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Fisica Mercatorum, Test + domande inedite Agg. 2024, Prove d'esame di Fisica

Il documento è composto da tutte le domande dei test di valutazione, dei test finali e domande inedite. Se lo comprare vi invito a lasciare una recensione. Grazie

Tipologia: Prove d'esame

2023/2024

In vendita dal 27/01/2022

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Scarica Fisica Mercatorum, Test + domande inedite Agg. 2024 e più Prove d'esame in PDF di Fisica solo su Docsity! BANCA DATI : FISICA 1 Una teoria scientifica è: a L’insieme delle osservazioni di un fenomeno naturale b La verifica sperimentale di un’ipotesi c Il processo di misura di una grandezza fisica d L’insieme dei principi e leggi fisiche e/o il modello che spiega un fenomeno naturale 2 Una grandezza fisica è: a Un’unità di misura b Una proprietà misurabile di un’entità fisica c Un campione di riferimento d La legge che descrive un fenomeno 3 Le grandezze fondamentali del Sistema Internazionale sono: a Lunghezza, massa, tempo, intensità di corrente elettrica, temperatura termodinamica, quantità di sostanza, intensità sonora b Lunghezza, peso, tempo, intensità di corrente elettrica, temperatura termodinamica, quantità di sostanza, intensità luminosa c Lunghezza, massa, tempo, densità di carica elettrica, temperatura termodinamica, quantità di sostanza, intensità luminosa d Lunghezza, massa, tempo, intensità di corrente elettrica, temperatura termodinamica, quantità di sostanza, intensità luminosa 4 La distanza Terra-Sole è superiore al diametro terrestre di un numero di ordini di grandezza pari a: a Quattro b Undici c Uno d Sette 5 Lo strumento di misura è un apparato che permette il confronto tra: a Due grandezze fisiche fondamentali b Una grandezza fisica e l’unità di misura di riferimento c Una grandezza fisica fondamentale e una grandezza fisica derivata d Due grandezze fisiche derivate 6 Il range di misura di uno strumento è a L’intervallo di valori che può assumere una grandezza fisica b Il tempo di risposta del sensore alla sollecitazione prodotta dalle variazioni della grandezza da misurare c L’intervallo tra il minimo e il massimo valore della grandezza fisica che lo strumento può apprezzare d La più piccola variazione della grandezza che può essere apprezzata sulla scala dello strumento 7 In uno strumento di misura: a Accuratezza e precisione sono due caratteristiche indipendenti b Accuratezza e precisione sono sinonimi c L’accuratezza dipende dalla precisione d La precisione dipende dall’accuratezza 8 L’errore assoluto massimo di una misura è: a Il valore medio di n misure distinte della stessa grandezza b La differenza tra il massimo e il minimo valore delle n misure distinte della stessa grandezza c La semidifferenza tra il massimo e il minimo valore delle n misure distinte della stessa grandezza d Il rapporto tra il massimo e il minimo valore delle n misure distinte di una data grandezza 9 L'operazione di contare quante mattonelle quadrate di 0.04 m2 di area e sue frazioni ricoprono il pavimento di una stanza rettangolare: a Non è una misura b E’ una misura diretta dell’area della stanza c E’ una misura indiretta dell’area della stanza d Non basta per stimare l’area della stanza: E’ necessario conoscere la lunghezza dei due lati della stanza 10 La radice quadrata di 25000000 è uguale a: a 50000 b 5×10 −5 ¿ ¿ c 5×106 1 Una sostanza decade nel tempo secondo la seguente legge esponenziale N(t)=Noe-λt, dove N(t) è la quantità di sostanza in funzione del tempo t, No è la quantità di sostanza iniziale nota, e λ è la costante di decadimento. L’equazione inversa, che permette di determinare il tempo trascorso in funzione della quantità di sostanza residua, è data: a Dalla formula b Dalla formula c Dalla formula d L’espressione non è invertibile 2 La funzione tanα per α=π/2 possiede una discontinuità di: a Prima specie b Non ha discontinuità c Seconda specie d Terza specie 3 La derivata di una funzione f(x) calcolata per il valore x della variabile misura: a La tangente trigonometrica dell’angolo che la tangente geometrica alla curva f(x) nel punto x forma con l’asse delle ascisse. b La tangente trigonometrica dell’angolo che la tangente geometrica alla curva f(x) nel punto x forma con l’asse delle ordinate. c La lunghezza della curva compresa tra x e x+Δx d Il differenziale df(x) della funzione 4 La derivata di [f(x)]n è uguale: a b c d 5 La derivata prima della funzione f(x)=3x𕓼x è: a Uguale a 5 b Uguale a 6x c Uguale a 12x d Uguale a x 6 Se la derivata prima di una funzione continua f(x) è una costante diversa da zero in tutto il dominio di definizione della funzione vuol dire che: a La funzione è l’equazione di una retta b La funzione rappresenta una parabola c La derivata seconda della funzione rappresenta una retta d La funzione è anch’essa una costante diversa da zero 7 Sia data la grandezza V=abc, dove a è un infinitesimo del primo ordine, b è un infinitesimo del secondo ordine e c è un infinitesimo del terzo ordine. Consegue che V è un infinitesimo: a Del terz’ordine b Del sesto ordine c Del primo ordine d Del secondo ordine 8 Condizione necessaria e sufficiente affinché df sia il differenziale esatto di una funzione f(x,y) è che: a Sussista l’uguaglianza b Sussista l’uguaglianza c Sussista l’uguaglianza d Sussista l’uguaglianza 9 Un minimo locale di una funzione continua f(x) in x=a è caratterizzato da: a Derivata prima nulla e derivata seconda positiva in x=a b Derivata prima nulla e derivata seconda positiva in x=0 c Derivata prima positiva e derivata seconda nulla in x=a d Derivata prima e derivata seconda entrambe nulle in x=a 10 Un flesso si dice ascendente quando: a La funzione passa da sopra a sotto la retta individuata dalla derivata nel punto di flesso b La derivata seconda della funzione nel punto di flesso è positiva passa sopra la retta individuata dalla derivata nel punto di flesso c La derivata seconda della funzione nel punto di flesso è negativa d La funzione passa da sotto a sopra la retta individuata dalla derivata nel punto di flesso 1 L’integrale indefinito di una funzione f(x) è dato: a Da una funzione primitiva definita a meno di una costante moltiplicativa arbitraria b Dalla derivata prima della funzione f(x) c Da una funzione primitiva definita a meno di una costante additiva arbitraria d Dal differenziale della funzione primitiva 2 Se F(x) è una funzione primitiva di f(x), l’integrale definito di f(x) tra il limite inferiore x1 e quello superiore x2 , con x1 >x2 è dato da: a F(x2)-F(x1) b F(x1)-F(x2) c F(x2) F(x1)∙ d F(x)+C con C costante arbitraria 3 L’integrale della funzione 2f(x) è uguale : a All’integrale di 2 pìù l’integrale di f(x) b A 2 più l’integrale di f(x) c All’integrale di f(x) d A 2 moltiplicato l’integrale di f(x) 4 L’integrale della somma di due funzioni f(x) e g(x) è uguale: a All’integrale di f(x) più l’integrale di g(x) b All’integrale di f(x) per l’integrale di g(x) c All’integrale del prodotto f(x)g(x) d All’integrale di f(x) diviso l’integrale di g(x) 5 L’integrale definito di una funzione f(x) calcolato tra x=a e x=b (con a a Compresa tra la curva f(x) e l’asse delle ordinate, limitata lateralmente dalle perpendicolari all’asse delle y per y=f(a) da un lato e per y=f(b) dall’altro lato b Compresa tra la curva f(x) e l’asse delle ascisse, e lateralmente limitata dalle perpendicolari all’asse delle x per x=a da un lato e per x=b dall’altro lato 6 Il modulo dell’accelerazione centripeta è: a Direttamente proporzionale al raggio di curvatura della traiettoria b Direttamente proporzionale alla curvatura della traiettoria c Inversamente proporzionale alla curvatura della traiettoria d Indipendente dalla curvatura della traiettoria 7 Nel moto rettilineo uniformemente accelerato, la velocità: a E’ costante in direzione e verso, ma il modulo varia nel tempo b In modulo varia nel tempo secondo la legge v(t)=(1/2)at2 c E’ costante in modulo, direzione e verso d In modulo varia nel tempo secondo la legge v(t)=vot 8 Un sasso viene lasciato cadere da una rupe. Dopo un tempo t dall’inizio del moto la sua velocità è 15 m/s. All’istante 3t la velocità è: a 5 m/s b 15 m/s c 30 m/s d 45 m/s 9 Nel moto rettilineo, l’accelerazione media è zero quando: a La velocità iniziale e quella finale hanno valore assoluto e segno uguali b La velocità iniziale e quella finale hanno valore assoluto uguale e segno diverso c La velocità iniziale e quella finale hanno valore assoluto e segno differenti d Il valore assoluto della velocità finale è maggiore di quello della velocità iniziale, mentre il segno è lo stesso 10 Un aereo parte da fermo, accelera uniformemente in direzione nord e raggiunge la velocità di decollo di 60 m/s in 4 s. Lo spazio che l'aereo ha percorso al momento del decollo è: a Pari a 60 m b Pari a 360 m c Pari a 240 m d Pari a 960 m 1 Un certo oggetto si sta muovendo a velocità costante. Le seguenti affermazioni potrebbero risultare tutte vere, tranne quella che dice che : a Due forze agiscono sull’oggetto simultaneamente b Tre forze agiscono sull’oggetto simultaneamente c Una sola forza agisce sull’oggetto d Non ci sono forze che agiscono sull’oggetto 2 Tra i seguenti accadimenti, quello che rappresenta una violazione della prima legge del moto di Newton è: a Un bicchiere di vetro è appoggiato su un tavolo della carrozza ristorante di un treno. Avvicinandosi a una stazione, il treno frena e il bicchiere scivola in avanti b All’interno di un aeroplano, una piccola borsa è depositata nella parte anteriore di un vano per bagagli. Quando l’aereo inizia la corsa per il decollo la borsa scivola all’indietro, verso la parte posteriore del vano c Un bambino è seduto sul sedile posteriore di un’automobile senza indossare la cintura di sicurezza. Durante la marcia (in avanti), il conducente è costretto a eseguire una brusca frenata. Il bimbo vola in avanti e urta il lato posteriore del sedile davanti. d Un pupazzetto di plastica pende da un filo agganciato allo specchio retrovisore di un’automobile. Alla partenza dell’auto (in avanti), il ciondolo si sposta verso il parabrezza anteriore. 