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Il Biennio Rosso e l'ascesa del fascismo in Italia, Appunti di Storia

La situazione economica precaria dell'italia dopo la prima guerra mondiale e come il fascismo diventa un partito politico a tutti gli effetti, dominando il biennio rosso e l'ascesa del fascismo in italia. Vengono descritti i principali eventi che hanno portato alla presa del potere da parte di mussolini, come la marcia su roma, la decisione del re di firmare il documento per concedere il potere a mussolini, le prime provvedimenti del fascismo, come la milizia volontaria, la denazionalizzazione di alcune imprese chiave, la soppressione del partito popolare italiano e la riforma dell'istruzione. Vengono inoltre descritti i mezzi utilizzati per fascistizzare lo stato, come la controllo della comunicazione, l'istituzione di organizzazioni per occupare ogni momento della vita delle persone e la creazione di corporazioni per rappresentare gli interessi dei lavoratori.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 01/05/2024

beatrice2888
beatrice2888 🇮🇹

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Scarica Il Biennio Rosso e l'ascesa del fascismo in Italia e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! FASCISMO IL DOPOGUERRA ITALIANO L’Italia aveva vinto la prima guerra mondiale, ma allo stesso tempo aveva anche perso perché ha tradito i suoi primi alleati: la Germania e l'Austria. L’Italia comunque era tratta male dagli altri stati –> era vista come la traditrice. Nel dopoguerra, l’Italia entrò in una profonda crisi segnata da conflitti sociali, contrapposizioni ideologiche e una grande crisi economica. PARTITI PRESENTI IN ITALIA I partiti forti in questi anni sono: - Partito polare italiano –> fondato da Don Luigi Sturzo nel 1919. Era un partito molto vicino alla chiesa (persino il papa favorì la nascita di questo partito), ma non ha un programma improntato alla religione, ma alla interazione tra le classi sociali –> favoriva il ceto basso e un po’ quello medio.Era un partito che aveva una idea più democratica. - Partito socialista –> nel 1919, i sostenitori si triplicano e diventa la prima forza politica alle elezioni del 1919. Il socialismo di radicalizza molto, quindi inizia ad avere un’idea sempre più radicale. All’interno del partito socialista nasce la rivista “Ordine Nuovo”, che però dopo due anni si staccherà dal partito socialista e per andare a sostenere il partito di sinistra più estremista –> il partito comunista. - Fasci di combattimento –> partito fondato da Mussolini nel 1919. Questo è un partito rivoluzionario, progressista, nazionalista, repubblicano, anticlericale e anticapitalista –> è un partito che nasce come opposizione. È un partito che sostine da subito la violenza e l’azione diretta, quindi voleva “distruggere” la monarchia e il governo liberale. È un partito politico che viene sostenuto da alcuni reduci di guerra, dalla piccola e media borghesia (la base principale del fascismo), dai rivoluzionari e dagli arditi del popolo.Questi sono partiti che vengono definiti di massa perché sono partiti che hanno un occhio di riguardo per i ceti, non per il singolo individuo. ELEZIONI DEL 1919 Le elezioni del 1919 sono le prime elezioni il cui il partito liberale italiano inizia a vacillare, invece ottengono molto successo il partito popolare italiano e il partito socialista (diventa la prima forza politica). In queste elezioni però non si riuscì ad ottenere una maggioranza effettiva, quindi si aprì un periodo di instabilità, dal quale si uscì nel 1920 grazie ad una alleanza tra il partito liberale e quello popolare. A capo di questo governo venne chiamato Giolitti i perché secondo lo stato era l’unica persona capace di gestire la rivolta industriale e agraria. Questo governo ebbe due grandi questioni da risolvere: - Questione sociale –> con il problema delle rivolte sociali, che coinvolgevano contadini ed operai di tutta Italia. - Questione della città di Fiume –> Fiume fa parte della