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Filosofia della Prassi Umana, Appunti di Filosofia

Appunti corso annuale Filosofia della Prassi Umana - A. Papa. Hanna Arendt Biografia Opere (le origini, sulla rivoluzione, vita activa, banalità del male..) Filosofia del Natality Processo Eichmann Male

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 10/09/2020

saaspier
saaspier 🇮🇹

4.2

(5)

8 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Filosofia della Prassi Umana e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! FILOSOFIA DELLA PRASSI UMANA INTRODUZIONE La filosofia della prassi umana riflette sulle azioni pratiche dell’uomo ma soprattutto sulle azioni che ci fanno restare umani. È una filosofia che risponde ai fallimenti della filosofia del 900. quali sono le azioni che ci definiscono uomini lo scopriamo tramite Hannah Arendt Che cosa si intende per filosofia della prassi? La filosofia della prassi non va identificata con la filosofia della prassi di stampo marxista né con il materialismo storico. L’espressione filosofia della prassi in Italia si deve ad Antonio Labriola, storico, filosofo e pedagogista. Era uno dei fautori della scuola popolare. Era un marxista La semantizzazione di Labriola venne poi ripresa da Gramsci un altro filosofo italiano La filosofia della prassi deve formare la persona, e comporta delle conseguenze sul piano filosofico La filosofia della prassi umana è un ramo della filosofia morale, ed è una peculiare forma filosofica che va a riflettere sull’agire dell’uomo. Praxis agire, fare. CHI È L’UOMO? HANNA ARENDT Ebrea Tedesca naturalizzata statunitense, è una teorica politica, pensatrice di “forma tarda” (scoperta tardi). Dopo la sua laurea Hannah viene dimenticata. È una sorta di icona della filosofia dell’900. Non si è mai schierata in un certo partito per questo è divisa tra le destre e le sinistre. Nelle sue opere insiste molto sul tema della verità. Per lei essere liberi significa pensare senza pregiudizi. Il fatto che fosse ebrea l’ha fatta sentire estranea, nei suoi scritti entra molto il tema della dignità e del sentirsi a casa. BIOGRAFIA Hannah nasce il 14 ottobre 1906 a Linden località di Hannover, apparteneva ad una ricca famiglia borghese, il padre Paul Arendt e la madre Marta Cohn. I suoi genitori social democratici viaggiavano molto, ed erano progressisti. Lei fu molto precoce nell’istruzione. Viene educata secondo la BILDUNG A Könisberg nel 1924 consegue l’abitur, il diploma, a 18 anni, traduceva molto semplicemente le lingue latine, ottiene il nullaosta per partecipare ai dei corsi universitari come uditrice. Seguì corsi di greco, Latino e Teologia (Cristiana). Il teologo Romano Guardini la influenza e fu per lei decisivo  le fece amare AGOSTINO di IPPONA (data di nascita) e KIERKEGAARD. Modello educativo Tedesco a cui solitamente avevano accesso solo i figli maschi. Lei perciò è stata educata come un maschio. La Bildung rimanda a una formazione spirituale, l’obiettivo era quello di costruire un uomo ideale. Ritorna in a uge negli anni ’80 durante la crisi dell’educazione. (significato=paideia greca (modello educativo), non ha un equivalente nella nostra lingua, lo traduciamo approssimativamente come educazione spirituale). Intellettuale e pensatore che difende il cristianesimo. Filosofo, vescovo e teologo cristiano, nasce nel nord Africa, Arendt fa riferimento alle opere: “”Le confessioni” e “La città di Dio” È una presenza costante nella vita di Arendt perché l’antologia del Natality viene fondata da lui. Lo ama perché è in bilico tra due mondi: quello greco e quello cristiano. Secondo Hannah, Agostino è l’autore che meglio di altri ha saputo palare dell’unicità dell’uomo, per lui il male era ignoranza. Tema del tempo: “inizio è principio”. A Marburg compie gli studi universitari, in quegli anni si stava imponendo una personalità filosofica: Edmund Husserl e la sua fenomenologia In università conosce MARTIN HEIDEGGER, un docente e straordinario filosofo, “il filosofo della morte”, padre dell’esistenzialismo (corrente di pensiero filosofico), nel 1925, lei aveva 19 anni, lui 39, anche Martin fu colpito. Fra i due nasce una vicenda sentimentale molto tormentata. Divenne l’amante di Heidegger e questo fu per lei importante per la relazione straordinaria, fu un rapporto filosofico fatto di incontri e scontri, finisce quando Martin si allinea al Nazismo. Nel 1933 il loro scambio di lettere si ferma perché Hannah lo accusa di essere Nazista. Martin divenne rettore ed allontanò docenti e studenti ebrei. secondo Arendt la filosofia era troppo astratta, secondo lei bisognava iniziare a fare una filosofica pratica, che raccontasse l’uomo nei suoi bisogni nella realtà. Più ispirata alla praxis e non alla teoreo. questo la porterà lontana dallo Sein-zum-Tode (essere-per-la-morte) di Heidegger, la morte è il valore dell’esistenza. Heidegger scrive “Sein und Zeit” (Essere e tempo). LA GRAFIA DEI TRATTINI Il trattino da solo indica una frattura/spezzamento. Dopo la rottura Hannah lascia Marburg e si trasferisce a Friburgo dove segue le lezioni di filosofia di Husserl per un semestre, poi si trasferisce a Heidelberg dove insegnava filosofia KARL JASPERS Da lui imparerà la ragionevolezza, avranno un rapporto intenso e di grande rispetto intellettuale. Sotto la sua guida Hannah completò il suo dottorato nel 1929 con la tesi: “il concetto di amore in Agostino”. Molti temi di lui vengono ripresi da lei con la domanda “Chi siamo?” Ovvero la nostra identità che è un tema politico delicato. Dopo il ’29 vi è una svolta nei suoi interessi filosofici e inclina le sue riflessioni dal mondo cristiano verso quello ebraico