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filosofia della prassi umana, Appunti di Filosofia

appunti SOLO DEL 2° SEMESTRE , presi a lezione di Filosofia della prassi umana - prof Alessandra Papa - università cattolica del sacro cuore - scienze dell' educazione e della formazione

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 08/01/2018

sara_corazza1
sara_corazza1 🇮🇹

4.2

(11)

10 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica filosofia della prassi umana e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! 2°semestre 27/2/2017 Eichmann era un generale delle SS. Nella conferenza di Vance del 20 gennaio 1942 si discute sulla soluzione finale → ripulire i luoghi nazificati dagli ebrei. Il verbale di questa conferenza (di 15 pagine) fu redatto proprio da Eichmann Nel 1961 a Gerusalemme inizia il procedimento giudiziario contro Eichmann (il primo processo in terra ebraica). [Nel 1948 nacque Israele, nel 1947 in Palestina si fondarono 2 popoli, quello ebraico e quello arabo] Nel '61 quindi Israele è un paese che deve consolidarsi, anche se è già una realtà storica. Eichmann venne perciò portato in Palestina dall'Argentina. Israele doveva avere un processo in casa propria perchè doveva accreditarsi come Stato nazionale. I giovani israeliani non volevano avere nulla a che fare con la storia dell'olocausto, mentre gli anziani volevano dimenticare. Proprio per questi motivi, il processo doveva essere fatto a Israele → questo processo però venne medializzato, strumentalizzato. Arendt sente il “dovere” di partecipare a questo processo, non per il suo popolo (poiché ella si sentiva tedesca), ma per se stessa. Nel 1963 vennero pubblicati 5 articoli scritti da Hannah Arendt che costituiranno “La banalità del male”. A causa di questi articoli, ci furono molti oppositori che andavano contro le idee di Arendt: una critica famosa fu quella di Deborah Lipstadt , la quale sostiene che Arendt commise un errore, ovvero quello di usare il processo di Eichmann per dimostrare le sue tesi (doppio fine). Quando Arendt giunse a Gerusalemme, trovò due personaggi: • Ben gurion → 1° ministro di Gerusalemme • Osner → Pubblico Ministero (PM), ovvero l'accusa Ben gurion voleva trovare il responsabile della tragedia, che dovesse pagare per tutti. Non gli interessava capire, ma per lui Eichmann era l'ultimo anello di una lunga catena ed era giusto che pagasse. Questo processo fu organizzato nei minimi particolari: i testimoni (sopravvissuti) sfilavano come in un casting e le loro testimonianze sono poste nella lingua ebraica antica. Molti testimoni non avevano mai incontrato Eichmann. A tutti venne chiesto “Come è stato possibile questo orrore?” dal PM, ma secondo Arendt questa domanda doveva essere posta non ai testimoni, ma ad altre persone (non sminuisce la domanda, ma la giudica retorica perchè nel processo non veniva imputata la Germania) B. e O. cercavano di fare i conti con la storia. Secondo A. nel processo dovevano essere poste le giuste domande per rendere giustizia. Eichmann, uomo scarno e sottile → secondo Arendt dovevano essere giudicate le azioni dell'uomo e non capire il motivo dell'olocausto In “La banalità del male” descrive Eichmann in modo ironico, ma non sono le parole di Arendt, al contrario sono dello stesso Eichmann (“Io volevo fare qualcosa per gli ebrei”) 28/2/2017 Eichmann viene tracciato come una sorta di razzista distruttore del PM, viene disegnato come l'incarnazione del male → cosa che non viene accettata da Arendt. Ben gurion commise l'errore di vedere Eichmann come il tassello mancante del progetto nazista. Arendt afferma che Eichmann è privo di immaginazione che lo porterà ad una inconsapevolezza che procurerà del male. Per Arendt, Eichmann non è un mostro, ma un uomo comune privo di un proprio pensiero, che non sa distinguere il bene dal male. Però ha commesso atrocità, non è giustificabile e non scagionabile. Aveva preso ponte ad un nuovo crimine → CRIMINE CONTRO L'UMANITA' (in particolare contro gli ebrei) Arendt afferma che il processo era stato strumentalizzato e le sue denunce furono messe per iscritto: dice che più che un processo, era un comizio messo in atto dal PM e dal 1° ministro, con lo scopo di dividere gli israeliani dal resto del mondo. Arendt definisce Osner come un uomo che non parlava in tedesco perfetto, ma lo defisce come un “ebreo con mentalità da ghetto”. Non accetta la spettacolarizzazione del processo dato in mano alla stampa. Ben gurion vuole dimostrare con questo processo che l'olocausto era il risultato di un processo anti- semita. Egli usa questo processo per “spaventare” gli ebrei al di fuori di Israele perchè voleva trasmettere il messaggio che erano in costante pericolo. Secondo Arendt c'era anche un interesse economico in questo processo (la Germania doveva continuare a risarcire il popolo ebraico). Arendt ebbe parole di stima nei giudici perchè secondo lei fecero il loro lavoro al di fuori della spettacolarizzazione (misero da parte i media) Nelle “Origini” fa una serie di riflessioni storiche → i totalitarismi sono una novità nella storia del '900, un'irruzione del nuovo non fecondo, maligno, che crea delle crepe. I totalitarismi portano al pettine tutti i nodi, ovvero tutti gli errori della storia. E' un “nuovo” che si manifesta con orrore, rompe la tradizione che l'uomo si è costruito nel corso dell'umanità e che ha trasmesso di generazione in generazione. Punti di rottura, crepe: • crisi degi Stati nazionali , spazzati via dalle rivoluzioni che hanno permesso l'affermarsi della società di massa → l'”humus”, secondo Arendt, a cui si attecchisce