narrazione della vittoria mutilata. Secondo il patto di Londra, l’Italia a vittoria avrebbe dovuto ottenere la Dalmazia, ma non fu così per due motivi: l’autodeterminazione dei popoli (Wilson non aveva intenzione di concedere la Dalmazia all’Italia) e la paura dell’espiazione dell’Italia da parte degli altri stati europei. In Dalmazia la popolazione era principalmente di lingua slava, ma nella città di Fiume era la popolazione Italia rappresentava la maggioranza. A questo punto, la popolazione italiana rimase indignata perché voleva conquistare quelle terre, quindi d’Annunzio, con un esercito, occupa la città di Fiume, chiedendo l’annessione di Fiume all’Italia. Fiume è interessante perché viene vista come l’anticamera del fascismo. Questa questione viene risolta da Giolitti. Giolitti si mette d’accordo con i regni dell’est e firmano il trattato di Rapallo, in cui venne scritto che la Dalmazia poteva rimanere della Iugoslavia, ma l’Italia voleva delle piccole isolette e così la città di Fiume sarebbe stata dichiarata libera. Tutti erano felici, tranne d’Annunzio, che rifiuta di lasciare la città. I 4 anni che separano l’Italia dalla vittoria della prima guerra mondiale, 1918, alla presa del potere del fascismo, 1922, possono essere divisi in: - Biennio rosso (1919-1920) –> dominato da lotte contadine e operaie. - Ascesa del fascismo (1921-1922) –> dominato dallo squadrismo fascista. BIENNIO ROSSO 19-20 La situazione economica dell’Italia era molto precaria a causa delle grandi spese che lo stato aveva dovuto sostenere perla guerra. Durante la guerra, l’industria siderurgica, meccanica e chimica italiana si sviluppò molto –> la guerra aveva portato un capitalismo più concentrato e più moderno. Questo sviluppo si fermò con la fine della guerra, perché lo stato non era più in grado di sostenere le spese delle aziende. Al contempo, ci fu una svalutazione della lira accompagnata da una crescita dell’inflazione –> il potere di acquisto delle persone diminuì e i salari rimasero invariati; questo portò ad una condizione di vita precaria dei lavoratori. Quindi nel dopoguerra il costo della vita aumentò, la disoccupazione si innalzò, molti ex combattenti chiedevano quello che lo stato gli aveva promesso per andare a combattere in guerra. In diverse parti d’Italia, i lavoratori chiedevano qualcosa: - I contadini del sud lamentavano le terre promesse durante la guerra - I braccianti del Nord richiedevano una paga migliore e migliore contratti - Gli operai chiedevano miglioramenti salariali è una giornata di lavorativa di 8 ore I ceti medi e bassi del popolo erano quelli che non avevano alcun tipo di rappresentanza all’interno della politica e coloro che ci avevano rimesso di più dalla guerra. Ai contadini erano state promesse delle terre che poi non sono state più date. Per questi motivi, saranno dei grandi sostenitori del partito fascista –> era l’unico partito che è stato in grado di dare a loro quello che stavano chiedendo. INIZIO DELLE LOTTE CONTADINE Dalla primavera del 1919 iniziarono durissime lotte sindacali e sociali che coinvolsero moltissimi lavoratori. Nel 1919 iniziarono le occupazioni delle terre incolte da parte dei contadini del centro sud, invece al Nord Italia gli operai scioperarono per chiedere un aumento di salario. Nella Valpadana il problema riguardava l’occupazione delle terre. In questo territorio erano molto diffuse le leghe rosse (gruppi di lavoratori che chiedevano la socializzazione della terra e la redistribuzione dei terreni) e le leghe bianche (a sfondo cattolico che chiedevano le stesse cose delle leghe rosse, ma in modo più pacifico). Ad un certo punto le leghe saranno formate da moltissime persone e riescono a diventare delle organizzazioni forti e stabili e avranno molta presenta sul territorio. OCCUPAZIONE DELLE FABBRICHE Nel 1920, la crisi italiana si aggravò –> nelle fabbriche, l’agitazione che si era sviluppata, raggiunse l’apice tra l’agosto e il settembre del 20. Gli operai iniziano ad occupare tantissime