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Federico II - Crisi del '300 - Il papato alla fine del medioevo, Appunti di Storia

Riassunti completi su Federico II (fino alla nascita delle monarchie nazionali e la magna charta); la crisi del '300 e la peste; il papato alla fine del medioevo.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 02/05/2023

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Scarica Federico II - Crisi del '300 - Il papato alla fine del medioevo e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! Federico II Federico II nacque nel 1194 ed era nipote di Federico Barbarossa. Era erede del padre Enrico VI di Svevia il quale morì quando Federico II aveva solo tre anni, infatti rimase orfano poco dopo la sua nascita. Quindi, in quanto la corona era ereditaria, egli divenne re di Sicilia. Papa Innocenzo III però, essendo Federico troppo piccolo, si offrì per fargli da tutore. Prima di ciò però il papa incoronò re di Germania, e successivamente imperatore, Ottone di Brunswick (un Welfen) nel 1209. Poco dopo però venne scomunicato dallo stesso papa. *Papa Innocenzo III era un papa teocratico, il quale si definì “vicario di Cristo” (a differenza degli altri papi che si erano definiti “vicari di san Pietro”) per sottolineare la sua superiorità, il suo dover essere la guida di tutti i cristiani e di far parte anche delle questioni politiche oltre che quelle religiose. Si definì anche come il sole, per puntualizzare la sua maggiore importanza in confronto al potere del re e dell’imperatore. Il papa decise quindi di puntare su Federico di Svevia, un Hohenstaufen, incoronandolo re di Germania nel 1215 e facendosi promettere di mantenere separati il regno di Germania con quello di Sicilia. Questo passaggio dalla famiglia di Baviera a quella di Svevia fu segnato da numeri conflitti, un esempio è la battaglia di Bouvines nel 1214 in cui Ottone venne sconfitto. Nel 1220 Federico II riuscì a farsi incoronare imperatore da papa Onorio II. Si concentrò a riordinare il regno di Sicilia, che ereditò dalla madre normanna Costanza d'Altavilla e che prima apparteneva giuridicamente a Papa Niccolò II. Egli voleva trasformarlo in un organismo territoriale unitario, e in primo luogo riuscì a sottomettere gli aristocratici normanni (i baroni). 1127: dopo che Federico II riuscì a farsi incoronare imperatore da papa Onorio III, venne scomunicato da papa Gregorio IX perché non partecipò alla crociata per la Terrasanta, in quanto preferiva concentrarsi sul suo regno (mentre lo scopo del papa, oltre a liberare Gerusalemme, era proprio allontanare Federico). Federico, però, dopo la scomunica partì per la sesta crociata e nel 1229 riuscì a ottenere Gerusalemme dal sultano d’Egitto in seguito a un patto. Il papa non è comunque soddisfatto, perché avrebbe voluto dei combattimenti violenti con delle uccisioni. Decide quindi di accusare Federico II di essere alleato dei musulmani e quindi un infedele. Le costituzioni melfitane Nel 1231, tornato dalla crociata, Federico II emanò un testo di leggi scritte, il Liber Augustalis, ovvero le Costituzioni melfitane, in cui esponeva i principi secondo i quali intendeva governare. Furono promulgate nella città di Melfi, in Basilicata. Federico II, facendo riferimento alla base giuridica imposta dall’imperatore Giustiniano nel VI secolo, sosteneva che il suo potere derivasse direttamente da Dio e che nessuno era al di sopra della legge, neanche il sovrano. In più questo codice di leggi stabiliva che nel Regno di Sicilia le tasse all’imperatore le dovevano pagare tutti, anche i nobili. Le costituzioni melfitane, quindi, rappresentarono un importante passo avanti per l'affermazione del potere monarchico nel Regno di Sicilia e per la creazione di un sistema giuridico uniforme su tutto il territorio. Federico e i musulmani Fra il 1222 e il 1224 Federico II si ritrovò a dover affrontare i saraceni di Sicilia, ma riuscì a sconfiggerli e li deportò a Lucera, in Puglia. Ebbe un grande atteggiamento di tolleranza, in quanto permise loro di continuare a vivere secondo le proprie abitudini e credenze religiose. Questa tolleranza, però, portò critiche, anche se fu una mossa astuta da parte di Federico II in quanto si guadagnò la devozione dei saraceni di Lucera. Federico II e i Comuni Durante il suo regno, i nemici che tentarono di fermare l’imperatore furono il papa (per primo Gregorio IX, il quale ricordiamo aver cercato di allontanare Federico II con la crociata) i cristiani, i