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Film-diagnosi psicologica Shutter Island , Guide, Progetti e Ricerche di Psicologia Clinica

Il documento contiene: - Un riassunto del film - Spiegazione del film - Analisi diagnostica del protagonista comprendente doppia diagnosi e diagnosi differenziale, test somministrabili e interventi terapeutici

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2023/2024

In vendita dal 29/04/2024

Diletta_.Timpanaro
Diletta_.Timpanaro 🇮🇹

4.6

(47)

22 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Film-diagnosi psicologica Shutter Island e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Psicologia Clinica solo su Docsity! Lavoro tratto dal film: Shutter Island – Martin Scorssese Sintesi del film 1954, l’ispettore federale Teddy Daniels deve investigare la fuga di una paziente dall’ospedale psichiatrico Ashecliff Hospital di Shutter Island: Rachel Solando, una madre colpevole di aver annegato i propri 3 figli. Teddy, ha insistito per essere assegnato al caso, e dietro alla sua insistenza sembrano esserci delle motivazioni personali: vuole trovare un certo Andrew Laeddis, (in quanto lo ritiene responsabile dell’incendio che causò la morte della moglie) e che dopo essere stato trasferito all’interno dell’ospedale è inspiegabilmente scomparso. L’inizio delle indagini è promettente, Teddy ispeziona la cella della donna e trova un primo indizio, un foglietto sotto una mattonella, con scritto “La legge del quattro. Chi è il 67?”. La donna viene ritrovata poco dopo, senza alcun graffio, ma Teddy decide di continuare le indagini per scoprire la verità su Andrew Laeddis e sulla struttura carceraria, in particolare, sul modo di curare i pazienti (definiti, invece, da lui come criminali). Col procedere dell’investigazione Teddy comincia a dubitare di tutto: persino del partner che lo accompagna durante tutto il viaggio. Solo nel finale, viene svelato che l’universo del film è frutto di una contorta storia costruita da Teddy e da convinzioni che albergano nella sua mente, mettendoci difronte a una realtà distorta dal protagonista, che altro non è che il paziente numero “67” , di nome: Andrew Laeddis, ricoverato due anni prima, per aver ucciso la moglie (Dolores Chanal ) dopo che quest’ultima, (affetta da disturbo maniaco-depressivo incurato) annegò i suoi tre figli. Teddy, a seguito del trauma famigliare vissuto, ha rimosso la realtà dalla propria mente, creando una storia che desse sollievo al proprio senso di colpa, infatti, nella sua mente, egli non è un assassino ma un eroe, e Rachel non è reale, ma soltanto una ”realtà” creata per affrontare il dolore della morte. Tutta la trama su cui gira il film si fonda su un role play messo in atto dall’intero ospedale per incoraggiare l’illusione di Teddy/Andrew, mettendo in scena le sue convinzioni, nella speranza di riportarlo alla vita reale, ed evitare di sottoporlo a lobotomia, in quanto ritenuto pericoloso e aggressivo (da notare come lo stesso dottor Cawley illustra il suo rivoluzionario metodo di lavoro con i pazienti del manicomio, che si basa nel dare loro fiducia e nell'assecondare i loro deliri nel percorso di presa di coscienza dei crimini commessi, al fine di portarli all’accettazione per evitare di doverli sottoporre alla lobotomia). Nonostante, in un primo momento Andrew sembra elaborare e accettare il dolore della realtà, il mattino seguente sembra ricadere nella propria illusione, lasciando un finale aperto, cosi da come si evince dall’ultimo dialogo tra il protagonista e il suo partner (che nella realtà era il suo psicoterapeuta): -“Questo posto mi fa pensare. Cosa sarebbe meglio, vivere da mostro o morire da uomo per bene?”- Film- diagnosi Generalità del paziente Nome e Cognome: Andrew Leddis \ Edward Daniels Età: circa 30 Sesso: maschio Situazione sentimentale: Vedovo Descrizione, anamnesi generale del paziente Andrew Leddis è un uomo di circa 30 anni, ex soldato americano che prese parte al massacro-liberazione del campo di concentramento di Dachau, dove ha assistito a delle atrocità che si sono ripercorse nella sua salute mentale, sfociando in alcolismo. È’ stato ricoverato presso il manicomio criminale di Aschecliff dopo aver ucciso la moglie, Dolores Chanal (affetta da disturbo maniaco-depressivo incurato) in un momento di rabbia e forte disperazione provocato dalla visione del figlicidio commesso da quest’ultima. Dunque, vedovo di tre figli minori (tutti e tre annegati dalla madre in un laghetto vicino casa) e uxoricida nei confronti della moglie, il paziente riporta una sintomatologia caratteristica: • Allucinazioni • Disturbi del sonno • Scollamento dalla realtà • Deliri • Amnesia dissociativa1 • Aggressività • Sintomi fisici: nausea, tremori, forti mal di testa e fotosensibilità Il paziente, non ricorda nulla del trauma vissuto, appare complottista, paranoico, e con una propensione a inventare trame complesse, ingarbugliate. Mette in atto diversi meccanismi di difesa rispetto al trauma: • Rimozione: rimuove dalla sua consapevolezza l’esperienza traumatica vissuta e la sua stessa identità per crearne una fittizia, a seguito dell’impossibilità di accettare i suoi sensi di colpa • Negazione: quando il terapeuta prova a metterlo difronte alla realtà, egli nega dolorosamente l’accaduto. 