il totalitarismo e successivamente l'imperialismo (tra fine '800 e inizio '900) L'imperialismo diventa la FEDE dei totalitarismi e offre un progetto di massificazione , di espansione infinita. Nell'imperialismo spariscono le unicità delle persone, vengono azzerate le particolarità e le libertà individuali, oltre che la volontà dei singoli → l'uomo non è più protagonista della storia, ma diventa solo un ingranaggio. Secondo i detrattori di destra, Arendt non aveva spiegato come era avvenuto il passaggio dal totalitarismo all'imperialismo; anche quelli di sinistra fanno delle critiche nei suoi confronti: non capivano l'equazione totalitarismo = stalinismo perchè non accettavano di mettere sullo stesso piano Hitler e Stalin (secondo quelli di sinistra Stalin non era un mostro come Hitler) La pubblicazione dei 5 articoli mette in ginocchio Arendt, è un periodo di crisi: viene criticata dal popolo ebraico di aver fatto della Shoa, una materia giornalistica → vuole far parlare dell'olocausto perchè è un crimine contro l'umanità che riguarda tutti e non solo gli ebrei e perciò tutti dovevano venirne a conoscenza. Fu accusata di avere monopolizzato i fatti storici e venne criticata di essere una storica poco accurata e superficiale. Tra le sue sostenitrici vi è McCartney, una giornalista americana che le resta accanto fino alla fine : ella scrive che “la sua amica Arendt è vittima di un “pogrom” su base etnica, vittima di un razzismo viscerale.” [“Pogrom” significa devastazione con cui vengono indicate le sommosse popolari antisemite] 6/3/2017 Il male per Arendt non è demoniaco. “Banalità del male” non significa dire che il male è banale ma il male è insito all'uomo e l'antisemitismo deriva da questo → l'uomo è maligno. Usa le tesi di Kant per spiegare la Shoa: arriva a sostenere che ad Aushwitz si era compiuto il male radicale (nelle “Origini”), ma poi fa dietro-front, affermando che il male ha a che fare con la banalità. Il male era “semplicemente accaduto” → con questa affermazione butta via anni di riflessioni filosofiche sul male; Arendt arriva a teorizzare una nuova teoria di male, un male totalitario che l'uomo non ha mai provato. Quando parla di “La banalità del male” contrappone due forme di male: • il male come assenza di bene (male classico) • la banalità del male Il male è banalità perchè ha a che fare con la quotidianità → dà al male una lettura psicologica oltre che metafisica (perchè Arendt è atea e la visione metafisica non le basta) Il male è sempre stato oggetto di studio nella filosofia poiché il filosofo, da sempre, si sente costretto a tentare di comprendere il male. “Se esiste Dio, perchè c'è il male?” Teodicea (concetto filosofico) → “teos” = Dio e “diche” = giustizia(investiga sulla giustizia di Dio) L'uomo moderno arriva a spiegare il male come una probabilità, capita nel corso della vita e delle cose. E' inevitabile che il male esista. La scienza spiega che il male come qualcosa di concreto che può essere sconfitto attraverso le scoperte e le innovazioni. La filosofia ha sempre cercato di capire l'origine del male, si è occupata nella fenomenologia del male, ovvero come si manifesta il male. Attraverso la ragione, si possono controllare gli effetti del male (i Greci pensavano che il male fosse il modo con cui gli dei mettevano alla prova gli uomini) Agostino da Ippona è un filosofo cristiano molto amato da Arendt che la influenza molto sull'idea del male → Perchè il male? Da dove viene il male? → queste sono le domande che si pone. Per Agostino il male non è una cosa, non è materiale, ne nega l'essenza → esiste solo il bene, esiste solo Dio (bene supremo). Oltre a Dio, nulla esiste e nulla ha essenza. Arendt riprende le idee di Agostino ma le rivisita perchè ella è atea e perciò ne dà una propria interpretazione. Agostino dice che l'uomo ha una natura finita e può essere corrotto agendo nel male. titoli di studio Vengono suddivisi in 2 gruppi: • maestri, ignari di cosa accadrà nel laboratorio; • allievi, complici dello psicologo. Vengono formate 20 coppie, un maestro e un allievo. Il maestro viene affiancato al ricercatore. Alcuni maestri vedono e sentono l'allievo, altri invece sentono solo l'allievo, altri ancora non li vedono e non li sentono, altri ancora li devono toccare fisicamente. L'esperimento consiste nel fatto che il maestro deve porre delle domande all'allievo e quest'ultimo deve rispondere → se sbagliava la domanda vi era un rinforzo negativo (scariche elettriche fino a 450V) Il maestro informato del fatto che a 320V la scossa può causare la perdita dei sensi e che la scarica n° 30 è quella mortale (segnalata con 3 x). Ovviamente non venivano date le scosse agli allievi, i quali erano a conoscenza dell'esperimento e dovevano stare al gioco, fingendo di stare male. • I maestri nella maggior parte dei casi, non smettono di somministrare voltaggi sempre maggiori; • in altri casi i maestri, quando erano tentennati, venivano incitati dallo psicologo con frasi del tipo: “per favori continui”; “è necessario”; “mi assumo io la responsabilità”. • alcuni maestri invece smettono di somministrare voltaggi a 135V e discutono con lo psicologo (solo la minoranza). Questi risultati del test vengono pubblicati nel 1963 nell'opera “Obbedienza e autorità” di Milgram, libro che resterà al centro di polemiche. 