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FILOSOFIA DELLA COMUNICAZIONE E DEL LINGUAGGIO L-19 - risposte test di autovalutazione, Panieri di Filosofia

All'interno di questo file, troverete tutte le risposte dei test di autovalutazione a partire dalla lezione n.1 alla n.73. Ogni lezione è stata suddivisa e numerata con le proprie domande presenti. NOTA BENE: queste risposte sono quelle relative al nuovo programma di FILOSOFIA DELLA COMUNICAZIONE E DEL LINGUAGGIO con il prof. Enrico Cerasi.

Tipologia: Panieri

2023/2024

In vendita dal 26/09/2022

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Scarica FILOSOFIA DELLA COMUNICAZIONE E DEL LINGUAGGIO L-19 - risposte test di autovalutazione e più Panieri in PDF di Filosofia solo su Docsity! Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 1 FILOSOFIA DOMANDE 1. LINGUAGGIO E FILOSOFIA NELLA LETTERA VII DI PLATONE 1. Da che cosa inizia la filosofia: dalla meraviglia 2. Che cos'è il mito: un racconto autorevole 3. Che cos'è il logos: una parola ponderata 4. Quale problema pone la Lettera VII: perché non ha scritto la sua filosofia 5. Che cos'è il nome per Platone: il primo elemento della consocenza 6. Qua è la conclusione della filosofia: la cosa in sé stessa 7. Che cos'è Eros per Platone: il desiderio della bellezza in sé 8. Che cos'è l'episteme: la più prossima approssimazione al Bello in sé 9. Che cos'è il kairos: il tempo opportuno per filosofare 10. Che cos'è la meraviglia: l'inizio della filosofia 2. LA VERITA' DEL LINGUAGGIO E IL PROBLEMA DELLA COMUNICAZIONE IN PLATONE 1. I nomi per Platone sono: suoni che indicano l'essenza della cosa 2. La verità per Platone è: dire l'essenza della cosa 3. Il linguaggio va superato perché: la verità è oltre la parola 4. Il logos dei sofisti: ostacola la filosofia Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 2 5. Per Platone dialettica e retorica sono: del tutto opposte 6. Per Platone l'ente è definito da: essere, identico, diverso 7. Per Platone, i poeti: sono dei mentitori 8. Per Platone la mimesis dei poeti è: imitazione dell'imitazione 9. La mimesis poetica è dannosa perché: corrompe l'anima 10. Il sapere dei poeti è: un falso sapere 3. L'APORIA DEL LOGOS PLATONICO, TRA LA RICERCA E IL RIFIUTO DELLA COMUNICAZIONE 1. Socrate vuole che le donne siano mandate a casa perché: ha paura di loro 2. La filosofia è esercizio di morte perché: il corpo è la tomba dell'anima 3. La morte di Socrate è la dimostrazione che: i suoi amici non lo hanno inteso 4. Socrate vuole difendersi davanti ai discepoli perché: si accorge che non lo hanno compreso 5. I discepoli dovranno fornire un gallo ad Asclepio perché: nessuno di loro lo ha compresp 6. Per ironia socratica si intende: uno sdoppiamento dei piani 7. Tra l'ironico e i suoi intelocutori si crea: un equivoco 8. Il filosofo per Platone è colui che: attraversa il linguaggio fino all'idea 9. In rapporto alla filosofia, i sofisti e i poeti sono: coloro che restano nel linguaggio 10. Considerando assieme il Fedone e la Repubblica, l'aporia platonica consiste nel fatto che: Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 5 8. Per Agostino, anche il miglior predicatore cristiano è un'anima sitiens perché: senza l'intervento dello Spirito qualsiasi parola è insufficiente 9. Nonostante il linguaggio dipenda dal dono dello Spirito, la retorica pagana per Agostino è: utile anche al predicatore cristiano 10. Il predicatore cristiano deve preparare accuratamente il proprio "sermo", e tuttavia: il sermo cristiano dipende in ultima istanza dallo Spirito 7. FILOSOFIA E LINGUAGGIO NELL'UMANESIMO ITALIANO 1. Burckhardt sostiene che l'umaneismo è: un periodo di autoaffermazione dell'individuo 2. Huizinga sosiene che l'umanesimo va considerato: l'ultimo sviluppo del basso Medioevo 3. Batkin sostiene che l'umanesimo italiano è soprattutto: una cultura del dialogo 4. Il dialogo umanistico, per Batkin, è più precisamente: un gioco serio 5. Nell'Oratio de hominis dignitate Pico sostiene che la dignità umana consiste: nella libertà 6. L'Oratio di Pico non è del tutto assimilabile al modello platonico perché: Platone va integrato con altre sapienze 7. Una caratteristica della filosofia dell'umanesimo che troviamo in Pico consiste nel considerare il linguaggio in termini: simbolici e allusivi 8. Metafora e allegoria sono fondamentali in Dante come nell'umanesimo italiano perché: oltrepassano il concetto 9. La cura umanistica della parola deriva dal considerare il linguaggio in termini: pragmatici 10. Il limite della filosofia umanistica del linguaggio può essere ringracciato in una tendenza: a una certa unilateralità simbolica Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 6 8. IL SERMO DI ERASMO DA ROTTERDAM 1. Erasmo giudicò la sua esperienza universitaria alla Sorbona di Parigi in termini: nettamente negativi, perché si insegnavano solo le dispute scolastiche 2. Gli Adagia sono importanti perché in essi Erasmo: espone in modo criticamente sorvegliato i detti classici 3. Il Novum Testamentum di Erasmo può essere considerato: la prima edizione critica del Nuovo Testamento 4. Erasmo traduce la parola logos di Gv. 1,1 con: sermo 5. La traduzione erasmiana fu considerata eretica da molti settori della Chiesa cattolica perché: mette in discussione la Trinità 6. Erasmo ha scelto questa traduzione perché: noi stessi siamo sermo 7. L'esegesi allegorica dei testi è stata introdotta: dai filosofi stoici 8. Inizialmente l'allegoria era funzionale all'esigenza di: conferire al mito un significato filosofico 9. Per Origene e i primi Padri della Chiesa, l'allegoria era funzionale all'esigenza di: approfondire il significato