fabbriche –> gli operai si barricavano nelle fabbriche armati e impedivano al proprietario di entrare. L’industria metalmeccanica era l’industria più usata nella prima guerra mondiale e gli operai chiedevano un aumento die salari perché quello che guadagnavano non era abbastanza per le spese per vivere. Le rivendicazioni dei lavoratori portarono importanti risultati: • Agli operai vennero aumentati i salari e diminuite le ore di lavoro • I braccianti conquistarono aumenti di paga e il controllo dei sindacati • I contadini del sud ottennero una redistribuzione delle terre incolte occupate ASCESA DEL FASCISMO Gli anni del biennio rosso furono anni di paura per i proprietari terrieri e industriali perché furono intimoriti dalle occupazioni e dalle rivolte del lavoratori e hanno iniziato anche ad avere paura del socialismo, perché tutte queste occupazioni e rivendicazioni avevano come sfondo il socialismo. Per ELEZIONI DEL 1924 E IL DELITTO MATTEOTTI Dopo l’emanazione legge Acerbo, Mussolini convoca nel 1924 le elezioni per consolidare la sua maggioranza. Il partito fascista, e altri partiti della destra, si presentarono in una lista nazionale, invece gli oppositori si presentarono in maniera disunita. Questo porto alla vittoria alla elezioni Mussolini, che il 65% dei voti, voti dati soprattutto dal meridione perché chi prima votava i liberali, ha votato il fascismo. Famosi di queste elezioni sono stati i brogli elettorali –> le squadracce entrano nei seggi elettorali e obbligavano le persone a votare il partito fascista. Nell’aprile del 1924, il governo si è formato da pochissimo, ma il partito fascista è comunque il partito più influente di tutta Italia. I socialisti sono gli unici a denunciare i brogli elettorali e la violenza e il discorso più acceso è stato fatto da Matteotti. Subito dopo il discorso, Matteotti viene rapito da dei sicari fascisti che poi lo uccideranno. A questo punto scoppia il caos e si crea una grande opposizione al fascismo che sembra farlo crollare. Per protesta, i parlamentare di opposizione si astengono dai lavori parlamentari perché denunciano il governo fascista, ne contestano la legittimità morale e politica. Questo evento, che passò alla stria come la scissione dell’Aventino, fu l’unica effettiva mossa di protesta della sinistra; infatti la sinistra sarà sempre divisa: non fanno scioperi, non scrivono niente, non fanno niente di significativo. In ogni caso il governo non cade perché non gli viene tolta la maggioranza. ISTITUZIONE DEL REGIME TOTALITARIO (25-28) - 3 gennaio 1925 –> data simbolo del movimento fascista: Mussolini sferra un ulteriore attacco ai socialisti e fa un discorso in cui lui rivendica tutta la violenza del suo partito, si assume tutte le responsabilità politiche –> il responsabile di tutto quello che era successo negli anni precedenti in cui lui era al governo, è stato fatto da lui. Questa data è presa come simbolo dell’inizio del percorso di instaurazione della dittatura. La costruzione della dittatura avvenne attraverso una serie di provvedimenti legislativi, i più importanti: - Leggi fascistissime (1925-1926) –> il codice Rocco. Queste leggi hanno determinato l’autoritarizzazione del governo: - favoriscono il rafforzamento del potere esecutivo - accentrano tutti i poteri - rafforzano i poteri del capo del governo - aboliscono la libertà politica Seconde leggi –> leggi stipulate per placare il dissenso: - proibizione dello sciopero - abolizione dei partiti anti-fascisti - istituzione di un tribunale speciale - reistituzione della polizia segreta - ripristino della pena di morte per attentati contro lo stato e il capo del governo - istituzione del confino –> esilio in cui alle persone veniva assegnato un luogo in cui stare e dovevano rimanere lì per tutta la vita - introduzione del podestà al posto del sindaco - prefetti a capo dello regioni e plebisciti –> queste ultime due azioni sono quelle più simili a quelle che Napoleone aveva introdotto in Francia. La particolarità del fascismo è che