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Filologia germanica 1, Schemi e mappe concettuali di Filologia Germanica

analisi completa del testo Caedmon

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

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Scarica Filologia germanica 1 e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Filologia Germanica solo su Docsity! (1)In ðeosse abbudissan mynstre wæs sum brōðor syndriglīce mid godcundre gife gemǣred ond geweorðad, for þon hē gewunade gerisenlīce leoð wyrcan, þā ðe to æfestnisse ond tō ārfæstnisse belumpen, swa ðætte, swā hwæt swā hē of godcundum stafum þurh bōceras geleornode, þæt hē æfter medmiclum fæce in scopgereorde mid þā mæstan swētnisse ond inbryrdnisse geglængde ond in Engliscgereorde wel geworht forþbrōhte. [1-7] Nel monastero di questa badessa c’era un certo frate particolarmente reso famoso e onorato con un dono divino, poiché egli era solito comporre canti onorevoli, quelli che riguardavano la religione e la pietà, così che qualunque cosa egli dalle divin attraverso gli uomini colti imparava, dopo un breve lasso di tempo in lingua poetica con la massima dolcezza e ispirazione adornava e in lingua inglese ben formata esponeva. 1 In (NEL – preposizione, non regge il genitivo ma il dativo mynstre) In + ACC/DAT ðeosse (QUESTA – si tratta di un dimostrativo Þæs, genitivo singolare femminile)  NOM ðeos, ACC ðas, DAT/GEN ðeosse/ðisse (variante) abbudissan (BADESSA – nome femminile debole, perché termina in –an. Genitivo sing. viene da abbudisse) mynstre (MONASTERO – nome neutro forte, dativo singolare. Y -> metafonia palatale, prima era mUn deriva da mynstere la e mediana cade perché preceduta da sillaba forte. Comparando con il nominativo sing. mynster succede che la vocale mediana scompare poi metafonia palatale) È un dativo; al nominativo fa mynster (ci aspetteremmo dunque un dativo mynstere) La –e- cade perché vi è una sillaba pesante: la vocale mediana preceduta da una sillaba pesante si indebolisce e cade. La vocale radicale è una y, evidentemente frutto di metafonia palatale. La radice in IE sarà stata *mun-; la desinenza sarà stata una –i (ricostruiamo proprio una –i perché ci serve un elemento che abbia causato l’innalzamento della –u- radicale → *mun-i). Il fenomeno non accaduto in questo termine, che lo rende di conseguenza un caso particolare, è la caduta della nasale davanti a fricativa; deduciamo da ciò che il prestito di questo termine è stato successivo rispetto all’imposizione di tale fenomeno wæs sum(ERA – viene da wesan che è un verbo forte della V classe e presenta il fenomeno di suppletivismo, ovvero le radici vengono da verbi. Al plurale diventa wǣron e qui non abbiamo più la sibilante ma la vibrante per la legge di Verner) broðor (FRATE – nome maschile forte, nominativo singolare, è il soggetto. I nomi che si riferiscono alla parentela terminano in -or) syndriglīce (PARTICOLARMENTE – è un avverbio. Lice- è suffisso avverbiale. Abbiamo la –y per metafonia palatale deriva da sundor+ suffisso, la –o cade e la u diventa y. Suffisso -lic- usato molto per la formazione degli aggettivi. Syndri – y per la metafonia palatale. Quindi senza metafonia palatale ci stava una /u/ – sundor, avendo una sillaba pesante la mediana si indebolisce e scompare) -lice è un suffisso avverbiale, -lic è un suffisso aggettivale, syndr- è l’aggettivo da cercare, che avrà subito metafonia palatale (*sundor-). Con l’aggiunta dei suffissi, la o radicale è diventata sillaba mediana, che, essendo preceduta da sillaba pesante, è caduta (*sundr-) 2 godcundre (DIVINO – agettivo forte femminile, dativo sing. Lo vediamo dalla terminazione in -re) Al DAT/GEN gli aggettivi femminili forti prendono la desinenza -re al singolare. gife (DONO – nome femm. forte, dativo sing. E’ la stessa radice del verbo giefan) Gifu > ACC/DAT/GEN gife (nome femm forte short). Ciò che rende short il nome è la presenza di 1 vocale breve + 1 consonante. gemæred ond (RESO FAMOSO – part. pass. verbo debole I classe meran. Ge- -> participio passato) geweorðad (ONORATO – participio passato, verbo debole II classe viene da weorþian) for þon (POICHE’ – è una congiunzione preposizionale ovvero preposizione + una forma del dimostrativo a seconda della preposizione usata e significato della parola. Si forma con preposizione semplice + dimostrativo) he gewunade (ERA SOLITO / AVEVA LA CONSUETUDINE DI – verbo debole II classe da wunian (verbo debole della II classe, abituare) e al passato invece di una o ha una a) ed è uno dei pochi verbi che cambia significato con l’aggiunta del prefisso ge-: gewunian, essere abituato 3 gerisenlīce (ONOREVOLI – aggettivo forte neutro, accusativo plurale. Lic indica che è un suffisso aggettivale) lēoð (CANTI – nome neutro forte, accusativo plurale. Presenta un dittongo quindi sillaba pesante e quindi possibilità di -u al plurale) wyrcan (FARE / COMPORRE / PREPARARE – verbo debole I classe wurk-j-an (germanico) diventa wyrcan (anglosassone) -> metafonia palatale da wurcan. Al passato cisarà armonia vocalica wurk-th-a -> worhte con il ripristino della – al singolare si ha la –ash che viene arretrata perché si ha una vocale velare nella sillaba non accentata. Appartiene a un piccolo gruppo di verbi che presentano delle particolarità. In GMC ci sono 8 verbi in cui la radice si collega con il suffisso dentale del passato senza il suffisso caratteristico della I classe. In questo gruppo di verbi la struttura è la stessa ma manca il suffisso che caratterizza la I classe. Al passato la /u/ diventa /o/ per armonia vocalica), ðe (CHE – è la particella che introduce una relativa ed è indiclinabile) tō ǣfæstnisse (RELIGIONE – sostantivo, – nisse è un suffisso usato per formare nomi astratti o altri nomi. Forse femminile accusativo singolare) to arfæstnisse (PIETA' - sostantivo, nome astratto) 4 belumpen (RIGUARDAVANO – verbo forte III classe da belimpan, al presente aveva una / i/. Può essere sia participio passato che congiuntivo passato, dal contesto capiamo che è congiuntivo passato (nasale + consonante prima della desinenza –en). La –u riflette il grado 0 dell’indoeuropeo (belmpen) -> in germanico la nasale sviluppa la vocal d’appoggio –u. Viene da lump, che capiamo essere un verbo forte della III classe dato che la radice termina in NC) godcundum (DIVINE – aggettivo femm. forte, dativo plu.) stafum (LETTERE – nome masch. forte, dativo plurale. Con la /a/ per il ripristino ma al nominativo sing. fa stæf) 5 bōceras (DOTTI – nome masch. forte, accustivo plurle. Deriva da boc (libri), con questo suffisso nome dell'agente quindi librai nel senso