del testo 10. Per Erasmo l'allegoria è fondamentale perché: fa crescere la bibbia e anche il cristiano 9. ERASMO TRA RIFORMA E LINGUAGGIO 1. Il logos greco si separa in: logos veridico e logos comunicativo 2. Erasmo attacca Lutero in merito al problema: della predestinazione e del libero arbitiro 3. Contro Lutero, Erasmo afferma che: la Bibbia va interpretata 4. Eramo non ama le dispute perché: ha paura delle definizioni univoche Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 7 5. La necessità di interpertare la Bibbia significa che: l'uomo è chiamato alla libertà 6. L'interpretazione della Bibbia deve essere: responsabile 7. Il circolo ermeneutico si pone tra: il testo e l'interprete 8. Il luterano del Vangeloforo è accusato di: non mettere in pratica il vangelo 9. Lutero ha restaurato la lettera del vangelo ma non ha restaurato: lo spirito evangelico 10. I ciceroniano hanno restaurato la lingua latina ma non hanno: cambiato la vita degli uomini 10. ERASMO E IL LOGOS COME COLLOQUIO 1. Per Erasmo è bene che la filosofia di Cristo sia un po' un gioco perché: va adattata alle persone comuni e ai loro discorsi quotidiani 2. I colloquia di Erasmo si rifanno: al modello di Socrate 3. La vera eqolquenza coincide con: con la ricerca della parola adatta alla cosa 4. Il macellaio e il pescivendolo del colloquio omonimo si provocano reciprocamente al fine di: giungere alla reciproca comprensione 5. Nell'Inquisitio de fide il cattolico e il luterano s'intendono perché: si riconoscono nel Credo apostolico 6. Nel pranzo religioso gli umanisti cristiani ritengono che Cicerone: offra un modello superiore alle dispute dei dottori scolastici 7. Se si può muovere un rimprovero a Cicerone è di esser stato: eccessivamente sicuro di sé 8. I convitati affermano: "Santo Socrate prega per noi" con l'intenzione di: additare in Socrate il vero precursore pagano di Cristo 9. Al di là dei significati religiosi, i Colloquia di Erasmo sono importanti perché: rinnovano lo spirito del dialogo 10. Al contrario del dialogo platonico, il dialogo erasmiano: pone una scollatura tra sermo e logos Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 10 14. L'IRONIA DI PASCAL 1. La nobiltà dell'uomo, per Pascal, consiste nel fatto che: È una canna pensante 2. L'ironia è essenzialmente una figura: dello sdoppiamento 3. La dialettica in Pascal è una figura: della contraddizione 4. La chiesa romana condannò la versione francese delle Provinciali perché: era più pericolosa 5. Giansenio fu considerato eretico perché: era molto vicino a Lutero 6. L'oggetto dell'ironia delle Provinciali è: la casuistica dei gesuiti 7. L'ironia dell'io narrante può esser considerata: affine a quella di Socrate 8. La definizione di accidia dei gesuiti è contestata dall'io narrante perché: È troppo libera 9. Rispondendo al padre gesuita: "Come vi piace", l'io narrante intende dire: che il padre si accorda un arbitrio totale 10. Con Le Provinciali Pascal vuole comunicare al lettore: che l'uomo non è libero di innovare in materia di religione 15. LA LOGICA DI PORT ROYAL 1. Pascal era molto critico nei confronti di Cartesio perché: deprecava il suo stoicismo morale 2. Rispetto a Pascal, Arnauld e Nicole sono: più vicini al razionalismo cartesiano 3. Il progetto complessivo della Logique è: di conciliare razionalismo cartesiano e agostinismo 4. Per la Logique la matematica è importante perché: ci insegna a pensare e a ben giudicare 5. Per la Logique la retorica è: la fonte di tutti gli errori di giudizio 6. Per la Logique il significato di una parola è: un'idea innata dell'intelletto Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 11 7. Per la filosofia aristotelica del linguaggio le parole possono essere: univoche, analoghe o equivoche 8. Per la Logique gli errori del giudizio umano derivano: dall'equivocità delle parole 9. Per la Logique il vero rimedio a tutti gli errori di giudizio sarebbe: creare una nuova lingua universale 10. L'aporia della Logique consiste nel fatto che: da una parte si affida alla definitio nominis dall'altra alla lingua parlata 16. VERITÀ E MENZOGNA NELLA FILOSOFIA MORALE KANTIANA 1. Per Kant la conoscenza: si basa sull'esperienza e sulle forme trascendentali dell'uomo 2. Per Kant la conoscenza ha la forma: del giudizio 3. Per Kant la ragion pura è incapace di conoscenza ma è essenziale: per la morale 4. Per Kant la menzogna è: dire il falso per interessi personali 5. La conseguenza della menzogna è: l'inutilità di ogni comunicazione 6. La verità viene metaforicamente paragonata da Kant: ad Astrea 7. Per Kant il peccato dell'uomo comincia: con la prima disputa teologica 8. Benjamin Constant sosteneva che la verità: non è un dovere incondizionato 9. Kant replica a Constant che: la verità non è diritto di nessuno 10. Il limite della filosofia della veridicità di Kant è di: di non considerare abbastanza il linguaggio 17. LA FILOSOFIA DELLA COMUNICAZIONE IN KIERKEGAARD 1. Similmante a Platone, Kierkegaard: Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 12 chiese che non gli si attribuissero le opere pseudonime 2. La comunicazione diretta è comunicazione: di sapere 3. La comunicazione indiretta è inseparabile: dal contenuto 4. Per Kierkegaard Socrate dovette morire perché: altrimenti avrebbe confutato la sua filosofia 5. Il grande errore della filosofia moderna è stato di: aver disdtrutto la metafisica greca 6. L'errore di Hegel fu di aver negato che la filosofia è: edificante 7. Kierkegaard scrisse sotto pseudonimi perché: voleva comunicare in modo indiretto 8. L'epoca moderna, per Hegel e per Kierkegaard, è segnata da: cristianesimo di massa e sintesi concettuale 9. La