle responsabilità familiari. Divorzio legge: si sosteneva che il divorzio avrebbe rovinato la famiglia italiana e portato migliaia di donne sull'orlo della povertà. LEGGE 898/1970 LEGGE SUL DIVORZIO Istituzionalizzazione del conflitto, legge che andava a perturbare un equilibrio familiare. Non è causa del cambiamento delle relazioni familiari e di coppia ma una conseguenza. Ricorda che la coppia è una relazione complessa. La relazione di coppia si basa sulla mutua dipendenza tra i coniugi che crea nella relazione di coppia quella soglia di complementarietà che è condizione per la stabilità e la persistenza nel tempo del legame matrimoniale. Il conflitto coniugale rappresenta spesso l'occasione in cui le dimensioni latenti, quelle oscure, quelle che per cecità ideologica e culturale non possiamo e non vogliamo vedere, vengono alla luce. Distribuzione del potere nel conflitto (figli-denaro). Il divorzio è un processo lento e sofferto di superamento della dipendenza dell'ex partner che passa attraverso una progressiva ridefinizione di se stessi e dei propri bisogni di identità- appartenenza- autonomia rispetto al partner ai figli, ai genitori, amici. Il matrimonio durante il divorzio assume le sembianze del contratto. Il conflitto coniugale costringe la coppia ad un complesso e faticoso lavoro di ridefinizione delle relazioni di potere e di dipendenza, senza rilevanti punti di riferimento istituzionali e sociali. (vantaggi/ Svantaggi). Ridefinizione dei confini della famiglia, relazione con i figli. LA DONNA NELLA SEPARAZIONE VANTAGGI: poter uscire da una relazione insoddisfacente, conflittuale, penalizzante in base al principio che regola la politica della vita quotidiana sono soprattutto le donne che chiedono la separazione 6 LA DONNA NELLA SEPARAZIONE SVANTAGGI: perdita di status, rischio poverta’, sovraccarico funzionale (soprattutto per quanto riguarda la gestione dei figli), ridefinizione del proprio ruolo rispetto alla parentela, agli amici, a se stessa, ai figli, difficolta’ a stabilire nuove relazioni di coppia ancora oggi l’identita’ della donna si gioca sul ruolo di moglie e di madre L’UOMO NELLA SEPARAZIONE VANTAGGI: poter uscire da una relazione insoddisfacente, conflittuale, penalizzante in base al principio che regola la politica della vita quotidiana in generale, tuttavia, gli uomini ‘subiscono’ la separazione, in quanto i vantaggi che traggono da un matrimonio, per quanto ‘non felice’ sono superiori agli svantaggi derivanti dalla vita in famiglia L’UOMO NELLA SEPARAZIONE SVANTAGGI: perdita della casa necessita’ di dover riorganizzare il quotidiano, difficolta’ di rapporto con i figli ridefinizione del ruolo rispetto ai figli e soprattutto alla donna (il problema del superamento dell’abbandono da parte di chi socialmente ha sempre agito in base al principio della scelta) necessita’ di ristabilire una relazione di coppia scegliere di nuovo sono soprattutto gli uomini che chiedono il divorzio UOMINI E DONNE DOPO LA SEPARAZIONE UOMINI: tornano, anche psicologicamente, nella condizione di celibi: recupero della rete amicale intensificazione della vita relazionale nuove e spesso frequenti relazioni affettiv nuovo matrimonio considerano il precedente matrimonio una partita ‘chiusa’ tendono ad allentare i rapporti con i figli anche perche’ spesso non hanno la possibilita’ materiale di vederli e frequentarli portandoli dentro la loro vita quotidiana I GENITORI NELLA SEPARAZIONE -difficoltà a capire che ruolo coniugale e ruolo genitoriale sono disgiunti: -non si è più coppia, ma si è ancora genitori -difficoltà a comprendere che la separazione “non” riguarda solo gli adulti ma anche i figli -la cura “incurante” tra distrazione e disperazione rancore per il partner che non” si prende cura” dei figli -rancore per il figlio se ‘ama’ e preferisce l’altro genitore -figlio usato come arma del ricatto contro l’ex partner -figlio come “grimaldello” per avere vantaggi dal partner -figlio usato come punto di appoggio (sostegno) vedi slide 14-19 MATERNITA' - PATERNITA' Diventare MADRE e PADRE diventa un atto riflettuto e soppesato in riferimento alle conseguenze. E' l'attore sociale che sceglie se generare o meno, deve essere in grado di valutare le conseguenze che questa scelta comporta per la sua vita. Avendo trasformato la famiglia in un'area privata, la società ha posto la fa,miglia sullo stesso piano di tutte le relazioni affettive: la famiglia entra in concorrenza con tutti gli altri legami, sta nell'attore sociale far quadrare i conti nel budge-time della sua giornata e della sua vita. LA FAMIGLIA CONTEMPORANEA diventa come una relazione complessa che regola i rapporti tra i sessi e le generazioni, trova nello stretto connubio tra sessualità e procreazione il fattore distinto, rispetto alle altre relazioni. La famiglia di oggi sia il risultato di un profondo e radicale processo di lenta emancipazione dell'individuo dalla dipendenza dal gruppo e dalla comunità di appartenenza in questo senso si sostiene che la FAMIGLIA AFFETTIVA sia il risultato evolutivo di due stati del processo di individualizzazione DELLE relazioni familiari (la famiglia si emancipa dal controllo della parentela e delle comunità di appartenenza: matrimonio solidale) e NELLE relazioni familiari (l'individuo si emancipa dalla famiglia, la cui unità non è più sovra ordinata al suo interesse personale: matrimonio affettivo). 7 • nuovo modello di welfare • superamento del sistema mutualistico • chiusura degli enti inutili • chiusura Ipab • riforma dell'assistenza • integrazione socio-sanitaria • L. 285/1997 DISPOSIZIONI PER LA PROMOZIONE DI DIRITTI E DI OPPORTUNITA' PER L'INFANZIA E L'ADOLESCENZA • Strategie innovative da adottare in tema di programmazione e gestione dei servizi a livello locale: potenziare l'esistente, sostenere il lavoro di cura, coinvolgimento del terzo settore come produttore del servizio, ripensare ai contenitori per la donna- famiglia-bambini (consultori, nidi...), differenziare e pluralizzare le forme organizzative e le tipologie di servizi, rispondere alle domande emergenti (mediazione familiare-interculturale) • in molte strutture sono stati aperti nuovi spazi e/o attivati nuovi interventi estremamente differenziati: centri per le famiglie come strutture di rilevazione del bisogno/sportelli informativi /servizi di consulenza...Target per tutti • le organizzazioni hanno l'obiettivo di potenziare e non sostituire le competenze e di non assumere la configurazione di servizi collocati in uno spazio e con un organico preciso e definito. • L. 328/2000 SISTEMA INTEGRATO DI INTERVENTI E SERVIZI SOCIALI • Riconosce in base al principio di sussidiarietà verticale la centralità del comune