uomini di libri) geleornode (IMPARAVA – verbo debole II classe da leornian), þæt (QUELLO – congiunzione) æfter (DOPO – preposizione) medmiclum (BREVE – aggettivo neutro forte, dativo plurale) fæce (LASSO DI TEMPO – nome neutro forte, dativo sing) 6 in scopgereorde (LINGUA POETICA – nome neutro forte, dativo sing. Composto di 2 sostantivi: gereode significa linguaggio e scop è un sostantivo che indica la poesia) viene da scopgereord mid þā (CON – viene usato con il caso del dativo ma anche con l'accusativo, þā dimostrativo, accusativo femminile singolare) mǣstan (MASSIMA – superlativo di micel che è uno dei 4 irregolari (lyterl, yfel, god) che al superlativo e al comparativo hanno metafonia palatale). E’un aggettivo declinato debole. swetnisse (DOLCEZZA – nome femm. forte, accusativo sing.) -niss è suffisso femminile per la formazione dei nomi astratti, -nisse è al dativo inbryrdnisse (ISPIRAZIONE – nome femm. forte, accusativo sing.) -nis è suffisso femminile per la formazione dei nomi astratti, -nisse è al dativo 7 geglængde ond (ADORNATO - participio passato verbo debole I classe genglan) in Engliscgereorde (LINGUA INGLESE – nome neutro forte, dativo sing. Composto) wel geworht (BEN FATTO – avv. + part. pass. di gewyrcan) waes (verbo, viene da wesan, verbo forte di 5 classe. Presenta il fenomeno del suppletivismo (radici vengono dai verbi)) godcundlīce (DIVINAMENTE—godund+lice, suffisso avverbiale) 14 gefultumed (ASSITITO – part. pass. verbo debole II classe viene da fultumian) Godes (DIO – 3 nome masch. forte, genitivo sing (genitivo sassone)) gife (DONO – nome femm. forte, accusativo sing.) þone songcræft (ARTE DEL CANTO – dimostrativo maschile + nome masch. Forte (si capisce dal dimostrativo), accusativo sing. Composto da 2 sostantivi canto+arte) onfēng (RICEVETTE – pass. verbo forte VII classe, si riconosce dalla e lunga e viene da onfon. La radice di questo verbo in Inedoeuropeo aveva una /x/ -> faxan, in Germanico diventa foxan e in Anglosassone diventa fon. Oltre ad avere l’alternanza apofonica presenta anche la variazione del consonantismo dovuti al fatto che alcune forme derivano da Grimm altre da Verner. Al presente e al passato singolare l’accento cadeva sulla sillaba radicale, invece nel passato plurale e participio passato l’accento non cadeva sulla sillaba precedente. La radice di questo verbo conteneva una /x/ ma in anglosassone scompare. Infatti fāxan → fōxan → fōn. Infine le 4 forme sono fōn , fēng, fēngon, fangen ) (14-17) Ond hē for ðon nǣfre nōht lēasunge ne īdles lēoþes wyrcan meahte, ac efne þā ān þā ðe tō ǣfestnesse belumpon, ond his þā ǣfæstan tungan gedeofanade singan. [14-17] E lui perciò non poteva comporre mai nulla di fittizio né di canto vano, ma sempre quelle uniche cose che riguardavano la religione e che era appropriato cantare per la sua religiosa lingua. 15 nōht (NULLA – regge il genitivo) leasunge (FALSO – nome femm. forte, genitivo sing.) īdles (VANO – aggetivo neutro forte, genitivo sing. Idel-es vocale mediana scomparsa perché preceduta da sillaba forte) lēoþes (CANTI – nome neutro forte, genitivo sing.) wyrcan (COMPORRE – verbo debole I classe wurk-j-an (germanico) diventa wyrcan (anglosassone) -> metafonia palatale da wurcan. Al passato cisarà armonia vocalica wurk-th-a -> worhte con il ripristino della – al singolare si ha la –ash che viene arretrata perché si ha una vocale velare nella sillaba non accentata. Appartiene a un piccolo gruppo di verbi che presentano delle particolarità. In GMC ci sono 8 verbi in cui la radice si collega con il suffisso dentale del passato senza il suffisso caratteristico della I classe. In questo gruppo di verbi la struttura è la stessa ma manca il suffisso che caratterizza la I classe. Al passato la /u/ diventa /o/ per armonia vocalica) meahte (POTEVA – preterito presente, deriva da magan. Verbi caratterizzati dal fatto che al presente hanno caratteristiche morfologiche di un verbo forte al passato e per il passato hanno una formazione debole, la differenza è che in Indoeuropeo avevano valore perfetto (azioni passate) e nel Germanico hanno valore di presente; la ash si è sviluppata dalla fricativa velare sorda (x)) þā ān (UNICHE – da uno ma è plurale) ƥa an → le uniche cose, dato che an è l’aggettivo numerale tō ǣfæstnesse (RELIGIONE – nome femm. forte, dativo sing. –esse è come –isse, serve per formare nomi astratti) belumpon (RIGUARDAVANO – verbo forte III classe viene da belimpan, dalla desinenza capiamo che è indicativo) ǣfæstan (RELIGIOSA – aggetivo femm. debole, accusativo sing) 17 tungan (LINGUA - nome femm. debole, accusativo sing) gedeofanade (ERA APPROPRIATO – passato debole II classe da dafenian, si riconosce dalla -o) singan (CANTARE – verbo infinito forte III classe) (18) Wæs hē se mon in weoruldhāde geseted oð þā tīde þe hē wæs gelyfdre ylde, ond nǣfre nǣnig lēoð geleornade. [18-19] Quell’uomo era posto in condizione laicale fino al tempo che egli fu di età avanzata e lui non aveva mai imparato nessun canto. 18 Wæs hē (ERA EGLI—verbo viene sa wesan (verbo forte di 5 classe) presenta il fenomeno del suppletivismo (radici vengono dai verbi) mon (UOMO – nome masch. forte, accusativo sing.) in weoruldhāde (CONDIZIONE LAICALE – dativo con suffisso -had- che è un suffisso comune per la formazione dei sostantivi, dei nomi astratti e weruld significa mondo. Letteralmente significa mondanità ma nel senso di condizione dell'uomo laico) geseted (POSTO – part. pass. verbo debole I classe (come indicato dalla presenza della dentale) vine da settan (che al presente presenta geminazione, frontamento e metafonia set-jan, nel passato è seted non c’è geminazione e deriva dal verbo forte sittan che è transitivo). Il verbo sittan dovrebbe essere al presente setan ma abbiamo sittan per geminazione e metafonia: la forma del presente è stata modellata come se fosse un verbo debole di 1 classe st-jan, questi verbi si chiamano weak present e si comportano così solo al presente. þā tīde (TEMPO – nome femm. forte, accusativo singolare. Oggi la ritroviamo nella parola “tide” ovvero marea. Ma in alcuni espressioni un po' fossilizate si conserva ancora il significato originale, per esempio christmas tide cioè tempo di natale) 19 gelyfdre (AVANZATA – aggettivo femm. forte, genitivo singolare. Questa forma viene dal part. pass. del verbo libban III classe debole. La desinenza –dre ha origine pronominale) ylde (ETA' – nome femm. forte, genitivo sing.) lēoð (CANTO – nome nuetro forte, accusativo sing.) geleornade (IMPARATO – verbo debole II classe da leornian) (19) Ond he for þon oft in gebēorscipe, þonne þær wæs blisse intinga gedēmed, þæt