comunicazione esistenziale, nell'epoca moderna, necessita che: si instauri una comunicazione indiretta 10. Kierkegaard rinunciò alla carriera ecclesiale e universitaria perché: doveva cambiare strategia di comunicazione 18. INGANNO E COMUNICAZIONE IN KIERKEGAARD 1. Per Kierkegaard la vita estetica coincide essenzialmente con: la decisione di non decidere 2. Per Kierkegaard la vita etica coincide essenzialmente con: l'aut-aut 3. Per Kierkegaard la vita religiosa coincide con: l'eccezione assoluta del salto della fede 4. Kierkegaard pubblicava i suoi discorsi edificanti perché: voleva fornire la chiave dei suoi libri filosofici 5. Kierkegaard assunse la maschera del dandy perché: voleva comunicare in modo indiretto la fede 6. Kierkegaard non poteva comunicare direttamente la sua dottrina religiosa perché: l'illusione religiosa va superata con l'inganno 7. Secondo Kierkegaard, in Genesi 22 Abramo risponde a Isacco: Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 15 7. L'unica possibile comunicazione per Nietzsche consiste nel: esprimere il proprio pathos interiore 8. Il "grande stile" consiste nel: conferire al caos la propria unica forma 9. Nietzsche voleva: conciliare vita e forma 10. La crisi del Logos occidentale si rivela soprattutto nel fatto che Nietzsche: pone la propria singola persona come esemplare 22. LA FILOSOFIA DI LUIGI PIRANDELLO 1. La verità secondo Pirandello è: potenza 2. Nelle prime opere di Piradedello appare che massimamente potente è: la forma socialmente imposta 3. L'imposizione sociale è ingiusta perché: ogni maschera è estreanea alla vita 4. Per Pirandello: la maschera si impone sulla vita 5. Rosario Chiàrchiaro afferma: che la maschera è la verità 6. Per Pirandello l'arte è: eterna 7. Per Pirandello l'arte ordinaria è: astratta 8. Per Pirandello, rispetto all'arte ordinaria, l'arte umoristica: mantiene la contraddizione 9. Don Abbondio, per Pirandello è un personaggio: che incarna la contraddizione 10. L'arte umoristica per Pirandello: conferisce una forma eterna alla contraddizione 23. LA CRISI DEL LINGUAGGIO IN PIRANDELLO 1. Oltre alla maschera sociale e all'arte umoristica, per Pirandello vi è una teza forma di potenza e quindi di verità: la vita Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 16 2. Nei "Sei personaggio in cerca d'autore" Pirandello espone: la crisi del personaggio 3. L'Autore non ha messo in scena i personaggi perché: ogni rappresentazione è un'alterazione del personaggio 4. Moscarda improvvisamente capisce che: la masciera si impone sulla vita 5. Il linguaggio, per Moscarda, è impotente perché: le parole devono essere riempite di signifìcato 6. Le parole sono come "sacchi vuoti" perché: hanno bisogno d'interpretazione 7. Per Pirandello le parole sono sempre soltanto: equivoche 8. Per l'ultimo Pirandello il linguaggio: si dissolve nella vita 9. Don Abbondio, per Pirandello è un personaggio: che incarna la contraddizione 10. L'arte umoristica entra in crisi perché: È crollato il personaggio 24. ESTASI E CRISI DEL LINGUAGGIO 1. La mistica nell'antica Grecia era: una religione iniziatica che prevedeva il silenzio 2. Per Plotino l'iniziato doveva conservare il silenzio perché: i non iniziati non possono comprendere l'estasi 3. La ricezione della tradizione mistica in ambito cristiano è dovuta a: l'influenza di Paolo e dello Pseudo-Dionigi 4. Per Wittgenstein il mistico è: il senso della vita 5. Per Buber l'esperienza estatica è: una costante antropologica 6. Narrando la propria esperienza estatica, il mistico per Buber: fa esperienza dell'impotenza del linguaggio 7. Serafino Gubbio si è ridotto al "silenzio di cosa" perché: la vita non può esser detta a parole 8. Per Buber il linguaggio è: Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 17 un'espressione del mondo fattuale 9. Per Buber l'estatico dovrà parlare della sua esperienza perché: prova nostalgia del mondo 10. Paragonata alla Lettera VII di Platone, la concezione di Buber del lingauggio: pone un aut-aut tra verità e linguaggio 25. SENSO E DENOTAZIONE IN FREGE 1. L'importanza di Frege per la filosofia del linguaggio consiste nel fatto di: di aver ricostruito il logos della tradizione 2. Per Kant nei giudizi analitici il predicato della frase: È incluso nel soggetto 3. Per Kant la verità di un giudizio sintentico si conosce: per esperienza 4. Per Frege nel giudizio S=P, l'uguale va concepito: come relazione 5. Per Frege il senso di un enunciato è: la frase 6. Per Frege possono darsi enunciati con sensi diversi e la stessa denotazione: in taluni casi 7. Per Frege il pensiero verte: sul senso 8. Per Frege la denotazione di un enunciato è: il suo valore di verità 9. Frege presuppone che la verità sia: corrispondenza tra linguaggio e realtà 10. La conoscenza per Frege è: il passaggio dal senso alla denotazione 26. LOGICA E LINGUAGGIO IN RUSSELL 1. Degli iniziali studi platonici Russell manterrà nella sua filosofia logica: l'aporia del nulla 2. L'enunciato: "L'attuale re di Francia è calvo" è problematico perché: implica la violazione del principio del terzo escluso 3. Meinong risolse il problema ipotizzando: Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 20 la forma logica era solo un'esigenza 3. Wittgenstein paragona la forma logica a una lastra di ghiaccio per dire che: bisogna tornare al linguaggio effettivo 4. La filosofia del linguaggio tradizionale ritiene che il significato di una parola sia: l'oggetto denotato 5. Per Wittgenstein il significato di una parola è: il suo uso in un determinato gioco linguistico 6. Wittgenstein vuole dirci che per comprendere un gioco linguistico dobbiamo immaginare: una forma di vita 7. Per