Mussolini è riuscito a creare uno stato autoritario in uno stato monarchico senza intaccarla –> è stato capace di mantenere la divisione di questi due stati, con due gerarchie molto simili: - Stato monarchico: re –> polizia di stato - Stato autoritario: duce –> milizia volontaria Mussolini non cambia la forma dello stato in cui inserisce il suo e questo gli ha permesso di avere maggior consenso. Mussolini, inoltre, userà anche la polizia di stato per reprimere le rivolte –> gli consentirà di avere ancora potere anche dopo la caduta del governo fascista. Tra i due stati c’era un dialogo, che era intermediato dal “Gran consiglio del fascismo”. Il Gran consiglio del fascismo, viene messo in atto la prima volta per decidere i 400 candidati che avrebbero partecipato al plebiscito subito dopo l’istituzione dei patti lateranensi. - Febbraio 1929 –> istituzione dei Patti Lateranensi (patti tra papato e stato). Sono dei patti molto importanti sia per la chiesa che per Mussolini perché, in questo modo, Mussolini riuscì ad ottenere la maggioranza degli elettori. Si compongono di tre parti: - Riconoscimento reciproco della chiesa e del fascismo –> la prima parte è il trattato internazionale perché Mussolini si riconosce lo stato della chiesa e in cambio la chiesa riconosce lo stato italiano e Roma come la capitale di esso. - Convenzione finanziaria –> lo stato italiano si impegna a versare una ingente somma di denaro allo stato della chiesa per pagare l’indennizzazione dello stato della chiesa, perché lo stato della chiesa ha perso i territori dello stato pontificio. - Concordato del tema dell’educazione –> l’educazione cattolica entra nelle scuole italiane, quindi si perde la laicità dello stato, il matrimonio cattolico ha una valenza civile e le organizzazioni giovanili di stampo cattolico vengono riconosciute dallo stato. MEZZI UTILIZZATI PER FASCISTIZZARE LO STATO Con tutti questi cambiamenti, Mussolini istituisce un vero e proprio che ha in comune con gli altri il fatto di entrare in ogni aspetto della vita delle persone; • gestisce letteralmente la vita delle masse e ogni singolo momento di essa –> istituisce delle • organizzazioni che avevano lo scopo di organizzare la vite delle masse con uno stampo fascista –> instaura una dittatura totalitaria. Ci furono diversi espedienti tramite i quali Mussolini riuscì a tenere sotto controllo lo stato: - Mezzi di comunicazione –> controllava l’informazione Mussolini proibì la stampa anti-fascista e controllava tutti i maggiori enti cinematografici italiani (istituto Luce) e gli anti radiofonici (Eiar) –> questo aveva il fine di gestire tutta l’informazione che arrivava nelle case degli italiani, quindi alla popolazione arrivavano solo informazioni favorevoli al regime e all’ideologia fascista. - Organizzazioni giovanili –> avevano il fine di educare i giovani, sin da piccoli, all’ideologia fascista. Mussolini, a tal proposito, istituisce i Figli della Lupa, l’Opera nazionale dei Giovani Balilla (corrispettivo femminile: Piccole Italiane), gli Avanguardisti (corrispettivo femminile: Giovani Italiane) Gioventù fascista e i Gruppi universitari fascisti. Ogni organizzazione raggruppava i giovani di una determinata età e tutte avevano un obbiettivo comune: l’indottrinamento fascista e il culto del proprio corpo. I giovani erano obbligati ad iscriversi a queste organizzazioni, che si ritrovavano dopo le lezioni scolastiche, così da occupare ogni momento della vita die giovani. - Organizzazioni per gli adulti –> vengono create delle organizzazioni anche per occupare ogni momento della vita degli adulti Mussolini istituisce le Massaie rurali –> organizzazione che raggruppava le donne. La donna era vista da Mussolini come “l’angelo del focolaio” che stava a casa e cresceva i figli. Nell’ideologia fascista, le donne dovevano occuparsi dei figli nelle campagne perché si credeva che la vita rurale fosse migliore di quella cittadina, si lavorava e si viveva meglio, lontano dalla confusione. Mussolini voleva che le