erogatore di servizi alla persona, in quanto ente più prossimo al livello in cui manifesta il bisogno e al principio di sussidiarietà orizzontale come unico ente in grado di attivare sinergie proficue con altri produttori di servizi, in particolare, soggetti dell'economia sociale. I primi destinatari di misure e di protezione sociale erano le madri lavoratrici e i gruppi sociali definiti in base alle età: bambini e azioni/istruzione-maternità-sistema pensionistico-gestione del rischio sociale IDENTITA' Aspetto centrale della conoscenza di sè, riveste il ruolo di mediazione tra individuo e società in quanto consente all'individuo di situarsi nel sistema sociale e di essere a sua volta individuato socialmente. L'identità è caratterizzata da due componenti costitutive (1) relazionale: il comportamento dell'attore sociale sia riconoscibile al complesso delle aspettative di comportamento che su di lui ricadono per il fatto che sia collocato in una determinata posizione sociale - aspettative che l'attore sociale ha fatto proprie, trasformandole in motivazioni all'azione (2) processuale: l'analisi di cambiamento che investono i ruoli sociali sia nell'alternanza delle generazioni che nell'arco di vita di un attore sociale. L'identità è un set di attribuzione del se: dal quale l'attore sociale acquista coscienza solo attraverso le relazioni con l'altro se; diventando consapevole delle aspettative di comportamento che gli altri maturano nei suoi confronti per il fatto che possiede i non possiede l'insieme degli attributi che caratterizzano e definiscono l'identità. L'identità si costruisce nel tempo attraverso relazioni di identificazioni - differenziazioni e conferme - disconferme e si modifica nel tempo in concomitanza allo sviluppo psico-bio-sociale dell'attore sociale e ai mutamenti che investono le differenti situazioni relazionali che l'individuo attraverserà. RUOLO SOCIALE: Inteso come modello comportamento socialmente normativo e legittimo e quindi atteso. Risponde alle domande: chi sono? dove sono? come devo vivere? E' il comportamento che ci si aspetta che un dato soggetto metta in atto/atteso la sua posizione sociale da questo occupato. Nelle società tradizionali: la costruzione dell'identità si configura come percorso già tracciato e delineato, con poche possibilità di scantonamenti e deviazioni (dato pre-individuale), con la modernità i percorsi si 10 moltiplicano e all'attore sociale è data la possibilità di scegliere tra più strade da percorrere, con possibilità anche di ripensamenti (diventa un processo). Da processo oggi è diventato problema poichè le identità non possono che essere molteplici. Perde la caratteristica di un processo di crescita lineare ed assume un andamento ondulare. Le strategie di costruzioni delle identità sono meno prevedibili: rendendo quindi la distanza tra comportamento individuale e di ruolo più ampia e generando più frequentemente distanziamenti, fratture e discontinuità. RUOLO SOCIALE: può essere considerato il mattone fondamentale delle società. E' il comportamento mi aspetto che un dato soggetto mette in atto attesa la posizione sociale da questi occupata: ciò è connesso alla funzione della prevedibilità della cultura ed anche alle aspettative connesse. COMUNITA'- SOLIDARIETA' La società moderna ha sempre sviluppato varie forme di solidarietà, la più naturale- scontata ovvia è quella sviluppata dentro e tra le famiglie. La famiglia nelle società tradizionali ha incaricato la più immediata comunità di assistenza mentre nelle società moderne cede parte delle sue competenze e delle sue funzioni assistenziali che vengono delegate ad agenzie extra familiari. Sembra che si sia creata una cesura tra famiglia moderna e reti assistenziali che ha portato vantaggi per la famiglia che riesce a sviluppare tutte le sue potenzialità affettivo- relazionali agli individui che possono contare su professionisti/competenze scientifiche. COMMUNITY CARE come assistenza NELLA comunità (domiciliarità, personalizzazione, decentramento, attivazioni di reti di servizi), come assistenza DELLA comunità: capacità della comunità di farsi carico dei problemi dei suoi membri, getta le condizioni per attivare i processi di empowerment e di self-help. "Con il termine empowerment viene indicato un processo di crescita, sia dell'individuo sia del gruppo, basato sull'incremento della stima di sé, dell'autoefficacia e dell'autodeterminazione per far emergere risorse latenti e portare l'individuo ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale. Questo processo porta ad un rovesciamento della percezione dei propri limiti in vista del raggiungimento di risultati superiori alle proprie aspettative". Lavoro di cura: sempre più impegnativo e oneroso perchè mentre aumentano i soggetti dipendenti, cala sia la disponibilità oggettiva (mancanza di tempo) che soggettiva (mancanza di voglia/desiderio) di care giver impegnati su più fronti che possono condividere la responsabilità di cura con un numero sempre più ridotto di parenti: fenomeno badanti CURA: è il quotidiano sostegno sociale, psicologico, emotivo e l'attenzione fisica alle persone. Essa può essere fornita sottoforma di lavoro remunerato o non remunerato, sulla base di un contratto o in forma libera e volontaria, in modo professionale o sulla base di un'obbligazione morale. E' un'attività che storicamente e attualmente è affidata alle donne. Social care: la cura sociale: riguarda la dimensione della cura regolamentata ed istituzionalizzata per rispondere ai bisogni di una determinata collettività. MODELLI DI WELFARE ITALIANO Mediterraneo e/o familiare sistema redistributivo che si regge sull'implicita disponibilità delle famiglie a farsi carico della soddisfazione dei più rilavanti bisogni di cura dei componenti del nucleo. Il Libro Bianco sul Welfare pubblicato dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali nel 2003 parla della famiglia come il più forte e insostituibile AMMORTIZZATORE SOCIALE: struttura che media il rapporto individuo- società accompagnando e sostenendo le strategie di vita di tutti i cittadini nella fase iniziale del ciclo che finale. Il concetto di Community Care presuppone il concetto di sussidiarietà verticale (tra i diversi livelli istituzionali) e orizzontale (tra istituti e soggetti sociali); rinvia alla necessità di una 11 ridefinizione e/o ricollocazione delle competenze assistenziali tra i diversi livelli istituzionali e tra i doveri produttori di servizi. Si assiste al superamento del principio dell'obbligo alla reciprocità e diminuisce nel tempo la quota di famiglie attive nello scambio; i bisogni sono più di tipo affettivo- relazionale e sempre meno strumentali, le