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L'ascesa di Federico II e la crisi del Sacro Romano Impero, Appunti di Storia

Storia del regno di federico ii di svevia, che ereditò il regno normanno di sicilia e tentò di unificare l'italia centro-settentrionale, ma si scontrò con le truppe della lega lombarda e con la scomunica del papa. La morte di federico ii non pose fine agli scontri tra comuni italiani e aprì la strada alla presenza franco-angioiana nel sud dell'italia.

Tipologia: Appunti

2023/2024

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Scarica L'ascesa di Federico II e la crisi del Sacro Romano Impero e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! Storia L’ASCESA DI FEDERICO II Da tempo in Francia, Inghilterra e in Spagna le monarchie si affermavano come forze politiche in grado di unificare il paese. Invece i territori del Sacro romano impero germanico, cioè la Germania e l’Italia centro-settentrionale continuavano ad essere caratterizzati da una frammentazione politica. Nel sud della penisola Italiana, Federico I Barbarossa ottenne un notevole successo, perchè il figlio Enrico VI di Svevia aveva sposato Costanza d’Altavilla (1194), cioè l’ultima erede del regno normanno di Sicilia, acquisendo così il controllo sull’Italia meridionale. Enrico VI morì pochi anni dopo, nel 1197 e così il regno passò nelle mani del figlio Federico di soli 4 anni, che venne affidato alla tutela di papa Innocenzo III, così una volta maggiorenne Federico avrebbe avuto la successione. Nel 1208 Federico fu incoronato re di Sicilia e nel 1220 ottenne il titolo imperiale. pag. 1 AFFERMAZIONE NEL REGNO DI SICILIA Nel sud dell’Italia Federico II ereditò dai normanni un regno già dotato di strutture amministrative solide. Federico II stabilì la corte a Palermo, dopo organizzò il regno così: Le disposizioni date da Federico II nei primi dieci anni del regno di Sicilia furono raccolte in un testo legislativo chiamato costituzione di Melfi. Questo rafforzava l’autorità del monarca che era l’unico che poteva emanare leggi valide ovunque nel regno a cui tutti i sudditi ad eccezione del clero dovevano rispettare. Federico II diede importanza anche all’istruzione con l’università di Napoli che aveva il dovere di formare il personale amministrativo del regno dato che era specializzata negli studi di diritto. Alla corte di Palermo si raccolse anche un’accademia di poeti e di letterati, cioè la “scuola siciliana” che si dedicarono alla produzione di testi in volgare siciliano. SCONTRO TRA COMUNI E PAPATO Per quanto riguarda il regno di Germania, dato che era un impero molto vasto e già amministrato dai feudatari che detenevano il potere da tempo, l’imperatore constatò l’impossibilità di affermare l’autorità monarchica. Quindi Federico II lasciò l’amministrazione ai feudatari, che però giurarono all’imperatore fedeltà e sostegno militare in caso di guerra. Nell’Italia centro-settentrionale dopo aver consolidato il potere, tentò di realizzare il progetto universitario, già pensato da Federico I Barbarossa, cioè suo nonno. Nel 1237 però Federico II si scontrò con le truppe della lega lombarda che si era costituita nel 1226 tra le città di Milano, Bologna, Brescia, Mantova, Vincenza, Verona ed Alessandria che avevano l’appoggio del papato. Inizialmente vinse l’esercito imperiale che prevalse nella battaglia di Cortenuova, fu però un risultato non veritiero perchè il progetto di Federico II venne indebolito oltre che dalle sconfitte militari, anche dalla scomunica di papa Gregorio IX. Così Federico II scoraggiato dal desiderio di ristabilire un potere sovranazionale, morì il 13 dicembre 1250 in Puglia. pag. 2 LA CRISI DEL TRECENTO La rinascita dell’Europa iniziata nel XI secolo era caratterizzata da un aumento della popolazione e della produzione agricola, dalla ripresa della città e dallo sviluppo dei commerci. Questa fase si concluse tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo, quando l’Europa entrò in un periodo definito dagli storici “crisi del trecento”. Per capire i motivi di questa inversione, si dice che sia causa di una successione di eventi che nel loro insieme derivano dalla debolezza del sistema economico medievale. Il peggioramento del clima In questa situazione si verificò un peggioramento delle condizioni climatiche in tutta Europa, con forti piogge e un calo delle temperature. Il 1315-1317 furono due anni in cui i raccolti furono scarsi e si verificarono carestie (cioè una condizione di grave scarsità alimentare determinata da cause naturali). Le carestie spinsero i contadini ad abbandonare le loro campagne per cercare nei centri urbani, possibilità di sopravvivenza. pag. 5 LA PESTE Le popolazioni già colpite dalla fame, vivevano in condizioni igienico-sanitarie molto carenti e nel XIV secolo uscì fuori una terribile malattia, la peste. La causa della peste fu individuata solo alla fine dell’ottocento quando un medico svizzero fece un esperimento e grazie anche alla collaborazione dei documenti medievali. La peste ebbe il primo caso in Asia centrale, da qui si propagò in Medio Oriente e poi nella penisola asiatica di Crimea. Secondo alcune fonti infatti sappiamo che dalla colonia commerciale genovese di Caffa sul mar Nero partirono le navi che trasferirono la peste in Europa. I mongoli presso i quali si diffuse l’epidemia, avevano gettato dei cadaveri infetti all’interno delle mura, contagiando in questo modo gli abitanti. Le navi mercantili di Genova trasportarono quindi inconsapevolmente la peste in tutti i porti mediterranei. Le vittime furono circa 25 milioni, circa un terzo della popolazione e circa 3 milioni in Italia su un totale di 11 milioni di abitanti. Il crollo demografico Nel corso del trecento la peste divenne una malattia endemica, cioè si ripresentò con una frequenza regolare, fino al XVIII secolo, quando si verificarono gli ultimi focolai. Questo provocò un vero e proprio crollo demografico, la peste colpì tutte le popolazioni, quelle più colpite però furono i ceti più bassi, che erano già stati colpiti dalla denutrizione e da altre malattie. La reazione alla peste Le scarse conoscenze mediche non erano in grado di porre rimedi efficaci alla peste, per questo le autorità pubbliche si limitano a emanare misure di emergenza come le quarantene. La peste ebbe un impatto non solo sul fattore riguardante la salute, ma anche sul fattore psicologico delle persone. Tra il XIV e il XV secolo ci furono molte persecuzioni dove il pregiudizio antigiudaico portava a giudicare gli ebrei come individui pericolosi e nemici del cristianesimo perchè furono ritenuti responsabili della crocifissione e della morte di Gesù. pag. 6 GLI EFFETTI DELLA CRISI La crisi portò a importanti conseguenze, che però con il tempo si trasformò in un periodo di svolta su tanti aspetti: Già qualche anno prima ci fu una grave crisi finanziaria in cui importanti istituti finanziari fallirono, però il sistema delle banche per evitare un nuovo fallimento si organizzarono in filiali autonome in modo che se una dovesse fallire, non falliscono tutte. Rivolte popolari Nella seconda metà del Trecento in Europa ci furono importanti rivolte popolari composte dai contadini e artigiani della città. I motivi furono: cambiamenti nel mondo agricolo e artigianale, rivendicazioni politiche infatti essi protestavano contro l’aumento delle tasse e richiedevano migliori condizioni di lavoro. Le rivolte in Francia e Inghilterra però fallirono e nacquero dei movimenti che potessero rappresentarle. pag. 7
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