3 Nel moto circolare la velocità angolare è definita come: a La derivata prima dell’angolo di rotazione rispetto alla distanza del punto che ruota dall’asse di rotazione b La derivata seconda dell’angolo di rotazione rispetto al tempo c La velocità tangenziale diviso lo spostamento angolare d La derivata prima dell’angolo di rotazione rispetto al tempo 4 Un certo oggetto si sta muovendo con accelerazione costante. Le seguenti affermazioni tutte potrebbero risultare vere, tranne quella che afferma che: a Una sola forza agisce sull’oggetto b Non ci sono forze che agiscono sull’oggetto c Tre forze agiscono sull’oggetto simultaneamente d Due forze agiscono sull’oggetto simultaneamente 5 La quantità di moto è definita come un vettore pari: a Al prodotto della massa per il vettore velocità b Al prodotto della massa per il vettore accelerazione c Al prodotto vettoriale tra la velocità e l’accelerazione d Al prodotto della massa per lo spostamento 6 Due pattinatori sul ghiaccio, Marco e Andrea, impugnano i capi opposti di una corda. Ognuno tira il compagno verso di sé. Il modulo dell’accelerazione di Alessio è 1,25 volte il modulo dell’accelerazione di Mattia. Il rapporto tra la massa di Alessio e quella di Mattia: a Vale 0.8 b Vale 1.25 c Vale 1.25 kg d Vale 0.25 kg 7 La massa e il peso di un oggetto sono: a La stessa grandezza, espressa in unità di misura diverse b Grandezze inversamente proporzionali c Grandezze direttamente proporzionali d La stessa grandezza, espressa nella stessa unità di misura 8 Una forza costante orizzontale di 10 N trascina per 10 s un blocco di massa 100 kg, posto su una superficie orizzontale liscia senza attrito. La velocità raggiunta dal blocco alla fine dei 10 s, sapendo che all’inizio il blocco era in quiete: a Vale 10 m/s b Vale circa 0.28 m/s c Vale 1 km/h d Vale 1 m/s 9 Un ragazzo di massa 35 kg è fermo su una bilancia sulla spiaggia di Rimini. La sua forza peso è: a Di 35 kg b Di 343 N c Di 343 kg d Di 35 N 10 Un’utilitaria della massa di 1000 kg è stata bloccata da una nevicata improvvisa. Per estrarla dalla neve, viene trainata con un cavo che esercita una forza di 6000 N diretta verso nord. A loro volta, neve e fango applicano sulla vettura una forza di modulo 5000 N diretta a sud. Durante il traino l’accelerazione dell’auto è pari: a A 6 m/s2 verso nord b A 1 m/s2 verso nord d Di circa 2.1 s 1 L'energia cinetica di un corpo in caduta libera in assenza di attrito: a Dipende dalle dimensioni del corpo b Aumenta al ridursi della quota c E' costante d Diminuisce al ridursi della quota 2 Due persone di identica massa superano un dislivello di 3 m, A, salendo su di una pertica verticale, l'altro, B, impiegando una scala inclinata. Il lavoro maggiore contro le forze del campo gravitazionale è stato compiuto da : a A b B c Nessuno dei due perché il lavoro compiuto è uguale d Non si può calcolare, perché occorre conoscere il tempo impiegato nella salita 3 Un corpo pesante di massa m si muove (senza attriti) nel campo di forze conservativo della gravità (g = cost) con energia cinetica T, energia potenziale V ed energia totale E. Indicare l'equazione errata: a V = m g h b T = (1/2) m v2 c T = E -V d E = T - V 4 Una possibile unità di misura del lavoro è: a Caloria b N/m2 c BTU/J d N/m 5 La potenza istantanea è definita come: a Il rapporto fra il lavoro L fornito e l'intervallo di tempo t richiesto per fornirlo b La derivata del lavoro L fatta rispetto al tempo t c Il prodotto scalare tra la forza f e l'accelerazione a d Il prodotto vettoriale tra la forza f e la velocità v 6 Una forza costante F, agendo per un tempo t su un corpo di massa m, ne fa aumentare la velocità di un fattore 10 rispetto a quella iniziale. Si può senz'altro affermare che: a L'energia cinetica del corpo è aumentata di 10 volte b L'accelerazione del corpo è aumentata di 10 volte c La quantità di moto del corpo è aumentata di 10 volte d L'energia potenziale del corpo è aumentata in ragione della radice quadrata della velocità 7 L'energia di deformazione è definita come: a E=(1/2)mx2 dove m è la massa del corpo elestico e x la deformazione b E=(1/2)mv2 dove m è la massa del corpo elestico e v la velocità di deformazione c Il lavoro richiesto per un allungamento finito x di un corpo elastico d La potenza richiesta per un allungamento finito x di un corpo elastico 8 Un modellino di aereo di massa 3,00 kg vola con una velocità che ha una componente di 3 m/s verso est e una di 4 m/s verso nord. L’energia cinetica del modellino: a Vale16 J b Vale 25 kgm2/s2 c Vale 25 J d Vale 37.5 J 9 L'altezza dal suolo alla quale la velocità di un grave in caduta libera senza attriti, inizialmente a riposo a 16 m, uguaglia la metà di quella finale, è: a Pari a 14 m b Pari a 12 m c Pari a 8 m d Pari a 4 m 10 Un corpo, di massa Ma = 50 kg, sale con velocità costante lungo un piano inclinato raggiungendo l'altezza di 10 m in 5 s, mentre un secondo corpo, di massa Mb = 100 kg, raggiunge la stessa altezza in 10 s. Si verifica che: a Ai due corpi è stata fornita la stessa energia e la stessa potenza b L'energia fornita ad Ma è maggiore di quella fornita ad Mb, mentre le potenze sono uguali c L'energia fornita ad Ma è minore di quella fornita ad Mb, mentre le potenze sono uguali d I due corpi hanno consumato la stessa energia, mentre la potenza fornita ad Ma è maggiore di quella fornita ad Mb 1 Considerando che la massa della Terra è di 5.98· 1024 kg e quella della luna di 7.35· 1022 kg, e che la distanza Terra-Luna è di 385000 km, si deduce che la distanza del baricentro del sistema Terra-Luna dal centro della Terra è pari: a A circa 192500 km b A circa 390000 km c A circa 313000 km d A circa 4670 km 2 La densità di un corpo si misura nel SI in: a Kg·m-3 b Kg·m3 c N·m-3 d Kg·m/s 3 Le seguenti affermazioni per le quantità di moto sono tutte false tranne una. Individuare quella giusta: a Sono quantità scalari b Si sommano con la regola del parallelogrammo c Sono uguali al prodotto della massa per il quadrato della velocità d Sono nulle se il moto è rettilineo e uniforme 4 Se su un sistema materiale in moto non agiscono forze esterne, consegue che: a La quantità di moto del baricentro del sistema è costante b L'accelerazione del baricentro del sistema è costante c L'impulso applicato al baricentro del sistema è costante d La velocità del baricentro cresce linearmente col tempo 5 L'integrale delle forze esterne applicate al baricentro di un sistema materiale esteso all'intervallo temporale da t1 a t2 esprime: a La quantità di moto totale media del sistema materiale nell'intervallo di tempo considerato b La forza media applicata al sistema materiale nell'intervallo temporale considerato c L'impulso risultante delle forze esterne per l'intervallo considerato, applicato al centro di massa del sistema c Rispetto a un asse perpendicolare a quello passante per il centro di massa d Rispetto a un qualsiasi altro asse 5 Il periodo delle oscillazioni di un pendolo fisico è equivalente a quello di un pendolo semplice che abbia una lunghezza pari: a Al momento d'inerzia I del pendolo fisico rispetto all'asse di rotazione diviso il prodotto della sua massa m per la distanza h del suo baricentro dall'asse di rotazione: I/(mh) b Al prodotto del momento d'inerzia I del pendolo fisico rispetto all'asse di rotazione per la sua massa m, il tutto diviso la distanza h del suo baricentro dall'asse di rotazione: (Im)/h c Al prodotto del momento d'inerzia I del pendolo fisico rispetto all'asse di rotazione per la distanza h del suo baricentro dall'asse di rotazione, il tutto diviso la massa m del pendolo: (Ih)/m d Al rapporto tra la massa m del pendolo fisico e la distanza h del suo baricentro dall'asse di rotazione: m/h 6 Fra tutte le seguenti operazioni, una soltanto fa raddoppiare il periodo di oscillazione di un pendolo fisico che compie piccole oscillazioni attorno alla sua posizione di equilibrio: a A) raddoppiare la massa del pendolo b B) raddoppiare la lunghezza del pendolo c C) quadruplicare il momento d'inerzia del pendolo rispetto all'asse di rotazione d D) raddoppiare l'ampiezza di oscillazione del pendolo 7 Una sferetta di massa 2 kg e raggio 5 cm ruota orizzontalmente attorno a un asse veticale distante 1 m dal centro della sferetta, con velocità angolare costante di 2 rad/s. Il lavoro da compiere per portare la velocità angolare a 4 rad/s è pari: a A 16 joule b A 12 joule c A 4 joule d 2 joule 8 Un corpo rigido di massa 10 kg è in rotazione attorno a un asse baricentrico con velocità angolare costante di 2 rad/s. Il momento delle forze applicate è pari: a A 0 N·m b A 20 N·m c A 2 N·m d A 10 N·m 9 Un corpo rigido ruota attorno a un asse con una velocità angolare che cresce costantemente di 2 rad/s ogni secondo. Il suo momento d'inerzia rispetto all'asse di rotazione è pari 108 gr·cm2.Consegue che il momento delle forze applicate è pari: a A 5䞆 8 N·m b A 0 N·m c A 2䞆 N·m d A 20 N·m 10 Un sistema costituito da quattro sferette identiche, ciascuna di massa 1 kg, poste rigidamente ai vertici di un supporto quadrato di lato (2)1/2 m e di massa trascurabile, genera un momento d'inerzia, rispetto a un asse nomale al supporto passante per uno dei suoi vertici, pari: a A 4 kg·m2 b A 16 kg·m2 c A 8 kg·m2 d A 2 kg·m2 1 Lungo un'autostrada rettilinea viaggiano due automobili A e B nello stesso verso con riferimento al casello di entrata, entrambe con velocità costante, A di 84 km/h e B di 120 km/h. Un passeggero nell'auto B nel sistema di riferimento solidale con l'auto A, vede la propria auto viaggiare alla velocità: a Di 120 km/h b Di 10 m/s c Di 84 km/h d Di 36 km/h nel verso opposto 2 Due osservatori in moto relativo traslatorio uniforme, in relazione ai rispettivi sistemi di riferimento, misurano di un punto P nello spazio: a La stessa posizione, la stessa velocità, ma accelerazioni differenti b Posizione e velocità differenti, ma accelerazioni uguali c La stessa posizione, la stessa accelerazione, ma velocità differenti d La stessa posizione, la stessa velocità e la stessa accelerazione 3 In due sistemi di riferimento in moto relativo traslatorio uniforme, la relatività galileiana esige che il tempo è una variabile: a Dipendente dalla posizione relativa dei due sistemi b Dipendente dalla velocità relativa dei due sistemi c Dipendente dall'accelerazione relativa dei due sistemi d Assolutamente indipendente 4 In un sistema di riferimento x',y',z' in moto relativo traslatorio uniforme con velocità V rispetto a un altro sistema di riferimento x,y,z, nella direzione e verso positivo dell'asse y, di un punto P: a L'ascissa x' è uguale all'ascissa x b L'ascissa x' è uguale all'ascissa x meno Vt c L'ascissa x' è uguale all'ascissa x meno (1/2)at2/td> d L'ascissa x' è uguale all'ascissa x meno [(1/2)at2+Vt] 5 Un vento soffia in verso opposto allo spostamento di un aereo che ha una velocità di 800 km/h rispetto al suolo. Se il vento ha una velocità di 80 km/h rispetto al suolo, i motori imprimono all'aereo una velocità: a Pari 800 km/h b 720 km/h c 880 km/h d Non ci sono elementi per rispondere 6 Se un primo sistema è inerziale e il moto di un secondo sistema è accelerato rispetto al primo, quest’ultimo: a È un sistema inerziale e la legge di Newton è ancora valida b Non è un sistema inerziale, ma la legge di Newton è valida c È un sistema inerziale, ma la legge di Newton non è più valida d Non è un sistema inerziale e la legge di Newton non è più valida 7 In un sistema solidale con la Terra, l'accelerazione di Coriolis cui è soggetto un punto P sulla superficie terrestre: a Non si annulla mai b Si annulla se il punto è a riposo rispetto alla Terra c Si annulla se il vettore della velocità tangenziale del punto è perpendicolare al vettore della velocità angolare della Terra d Si annullerebbe se non ci fosse l'accelerazione gravitazionale a Braccio della coppia di forze che si oppone al rotolamento b Rapporto fra il braccio della coppia di forze che origina il fenomeno dell'attrito volvente e una lunghezza caratteristica del corpo soggetto a rotolamento c Al modulo della forza peso d Alla tangente dell'angolo di inclinazione della superficie di rotolamento 9 Il numero di Reynholds per un corpo sferico di raggio 3 m in moto all'interno di un fluido di densità 1000 kg/m3 è: a Direttamente proporzionale alla viscosità del fluido e inversamente proporzionale alla velocità della sfera b Inversamente proporzionale alla viscosità del fluido e alla velocità della sfera c Direttamente proporzionale alla velocità del fluido e inversamente proporzionale alla viscosità della sfera d Direttamente proporzionale alla viscosità del fluido e alla velocità della sfera 10 Un bauletto di massa 4 Kg è appoggiato su una panchina. Sapendo che il coefficiente di attrito statico vale 0.4, l'intensità della forza necessaria a mettere in movimento la valigetta sulla scrivania: a Vale 1.6 N b Vale circa 16 N c