comuni, i duchi in Germania e i baroni normanni nel sud Italia. Per quanto riguarda i comuni, essi temevano che Federico II estendesse il progetto governativo del Regno di Sicilia a tutti i territori dell’impero. Nacque quindi un conflitto, in cui la prima azione avvenne nel 1226 con la dieta di Cremona (città ghibellina), dove l’imperatore annullò le concessioni che i Comuni erano riusciti a ottenere con la Pace di Costanza ai tempi di Federico Barbarossa. Molti altri Comuni, con l’appoggio del papa Gregorio IX, costituirono una lega guelfa, ma vennero sconfitti a Cortenuova nel 1237 da Federico e i Comuni ghibellini. Il papa, quindi, scomunicò per la seconda volta l’imperatore. Durante l’occasione in cui i nemici persero, Federico si impossessò del carroccio di Milano e lo fece sfilare per la città di Cremona, facendolo trainare da un elefante e a cui dietro era legato il podestà di Milano. Tali avvenimenti, però, portarono papa Innocenzo IV a una forte motivazione nel voler distruggere l’imperatore. Quando venne eletto, infatti, lo scomunicò per la terza volta. Inoltre, organizzò una vera e propria crociata contro di lui. I predicatori definivano Federico II come l’”Anticristo”. Innocenzo IV si alleò con i Comuni guelfi e, questa volta, l’esercito dell’imperatore venne sconfitto a Parma. La lotta dei Comuni italiani ha avuto anche l’appoggio dei feudatari tedeschi, i quali si erano ribellati più volte. Federico II fu l’unico imperatore a essere scomunicato per tre volte. I papi utilizzarono questo strumento solo per fini politici, in quanto si sentivano minacciati. La fine degli Hohenstaufen e l’ascesa degli Angiò in Italia Dopo la morte di Federico II, nel 1250, il figlio illegittimo Manfredi prese l’eredità paterna e si fece incoronare re in Sicilia. Si verificò la battaglia di Montaperti nel 1260, combattuta fra guelfi di Firenze e ghibellini di Siena, con la vittoria dell’esercito di Manfredi. Questa vittoria, spinse papà Urbano IV a offrire il Regno di Sicilia (che considerava come un suo feudo) a Carlo d’Angiò, fratello del re francese Luigi IX, in quanto la famiglia d’Angiò era alleata e non vi erano mai stati scontri fra il papato e la monarchia francese. Nel 1266 Carlo d'Angiò sbarcò in Sicilia, anche grazie all’aiuto dei banchieri fiorentini che finanziarono l’esercito francese, e sconfisse Manfredi nella Battaglia di Benevento. Manfredi fu ucciso e la Sicilia fu incorporata nei domini di Carlo d'Angiò. La fine definitiva degli Hohenstaufen ci fu quando nel 1268, Corradino di Svevia, fu battuto dopo l’ultimo tentativo di riconquistare il regno. Il dominio angioino in Sicilia non durò a lungo. In seguito alla vittoria, Carlo d’Angiò si trovava nella posizione di dover pagare i debiti con i banchieri fiorentini però al contempo doveva anche dare il tributo agli alleati francesi. Trovandosi in questa situazione, decise di imporre delle tasse pesantissime, suscitando l’opposizione dei nobili. Nel 1282 i Siciliani si ribellano agli Angiò e ci fu la cosiddetta “guerra del vespro”. Combattuta tra i nobili siciliani alleati con Pietro III, sovrano del regno spagnolo d’Aragona, e gli angioini. Tra le varie cause, oltre alle tasse, ci fu anche il fatto che gli angioini spostarono la capitale del Regno di Sicilia da Palermo a Napoli. La lotta tra angioini e aragonesi si concluse nel 1302 con la pace di Caltabellotta e la Sicilia rimase in mano agli aragonesi. La nascita delle monarchie nazionali Le monarchie nazionali si trasformarono in veri Stati nazionali. In essi, il re governava direttamente tutto il territorio per mezzo dei suoi funzionari e inoltre aveva un esercito alle sue dipendenze con soldati mercenari. Dopo varie complessità, anche la grande nobiltà e la chiesa furono inglobate in questo nuovo sistema |_>La monarchia in Francia e Inghilterra In Francia, Ugo capeto riuscì a portare avanti una monarchia ereditaria; all’interno di una monarchia ereditaria, il re era molto più libero di agire e decidere. La monarchia francese si indebolì ulteriormente quando il re inglese Enrico II Plantageneto si trovò a governare due terzi della Francia, anche attraverso il suo matrimonio con Eleonora d’Aquitania. Divenne quindi duca d’Aquitania, di Normandia, della contea di Angiò, e di Bretagna. ->Spiegazioni dell’epoca: -Congiunzione astrale che provocò un soffio pestifero di venti infetti -Punizione divina -> Flagellazioni in pubblico: se si trattava di un segno dell’ira di Dio, i flagellanti giravano per la