relazioni di prossimità sono sempre più libere che nel passato, alimentate dal bisogni di alterità. Forti sono gli aiuti che circolano tra genitori e figli non coabitanti in cui stanno entrando anche gli amici in sostituzione/affiancamento dei parenti che sono sempre meno numerosi e affettivamnete più periferici: tutto ciò ridefinisce le reti di reciprocità. WELFARE STATE Tutela dei diritti sociali di cittadinanza, superamento della logica della beneficenza nell'erogazione delle prestazioni, universalismo nei criteri di accesso, riduzione del grado di insicurezza, riduzione delle disuguaglianze, prodotte del mercato, garanzia della libertà. FINALITA': 1. tutela dei diritti di cittadinanza 2. riduzione delle disuguaglianze prodotte dal mercato 3. socializzazione dei costi umani e sociali dell'industrializzazione A partire dagli anni '80 del secolo scorso tale modello entra in crisi in tutti i paesi europei; fattori: strutturali (modificazioni socio economiche), organizzativi e di funzionamento (nuovi bisogni, sprechi nei servizi..), politici, culturali (crisi di legittimazione, privatismo accentuato..). Vi è la convinzione che crea dipendenza e assistenzialismo, macchina onerosa e inefficiente, servizi pubblici rigidi e standardizzati. Welfare Mix: sostanziale riduzione dei servizi pubblici e delle tutele previdenziali, w. pubblico residuale, ampia presenza di prodotti di servizi privati e di privato sociale. I diritti sociali di cittadinanza sono totalmente privatizzati, al cittadino deve essere garantita la libertà di scegliere tra più produttori e più servizi: libertà di scelta. Il lavoro di cura è mediato dalle relazioni di prossimità. Welfare Societario: ci sono servizi che devono essere di produzione pubblica, di tutela dello stato in maniera diretta o indiretta. I diritti sociali sono soggettivi, spetto allo stato mettere tutti i cittadini nelle condizioni di vederli soddisfatti e di poterli soddisfare, attraverso l'erogazione di alcune prestazioni base i cui costi non possono essere sostenuti a livello individuale ma devono essere collettivamente e socialmente ripartiti secondo criteri di equità. Il lavoro di cura : riconoscimento della centralità del lavoro di cura e del ruolo di stabilizzazione identitaria svolta dalle relazioni di prossimità, le politiche di conciliazione il sostegno istituzionale al lavoro di cura attraverso forme innovative di de-familiarizzazione. Si parla di lavoro di rete: leggere la società come rete significa prendere atto, riconoscere che la realtà è fatta di relazioni sociali complesse che danno origine a configurazioni e spazi sociali particolari. DOPOGUERRA La società e i sistemi di welfare si basavano su 3 pilastri: 1. piena occupazione (maschile) ossia società fordista 2. figura del lavoratore adulto maschio stabilmente occupato per tutta la vita ossia società del lavoro salariato 3. la famiglia stabile e basata su una rigida divisione sessuale del lavoro ossia corso di vita standard sono cambiati: 1. il tipo di contratto: durata del contratto e orario di lavoro 2. il rischio di continuità lavorativa: periodi di disoccupazione e instabilità lavorativa 3. l'ordine delle sequenze: più simili i corsi di vita Causa globabilizzaione e di destandardizzazione del lavoro i rischi del/nel corso di vita individuale sono diffusi lungo tutta la vita, corsi di vita divenuti instabili anche perchè è cambiato il come e il quando mettere su famiglia 12 bambini appartenenti alle classi sociali più svantaggiate. Il loro uso dipende dai costi e dall'organizzazione che offrono (orari...). Nei paesi mediterranei le misure indirette di sostegno alle responsabilità di cura rimangono scarse e in larga parte le politiche sociali continuano a fare affidamento sulla rete familiare e parentale il ricorso ai nonni e/o agli altri aiuti informali provenienti dalla parentele in generale, è non solo un'alternativa all'assenza di servizi formali per l'infanzia ma serve anche per integrare orari non coperti o alcuni periodi dell'anno in cui le scuole sono chiuse. PAID TO CARE: ossia misure orientate a riconoscere il temo della cura, ma anche a monetizzare: dare denaro per la cura. Francia - Finlandia: modello neofamilista: incoraggia lunghi congedi genitoriali Inghilterra - Olanda: MIx servizi pubblici e privati: l'uguaglianza uomo donna sostenuta dal fatto che al a donna deve diventare più simile all'uomo attraverso la partecipazione del mercato del lavoro Danimarca: modello universale Italia: limitata offerta di servizi educativi e di cura per la primissima infanzia fatta accezione per i servizi integrativi (micro nidi- nidi privati-aziendali) PAID TO CARE: misure orientate a riconoscere il tempo della cura ma anche materiale. Dare denaro per prendersi cura: sono io che mi prendo cura CASH FOR CARE: mi spinge a rivolgersi al mercato della cura: mi rivolgo per prendermi cura. INVECCHIAMENTO A partire dagli anni '80 in tutti i paesi industrializzati si osserva un'accelerazione del processo di invecchiamento dovuto all'allungamento della speranza di vita della popolazione e della riduzione del numero di figli per donna al di sotto del cosiddetto "tasso di sostituzione". Aumento dell'instabilità famigliare alla diffusione delle convivenze; dall'aumento delle nascite fuori dal matrimonio fino all'emergere di quelle che vengono definite le nuove famiglie (monogenitoriali, unipersonali, single, ricostruite, di fatto). L'invecchiamento delle reti familiari e della popolazione modificano gli equilibri tra le diverse generazioni, l'invecchiamento è destinato a produrre un divario sempre più accentuato tra popolazione anziana e popolazione in età lavorativa. Dubbi sulle capacità del sistema fiscale e di protezione sociale di sostiene il peso dello sviluppo demografico. Il bisogno di cura degli anziani è cresciuto ed è diminuito il numero dei potenziali prestatrice di cura. La diminuzione dei cargivers (le donne rimangono per più tempo nel mercato del lavoro, hanno così meno tempo) si va riducendo per effetto dell'aumento della popolazione anziana e per la diminuzione della fecondità. PERDITA DI AUTOSUFFICENZA DI UN ANZIANO: Evento critico per lui, per la sua famiglia e per la rete allargata. Richiede una mobilitazione di tutta la rete. Per molto tempo la cura degli anziani è stata considerata un problema a cui le famiglie nel privato davano o ci si aspettava dessero risposta. L'intervento dello stato sociale moderno del dopoguerra è stato rivolto solo agli anziani gravemente ammalati o senza rete familiare, limitato a risposte di tipo sanitario, istituzionalizzanti (oc, cda, ricoveri) seguendo logiche di tipo assistenziale. Nel corso degli anni '80 sono stati aumentai gli