hēo ealle sceolden þurh endebyrdnesse be hearpan singan, þonne hē geseah þā hearpan him nēalēcan, þonne ārās hē for scome from þæm symble ond hām ēode tō his huse. [19-23] E egli per questo spesso in una festa, quando lì era considerato motivo di gioia, che essi tutti dovrebbero in sequenza cantare accompagnati dall’arpa, quando egli vedeva l’arpa avvicinarsi a lui allora si alzava per la vergogna della festa e andava fuori a casa sua. 20 in gebēorscipe (FESTA – nome masch. forte, dativo singolare. Il suffisso -scip- è molto comune per la formazione dei sostantivi) þonne (QUANDO) ha lo stesso significato e la stessa funzione di ƥa. waes (verbo viene da wesan (verbo forte v classe) presenta il fenomeno del suppletivismo (radici vengono dai verbi). blisse (FELICITA' – nome femm. forte, genitivo sing.) intinga (MOTIVO – nome masch. debole, nominativo sing. Soggetto) gedēmed (GIUDICATO – part. pass. verbo debole I classe da dēman (giudicare) derivato dal sostantivo dōm (ing mod doom, giudizio) 21 hēo (ESSI – una forma diversa perché lo introntriamo anche in plurale, è una variante del dimostrativo hīe, 3° persona plurale. Pronome personale singolare che però si accorda con l’aggettivo e quindi è plurale) ealle (TUTTI – aggettivo femm. forte, nominativo plu. -> ingl. all) sceoldon (DOVESSERO – verbo preterito presente (verbi caratterizzati dal fatto che al presente hanno caratteristiche morfologiche di un verbo forte al passato e per il passato hanno una formazione debole; la differenza è che in Indoeuropeo avevano valore perfetto (azioni passate) e nel Germanico hanno valore di presente. Deriva da sceal e regge un infinito che in questo caso è singan) endebyrdnesse (IN SEQUENZA – nome femm., dativo sing.) be hearpan (ARPA – nome femm. debole, accusativo sing.) singan (CANTARE -verbo forte III classe infinito del verbo) 22 geseah (VEDEVA – verbo forte di 5 classe viene da seon. Seah, la /h/ è una fricativa velare sorda che quando segue una vocale palatale causa una dittongazione della vocale palatale chiamato frattura. Quindi /ea/ prima della frattura sarà stato /æ/ (ash) che a sua volta è l'esito in anglosassone di /ă/ (anls, a breve) per il primo frontamento. La a ->ae (ash) nel preterito singolare dei verbi forti di 4 e 5 classe. E' un verbo della forte V classe da sēon. Al presente è un po' complicato perché se partiamo al presente con una forma *sexan, la fricativa velare sorda non si trova in posizione finale ma intervocalica quindi si indebolisce poi siccome è preceduta da una vocale radicale accentata scompare del tutto, prima di indebolirsi causa la frattura - seoxan, seoan – indebolimento e scomparsa della fricativa velare sorda, seon – contrazione del vocalismo. E' un verbo contratto che al passato plurale e al paricipio pass. presenta le labiovelari che apre uno sviluppo disrodinato e può diventare sia velare sia approssimante) þā hearpan (L'ARPA – nome debole femm. accusativo sing.) nēalēcan (AVVICINARSI – verbo debole di 1 classe) ārās (SI ALZAVA – verbo forte I classe da ārīsan, che essendo al passato ha desinenza 0) for scome (PER VEGNONA – nome femm. forte, dativo sing.) 23 from þǣm symble (FESTA – nome neutro forte, dativo sing. Viene da symbel, caduta della vocale mediana –e perché preceduta da sillaba forte) hām (CASA – anche se significa casa qui è usato avverbialmente) ēode (ANDAVA – pass. gān (andava) che è un verbo anomalo e presente il fenomeno di suppletivismo (radici vengono dai verbi)) tō his hūse (ALLA SUA DIMORA – nome neutro forte, dativo sing.) (23) Þā hē þæt þā sumre tīde dyde, þæt hē forlēt þæt hus þæs gebēorscipes, ond ut wæs gongende tō nēata scipene, þāra heord him wæs þǣre neahte beboden. (25) þā hē ðā þǣr in gelimplice tīde his leomu on reste gesette ond onslēpte, þā stōd him sum mon æt þurh swefn ond hine hālette ond grētte ond hine be his noman nemnde: Cedmon, sing mē hwæthwugu. [23-28] Quando egli poi una certa volta fece che abbandonò la casa della festa e andò fuori alla stalla delle bestie, la cui cura a lui era quella notte ordinata, quando lui poi là in tempo appropriato pose le sue membra a riposo e si addormentò, allora in sogno stette accanto a lui un certo uomo, che lo salutò e lo chiamò per nome: Cadmon, canta per me qualcosa. þæt ða sumre (UNICA CERTA VOLTA – aggettivo femm. forte, dativo sing. Il suffisso –re indica un aggettivo) tīde (TEMPO – nome femm. forte, accusativo sing., oggi lo troviamo nella parola “tide” (marea) ma in alcune espressioni fossilizzate si conserva come “avvento” (christmas tide)) 24 dyde (FECE – passato debole di dōn) hē forlēt (ABBANDONO' – verbo forte VII classe da lǣtan) frumsceaft (LA CREAZIONE – nome femm., accusativo sing. Composto da frauma (inizio) + sceaft (creazione). La sc- è la palatalizzazione di sk- e deriva da skapan, che ha primo frontamento (a->ae->e->ie) e metafonia scieppan) andsware (RISPONDERE—nome femminile accusativo singolare -> inglese answer) (33) Þā hē ðā Þas andsware onfēng, Þā ongon hē sōna singan in herenesse Godes Scyppendes Þā fers ond Þā word Þe hē nǣfre gehyrde, Þāra endebyrdnes Þis is: [33-35] Quando egli poi ricevette questa risposta, allora cominciò lui immediatamente a cantare in lode di Dio Creatore i versi e le parole che mai aveva udito, la cui sequenza è questa: onfēng (RICEVETTE – passato verbo forte VII classe da onfōn) onfēng, verbo forte VII classe, ricevere -> fōn, fēng, fēngon, fangen. La particolarità risiede nel fatto che il vocalismo del presente non è lo stesso del participio passato ed inoltre, l’occlusiva velare sonora (/g/) dei due passati non vi è nel presente (se nella 2° e 3° forma abbiamo una sonora, presumibilmente ci aspetteremmo una fricativa sorda /x/ nel presente e nel participio passato, dato che alcune forme seguono la legge di Grimm mentre altre quella di Verner) 34 ongon (INIZIO' – passato singolare, verbo forte III classe da onginnan e in questo gruppo di verbi al presente abbiamo l'innalzamento della /e/ a /i/ quando è seguita da n + consonante. Al passato singolare all'Indoeuropeo c'è una /o/ poi diventa /a/ in Germanico e poi Anglosassone diventa una vocale bassa velare a/o intercaambiabile. Al passato plurale c'è una /u/ che è la vocale d'appoggio. Nel participio pass. inibisce l'abbassamento della /u/ a /o/) Singan (CANTARE—verbo forte di 3 classe, infinito del verbo cantare) herenesse (nome femminile forte, dativo singolare) Godes Scyppends (DI DIO CREATORE – nome forte, genitivo sing. di Scyppend, in cui il suffisso nasale-dentale ci fa capire che si tratta di un participio presente (scipan) infatti letteralmente significa Dio Creante. Viene