e scriverà “rahel Varnhange. Storia di una ebrea.” Si trasferisce a Berlino dove incontra e sposa Gunther Anders, (pseudonimo di Gunther Stern), un suo vecchio compagno di studi anche lui studente di Heidegger, il loro matrimonio dura 5 anni. a 21 anni le viene ritirata la cittadinanza, e la sua vita viene “rovinata” dal nazismo, nonostante questo è una scrittrice libera. Nel 1933 lascia la Germania e si traferisce in Francia a Parigi a causa delle persegiutazioni contro gli ebrei. Nel 1936 incontrerà Heinrich Blucher tedesco filosofo marxista, di chiara fama, insegnante in università. I due si sposeranno nel 1940 prima di partire per l’america. Nel 1940 viene internata nel campo di lavoro di Gurs sotto il governo vichy dal quale riuscirà a fuggire. Nel 1941 fugge negli Stati Uniti, gli anni del suo esilio furono molto difficili a causa dei problemi economici e di lingue, non scrive più, e viene dimenticata dai circoli accademici. Si improvvisa giornalista, e traduce, lavora nei circoli ebraici e Sionisti. Insegnò anche in alcune scuole. Rimane apolide per molti anni. Amava molto gli Usa, che le diedero la possibilità di “rinascita”. in america scrisse le sue opere fondamentali. Il 28 ottobre 1968 rientrata in Germania, durante un’intervista alla televisione della Repubblica federale Tedesca fatta da Gunther Gausse, stimato giornalista e in seguito alto funzionario del governo. HEIDEGGER Esalta l’essere umano verso la morte, considera la morte il valore per eccellenza l’esistenza del singolo avrà valore perché va verso la morte MEDITATIO MORTIS Hannah fonda un corpo filosofico sulla nascita (NATALITY). Hannah lo adora, e viene considerato il suo vero maestro. Egli era un oppositore del Nazionalsocialismo, infatti nel ’45 fu arrestato. IL CAPRO ESPIATORIO La ricerca del capro espiatorio è un’important strumetno della propaganda nazista. Storicamente era un rito di trasimssione del amel molto antico. Il capro espiatorio era un capro utilizzato anticamente durante i riti con cui gli ebrei chiedevano il perdono dei propri peccati nel tempio di gerusalemme. Il rito viene descritto dalla Bibbia nellibro del Levitico. Il nome deriva dal rito effettuato nel giorno dell’espiazione (kippur) quando il sommo sacerdote caricava tutti i peccati del popolo su un capro e poi lo mandava via nel deserto . era un porcesso di trafserimento mediante il quale una comunità era poi liberata dal male. Il rituale dello Yomo Kippur è il più importante ra quelli decretati dalla Torah. Ha luogo alla fine del calendario ebraico. Risale ai tempi di mosè e ricorda la vicenda del vitello d’oro. In quel giorno non si lavora e si fa penitenza. È la festività più importante del calendario ebraico. Oggi l’espressione  in senso figurato è la persona sull aquale si fanno cadere le cople non sue e che sconta una colpa che non ha commesso : essre il capro espiatorio In questo libro Arendt parla dei totalitarismi li definisce macchine e li smonta pezzo per pezzo Per Arendt i totalitarismi sono degli scenari complessi dove collassano tutte le categorie dell’epoca. Il libro Origini del Totalitarismo è strutturato in 3 parti: 1. FENOMENO DELL’ANTISEMITISMO antisemitismo NON È L’ANTIGIUDAISMO (odio storico nei confronti degli ebrei, e risale alla distruzione del tempio di Gerusalemme). secondo h compare nell’800 e ha una storia a sé. Dal ‘900 l’antigiudaismo viene sostituito dall’antisemitismo.  razzismo antisemita, si trova in precisi eventi storici: ascesa dell’imperialismo e discesa egli ebrei nel corso dei secoli. Ebrei che erano ricchi ma poi perdono i poteri (in campo finanziario e nelle relazioni internazionali) conservando i privilegi. TUTTO QUESTO VIENE Definito QUESTIONE EBRAICA. Il ruolo dell’antisemitismo è fondamentale nella formazione dell’ideologia nazista. 2. IMPERIALISMO (1884-1914)  esso nasce dalla forte esigenza di espansione dei paesi europei oltreoceano (pre-condizione totalitaria). Centrale è la borghesia che STANCA DI AVERE SOLO IL POTERE ECONOMICO aspira anche al potere politico nella fase imperialistica e comincia a nascere un odio razziale. il razzismo diventa un’ideologia a CAUSA DELL’imperialismo. All’origine della politica imperialistica c’è l’alleanza tra capitale e plebe (gli scarti di tutte le classi) un’alleanza basata essenzialmente su visioni razziste che negano l’idea stessa di umanità Per Arendt l’imperialismo è stata la base del razzismo biologico il razzismo diventa un’ideologia, l’eurocentrismo diventa enocentrismo. Per Arendt prima di allora era un pregiudizio culturale e non un’ideologia. 3. ANALISI DEI TOTALITARISMI: NAZISMO E STALINISMO (1-2 sono precondizioni dei totalitarismi) In questa parte smonta le macchine totalitarie tramite un pensiero filosofico. Lo stato totalitario mira al controllo totale su ogni esser umano in ogni contesto della vita. Per lei i totalitarismi sono solo 2 NAZISMO E STALINISMO. Per lei hanno molti punti in comune es lager gulag, stessi scopi, stessi metodi, stessa ideologia e soprattutto NASCONO MOBILITANDO GLI INDIVIDUI IN MASSA, la società è massiforme, tipica del totalitarismo, i legami si spezzano e non ci sono più valori ne classi sociali. Non c’è più posto per la democrazia e si rinunci ad un pensiero critico. C’è un capo carismatico con delle idee precise e incontestabili. Azzeramento delle distanze intrapersonali che sono indispensabili per giudicare qualcuno. Caratteristiche totalitarismo minaccia per la libertà, plasma la persona, propaganda, mistificazione della verità, non si distingue più ciò che è vero dal falso, condizionamento delle menti attraverso un’ideologia e la costruzione deli nemico oggettivo. Hanno un CONTROLLO