3/4/2017 “Nati per incominciare” Natality → categoria di pensiero “Cos'è una categoria in filosofia?” “Perchè Arendt usa il NATALITY come categoria?” Perchè i categoriali per comprendere l'uomo sono andati perduti. Sceglie perciò la categoria della natalità per spiegare l'uomo (non era mai stata usata in precedenza) Categoria → Aristotele, nella metafisica, si appropria di questo termine per indicare il “mettere in chiaro, mostro, indico, accuso, affermo”. E' il primo filosofo greco che si appropria del termine categoriale. La categoria è l'attribuzione di un predicato ad un soggetto, ovvero le categorie, in filosofia, predicano e cioè informano il soggetto di cui si sta parlando. Come il soggetto e il predicato verbale ci danno informazioni su ciò di cui stiamo parlando (cosa fa, dove si trova), allo stesso modo, le categorie filosofiche ci danno varie informazioni sull'argomento che si sta trattando. Es: filosofo → “Cos'è l'uomo?” → è stato definito secondo diverse categorizzazioni, ma l'uomo si può comprendere secondo la categoria luttuosa: l'uomo è un essere mortale, va incontro alla morte (per millenni è stata la categoria principale) Categoria secondo Aristotele e Kant (autori che hanno costruito un corpus filosofico attorno alle categorie) → le categorie in filosofia assolvono diverse funzioni: • informativa → ci dicono qualcosa sul soggetto • ordinativa → necessarie per mettere in ordine la realtà, dobbiamo chiarirci le cose che ci stanno attorno Le categorie di Aristotele Le categorie sono riferite ad enti concreti: sono i modi di essere della realtà, ovvero la realtà è complessa, ha diversi aspetti, più modi di comprensione del mondo. Egli apre una crepa nella filosofia, crea un confronto con Parmenide, il quale a differenza di Aristotele, aveva definito la realtà come unica, in quanto vi era un'unica realtà del mondo. Non contemplava il divenire, l'essere poteva essere in un solo modo. Aristotele invece afferma che la realtà è multipla e complessa: mette in discussione il “diktat parmenideo”. Il mondo che ci circonda è vario, perchè comprende le persone, animali, piante, cose e perfino i colori, gli odori, i sapori e i suoni, i quali sono tutti enti concreti (egli era uno scienziato, un osservatore). Per chiarire un ente (qualsiasi oggetto materiale), sono necessarie le categorie e ne individua 10: • sostanza → la categoria fondamentale perchè definisce cos'è un ente (tutte le altre categorie dipendono dalla prima che è il fondamento) • qualità • quantità • relazione • luogo • tempo • situazione • stato • azione in atto • azione subita Lo scopo della filosofia per Aristotele è quello di scoprire e di cogliere ciò che va al di là delle cose (ciò che si nasconde). Per dire “chi è l'uomo” non possiamo fermarci a descrivere “com'è” (alto, moro, magro...), ma dobbiamo passare da una categoria → l'uomo è razionale. La categoria della sostanza per Aristotele è fondamentale perchè non cambia mai. 4/4/2017 Le categorie di Kant L'impianto aristotelico è rimasto in piedi per secoli. Kant riporta delle correzioni all'impianto categoriale aristotelico. Con Kant si apre la stagione critica → Criticismo in cui Kant tenta di sottoporre a vaglio critico le conoscenze umane e riflette sulla ragione umana. La ragione umana deve autocriticarsi per comprendere quali sono i suoi limiti nel cammino della conoscenza ed è necessario comprendere che alcune domande rimangono inspiegabili (es: Dio non può essere spiegato). Ciò che è conoscibile sui può realizzare tramite: • i giudizi • le categorie (consentono di maturare una conoscenza universale) Le categorie hanno la funzione di ordinare la realtà e lo scopo di unificare il molteplice. Di fronte ad un oggetto i nostri sensi si attivano → sensazione (le cose così come ci appaiono) e in aiuto viene l'intelletto, il quale deve scavalcare la percezione affinchè si possa costruire una vera conoscenza e per fare ciò, ha bisogno delle categorie. 4 categorie di Kant (con sottocategorie) → (12 categorie Kant e Aristotele 10) • quantità • qualità (non studiare le categorie a memoria) • modalità • relazioni Per Kant le categorie non costituiscono dei modi di essere della realtà perchè sono forme a priori dell'intelletto e tramite esse riusciamo a mettere in ordine la realtà → rivoluzione copernicana (secondo Kant la realtà non è mai subita dal soggetto ma è l'”io penso” che dà forma). Ha una funzione ordinativa in Kant rispetto ad Aristotele (in Aristotele il soggetto e la realtà sono distinti e il soggetto risulta passivo, mentre in Kant sono apparentemente simili perchè le categorie non sono semplici modi di essere) L'Io pensa alla realtà e dà significato per Kant, non c'è l'oggetto al centro ma il soggetto. Conoscere non è solo leggere la realtà ma anche interpretarla. Per Kant la ragione come si intende è diversa da quella illuministica. Per lui è fortemente limitata, non può conoscere tutto → la cosa in sé non si può esplorare attraverso la ragione Le categorie di Arendt → Categoria → modello di comprensione, tutto ciò che ci consente di comprendere la realtà, ci consente di esprimere un valore Utilizza il termine “categoria” in modo diverso, non in senso aristotelico e kantiano. E' un uso disinvolto di categoria in senso politico. La prima categoria di pensiero è il “natality”, ritiene che l'uomo possa essere compreso solo a partire dalla nascita → l'uomo è un natale L'unica che ci consente di descrivere l'uomo e di come esso entri in relazione con il mondo e con altri essere umani. Il mondo è uno spazio abitato da altri uomini ed è uno spazio natale in cui nascono gli uomini. L'essere umano è sempre stato pensato tramite la morte ma secondo A. la categoria della morte non dà informazioni sull'uomo. La nascita rompe gli schemi di comprensione tradizionale e è descritta come miracolo, come fede. Questa categoria ha anche la caratteristica di essere promettente cioè colui che nasce porta con sé la promessa di un nuovo mondo, della speranza di un nuovo inizio. E' il miracolo che si ripete ad ogni nascita ed è un annuncio di libertà nel mondo → l'inserzione di possibilità di fede e speranza. Natality viene associato a disobbedienza, rompere → il bambino cambia la direzione della storia. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ agnizione → il bambino che viene al mondo in A è simile all'agnizione aristotelica Tema ricorrente in A è la nascita, forte elemento di classicità → topos = un tema ricorrente, un argomento ricorrente, serve a semplificare un argomento che si ripete. Un altro modo di dire topos è “luoghi comuni” Agnizione è un momento topico cioè un cambio di scena all'interno di un'opera narrativa. E' un momento di svelamento, si svela l'identità. E' un termine latino e greco che significa “riconoscimento” e “accettazione” → riconoscimento pubblico, evento inaspettato che rivela l'ideità di un personaggio delle tragedie greche. Svela l'identità dei personaggi, risolve l'intreccio narrativo, è una tecnica narrativa secondo la quale cadono tutte le maschere. Questo viene usato da A. tutte le volte in cui nasce un bambino. La sua funzione è l'improvviso cambio di scena. Ha a che fare con la scoperta dell'identità. (Tutte le volte che si ha una agnizione per Aristotele si passa da uno stato di ignoranza ad uno stato di conoscenza) → l'agnizione per Aristotele può portare al rovesciamento della realtà. Il termine “agnizione” compare in Aristotele nell'opera “Poetica” in cui esamina la tragedia e l'epica → “Poetica” è un trattato ad uso didattico scritto nel 360 a.C. Che discute di arte e si occupa di danza, poesia, e letteratura; si parla anche di agnizio (agnizione in latino) E' come se le sue opere imitassero il classico, infatti lei è amante dei classici greci → riferimento a Aristotele in quanto l'agnizione è usato da lui stesso e in particolare con “peripezia” cioè lo svelamento di identità all'interno di un'opera drammatica. “Peripezia” è una delle 4 forme di agnizione; è uno schema narrativo in cui il culmine è il riconoscimento dell'identità di una persona. Il bambino di A. ha a che fare con l'agnizione aristotelica. Natality come categoria in due direzioni: prima nascita → nascita biologica che coincide con il nostro giorno natale, si appare al mondo e ci si inserisce in esso (atto epifanico) seconda nascita → nascita politica perchè è un miracolo che si compie attraverso il dialogo e la parola (attraverso l'ascolto). Attraverso la parola ci vestiamo della nostra personalità → assumersi la responsabilità → prendersi cura del mondo. Viene vista come un inserimento in cui l'essere umano si realizza agendo (non dipende dalla materialità, né all'utile né al necessario). Questa nascita conferma la prima. Inizium/principium→ si rifà ad Agostino per la nascita del natality. Egli pone la distinzione tra la creazione di Dio e gli inizi di cui è capace l'uomo Principium → archè (fuori dal tempo) Inizium → (dentro il tempo) Noi non restiamo mai soli a differenza di Dio “Initium ut asset homo creature est” cioè “affinchè ci fosse un inizio, fu creato l'uomo” → frase iniziale di “Ideologia e il terrore” che diventerà l'ultimo capitolo del libro “Le origini del totalitarismo” Domanda ontologica → che “cos'è l'uomo” e A. la trasforma in “chi è l'uomo”perchè l'uomo non è • Infanzia → ha a che fare con “fari” verbo che significa “dire” e “infans” essere muti. I latini la definiscono come età in cui si resta muti, l'uomo non è ancora in grado di parlare bene • Bambino → deriva da “bambaino” che indicano colui che balbetta, colui che non sa parlare bene • Fanciullo → deriva da “fante”. Nella cultura antica era un servitore, colui che ha servito agli altri Condizione di esercizio in cui le funzioni linguistiche sono compromesse per la filosofia. I bambini che spiccano nella storia della filosofia sono: • Platone → lo usa nel “Sofista” → compie l'uccisione del padre, il parricidio per dire che prende le distanze dalla filosofia parmenidea. Introduce il concetto di diverso e lo fa mediante dei bambini → descrive i bambini che giocano in cerchio, un cerchio che gira, le cose mutano, i bambini cambiano posizione e recitano ma essi sono sempre quelli. • Aristotele → descrive il bambino come un adulto in potenza. Quando parla dei vecchi dice che sono due volte bambini • Jonh Locke → padre dell'empirismo inglese → nel “Secondo trattato” descrive i bambini come figli imperfetti di Adamo che non hanno né intelligenza né conoscenza • Hobbes → nel “Leviatiano” i bambini sono impotenti • Rousseau → nell'”Emilio”, bambino. Dice che le donne pisciano in piedi i bambini • Nietsche → descrive oltreuomo come colui che deve essere capace di tornare ad essere bambino. L'infanzia viene vista come un non-ancora • Jean Paul Sartre → bambino che si fa coprire di baci, viene violentato dallo sguardo degli adulti. Bambino farfalla Quando la filosofia parla di bambini, parla di disordinati, senza coscienza, irragionevoli, illogici; il filosofo diffida del bambino perchè non possono essere educati alla logica. Restano più simili all'animale. Il filosofo non perdona al bambino l'assenza di parola. Arendt invece recupera il bambino → li descrive come bambini che vengono al mondo per amore del mondo, sono progettanti e che hanno voglia di iniziare qualcosa di nuovo. Il bambino arendtiano è il primo attore dello spazio pubblico. A. dice che “i bambini sono una promessa di redenzione per chi non è più inizio”. Sono i bambini che fanno ricominciare il mondo da capo per A. I bambini che popolano i suoi scritti sono