da scieppan, della VI classe fers (VERSI – nome neutro forte, accusativo plu. (ce lo dimostra il dimostrativo), sillaba –rs radicale pesante) 35 þā word (LE PAROLE – nome neutro forte, accusativo plurale, termina con sillaba pesante quindi ha desinenza 0) nǣfre (MAI- ne + efre) gehyrde (AVEVA UDITO – passato verbo debole I classe da hīeran) endebyrdnisse (SEQUENZA – nome femm. forte, nominativo sing.) (36) Nu sculon herigean heofonrīces Weard/ Meotodes meahte ond his mōdgeþanc/ weorc Wuldorfæder, swā hē wundra gehwæs/ ēce Drihten, ōr onstealde./ Hē ǣrest sceōp eorðan bearnum/ heofon tō hrōfe, hālig Scyppend./ Þā middangeard monncynnes Weard,/ ēce Drihten, æfter tēode/ fīrum foldan, Frea ælmihtig. [36-44] Ora noi dobbiamo lodare il guardiamo del regno dei cieli/ la potenza del creatore e la sua ragazza/ le opere del padre di gloria come lui di ogni meraviglia/ l’eterno signore pose l’inizo./ Lui creò per prima cosa il cielo/ come un tetto per i figli della terra, il santo creatore./ Il santo creatore, il guardiano del genere umano/ l’eterno signore poi creò la terra e gli uomini/ il signore onnipotente. 36 Nū (ORA – avverbio) Sculon (verbo preterito presente, viene da scular e plurale di sceal che oggi è il verbo modale should) herigean (LODARE – verbo debole I classe) heofonrīces (DEL REGNO DEI CIELI – nome neutro forte, genitivo singolare composto da heofen (cieli) e ric (regno) + desinenza -es) Weard (IL GUARDIANO – nome masch forte, nominativo sing) Caso evidente di frattura (davanti a un gruppo liquida+consonante) 37 meotodes (DEL CREATORE – nome masch forte, genitivo singolare, radice met- significa misura) meahte (LA POTENZA – nome femm. forte, accusativo singolare, nome astratto -> presenza del suffisso dentale t-) Sono proprio questi verbi modali quelli che nel corso dei secoli hanno visto più significativamente il loro significato cambiare mōdgeþanc (PENSIERO –nome masch. forte, accusativo singolare, coposto da mod (spirito) + gethac (pensiero) -> thanc sarebbe l’attuale think. 38 weorc (LE OPERE – nome neutro forte, accusativo singolare. Finisce in sillaba pesante, per cui il plurale ha una desinenza zero e possiamo tradurre sia al singolare che al plurale -> oggi è work) wuldorfæder (DEL PADRE DI GLORIA – nome masch. forte, genitivo singolare. Composto da faeder (padre) e wuldor (gloria), di norma ci aspettiamo che essendo genitivo finisca con –es, ma, i nomi di parentela hanno una declinazione particolare che non termina in –es) wundra (DELLE MERAVIGLIE – nome neutro forte, genitivo plurale. Il nominativo è wundor (da *wundora) e, nel momento in cui si aggiunge la desinenza, la sillaba radicale è pesante e quindi cade la sillaba mediana (u). Wundor oggi è wonder (meraviglia) gehwæs (DI CIASCUNA –genitivo pronome interrogativo) 39 ēce (L'ETERNO – aggettivo masch. forte, nominativo sing) drihten (SIGNORE – nome masch. forte, nominativo sing) ōr (L'INIZIO – nome neutro forte, accusativo sing) onstealde (POSE – verbo debole I classe da onstellan). 40 ǣrest (PER PRRIMISSIMA COSA – composto da aer (prima) + est (suffisso che si usa per il superlativo). I suffissi comuni sono –re per il comparativo e –ost per il superlativo, ma ci sono delle varianti come –ist che tramite metafonia palatale diventa –est) sceop (CREO' – pass. verbo forte VI classe, *scapjan – scæpjan – sceppan - scieppan) Ha la particolarità di avere un presente debole, essendo della VI classe al passato singolare ci aspetteremmo scōp (quindi solo la o lunga); la forma in –eo- è solo una forma particolare del passato eorðan (DELLA TERRA – nome femm. debole, genitivo sing) bearnum (PER I FIGLI –nome neutro forte, dativo plurale, bearn è un tipico esempio di frattura) 41 heofon (IL CIELO – nome masch. forte, accusativo sing) hrōfe (A PROTEZIONE –nome masch. forte, dativo singolare -> roof) hālig (SANTO – aggettivo debole, nominativo singolare. C’è un sostantivo hal, a cui è stato aggiunto il suffisso –ig per formare l’aggettivo. Lo ritroviamo in inglese modale holy) Scyppend (IL CREANTE – participio presene che può essere coniugato come aggettivo sia plurale che singolare. Lo troviamo nel participio presente di scipan, infatti letteralmente significa Dio Creante. I participi possono essere coniugati come aggettivi sia plurale che singolare dipende dal caso). 42 middangeard (LA TERRA – nome masch. forte, accusativo sing) Grazie a ƥa capiamo che è un accusativo singolare femminile) -> Sarà oggetto del verbo tēode (verbo debole di teon, creare) moncynnes (DEL GENERE UMANO – nome neutro forte, genitivo singolare, cyn ci fa pensare al next of kin) Weard (IL GUARDIANO – nome masch. forte, nominativo sing), 43 ēce (L'ETERNO – aggettivo masch. forte, nominativo sing) Drihten (SIGNORE – nome masch forte, nominativo sing) teode (POSE / PREDISPOSE – pass. verbo debole II classe da tēon) 44 fīrum (PER GLI UOMINI - nome masch forte, dativo pluralia tantum, cioè un termine per uomini solo al plurale) foldan (LA TERRA – nome femm. forte, accusativo singolare, viene da folde) Frea (IL SIGNORE – nome masch. forte, nominativo sing) ælmihtig (ONNIPOTENTE – aggettivo masch. forte, nominativo singolare, calco di un termine latino) (45) Þā ārās hē from þǣm slǣpe, ond eal, þā þe hē slǣpende song fæste in gemynde hæfde, ond þǣm wordum sōna monig word in þæt ilce gemet Gode wyrðes songes tōgēþēodde. [45-47] Allora egli si alzò dal sonno, e tutte quelle cose che egli dormendo aveva cantato, aveva saldamente in mente, e a quelle parole presto molte parole nella stessa misura (nello stesso metro) aggiunse di canto degno a Dio. 45 ārās (SI ALZO' – pass. verbo forte I classe da ārīsan, lo riconosciamo dalla a lunga) slǣpe (DAL SONNO – nome masch. forte, dativo sing.) slǣpende (DORMENDO – part. pres. da slǣppan verbo forte VII classe (dormiente), la ash indica il participio presente) 46 gemynde (IN MENTE– nome neutro forte, dativo singolare. In Indoeuropeo fa *mntis poi in Germanico si sviluppa una vocale d’appoggio quindi diventa *mundiz poi in Anglosassone con la metafonia palatale diventa gemynd). La radice è ment- (lat. Mens, mentis). Se in latino ho ment- e in ANG ho mynd (tenendo a mente che il consonantismo del latino è, di norma, molto più conservativo di quello delle lingue germaniche), in IE posso ricostruire una radice con la dentale sorda /t/; inoltre, se in ANG ho –yn- (la presenza di una y tendenzialmente segnala che vi era una *u), in IE sarà stata una sonante → *munt- Haefde (passato di habban verbo debole di 3 classe che presenta particolarità) þǣm wordum (A QUELLE PAROLE – nome neutro forte, dativo plurale. In questo caso ƥæm ha proprio