Wittgenstein un linguaggio privato: È impossibile 8. Per Wittgenstein s'impara che cos'è un gioco: quando si impara a giocarlo 9. Per Wittgenstein il linguaggio rappesenta il mondo: grazie all'uso delle parole 10. Per Wittgenstein l'immagine dell'anatra-coniglio dimostra che: non esiste un'essenza nascosta delle cose 30. GLI ENUNCIATI PERFORMATIVI 1. Per Austin il linguaggio ordinario è: adeguato ai suoi scopi 2. Per Austin la differenza tra un linguaggio formalizzato e il linguaggio ordinario è che il primo: non ha superato l'esame della sopravvivenza 3. Per Austin le etimologie sono un esempio tipico: della ricchezza storica della lingua 4. Per Austin il vero materiale dell'indagine filosofica è: il linguaggio ordinario 5. "Battezzo mio figlio 'Martino'" è un: un enunciato performativo 6. Gli enunciati performativi non sono né veri né falsi perché: non sono la descrizione di uno stato di cose 7. La caratteristica specifica degli enunciati performativi è di: Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 21 produrre la realtà attraverso l'atto linguaguistico 8. L'infelicità di un enunciato performativo è dovuta al fatto di: non esser stato pronunciato nelle circostanze previste 9. Gli enunciati performativi sono formulati: non c'è una precisa regola grammaticale 10. La forza di un atto linguistico è data dalla sua valenza: illocutoria 31. LA COSTRUZIONE LOGICA DEL LINGUAGGIO 1. Per "solipsismo" Wittgenstein intende il fatto che: i limiti del linguaggio sono i limiti del mondo 2. Per Wittgenstein il linguaggio è intrascendibile perché: ciò che non ha forma logica è puro nonsenso 3. Nelle "Ricerche filosofiche" Wittgenstein supera il solipsismo affermndo che: il significato di una parola è il suo uso in un gioco linguistico 4. Per Carnap il problema del solipsismo si pone, rispetto a Wittgenstein: le altre menti non sono un dato empirico 5. Carnap deve superare il problema del sopispsismo perché: vuole costruire una cultura scientifica condivisa 6. Due enunciati sono riducibili quando: sono saturati dagli stessi oggetti 7. Per carnap il problema dell'intersoggettività viene impostato come: il rapporto psico-fisico 8. Carnap risolve il problema dell'intersoggettività: riducendo i vissuti psichici a dati fisici 9. Per Carnap tutti i linguaggi sono in ultima istanza riducibili: al linguaggio logico 10. Carnap non si avvede che la sua soluzione del problema dell'intersoggettività si basa in ultima istanza: su un procedimento analogico 32. LA RAGIONE STRUMENTALE 1. Con la direzione di Max Horkheimer l'Istituto per le scienze sociali di Francoforte assunse un indirizzo: critico Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 22 2. Era convinzione di Hoerkheimer che la classe operaia, rispetto a quando scriveva Marx, fosse: ormai omologata al sistema sociale 3. Per la Scuola di Francoforte la revisione critica del marxismo aveva bisogno: di un'indagine sull'intero sistema ideaologico 4. Per Horkheimer il logicismo e la filosofia del linguaggio ordinario sono: il risultato dell'eclisse della ragione oggettiva 5. L'assunzione della scienza a modello di ogni linguaggio e di ogni ragionamento è: una superstizione cammuffata da razionalità 6. Il rimedio alla formalizzazione della ragione e alla strumentalizzazione del linguaggiio va cercato: in una nuova teoria critica 7. Per Adorno i mass-media sono: un sistema totalitario 8. Nel film lo spettatore ha l'impressione: che la realtà sociale sia reificata e naturalizzata 9. Mentre la grande arte adempie la promessa di felicità nella forma della sua negazione, l'industria culturale: differisce continumamente il sogno umano di una vita felice 10. Tra l'antisemitismo nazista e il linguaggio standardizzato dei neopositivisti vi è: un paradossale nesso causale 33. LE PREMESSE DELL'AGIRE COMUNICATIVO 1. Nel "Ramo d'oro" Frazer presentava le culture eztraeuropee come: irrazionali 2. Frazer studò le culture primitive partendo: da una presunzione si superiorità 3. Frazer si sbaglia perché: È un errore di metodo giudicare le altre culture 4. Per Adorno la personalità autoritaria è: l'esito della ragione stumentale 5. Per Adorno la scala F è l'indice: della tendenza al fascismo dei nordamericani Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 25 4. Per Habermas la tesi weberiana sulla razionalizzazione comporta che la modernità occidentale: ha dispiegato in modo inedito le risorse del linguaggio 5. Per Habermas il potenziale comunicativo della società moderna è dato dal fatto che in essa: assistiamo ad una specializzazione degli ambiti di azione 6. L'obiezione contro-rivoluzionaria al razionalismo illuminista consiste nell'affermazione che: non esiste un logos privo di presupposti 7. La risposta di Habermas alle critiche anti-illuminista consiste: nel mondo vitale come corretato dell'agire linguistico 8. Il mondo vitale di Habermas è: lo sfondo trascendentale dell'agire comunicativo 9. Gli operai del cantiere edile analizzato da Habermas: mostrano l'interazione tra linguaggio e mondo vitale 10. La teoria dell'agire comuniucativo di Habermas in ultima istanza può considerarsi: una forte fiducia nella razionalità dell'agire umano 37. LINGUAGGIO E CHIACCHIERA IN ESSERE E TEMPO DI HEIDEGGER 1. Logon didonai significa per i greci: rendere ragione delle proprie asserzioni 2. Ripetto al precedente greco, il logon didonai di Habermas si caratterizza per il fatto di: rifiutare la metafisica 3. Il limite del logon dinonai di Habermas consiste nel fatto che: non considera l'ipotesi che la razionalizzazione sia decadenza 4. Per la cultura occidentale l'essere è: il più generico e universale dei concetti 5. La metafisica