città infliggendosi punizioni fisiche. La chiesa organizzava anche processioni pubbliche, in cui i fedeli chiedevano perdono a Dio. -Ebrei-> Pogrom contro gli ebrei ->Interventi per frenare il contagio: -Quarantena: i governanti, quanto si capì che il diffondersi della peste era collegato all’arrivo delle navi, istituì la quarantena, quindi le navi dovevano sostare al largo per quaranta giorni. Gli abitanti, invece, non potevano uscire dalla città. -Lazzaretti: sorsero questi ospedali speciali in cui i malati venivano affidati all’assistenza di religiosi. La guerra La guerra attraversò e devastò gran parte dell’Europa ininterrottamente fino alla metà del XV secolo a.C. -In ogni epoca c’è un diverso modo di combattere, in questo periodo si comincia a uscire dal medioevo-> *Nel medioevo c’era la cavalleria (per chi poteva permetterselo) e di solito le questioni si risolvevano in una battaglia di un solo giorno. -In questo caso cominciano ad essere battaglie lunghe che comportano la devastazione delle campagne, ciò significa togliere i rifornimenti al nemico e indebolirlo, diventa quindi uno strumento strategico. -Gli eserciti sono composti da fanti, i quali sono mercenari. Si creano le prime Compagnie di Ventura, bande di uomini armati mercenari (fino a 30.000) organizzate come imprese commerciali che contrattavano con il miglior offerente le loro prestazioni. In Italia sorse la Grande Compagnia. I governanti dovevano pagare queste compagnie e andare incontro alle loro richieste, ma se non ricevevano per tempo il denaro, i mercenari saccheggiavano i territori che avrebbero dovuto difendere. In sintesi, per un governo, ingaggiare una compagnia poteva essere rischioso. -Il fatto che ci siano queste compagnie, cambia il modo di fare guerra. I mercenari hanno armi diverse, le guerre hanno più uccisioni. Tensioni sociali Gli stravolgimenti dell’economia ebbero forti conseguenze sull’organizzazione della società, mettendo in crisi i gruppi sociali, causando tensioni interne e aumentando i conflitti. In particolare, entrò in crisi il sistema della signoria rurale, che coinvolgeva il signore e i contadini. La subordinazione dei contadini divenne una condizione simile alla servitù e le richieste di salari più alti non venivano sempre soddisfatte. -A partire dalla seconda metà del XIV secolo ci fu una grande quantità di rivolte sociali. *Una rivolta è una ribellione violenta dettata da un’esasperazione causata da condizioni terribili. Di notevole importanza fu la rivolta dei contadini che ebbe luogo in Francia, ma anche in Inghilterra. La rivolta francese prese il nome di jacquerie e avvenne nel 1358. I contadini, che chiedevano di limitare i diritti signorili su di loro, si armarono e uccisero gli aristocratici per protesta. Fu una rivolta che durò poco, ma si diffuse nelle campagne e i contadini presero d’assalto le città in cui c’erano le sedi dei nobili. Per quanto riguarda le rivolte in Inghilterra, il malcontento dei contadini fu causato dall’emanazione di un salario massimo e dalla cosiddetta poll tax, che serviva alla monarchia inglese per rifinanziare la guerra contro la Francia. Furono queste le cause che nel 1381 portarono allo scoppio della rivolta in cui i contadini presero d’assalto i castelli chiedendo una riforma fiscale e l’abolizione della servitù. Tumulto dei Ciompi Anche nelle città si verificarono tensioni sociali e tra le rivolte urbane del ‘300, la più famosa fu quella dei Ciompi di Firenze avvenuta nel 1378. I ciompi sono gli operai, i lavoratori giornalieri della lana. Essi tentarono di avviare una riforma per migliorare i salari e l’equilibrio del potere a Firenze, ma fallirono e molti dei capi della rivolta furono condannati a morte. Il papato alla fine del medioevo Fra il XIV e il XV secolo ci fu una crisi dei poteri universali, quindi della Chiesa e l’impero. •Il fallimento definitivo del progetto teocratico Nel 1294 l’eremita Pietro da Morrone, il quale adottò il nome di Celestino V, abdicò in quanto non si sentiva adeguato al compito che gli spettava. Venne eletto un papa della potente famiglia dei Caetani, Benedetto Caetani, cardinale teocratico, con il nome di Bonifacio VIII. -Egli è un papa deciso, voleva svolgere il suo pontificato riprendendo il programma di Innocenzo III, per questo definito teocratico. È convinto, quindi, che un papa non sia solamente spirituale ma l’unica persona al di sopra di lui sia Dio. -Promosse anche un nepotismo (pratica di chi sfrutta la sua posizione di potere