Vale 10 N d Vale circa 100 N 1 L'energia cinetica si conserva: a In ogni urto totalmente anelastico b In ogni urto elastico c Se una parte dell'energia si trasforma in calore d In ogni processo d'urto centrale 2 Su di un tavolo da biliardo una pallina di massa m si muove con velocità costante v (trascuriamo l'attrito) in una direzione ortogonale a una delle sponde. Incontra la sponda rimbalzando indietro con la stessa velocità v. L'impulso fornito dalla sponda vale: a A) 10 mv b B) 0 mv c C) 0.5 mv d D) 2 mv 3 In una manovra ferroviaria un vagone viene lanciato verso un altro, con il quale si aggancia; dopo l'urto ambedue i vagoni procedono uniti, con moto uniforme. Confrontando gli stati del sistema prima e dopo l'urto, dire quale delle seguenti affermazioni è corretta: a L'energia cinetica diminuisce e la quantità di moto non varia b L'energia cinetica e la quantità di moto totali non variano c L'energia cinetica non varia e la quantità di moto diminuisce d Tanto l'energia cinetica che la quantità di moto totale diminuiscono 4 Due automobili di massa rispettivamente 3000 kg e 2000 kg si tamponano in autostrada. In particolare la prima auto che sta viaggiando a 108 km/h urta la seconda che si muove alla velocità di 72 km/h. Dopo l'urto la prima automobile viaggia a 20 m/s, mentre la seconda automobile: a Viaggia a una velocità che non si può calcolare, perché non si sa se l'urto è elastico o anelastico b Viaggia a 35 m/s c Viaggia a 204 km/s d Viaggia a 70 m/s 5 In un moto unidimensionale, due corpi A e B, che si muovono l'uno contro l'altro, si urtano. L'impulso che il corpo A trasferisce al corpo B, che ha una massa doppia rispetto a quella del corpo A: a È in valore assoluto il doppio dell'impulso che il corpo B trasferisce al corpo A b È in valore assoluto la metà dell'impulso che il corpo B trasferisce al corpo A c È in valore assoluto uguale all'impulso che il corpo B trasferisce al corpo A d Non si può dire, perché non si sa se l'urto è elastico o anelastico 6 In un urto elastico bidimensionale prodotto da un corpo A lanciato verso un corpo B fermo, l'energia cinetica trasferita al corpo B: a Non dipende dall'angolo di deviazione del corpo B rispetto all'asse del corpo A b È direttamente proporzionale al quadrato del coseno dall'angolo di deviazione del corpo B rispetto all'asse del corpo A c È inversamente proporzionale al coseno dall'angolo di deviazione del corpo B rispetto all'asse del corpo A d È inversamente proporzionale al seno dall'angolo di deviazione del corpo B rispetto all'asse del corpo A 7 In un urto elastico bidimensionale prodotto da un corpo A lanciato verso un corpo B fermo, avente la stessa massa del corpo A, l'energia cinetica del corpo A dopo l'urto: a Non dipende dalla massa dei corpi A e B b È direttamente proporzionale alla somma delle masse dei corpi A e B c È direttamente proporzionale alla massa del corpo B d È inversamente proporzionale al prodotto delle masse dei corpi A e B 8 Una palla da tennis viene lanciata perpendicolarmente contro una delle pareti longitudinali di un campo da tennis indoor. L'energia cinetica posseduta dalla palla dopo il rimbalzo è: a Pari al doppio dell'energia cinetica posseduta dalla palla da tennis prima dell'urto b Pressappoco nulla essendo quasi tutta trasferita alla parete dopo l'urto c Pari alla metà dell'energia cinetica posseduta dalla palla da tennis prima dell'urto d Pressappoco la stessa dell'energia posseduta dalla palla da tennis prima dell'urto 9 In un urto elastico fra due particelle, la velocità finale di ciascuna particella nel sistema di riferimento del centro di massa è in modulo: a La stessa di quella iniziale posseduta da ciascuna particella prima dell'urto b Uguale alla velocità finale del centro di massa c Non definibile d Uguale alla differenza tra la velocità iniziale e quella finale del centro di massa 10 Un carrello di massa 2 kg urta centralmente alla velocità di 10 m/s un secondo carrello fermo, proseguendo dopo l'urto alla velocità di 5 m/s. L'urto è totalmente anelastico, pertanto la massa del secondo carrello è: a A 1 kg b A 2 kg c A 5 kg d A 10 kg 1 Il modulo di un vettore somma di più vettori è uguale: a Alla somma dei moduli dei vettori addendi b Alla radice quadrata di a2+b2+c2, dove a è la somma algebrica delle componenti scalari dei vettori lungo l'asse x, b è la somma algebrica delle componenti scalari dei vettori lungo l'asse y, e c è la somma algebrica delle componenti scalari dei vettori lungo l'asse z c Alla radice quadrata di a2+b2+c2, dove a è il prodotto delle componenti scalari dei vettori lungo l'asse x, b è il prodotto delle componenti scalari dei vettori lungo l'asse y, e c è il prodotto delle componenti scalari dei vettori lungo l'asse z d Al prodotto dei moduli dei vettori addendi, diviso il numero dei vettori addendi d Da M=I2, dove a è l'accelerazione angolare del corpo in rotazione 1 L'eccentricità dell'orbita ellittica descritta da un pianeta è definita come: a Il rapporto tra la distanza focale e il semi-asse maggiore b Il rapporto tra la distanza focale e la lunghezza dell'asse maggiore dell'ellisse c Il prodotto tra la semi-distanza focale e il semi-asse maggiore d La radice quadrata del rapporto fra semi-asse maggiore e semi-asse minore 2 L'equazione dell'ellisse (x2/a2)+(y2/b2)=1 diventa quella di un cerchio quando: a Risulta a=b b Risulta a=2b c Risulta a2=b d Risulta a=b2 3 La seconda legge di Keplero deriva dal fatto che il momento angolare di un pianeta è: a Una funzione lineare del tempo b Diverso da zero e uguale al momento delle forze applicate al baricentro del pianeta, rispetto al fuoco dell'ellisse occupato dal Sole c Indipendente dalla massa del pianeta d Costante 4 La velocità di un pianeta lungo la sua orbita è: a Costante b Aumenta al crescere della distanza tra il centro di massa del pianeta e quello del Sole c Nulla al perielio d Massima al perielio e minima all'afelio 5 La terza legge di Keplero afferma che il periodo di rivoluzione di un pianeta attorno al Sole: a E' direttamente proporzionale al quadrato della distanza media del pianeta dal Sole b E' inversamente proporzionale alla radice quadrata del cubo della distanza media del pianeta dal Sole c E' direttamente proporzionale alla radice quadrata del cubo della distanza media del pianeta dal Sole d E' inversamente proporzionale al quadrato della distanza media del pianeta dal Sole 6 La costante di proporzionalità nella formula della terza legge di Keplero: a E' un fattore moltiplicativo adimensionale b Ha dimensione [t]2/[L]3 c Non dipende dalla massa del Sole d Dipende dalla massa del pianeta 7 L'intensità della forza di attrazione gravitazionale fra due masse m e M: a Cresce al crescere della distanza fra le due masse b Rimane costante qualunque sia la distanza fra le due masse c Si dimezza se si dimezza una qualsiasi delle due masse d Si raddoppia se si dimezza la distanza che le separa 8 La costante di gravitazione universale nel SI si esprime: a In m3/kg·s2 b In N·m/kg c In m/s2 d In kg·m/s 9 Date due masse di 1 kg ciascuna, poste alla distanza mutua di 10 m, il modulo della forza di attrazione gravitazionale che si esercita fra le due masse è dell'ordine: a 1E-12 N b 1E-6 N c 1 N d 100 N 10 Per avere un'accelerazione gravitazionale dell'ordine di 0.1 m/s2 in un punto distante 10 km dal centro di un massa sferica omogenea di raggio 1 km, la sua densità di massa deve essere dell'ordine: a Di 1016 kg/m3 b Di 108 kg/m3 c Di 100 kg/m3 d Di 10-8 kg/m3 1 Il lavoro svolto nel muovere l’unità di massa esploratrice di un campo gravitazionale da un punto a un altro allo stesso potenziale: a Dipende dall'intensità della sorgente del campo gravitazionale b Dipende dal percorso che si effettua dal punto di partenza a quello di arrivo c E' sempre nullo d Dipende dalla velocità di spostamento da un punto all'altro 2 Nel caso di una massa puntiforme, le superfici equipotenziali del campo gravitazionale da essa prodotto sono: a Superfici sferiche concentriche con centro in corrispondenza della massa puntiforme b Superfici sferiche concentriche con centro in corrispondenza della massa esploratrice del campo c Rappresentate da un fascio proprio di piani avente come retta generatrice la linea che unisce la massa sorgente del campo alla massa esploratrice d Non sono superfici, ma rette uscenti radialmente dalla massa puntiforme sorgente del campo 3 La rappresentazione di un campo gravitazionale mediante le sue linee di forza: a Fornisce la direzione e il verso della forza in ogni punto, ma non permette di valutare l’intensità della forza b Fornisce solo la direzione della forza in ogni punto, ma non il verso, e neppure permette di valutare l’intensità della forza c Permette di valutare l’intensità della forza in ogni punto, ma non fornisce la direzione e il verso della forza d Fornisce la direzione e il verso della forza gravitazionale in ogni punto, e permette anche di valutare l’intensità della forza 4 La legge di Gauss afferma che il flusso delle linee di forza di un campo gravitazionale attraverso una qualsiasi superficie chiusa che non contiene al suo interno la massa sorgente del campo: a E' direttamente proporzionale alla massa sorgente del campo b Fornisce l'intensità della forza gravitazionale in ogni punto della superficie chiusa c E' inversamente proporzionale alla massa sorgente del campo d E' sempre nullo 5 La divergenza è un operatore vettoriale che applicato a un vettore: a Fornisce un vettore perpendicolare al vettore di partenza b Fornisce una quantità scalare c Di 3 ordini di grandezza superiore d Di 3 ordini di grandezza inferiore 6 Su un diagramma bi logaritmo con il logaritmo del volume V lungo le ascisse e il logaritmo della pressione p lungo le ordinate, la legge di Boyle è rappresentata graficamente: a Da una retta b Da un'iperbole equilatera c Da una parabola d Da una ellisse 7 Il coefficiente di compressibilità isoterma nel SI si esprime: a In m2·s2/kg b E' una grandezza adimensionale c In m·s2/kg d In N/m2 8 Nel bilancio delle forze agenti su un elemento infinitesimo di fluido all'equilibrio: a Le forze di volume sono trascurabili rispetto a quelle di superficie perché infinitesimi di ordine superiore b Le forze di superficie sono trascurabili rispetto a quelle di volume perché infinitesimi di ordine superiore c Le forze di volume sono trascurabili rispetto a quelle di superficie perché infinitesimi di ordine inferiore d Le forze di superficie sono trascurabili rispetto a quelle di volume perché infinitesimi di ordine inferiore 9 La legge di Boyle per i gas afferma che: a Il rapporto pressione/volume è costante b Il prodotto pressione·volume è uguale a 1/p, dove p è la pressione c Il prodotto pressione·volume è costante d Il rapporto pressione/volume è uguale a p, dove p è la pressione 10 Il brinamento è il passaggio dallo stato: a Gassoso a quello liquido b Gassoso a quello solido c Liquido a quello gassoso d Stato solido a quello liquido 1 La superficie libera di un liquido in equilibrio: a Tende ad incurvarsi per effetto della gravità b Tende ad innalzarsi per effetto della tensione superficiale c Tende ad abbassarsi per le forze di gravità d Si dispone ortogonalmente alla risultante delle forze in ogni suo punto 2 La pressione idrostatica alla base di un tubo verticale: a E' indipendente dalla sezione della colonna liquida b E' indipendente dalla densità del liquido c Si misura in Atm/m2 d E' dipendente dalla sezione della colonna liquida 3 Le altezze di due liquidi