platonico-aristotelica è responsabile del fatto di: aver ridotto l'essere a mera presenza 6. La tecno-scienza contemporanea è l'esito della: della riduzione dell'essere a oggettività 7. L'Occidente può essere definito "la terra del tramonto" perché: Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 26 ha portato a compimento l'oblio dell'essere 8. Il lingiuaggio per Heidegger è essenzialmente: un discorso comprendente 9. Il "dire" per Heidegger è: originario rispetto al detto 10. La "chiacchiera" per Heidegger è: la decadenza del linguaggio nell'anonimato 38. HEIDEGGER E IL RIPENSAMENTO DEL LINGUAGGIO 1. Heidegger nella prolusione rettorale può essere considerato nazista perché: riprende il gergo e i concetti tipici del nazsimo del 1933-34 2. Nella "Lettera sull'Umanismo Heidegger cambia prospettiva rispetto a Essere e tempo perché: al posto dell'essere, riflette sul linguaggio 3. Heidegger rifiuta l'umanesimo perché: È una forma di metafisica 4. Per Heidegger il compito della filosofia è: ascoltare la poesia 5. Per Heidegger l'uomo è: un vivente dotato di Logos 6. Per Heidegger l'uomo: È sempre in rapporto col linguaggio 7. Per Heidegger l'uomo: abita il linguaggio 8. Che l'uomo non possegga il linguaggio è dimostrato: dal fatto che l'uomo spesso è alla ricerca della parola 9. Per Aristotele i nomi sono: una decisione convenzionale 10. Per Heidegger una definizione del linguaggio: È impossibile perché l'uomo abita il linguaggio 39. L'ESSENZA DEL LINGUAGGIO PER HEIDEGGER 1. Per Heidegger il linguaggio è: la casa dell'essere 2. Per la filosofia del linguaggio dell'Occidente i nomi: Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 27 sono il segno convenzionale per la cosa 3. Al contrario di Wittgenstein, Heidegger pensa che: vada riformulata l'idea del nome come immagine della cosa 4. La filosofia classica del linguaggio dipende da: l'ontologia della presenza 5. Rispetto alle neuroscienze che localizzano il linguaggio in un settore del cervello, Heidegger pensa che: il linguaggio non dipenda dal cervello 6. La parola e la cosa s'identificano perché: la parola lascia apparire la cosa come cosa 7. Il poeta: chiama al linguaggio la cosa 8. L'esperienza dei poeti è: la miglior rappresentazione dell'esperienza del linguaggio 9. La verità per Heidegger vuol dire: disvelatezza dell'ente 10. L'enunciato: Il linguaggio è il linguaggio per Heidegger è: l'indicazione del sentiero da percorrere 40. LA FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO DI GADAMER 1. L'ermeneutica sorge per risolvere il contrasto tra: il senso letterale dei testi sacri e la comprensione filosofica seriore 2. Il quadruplice senso della Scrittura è creato per: approfondire il senso della Scrittura 3. La novità dell'ermeneutica di Schleiremacher consiste nel fatto che: fonda l'ermeneutica generale 4. Per Heidegger il "circolo ermeneutico" è riguarda: la finitezza dell'esistenza umana 5. Rispetto a Heidegger, l'ermeneutica di Gadamaer risponde: all'oggettivismo delle scienze sociali e spirituali di Weber 6. Il problema posto dall'esperienza artistica riguarda: il rapporto tra soggetto e oggetto 7. La riflessione sul gioco serve a Gadamer per mostrare che: l'uomo non è il soggetto del suo operare 8. L'esperienza artistica è paragonabile al gioco perché: Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 30 il testo scritto è decontestualizzato rispetto all'autore 10. Per Ricoeur l'opposizione diltheiana tra spiegare e comprendere va superata perché: le scienze del linguaggio spiegano il mondo del testo 44. LA METAFORA IN ARISTOTELE TRA POETICA E RETORICA 1. Le definizioni della metafora che troviamo nei dizionari hanno la seguente caratteristica: presuppongono i termini che dovrebbero spiegare 2. Comune alle definizioni citate è l'idea che la metafora: È un'improprietà della lingua 3. La filosofia occidentale moderna ha considerato la metafora: una pericolosa intrusione della retorica nella filosofia 4. Per chi sostiene che la metafora in Aristotele ha una funzione meramente retorica è significativo il fatto che: Aristotele ne tratti nella Poetica e nella Retorica 5. Per Aristotele la metafora ha a che fare propriamente: col nome 6. Per Aristotele il nome proprio è: il modo con cui ci si esprime comunemente 7. Per Aristotele gli schemi della metafora sono: quattro, ma fondamentalmente uno 8. L'analogia è per Aristotele: la forma principale della metafora 9. Per Aristotele le metafore sono: in alcuni casi appropriate, in altri inadatatte 10. Se Aristotele include gli enigmi nella metafora, ciò suggerisce che: sia qualcosa di più di un simile ornamento retorico 45. LA METAFORA COME VISIONE DEL SIMILE 1. Per la filosofia del linguaggio moderna ('600-'800), la metafora scoperta da Aristotele è: un espediente retorico del tutto estraneo ed avverso al discoros filosofico 2. Una diversa valorizzazione della metafora aristotelica enfatizza la caratteristica di: Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 31 vedere il simile nel dissimile 3. Per Aristotele la capacità di comporre metafore appropriate implica il fatto di: essere metaforici 4. La metafora implica un enigma perché: implica lo sforzo di superare l'improprietà linguistica 5. Tra i vari tipi di metafora, la più importante è quiella per analogia perché: coglie le analogie interne all'essere 6. La metafora ha come scopo: l'incremento della conoscenza 7. Per Aristotele l'analogia è un dispositivo: proprio sia della metafora sia della scienza, ma in modi diversi 8. Tra l'analogia metaforica e quella scientifica: vi è una differenza di rigore scientifico, ma non di realtà 9. La buona metafora è quella che: implica