interventi nel campo della cura per gli anziani e ne sono stati ridefiniti gli obiettivi: politiche rivolte a mantenere la persona anziana anche se disabile nel proprio ambiente familiare, comunità, propria abitazione. • CURE DOMICILIARE: strategia del community care. SAD, alloggi protetti, CD Sistema formale per gli anziani: servizi residenziali o servizi domiciliari (rapporto di bilanciamento- pacchetto per dare continuità per rendere meno traumatico il passaggio) Le differenze tra i diversi paesi nelle politiche di cura per gli anziani sono anche da ricercare nei diversi approcci adottati nonché nelle configurazioni dei servizi sanitari. In Italia alla necessità di integrare 15 prestazioni socio-sanitarie per quanto riguarda sopratutto le persone disabili si è cercato di dare risposta con alcuni nuovi servizi ADI. Sistema informale: assistenza privata: tempo dedicato ad attività di cura dai figli/e adulti verso genitori/ suoceri anziani non più autonomi. Laddove le obbligazioni familiari sono maggiori più scarsi risultano i sistemi di cura formale per gli anziani e viceversa. • ASSEGNI DI CURA: prestazione monetaria sottoposta alla prova dei mezzi, finalizzata a sostenere la famiglia impegnata nell'assistenza di persone non autosufficienti, prevalentemente anziane e con ridotte possibilità economiche, erogato dai comuni o dalle ASL in alternativa ai servizi alla persona, domiciliari, residenziali, utilizzato dal caregivers informali i dal titolare per acquistare cura nel mercato, senza vincoli nel mercato, senza vincoli all'uso della misura. • INDENNITA' DI ACCOMPAGNAMENTO: misura economica a carattere nazionale, non soggetta alla prova dei mezzi, erogata e finanziata dallo stato sociale. La misura si è inserita in contesto politico e culturale che riconosce e incoraggia l'impegno assistenziale dei caregivers informali; più in generale incoraggiano il ricorso a caregiver a domicilio come avviene per assistere familiari che vivono presso il domicilio della persona curata. Monetizzazione della cura informale. • SERVIZI TEMPORALI: finalizzati a sollevare i familiari anche se per parzialmente brevi periodi e dal a carico assistenziale. • CONGEDI FAMILIARI: permettono a chi le utilizza di essere reintegrato nel proprio posto di lavoro, svolgendo le stesse funzioni e con il mantenimento di alcuni diritti pensionistici L'assistenza privata a domicilio per anziani è diventata la principale fonte di occupazione delle donne migranti. L?uso dell'assistenza delle immigrate irregolari anche in assenza di una formazione professionale pone problemi a chi la riceve in termini di qualità del servizio e per chi da cura in termini di mancanza di diritti ed esposizione ai rischi di vivere in clandestinità. Se negli orientamenti delle politiche dell'infanzia appare evidente la tendenza verso il Paid To Care (riconoscere il tempo della cura + monetizzare) nel campo della cura per anziani in tutta europea emerge un orientamento favorevole al CASH FOR CARE: cioè l'incoraggiamento della cura privata informale. PAID TO CARE: misure orientate a riconoscere il tempo della cura ma anche materiale. Dare denaro per prendersi cura: sono io che mi prendo cura CASH FOR CARE: mi spinge a rivolgersi al mercato della cura: mi rivolgo per prendermi cura. ANNI '90: il tema della conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa diventa un problema di POLICY a livello europea: le prime direttive e raccomandazioni della comunità europea avevano l'obiettivo le pari opportunità tra uomini e donne: insistendo sulla necessità di politiche di sostegno alle madri lavoratrici sopratutto attraverso lo sviluppo di servizi per l'infanzia di qualità. Progressivo spostamento nelle finalità, da obiettivo per ridurre le disuguaglianze di genere divengono strumento per aumentare l'occupazione. Family friendly policy: politiche promosse dalle aziende per rispondere ai bisogni di conciliazione dei propri dipendenti. Politiche di conciliazioni: dalle politiche dei servizi per l'infanzia e per gli anziani a quelle per il tempo di cura, alle politiche del lavoro, a quelle legate agli orari di lavoro, ai congedi genitoriali e familiari, fino alle politiche di coordinamento dei tempi della città, politiche a sostegno della cura e del lavoro di cura. Le donne aumentano il tempo dedicato alle attività remunerate e riducono quello per il lavoro famigliare e viceversa gli uomini. CONCILIARE FAMIGLIA- LAVORO: per le donne può essere reso difficile da: • orari di lavoro poco amichevoli • mancanza di servizi di cura adeguati • dalle aspettative e dai comportamenti familiari 16 Ai cambiamenti dell'uso del tempo delle donne nel mercato non ha fatto seguito un altrettanto incisivo cambiamento nella divisione di genere del lavoro non retribuito. Italia, alla bassa partecipazione si associa scarsa diffusione del part time e dei servizi per l'infanzia, scarse sono le politiche pubbliche per ridurre il conflitto famiglia- lavoro. Limitata partecipazione femminile al mercato, alto ricorso al lavoro di cura informale svolto dalla donna, paese in cui sono fondamentali le relazioni intergenerazionali e di parentele, continuità lavorativa grazie ai nonni: principale strumento di conciliazione , elevati livelli di differenziazione tra donne: istruzione, chi lavora e chi no, a seconda del numero di ore, famiglie con due percettori di reddito o uno. POLITICHE A SOSTEGNO DELLA CONCILIAZIONE POSSONO RIGUARDARE DIVERSI AMBITI DI INTERVENTO: 1. il tempo della cura riconosciuto ai genitori e ai familiari (congedi) 2. servizi di cura sia per l'infanzia sia per gli anziani - aiuti fiscali per usufruire dei servizi pubblici e privati 3. le politiche del tempo sia in azienda (congedi genitoriali, formativi, part time...) sia nelle città (attenzione agli orari di servizio ma anche dell'organizzazione del lavoro) Stato- governi locali- AZIENDE AZIENDE: interventi inerenti le pratiche organizzative, la cultura del lavoro, il clima aziendale. Le aziende possono decidere di promuovere in prima persona le politiche di conciliazione, le quali sarebbero meno efficaci senza la loro disponibilità. Possono essere definite come l'insieme di strumenti e pratiche organizzative che facilitano la conciliazione famiglia- lavoro dei lavoratori e delle lavoratrici e che l'azienda introduce volontariamente in modo da interagire le misure obbligatorie, colmare l'assenza o riempire i vuoti legislativi. Congedi, orari di lavoro flessibile, misure di sostegno e consulenza. Ragioni di natura economica: il profitto, le risorse umane, programmi di pari opportunità, incentivi finanziari. In Italia scarsa prestata dai datori di lavoro a misure di conciliazione legate all'organizzazione