tanti: • bambino come pezzo di giardino che rallegra il mondo • “un bambino fra noi” che nasce e si inserisce tra noi → “Vita activa” • il bambino come initium → “Origini” • bambino classico → “Sulla rivoluzione”, il bambino che si rifà a Virgilio. Non è da intendersi come Teossoter (salvatore cristiano), non è il bambino della tradizione cristiana, cioè Gesù. E' un bambino umano messo al mondo da esseri umani, non è un annunciatore, un divino → bambino-alba “Sulla rivoluzione” → testo politologico, filosofia politica dedicata a Virgilio all'opera le “Bucoliche” (bucolica → genere letterario dell'antichità classica) che affronta il tema della libertà, rivoluzione e disobbedienza civile. Riprende le Bucoliche in particolare la 4 egloga → componimento poetico in cui si celebra la bellezza della natura. A. è attratta da quest'opera perchè è un testo cruciale (Virgilio inneggia alla nascita di un bambino salvifico, divino che salverà gli uomini → la prima alba del mondo nascente). Annunciava l'età dell'oro come età unifica senza privazioni, in una perenne primavera, senza freddo e caldo, senza odio e quindi un tempo di pace. Un'età in cui gli uomini avrebbero potuto vivere in comunione, senza leggi, senza la fatica fisica di coltivare la terra. Il bambino è centrale, e ciò, lo si evince dal fatto che esso lampeggi in tutte le opere Arendtiane. Trova sempre il modo di infilare qualche righe nelle sue opere Arendt riprende il bambino-alba di Virgilio perchè è una divinizzazione del gesto del venire al mondo → “comincia bimbo a riconoscere la madre dal suo viso” verso di Virgilio. Vi è un inno alla natività e un inno politico all'essere umano (la nascita è il segno di innovarsi e rinnovarsi → quando il bambino nasce, il mondo si rimette in moto). Il bambino ha bisogno di essere riconosciuto attraverso il sorriso materno. Bambino di Arendt → bambino umano, vulnerabile che viene riconosciuto dagli altri perchè dipende da loro stessi. Ha il compito di reggere e avere cura del mondo, il “puer nascente” ha questa missione. “Virtù generazionale” → i bambini ereditano il mondo e devono custodirlo. Nascita come evento, dipende da essa la salvezza del mondo. I bambini rinnovano la politica e non hanno bisogno dei saggi perchè ormai sono vecchi, e anche se sono stati utili, devono farsi da parte per dare spazio alle nuove generazioni. I vecchi si portano dietro la morte e hanno paura delle novità → la politica non ha bisogno di essi poiché sono preoccupati di assicurare per sé la conservazione dello status quo. Governare non è solo governare con saggezza ma la politica è vera quando è capace di iniettare l'innovazione. Neoì → i nuovi nati, coloro che salvano il mondo dalla noia insopportabile Quando A. parla di vecchi e di giovani non li mette in contrapposizione ma il nuovo è ciò che sana e ricuce le diverse generazioni. Bambino di Virgilio → divino, un “puer soter”, il figlio di Dio. Bambino potente Mondo “vel” in Arendt → fa i conti con i suoi maestri, Husserl e Heiddeger. “Il mondo è il soggiorno dell'intervallo tra due assenze” → riferimento alla temporalità. Il mondo è una casa che gli uomini devono costruire insieme e che devono condividere. L'uomo si realizza quando impara a condividere il mondo con gli altri → pluralità. Il mondo è il luogo delle relazioni degli esseri umani. Le nuove generazioni hanno il compito di custodire il mondo. Teoria dei due mondi → A. usa questa espressione per fare riferimento al mondo dell'essere e al mondo del non essere. A. dice che quando Parmenide fonda la metafisica, insinua il dubbio che la realtà non sia vera e quindi distingue il mondo pensato e il mondo dell'empireo e dell'esperienza. Distinzione tra vero essere (realtà) e mero apparire (pensiero) e da qui vi è una contrapposizione tra vita attiva e vita contemplativa. 9/5/2017 Bambino arendtiano → ha molte affinità della storia della filosofia di Jean Paul Sartre → testo “Bariona o il figlio del tuono. Racconto di Natale per cristiani e non credenti”→ scritto politico. Probabilmente Arendt non ha mai letto questo scritto ed è un autore che lei non ama (ma lo conosce), lo definiva “topo francese”. Però ci sono delle assonanze di questi due bambini, entrambe queste filosofie sono generative → cioè concentrate sulla nascita Sartre → grande filosofo francese del '900 scomparso nell'800 (filosofo dell'impegno), era anche un letterato, uno scritturo, un romanziere, un drammaturgo. Era ateo. Fiancheggiatore del Comunismo, esponente dell'esistenzialismo francese. Forti sono i riferimenti a Husserl. Filosofia fortemente impegnata anche sullo sfondo politico. Il suo bambino enfatizza la nascita come miracolo (come la usava Arendt) Il bambino di Sartre non è sempre positivo, ma ci sono 2 modi di tracciare il bambino: • positivo → eccezione teorica • negativo → altrettanto potente come nell'opera dedicata al suo amico “San Genet, commediante e martire” “San Genet, commediante e martire” Opera biografica, Genet era un suo amico intellettuale, poeta, pittore, drammaturgo. Artista discusso ma stimato da Sartre perchè è un “artista maledetto” che ha una storia ambigua. Fu marchiato a fuoco a seguito di un furto → rubò uno scritto sacro da una biblioteca. Sartre sostiene una tesi su questo → Genet era stato segnato sin dall'infanzia perchè l'accusa di furto lo perseguitava sin da bambino. Anche da bambino era stato accusato di furto perchè frugava in un cassetto pieno di denaro. Sartre lo identifica come un bambino-farfalla. Da qui il bambino negativo di Sartre. “Barionà o il figlio del tuono. Racconto di Natale per i cristiani e i non credenti” Testo