valore di dimostrativo, non di articolo) monig (MOLTE – aggettivo neutro, accusativo plu.) word (PAROLE – nome neutro forte, accusativo plu.) 47 ilce (NELLO STESSO –aggettivo neutro forte, accusativo singolare) gemet (METRO – nome neutro forte, accusativo singolare, radice di met (misura).Ha la stessa radice di magan → misura Gode (A DIO – nome masch. forte, dativo sing.) wyrðes (DEGNO – aggettivo neutro, gentivo singolare lo vediamo da -es) songes (DI CANTO – nome masch. forte, genitivo singolare lo capiamo da -es) tōgeþēodde (AGGIUNSE – passato verbo debole I classe da tōgeþēodan) (47) Þā cōm hē on morgenne tō þǣm tungerēfan, þe his ealdormon wæs: sægde him hwylce gife he onfeng. Ond he hine sona to þære abbudissan gelædde ond hire þa cyðde ond sægde. [47-49] Allora lui venne al mattino il sovraintendente, che era il suo superiore; disse a lui quale dono egli aveva ricevuto. Ed egli lo condusse immediatamente dalla badessa e a lei poi riferì e disse quelle cose. (55-58) Þa rehton heo him ond sægdon sum halig spell ond godcundre lare word; bebudon him þa, gif he meahte, þæt he in swinsunge leoþsonges þæt gehwyrfde. [55-58] Allora essi raccontarono a lui e dissero una storia sacra e parole di insegnamento divino; allora gli dissero, se lui poteva, che lui trasformasse ciò in melodia di canto poetico. rehton (SPIEGARONO – verbo I classe debole, 3 persona plurale preterito di reccan) sægdon (DISSE—verbo debole di 3 classe, preterito 3 singolare, da secgan) sum hālig spell (UNA STORIA SANTA – aggettivo ( halig -> -ig suffisso formazione aggettivi) e nome neutro, accusativo sing.) godcundre (DIVINO – la desinenza –re indica chiaramente che è un aggettivo femminile forte, al genitivo singolare ) lāre (INSEGNAMENTO – nome femm. forte, genitivo singolare.-re -> sillaba pesante, quindi allungamento della a; è la stessa radice di larian; il cui nominativo sarà con desinenza ǿ (la vocale lunga indica che la sillaba è pesante) word (PAROLE – nome neutro forte, accusativo plurale, termina con sillaba pesante quindi desinenza 0) bebudon (ORDINARONO – verbo forte II classe (non ha la liquida), 3 persona plurale, preterito di bēodan) 58 meahte (POTEVA – preterito presente di magan, verbi caratterizzati dal fatto che al presente hanno caratteristiche morfologiche di un verbo forte al passato e per il passato hanno una formazione debole. La differenza è che in Indoeuropeo avevano valore perfetto (azioni passate) e nel Germanico hanno valore di presente. La ash si è sviluppata dalla fricativa velare sorda (x)) swinsunge (MELODIA – nome femm. forte, dativo sing.) lēoþsonges (CANTO POETICO – nome masch. forte, genitivo singolare, nome composto da leoth (canti) + song (poetici) + desinenza -es del genitivo) 59 gehwyrfde (TRASFORMASSE – verbo forte di hwierfan / infinito di hwierfan, verbo debole, 1 classe singolare, congiuntivo) (58) Þa he ða hæfde þa wisan onfongne, þa eode he ham to his huse, and cwom eft on morgenne, ond þy betstan leoðe geglenged him asong ond ageaf þæt him beboden wæs. [58-60] Quando egli poi ebbe compreso il compito, egli andò a casa e venne poi al mattino e cantò in risposta e restituì ciò che a lui era stato ordinato, ornato con il miglior canto Hæfde (passato di habban, verbo debole della 3 classe che ha particolarità) þā wīsan (IL COMPITO – nome femm. forte, accusativo sing.) onfongne (COMPRESO – participio passato verbo forte VII classe, si riconosce dalla e lunga, viene da onfōn. La radice di questo verbo in Indoeuropeo aveva una /x/ faxan, in Germanico diventa foxen ed in Anglosassone fon. E’ declinato come un aggettivo) þa eode (ANDAVA—passato di gan, fenomeno del suppletivismo (radici vengono dai verbi) 60 hē hām tō his hūse (ALLA SUA DIMORA – dativo sing.) cwōm (VENNE – verbo con delle forme un po' strane, verbo forte IV classe da cuman. La -u del presente è dovuta dal fatto che originariamente c’era una labiovelare (w)) on morgenne (AL MATTINO – nome masch. forte, dativo sing.) þy (CON – forma del dimostrativo, strumentale. Non esiste più ma si conserva nel caso del nome e nel caso dell'agg. Forte singolare) betstan (IL MIGLIORE – superlativo di best formato da una radice diversa dal solito) lēoðe (CANTO –nome neutro forte, dativo sing.) 61 geglenged (ADDORNATO – part. pass. verbo debole I classe (lo vediamo da -ed) da glengan) āsong (CANTO' IN RISPOSTA – verbo forte III classe da āsingan) āgeaf (RESTITUI' – verbo forte V classe di āgiefan) beboden (ORDINATO – verbo forte II classe di bēodan) waes ( verbo viene da wesan (verbo forte di 5 classe), presenta il fenomeno del suppletivismo (radici vengono dai verbi)) (61) Dā ongan seo abbudisse clyppan ond lufigean þa Godes gife in þæm men; ond heo hine þa monade ond lærde þæt he woruldhad anforlete ond munuchad onfenge; ond he þæt wel þafode. [61-63] Allora la badessa cominciò ad accogliere e apprezzare il dono di Dio in quell’uomo; ed ella lo esortò e istruì affinché egli lasciasse la condizione laicale e ricevesse gli ordini monastici; e lui accettò volentieri. ongan (INIZIO' – verbo forte III classe di onginnan) sēo abbudisse (LA BADESSA – nome femm. debole, nominativo sing.) clyppan (RICONOSCERE – infinito verbo debole (si riconosce perché c’è metafonia palatale) I classe) lufigean (APPREZZARE – verbo debole II classe di lufian) þā Godes (DI DIO – nome masch. forte, genitivo sing.) gife (IL DONO – nome femm. forte, accusativo sing) 63 þǣm men (IN QUELL’UOMO – nome masch. forte, dativo sing) monade (CONSIGLIO' – verbo debole II classe di manian) lǣrde (ISTRUI' – verbo debole I classe di lǣran) þæt (AFFINCHE' –cong.) woruldhād (MONDANITA' – suffisso -had- per formare nomi astratti, che ora sarebbe hood ed è un composto, mondanità nel senso di condizione laicale.) 64 anforlēte (ABBANDONASSE – An- e for- sono prefissi; lēte è un verbo forte della VII classe, da anforlǣtan, è un congiuntivo passato. I verbi forti della VII classe hanno vocalismo vario al presente, ma ē al passato) munuchād (LA CONDIZIONE MONACALE – had- è il suffisso per i nomi astratti, nome masch. forte, accusativo sing.) onfēnge (ACQUISISSE – verbo forte VII (lo capiamo dalla e lunga) classe di onfōn. La radice di questo verbo in Indoeuropeo aveva una /x/ faxan, in Germanico diventa foxan e in Anglosassone fon. E’ declinato come un aggettivo.) þafode (ACCETTO' – pass. verbo debole II classe di þafian) (63) Ond heo hine in þæt mynster onfeng mid his godum, ond hine geþeodde to gesomnunge þara Godes þeowa, ond heht hine læran þæt getæl þæs halgan stæres ond spelles. [63-66] Ed ella ricevette lui nel monastero con i suoi beni e unì lui in comunione ai servi di Dio e comandò di insegnare a lui la sequenza della storia santa e del lavoro sacro. 