1L’amnesia dissociativa si sviluppa a seguito di un grave trauma, che, porta, appunto, il soggetto a dimenticare l’evento traumatico vissuto. Il disturbo dissociativo conduce molto spesso anche alla perdita dell’identità personale, proprio come accade a Andrew Laeddis, che incapace di affrontare il proprio trauma, ribellandosi ad esso, crea una realtà che possa permettergli di vivere serenamente. - Stato emotivo negativo persistente (es. paura, orrore, rabbia, senso di colpa) - Notevole diminuzione di interesse o partecipazione ad attività significative - Una sensazione di distacco o di estraneità verso gli altri - Persistente incapacità di provare emozioni positive (p. es., felicità, soddisfazione) • Eccitazione alterata e reattività: (≥ 2 dei seguenti punti) - Disturbi del sonno - Irritabilità o scoppi d'ira - Comportamento imprudente o autodistruttivo - Difficoltà di concentrazione - Aumento delle risposte di allarme - Ipervigilanza Durante, il corso del tempo, i suoi sintomi sono sfociati in un disturbo delirante: 1. Deliri non bizzarri per almeno un mese: Andrew sperimenta deliri non bizzarri nel corso di due anni che, non sono dovuti ne al Disturbo Schizoaffettivo, né al Disturbo dell’Umore. 2. Il criterio per la schizofrenia non è mai stato soddisfatto: Andrew non mostra un affetto piatto e inappropriato tipico della schizzofrenia. 3. A parte l’impatto del delirio o delle sue ramificazioni, il funzionamento non è marcatamente compromesso e il comportamento non è ovviamente strano o bizzarro: Andrew è in grado di funzionare normalmente, è socievole ed è in grado di comunicare correttamente. 4. Se gli episodi di umore si sono verificati in concomitanza con i deliri, la loro durata totale è stata breve rispetto alla durata dei periodi deliranti: Andrew è generalmente di buon umore. Non è depresso o ansioso. Non vede l'ora di cogliere nuovi indizi su Rachel. Si arrabbia quando le persone tendono a contraddirlo o si rifiutano di dargli ciò di cui pensa di aver bisogno, come i fascicoli dei pazienti dell'ospedale psichiatrico. 5. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco) o ad una condizione medica generale: nonostante Andrew fuma e beve; non ha episodi negativi derivanti dall'abuso di sostanze. Andrew, sviluppa un disturbo delirante di tipo misto: • Tipo Grandioso:4 Andrew crede di essere uno stimato detective e ritiene che le persone dovrebbero obbedire alle sue richieste. Es.- “Svelerò una cospirazione di massa” – “Datemi tutti i fascicoli dei pazienti dell'ospedale” - • Tipo persecutorio:5 Andrew sente che i dipendenti dell'istituto psichiatrico lo stanno controllando dandogli farmaci speciali diversi dai semplici antidolorifici, e che le sigarette fornite dall'istituto siano intrise di droghe per renderlo impotente. Es. - ”Mi impediranno di lasciare quest'isola” - 4Deliri che gonfiano valore, potere, conoscenza, identità o relazione speciale con una divinità o una persona famosa. 5Delirio che la persona (o qualcuno a cui la persona è vicina) venga trattata in qualche modo con cattiveria. Doppia diagnosi6 Il paziente Andrew Laeddis, affetto da PTSD, ha sviluppato una dipendenza da alcol a seguito delle esperienze traumatiche della guerra. Comorbidità Il disturbo post-traumatico da stress ha anche frequente comorbidità con altri disturbi, in particolare: • Disturbi d’ansia • Disturbi depressivi • Disturbo da uso di sostanze • Disturbo della condotta • DOC • Disturbo bipolare Diagnosi differenziale Data la variabilità della sintomatologia del PTSD è importante non confonderlo con altri disturbi. Nello specifico il DSM-5 fa diagnosi differenziale con: • Disturbo dell’adattamento: anch’esso fa parte dei disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti ma ciò che lo contraddistingue principalmente dal PTSD riguarda l’evento all’origine del disturbo. Nel disturbo dell’adattamento infatti l’evento stressante può essere di qualsiasi gravità o tipo, e non riguardare necessariamente un rischio di morte o incolumità fisica. • Disturbo da stress acuto: ha la stessa sintomatologia del PTSD ma se ne differenzia per la durata dei sintomi: il disturbo da stress