dolce che descrive questo bambino come ricoperto dai baci. Uno dei suoi primi lavori teatrali. (Tra Arendt e Sartre filosofia della mediazione) Racconto che si intreccia ad una narrazione teologica → nascita del bambino Gesù. E' stato scritto nel 1940 in circostanze particolari → in un campo di concentramento militare, lo Stalag perchè era stato costretto ad indossare la divisa e a difendere la Francia di fronte ai nazisti, cadendo prigioniero. (Non ebbe modo di sparare ma cadde prigioniero). Nel 21 giugno del '40 cadde in mano tedesca e poi viene trasferito in questo campo di concentramento dal quale poi riesce ad evadere. Si dedica alla scrittura con i pochi strumenti che aveva a disposizione. Questo trattato è stato scritto in poche settimane con 2 teologi in occasione del Natale. Testo anomalo. Lo ha sempre rinnegato questo libro → prende le distanze e non autorizzò mai la sua pubblicazione, solo dal '60 in poi autorizzò una piccola stampa di 500 numeri, nel '67 un'altra pubblicazione al di fuori però del commercio. Quando fuggì dallo Stalag lo lasciò lì, senza portarselo dietro. I suoi compagni di cella lo salvarono. Quest'opera è stata rappresentata dai suoi compagni di prigionia. Scritta di notte; egli e un gruppo di suoi amici riescono a rappresentarlo in occasione del Natale. Voleva creare un racconto che potesse avvicinare cristiani e non credenti. Per Sartre “Bariona” era un'opera troppo cristiana. In una lettera dirà che non è diventato cristiano ma lo legava ai suoi compagni di teologia. Questo testo anticipa di 20 anni “Vita activa”, ma non avrà alcun esito a livello filosofico Il bambino di Sartre come miracolo che ha molte affinità con quello di Vita activa Struttura libro “Bariona” Atto unico diviso in 7 quadri. Storia ambientata in Giudea. Il protagonista è Bariona, il capo del villaggio della Giudea oppresso dai romani. Uomo coraggioso. Decreta che non si debbano fare più bambini → emana un editto → Barionà decide di farsi uomo di cattiva volontà “non avremo più rapporti con le proprie donne” Giudea rappresenta la Francia che viene oppressa dai tedeschi Romani rappresentano la Germania nazista Testo classico con un coro (una sorta di coscienza) →“E' possibile passare il resto dei nostri giorni senza vedere il sorriso di un bambino?” → Barionà arriva a vietare di procreare perchè vedeva l'esistenza come una lebbra orrenda “giuro di non generare” → determinismo untuoso. Ad egli, si oppone una figura femminile, Sara, sua moglie che scopre di essere incinta. Egli vuole farla abortire ma lei si rifiuta di obbedire al marito. Ella è bellissima, non vuole diventare sterile. Così sceglie la disobbedienza. Sara vuole assumersi la responsabilità della nascita perchè il bambino viene al mondo non perchè lo si programma ma lo si attende, lo si aspetta. Sartre descrive Sara come una diottima palestinese → eroina araba. Sara chiede una possibilità per sé ma anche per il mondo intero → nuova possibilità per il mondo intero → [come il bambino Arendtiano è inatteso, è colui che si presenta all'improvviso] Vi è anche la figura di un angelo che si presenta ad un gruppo di pastori e annuncia la nascita del messia e invita tutti ad andare verso Betlemme. Tutti, tranne Bariorà che resta solo perchè anche Sara andrà verso il messia che annuncia il nuovo mondo. Nella sua solitudine decide di recarsi per uccidere il bambino Gesù, ma alla fine Barionà, una volta di fronte allo sguardo di Giuseppe e al bambino, decide di convertirsi e cambia idea, difendendo quel neonato, combattendo e uccidendo. Quest'opera è un lavoro di umanità, testo profondamente umano. Elementi uguali a Arendt: • agere • miracolo → la nascita è un miracolo anche per Sartre → miracolo anche politico, come mettersi dalla parte del mondo che inizia e ritorna a vivere. La nascita è quel punto temporale in cui tutto torna a ricominciare • chance → la scena del mettersi in cammino è una chance che viene data a tutti gli uomini, come chance di riscatto [La ps è il lavoro teatrale (espressione francese)] Ultimo paragrafo del capitolo 5 → Cura di Heidegger Politica come prendersi cura del mondo per Arendt, ma soprattutto quando si incontrano gli altri. in cui Abramo si sente chiamato da Dio quest'ultimo reclama la sua amicizia (lo vuole come amico). Sceglie lui tra tutti gli uomini ma gli dà un ordine “Vattene dal tuo paese” obbligandolo a lasciare la sua terra, ma al contempo gli fa 3 promesse: • ti benedirò • ti darò una nuova terra → Palestina • ti darò dei figli → farò di te un grande popolo Abramo è ormai vecchio, ha 75 anni ed essere costretto a lasciare la sua terra è straziante ma Dio gli ordina a lasciare quella Terra → deve andare in Palestina. Così Abramo lascia la sua terra ma confortato da queste promesse. La reazione di Abramo è incredula e Sara, sua moglie di 70 anni, è sterile, non ha mai potuto dargli dei figli ed è per questo che la promessa sembra impossibile ad entrambi. Sara invece ride. Entrambi increduli, dubitano del ventre di Sara, non della promessa del Signore. Nascerà poi Isacco (che significa “colui che ride”) → quando Sara ride alla reazione della promessa, resta incinta. Arendt si appassiona della storia di Abramo → Abramo è costretto a rispondere al comando di Dio, lo fa per sperare. Pur obbedendo al comandamento, riesce a strappare a Dio 3 promesse. Abramo ha fiducia in Dio ma l'idea di dover attraversare il deserto lo spaventa e ciò non si può realizzare se non si ha speranza. La promessa conforta → dice A quando noi ci portiamo dentro la promessa di qualcuno, non restiamo mai soli. Dio gli ha promesso 3 cose ed è