65 hine (A LUI) è retto da læran, non da hēht. Læran regge infatti due accusativi, hine e ƥæt getæl (serie, sequenza) in þæt mynster (NEL MONASTERO – nome neutro forte, accusativo sing.) onfēng (RICEVETTE – verbo forte VII classe di onfōn. La radice di questo verbo in Indoeuropeo aveva una /x/ faxan, in Germanico diventa foxan e in Anglosassone fon. E’ declinato come aggettivo) gōdum (BENI – aggettivo masch., dativo sing.) geþeodde (LO UNI' –verbo debole I classe di þēodan) 66 gesomnunge (ALLA COMUNITA' – nome femm. forte, dativo sing.) þāra Godes (DI DIO – nome masch. forte, genitivo sing.) þēowa (DEI SERVI– nome masch. forte, genitivo plu.) hēht (ORDINO' – verbo forte VII classe di hātan) hine lǣran (hine è oggetto di laerano, verbo debole di 1 classe, infinito. Regge due accusativi cioè hine e thaet) getæl (LA SEQUENZA – nome neutro forte, accusativo sing.) 67 hālgan (SANTO – aggettivo, genitivo singolare. Cade la vocale mediana poi la desinenza ed è declinato debole perché preceduto dal dimostrativo) Stæres (STORIE – nome neutro forte, genitivo sing.) spelles (RACCONTO – nome neutro forte, genitivo sing.) (66) Ond he eal, þa he in gehyrnesse geleornian meahte mid hine gemyndgade, ond swa swa clæne neten eodorcende in þæt sweteste leoð gehwerfde. [66-68] E lui tutte quelle cose che egli poteva imparare in ascolto rimuginava tra sé e, così come una bestia pura ruminante, trasformava nel canto più dolce. eal Þā (TUTTO QUELLO – aggettivo femm., nominativo sing. Tutte quelle cose + che (ancora una volta, non troviamo la particella che ci aspetteremmo per introdurre la relativa) gehyrnesse (NELL'ASCOLTO – nome femm. forte, dativo singolare. Suffisso -esse per i sostantivi astratti. Suffisso –ness, radice hyr- =hier (come hieran) 68 geleornian meahte (POTEVA IMPARARE – verbo II classe debole / preterito presente di magan che è verbo preterito presente (verbi caratterizzati dal fatto che al presente hanno caratteristiche morfologiche di un verbo forte al passato e per il passato hanno una formazione debole. La differenza è che in Indoeuropeo avevano valore perfetto (azioni passate) e nel Germanico hanno valore di presente. La ash si è sviluppata dalla fricativa velare sorda (x)) gemyndgade (RIMUGINAVA TRA SE – verbo debole II classe da gemyndgian, il suffisso dentale ci fa capire che è un passato debole e -mynd è la radice) clǣne (PURA – aggettivo neutro debole, nominativo sing.) nēten (BESTIA – nome neutro forte, nominativo sing.) eodorcende (RUMINANTE – part. pres. verbo I classe debole di eodorcan) 69 in Þæt swēteste (PIU' DOLCE – aggettivo femm. forte, accusativo singolare ed è il superlativo) lēoð (CANTO – nome neutro forte, nominativo sing.) gehwerfde (TRASFORMAVA – verbo debole I classe da hwierfan) monig (MOLTI – aggettivo, accusativo plu) 80 lēoð (POEMI – nome neutro forte, accusativo plurale, il dittongo = sillaba pesante e possibilità di -u al plurale) geworhte (COMPOSE – verbo forte I classe di gewyrcan) (79) Ond swelce eac oðer monig be þæm godcundan fremsumnessum ond domum he geworhte. In eallum þæm he geornlice gemde, þæt he men atuge from synna lufan ond mandæda, ond to lufan ond to geornfulnesse awehte godra dæda; for þon he wæs se mon swiþe æfest ond regollecum þeodscipum eaðmodlice underþeoded. E anche molti altri compose riguardo i premi e le punizioni divine. In tutte quelle cose egli si preoccupava attentamente affinché egli distogliesse gli uomini dall’amore dei peccati e delle cattive azioni, poiché egli era quell’uomo religioso e sottomesso umilmente alle discipline regolari (della Regola). ōðer monig (MOLTI ALTRI – aggettivo, accusativo plu.) þǣm godcundan (DIVINE– aggettivo debole, dativo plu.) 81 fremsumnessum (PREMI – nome femm. forte, dativo plu.) dōmum (PUNIZIONI – nome masch. forte, dativo plu.) geworhte (COMPOSE– verbo debole I classe da gewyrcan) In eallum (IN TUTTE QUELLE COSE –aggettivo, dativo plu.) þǣm (viene usato come un dimostrativo vero e proprio e non come uno che regge un nome) 82 gēmde (PREOCCUPARSI – verbo debole da gēman. Il fatto che la ē sia lunga indica che ge- non è un prefisso, ma è parte della radice del verbo: geman) men (GLI UOMINI – nome masch. forte, accusativo plu.) ātuge (DISTOGLIERE – congiuntivo passato di un verbo contratto della 2 classe (a-teon -> distogliere) nelle ultime due forme del paradigma abbiamo una sonora. Per la legge di Verner partendo da una occlusiva velare sorda -k dell’Indoeuropeo abbiamo al presente e al passato singolare una fricativa velare sorda -x (per la legge di Grimm) e al passato plurale e al participio passato abbiamo una fricativa velare sonora -g (per la legge di Verner) data la desinenza -e abbiamo un congiuntivo) Synna, con desinenza –a, non può che essere un genitivo plurale (non sarà quindi retto da from) synna lufan (DALL'AMORE DEI PECCATI – nomi femm. forti, genitivo plu/dativo sing.) māndǣda (DELLE CATTIVE AZIONI – nome femm. forte, dativo singolare) 83 lufan (ALL'AMORE – nome femm. forte, dativo sing.) geornfulnesse (AL DESIDERIO – nome femm. forte, dativo sing. -esse indica che è un nome astratto) āwehte (ASPIRASSE – passato singolare, verbo debole I classe di āweccan) gōdra dǣda (DI BUONE AZIONI – aggettivo femm./nome femm, genitivo plu.) wæs (verbo viene da wesan (verbo forte di 5 classe), presenta il fenomeno del suppletivismo (radici vengono dai verbi) se mon (QUEL UOMO – nome masch. forte, accusativo sing.) swīþe ǣfest (MOLTO RELIGIOSO – aggettivo masch. forte, nominativo sing.) regollecum (REGOLE – aggettivo masch. forte, dativo plurale. Deriva da regole e si referisce in ambito monastico alla regola Benedettina. -lec è come -lic per gli aggettivi e regol viene da regola, dal latino) þēodscipum (DISCIPLINE – nome masch. forte, dativo plu.) ēaðmōdlīce (UMILMENTE—avverbio, lo riconosciamo da -lic) 85 underþēoded (SOTTOMESSO – verbo debole I classe di underþēodan) (84) Ond wið þæm þa ðe in oðre wisan don woldon, he wæs mid welme micelre ellenwodnisse onbærned; Ond he for ðon fægre ænde his lif betynde ond geendade. [84-86] E contro nei confronti di quelli che volevano fare in altra maniera, egli era con fervore di grande zelo ispirato, ed egli per questo concluse e terminò la sua vita con una bella fine. in ōðre (IN ALTRA – aggettivo masch., nominativo plurale. Scomparsa della vocale mediana Perché preceduta da sillaba forte. In Germanico anthar, ma cade la nasale perché si trova davanti alla fricativa sorda + conseguente allungamente della vocale a-> o lunga) wisan (MANIERA – nome femm. forte, accusativo sing.) dōn (FARE—verbo anomalo ma considerato come debole) woldon (VOLEVANO – passato di willan, verbo anomalo 3 persona plurale) 86 welme (CON FERVORE – nome masch. forte, dativo sing.) micelre (GRANDE – aggettivo femm. forte, genitivo singolare. -re può essere per dativo o genitivo) ellenwōdnisse (ZENO – nome femm. forte, genitivo sing.) onbærned (ISPIRATO – participio passato, verbo debole I classe da bærnan e dovrebbe essere bearned-e ma cade la sillaba mediana perché pesante) 87 fægre ænde (CON UNA BELLA FINE – aggettivo neutro forte/nome masch. forte, strumentale singolare. Faegre da cui fair) his līf (LA SUA VITA – nome masch. forte, accusativo sing.) betynde (CONCLUSE – verbo debole I class di betynan) geendade (TERMINO' – verbo debole II classe (si riconosce dalla radice -end) da endian) (87) For þon þa ðære tide nealæcte his gewitenesse ond forðfore, þa wæs he feowertynum dagum ær, þæt he wæs lichomlicre untrymnesse þrycced ond hefgad, hwæðre to þon gemetlice, þæt he ealle þa tid meahte ge sprecan ge gongan. [87-90] Poiché quando ci si avvicinò al tempo della sua dipartita e della sua morte, allora fu lui 14 giorni prima, allora lui fu che gravato e appesantito da una debolezza del corpo; tuttavia a tal punto moderatamente che lui tutto il tempo poteva sia parlare sia camminare. ðǣre tīde (AL TEMPO – nome femm. forte, dativo singolare, oggi lo troviamo nella parola “tide” (marea), ma in alcune espressioni fossilizzate si conserva come “avvento” christmas tide) nēalǣcte (AVVICINARSI – passato verbo debole I classe di nēalēcan, usato in maniera impersonale. Al passato dove abbiamo la sillaba leggera, il suffisso al presente era -ja e al passato era -i poi si indeblisce e diventa -e ma sopravvive. Al passato abbiamo la caduta della vocale della sillaba mediana e questa fa sì che la consonante con cui termina la radice venga in contatto con la dentale del passato. Quindi la dentale diventa sorda per assimilazione) his gewitenesse (DIPARTITA – nome femm. forte, genitivo singolare. Deriva da una radice wit- che assomiglia al vebo sapere) forðfōre (MORTE – nome femm. forte, accusativo singolare. Corrisponde con il verbo faran e feran) wæs (verbo viene da wesan (verbo forte di 5 classe), presenta il fenomeno del suppletivismo (radici vengono dai verbi) dagum (nome dativo plurale, al singolare lo troviamo con la ash, mentre al plurale con la -a perché con l’aggiunta delle desinenze e con la presenza di una vocale bassa (a) la ash viene ripristinata ad -a (parliamo di ripristino) līchomlicre (CORPO – aggettivo femm. forte, dativo sing.) untrymnesse (DEBOLEZZA – nome femm. forte, dativo singolare. Si parte dall'aggettivo trum che significa forte e trym tramite metafonia palatale, il suffisso -nesse è per il nome astratto ed il prefisso un- è negazione -> trymness sarà il nome astratto derivato da trum con metafonia palatale e davanti il prefisso negativo un-) 90 þrycced (GRAVATO – verbo debole I classe di þryccan) hefgad (APPESANTITO – II classe part. pass. da hefigan) hwæðre (-re desinenza pronominale) gemetlīce (MISURATAMENTE—avverbio, lo vediamo da lic-) ealle (TUTTI—aggettivo femminile forte, nominativo plurale -> oggi è all) 91 tīd (TUTTO IL TEMPO – nome femm. forte, accusativo sing.) meahte (POTEVA – deriva dal verbo magan, verbo preterito presente (verbi caratterizzati dal fatto che al presente hanno caratteristiche morfologiche di un verbo forte al passato e per il presente hanno una formazione debole. La differenza è che in Indoeuropeo avevano valore perfetto (azioni passate) e nel Germanico hanno valore di presente. La ash si è sviluppata dalla fricativa velare sorda (x)) sprecan (PARLARE – verbo forte V classe) go(a)ngan (ANDARE – verbo forte VII classe) wæs (verbo viene da wesan (verbo forte di 5 classe), presenta il fenomeno del suppletivismo (radici vengono dai verbi) (90) Wæs þær in neaweste untrumra monna hus, in þæm heora þeaw wæs, þæt heo þa untrumran, ond þa ðe æt forðfore wæron, inlædon sceoldon ond him þær ætsomne þegnian. [90-93] Era là nelle vicinanze una casa degli uomini deboli, in cui era loro consuetudine che essi dovessero portare dentro i malati più gravi e quelli che erano in punto di morte e a loro lì insieme servire. nēaweste (NELLE VICINANZE – nome femm. forte, dativo sing.) untrumra (DEBOLI – aggettivo debole, genitivo plu) monna (UOMINI – nome masch. forte, genitivo plu.) hūs (CASA – nome neutro forte, accusativo sing.) heora þēaw (LORO CONSUETUDINE – nome masch forte, nominativo sing.) wæs (verbo viene da wesan (verbo forte di 5 classe), presenta il fenomeno del suppletivismo (radici vengono dai verbi) þā untrumran (aggettivo declinato debole, lo capiamo sia dalla desinenza che dalla presenza del dimostrativo. C’è la seconda r perché è un comparativo) 93 forðfōre (IN PUNTO DI MORTE – nome femm. forte, dativo singolare. Corrisponde al verbo faran e feran) wǣron (verbo plurale di 5 classe, viene da wesan (verbo forte v classe) presenta il fenomeno del suppletivismo (radici vengono dai verbi) è ancora collegato alla relativa introdotta dal the) inlǣdan (CONDURRE DENTRO –verbo debole I classe) sceoldon (DOVESSERO – preterito presente verbo sculan, plurale (verbo della principale)) eart (2 persona, verbo essere) (103) Cwæð he eft: Berað° me husl to. [103] Disse poi lui: “Portate a me dell’eucarestia”. Cwæð (passato verbo forte di 5 classe da cwethan) Berað (PORTATE – verbo forte IV classe imperativo di beran) hūsl tō (DELL'EUCARISTIA – il to si trova in post posizione, husl è nome neutro forte, accusativo sing.) (103) Þa he hit þa on honda hæfde, þa frægn he hwæþer heo ealle smolt mod ond buton eallum incan bliðe to him hæfdon. [103-105] Quando egli ciò in mano ebbe, allora lui chiese se essi tutti avessero un animo sereno e senza alcun rancore amichevole nei suoi confronti. Hit (si riferisce all’eucarestia) honda (MANO – nome femm. forte, dativo singolare. Solito fenomeno per cui la /a/ davanti la nasale la vocale bassa velare viene scritta sia con la /a/ e la /o/. È un dativo ma questa desinenza -a è anomalo perchè il dativo presenta una desinenza -e nei nomi maschile e neutri forti e anche i nomi femminile forti ha la desinenza -e, e nomi deboli ha la desinenza -an. Qui la desinenza -a appartiene a una declinazione minore, ovvero i temi in -u. Quelli che chiamiamo nome forti in realtà sono i cosiddetti temi in /ă/ e temi in /ō/. I temi in /ă/ sono i nomi maschili e i nomi neutri forti e i temi in /ō/ sono i nomi femminili forti. Questi temi si referiscono tendenzialmente alla struttura morfologica del nome in IE. I temi in ă e temi in ō sono quei nomi che vengono