TOTALE monopolio dei mezzi di comunicazione, controllo totalizzato dell’economia, libertà di espressione azzerata, repressione poliziesca (violenza psicologica e corporale) Le macchine totalitarie non possono essere definite come tirannie, oligarchie, dittature(fascismo). La macchina totalitaria distrugge tutte le forme di personalità, non avendo più personalità ci vengono strappate le maschere che ci rendono persone, senza le maschere siamo “nudi”, senza diritti. LE MASCHERE 3 maschere -personalità giuridica diritti giuridici: cittadinanza -personalità individualele caratteristiche uniche che ci differenziano dagli altri vengono distrutte -personalità morale sentimenti valori idee emozioni, dignità. Nel nazismo va a perdersi la corporeità (forni crematori), si vuole annientare la libertà e la memoria. I regimi totalitari del ‘900 cambiamo e trasformano anche i carnefici: Analisi sulle SS erano uomini ma con la nascita dei totalitarismi diventano delle bestie, ma sono stati addestrati in quel modo. Sono indifferenti sia alla vita che alla morte, sono stati addestrati all’inimicizia e passano da una condizione di normalità e di bestialità. Sviluppano un’abitudine alla distruzione. LAGER FABBRICHE DELL MORTE Dopo la 1 guerra mondiale in Germania si fonda la repubblica di Weimar. Che si interrompe nel 1933 con l’arrivo di Hitler. I tedeschi si conformano all’idea del partito unico, ogni forma di individualismo viene perduta, nella società di massa gli individui vengono isolati e si perde il senso del significato comune. L’ideologia produce una verità se le leggi dicono che l’ebreo è nemico allora è la verità. È una verità fittizia ma i tedeschi iniziano a crederci. ARENDT VIENE ACCUSATA DA DIVERSI FRONTI - Dalla sinistra ortodossa marxisti) per aver equiparato nazismo e stalinismo - Dai comunisti italiani - Dalle destre  liberali) che non comprendono il nesso tra imperialismo e totalitarismo - Dagli storici accusata di aver definito le origini un fatto storico - Dai filosofi accusata di essere stata troppo storica e troppo sociologica. Quindi di aver scritto un’opera troppo sporca ANALISI DEL TITOLO con la parola totalitarismo non intende la causa ma l’intendo è di riflettere e capire il perché quei fatti storici sono accaduti. Secondo Arendt nessuno di noi è lontano dal pericolo totalitario, ripensare a quanto accaduto è compito di ognuno. L’ERRORE DI ARENDT “IL FASCISMO NON è UN TOTALITARISMO” Per Arendt è una semplice dittatura, perché non è ideologico e l’essenza dei totalitarismi sta nello sterminio di massa cosa che secondo lei non fece. Dice che la dittatura fascista può essere paragonata a una dittatura tradizionale, il vero obiettivo del fascismo era di impadronirsi del potere. Dice che non è un totalitarismo perché non distrugge lo stato ma si identifica, non distrugge gli “arti” dello stato (monarchia, chiesa, esercito.) ma impara a conviverci, fece un uso minore della violenza. Mancò di un’ideologia coerente e rimase sempre viva una certa cultura liberale dello stato. Arendt dice che il fascismo separa la religione dallo stato e vuole conquistare l’esercito mentre gli altri due vogliono eliminare la chiesa e lo stato come istituzioni indipendenti COMMETTE UN ERRORE. Perché non era abbastanza informata sul fascismo italiano, infatti ne parla poco e solo marginalmente. “LA BANALITÀ DEL MALE, EICHMANN A GERUSALEMME” *considerato il sequel delle origini* Pubblicato nel 1963, è il libro più noto, il più giornalistico e storico. È il libro per cui è stata più criticata. Opera giornalistica composta da 5 articoli basata sul processo ad Adolf Eichmann Arendt sente come obbligo morale il seguire il compito del processo. La tesi filosofica della banalità del male è che l’obbedienza causò l’olocausto. Per Hannah l’obbedienza non è una virtù. Per Hannah la shoah era stata causata da una doppia obbedienza: 1- la rassegnazione degli ebrei 2- l’obbedienza del popolo tedesco era critica, perché i Tedeschi avevano obbedito a leggi ingiuste e disumane. Nelle origini Hannah si allinea alle idee di Kant sul male: “il male radicale”. Si rende consto che il male può essere causato da tutti. ADOLF EICHMANN. Nasce nel 1906 a Solingen in Renani. Non fu uno studente molto brillante: si ritirò dalle scuole. Lavorò come minatore nella compagnia del padre, finché non iniziò a lavorare in una compagnia elettro- tranviaria. Soprannominato electric man. Entrò nel partito nazista senza conoscerlo davvero, sotto invito di un amico, non aveva nemmeno mai letto Mein Kampf. Entrò nelle SS pensando che fosse un servizio di scorta delle alte personalità, era a capo dell’ufficio ebraico, l’ufficio B4. La usa idea era di aiutare gli ebrei a fondare uno stato, per tanto si definiva un realista realizzava il volere della razza ebraica. Al contempo si definiva un lealista dalla parte dello stato nazista, realizzava il volere del partito, ossia una Germania ripulita dagli ebrei. Si documenta sugli ebrei e studia anche lo jiddish. Sotto falsa identità va in Palestina con l’obiettivo di conoscere meglio gli ebrei, si intrufola nei kibbutz (villaggi cooperativi edificati dai primi coloni ebrei). Da lì iniziò ad essere considerato un esperto sulla questione ebraica. Ha preso parte alla famosa conferenza di Wannsee del 20 gennaio del 1942, alla quale si riunirono 15 tra i maggiori esponenti del nazismo per pianificare la cosiddetta “soluzione finale” (prevedeva 3 fasi: 1- deportazione per svuotare la presenza degli ebrei, 2 schiavitù nei lager 3 sterminio). Lo scopo della conferenza è stato quello di coordinare tutti gli sforzi diretti a applicare la soluzione finale venne redatto in un verbale di 15 