per favorire i propri familiari, favorendo per esempio il titolo di cardinale). Durante il suo pontificato, infatti, i Caetani divennero potentissimi. -Bonifacio VIII proclamò il 1300 Anno Santo e organizzò il primo Giubileo. Ciò significa che andando a Roma come pellegrino, entro l’anno sacro, viene concessa l’indulgenza plenaria. L’anno del Giubileo si verifica ogni 50 anni. Inoltre, il pellegrino andando a Roma lasciava offerte alle sue basiliche di San Pietro e di San Paolo, portando molto denaro. Lo scontro con il re di Francia Filippo IV il Bello In questo periodo la Francia è il regno più potente e voleva rafforzarsi di più. Il re di Francia decide di tassare anche il clero, perché aveva bisogno di denaro per le sue ambizioni. Papa Bonifacio VIII si oppone e impone una bolla papale, in cui scomunica il re e ribadisce la superiorità del potere spirituale su quello civile. Filippo IV quindi decide di bloccare le decime (la decima sarebbe la tassa in cui la decima parte del raccolto deve essere versata alla chiesa) per non farle giungere a Roma. Successivamente invia una spedizione armata contro il papa. L’obiettivo di questa spedizione era arrestare il pontefice nella sua città natale, Anagni. Qui si verificò ciò che viene ricordato come “Lo schiaffo di Anagni”, in cui Sciarra Colonna, facente parte della famiglia Colonna la quale era avversaria dei Caetani (famiglia del pontefice), osò tirare uno schiaffo al papa. Il pontefice, dopo questo avvenimento che lo segnò profondamente, morì poco dopo nel 1303. La cattività avignonese La cattività avignonese fu un periodo della storia della Chiesa cattolica che durò dal 1309 fino al 1377. Durante questi anni venne eletto papa Clemente V il quale trasferì la sede del papato in Francia, ad Avignone. In più, i sette papi che si succedettero in questo periodo furono tutti francesi ed erano subordinati al re. Scisma d’Occidente Nel 1377 papa Gregorio XI riporta la Curia (apparato amministrativo del papa) a Roma. -Gli ecclesiastici francesi non si rassegnano alla perdita della sede papale e alla sua morte non riconoscono il nuovo papa Urbano VI ed eleggono un anti papa francese, Clemente VII, che si stabilì ad Avignone. -Per circa 40 anni vi furono così 2 papi, 2 sedi papali e 2 curie e questa frattura prese il nome di Scisma d’Occidente -Lo scisma durò fino al 1414, quando il Concilio (assemblea di vescovi) di Costanza, convocato dal re di Germania, elesse Martino V e lo scisma venne ricomposto. La sede del Papato divenne definitivamente Roma e una volta tornato in Italia il papa si dedicò ad amministrare i territori della Chiesa. La germanizzazione dell’impero -Il grande interregno: Dal 1254 al 1273 la carica imperiale rimase vacante, dopo la fine della dinastia degli Hohenstaufen ci fu una lunga fase di lotta per il potere. -Con l’elezione di Rodolfo d’Asburgo nel 1273, si concluse il periodo del grande interregno e l’impero rinuncerà alle sue pretese di potere extra tedesco, i suoi limiti territoriali saranno quelli della Germania. Rodolfo I si disinteressò dell’Italia, non si recò neppure a Roma per farsi incoronare dal papa. -Egli rafforzò il patrimonio della sua famiglia: gli Asburgo sono abili a intrecciare relazioni, anche matrimoniali. Rodolfo I quindi estese i possessi territoriali in Austria con le regioni della Stiria, della Carinzia, della Carniola e del Tirolo. Originariamente il loro territorio era solo in Svizzera. La caratteristica degli Asburgo sarà sempre quella dell’unione e della politica matrimoniale. Enrico VII di Lussemburgo e Ludovico IV In seguito alla morte di Rodolfo I d’Asburgo il titolo imperiale passò a Enrico VII di Lussemburgo e successivamente a Ludovico IV di Baviera, ma le loro furono discese fallimentari. Il loro obiettivo era quello di restituire all’Impero la grandezza del passato rivolgendo la propria attenzione all’Italia. La bolla d’oro Nel 1356 i principi elettori scelsero come successore Carlo IV di Lussemburgo. Egli stabilì i criteri definitivi per l’elezione imperiale attraverso l’emanazione di un documento importante: la Bolla d’oro. Venne introdotto un collegio di sette principi, chiamati “grandi elettori”: 4 laici (tra cui il re di Boemia e il duca di Sassonia) e 3 ecclesiastici. Oltre a ciò, il documento sancì anche il processo di germanizzazione dell’impero: d’ora in poi solo notabili dell’area germanica avrebbero scelto a chi affidare la guida dell’Impero germanico.
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