del tempo di lavoro (part time solo al ritorno dalla maternità) ATTIVAZIONE: mira al coinvolgimento dei beneficiari nella vita di comunità come strumento per l'acquisizione di cittadinanza, intesa nel senso di partecipazione alla società, carattere universale applicandosi a tutti i cittadini, è realizzata attraverso un sistema di servizi di reddito minimo garantito. POLITICHE DI CONCILIAZIONE: ossia quell'insieme di misure e strumento di policy che facilitano l'ingresso e la permanenza delle donne nel lavoro retribuito anche quando hanno carichi di cura, mirano ad incentivare l'occupazione femminile, a contribuire a fare restare o ritornare nel mercato coloro che altrimenti ne resterebbero esclusi o meglio escluse, sostegno alla fecondità: in loro il concetto di attivazione trova applicazione perchè costituiscono una delle possibili strategie di lotta all'esclusione sociale. POLITICHE DI CURA: liberano il tempo a chi ha la responsabilità di cura e lo dirottano dal lavoro familiare al lavoro remunerato aumentando così l'occupazione femminile, facilitano l'offerta di lavoro femminile e indirettamente anche la domanda. Le politiche a sostegno di chi ha responsabilità familiari possono dunque diventare una esplicita politica occupazionale, quello riguardante l'infanzia misure all'elusione sociale perchè contribuiscono a ridurre gli svantaggi dei bambini appartenenti alle classi sociali meno agiate, promuovono l'investimento sociale nelle generazioni più giovani. Le soluzioni di POLICY hanno una dimensione di attivazione nella misura in cui promuovono l'empowerment dei beneficiari 17 Chiedere aiuto per i poveri per ottenere qualcosa è la strada più pratica per affrontare la povertà da parte dei poveri, in realtà molto spesso si traduce nell'affrontare in modo "giudiucista" problemi complessi attraverso soluzioni basate su regole gestibili in modo amministrativo senza mediazione professionale. Ma chi è più abile e ricco di conoscenze avrà meno difficoltà a muoversi nel giuridicismo senza aver bisogno di tutto ciò che riceve. Criteri di valutazione sono diversi visto perchè a decidere è la discrezionalità amministrativa e politica. Non basta erogare risorse senza verificare gli esiti e l'impatto sociale dell'aiuto. Le risorse sono ripartite per categorie di beneficiari e di erogatori senza tenere conto delle situazioni: è più difficile monitorare gli esiti degli interventi, verificare l'utilizzo degli adulti. La previsione di una prestazione dovrebbe essere collegata all'elaborazione di un PIANO PERSONALIZZATO nel quale la prestazione sia inserita in un percorso finalizzato alla migliore integrazione del soggetto interessato e perciò ad un positivo sostegno alle sue esigenze effetti che ben difficilmente si potrebbero ottenere con prestazioni standardizzate e imposte senza valutazione caso per caso. Il soggetto dovrebbe essere coinvolto attivamente anche nella fase di elaborazione (al fine di individuare il miglior apporto che può dare- per meglio motivarlo in relazione alla finalità). I SERVIZI SOCIALI che compongono il welfare sono: 1. servizi che si occupano di assistenza e tutela: ass. economica 2. servizi alla persona alla famiglia: presa in carico del bisogno 3. servizi a domanda individuale per l'infanzia e la socializzazione L'assistenza sociale genera sopratutto lavoro di tipo amministrativo finalizzato alla verifica dell'idoneità e non anche lavoro di natura tecnica e clinica, sugli esiti e non soltanto sulle erogazioni. Nel caso della gestione professionale il trasferimento finanziario è soggetto a verifica del bisogno e degli esiti, con azione professionale che attiva impegni che interessano la finalizzazione dell'aiuto verificando i suoi risultati, misurati nella riduzione della povertà e dei poveri. Nel lavoro amministrativo gli indici sono ignoti, si conoscono le quantità trasferite e i beneficiari. La PERSONA, le sue capacità e le sue potenzialità personali non sono considerate nell'assistenza amministrativa, che per sua natura, non può valorizzare le capacità, le volontà e l'incontro tra diritti e doveri. La MEDIAZIONE PROFESSIONALE può invece entrare nel merito di questi aspetti e del rendimento sociale per qualificare l'aiuto ma in molte realtà l'approccio professionale è minoritario e insufficente. MONITORAGGIO • serve per tenere sotto osservazione l fenomeno, per verificare l'andamento nel tempo e nello spazio, per mettere a disposizione di istituzioni- attori sociali- cittadini strumenti per conoscere e confrontare la capacità dei diversi territori. • considera le risorse destinate agli interventi per la povertà e alle persone con insufficienti risorse economiche. • documenta tutti i trasferimenti economici a qualsiasi titolo erogati tenendo conto che i beneficiari sono identificati dai comuni quelli con reddito inferiore a una certa soglia. In un quadro di scarsità di risorse l'asticella reddituale per l'accesso ai benefici assistenziali viene abbassata sempre di più così da rendere il sistema maggiormente selettivo e più capace di dare risposte a chi è in condizioni peggiori TERZO SETTORE: consente di progettare percorsi già radicati nel tempo e nel territorio, ispirati da una logica di solidarietà e di effettiva risposta ai bisogni delle persone. DIRITTI SOCIALI 20 Indicano le condizioni di fruizione "i titoli" per beneficiarne cioè le condizioni per ottenere la loro esigibilità. I diritti più tutelati sono diritti categoriali riconducibili a qualcosa che non è la persona ma che la riguarda; quando una condizione di bisogno sociale rientra in una risposta categoriale, difficilmente trova soluzioni adeguate oppure le trova ma per carità e non per giustizia. Sono diritti dell'individuo e non solo, sono allo stesso tempo della persona e delle persone che insieme sono chiamate a condividere risorse e responsabilità per affrontarli. Un diritto è SOCIALE quando genera contemporaneamente benefici per la persona e per la comunità, richiede l'esercizio di responsabilità personale e sociale, quando non rigenera chi ne beneficia sottrae bene pubblico a fini individuali. Gli IMMIGRATI non sono titolari di diritti sociali in quanto stranieri, ma devono essere considerati come persone al pari delle altre e che quindi potranno al pari dei cittadini necessitare di interventi di assistenza sociale o di tutela di altri diritti sociali non in ragione delle loro condizioni personali e sociali. L'esclusione finanziaria, ovvero l'impossibilità o la difficoltà per alcuni soggetti individuali/impresse di accedere ai servizi finanziari basilari, è correlata all'esclusione sociale: tale condizione può generarsi o consolidarsi nell'accesso a seguito di difficoltà