pagine con la firma di Eichmann, il compito di Eichmann era DI Trascrivere i verbali e quello di evitare l’innalzamento dei costi. Il suo lavoro pianificava gli spostamenti di massa degli ebrei nei vari campi di concentramento. Il suo primo lavoro fu quello di trasferire 7000 ebrei in un campo di concentramento in Francia. A lui si deve la responsabilità di Theresienstadt (Terezin), un campo di concentramento dove si deportavano vecchi e personalità ebraiche in vista. LATITANZA Dopo la guerra si rese latitante, fu anche imprigionato ma non identificato come Eichmann, si nascose in Italia e assunse una falsa identità: Ricardo Klement, grazie a un passaporto datogli dall’Italia, partendo da Genova arriva in argentina, perché a quel tempo l’Argentina non concedeva l’estradizione di criminali, li si costruisce una nuova vita , facendo lavori multo umili, si costruisce una casa (molto simile ad un bunker), in un posto isolato della città, solo dopo venne raggiunto dalla sua famiglia. Durante questo periodo disseminò numerosissimi indizi come risposarsi e pubblicare un necrologio col cognome di Eichmann, da nostalgico aveva un gruppo di compagni anche loro nazisti rifugiati con cui si ritrovava settimanalmente a parlare di nazismo e leggevano articoli in riferimento all’olocausto, perché il loro o obiettivo era far passare l’olocausto come una bugia. Concesse anche delle interviste ad un giornalista olandese ex nazista Sassen, che vennero poi analizzate da una studiosa tedesca Bettina stangneth, LA CATTURA “un momentito senior” 11 maggio 1960 ore 20.05, gli uomini del Mossad rapiscono Adolf Eichmann Un aereo speciale del El Al lo deporta in Israele. Dopo pochi giorni ci furono delle polemiche riguardo il sequestro perché fatto con la violazione delle regole internazionali, il governo di Buenos Aires presentò una nota di protesta alle Nazioni Unite per un’azione condotta in violazione delle regole internazionali. Anche nell’intellighenzia ebraica si levarono voci critiche, dal filosofo Isaiah Berlin che sosteneva che processare Eichmann fosse politicamente avvenato, e lo psicologo Erich Fromm che definì l cattura di Eichmann un atto di illegalità dello stesso genere di cui si erano reso colpevoli i nazisti. IL PROCESSO L’11 aprile del 1961 fu istituito il processo a suo carico, la portata dell’evento fu davvero enorme perché era la prima volta che veniva processato un gerarca nazista in terra d’Israele. La durata del processo fu di 120 sedute, si svolse in ebraico e in tedesco. Israele era un nuovo paese, nato solo nel ’48 a guerra finita, dove i sopravvissuti trovarono rifugio, anche perché era considerata la terra promessa. La nascita di Israele fu appoggiata anche dal Regno Unito. Fu affidata la ripartizione della Palestina. E fu un dramma. Perché c’erano 2 stati indipendenti: uno arabo, la Palestina e uno ebreo, Israele. Gli ebrei che erano riusciti a mettersi in salvo chiedevano giustizia verso i nazisti. Per Eichmann si è scelto di processarlo in Israele perché essendo un paese nuovo non aveva mai avuto la possibilità di giudicarli in casa propria. questo venne fatto anche per altre ragioni: era in gioco la sovranità e l’identità del nuovo popolo, e le nuove generazioni volvano fare qualcosa definendo i genitori “persone che non hanno fatto nulla”. Era necessario che Israele costruisse una spettacolarizzazione del processo. Hannah Arendt chiede di poter assistere al processo sentendolo come un obbligo morale in quanto intellettuale ed ebrea. Lo chiede a William Shawn, direttore del giornale The New Yorker (di sinistra), proponendosi come giornalista sul campo a Gerusalemme, l’offerta viene accettata anche con entusiasmo, data la fama di Arendt. Il suo scopo era quello di comprendere la storia, ciò che è accaduto. Ma comprendere non significa perdonare. Hannah Arendt aveva delle attese su processo, ma non sono le stese che avevano: Ben Gurion e Gideon Hausner David Ben Gurion primo ministro l’Israele, aveva delle attese e delle motivazioni molto diverse da Hannah Arendt, non era interessato a capire perché si era generato il suo incontro totalitario, are il primo ministro israeliano. Gideon Hausner  pubblico ministero Entrambi volavano trovare un responsabile, qualcuno che pagasse per tutti. Adolf Eichmann era l’ultimo rimasto e per lui vennero fatte ricadere tutte le colpe della Germania. Per loro era giusto così. Per tutta la durata del processo essi restarono concentrati sull’obiettivo. Il processo fu organizzato nei minimi particolari e furono convocati decine e decine di sopravvissuti ai campi di sterminio, cosa che Arendt non approvò. Queste persone non ebbero a che fare direttamente con Eichmann, a loro veniva chiesto come era possibile che tutto quello fosse accaduto, cosa che per Hannah era inopportuna, non solo con le modalità Il male in filosofia è sempre stato un tema filosofico, i filosofi hanno sempre pensato che il male stesse dentro all’uomo, e il male lo pungola e lo ferisce. L’uomo può resistergli. L’uomo messo di fronte alla fenomenologia del male ha sempre cercato di comprenderlo e di riconoscerlo. Per cui il filosofo si è sempre servito della ragione e ha tentato di comprendere il male con l’obiettivo di controllarlo, e attenuare gli effetti fino ad arrivare a sconfiggerlo. 3 TAPPE FONDAMENTALI DEL TEMA DEL MALE  PER I FILOSOFI ANTICHI La causa del male per i filosofi antichi erano gli dei, il male era inteso come una sorta di dispetto nei confronti dell’uomo.  