diversi, contenuti in due recipienti aperti superiormente e intercomunicanti: a Variano proporzionalmente alla quantità di liquido contenuta in ogni recipiente b Sono inversamente proporzionali alle rispettive densità c Sono uguali se i recipienti hanno uguale sezione d Sono direttamente proporzionali ai rispettivi pesi specifici 4 Un recipiente cilindrico alto 30 cm è riempito di liquido. La pressione sul fondo del recipiente dipende: a Dal volume del recipiente b Dal volume del recipiente c Dalla massa del liquido d Dalla densità del liquido 5 In un liquido in quiete la legge di Stevino esprime: a Una proporzionalità inversa tra pressione assoluta e profondità b Una proporzionalità diretta tra differenza di pressione e profondità c Una relazione quadratica tra pressione assoluta e densità del fluido d Una dipendenza della pressione del quadrato dell'accelerazione di gravità 6 Un recipiente aperto contiene un liquido (densità d, pressione ambiente Pa, accelerazione di gravità g). La differenza di pressione tra due punti situati a profondità che differiscano di 1 m è: a E' data da: Pa + dg b E' data da: dg c E' data da: Pa - dg d E' data da: d/g 7 Il lavoro delle forze di pressione esercitate su un elemento di massa di un fluido è dato: a Da dL=pdV dove dL è il lavoro elementare, p è la pressione e dV è l'elemento di volume del fluido b Da dL=pdS dove dL è il lavoro elementare, p è la pressione e dS è l'elemento di superficie del fluido c Da dL=pdh dove dL è il lavoro elementare, p è la pressione e dh è lo spostamento elementare del fluido d Da dL=pdm dove dL è il lavoro elementare, p è la pressione e dm è l'elemento di massa del fluido 8 La pressione maggiore è esercitata da una colonna d'acqua avente: a Altezza 1 m; sezione 2 cm2 b Altezza 1,40 m; sezione 1 cm2 c Altezza 0,001 m; sezione 1 mm2 d Altezza 2 m; sezione 1 cm2 9 L'altezza di una colonna d'acqua (r = 1 g/cm3), per esercitare la stessa pressione di una colonna di 1 m di mercurio (r = 13,59 g/cm3), deve essere pari: a A 1359 cm b A 13.59 cm c A 1.359 m d A 135.9 m 10 La spinta di Archimede su un corpo omogeneo totalmente immerso in un fluido dipende: a Dalla densità del fluido b Dalla densità del corpo immerso c Dal peso del corpo immerso d Dalla profondità alla quale si trova il corpo 1 La superficie libera di un liquido in equilibrio: a Tende ad incurvarsi per effetto della gravità b Si dispone parallelamente al fondo del recipiente che lo contiene c Tende ad innalzarsi per effetto della tensione superficiale d Si dispone ortogonalmente alla risultante delle forze in ogni suo punto 2 In due tubi capillari verticali di raggio diverso comunicanti, il livello di un liquido che bagni la parete è più alto: a Nel capillare di raggio maggiore b Nel capillare di raggio minore c Il livello è lo stesso d Dipende solo dal colore del liquido 3 La superficie libera di un liquido posto in una centrifuga cilindrica, che ruota alla velocità angolare costante w intorno al proprio asse centrale, assume la forma: a Di un paraboloide con la concavità rivolta verso l'alto e il vertice sull'asse di rotazione b Di un piano parallelo al fondo del contenitore cilindrico c Di un paraboloide con la concavità rivolta verso il basso e il vertice sull'asse di rotazione d Della superficie laterale di un cono rovesciato col vertice sull'asse di rotazione 4 Su corpuscolo in sospensione su un liquido in centrifugazione, di dimensioni trascurabili rispetto alla distanza dall'asse di rotazione, agisce una forza radiale data: a Dalla risultante della spinta di Archimede e della forza centrifuga b Dalla risultante della forza peso e della forza centrifuga c Dalla risultante della forza peso e della spinta di Archimede d Dalla sola forza centrifuga 5 Fra due elementi di fluido che scorrono l'uno rispetto all'altro s'instaura una forza tangenziale: a Nulla b Direttamente proporzionale all'estensione della superficie di contatto c Inversamente proporzionale alla viscosità del fluido d Inversamente proporzionale al gradiente di velocità fra i due elementi 6 Il coefficiente di attrito interno di un fluido nel SI si misura: a In kg m s-2 b In kg m2 s-1 c In kg m-1 s-1 d In kg s-1 7 Nella misura della tensione superficiale di un liquido, la forza necessaria ad estrarre un filo dallo strato limite del liquido è: a Pari alla forza peso del filo b Pari alla tensione esercitata dal liquido su tutta la lunghezza del filo c Data dalla somma della tensione esercitata dal liquido su tutta la lunghezza del filo, della forza peso del filo e della forza centrifuga d Data dalla somma della tensione esercitata dal liquido su tutta la lunghezza del filo e della forza peso del filo 8 L'altezza h di una colonna liquida in un capillare è: a Direttamente proporzionale al coefficiente di tensione superficiale del liquido b Inversamente proporzionale al coefficiente di tensione superficiale del liquido c Non dipende dal coefficiente di tensione superficiale del liquido d Direttamente proporzionale al raggio della sezione circolare del capillare 9 Dati due liquidi A e B, aventi differente densità, con quella di A maggiore di quella di B, ma pari coefficiente di tensione superficiale, inseriti in tubi capillari con identica sezione circolare: a L'altezza capillare di A è maggiore di quella di B b L'altezza capillare di A è minore di quella di B c L'altezza capillare di A è uguale a quella di B d I dati non sono sufficienti a stabilire il confronto fra le relative altezze capillari 10 Affinché un liquido si innalzi all'interno di un tubo capillareè necessario che: a La forza di coesione fra le molecole del fluido superi la forza di adesione del liquido alla parete del tubo b La forza di adesione del liquido alla parete del tubo superi la forza di coesione fra le molecole del fluido c La forza di adesione del liquido alla parete del tubo equilibri la forza di coesione fra le molecole del fluido d La forza di adesione del liquido alla parete del tubo sia nulla 1 Un fluido ha un moto stazionario quando: a L'accelerazione delle molecole rimane costante nel tempo b L'accelerazione delle molecole rimane costante nello spazio c La velocità in ogni punto è costante nel tempo d La velocità delle molecole varia linearmente con il tempo 2 Nel moto di un liquido in un condotto, la portata è definita come: a Il rapporto fra la quantità di liquido che passa attraverso una sezione del condotto e l'intervallo di tempo in cui tale passaggio avviene b La quantità di liquido che passa in una qualunque sezione del condotto c La quantità di liquido che passa in una sezione del condotto, indipendentemente dal tempo d La quantità di liquido che passa in una sezione unitaria del condotto 3 Nella dinamica dei fluidi perfetti: a La portata è costante b La viscosità è supposta nulla c Si trascurano le forze di superficie d Si trascurano le forze di volume 4 Il gradiente di pressione in un condotto è definito come: a La variazione di pressione agli estremi del condotto b Il rapporto tra la differenza di pressione agli estremi del condotto e la sua sezione c Il rapporto tra velocità e sezione d Il rapporto tra la differenza di pressione agli estremi del condotto e la sua lunghezza 5 Un liquido ideale scorre con moto stazionario in un condotto cilindrico, (quindi a sezione costante) a pareti rigide di 45 gradi sull'orizzontale; la velocità: a Come la pressione dove il liquido è fermo b Come la differenza tra la pressione atmosferica e la pressione nei punti di velocità normale c Come la differenza tra la pressione nel punto dove il fluido viene fermato e la pressione nei punti di velocità normale d Come la somma tra la pressione nel punto dove il fluido viene fermato e la pressione nei punti di velocità normale 6 Un moderno tubo di Pitot con manometro differenziale è un dispositivo che, inserito in un condotto sede di una corrente fluida stazionaria, serve a misurare: a La pressione atmosferica b La pressione nel punto di arresto del flusso c La pressione di arresto d La pressione nei punti di velocità normale 7 In un vortice prodotto in un recipiente conico con asse verticale e foro centrale di deflusso, la velocità lineare degli elementi fluidi varia: a In ragione inversa della distanza dall’asse b In ragione inversa del quadrato della distanza dall’asse c In ragione diretta della distanza dall’asse d In ragione diretta del quadrato della distanza dall’asse 8 Nel regime laminare in un condotto cilindrico di lunghezza L e raggio R della sua sezione circolare, la portata è: a Direttamente proporzionale alla lunghezza L b Inversamente proporzionale alla differenza di pressione tra le estremità del condotto c Direttamente proporzionale alla quarta potenza del raggio R d Inversamente proporzionale al raggio R 9 In un condotto cilindrico a sezione costante, la velocità critica di un dato fluido, al di sopra della quale il moto da laminare passa a vorticoso: a Cresce all'aumentare del raggio della sezione del condotto b Cresce al diminuire del raggio della sezione del condotto c Varia, ma non dipende dal raggio della sezione del condotto d E' una costante del fluido, indipendente dalle caratteristiche geometriche del condotto 10 Il numero di Reynolds: a E’ direttamente proporzionale alla viscosità del fluido b Non dipende dalle caratteristiche del fluido c E’ inversamente proporzionale alla densità del fluido d E’ direttamente proporzionale alla densità del fluido 1 A pressione costante, l'aumento di volume d'una massa gassosa qualsiasi all'aumentare della temperatura: a Non dipende dal volume iniziale della massa gassosa b E' inversamente proporzionale al volume iniziale della massa gassosa c E' direttamente proporzionale al volume iniziale della massa gassosa d E' direttamente proporzionale al quadrato del volume iniziale della massa gassosa 2 A pressioni non troppo alte e a temperature non troppo basse, la legge di Boyle per i gas asserisce che: a A temperatura costante, il prodotto pressione per volume è costante b A temperatura costante, il rapporto volume su pressione è costante c A temperatura costante, il prodotto pressione per densità è costante d A temperatura costante, il prodotto pressione per volume varia al variare della densità 3 La seconda legge di Gay-Lussac per i gas asserisce che: a A volume costante, la pressione del gas diminuisce all'aumentare della temperatura b A pressione costante, la temperatura del gas diminuisce linearmente al diminuire del suo volume c A volume costante, la pressione del gas aumenta linearmente all'aumentare della temperatura d A pressione costante, la temperatura del gas diminuisce linearmente al crescere della sua densità 4 Per un gas perfetto: a A volume costante, un aumento della temperatura non comporta un aumento della pressione b Un aumento della temperatura a volume costante comporta un proporzionale aumento della pressione c Al variare della temperatura, il prodotto pressione per volume è costante d Il prodotto pressione per volume varia in ragione del quadrato della temperatura 5 La temperatura assoluta è definita: a Come il prodotto della temperatura Celsius per il coefficiente di dilatazione volumica dei gas b Come il rapporto della temperatura Celsius sul coefficiente di dilatazione volumica dei gas c Come la somma della temperatura Celsius più il coefficiente di dilatazione volumica dei gas d Come la somma della temperatura Celsius più l'inverso del coefficiente di dilatazione volumica dei gas 6 Lo zero assoluto della temperatura: a Corrisponde a 0°C b