nell'accesso o nell'uso di strumenti finanziari. Governo e Parlamento hanno preso numerosi provvedimenti per arginare la crisi economica e tagliare la spesa pubblica. Ha realizzato interventi/realizza più interventi settoriali che globali e più contingenti che strutturali in ogni caso poco efficaci. La povertà va prevenuta attraverso una seria politica occupazionale dei giovani. SITUAZIONE GIOVANILE: il tasso di occupazione giovanile è sceso e il tasso di disoccupazione giovanile è aumentato. Per i giovani si è ridotta la possibilità di accendere un mutuo per l'acquisto della casa Prassi diffusa che non prevede di aiutare dando servizi che favoriscono la promozione umana ma dando trasferimenti monetari. Questo approccio rischia di creare una dipendenza- strutturale dalle erogazioni economiche da parte dei beneficiari, a rendere poù complicato il tutto è il sistema di protezione sociale che prende l'intervento di più livelli con sovrapposizioni di responsabilità. Le politiche redistributive non sono sufficienti, è necessario incrementare gli scambi basati sulla reciprocità valorizzando le persone e le relazioni che sostengono le capacità: occupazione, risorse umane (investire nella prima infanzia, nell'istruzione e nella formazione), politiche fiscali e previdenziali (aumento del reddito, retribuzioni riconoscere e valorizzare i servizi pubblici gratuiti) WELFARE GENERATIVO: Idea che si basa non solo sul consumo di risorse ma anche sulla possibilità di rigenerare. Riconosce ad ogni persona di sviluppare le proprie potenzialità potendo contare sul superamento degli ostacoli e sulle disuguaglianze che penalizzano i più deboli. Non è un'alternativa alla crisi. E' utile aggiungere al raccogliere e al ridistribuire altre tre strategie: rigenerare, rendere e responsabilizzare. WELFARE GENERATIVO significa equità e giustizia che, dopo aver raccolto le risorse e mentre le ridistribuisce, diventa anche capace di rigenerarle e farle rendere, grazie a una sistematica responsabilizzazione sugli esiti, resa possibile da un diverso incontro tra diritti e doveri, è quindi necessario passare dalla logica del costo a quella dell'investimento, dalla cultura delle risorse a quella degli esiti di cui possiamo renderci responsabili. Capacità non solo di ricevere ma anche di dare potenziando il rendimento dell'aiuto ricevuto a vantaggio di tutti. Il ruolo centrale è giocato dalle istituzioni che in esso svolgono la funzione regolativa, sono le persone con il lavoro professionale, l'apporto professionale e il concorso della persona interessata a fare la differenza trasformando le risorse in altro. 21 Si sta sacrificando l'efficienza in nome dell'uguaglianza, garantire assistenza e benessere erode gli incentivi al lavoro, riduce la propensione al risparmio e abbassa la produttività. In generale l'obiettivo dello stato sociale è fornire protezione e sicurezza ogni volta che si è impegnato nel conseguire un ideale di uguaglianza lo ha fatto sopratutto cercando di garantire uguali opportunità ma non uguali risultati. L'attuale sistema di finanziamento dei diritti sociali si basa principalmente sul reddito da lavoro e imposte sui consumi. Con il mutamento del sistema/tipologia di lavoro, la crisi occupazionale e il difficile accesso sala mercato del lavoro dei giovani, il sistema di finanziamento del welfare fa fatica a sostenere una quantità crescente di beneficiari: più di quanti lavorano e pagano le tasse. Il CORRISPETTIVO di un servizio consiste in una restituzione a vantaggio di tutti. Per quelle prestazioni con caratteristiche di continuità nel tempo e per i quali dunque il mancato adempimento della prestazione richiesta possa avere come effetto l'impossibilità di continuare ad usufruire del servizio in questione. Prestazione non in denaro ma attività a vantaggio delle collettività. L'obiettivo è la FINALITA' DI SOLIDARIETA': non solo diritti ma anche doveri e obblighi finalizzati allo sviluppo della società. LO scopo della finalità di solidarietà è quello di consentire e favorire l'integrazione sociale specie all'interno di società differenziate, pluraliste e frammentate. FONTE dei DATI: indagine censuaria Istat sugli interventi e i servizi sociali che riserva la spesa sostenuta dai comuni o altri enti pubblici a ciò delegati per realizzare servizi sociali comunali per 7 aree: famiglia e <, disabili, dipendenze, anziani, immigrati, povertà e disagio adolescenziale, multiutenza. Il costo del denaro è cresciuto e la pressione fiscale è aumentata questi incrementi descrivono quanto strutturale sia la crisi e quanto il sistema pubblico abbia poca capacità di dare servizi ai propri finanziatori che pagano senza vedersi restituito il capitale investito In Italia vi è il minor grado di mobilità intergenerazionale (probabilità che i figli abbiano un lavoro diverso, migliore da quello dei genitori), non offre ai figli l'opportunità di aspirare a migliori condizioni occupazionali. Quello che incide notevolmente nella scelta delle soluzioni di lotta alla povertà sono le credenze e le culture cioè quello che si ritiene giusto. Evasori: non conferiscono risorse/usano servizi non avendo finanziato CRISI prima di essere economica e finanziaria è di VALORI e investe l'organizzazione della società, la capacità globale dello stato di rispondere ai bisogni fondamentali, il recupero della fiducia dei cittadini nelle istituzioni, il senso stesso della democrazia. Valori della solidarietà, uguaglianza, responsabilità non sono ancora metabolizzati nella nostra società, in una società che si definisce democratica. Due sono le principali COORDINATE ETICHE da cui partire per sviluppare la lotta alla povertà: 1. recuperare il valore centrale della persona umana: significa affermare che l'intera organizzazione sociale è in funzione dell'esistenza e della valorizzazione della persona ossia di tutte e singole persone. Ogni soggetto va considerato come portatore di diritti, doveri e valori. 