PER I FILOSOFI CRISTIANI l’idea torna dei filosofi antichi si riflette con il cristianesimo: il filosofo cristiano si chiede “se esiste dio allora perché il male?” Agostino comincia a farsi delle domande QUIT EST MALUM? (che cos’è il male?) ne associa una seconda UNE MALUM? (da dove viene il male) inizia nelle sue opere a parlarne e trova 3 tipi di male (fisico, morale e ontologico). Per Agostino il male non esiste, non ne nega l’esistenza, ma dice che esiste solo il bene. Dice certo che il male esiste ma come difetto del bene, il male esiste come corruzione, una limitazione di bene, la sua idea di uomo è che non è di per sé malvagio, può solo sceglierlo.  PER L’UOMO MODERNO il male capita, è nel calcolo delle probabilità, è una scoria del processo evolutivo. Marxismo il male è risultato di una ingiustizia sociale. Kant tenta di dare una lettura diversa del male: “male radicale” “radical bose” (1793), questa espressione compare solo ed esclusivamente nelle opere di Kant. Compare un'altra immagine “l’uomo è un legno storto” vuol dire che l’uomo ha una tendenza a fare il male, che è una tendenza naturale, in lui non c’è solo una predisposizione al bene ma anche una predisposizione al male. L’uomo non è malvagio, è potato a fare il bene perché il lui c’è la capacità di riconoscere la legge morale però c’è anche una propensione morale che lui chiama hang la quale spinge l’essere umano a soddisfare i propri desideri. L’uomo per natura è spinto ad agire per la morale, e dal contempo abbiamo dei desideri e degli impulsi che ci spingono verso il desiderio. Arriva ad una conclusione proprio perché il legno è storto il male è illiminabile, l’uomo ha dentro di sé delle radici e non ha le forze per estirparlo da solo, per farlo ha bisogno di dio, solo dio può trovare il se la spinta per opporsi al male. Questa propensione al male è un atto di libertà. Egli cerca di conciliare due opposti: quello della volontà e quello della libertà. L’uomo fa un cattivo uso della libertà quando sceglie il male, ha deciso di agire per sé stesso. Secondo Kant il primo dovere dell’uomo è fare il bene per il prossimo. L’uomo arriva a fare il male perché vuole essere felice. Kant non sa spiegare il male, dice che non è capace di spiegare la libertà, è qualcosa che non si può comprendere. Per Kant il male è insuperabile, inestirpabile. Ancora più incomprensibile è la possibilità stessa di fare il male. Gli si contesta di essere illuminista egli ammette di essere incapace di spiegare il male. Le declinazioni dell’imperativo categorico per kant sono 2 “tu devi” devi agire in modo che l’umanità per te non sia mai un mezzo. Resta però il problema che non ci è sempre chiaro, allora intrude una 2° formulazione agisci come se l’azione fosse una massima universale. Nella critica della ragion pratica Kant ci spiega come possiamo capire quanto un comportamento sia giusto o sbagliato. Eichmann in riferimento a Kant, nel processo egli si è sempre difeso con la frase” io ho obbedito”  egli cita Kant e aggiunge di aver sempre vissuto secondo i suoi principi, però poi arriva a dire anche “io ho obbedito a delle leggi che sono le leggi della Germania” poi aggiunge “io ho fatto il mio dovere”. Quando Arendt critica i capi ebrei il suo punto è filosofico. Arendt se la prese con i rabbini capi e con i sonder commandos (portatori di segreto), definendoli: i lavori materiali connessi allo sterminio I portatori di segreto ingannavano le vittime, e prima di remare i corpi controllavano gli orifizi in cerca di oggetti di valore. Lipshtat ritiene che Arendt abbai fatto queste osservazioni senza avere nessuna prova. Lettura scientifica del male può essere vinto attraverso le scoperte tecnologiche e le conquiste tecniche. IL MALE PER ARENDT Arendt nel 1963 si inserisce in un dibattito filosofico difficile. Nella banalità dichiara che vuole capire le vere cause del male. Lei dice il male ha a che fare con la banalità dell’uomo, chiunque può fare male. A FAVORE DI ARENDT Seyla Benhabib interviene nelle pagine del New York Times. Concorda sulla definizione di Arendt sulla personalità di Eichmann Arendt ha sempre voluto comprendere quello successo Dal punto di vista di Arendt dopo Auschwitz non si può più applicare il metodo storico sine ira et studio (senza ira e senza parzialità, bisogna essere oggettivi). MEETER CON POST IT sine ira et studio  È una massima latina di tacito, compare in una sua opera, era un’indicazione programmatica, vuole sottolineare che lo storico deve rimanere oggettivo. Nuda vita annullamento della persona umana, venivano sospesi tutti i diritti della persona, veniva azzerata la persona morale cioè tutti quei valori mirali che nella vita ci consentono di agire e di comportarci. Nei lager queste cos e non esistevano. Lo scopo delle fabbriche della morte era quello di trasformare la natura umana. Siamo di fronte a dei nuovi interrogativi etici: Quanto accaduto ad Aushwitz ci costringe a tornare a sentire come un’emergenza la responsabilità personale. Hannah dice che bisogna ascoltare la voce della propria coscienza, recupera un’antica massima di Socrate due-in-uno, meglio subire il male che farlo, meglio sacrificare sé stessi che l’altro che deve essere il mio primo bene. Eichmann invece ha scelto di fare il male proprio per risparmiare sé stesso, la colpa è stata quella di rinunciare ad ascoltare la voce della propria coscienza. Ha rotto il dialogo con la sua coscienza e ha rinunciato a disobbedire, L’ESPERIMENTO MILGRAM SULL’OBBEDIENZA L’esperimento di Milgram  1961, obiettivo era di osservare il comportamento umano e verificare cosa succede quando un’autorità ordina di compiere un’azine immorale Milgram insegnate a Yale, laureatosi ad Harvard. Psicologia sociale. In quegli anni sta compiendo studi sulle metropoli, l’oggetto della sua ricerca sono le interazioni sociale. Ciò che lo