Corrisponde a 100°C c Corrisponde a -100°C d Corrisponde a -273.15°C 7 Per un gas perfetto: a Il coefficiente termico di tensione è uguale al coefficiente di dilatazione volumico b Il coefficiente termico di tensione è uguale all'inverso del coefficiente di dilatazione volumico c Il coefficiente termico di tensione è uguale al quadrato del coefficiente di dilatazione volumico d Il coefficiente termico di tensione è nullo a In Cal kg-1 °C-1 b In Cal c In Cal kg °C-1 d In Cal kg-1 °C 7 La capacità termica di un corpo è definita come: a Il prodotto del calore specifico per la massa b Il prodotto del calore specifico per il volume c Il prodotto del calore specifico per la densità d Il rapporto del calore specifico diviso la massa 8 Il calorimetro è un dispositivo che serva a misurare: a Il coefficiente di dilatazione volumica di un solido b La densità di un corpo al variare della temperatura c La temperatura di un corpo fra 0°C e 100°C d Il calore specifico di un corpo 9 Si definisce calore latente di fusione di un corpo: a La quantità di calore richiesta dall’unità di volume di una sostanza per passare isotermicamente e a pressione costante da solida a liquida b La quantità di calore richiesta dall’unità di massa di una sostanza per passare isotermicamente e a pressione costante da solida a liquida c La quantità di calore richiesta dall’unità di volume di una sostanza per passare isotermicamente e a pressione costante da liquida a gassosa d La quantità di calore richiesta dall’unità di volume di una sostanza per passare isotermicamente e a pressione costante da liquida a solida 10 Si definisce calore latente di evaporazione di un corpo: a La quantità di calore richiesta dall’unità di massa di una sostanza per passare isotermicamente e a pressione costante da solida a liquida b La quantità di calore richiesta dall’unità di volume di una sostanza per passare isotermicamente dallo stato solido a quello di vapore c La quantità di calore richiesta dall’unità di massa di una sostanza per passare isotermicamente dallo stato liquido a quello di vapore saturo d La quantità di calore richiesta dall’unità di volume di una sostanza per passare isotermicamente dallo stato di vapore a quello di solido 1 Il calore si propaga per conduzione quando: a Si tramette nei solidi, con spostamento macroscopico di materia b Si trasmette da un corpo ad un altro, posti a diversa temperatura e a contatto fra loro, senza movimento macroscopico di materia c Si tramette tra due corpi attraverso emissione di radiazioni elettromagnetiche nel vuoto. d Si trasmette da un corpo ad un altro, posti alla stessa temperatura ma non in contatto fra loro 2 In un corpo in cui la distribuzione delle temperature non è uniforme, il gradiente della temperatura: a E' un vettore nullo su ogni superficie isotermica b E' un vettore di modulo, direzione e verso costante in tutto il corpo c E' un vettore che in ogni punto del corpo è tangente alla superficie isotermica passante per quel punto d E' un vettore che in ogni punto del corpo è perpendicolare alla superficie isotermica passante per quel punto 3 Il postulato di Fourier ammette che la quantità di calore infinitesima che passa attraverso un elemento dS di superficie isotermica in un intervallo infinitesimo dt, sia direttamente proporzionale: a All’area dS e all'intervallo di tempo dt, ma inversamente proporzionale al gradiente di temperatura lungo la normale all'elementino dS b All’area dS, ma inversamente proporzionale all'intervallo di tempo dt e al gradiente di temperatura lungo la normale all'elementino dS c All’area dS, all'intervallo di tempo dt e al gradiente di temperatura lungo la normale all'elementino dS d All’area dS e all'intervallo di tempo dt, ma non dipende dal gradiente di temperatura 4 La conducibilità termica delle sostanze aeriformi: a Cresce con la temperatura, ed è molto debolmente influenzata dal tipo di sostanza b Cresce con la temperatura, ed è fortemente influenzata dal tipo di sostanza c Decresce con la temperatura, ed è molto debolmente influenzata dal tipo di sostanza d Decresce con la temperatura, ed è fortemente influenzata dal tipo di sostanza 5 Nella conduzione del calore attraverso una lastra indefinita omogenea a facce piane e parallele, il regime risulta stazionario: a Solo se le due facce sono portate e mantenute alla stessa temperatura b Se le due facce sono portate e mantenute a temperature differenti, costanti nel tempo c Solo dopo che le facce hanno raggiunto la stessa temperatura d Solo se il calore si trasmette dalla faccia a temperatura minore a quella a temperatura maggiore 6 La conducibilità termica dei materiali si misura nel SI: a In J m-1 K-1 b In W m K-1 c In N m-1 K-1 d In W m-1K-1 7 Nei metalli puri la conducibilità termica: a Deresce al diminuire della temperatura b Si mantiene costante al variare della temperatura c Cresce al diminuire della temperatura d Aumenta con la temperatura fino a 0°C, poi diminuisce al crescere della temperatura sopra 0°C 8 Nella conduzione del calore attraverso una lastra indefinita omogenea a facce piane e parallele, il regime risulta variabile: a Se le due facce sono portate e mantenute a temperature differenti, costanti nel tempo b Se la temperatura delle pareti, costante su tutta l’estensione di esse, varia nel tempo c Solo se il calore specifico della lastra varia nel tempo d Solo se la conducibilità termica della lastra varia nel tempo 9 Nel problema della conduzione del calore unidimensionale in regime varibile, l'equazione differenziale da risolvere è: a Un'equazione del secondo ordine per la funzione temperatura rispetto alle variabili indipendenti x e t, dove x rappresenta la dimensione spaziale e t il tempo b Un'equazione del secondo ordine per la funzione temperatura rispetto alla variabile indipendente x, dove x rappresenta la dimensione spaziale a Non può in alcun modo avvenire senza lavoro, né è possibile evitare la produzione dell’equivalente quantità di calore b Può avvenire senza lavoro, ma non è possibile evitare la produzione di calore c Può avvenire senza lavoro e senza produzione di calore d Non può in alcun modo avvenire senza lavoro, ma è possibile evitare la produzione di calore 10 Le superficie nere: a Rigettano tutte le radiazioni che cadono su di esse e hanno il minimo potere emissivo, a parità di temperatura b Rigettano tutte le radiazioni che cadono su di esse, ma hanno il massimo potere emissivo, a parità di temperatura c Assorbono tutte le radiazioni che cadono su di esse, ma hanno il minimo potere emissivo, a parità di temperatura d Assorbono tutte le radiazioni che cadono su di esse e hanno il massimo potere emissivo, a parità di temperatura 1 La costante di Avogadro NA indica: a Il numero di particelle (atomi, molecole o ioni) contenute in n moli di sostanza b Il numero di particelle (atomi, molecole o ioni) contenute in n moli di sostanza, rapportato a n c La massa delle particelle (atomi, molecole o ioni) contenute in n moli di sostanza d La massa delle particelle (atomi, molecole o ioni) contenute in n moli di sostanza, rapportato a n 2 La legge di Avogadro sancisce che: a Volumi eguali di gas diversi, anche se in condizioni di temperatura e di pressione diverse, contengono lo stesso numero di molecole b Masse eguali di gas diversi, nelle stesse condizioni di temperatura e di pressione, contengono lo stesso numero di molecole c Volumi eguali di gas diversi, nelle stesse condizioni di temperatura e di pressione, hanno la stessa massa d Volumi eguali di gas diversi, nelle stesse condizioni di temperatura e di pressione, contengono lo stesso numero di molecole 3 Sapendo che la massa molare dell'acqua (H2O) è M=18.016.10-3 kg·mol-1 , la massa in kg di 2 moli di acqua è pari: a A 36.03210-3 kg b A 9.00810-3 kg c A 4.50410-3kg d A 36.03210-23 kg 4 L'equazione di stato dei gas perfetti nella forma universale è data: a Da pV=nR dove p è la pressione, V il volume, n il numero di moli e R è la costante universale dei gas b Da pV=LT dove p è la pressione, V il volume, T la temperatura e L il lavoro compiuto da n moli di un gas perfetto nell’espansione che accompagna il riscaldamento di 1°C sotto pressione costante c Da pV=nT dove p è la pressione, V il volume, n il numero di moli e T la temperatura d Da pV=mT dove p è la pressione, V il volume, m la massa e T la temperatura 5 La costante R dei gas perfetti si esprime in unità fondamentali del SI: a In kg·m2·s-2·mol-1·K-1 b In kg·s-2·mol-1·K-1 c In kg·m2·mol-1·K-1 d In kg·m·s-1·mol-1·K-1 6 Sapendo che la costante universale dei gas perfetti vale 8.314 joule·mol-1·K-1, il volume occupato da due moli di un gas perfetto alla temperatura di 0°C e alla pressione di 101324,71 Pa è pari: a A 0 m3 b A circa 0.0224 m3 c A circa 0.0448 m3 d A circa 0.0112 m3 7 La differenza tra calore specifico a pressione costante e calore specifico a volume costante per un gas pefetto è sempre: a Maggiore di zero b Minore di zero c Nulla d Non ha senso fisico la differenza perché sono due grandezze che si esprimono in unità differenti 8 Il rapporto fra il calore specifico molare a pressione costante e il calore specifico molare a volume costante nel SI è: a Espresso in Pa/m3 b Espresso da un numero puro c Espresso in m3/Pa d Espresso in mol/m3 9 Il rapporto tra la costante universale dei gas perfetti e l'equivalente meccanico della caloria è una proprietà dei gas perfetti equivalente: a Al prodotto del calore specifico molare a pressione costante e il calore specifico molare a volume costante b Alla somma del calore specifico molare a pressione costante e il calore specifico molare a volume costante c Al rapporto tra il calore specifico molare a pressione costante e il calore specifico molare a volume costante d Alla differenza tra il calore specifico molare a pressione costante e il calore specifico molare a volume costante 10 Sapendo che la costante di Avogadro vale 6.022� mol-1 il numero di molecole di H2O presenti in 10 mol di vapor d'acqua è pari: a A 6.022䞆 24 b A 6.022䞆 22 c A 60.22䞆 24 d A 6.022䞆 23 1 Nel modello cinetico dei gas perfetti, proposto da Bernoulli, il volume effettivo della somma delle molecole di gas all'interno di un contenitore: a E' nettamente inferiore al volume del contenitore b E' nettamente superiore al volume del contenitore c E' lo stesso del volume del contenitore d Vale zero 2 In una massa di gas in quiete e in equilibrio termico, la somma delle energie cinetiche delle molecole: a Tende asintoticamente a zero col passare del tempo b Resta costante nel tempo c Cresce indefinitamente col passare del tempo d E' sempre nulla b A pressioni e temperature abbastanza alte, alle quali si può ritenere che le azioni mutue fra le molecole non siano trascurabili c Solo alla pressione di 1 atm e alla temperatura di 0°C d Solo se le molecole dei gas del miscuglio sono biatomiche 3 Il moto browniano: a E' il risultato dei moti convettivi di particelle sospese in aria b E' il moto continuo e disordinato di particelle sospese in un gas, che si trova in condizioni di quiete in senso macroscopico c E' il risultato dei soli moti rotazionali di particelle sospese in aria d E' il moto continuo e ordinato di particelle di pulviscolo trascinate da un flusso gassoso 4 L'energia cinetica media per ogni componente indipendente (grado di libertà) del moto delle molecole dei gas, macroscopicamente in quiete : a A parità di temperatura, dipende dal numero di atomi che compongono la molecola dei gas b A parità di temperatura è sempre la stessa per