2. dare un significato compiuto al bene comune: dovrebbe essere la finalità principale dello stato, la ragion d'essere dell'autorità politica. Passivo cioè di garantire a tutti i cittadini le condizioni favorevoli al loro sviluppo, attivo inquanto il bene comune deve risultare dall'apporto di tutti, sia singolarmente intesi, sia attraverso i corpi sociali e le istituzioni in cui i cittadini sono vitalmente inseriti. L'obiettivo 22 dipenderanno dal comportamento riproduttivo degli stranieri e dalla loro capacità di rimpiazzare la forza lavoro Tuttavia, se non vogliamo pensare che in futuro il nostro mercato del lavoro sarà fatto solo da manovali, operai non qualificati – tipica situazione di un paese arretrato- la sfida da raccogliere è quella di una politica fortemente orientata all'integrazione sociale (come visto le famiglie straniere sono mediamente più povere di quelle italiane), accogliente nei fatti, che opera fortissimi investimenti sulle nuove generazioni, comprese le seconde generazioni La sfida da raccogliere è quella di un multiculturalismo neo-liberale temperato, che pur riconoscendo la ricchezza della diversità, promuove una piena cittadinanza per tutti coloro che vivono e lavorano stabilmente nel nostro paese E' una politica costosa, ma che in prospettiva può ridurre i costi di una crescente frammentazione sociale, della caduta della solidarietà (intesa come principio etico alla base della coesione sociale e della promozione di comportamenti cooperativi) e della diffusione tra italiani e stranieri di un senso di estraneità reciproca, che spesso sconfina nel rancore, nella competizione (per risorse sempre più scarse), nel conflitto e, forse più realisticamente, nella guerra tra poveri Più che una spesa, un costo, è una forma di investimento sociale Cittadinanza: Vi sono stati più generosi e stati meno generosi. In Francia viene concessa molto più facilmente anche se si presuppone la conoscenza della costituzione (laicità dello Stato). Rivendicazione delle identità culturali: problema legato all'assimilazione (fallimento delle politiche di assimilazione) Rivendicazioni in termini di diritti individuali Forme delle politiche multiculturali La multienticità è definibile come una situazione di compresenza in un determinato spazio fisico o relazionale di differenti gruppi etnici portatori di diversi patrimoni culturali. Tali gruppi sono fondati sulla credenza soggettiva di condividere un'unica comunità di origine e si distinguono dai gruppi parentali in quanto per quest'ultimi sussiste una comunanza di sangue. Multiculturalismo: 1. neo-mercantilista 2. critico 3. radicale essenzialista-differenzialista 4. neo liberale temperato FAMIGLIE SOLE Le trasformazioni maggiori riguardano in particolare: 1. l'invecchiamento della popolazione 2. il mercato del lavoro 3. l'immigrazione 4. le modalità d'ingresso dei giovani nella vita adulta 5. l'instabilità coniugale L'Italia si è rilevata essere meno capace sia di crescere economicamente sia di riformare il sistema di welfare per adeguarlo ai nuovi tempi. La conseguenza è che le famiglie in Italia si sentono sole, sovraccaricate di responsabilità, sempre meno in grado di aiutare i propri membri deboli. Le difficoltà delle famiglie sono strettamente legate ai vincoli di crescita del paese ed alla presenza di alcuni gravi squilibri che l'azione politica ha il compito prioritario di rimuovere. 25 In Italia le possibilità di affermazione e valorizzazione dipendono dalla generazione di appartenenza, dall'essere uomo piuttosto che donna, dal vivere al nord rispetto che al sud. Il sistema di welfare è inadeguato e obsoleto. Il sistema di protezione sociale è rimasto prevalentemente centrato sulla figura del lavoratore maschio adulto. Poco, invece si è investito sulle opportunità e partecipazione dei giovani e sulla conciliazione tra famiglia e lavoro. La spesa sociale Italiana è una delle più squilibrate: prevalentemente alle pensioni, lasciando una quota irrisoria alle voci che riguardano la famiglia, la casa e gli aiuti nelle varie situazioni di disoccupazione. Su questa situazione di ristagno si sono innescati gli effetti della crisi economica. Da un lato un mercato del lavoro inefficiente che da scarse opportunità sopratutto alle donne e ai giovani e dall'altro un welfare inadeguato che non promuove e lascia ampio spazio alle disuguaglianze. I giovani italiani rimangono a vivere molto a lungo nella casa dei genitori, a questo vi sono alla base fattori culturali, motivi economici, difficoltà oggettive connesse sopratutto all'allungamento dei tempi di stabilizzazione della propria posizione nel mercato del lavoro e ai costi delle abitazioni. Per formare un nucleo familiare è sempre più importante che entrambi i membri della coppia abbiano un lavoro, per rispondere all'incertezza occupazionale e alle basse retribuzioni. Si allungano perciò i tempi di realizzazione delle condizioni ritenute adeguate per dare inizio a una nuova famiglia. Se la conquista di una propria autonomia e la costruzione di un proprio nucleo familiare arrivano in età tardiva, si riducono i margini di realizzazione dei desideri riproduttivi, formando così un quadro coerente con la bassa fecondità. L'età media alla nascita dei figli risulta particolarmente elevata. Pochi figli in età sempre più avanzata. Difficoltà di conciliazione famiglia-lavoro. Ridotta la collaborazione maschile alle attività domestiche e di cura. Anche a parità di lavoro, il contributo entro le mura domestiche degli uomini italiani risulta essere tra i più bassi in Europa. Forte invecchiamento della popolazione conseguenza anche della fecondità persistentemente bassa, unita a una longevità sempre più estesa. E' destinata quindi a crescere la domanda di aiuto e assistenza sanitaria. L'invecchiamento della popolazione non comporta solo costi previdenziali, ha implicazioni rilevanti anche sul sistema di salute pubblica e sulla domanda di assistenza generale. La famiglia italiana è una grande risorsa che fino ad ora è stata in grado di svolgere funzioni cruciali per il benessere dei singoli e per lo sviluppo sociale ed economico del paese. Le difficoltà e l'eccesso di carichi a cui è sottoposta rischiano, quindi di essere ancora più gravi e problematici per la crescita e la coesione sociale. Le carenze del sistema di welfare pubblico sono compensate dalle reti di aiuto informale. Il ruolo centrale viene svolto dalla popolazione femminile di mezza età: care givers. Il rapporto tra non autosufficienti e queste è destinato ad aumentare. Diventa cruciale e sempre lo diventerà la conciliazione tra lavoro femminile e attività di cura dei genitori anziani, dei figli. Lasciare le famiglie meno sole significa aumentare la loro capacità di continuare una risorse per il benessere collettivo. La politica non deve limitarsi a mettere semplici toppe alle falle evidenti, dovrebbe invece percorrere le esigenze dei cittadini, promuovere l'autonomia dei giovani, sostenere le scelte delle coppie, favorire l'integrazione degli immigrati e delle seconde generazioni. Altri interventi cruciali riguardano le famiglie e la questione della distribuzione degli impegni domestici e di accudimento. Una maggiore disponibilità di nidi per i bambini più piccoli, incentivi alla condivise della cura dei figli fin dalla nascita, servizi e sgravi fiscali che contribuiscano a rendere le donne meno schiacciate dagli accessi del lavoro del lavoro informale di