stupisce sono le reazioni umane di fronte all’autorità. Segue il processo Eichmann nei confronti di Eichmann è colpito perché è ebreo, (figlio di immigrati ebrei), inizia a seguire il processo perché resta colpito dal fatto che Eichmann sia un uomo obbediente e che la sua mostruosità si contrasti con il suo aspetto (sembra un uomo mite, educato Tranquillo). Quando Eichmann cita Kant, egli si convince che era necessario lo studio sull’obbedienza ad un’autorità. Con l’esperimento si chiede se è possibile arrivare ad uccidere solo perché un’autorità superiore a noi lo chiede. Comincia a pensare fare degli esperimenti. Gli sperimenti b nel ricercatore che chiedeva alle cavie di obbedire agli ordini. Osserva i comportamenti del cittadino medio americano. Per avviare l’esperimento spunta dall’elenco telefonico dei nomi, e mandano un invito, nel contempo pubblicano annunci sui giornali. Milgram presenta l’apprendimento come un semplice test di memoria, alla fine riesce a selezionare 40 persone, tutti maschi tra 20 e 50 anni, appartengono a livelli culturali differenti. Vengono divisi in 2 gruppi: gruppo dei maestri e gruppo degli allievi. Solo gli allievi vengono informati sul reale obiettivo della ricerca. Vengono create delle coppie maestro-allievo. L’esperimento consiste nel  maestro e allievo vengono separati. Il maestro è affiancato dal ricercatore (autorità). Alcuni maestri vedono e sentono quello che accade all’allievo, un atro gruppo sente e basta, e un altro non vede e non sente. Il maestro viene invitato a sedere davanti al microfono e a porre delle domande all’allievo. Se l’allievo sbaglia prende una scossa. L’allievo sa che la scossa è finta ma non il maestro. L’allievo ad un certo punto inizierà a lamentarsi per il male. Ma il maestro continua, perché ha di fianco l’autorità che gli intima con fermezza di proseguire. Alcuni smettono ma la stragrande maggioranza continua a mandare scosse. FILM “HANNAH ARENDT” Margarethe Von Trotta è la regista, ha già prodotto pellicole biografiche al femminile Von trotta individua 3 anni, dal 1961 al 1964, dal processo di Eichmann alle critiche del libro. Nelle sue interviste dichiara di aver fatto una scelta simile perché aveva come obiettivo quello di raccontare Arendt come una persona vera e non un oggetto astratto della filosofia del ‘900. La preparazione di questo film ha visto von trotta molto impegnata a prepararlo, lavora fianco a fianco con persone che hanno conosciuto Hannah Arendt (io suoi alunni, i suoi amici), tra questi è molto importante Lotte Kohler. Nel libro avvengono molti scambi di dialogo dove la lingua varia, dall’inglese al tedesco all’ebraico. Cattura le espressioni dei volti, perché i primi piani aiutano a capire i sentimenti dei protagonisti. I colori della pellicola, prevalgono i toni molto scuri, perché raccontano “i tempi bui” di Arendt. Viene usata la tecnica dello straniamento che consiste in una forma di narrazione in cui lo spettatore non resta coinvolto emotivamente nella vicenda ma ne resta distante, contrario della tecnica stanislavskij (tecnica di immedesimazione). Per questo molti critici hanno constatato che il personaggio di Arendt rimane chiuso in sé stesso. Von trotta mette a disposizione una serie di elementi affinché noi possiamo partire dai fatti per giudicare la vicenda, che ci consentiranno poi di arrivare a delle conclusioni. Personaggi Heinrich Blucher 2° marito, mette tutto in discussione, si interroga chi sia il responsabile di quello che è successo. Lotte Kohler ex studentessa, poi assistente Mary McCarthy amica di Hannah da molti anni Hans Jonas migliore amico di Arendt, filosofo tedesco naturalizzato stautinutense Kurt Blumenfeld intellettuale che ha un legame con Israele e non riuscirà a perdonare Hannah “SULLA RIVOLUZIONE” in inglese: “On revolution”. Pubblicato ne 1963, è un saggio politologico (saggio filosofico), tramite una grande casa editrice USA. Il testo affronta temi politici, ha una posizione centrale nei suoi testi perché raccoglie tutti i temi fondamentali della sua filosofia. Si misura con 2 grandi rivoluzioni: RIVOLUZIONE RUSSA (1917) E RIVOLUZIONE FRANCESE (1789-1799). Hannah si confronta con il problema della libertà dell’essere umano e sul nesso fra libertà e politica. In questo testo si evince la sua idea di politica: gesti di cura, prendersi cura dell’uomo, lo fa attraverso 2 volti: MACHIAVELLI E VIRGILIO “LA VITA DELLA MENTE” Pubblicato nel 1978, è un’opera postuma (lei è morta nel 1975) e incompleta. Viene considerata un’opera testamentaria. È una delle opere più decisive e importanti di Arendt. Viene pubblicata grazie al lavoro di editing della sua migliora amica Mary McCarthy. Questo testo si scandisce i 3 parti:  PENSARE  VOLERE pagine dedicate ad Agostino sulla volontà  GIUDICARE è la parte che non porta a termine, ma Mary pubblicalo stesso gli abbozzi in appendice Secondo lei queste facoltà dello spirito sono determinanti per essere umani. “VITA ACTIVA. LA CONDIZIONE UMANA” In inglese: “THE HUMAN CONDITION” 1958 Viene pubblicata nel 1958 in America da una prestigiosa casa editrice. È un’opera fortemente anti-marxista. Quest’opera ci permette di comprendere l’antropologia arendtiana. Il tema fondamentale è la cosa l’uomo fa: si ragiona sulle proprie azioni. riflette sulla differenza tra VITA ACTIVA (espressione medievale) e VITA CONTEMPLATIVA. Arrivando a ribaltare la visione della tradizione storica, che ha da sempre subordinato la seconda alla prima. Lei sostiene che la vita attiva è una componente della vita. A suo parere la capacità di vivere dell’essere umano è una prerogativa dello scienziato, Hannah Arendt si chiede cosa resta della nostra umanità. Riflette su quali sono le azioni che ci fanno restare umani, Arendt cerca di capire chi è l’uomo, l’azione dell’uomo non è condivisibile con altri esseri viventi. TITOLO arendt avrebbe voluto che l’opera fosse nominata come la versione italiana. Ma il suo editore non voleva. Natality è nel IV capitolo  teoria dell’azione, nasce un bambino . LA FILOSOFIA PUÒ MODIFICARE LA REALTÀ?  