tutti i gas c E' sempre nulla per tutti i gas d Non dipende dalla temperatura 5 Il teorema generale di equipartizione dell’energia asserisce che: a Nel moto disordinato delle molecole di un gas, l'energia cinetica media globale del moto si equipartisce fra ogni componente indipendente (grado di libertà) del moto b Nel moto ordinato delle molecole di un gas, ad ogni componente indipendente del moto corrisponde la stessa energia cinetica media c Nel moto disordinato delle molecole di un gas, ogni componente indipendente del moto possiede la stessa energia cinetica media globale del moto d Nel moto rettilineo uniforme delle molecole di un gas, ogni componente indipendente del moto possiede la stessa energia cinetica media globale del moto 6 Nel modello statistico dei gas, la velocità media: a E' quella cui corriponde il più alto numero di molecole che la posseggono b E' la media ponderata delle velocità delle molecole del gas, dove il peso di ogni singola velocità è dato dal numero di molecole che la posseggono c E' quella che si ottiene a pressioni e temperature medie d E' quella cui corriponde il più basso numero di molecole che la posseggono 7 Nel modello statistico dei gas, la velocità quadratica media: a E' sempre minore della velocità media e della velocità più probabile b E' sempre maggiore della velocità media, ma sempre minore della velocità più probabile c E' sempre minore della velocità media, ma sempre maggiore della velocità più probabile d E' sempre maggiore della velocità media e della velocità più probabile 8 Per covolume di un gas reale si intende: a La frazione di volume indisponibile per il moto delle molecole b Il volume del recipiente che contiene il gas c Il volume occupato dal gas a pressione nulla d Il volume effettivamente disponibile per il moto delle molecole 9 Il concetto di gas perfetto descrive correttamente il comportamento dei gas reali: a Per pressioni e temperature sufficientemente piccole b Per pressioni sufficientemente piccole e densità sufficientemente alte c Per pressioni e temperature sufficientemente alte d Per pressioni e densità sufficientemente basse e temperature sufficientemente alte 10 Per pressione interna di un gas reale si intende: a L’aumento di pressione prodotto nel gas dall’azione delle forze esterne b L’aumento di pressione prodotto nel gas dall’azione delle forze intermolecolari c La diminuzione di pressione prodotta nel gas dall’azione delle forze esterne d La diminuzione di pressione prodotta nel gas dall’azione delle forze intermolecolari 1 Le trasformazioni irreversibili: a Sono quelle che avvengono in totale assenza di attrito b Non sono realizzabili nella pratica, perché richiederebbero tempi infiniti per compiersi c Sono trasformazioni quasi-statiche che avvengono per variazioni molto piccole dei parametri di stato d Non sono rappresentabili in un diagramma di stato 2 Lo stato termodinamico di una mole di gas pefetto è completamente individuato: a Dalla sola temperatura T b Quando siano assegnati individualmente i tre parametri di stato indipendenti p,V,T c Quando siano assegnati due qualsiasi fra i tre parametri di stato p,V,T d Quando siano assegnati due qualsiasi fra i seguenti parametri: pressione p, massa m e numero di moli n 3 Il piano di Clapeyron: a E' il piano tangente al geoide in un generico punto della superficie media marina b E' un sistema di coordinate cartesiane bidimensionale, dove si riporta la pressione p in ordinata, in funzione del volume V in ascissa c E' il piano ideale su cui non agisce la forza di attrito d E' il piano che individua in atmosfera la superficie isobarica corripondente alla pressione di 760 mmHg alla temperatura di 0°C 4 Tra il coefficiente di dilatazione cubica α, il coefficiente termico di tensione β e il coefficiente di compressibilità isotermica c intercorre una relazione: a Data da αβ=cpo, dove po è la pressione iniziale b Data da αc=βpo, dove po è la pressione iniziale c Data da αβc=po, dove po è la pressione iniziale d Data da α=βcpo, dove po è la pressione iniziale 5 Per volume specifico di un gas s'intende: a Il volume per unità di massa contenuta b Il volume per unità di pressione c Il volume per unità di temperatura d Il volume per unità di pressione e di temperatura 6 L’equazione di stato dei gas perfetti: a Non consente di isolare ognuno dei parametri di stato in funzione degli altri b Consente di isolare ognuno dei parametri di stato in funzione degli altri c Consente di determinare la temperatura del sistema se si conosce la pressione d Consente di determinare la temperatura del sistema se si conosce il volume 7 Per un gas perfetto, Il rapporto pV/nT, dove p è la pressione, V il volume, T la temperatura e n il numero di moli: a Rappresenta la costante universale dei gas perfetti d Si identifica con l'energia totale U del sistema diminuita dell’energia potenziale delle forze mutue attrattive e repulsive fra le molecole 7 Se un sistema termodinamico compie una trasformazione infinitesima, in cui vengono scambiate quantità infinitesime di calore Q e di lavoro L , il primo principio della termodinamica si scrive: a Nella forma dU=LdQ-QdL, dove U è l'energia totale del sistema b Nella forma dU=dQ+dL, dove U è l'energia totale del sistema c Nella forma dU=dQ-dL, dove U è l'energia totale del sistema d Nella forma dU=dQ/dL, dove U è l'energia totale del sistema 8 Quando si pone una massa m d’acqua a temperatura T1 a contatto con un corpo a temperatura T2 >T1 , essa riceve calore: a Dato precisamente dalla quantità Q=mc(T2-T1) b Dato precisamente dalla quantità Q=mc(T1-T2) c Dato precisamente dalla quantità Q=mcT1T2/(T2-T1) d Dato precisamente dalla quantità Q=c(T2-T1) 9 Due quantità di gas perfetti uguali si trovano nellostesso stato. Uno si espande a pressione costante, l’altrosi espande a temperatura costante. Alla fine, quellodei due che ha l’energia interna maggiore è: a Non ci sono elementi sufficienti per rispondere b Nessuno dei due, perché hanno la stessa energia interna c Il gas che si espande a temperatura costante d Il gas che si espande a pressione costante 10 Un gas effettua una trasformazione che gli fa aumentare l’energia interna di 1000 J. Possiamo affermare che: a La pressione del gas è cambiata b Il volume del gas è diminuito c La temperatura del gas è aumentata d Il gas non ha cambiato il suo stato 1 Un gas a pressione costante aumenta il suo volume di10 cm3. Dire di quanto aumenta la temperatura: a Di 10 °C b Non ci sono elementi sufficienti per rispondere c Di 10 K d Non è un fenomeno fisico possibile 2 L’energia interna di un gas perfetto monoatomico è direttamente proporzionale: a Alla temperatura assoluta del gas b Alla temperatura assoluta e al volume c Alla temperatura assoluta e al numero di molecole d Alla pressione del gas 3 Un gas effettua una trasformazione che gli fa aumentarel’energia interna di 1000 J. Possiamo affermare che: a Il gas non ha cambiato il suo stato b Il volume del gas è diminuito c La pressione del gas è cambiata d La temperatura del gas è aumentata 4 Due quantità di gas perfetti uguali si trovano nellostesso stato. Uno si espande a pressione costante, l’altrosi espande a temperatura costante. Alla fine, quellodei due che ha l’energia interna maggiore è: a Il primo b Il secondo c Hanno la stessa energia interna d Non ci sono elementi sufficienti per rispondere 5 Un gas in una trasformazione aumenta l’energia internadi 400 J. Indicare quale scambio di energia è quello giusto in taletrasformazione: a Q = � J; L = � J b Q = 200 J; L = 200 J c Q = 200 J; L = � J d Q = 400 J; L = 400 J 6 Un gas perfetto si espande isotermicamente dallo stato A allo stato B. Indicare quale affermazione è sbagliata: a Il lavoro che il gas compie è positivo b Il gas cede calore all’ambiente c La temperatura del gas rimane costante d L’energia interna del gas rimane costante 7 In un'espanzione isoterma: a La quantità di calore ricevuta è direttamente proprzionale al rapporto tra la pressione finale e quella iniziale b Il lavoro subito dal gas è pari al calore ceduto c La quantità di calore ceduta è inversamente proprzionale al rapporto tra la pressione iniziale e quella finale d Il lavoro fornito dal gas è pari al calore ricevuto 8 Le curve isoterme nel piano di Clapeyron sono: a Esponenziali decrescenti b Parabole equilatere c Iperboli equilatere d Esponenziali crescenti 9 Una compressione operata su un gas perfetto si dice adiabatica: a Se il gas ha uno scambio di calore con l'esterno b Quando l'aumento dell'energia interna del gas è pari al lavoro subito c Quando la diminuzione dell'energia interna del gas è pari al lavoro fornito d Quando l'aumento dell'energia interna del gas è maggiore del lavoro subito 10 L'equazione di Poisson delle trasformazioni adiabatiche è data: a Da pV=cost b Da pγV=cost, dove γ=cp/cV c Da pV-γ=cost, dove γ=cp/cV d Da pVγ=cost, dove γ=cp/cV 1 Se una macchina termica ha il rendimento del 30%, significa che: a Assorbe 1000 J di calore e produce 700 J di lavoro utile b Assorbe 1000 J di calore e produce 300 J di lavoro utile c Assorbe 300 J di calore e produce 1000 J di lavoro utile d Assorbe 1300 J di calore e produce 1000 J di lavoro utile 2 Il teorema di Carnot afferma che: a Il rendimento di un ciclo di Carnot eseguito da una sostanza qualsiasi, a parità di temperature di lavoro, è sempre uguale a quello calcolato per il gas perfetto b Il rendimento di un ciclo di Carnot eseguito da un gas perfetto, a parità di temperature di lavoro, non può essere inferiore a quello di un ciclo di Carnot esguito da una sostanza qualsiasi c Il rendimento di un ciclo di Carnot eseguito da una sostanza qualsiasi, a parità di temperature di lavoro, è superiore a quello calcolato per il gas perfetto d Il rendimento di un ciclo di Carnot eseguito da una sostanza qualsiasi, a parità di temperature di lavoro, è sempre nullo 3 Indicando con ηirr il rendimento di un ciclo irreversibile di Carnot e con hC il rendimento di un ciclo reversibile di Carnot, entrambi eseguiti alla stesse temperature di lavoro, dire quale relazione fra i due rendimenti è quella giusta: a Prima relazione: ηirr>ηc b Seconda relazione: ηir>ηc c Terza relazione: ηirr≤ ηc d Quarta relazione: ηir <ηc 4 Il rendimento di un ciclo termodinamico reversibile di Carnot è definito: a Dal rapporto fra il lavoro fornito e la quantità di calore sottratta dal serbatoio a temperatura più bassa b Dal rapporto fra la quantità di calore ceduta al refrigerante e la quantità di calore sottratta dalla sorgente a temperatura più alta c Dal rapporto fra il lavoro fornito e la quantità di calore sottratta dal serbatoio a temperatura più elevata d Dal rapporto fra la temperatura del refrigerante e la temperatura della sorgente 5 Il rendimento di un ciclo reversibile di Carnot: a Non dipende dalla sostanza che lo esegue, a parità di temperature di lavoro b A parità di temperature di lavoro, dipende dalla sostanza che lo esegue c E' sempre uguale a 1 qualunque sia la sostanza che lo esegue e qualunque siano le temperature di lavoro d Non dipende dalla sostanza che lo esegue, a parità di temperature di lavoro al di sotto di 0°C 6 Il passaggio di una certa quantità di calore da un corpo più freddo a uno più caldo: a E’ possibile solamente in un ciclo di Carnot b E’ possibile solo per trasformazioni reversibili c Non è vietato dal primo principio della termodinamica d E’ sempre vietato dal secondo principio della termodinamica 7 Durante la compressione adiabatica in un ciclo reversibile di Carnot, l'energia