acuto infatti è più breve e può durare dai 3 giorni fino a un mese dopo l’evento traumatico; superato 1 mese si parla di PTDS. • Disturbi d’ansia e disturbo ossessivo compulsivo: nei DOC i pensieri ricorrenti e intrusivi non sono collegati a un evento traumatico vissuto come lo sono invece nel PTSD che inoltre non comprende i sintomi compulsivi. Allo stesso modo i sintomi ansiosi e l’irritabilità del disturbo d’ansia generalizzata non sono legati a un evento traumatico specifico. • Disturbo depressivo maggiore: la sua insorgenza può essere preceduta da un evento traumatico ma non necessariamente, inoltre rispetto al PTSD non mostra sintomi intrusivi e di evitamento. • Disturbi di personalità: le difficoltà interpersonali possono essere un indicatore di PTSD piuttosto che di un disturbo di personalità, soprattutto se si manifestano dopo un evento traumatico e non sono preesistenti. • Disturbi dissociativi: l’amnesia dissociativa, la depersonalizzazione/derealizzazione possono essere presenti prima o dopo un evento traumatico. Nel caso in cui siano soddisfatti gli altri criteri per il PTSD si parla di sottotipo PTSD “con sintomi dissociativi” come nello specifico caso di Andrew. 6La doppia diagnosi, così come viene definita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è la condizione di chi soffre di una disturbo mentale in comorbilità con abuso di sostanze/tossicodipendenza. • Fobia specifica: se una fobia si verifica in seguito ad un evento traumatico, allora si dovrebbe porre diagnosi di PTDS. • Disturbi psicotici: i flashback del PTSD devono essere distinti dalle alterazioni percettive e allucinazioni della schizofrenia e degli altri disturbi psicotici. • Danno cerebrale da trauma: quando un danno cerebrale avviene in concomitanza a un evento traumatico (es. incidente) può verificarsi la compresenza fra i sintomi psichici del PTSD e un danno cerebrale da trauma. La diagnosi differenziale del Disturbo Delirante deve prendere particolarmente in considerazione i seguenti disturbi mentali che possono manifestarsi similmente ad esso: • Schizofrenia: anche nella schizofrenia sono spesso presenti idee o percezioni deliranti, ma si associano ad almeno un altro sintomo tra eloquio disorganizzato, comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico e sintomi negativi. • Episodio depressivo o episodio maniacale con caratteristiche psicotiche: il delirio in questo caso è derivabile da un’alterazione del tono dell’umore. • Demenza: in questi casi è presente un deterioramento cognitivo cronico e progressivo. Interventi terapeutici A seguito della diagnosi effettuata, e la sintomatologia presentata da Andrew, sarebbe raccomandato un approccio terapeutico che includa: • Psicoterapia: il trattamento per Andrew Laeddis dovrebbe consistere in una terapia focalizzata sul trauma, che comporta un’esposizione graduale alle memorie traumatiche e una ristrutturazione cognitiva del significato dell’esperienza, facilitando una riorganizzazione della memoria e la costruzione di una narrativa coerente del trauma per migliorare l’integrazione mentale. Un altro aspetto fondamentale dell’intervento col PTSD riguarda la regolazione delle emozioni negative, e l’elaborazione di modalità più adeguate di coping che aiutino la persona a riadattarsi alla vita post- trauma, fra queste: - La Terapia dell’esposizione prolungata (PE): è un intervento cognitivo- comportamentale che aiuta ad elaborare emotivamente le esperienze traumatiche attraverso ripetute rivisitazioni e ricognizioni dei ricordi traumatici all’interno di una “esposizione in immaginazione”7. ( - La Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari (EMDR): lavora sul trauma andando a riattivare la normale capacità adattiva del nostro cervello di risoluzione dei problemi e riduzione dello stress emotivo che era stata bloccata nell’evento traumatico. L’EMDR è un protocollo strutturato in cui la persona viene invitata a richiamare i contenuti emotivamente disturbanti di un evento traumatico in immaginazione, allo stesso tempo le viene chiesto di focalizzare l’attenzione anche su uno stimolo bilaterale esterno come il movimento ritmico degli occhi, oppure un tamburellamento della dita o dei suoni. La stimolazione bilaterale produce un effetto di distanziamento che permette alla persona di focalizzarsi sulle memorie traumatiche senza venirne sopraffatto e in questo modo i pensieri, le emozioni e le sensazioni vengono rese consapevoli e possono essere integrate insieme alle altre informazioni del cervello. Si riducono in questo modo gli effetti della dissociazione e dell’iper-arousal tipici del PTSD 8. 7 (Foa et al., 2007) 8(Shapiro, 2003)
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