famiglie facessero molti figli perché lui aveva la concezione che la forza di un esercito dipendesse dalla quantità di persone delle stato. Vengono formate anche le corporazioni: ogni settore lavorativo era rappresentato da una corporazione –> organismi che rappresentavano gli interessi dei lavoratori e le riportava allo stato. Il dopolavoro invece era un’organizzazione che organizzava il tempo libero dei lavoratori tramite gite, gare sportive o spettacoli. SITUAZIONE DELL’ITALIA Anche durante i primi anni del fascismo, Italia rasta uno die paesi più arretrati d'Europa: - Popolazione prettamente rurale - Nord più sviluppato del sud - Gli stipendi non reggono il peso dell’inflazione, quindi il potere d’acquisto delle masse era molto limitato. Abbiamo un Italia che è spaccata in due: una parte della popolazione sosteneva fortemente il fascismo e sosteneva la società gerarchizzata (erano i borghesi industriali del nord), invece l’altra parte, quella del meridione, aderiva si al fascismo, ma molto blandamente. Sia l’alta borghesia che gli intellettuali, come gli insegnanti, hanno dovuto schierarsi a favore del fascismo per poter insegnare, ma è un’adesione molto formale. L’adesione al fascismo riguarda tutti, nessuno escluso. La fascistizzazione dell’Italia parte dall’educazione scolastica (patto gentile), attraverso l’educazione giovanile (organizzazioni) e attraverso le forme di comunicazione (cinema, radio, teatro, giornali, ...). Mussolini istituisce la prima trasmissione radiofonica nazionale e l’istituito Luce, che crea contenuti diversivi, crea propaganda politica e, allo stesso tempo, trasmette contenuti culturali. Tutto questo serviva a creare menti fasciste senza l’uso di propaganda politica pesante. SITUAZIONE ECONOMICA Nel 1926, il ministro dell’economia diventa Volpi che attua una politica proibizionista: chiude i porti, spinge per l’autarchia (automantenimento) e spinge per la deflazione della lira. I due provvedimenti più importanti sono: - Quota 90 –> la lira aveva raggiunto un valore di scambio elevatissimo (una sterlina valeva 150 lire), quindi si cercò di farlo arrivare a quota 90. Questo obbiettivo viene raggiunto, ma va a discapito di quelle industrie che esportavano all’estero, perché rende i prodotti italiani meno competitivi nel mercato europeo. Questo favorisce il mercato interno e uno sviluppo dei grandi proprietari industriali: vennero avvantaggiate tutte quelle industrie che producevano per il paese –> era tutto pensato per favorire l’economia interna. - Battaglia per il grano –> viene raggiunta l’autonomia di cereali in Italia, a discapito dell’allevamento e di tutte quelle produzioni specializzate per il mercato estero (vino, zafferano, ...). Tutto sembra andare comunque bene, ma anche l’Italia viene colpita dalla crisi del ‘29. Questa crisi fa si che il governo fascista entri nell’economia e nelle banche: si abbandona il principio del libero commercio; - lo stato acquista le industrie e le sovviene –> questo viene fatto con l’istituto mobiliare italiano, che si trasformò nell’istituto per la ricostruzione industriale. Mussolini entra nell’economia per aiutare le banche, perché erano le maggiori azioniste delle industrie, quindi fornisce denaro alle banche (lo stato diventa il maggiore azionista delle industrie). Mussolini favorisce anche la bonifica dei territori paludosi italiani per renderle aree agricole, questo viene raggiunto solo al 10% perché vennero a mancare i fondi. Ma il grande risultato che venne raggiunto fu la bonifica dell’agro pontino. POLITICA ESTERA Gli italiani richiedono al governo un “posto al sole” –> anche gli italiani volevano avere un potere in Africa (l’Italia aveva conquistato solo tra stati, la Libia, l’eritrea e la Somalia). Però gli italiani spingono per provare a conquistare l'Etiopia (il governo Crispi aveva fallito). Mussolini “accetta” la richiesta del popolo per cercare di ricreare il consenso al suo governo. L'Etiopia era uno
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