assistenza e più disponibili a un'occupazione nel mercato del lavoro retribuito. GIOVANI In Italia non si investe in modo adeguato nella qualità dei servizi e nella promozione delle nuove generazioni. La nostra società è più iniqua delle altre, e mano dinamica, più propensa a difendere il benessere del presente che a costruire le basi di un solido sviluppo. Squilibrio demografico. La riduzione delle età più giovani sarà compensata solo in parte dalle immigrazioni. Il rapporto tra pensionati e persone occupate è destinato a diventare uno dei peggiori al mondo. Per continuare a crescer dal punto di vista del benessere economico e per rimanere competitivi, bisognerebbe allora investire di più sulla qualità e sulle opportunità delle nuove generazioni. Una prima conseguenza negativa alla riduzione demografica è il ridimensionamento del loro peso elettorale: scarsa spinta al ricambio generazionale, barriere anagrafiche di accesso al Parlamento; popolazione accademica; ridotata presenza di giovani nelle elite professionali e nella pubblica amministrazione; meno sono i giovani che arrivano alla laurea ma per chi la raggiunge è problematica la transizione al primo lavoro. 26 Per chi un lavoro ce l'ha, i salari risultano essere mediamente bassi, le carriere e i profili salariali premiano più l'anzianità lavorativa che l'acquisizione di nuove e più attuali capacità. Sulle opportunità formative e occupazionali incide il luogo di vita e lo status medio-basso delle famiglie: diventa importante pertanto il luogo dove e la famiglia in cui nascono i figli. I minori stranieri nati in Italia: cruciali sono le politiche per la loro integrazione e valorizzazione affinché diventino una vera risorsa per l'accrescimento del paese. Risultati scolasti più bassi, la scuola italiana non propone adeguate e adatte offerte formative. In Italia è diventato la normalità rimanere in famiglia fin oltre i 30 anni, si rimane in condizione di figli più a lungo. Le differenze nei tempi di conquista di una propria autonomia sono legate alle modalità di uscita dalla casa dei genitori. Partire bene o male alla vita autonoma incidono sui percorsi di vita successivi. La società dovrebbe produrre individui che siano dotati di capacità e strumenti per cogliere le sfide del presente e del futuro. Modi diversi di intendere i legami famigliari: figli come il proprio prolungamento, i loro insuccessi sono i fallimenti dei genitori (investimento forte sui figli), altri spingono per l'autonomia prima possibile. La società italiana incentrata più sulla famiglia che sull'individuo, il sistema di welfare è affidato sopratutto sulla solidarietà familiare. Dipende dal significato - ruolo dato alla famiglia. Le carenze in termini di aiuti pubblici fanno si che più difficilmente i giovani possano rinunciare al sostegno di padri e madri. Il fatto che la famiglia sia l'unico ammortizzatore sociale fa aumentare la relazione di dipendenza. Esistono poi fattori di ordine strutturale ed economico. In Italia mancano adeguati strumenti pubblici a sostegno del reddito nelle fasi scoperte di passaggio da un lavoro all'altro, il mercato è meno dinamico ed è quindi meno facile trovare un nuovo lavoro, gli affitti sono relativamente più onerosi. Molti giovani di conseguenza al fine del contratto devono tornare dai genitori: frustrazione, perdita di fiducia... Le difficoltà di conquista e difesa di una propria autonomia si riflettono anche sui tempi e modalità di formazione di un proprio nucleo familiare. L'età tardiva di conquista di una propria autonomia e di formazione di una propria famiglia riduce i margini di realizzazione dei desideri riproduttivi e forma un quadro coerente con la bassa fecondità: 35 anni primo figlio, poi più difficile anche biologicamente. La continua posticipazione delle tappe di transizione alla vita adulta è quindi in buona parte anche causa della bassa fecondità italiana e della rilevante discrepanza tra desideri e comportamenti riproduttivi: aiutare i giovani a diventare autonomi in età meno tardiva e in particolare a non posticipare troppo la formazione di un'unione di coppia può produrre ricadute positive sulla fecondità riducendo l'attuale ampio divario tra numero desiderato di figli quanto poi effettivamente realizzato. E' considerato sempre più indispensabile un lavoro per entrambi i membri della coppia come prerequisito per sposarsi, come cruciale è la disponibilità di una propria abitazione (acquisto difficile senza aiuti della famiglia di origine, affitti troppo alti). DIFFERENZE DI GENERE: POLITICHE DI CONCIALIAZIONE Uno dei fattori di maggior disequilibrio nei rapporti di genere deriva dal fatto che conciliare famiglia e lavoro è più difficile e costoso che in altri paesi. La conseguenza è che l'Italia ne soffre più di altri paesi a causa della bassa natalità e della bassa occupazione femminile. Fino ad oggi le politiche di conciliazione sono state considerate in ottica femminile, la visione della conciliazione andrebbe ripensata alla luce dei lenti ma importanti cambiamenti che stanno modificando la divisione dei ruoli nella famiglia. I problemi e le strategie adottate per rendere maggiormente compatibile responsabilità familiari e lavoro retribuito differiscono profondamente fra uomini e donne. Da recenti dati, anche gli uomini sperimentano difficoltà di conciliazione, i quali però a differenza delle donne tendono a ridurre principalmente il tempo libero e non quello lavorativo. Le politiche di conciliazione dovrebbero entrare in una nuova ottica fornendo ad entrambi i generi gli strumenti e il sostegno necessari in tutte le fasi della vita. Nell'ambito formativo le donne italiane hanno ormai superato gli uomini, tale successo però non è ricompensato in modo coerente sul mercato del lavoro in termini di occupazione e di retribuzioni. Le principali ragioni risiedono nella minore spendibilità dei titoli universitari conseguiti dalle donne. LA diversità delle scelte di studio dei due sessi è in parte dovuta al permanere di forti stereotipi di genere nella struttura dell'istruzione e nella famiglia e in parte al fatto che le donne lasciano guidare in tali scelte più che dalle proprie inclinazioni che dalla future opportunità. Solo una quota minoritaria di laureate ha un lavoro stabile. Anche l'avanzamento professionale sembra penalizzare le donne sotto vari aspetti: orari di lavoro, ore lavorate indipendentemente dal corso di laurea di provenienza. Il mercato del lavoro struttura incentivi che premia in larga misura la disponibilità di tempo e spazio e una continuità lavorativa senza interruzioni di percorso. Concezioni di questo tipo influiscono 27
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