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Fascismo e Musica (A. Vivaldi), Slide di Storia della musica

La riscoperta della musica di Antonio Vivaldi durante il regime fascista.

Tipologia: Slide

2015/2016

Caricato il 14/06/2023

davide-medas
davide-medas 🇮🇹

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6 documenti

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Scarica Fascismo e Musica (A. Vivaldi) e più Slide in PDF di Storia della musica solo su Docsity! La riscoperta di A. Vivaldi ai tempi del tirannico regime fascista Davide Medas 5^A Musicale – IL FASCISMO: 1.  Contesto storico: la scalata al potere di Mussolini 2.  Contesto storico: la “Fascistizzazione” dello Stato 3.  La censura della musica in Italia 4.  I pochi dissidenti: A. Toscanini 5.  Citazioni A. VIVALDI: 1.  Contesto storico-musicale: il Neoclassicismo 2.  La riscoperta dei manoscritti vivaldiani 3.  L’indifferenza del regime 4.  Mussolini violinista? 5.  Citazioni ™  Fonti Indice – ™  Provvedimenti duramente repressivi nei confronti delle opposizioni politiche e dell’antifascismo. ™  Leggi Fascistissime (1925-1926): Capo del Governo, abolizione del diritto di sciopero, costituzionalizzazione del Gran Consiglio del Fascismo… ™  Patti Lateranensi (1929): riconosciuto lo Stato della Città del Vaticano. Ripudio del principio di laicità statale e insegnamento della religione cattolica in ogni scuola. ™  Organizzazione del consenso: motivazioni ideologiche atte a mobilitare la collettività. Riforma Gentile per le scuole, culto dello Stato, Opera Nazionale Barilla. Controllo dei principali mezzi di comunicazione. Contesto storico: “la Fascistizzazione” dello Stato – ™  Primi anni ’20: diffusione nel Paese dei dischi e della radio, che permettono di ascoltare musica straniera, come il jazz. ™  Crisi del predominio finora incontrastato del belcanto e della canzone melodica. ™  Controllo musicale del regime fascista: diffusione di canzoni in stile tradizionale, allegre e dal contenuto banale. La politica autarchica del regime: ™  1928: la E.I.A.R. riduce sensibilmente la messa in onda di musica estera. ™  1936: il PNF impone alla stampa di tradurre tutti i termini stranieri, compresi i nomi dei compositori (Es. Giovanni Sebastiano Bacco, J.S. Bach). La censura della musica in Italia “E’ nefando e ingiurioso per la tradizione e per la stirpe riporre in soffitta violini e mandolini per dare fiato a sassofoni e percuotere timpani secondo barbare melodie […] . E’ stupido, ridicolo e antifascista andare in sollucchero per la dance ombellicali di una mulatta o accorrere come babbei ad ogni americanata che ci venga oltreoceano.” (Carlo Ravasio, Il Popolo d’Italia, 30 Marzo 1928) – ™  Controlli e censure non sistematiche o pienamente efficaci rispetto al regime nazista. TUTTAVIA: ™  Mancanza di una dissidenza esplicita forte e compatta: ogni funzione pubblica necessitava della tessera del PNF. ™  Necessaria anche per il musicista (lavorare e pubblicare composizioni). ™  Tra i pochi dissidenti: il Maestro Arturo Toscanini, fervente antifascista dopo una iniziale condivisione giovanile dei fasci. ™  Numerosi furono gli atteggiamenti di esplicita avversione al regime del Maestro (es. Rifiuto di eseguire la prima della Turandot se fosse stato presente il duce in sala, ecc…). ™  Si autoesiliò negli Stati Uniti dal 1937. Tornò in Italia solo dopo la caduta del regime fascista. I pochi dissidenti: A. Toscanini – ™  Corrente sviluppatasi tra gli anni ‘20 e ’30, si antepone alla musica dodecafonica e atonale. ™  Riscoperta della musica antica rinascimentale, barocca e classica. ™  Ricerca di antichi manoscritti inediti: Rivendicazione delle antiche glorie. Il Neoclassicismo si configura dunque come un RITORNO: 1.  Alla tradizione e al rapporto col pubblico 2.  Ad un tipo di musica autosufficiente, fine a sé stessa senza nessun collegamento extramusicale. 3.  Alla razionalità, rigore espressivo e forme musicali tradizionali, tipiche del classicismo. Contesto storico-musicale: il Neoclassicismo – Donazione manoscritti vari al Collegio Salesiano di San Carlo (1922) Interesse di vendita Valutazione dei libri affidata alla Biblioteca di Torino (1926) La riscoperta dei manoscritti vivaldiani Luigi Torri: Direttore Biblioteca Nazionale di Torino Incarica Alberto Gentili, musicologo universitario, della stima degli antiquari I volumi analizzati si rivelano di estrema importanza storica (14 opere dell’allora sconosciuto A. Vivaldi) In scontro con il Collegio, Torri e Gentili pongono in vincolo i manoscritti, con l’obiettivo di acquistarli – L’indifferenza del regime “Il ministro espresse il suo più vivo compiacimento, […] ma chiarì che si doveva trattare di una <<cessione gratuita allo Stato>>.” (Federico M. Sardelli, l’affare Vivaldi) Il Ministero dell’Educazione Nazionale non è interessato alla sovvenzione delle 300000 lire per l’acquisto. (1927) Roberto Foà, ricco agente di cambio, sovvenzionerà i fondi per perpetuare la memoria del figlio. Una seconda parte dei manoscritti verrà trovata e finanziata dall’industriale tessile Filippo Giordano, sempre a memoria del figlio. •  Torri, Gentili e Giordano vennero ricevuti da Benito Mussolini in persona, grazie alla loro impresa. TUTTAVIA: •  Dopo l’emanazione delle leggi razziali, Alberto Gentili, di origine ebrea, verrà licenziato dall’Università dove insegnava e costretto ad espatriare. •  I meriti della riscoperta di Vivaldi saranno dunque attribuiti ad Alfredo Casella, che “esplorò le ricche raccolte della Biblioteca di Torino che da tempo giacevano neglette e inaccessibili”. •  Roberto Foà, in quanto agente di cambio ebreo, venne inserito in una lista di proscrizione. Pare sia fuggito a Parigi.
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