incredibile perchè rovescia i processi di natura (Sara è sterile, vecchia) → promessa della nascita che si collega ad A. Il bambino di Israele che metterà in movimento qualcosa → Isacco Abramo non si sentirà mai solo quando attraverserà il deserto → la reciprocità Promessa vuol dire che vi è la presenza di qualcuno che diventa testimone della nostra esistenza Promessa è una parola che non può essere mai tradita. Perchè quando tradiamo la parola data, tradiamo anche noi stessi e facciamo a pezzi la nostra storia personale. L'azione di promissione avviene in 2 modi: • reciprocità → non solo a se stessi perchè diventerebbe privo di realtà • responsabilità Se facciamo promesse, siamo politici. Si accosta anche a Machiavelli “Il principe” → Machiavelli dice che il principe può tradire la parola data e la deve tradire. Infingimento, la simulazione non può essere a fondamento delle relazioni umane e della politica. Ha sempre diffidato della recitazione (apparire non è mai fingere in A.). Arendt diffida della promessa perchè ci induce ad esseri falsi nei confronti degli altri. Visione pessimistica di Machiavelli → essere umano del principe è un uomo malevolo perchè la sua parola è instabile, è anche vigliacco perchè il principe di Machiavelli non riesce a fare a tutti i costi il bene → il bene lo annoia. Per Machiavelli anche l'azione più bieca può essere giustificata. Principe che fa un uso estremo della parola promessa. Arendt pur amando Machiavelli, non ama l'insistenza sulla falsità e il tradimento Machiavelli → filosofo fiorentino che ha tenuto distinto la politica dalla religione (Arendt ama questo di Machiavelli) Sostiene il principe machiavellico e dice che è stato incompreso, perchè cercava di allertare e di avvisare le persone che non potevano cadere vittima delle credenze religiose. Le piace Machiavelli perchè è un essere umano che non cade nelle trappole della religione. La promessa ci libera dalla naturalità. 16/5/2017 Il valore della promessa lo riprende da Nietzsche → egli ebbe l'intuizione di vedere nella promessa quel marcatore di umanità che ci porta lontano dall'animalità. Fa riferimento a “Genealogia della morale” → l'uomo è capace di fare promesse, l'animale no. Nietzsche critica la morale ma quando intende la promessa ritiene che abbia una sua forza che distingue l'uomo dall'animale. Egli commette un errore secondo A. perchè quando ragiona sull'atto di promissione, dice che la promessa ci espone ad un rischio → se noi siamo costretti a promettere a seconda delle circostanze, il rischio è quello di diventare degli esili levrieri obbedienti, facendo sempre quello che gli altri si aspettano da noi → così noi diventiamo delle creature calcolanti e allora c'è solo una soluzione a ciò, cioè la volontà di potenza, una sovranità totale. Arendt ritiene che ciò sia un errore (1°critica a Nietzsche) → la promessa comporta una sorta di memoria della volontà decisiva e quindi c'è un obbligo, però questa memoria non può essere mai a scapito della pluralità cioè ritiene che noi siamo sempre legati agli altri e quindi non possiamo rivendicare per noi di essere al di sopra degli altri → non posso essere il “luber man” perchè io sono sempre tra gli altri e quindi non posso essere sovrano e non posso sciogliere la promessa fatta a scapito degli altri. 2°critica a Nietzsche → l'uomo nietzschiano è un uomo solo perchè la promessa è sì potere, ma mai potere individuale. La pluralità precede sempre il potere individuale. Noi non abbiamo scampo, non possiamo perdere il mondo (“lost of world”) → quando pensiamo a noi stessi, perdiamo il mondo (equivale al ferfallen di Heidegger). La promessa va a sanare l'imprevedibilità. A. concepisce i 2 poteri (promessa e perdono) come una sorta di controllo dell'azione → azione che si protrae nel tempo L'azione comporta due aporie: ( Aporia deriva da“aporos”, è il passaggio difficile senza una via d'uscita) • imprevedibilità • irreversibilità → caratteristiche dell'azione La promessa è un atto genuino, è quel rimedio per andare a sanare l'imprevedibilità dell'agire umano ma è anche un rimedio di fluidità della nostra identità per il futuro. La promessa ci distingue dagli animali → l'atto di promissione ci fa uscire dal ciclo della natura perchè ci facciamo carico della responsabilità degli altri. Un'altra aporia è l'irreversibilità → le nostre azioni sono irreversibili, cioè quando abbiamo agito, non possiamo più tornare indietro. Arendt usa l'immagine metaforica della frittata → per fare una frittata bisogna rompere le uova (per agire devo mettere in atto i miei propositi), ma poi non posso più tornare indietro. Ma quando la mia azione va oltre le previsioni, qual è il rimedio? Il rimedio è il perdono → per- donare, non lo possiamo dare da noi stessi. Il nostro sbaglio ci deve essere perdonato dagli altri. E' sempre un dono degli altri. Se gli altri non ci perdonano, quando commettiamo un errore, rischieremmo di essere intrappolati in quell'unica azione sbagliata. Il perdono quindi ci redime, è un atto di redenzione e non ha niente a che fare con la vendetta perchè quest'ultima non rimedia mai alle conseguenze di un errore, ma anzi le alimenta, innescando le azioni a vicenda. Due caratteristiche che accomunano il perdono e la promessa: • la pluralità • il tempo Il perdono fa a rimediare il passato mentre la promessa è un'azione che si protrae in futuro. Arendt fa un passaggio sull'”Apprendista stregone di Goethe (il poeta tedesco sembra aver preso spunto da Lucianus da Samosata) → ballata in cui si parla di un giovane aiutante del mago, al quale viene affidato un compito, cioè quello di tenere