interna del gas: a Aumenta b Diminuisce c Diventa trascurabile d Rimane invariata 8 Il rendimento di un qualunque processo ciclico naturale nel quale venga attinto del calore a temperature non superiori a T1 e ne venga restituito a temperature non inferiori a T2 è: a Sempre uguale a (T1-T2)⁄T1 b Certamente inferiore a (T1-T2 )⁄T1 c Certamente superiore a (T1-T2 )⁄T1 d E' sempre nullo 9 Un ciclo termodinamico generico: a Se reversibile, non può mai essere rappresentato sul piano di Clapeyron b Se irreversibile, può sempre essere interpretato come la somma di infiniti cicli di Carnot infinitesimi c Anche se reversibile, non può mai essere interpretato come la somma di infiniti cicli di Carnot infinitesimi d Se reversibile, può sempre essere rappresentato come la somma di infiniti cicli di Carnot infinitesimi 10 L’integrale di dQ/T calcolato lungo una linea chiusa qualunque tracciata nel piano rappresentativo degli stati d’equilibrio d’un sistema termodinamico è: a Sempre nullo b Uguale al rapporto ΔQ1/T1 tra la quantità di calore ΔQ1 assorbita dal serbatoio a temperatura T1 e la temperatura T1 c Uguale al rapporto ΔQ2/T2 tra la quantità di calore ΔQ2 ceduta al serbatoio a temperatura T2 e la temperatura T2 d Sempre uguale a 1 1 L'entropia nel SI si misura: a In J b In J/K c In J/kg·K d In K/J 2 Lungo le adiabatiche l'entropia: a Decresce sempre b Cresce al crescere del volume c Cresce al crescere della pressione d Si mantiene costante 3 Nella seguente espressione ΔS = ΔQ/T ,ΔQ rappresenta: a L'energia interna del sistema b La temperatura del sistema c Il calore scambiato dal sistema nella trasformazione reversibile d Il calore che deve essere assorbito dal sistemanella trasformazione 4 Nel piano di Clapeyron una curva isoentropica rappresenta un processo termodinamico: a Che avviene senza scambio di calore con l'esterno b Che avviene con scambio di calore con l'esterno c Che avviene a temperatura costante d Che avviene a volume costante 5 L'entropia di un sistema omogeneo è: a Direttamente proporzionale alla sua massa b Inversamente proporzionale alla sua massa c Indipendente dalla sua massa d Direttamente proporzionale al quadrato della sua massa 6 Nella relazione a doppio segno (dQ/T)≤dS: a Il segno b Il segno = si applica alle trasformazioni ideali, reversibili, il segno c Il segno = si applica alle trasformazioni adiabatiche, il segno c Vale 0 d Vale 1 7 In termodinamica per entropia si intende: a Un processo spontaneo b Una reazione irreversibile c Uno stato di ordine d Uno stato di disordine 8 L’entropia di qualsiasi sistema a temperatura ordinaria è: a Incalcolabile b Inferiore a zero c Maggiore di zero d Zero 9 La formula S=k·lnP serve a calcolare: a L’energia di legame di una molecola b La temperatura più probabile di un sistema termodinamico c L’entropia a livello molecolare d L’energia interna di un sistema 10 Il terzo principio della termodinamica attesta: a L'impossibilità di raggiungere lo zero assoluto di temperatura b La possibilità di raggiungere lo zero assoluto di temperatura c La possibilità di sottrarre quantità finite di calore con un lavoro finito a T=0 K d Che tende a uno il rendimento di ogni ciclo termodinamico 1 Per deformazione di un corpo si intende: a La risultante delle deformazioni di volume e di forma b La risultante delle sole deformazioni di volume c La risultante delle sole deformazioni di forma d La risultante delle tensioni normali 2 Si definisce tensione in un punto P di un mezzo continuo: a La componente della forza di inerzia lungo la normale a un elemento di superficie centrato in P b La componente della forza di gravità lungo la normale a un elemento di superficie centrato in P c La risultante delle forze esterne agenti su P d La risultante delle forze interne per unità di area agenti su P 3 Si dice plastico quel corpo che, deformato per azione di forze esterne: a Resta con una deformazione permanente al cessare delle forze, solo se queste sono lentamente variabili b Riprende la configurazione iniziale al cessare delle forze, solo se queste sono rapidamente variabili c Riprende la configurazione iniziale al cessare delle forze d Resta con una deformazione permanente al cessare delle forze 4 Il tensore degli sforzi si definisce simmetrico: a Solo se nella matrice associata, gli elementi della diagonale principale sono nulli b Se nella matrice associata gli elementi simmetrici rispetto alla diagonale principale sono uguali c Solo se nella matrice associata gli elementi simmetrici rispetto alla diagonale principale sono tutti nulli d Solo se la matrice associata è una matrice unitaria 5 Perché un corpo sia in equilibrio statico è necessario che: a La risultante dei momenti torcenti rispetto a ciascun asse del sistema di riferimento sia diversa da zero b In un elemento prismatico di volume, la tensione agente su una faccia sia eguale e di verso concorde con la tensione agente sulla faccia opposta c La risultante delle tensioni sia nulla, cioè che, in un elemento prismatico di volume, le tre componenti agenti su una faccia siano eguali e di verso contrario a quelle agenti sulla faccia opposta d L’elemento di volume non subisca rotazioni, salvo quelle rispetto a un asse baricentrico 6 La legge di Hooke: a Esprime una legge di proporzionalità lineare tra deformazione e forza applicata b Esprime una legge di proporzionalità quadratica tra deformazione e forza applicata c Esprime una legge di proporzionalità inversa tra deformazione e forza applicata d Esprime una legge di dipendenza della deformazione lineare da quella volumica 7 Il coefficiente di Poisson nel SI si esprime: a In Kg/m2 b E' un numero puro c In N/m2 d In N·m 8 Il modulo di Young nel SI si esprime: a E' un numero puro b In N·m c In Kg/m2 d In N/m2 9 Nei liquidi, la costante di Lamé µ è: a Sempre nulla b Nulla solo per i gas ideali c Uguale alla costante di Lamé λ d Tendente all'infinito 10 Per definire le caratteristiche elastiche di un corpo isotropo e omogeneo: a Non è sufficiente conoscere le cinque costanti elastiche E, σ, λ, μ e k b Bisogna conoscere i nove elementi del tensore degli sforzi c Basta conoscere il solo modulo di Young E d Sono sufficienti due qualsiasi delle cinque costanti elastiche E, σ, λ, μ e k 1 Nelle onde longitudinali: a La vibrazione dei punti materiali avviene in una direzione perpendicolare a quella di propagazione delle onde b La vibrazione dei punti materiali avviene nella direzione di propagazione delle onde c Le vibrazioni dei punti materiali avvengono lungo direzioni casuali, indipendenti dalla direzione di propagazione delle onde d La vibrazione dei punti materiali avviene in una direzione obliqua rispetto alla direzione di propagazione delle onde, formando un angolo compreso tra 0° e 90°, che dipende dal materiale 2 La velocità delle onde longitudinali è pari: a Soddisfa la relazione sini=cosr b Può essere solo un multiplo intero dell'angolo d'incidenza i c Non è possibile definirlo se non si conosce la velocità dell'onda associata al raggio d E' pari a i 3 Un raggio incide su una discontinuità con angolo di incidenza pari a 0°: a In questo caso non c'è mai riflessione b L'angolo di riflessione è pari a 0°, sia per il raggio riflesso omologo che per il raggio del modo convertito c L'angolo di riflessione è pari a 90°, sia per il raggio riflesso omologo che per il raggio del modo convertito d L'angolo di riflessione è pari a 45°, sia per il raggio riflesso omologo che per il raggio del modo convertito 4 In riferimento alla sola onda longitudinale, l'angolo di incidenza critico ic in una rifrazione da un mezzo a velocità v1 a un mezzo a velocità v2< v1, è dato: a Dalla relazione sinic=v2/v1 b Dalla relazione sinic=v1/v2 c Non c'è incidenza critica quando v1>v2 d Dalla relazione cosic=v2/v1 5 La legge di Snell-Cartesio per la rifrazione unimodale è data dalla relazione: a (sini/sinr)=v1/v2 b (sini/sinr)=v2/v1 c (sini/sinr)=1 d (sini/sinr)=i/r 6 L'angolo di rifrazione a seguito di un'incidenza con angolo critico è pari: a A 60° b A 0° c A 90° d A 180° 7 Le onde coniche si formano a seguito di: a Una rifrazione con angolo critico da un mezzo a velocità v1 a un mezzo a velocità v2=v1 b Una rifrazione con angolo critico da un mezzo a velocità v1 a un mezzo a velocità v2<v1 c Una riflessione con angolo critico d Una rifrazione con angolo critico da un mezzo a velocità v1 a un mezzo a velocità v2>v1 8 Si chiamano onde coniche perché: a Nello spazio, l'insieme dei raggi uscenti dalla sorgente, che incidono con identico angolo su una discontinuità, assumono la configurazione di un cono b Il fronte d'onda ad esse associato corrisponde alla superficie laterale di un cono avente per asse la normale al piano di discontinuità passante per la sorgente della perturbazione elastica c Il fronte d'onda ad esse associato corrisponde alla superficie di base di un cono avente per asse la normale al piano di discontinuità passante per la sorgente della perturbazione elastica d Il fronte d'onda ad esse associato corrisponde alla superficie laterale di un cono avente per asse la normale al piano di discontinuità passante per il punto di incidenza con angolo critico 9 Lo sganciamento del fronte d'onda rifratto dal fronte d'onda diretto avviene: a Non appena l'angolo d'incidenza del fronte d'onda diretto supera il valore dell'angolo critico b Prima che l'angolo d'incidenza del fronte d'onda diretto raggiunga il valore dell'angolo critico c Solo quando la velocità con cui viaggia il fronte d'onda rifratto è minore della velocità con cui si sposta il fronte d'onda diretto d Solo quando la velocità con cui viaggia il fronte d'onda rifratto supera di dieci volte la velocità con cui si sposta il fronte d'onda diretto 10 Un'onda trasversale, che viaggia con velocità vS1, incide con un angolo d'incidenza i su una superficie di discontinuità. Essa genera un'onda trasversale riflessa con angolo di riflessione r, e per conversione di modo anche un'onda longitudinale riflessa con angolo di riflessione rP, che viaggia con velocità vP1. Dire delle relazioni che seguono qual è quella corretta: a (sini/vS1)=(sinr/vs1)=(cos rP/vP1) b I=r=(sin rP/vP1) c I=r=rP d (sini/vS1)=(sinr/vs1)=(sin rP/vP1) 1 Nella prospezione sismica si usano le onde P perché: a Sono le più energetiche b Sono le più veloci c Scorrono parallelamente alla superficie terrestre d Non dipendono dalle proprietà elastiche del mezzo 2 Il metodo sismico a riflessione si basa: a Sul fenomeno della riflessione delle onde elastiche su interfacce tra mezzi a diverso coefficiente di Poisson b Sul fenomeno della riflessione delle onde elastiche su interfacce tra mezzi con diversi valori delle costanti di Lamé c Sul fenomeno della riflessione delle onde elastiche su interfacce tra mezzi caratterizzati da diversa velocità delle onde d Sul fenomeno della riflessione delle onde elastiche su interfacce tra mezzi a diversa densità 3 La dromocrona (t,x) della riflessione è rappresentata: a Dall'equazione di un'iperbole avente per asintoti gli assi dei tempi t e delle distanze x b Dall'equazione di una retta passante per l'origine degli assi coordinati x e t c Dall'equazione di una retta non passante per l'origine degli assi coordinati x e t e con pendenza positiva d Dall'equazione di un'iperbole avente per asintoti le dromocrone degli arrivi diretti 4 Nella prospezione sismica a riflessione su un doppio strato, il tempo intercetto rappresenta: a Il tempo corrispondente al punto d'incrocio della dromocrona della riflessione con la