lo sforzo di superare l'improprietà linguistica 10. Se Aristotele include gli enigmi nella metafora, ciò suggerisce che: sia qualcosa di più di un simile ornamento retorico 46. LA METAFOROLOGIA DI ARISTOTELE SECONDO RICOEUR 1. La concezione aristotelica della metafora non dovrebbe essere concepita come un attività teoretica perché: perché la metafora fa parte della poiesis 2. La somiglianza che la metafora rivela esisteva: soltanto nel monento in cui il poeta la rivela 3. Per Ricoeur la metafora di Aristotele ca compresa: in termini di scarto 4. Per Ricoeur la metafora è un fenomeno comprensibile: in modo indiretto 5. Per Aristotele la metafora rispetto alla similitudine è: un fenomeno linguistico di ordine diverso 6. Il valore referenziale della metafora per Ricoeur è: il mondo possibile 7. Per Aristotele tra metafora e mimēsis vi è: la metafora è imitazione dell'azione Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 32 8. Il mondo dell'azione per Aristotele è composto da ciò che: accade per lo più 9. La buona metafora è quella che: implica lo sforzo di superare l'improprietà linguistica 10. Se la metafora è incremento di senso, ciò è dovuto al fatto che: fa parte del mythos tragico 47. LA METAFORA IN AGOSTINO 1. L'improprietà dell'enunciato metaforico è tale perché: lo scarto semantico mostra un significato diverso da quello letterale 2. Per Guastini la metafora è essenziale perché: le categorie del logos non sono sufficienti per descrivere la varietà dell'essere 3. Per Aristotele il valore della metafora è: apre un modo possibile 4. La concezione agostiniana della metafora dipende da: dall'applicazione al linguaggio del predestinazionismo paolino 5. Nel primo Agostino il peccato è: la deviazione del libero arbitrio 6. Prima di convertirsi al cristianesimo, Agostino disprezzava la Bibbia perché: voleva parlare di Dio e dell'anima con un linguaggio popolare e realistico 7. Il realismo biblico è: incompatibile con la divisione classica degli stili 8. Nel De vera religione Agostino considera il linguaggio biblico: come una metafora per giungere alle verità eterne 9. Nel De vera religione Agostino ritiene che per comprendere correttamente la Bibbia sia necessario: apprendere il linguaggio biblico e studiarne le figure retoriche 10. Agostino capisce che se disprezzava la Bibbia prima di convertirsi era: perché era troppo orgoglioso per tornare "infante" 48. METAFORA E SIMBOLO NELLA PATRISTICA GRECO- LATINA 1. Per "umanesimo cristiano" s'intende, nella prospettiva considerata in questa lezione: Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 35 una sostanziale affinità nella filosofia del linguaggio 3. Il rapporto di Hobbes con la retorica fu: di iniziale accordo e successivamente di rifiuto 4. Il linguaggio per Hobbes: È la più mirabile invenzione umana 5. La concezione che Hobbes ha edl linguaggio è: essenzialmente nominalista 6. L'utilità dl linguaggio consiste nel fatto che: l'uomo può calcolare e comunicare 7. Il principale abuso del linguaggio consiste: nell'uso metaforico delle parole 8. Il regno delle tenebre consiste nel: distorcere i termini della Bibbia e della filosofia 9. L'effetto ultimo della distorsione del linguaggio consiste: nella sovversione dell'ordine civile 10. Il paradosso di Hobbes consiste nel fatto che: criticava la metafora, ma ne faceva un ampio uso 52. LOCKE E LA METAFORA 1. Per Locke il linguaggio è una facoltà naturale dell'uomo che dimostra: la socievolezza dell'uomo 2. Per de Maistre, se il linguggio è naturale, allora Locke si sbaglia perché: non tutto è appreso dall'esperienza 3. Locke confuta la tesi delle idee innate perché: se vi fossero, tutti gli uomini avrebbero le stesse idee 4. Per Locke la falsa idea di sostanza materiale nasce dall'errore: di ontologizzare il nome 5. Per Locke il significato di una parola è: l'idea mentale della cosa 6. Noi possediamo un'adeguata consocenza delle parole astratte perché: sono state create dall'intelletto umano 7. L'imperfezione del linguaggio deriva dal fatto che: non siamo costanti nell'associare una determinata idea a un determinato segno 8. A differenza dell'imperfezione, l'abuso del linmguaggio è: il linguaggio metaforico Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 36 9. La metafora non genera mai conoscenza perché: non rispecchia la connessione o la divergenza delle idee tra loro 10. Per Locke il primo ad aver distorto il significato delle parole evangeliche è stato: Paolo 53. LA METAFORA IN NEWTON E LEIBNIZ 1. Newton può essere considerato come: un penstore assai più complesso di quanto non dica l'opposizione tra razionalismo e empirismo 2. L'anomalia di Newton all'interno della rivoluzione scientifiica consiste nel fatto che: ha cmmentato per gran parte della sua vita gli scritti apocalittici 3. Per Newton, Aristotele non aveva compreso le leggi della fisica perché: era un pagano che non credeva in Dio 4. Per Newton, lo scopo dell'interpretazione biblica consiste: cercare il significato certo della Bibbia 5. Gli aspetti tradizionali dell'apocalittica di Newton consiste nel fatto che: la vera interpretazione del vangelo va comunicata a tutti 6. Ciò che distingue Newton dagli altri apocalittici è: l'accezione della parola "conoscenza" 7. Per Newton il tratto specifico dell'apocalittica deve essere: semplice 8. Alla metafora della macchina, Newton aggiunge: che la semplicità della macchina è la stessa della Scrittura 9. Nonostante le differenze con Locke, Leibniz condivide: che la metafora va evitata sia in teologia sia in giurisprudenza 10. Per Leibniz la vita umana è come una biblioteca che: può essere ridotta a una formula 54. LA METAFORA IN VICO