filosofia pratica Filosofia teoretica contemplare i fatti, ma non ha la pretesa di risolvere i problemi dell’uomo, era la vecchia concezione della filosofia. La filosofia si trasforma in filosofia pratica, cioè volta anche a risolvere i problemi dell’uomo. QUINDI LA FILOSOFIA È PRAXIS OP TEORESIS? È una contrapposizione problematica perché secondo Arendt non si può pensare senza agire e non si può agire senza pensare. Ci si torna a chiedere se la filosofia solo contemplativa non sia sbagliata, così ritorna in auge il termine PRAXIS, nel 1831 muore Hegel e si formano due scuole di pensiero, la destra e la sinistra, Marx crea una sorta di filosofia dell’azione. Marx scrive: “LA PRAXIS è l’attività umana trasformatrice del reale e produttrice di storia”, quindi praxis era un termine fondamentale per Marx. Marx intende l’azione come l’agire in senso individuale e sociale, questo concetto diventa centrale. Marx intende azione e produzione, quindi anche tutte le attività che si svolgono nei contesti lavorativi. Marx intende prassi la capacità dell’uomo di produrre, in contrasto con Arendt, il mondo può essere cambiato attraverso l’attività lavorativa dell’uomo. Frase di Marx: “i filosofi hanno semplicemente interpretato il mondo, ora si tratta di cambiarlo”. Arendt fu una lettrice di Marx, lo studiò, e, le analisi di Marx sul problema del lavoro la condussero ad interrogarsi sull’equilibrio delle attività umane, l’essere umano agisce su 3 differenti fasi: 1. Labour (lavoro) partendo da Marx dice che il lavoro è essenziale per sopravvivere e portare avanti la società, soddisfa i bisogni che lei chiama primari. Ma sui campi di concentramento c’era Per anassimandro ciò che appare (corpo-materia-sensorialità) è sospettoso e inizia a crede ceh la realtà ceh ha di fronte sia fittizia. Così si diffonde una diffidenza di fronte alle cose che mutano, anzitutto il corpo (muta, invecchia, si ammala). Tutti i filosofi greci antichi inizai a pnsare che aldilà ci sia un mondo vero. la metafisica scienza dell’essere in quanto essere (aristotele), parte della filosofia che va oltre le cose materiali, secondo i greci questo è il sapere più alto perchèè non deriva dalla sensibilità. Perché i sensi ci ingannano, e si vive in una sotra di sogno, quello che vediamo è il riverbero di un mondo vero dove si arriverà dopo la morte. I greci -sospettano dalla nascita URANISMO CULTURALE, -filosofia diventa metafisica Due furono i passaggi che portnao alla nascita ell ametafisica 1. Frammento di anassimandro 2. Essere di parneide Il detto di Anassimandro è il più antico testo filosofico conosciuto, il primo che parla di venire al mondo. Si può considerare fondamte per la filosofia. Si evince perché la filo ha dìsempe dato scarsa attenzione al natale. Ci aiuta a compredere perché il natale non è mai stato usato come categoria. Il detto è stato tramandato grazie a simpicio, studioso e filosof greco del 530 d.C.. era uno studioso di aristotele, dichiara di aver preso qusto detto da uno dei _____ di aristoele, teofrasto, allievo di aristotele che alla morte di aristotele prende la guida del paripato. Lo dichiara in un suo commento alla fisica di aristotele. Questo frammento ha più di 2500 anni. Anassimanddor filosofo dai forti interessi naturalistici che si occupa allo studio della natura, era amico e discepolo di talete, primo filosofo che fonda la prima scuola di filosofia. Anass. Usa la parola arche che singifica l’inizio di tutte le cose. E lo identifica con quello ceh chiama apreon (in greco, senza limiti forma ionic adi aperas). Quando parla di aperno intednew il principio di tutte le cose, ed è infinito. Ciò da cui sono nate tutte le cose è l’aperon. Però li avviene anche la loro dissoluzione secondo necessità. L’aperon è armonia, perfezione e infinito e tutti quelli che se ne staccano commettono colpa perché hanno preteso di vivere e hanno commessso peccato. Idea di universo Talete tutti può essere spiegato a partire dall’acqua Anassimandro  arche. Questo frammento è importamente perché è il primo modus razionale di comprensione della realtà. È vero che parla di nascita e di come si viene al mondo ma il dies natalis è un giorno di lutto perché colui che si stacca dall’aperno va incontro ad un inesorabile destino di morte. Per anassimandro la colpa di tutti ciò che si è staccato dall’aperon è__________ E da qui la colpa degli esser umani che è quella di essersi staccati, da quel momento devono pagare il fio (sotra di peccato originale), per i greci l’esistenza stessa è una condanna. Solo la morte ci solleerà da questa colpa. Anassimandro sositene che l’archè inizia con l’aperon. Il terime dissoluzione indica xanatos la morte, l’uomo è destinato ad ammalarsi e poi a morire. Analisi gli studiosi si sono lungamente interrogati sull’autenticità di questo verso, non si sa se il verso pervenuo sia autentico. Lo stile è in prosa poetica, il lingusggio è farcito di molti suoi poetici. Chiasmus è una forma incrociata è una figura retorica, se le cose nascono è necessario che muoiano. Un ulteriore segno poetico si può cogliere in quella forma identica che va a chidere le 2 parti del testo che hanno un’assonanza, è quasi un gioco stilistico e nulla è lasciato al caso. Ci sono misure musicali. Lessico è molto poetico