in ordine il suo studio. Un giorno il ragazzo ruba una formula magica del maestro con cui il mago stesso animava gli oggetti. Quest'azione del furto ha delle conseguenze → gli oggetti si animano, anche la scopa. Il ragazzo però non conosce la contro-formula per salvare l'incantesimo e fermare gli oggetti, così la scopa e il secchio continuano a lavorare: si rovescia l'acqua allagando lo studio. Il ragazzo ha rubato e non sa come fermare il disastro → A dice che bisogna perdonare il giovane che ha sbagliato, il perdono necessario è la parola lenitiva che porta alla cura. Il ragazzo così urla al secchio e alla scopa “Siate quello che foste” → il perdono che ci fa tornare ad essere quello che eravamo, il punto in cui quell'errore non lo avevamo commesso, ad un tempo in cui l'oggetto era come una volta. L'irreversibilità di un'azione è terribile → non possiamo mai disfare ciò che abbiamo fatto e di fronte a questa terribilità, A. dice che dobbiamo prendere il perdono e dobbiamo tornare al momento in cui non avevamo sbagliato. L'apprendista in preda dalla disperazione,spezzerà la scopa in due con un colpo di accetta, con il risultato di raddoppiarla. I due pezzi si sollevano da terra e ricominciano a riempire secchi d'acqua e a rovesciarla sul pavimento. A rimediare al disastro sarà lo stregone. Il perdono ha a che fare col tempo, non solo per il passato ma perchè è inatteso e quindi il perdono non ha a che fare con il calcolo → quando qualcuno mette da parte ciò che abbiamo commesso. Il perdono non è un calcolo e ciò fa sì che la vita possa proseguire. Senza il perdono la vita non può proseguire. 1°riflessione sul perdono Secondo A. Gesù di Nazareth ha un merito → il perdono (Cristo comanda di perdonare sempre o 70 volte 7). C'è differenza tra il perdono di Dio (un comando) e il perdono dell'uomo. Gesù perdona non in quanto Dio ma in quanto è uomo → Cristo è Dio e uomo → non perdona per primo ma per secondo, dopo l'uomo. Dio comanda il perdono agli altri ma poi perdona egli stesso e se egli stesso sa perdonare è perchè è uomo anche egli. Il perdono è un atto di donazione. 2°riflessione sul perdono La distinzione tra colpa e colpevole perchè quando si perdona, si perdona la persona e mai l'azione commessa sbagliata. Si perdona alla persona a condizione che quell'azione sbagliata sia un peccato “Noi pecchiamo perchè siamo vivi” Questo lo fa anche Gesù Cristo e si collega ad un racconto → “Cristo perdona la donna” perdona lei e non il danno cagionato perchè non può essere sanato. Lui riabilita una donna che non conosce. Perdona lei perchè il perdono non è mai una questione privata, non ha a che fare con l'amore. “Ciò che fu fatto, è perdonato a chi l'ha fatto” Arendt non crede nell'amore, non può e non deve orientare i rapporti umani ma è una forza antipolitica e quando io sono in una coppia, non vedo neanche più i limiti → perchè a colui che amiamo, perdoniamo qualsiasi cosa. Il perdono è un atto di donazione ed è necessario e il peccato deve essere perdonato perchè il peccato segna che siamo vivi e senza di esso non possiamo entrare a contatto con gli altri. Si deve perdonare ciò che comprendiamo. Senza perdono non potremmo continuare a vivere e solo gli altri ci riabilitano per essere agenti liberi. Senza il perdono non si potrebbe avere quella seconda nascita. Secondo Arendt il male non è solo peccato perchè il peccato è il segno che siamo vivi e quindi è inevitabile che noi pecchiamo. Per Arendt c'è il male criminale che scandalizza e non può essere perdonato e neanche punito. Il male criminale è irrimediabile, è un male senza fine e che neppure la pena giuridica può interrompere ed è lo stesso Gesù Cristo a dire ciò. Il male che reca scandalo e che spezza i legami plurali non è rimediabile, per il quale non esiste una pena adeguata → nessuna punizione dell'ordinamento giuridico umano può andare a sanare quell'errore. Il male immenso non ha rimedi e neppure Dio sarebbe capace di perdonare perchè è un male inaudito, mai presentato prima, neppure Dio ha potuto immaginare un male del genere nei 10 comandamenti (i 10 mali perdonabili) Male immenso → crimini contro l'umanità → perdonare è mettere da parte ma il male imperdonabile non riesco a metterlo da parte (male imperdonabile) Perdono difficile → ne parla Paul Dichen Eichmann ha dimostrato che il male burocratico non ha neanche a che fare con il male radicale di Kant (il male incomprensibile rinuncia a giudicare e a pensare) Di fronte all'imperdonabile la storia del perdono finisce. Confronto con Jankèlevitch è un ebreo naturalizzato francese → egli dice che di fronte ad un male irreparabile non bisogna mai dimenticare, non ci può essere il perdono. Il perdono è morto nei campi di concentramento “il perdono non è fatto per i porci e per le loro scrofe”. I crimini sono imperdonabili (entrambi lo pensano, sia Arendt che Jankèlevitch) Jacques Deridda → filosofo francese che critica i due autori A. e Jankèlevich. L'uomo non può arrendersi e il perdono va sempre dato e non possiamo ridurlo in termini economici. Il perdono è al di sopra delle leggi e viene addirittura prima delle leggi. Secondo la prof sbaglia perchè per Arendt il perdono non è una semplice questione giuridica, ma solo le persone possono rivendicare i diritti. Eichmann ha rinunciato a pensare e ad essere una persona umana e quindi non ha diritto ad alcuna grazia o comprensione. Si può perdonare solo a due condizioni: • male come semplice peccato • colui che ha commesso quel male deve possedere un valore come persona Le sue azioni sono imperdonabili.
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