ricostruiti con un suffisso tematico IE. I nomi deboli sono quelli con suffisso tematico in consonante. In GMC tendono a sparire i temi in -u) hæfde (EBBE – passato del verbo habban) frægn (CHIESE – verbo forte III classe passato singolare di frignan, anche se il vocalismo non è propriamente della 3, l’eccezione sta nella forma del passato ma lo troviamo nella 3 classe perché c’è stata metatesi da fringan -> frignan) ealle (TUTTI – aggettivo masch.) smolt mōd (ANIMO SERENO – aggettivo/nome neutri forti, accusativo sing.) 106 incan (RANCORE-- nome maschile debole accusativo singolare) bliðe (AMICHEVOLE – aggettivo debole, accusativo sing.) hæfdon (AVEVANO—l’infinito è habban, verbo debole di 3 classe, 3 persona plurale, preterito passato) (105) Þa ondswaredon hy ealle ond cwædon, þæt heo nænigne incan to him wiston, ac heo ealle him swiðe bliðemode wæron: ond heo wrixendlice hine bædon, þæt he him eallum bliðe wære. [105-108] Allora essi risposero tutti e dissero che essi nessun rancore nei suoi confronti conoscevano, ma essi tutti verso di lui molto animo amichevole erano; ed essi a loro volta chiesero a lui che lui verso essi tutti fosse amichevole. Ondaswaredon (RISPOSERO—da answarian, verbo debole di 2 classe, 3 persona plurale preteito -> oggi è answer) hy (ESSI – pronome personale 3a persona plurale) 107 ealle (TUTTI—aggettivo maschile) cwǣdon (DISSERO – da cwaethan, verbo forte di 5 classe, 3 persona plurale preterito -> deriva da una e1 germanico) nǣnigne (NESSUN – aggettivo neutro accusativo singolare. Composto da n – ǣn – ig – ne) incan (RANCORE – nome masch. debole, dativo sing.) wiston (CONOSCEVANO – passato di un preterito presente. Viene da witan) 108 blīðemōde (ANIMO BEN DISPOSTO – aggettivo forte, nominativo plu.) wǣron (verbo plurale 4 classe, viene da wesan (verbo forte di 5 classe), presenta il fenomeno del suppletivismo (radici vengono dai verbi) bǣdon (CHIESERO – verbo V classe da biddan, weak present) 109 eallum (aggettivo dativo plurale) blīðe (AMICHEVOLE – aggettivo masch. forte, nominativo sing.) (108) Þa ondswarade he ond cwæð: Mine broðor mine þa leofan, ic eom swiðe bliðemod to eow ond to eallum Godes monnum. [108-110] Allora egli rispose e disse: “Miei fratelli, miei amati, io sono molto ben disposto nei vostri confronti e nei confronti di tutti gli uomini di Dio”. onswarade (RISPOSE—viene da andswarian, verbo debole di 2 classe, 3 persona singolare, preterito) cwæð (passato verbo forte di 5 classe da cwethan) 110 brōðor (FRATELLI – nome maschile forte, nominativo singolare -> nomi di parentela finiscono in -or. Declinazione particolare perchè non ha la desinenza) eom (SONO—verbo da beon, anomalo, 1 persona singolare presente) blīðemod (BEN DISPOSTO – aggettivo forte, nominativo sing.) eallum (TUTTI – aggettivo, dativo plu.) 111 Godes (DI DIO – nome masch. forte, genitivo sing.) monnum (GLI UOMINI – nome masch. forte, dativo plu). (110) Ond swa wæs hine getrymmende mid þy heofonlecan wegneste, ond him oðres lifes ingong gegearwode. [110-111] E lui fortificava sé stesso con il viatico celeste (così facendo la comunione) e preparava per sé l’ingresso dell’altra vita. wæs (verbo viene da wesan verbo forte di 5 classe, presenta il fenomeno del suppleivismo (radici vengono dai verbi) getrymmende (FORTIFICAVA – participio presente da getrymman I classe debole) 112 heofonlecan (CELESTIALE – aggettivo debole neutro, genitivo sing.) wegneste (VIATICO – nome neutro, strumentale sing.) līfes (ALTRA VITA – nome neutro forte, genitivo sing.) ingong (L'INGRESSO – nome masch. forte, accusativo sing.) gegearwode (PREPARAVA – verbo debole II classe gegearwian) (111) Þa gyt he frægn, hu neah þære tide wære, þætte þa broðor arisan scolden ond Godes lof ræran ond heora uhtsong singan. [111-113] Poi ancora egli chiese quanto vicino fosse al tempo in cui i fratelli dovevano alzarsi e la lode di Dio innalzare e cantare il loro canto mattutino. frægn (CHIESE – verbo forte III classe, passato singolare di frignan. Anche se il vocalismo non è propriamente della 3 classe, l’eccezione sta nella forma del passato singolare, ma lo troviamo nella 3 classe perché c’è stata la metatesi da fringan -> frignan) nēah (VICINO – agg. predicativo) þǣre tīde (AL TEMPO – nome femm. forte, dativo singolare. Oggi lo troviamo nella parola “tide” (marea), ma in alcune espressioni fossilizzate si conserva come “avvento” -> christmas tide) wǣre (FOSSE – l’infinito è beon (essere), verbo anomalo ed è il singolare congiuntivo) brōðor (I FRATI – nome masch., nominativo plurale -> i nomi di parentela terminano i -or) ārīsan (ALZARSI – verbo I classe forte, infinito. Verbo intransitivo. Il vocalismo del passato è ras -> ras-jan, da ciò deriva raeran che con sonorizzazione della (s) e ppoi rotacismo ® diventa risan, quindi ha la stessa radice di rǣran) 114 scolden (DOVESSERO – preterito presente di sculan, 3 persona plurale) Godes (DI DIO – nome masch. forte, genitivo sing.) lof (LODE – nome neutro forte, accusativo sing.) rǣran (INNALZARE – transitivo debole, verbo debole 2 (o 1?) classe) ūhtsong (CANTO MATTUTINO – nome masch. forte, accusativo sing) singan (verbo infinito forte 3 classe) (113) Þa ondswaredon heo: Nis hit feor to þon. (114) Cwæð he: Teala: wuton we wel þære tide bidan. [113-115] Allora essi risposero: “Non è il tempo lontano a ciò”. Disse lui: “Bene: aspettiamo bene quel tempo”. 115 ondswaredon (RISPOSERO – verbo debole II classe di andswarian, 3 persona plurale preterito -> oggi è answer) Nis (NON E' – forma negativa del verbo essere) feor (LONTANO – aggettivo neutro forte, nominativo sing.) cwæð (passato verbo forte di 5 classe, viene da cwethan) wuton (CONOSCEVANO – forma fossilizzata del verbo witan. Viene utilizzata uton + infinito per esprimire congiunzione per esempio “let's party”) Originariamente era una forma del congiuntivo del verbo preterito presente witan (sapere) ; di fatto, viene utilizzata per introdurre delle ingiunzioni 116 þǣre tīde (QUEL TEMPO – nome femm. forte, dativo (o genitivo) singolare. Oggi lo troviamo nella parola “tide” (marea), ma in alcune espressioni fossilizzate si conserva come “avvento” -> christmas tide) bīdan (ASPETTARE – verbo forte I classe, infinito) (115) Ond þa him gebæd ond hine gesegnode mid Cristes rode tacne, ond his heafod onhylde to þam bolstre, ond medmicel fæc onslepte; ond swa mid stilnesse his lif geendade. [115-117] E poi pregò per sé e segnò sé stesso con segno della croce di Cristo e pose la testa sul cuscino e si addormentò per un breve lasso di tempo, e così con tranquillità terminò la sua vita.
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