E IN ROUSSEAU 1. La scienza nuova per Vico è: la storia 2. Per Vico la storia è: ciò che gli uomini hanno fatto Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 37 3. La grande novità filosofica di Vico consiste nel fatto che: la verità è potenza 4. I corsi e ricorsi storici per Vico sono il fatto che: il processo storico non è mai garantito 5. La metafora per Vico è: il linguaggio originario dell'umanità 6. La potenza della metafora consiste nel fatto: di dare forma umana al mondo 7. L'origine della metafora è: nel sentimento 8. Per Rousseau l'origne del linguaggio è: nel sentimento 9. L'obiezione alla tesi dell'originarietà della metafora è che: la metafora presuppone il senso proprio dei termini 10. Ad avviso di Derrida, la filosofia del linguaggio di Rousseau significa che: È difficile distinguere tra linguaggio metaforico e proprio 55. MITO E METAFORA IN NIETZSCHE 1. Il pensiero di Nietzsche oltre a una critica del Logos occidentale fu: una rimitizzazione del linguaggio 2. La grandezza dei Greci per Nietzsche fu di aver: rivelato e nascosto la loro visione del mondo 3. Per Nietzsche la peculiarità della cultura greca è rinvenibile: nei miti di Dioniso e Apollo 4. Per Nietzsche i miti greci sono dei fenomeni: estetici e linguistici 5. Per Nietzsche Dioniso e Apollo significano: complexio oppositorum 6. Per Nietzsche la metafora è un fenomeno: antropologico 7. Per Nietzsche l'origine del linguaggio è: metaforica 8. La verità è metafora perché: l'uomo non ha accesso diretto alla realtà 9. Alla fine della sua vita Nietsche riconobbe che: Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 40 l'essere come in quanto essere e non essere 59. LA METAFORA IN RICOEUR E DERRIDA 1. Nel saggio del 1971, Derrida pone il problema: se la metafora è costitutivamente filosofica e la filosofia metaforica 2. Il precedente più importante della riflessione di Derrida è: Nietzsche 3. In prima istanza per Derrida la metafisica è: un processo di metaforizzazione che ha scordato la sua origine 4. Per Derrida una metaforologia è impossibile perché: non vi è alcun concetto non metaforico 5. Per Derrida la metafisicità della metafora consiste: nella contrapporizione tra senso proprio e improprio 6. Per Derrida il senso proprio dipende: dall'essenza dell'ente come presenza 7. La caratteristica generale della metafisica è: lo sdoppiamento dei termini 8. L'origine della metafora è: il nome 9. L'origine comune a metafora e metafisica è: nella metafora della luce 10. L'obiezione di Ricoeur a Derrida si basa sul fatto che: Aristotele non parla del nome proprio come essenza dell'ente 60. METAFORA E ANALOGIA IN MELANDRI 1. Il rapporto tra logica e analogia può essere definito una stasis perché: sono un dissidio all'interno dello stesso logos 2. La "guerra" è "dichiarata" dalla logica perché: non può accettare che vi sia un ragionamento dimostrativo diverso dal proprio 3. Il principio fondamentale della logica è: la bivalenza 4. Per il principio del terzo escluso, dati p e -p: o è vero l'uno o l'altro 5. L'analogia è dipolare perché: tra vero e falso ammette gradazioni intermedie Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 41 6. Aristotele esclude la metafora dalla scienza perché: non si basa su definizioni rigorose dei termini 7. Aristotele avrebbe dovuto ammettere l'analogia della scienza per via: del suo interesse per l'indagine empirica 8. Per Melandri, l'analogia per Aristotele è più pericolosa della metafora perché: se fosse ammetta, relativizzerebbe il primato del logos 9. Per melandri la differenza tra le prime tre forme di metafora e la quarta consiste nel fatto che: le prime tre sono nominali, la quarta proposizionale 10. Dal punto di vista di una teoria patologica della metafora, la vera differenza consiste: tra le metafore consapevoli e quelle inconsapevoli 61. BLUMENBERG E LA METAFORA ASSOLUTA 1. L'idea di "metafora assoluta" si presenta come un ossimoro perché: la metafora è sempre relativa a un senso proprio 2. Per metafora assoluta si intende in primo luogo: una metafora che non deriva da alcun senso proprio 3. Per metafora assoluta si intende in secondo luogo: una metafora in grado di creare una nuova visione del mondo 4. A differenza di Derrida Blumenberg vuole mostrare: che il pensiero è maggiormente comprensibile come elaborazione di una metafora 5. La metafora della "possente verità" immagina la verità: come capace di imporsi da sé, tanto all'uomo quanto a Dio 6. La metafora della "nuda verità" composta che: la verità si trova oltre ogni maschera e finzione sociale 7. La ricerca giornalistica dei "fatti" va vista come: conseguenza della metaforica della "nuda verità" 8. La metafora della "Nuda verità" indica che: il rapporto dell'uomo con la verità è più complesso di quanto non appaia dalle formule concettuali 9. Le metafore sono inevitabili per il pensiero perché: siamo sempre preceduti dal linguaggio Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 42 10. La metafora della macchina comporta che: ciò che conta è il funzionamento e l'utilità della natura 62. MITO E METAFORA IN BLUMENBERG 1. Oltre che dalla metafora assoluta, il logos è preceduto: dal mito 2. In prima istanza mito e metafora divergono perché: il mito si presenta come autorevole e degno di fede 3. Che vi sia rapporto tra mito e metafora è provato: dal libro VII della Repubblica platonica 4. Per Blumenberg il mito è: definibile come significato 5. Blumenberg non va alla ricerca dell'origine del mito perché: si tratta di una domanda incompatibile col mito 6. Dal punto di vista di Blumenberg, mythos e logos corrispondono: a due bisogni antropologici diversi 7. La teologia è