però si intreccia anche a parole che vengono usate nella quotidianità. I termini giuridici sono molti pena, ingiustizia, espiazione. Vengono usati in maniera metaforica Parafrasi laddove tutte le cose hanno orginie (nascono e vivono) (aperon), devono necesariamente andare a finire, infatti esse pagano reciprocamente la pena e scontano la colpa per l’ingiustizia che ha commesso secondo la legge del tempo Adikia in greco, senza giustizia, la dea dell’ingiustizia Secondo l’ordine del tempo” fa riferimento a cronos Parmenide padre fondatore della metafisica, realizza il passaggio dalla fisica alla metafisica. Colui che inizia a penare che la realtà sotto i nostri occhi è una relatà fittizia ed esiete una relatà he va oltre a quello che vediamo e tocchiamo. Con parmenide si iniziano a a distinguere due mondi modno di sopra(cielo-dei) e mondo di sotto(terra- umani) Da qui la pluralità dal mondo del teoreo alla praxis che è il mondo del pensare. arendt dice che allora c’è un cortocircuito. In questa contrapposizione la nascita viene sacrificata. È solo attraverso la morte che possiamo andare in un mondo ideale Secondo arendt il dispregio della nascita ha a che fare con il dispregio del corpo, ma i greci disprezzavano il orpo. Identificava la nascita con il peso corporeo, la morte era l’esonero con quel peso corporeo. Il corpo è la nostra condizione umana. Il bambino di arendt è inatteso perché nessuno può controllare la nascita, noi nasciamo, veniamo dal nulla e ci inseriamo tra gli altri. Questo passaggio è interessante perché arendt va a rompere con la tradizione filosofica. La nascita ci mette davanti a tutti Arendt era una grecista. La sua teroia dei due mondi non era contro i greci. Per comprendere l’uomo bisogna usare il NATALITY come categoria di pensiero. Per arendt l’uomo non può essere compreso se non dal partire dal fatto che nasce. Dopo i lagher i fili della tradizione si sono sfibrati. Nei campi di concentramento l’uomo è________ a fare del male ai propri simili. I valori si sono perduti, l’uomo ha perso di unicità perché completamente prevedibile, è stato ridotto a “un fascio di reazioni”. L’uomo è diventato un animale al pari degli altri, e questo è accaduto perché nei lagher l’essere umano è diventato acritico. In questi scenari qualcosa si è rotto e allora possiamo ricominciare da capo (in filosofia), guardare cosa c’è di buono nella metafisica ma rappresentare l’ewssere umano in una forma diversa. Bisogna ricominciare e si mette in cerca di una nuova categoria che possa comprendere l’uomo ed è il NATALITY (esso non riesntra nei categoriali classici……………….. LE CATEGORIE IN FILOSOFIA Una categoria è tutto ciò che ci offere un informazione sul soggetto di cui si parla, sono dei modus di comprensione. Etimologia Categoreo io indico, mostro, addito, accuso, affermo. Ctegporia attribuzione di un predicato ad un soggetto. Le classi supreme con cui poter odrinare la realtà.” Aristotele. cioè hanno funzione predicativa (dicono di più) rispetto al soggetto. Ci dicono qualcosa in più sul soggetto. Nella lingua italiana - Predicato verbale dice l’ìazione di un osggetto - Predicato nominale esprime le qualità del soggetto Il pn è simile in filosofia perché la categoria ci dice molte cose del soggetto a cui stiamo parlando. Il predicato è un elemento della frase, può essere una parola o un gruppo di parole che definiscono meglio il soggetto In un senso più generale le categorie sono il punto di vista da cui giudicare la realtà, quasi come fossero dei punti di vista. (PAG 35 NATI PER INCOMINCIARE) agnizione e peripezia Topos meccanismo narrativo che si ripete puntualmente. Tutte le opere greche venivano costruite secondo questo schema narrativo che oggi ci consente di individuare molti luoghi comuni. Nella tragedia greca il colpo di scena viene affidato al bambino che solitamente è un bambino eroico, destinato a fare cose grandi. Il momento topico è collegato alla fine della tragedia greca. In momenti drammatici dove gli intrecci narrativi sono complicati. Tra i vari luoghi comuni vi era l’agnizione indica il riconoscimento. Questo termine è anche un termine giuridico e indica un preciso negozio. Nel linguaggio artistico indica un momento cruciale quello dove viene svelata l’identità del personaggio, solitamente quello principale. L’agnizione è un espediente narrativo molto simile al colpo di scena. Il bambino arendtiano ha le caratteristiche dell’agnizione. Il meccanismo della agnizione no è inconsueto, è molto presente nei poemi epico-cavallereschi. È curioso che le opere arendtiane funzionino un po’ come delle tragedie greche, perché appare il bambino come colpo di scena e nel contempo fa capire. Il termine agnizione compare in un’opera di Aristotele, ed è “la poetica” (334-335 a.C.) trattato dedicato all’arte. Egli usa il termine per indicare ciò che piomba addosso. Lo fa tramite un trattato solitamente adoperato per scrivere un’opera molto estesa dove si affrontavano argomenti di carattere scientifico. Aristotele ha il merito di aver introdotto un colpo di scena anche nelle opere scientifiche. Agnizione per Aristotele indica un pasaggio da uno stato di ignoranza ad uno stato di sapienza. In cui poi avviene uno sconvolgimento che va a rompere. Tutti i nodi della narrazione si sciolgono e viene provocato un nuovo corso degli eventi, l’inatteso di fronte al quale ci troviamo deve essere credibile e razionale. Peripezia svelamento delle capacità del protagonista Arendt nelle sue opere usa il bambino come un topos, per lei nascere è una vera e propria agnizione. Il bambino appare inatteso e come un eroe classico.
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