incompatibile col mito perché: presuppone una verità dogmatica 8. La scienza moderna è incompatibile col mito perché: spiega la realtà in termini di causa-effetto 9. La metamorfosi è: un bisogno antropologico elementare 10. Dalle considerazioni di Blumenberg e di Canetti emerge che la metafora è anche: un fenomeno antropologico 63. METAFORA E RETORICA IN BLUMENBERG 1. La "ricchezza" o la "povertà" dell'uomo sono due modi per interpretare: l'indipendenza dell'uomo dall'ambiente 2. In un quadro antropologico, la retorica è il sintomo: della non-immediatezza del rapporto umano alla realtà 3. L'uomo è un "animale retorico" perché: la verità assoluta non gli è data 4. Dalla "povertà biologica" dell'uomo, Gehlen dimostra: la necessità delle istituzioni Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 45 È la superfetazione della fantasia popolare 7. In quanto mito, il cervello di Einstein: si presta alle più diverse varianti 8. L'intelligenza di Enstein è diventata mitica perché: sulla sua immagine si sono innestati diversi significati ulteriori 9. Per Barthes la formula della relatività ristretta è: gnostica 10. Dal punto di vista storico la gnosi è stata: un'antica eresia cristiana 67. METAFORA, MITO E IDEOLOGIA PER BARTHES 1. La creazione di un mito o di una metafora non è perfettamente logica perché: sono sempre plurali 2. L'automobile può essere paragonata a una cattedrale gotica perché: appartiene all'immaginario collettivo 3. Il concetto di "consumismo" dovrebbe tener presente che: vi è anche un consumo di immagini 4. Per Barthes la Citroën è un mito perché: rappresenta in modo inconsapevole il mondo piccolo-borghese 5. Nella plastica possiamo riconoscere: il mito della metamorfosi 6. Ma a differenza del mito alchemico, nella plastica troviamo: un mito piccolo-borghese 7. Più che un mito, la plastica è una metafora perché: non è un'ideologia borghese 8. Nell'ammoniaca possiamo trovare: la metaforica del nemico da distruggere 9. Nella metaforica del pulire in profondità" troviamo: l'idealizzazione della famiglia borghese 10. L'opposizione tra latte e vino è: metaforica 68. MITO E METAFORA DELL'ESODO 1. Dalla semiologia di Barthes abbiamo appreso che la metafora: Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 46 È presente anche negli oggetti e nei fenomeni mediatici 2. Il libro di Walzer vuole dimostrare che: che il racconto dell'esodo ha condizionato la storia politica moderna 3. Il racconto storico si distingue da quello mitico: perché presenta il proprio racconto come realmente accaduto 4. Il racconto dell'Esodo può essere considerato: come una metafora assoluta 5. L'analogia tra l'Esodo e la storia politica moderna si basa: su una metafora assoluta 6. Le "mormorazioni" degli israeliti nel deserto dimostrano: la difficiltà di una libertà pattizia 7. Il dispositivo analogico è insufficiente perché non spiega: l'uguaglianza tra membri diversi 8. Per Walzer è improtante distinguere tra: l'alleanza unilaterale da quella pattizia 9. Israele, per Walzer, diventa un popolo quando: si impegna a rispettare il patto con Dio 10. La metaforologia è preferibile alla secolarizzazione perché: la secolarizzazione non spiega ciò che ha spinto certi popoli all'azione politica 69. METAFORA E SACRA SCRITTURA 1. Per la teologia, fare appello alla Bibbia significa: trarre da essa le metafore fondamentali del discorso teologico 2. Tradurre vuol dire: concordare un compremesso col testo fonte 3. Per la teologia la metafora della traduzione è totalmente inadatta perché: il teologo organizza il discorso a partire da un atto immaginativo inderivabile 4. Di fatto il teologo: costruisce il proprio concetto di Scrittura 5. A differenza del discorso riforosamente formalizzato, il discorso informale: presuppone dei supporti argomentativi 6. Nel discorso informale la conclusione è: autorizzata da diverse condizioni 7. La teologia è: un discorso che comprende molti campi di argomentazione Risposte test di autovalutazione – G.A Prof. Enrico Cerasi pag. 47 8. Ciò significa che la teologia è prossima: alla retorica 9. La verità degli enunciati teologici è: intratestuale 10. Che il un discorso informale si basi su metafore assolute significa che: la verità va concordata nel dialogo 70. MODELLI E PRATICHE METAFORICHE 1. La teoria sostitutiva della metafora ritiene che: la metafora sia un codice da decifrare di cui già si conosce il significato 2. La teoria comparativa della metafora ritiene che: che l'enunciato metaforico abbia un comun denominatore con quello letterale 3. La teoria di Black implica che la metafora sia: come un modello del terzo tipo 4. Nella concezione di Black la metafora: È l'interazione tra una parte dell'enunciato con gli altri elementi 5. I discepoli sulla via di Emmaus devono comprendere: che la loro concezione del Cristo era solo letterale 6. La concezione letterale del Cristo pernsava che: Gesù avrebbe liberato Israele dai suoi nemici 7. La confessione cristologica è metaforica perché: si pone in tensione con il signfiicato letterale del Messia 8. Il Risorto scompare dopo esser stato riconosciuto perché: la comprensione metaforica dovrà tradursi in pratica 9. Dio compare a Mosè dicendogli: che la rivelazione va compresa in modo tensionale 10. Il Dio dell'Oreb è: un Dio identico e diverso da quello della tradizione 71. LA FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO NELLA STORIA 1. Per Faust non si può tradurre "logos" con "parola" perché: "parola" è troppo riduttivo 2. In effetti la parola o il nome per Aristotele e la gran parte della filosofia successiva: È una semplice convenzione
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