dromocrona dell'onda diretta b Il tempo totale di andata e ritorno impiegato dal raggio sismico che incide sulla discontinuità con angolo d'incidenza nullo c Il tempo minimo impiegato dal raggio sismico per percorrere il tragitto dalla sorgente alla discontinuità d Il tempo che intercorre a un geofono tra l'arrivo dell'impulso diretto e l'arrivo dell'impulso riflesso 5 Nella prospezione sismica a riflessione su un doppio strato gli arrivi dell'impulso diretto: a Precedono sempre gli arrivi dell'impulso riflesso b Seguono sempre gli arrivi dell'impulso riflesso c Sono sempre contemporanei agli arrivi dell'impulso riflesso d Anticipano quelli dell'impulso riflesso fino a una distanza critica, poi sono sopravanzati e arrivano dopo 6 Affinché la prospezione sismica a rifrazione abbia senso, è necessario che la velocità al di sotto del rifrattore sia: c A: kq2/2a2 d A zero 6 Il Volt/metro è un'unità di misura: a Del potenziale elettrico b Della forza elettrica coulombiana c Della carica elettrica d Del campo elettrico 7 Date due cariche q di segno opposto, ma con identica massa m: a La forza di attrazione coulombiana è completamente trascurabile rispetto alla forza d'attrazione gravitazionale b La forza di attrazione gravitazionale che fra loro si esercita è completamente trascurabile rispetto alla forza d'attrazione elettrica c La forza di attrazione gravitazionale che fra loro si esercita è uguale in modulo ma di segno opposto alla forza d'attrazione elettrica d La forza di attrazione gravitazionale che fra loro si esercita è pari alla forza d'attrazione elettrica 8 Le carica elettriche possedute da un protone e da un elettrone: a Sono proporzionali alle rispettive masse b Sono uguali, a meno del segno c Stanno nel rapporto 2:1 d Stanno nel rapporto 1:2 9 Il campo elettrostatico è conservativo perché: a Il lavoro compiuto per lo spostamento di una carica elettrica positiva da un punto A a un punto B, all'interno di un campo elettrico, non dipende dalla forma della linea che congiunge A a B. b L'integrale lungo una linea chiusa del prodotto scalare E·ds non è mai nullo c Il campo elettrico E è diverso dal gradiente del potenziale elettrico V, cioè E≠∇V d Una particella carica dissipa la sua carica elettrica muovendosi sotto l'influenza di un campo elettrico stazionario 10 Nel piano x.y è dato il potenziale elettrico V=ax2+by2. Le componenti Ex ed Ey del campo elettrico sono rispettivamente date: a Da Ex=2ax ed Ey=2by b Da Ex=-2ax+by2 ed Ey=ax2-2by c Da Ex= Ey=-2ax-2by d Da Ex=-2ax ed Ey=-2by 1 Quando un corpo metallico, portato da supporti isolanti, viene caricato, la carica fornita si muove fino a raggiungere una distribuzione di equilibrio, che ha, tra le altre, la seguente proprietà: a Tutta la carica fornita al conduttore metallico si annulla con una carica di segno opposta, da esso generata al suo interno b Tutta la carica fornita al conduttore metallico si addensa nel suo baricentro c Tutta la carica fornita al conduttore metallico si porta sulla sua superficie d Tutta la carica fornita al conduttore metallico si disperde immediatamente nell'aria circostante 2 I materiali isolanti hanno la proprietà: a Di non avere cariche localizzate al loro interno b Di conservare e mantenere bloccate pressoché indefinitamente cariche localizzate c Di non poter avere un gradiente di potenziale senza moto di cariche d Di non avere elettroni vincolati rigidamente agli atomi 3 Una carica +q e una carica -q sono bloccate a distanza 2a l'una dall'altra. Se E=kq/a2 è il campo prodotto dalla carica positiva nel punto medio tra le due cariche, e E=-kq/a2 è il campo prodotto dalla carica negativa sempre nel punto medio, il campo totale nel punto medio è pari: a A Etot=kq/4a2 b A Etot=kq/a2 c A zero d A Etot=2kq/a2 4 Quando un corpo metallico, portato da supporti isolanti, viene caricato, la carica fornita si muove fino a raggiungere una distribuzione di equilibrio, che ha, tra le altre, la seguente proprietà: a Ogni punto all’interno del metallo è allo stesso potenziale della superficie, in modo da avere in ogni punto interno un campo elettrico identico a quello che esiste sulla superficie b Ogni punto all’interno del metallo è allo stesso potenziale della superficie, in modo che non esiste campo elettrico in alcun punto interno c Ogni punto all’interno del metallo è a potenziale nullo, in modo da avere in ogni punto interno un campo elettrico identico a quello che esiste sulla superficie d Ogni punto all’interno del metallo è a potenziale nullo, in modo che non esiste campo elettrico in alcun punto interno 5 L'energia potenziale di una carica elettrica immersa in un campo elettrostatico è pari: a A E ε0, dove ε0 è la carica ed E è il campo elettrico b A ε0V, dove eo è la carica ε 0V è il potenziale c A qV, dove q è la carica e V è il potenziale d A qE, dove q è la carica ed E è il campo elettrico 6 La forza elettrica cui è soggetta una carica elettrica immersa in un campo elettrostatico è in modulo pari: a A qE, dove q è la carica ed E è il campo elettrico b A qV, dove q è la carica e V è il potenziale c A mE, dove m è la massa ed E è il campo elettrico d A qE/r2, dove q è la carica, E è il campo elettrico ed r è la distanza della carica dalla sorgene del campo 7 L'accelerazione cui è sottoposta una carica elettrica immersa in un campo elettrostatico: a E' sempre nulla b E' pari a qE/m, dove q è la carica, m la sua massa, ed E è il campo elettrico c E' pari a qV/m, dove q è la carica, m la sua massa, e V è il potenziale elettrico d E' pari a qE/r, dove q è la carica, E è il campo elettrico ed r è la distanza della carica dalla sorgene del campo 8 Il campo elettrostatico nel baricentro di un triangolo equilatero, ai cui tre vertici è posizionata un'identica carica elettrica negativa, è pari: a A -3q/4πε0 a2, dove a è la lunghezza del lato del triangolo b A zero c A -q3/4πε0 a2, dove a è la lunghezza del lato del triangolo d A -q/4πε0 a2, dove a è la lunghezza del lato del triangolo 9 Sia dato un sottile anello di raggio R, lungo cui è distribuita con uniformità una carica q con densità lineare λ=q/2πR. Si chiede quanto vale il campo elettrostatico a distanze dal centro dell'anello, sufficientemente elevate da rendere del tutto trascurabile il raggio dell'anello a confronto: a E' praticamente nullo già a partire da una distanza dal centro pari a due volte il raggio R b Non si può rispondere perché non è data la massa dell'anello c Si riduce al valore costante λ/2ε0 R c Nullo in tutti i punti interni d Nullo in tutti i punti interni, escluso il centro dove risulta lo stesso valore che ha sulla superficie caricata 10 Lungo la superficie di una sfera piena uniformemente caricata: a Il campo elettrostatico da essa prodotto è discontinuo b La derivata del campo elettrico rispetto alla coordinata radiale è discontinua c Il campo elettrostatico da essa prodotto è nullo d Il campo elettrostatico da essa prodotto è tangente alla sfera 1 Sia assegnato un conduttore rettilineo di sezione 1 mm2 e di lunghezza 1 m, uniformemente caricato con una carica positiva totale di 10-7 coulomb. La densità lineare di carica è pari: a A 10-7 C/m b A 10-13 C·m c A 10-7 C·m d A 10-1 C/m 2 L'intensità del campo elettrico è dimensionalmente: a Un lavoro per unità di carica elettrica b Una carica diviso una forza c Una forza funzione della posizione d Una forza per unità di carica elettrica 3 Se il potenziale elettrico si esprime in Volt (V), il campo elettrico a sua volta si esprime: a In V·m b In newton/ampère·s c In V/m·s d In V·m2 4 Per trasferire una carica positiva di 1 coulomb da un punto A a un punto B all'interno di un campo elettrostatico, viene compiuto dalla forza del campo un lavoro di 2 joule. Dire quanto vale la differenza di potenziale VA-VB: a La differenza di potenziale è pari a 0.5 volt b La differenza di potenziale è pari a 0.5 ampère·secondo c La differenza di potenziale è pari a 2 joule·coulomb d La differenza di potenziale è pari a 2 volt 5 Assegnata una carica positiva puntiforme, il gradiente del potenziale elettrico generato dalla carica è diretto: a Radialmente con verso uscente dalla carica b Radialmente verso la carica c Tangenzialmente alle superfice sferiche equipotenziali d Non ha né direzione né verso, essendo una quantità scalare 6 Una carica di + 8 Coulomb si muove da un punto a potenziale di 6 V ad un punto a potenziale di 2 V. Il lavoro fatto dalla forza del campo è pari: a A +32 J b A +6 J c A - 32 J d A +16 J 7 Il momento di un dipolo elettrico è uguale: a Al rapporto fra il prodotto delle due cariche e il quadrato della distanza che le separa b Al rapporto fra la distanza tra le due cariche e il modulo delle cariche c Al prodotto della distanza tra le cariche per il modulo delle cariche d Al prodotto vettoriale della forza elettrica nel punto occupato da una delle due cariche per la distanza della carica dal centro del dipolo 8 Il potenziale di un dipolo è: a Direttamente proporzionale al momento dipolare b Inversamente proporzionale al momento dipolare c Inversamente proporzionale al quadrato del momento dipolare d Direttamente proporzionale al quadrato del momento dipolare 9 Su un piano perpendicolare all'asse di un dipolo, le tracce delle superficie equipotenziali sono: a Ellissi con i fuochi in comune in corrispondenza delle due cariche b Circonferenze tangenti all'asse del dipolo nel punto d'intersezione col piano c Semirette uscenti a raggiera dal punto d'intersezione del piano con l'asse del dipolo d Circonferenze concentriche con il centro che corrisponde al punto d'intersezione del piano con l'asse del dipolo 10 Il potenziale di un dipolo: a Non è mai nullo b Si annulla soltanto all'infinito c Si annulla all'infinito e in tutti i punti del piano perpendicolare all'asse del dipolo e passante per il centro del dipolo d Si annulla soltanto all'infinito e nel centro del dipolo 1 Il cambiamento introdotto in un campo elettrostatico dalla presenza di un conduttore è tale che: a La superficie del conduttore è una superficie equipotenziale b Il gradiente del potenziale, calcolato nei punti della superficie del conduttore, ha dappertutto componente normale alla superficie nulla c Il potenziale sulla superficie del conduttore varia da zero fino a un massimo che dipende dalla natura del campo inducente d Il potenziale presenta una netta discontinuità nel passaggio dai punti della superficie del conduttore a quelli esterni distanti di una quantità infinitesima dalla detta superficie 2 Se un conduttore isolato scarico è posto nel campo elettrostatico di una carica puntiforme +q, il principio di conservazione della carica richiede che: a La carica totale indotta sul conduttore sia -q b La carica totale indotta sul conduttore sia +q c La carica totale indotta sul conduttore rimanga uguale a zero, cosicché le cariche superficiali indotte positive e negative debbono essere uguali in valore assoluto d La carica totale indotta sul conduttore sia +2q 3 Nel caso di una lastra conduttrice indefinita posta nel campo elettrico di una carica puntiforme +q: a La forza con cui si attraggono la superficie conduttrice e la carica puntiforme è uguale al doppio della forza con cui la carica +q attirerebbe la sua immagine speculare -q b La forza con cui si attraggono la superficie conduttrice e la carica puntiforme è uguale alla metà della forza con cui la carica +q attirerebbe la sua immagine speculare -q c La forza con cui si attraggono la superficie conduttrice e la carica puntiforme è uguale a quattro volte la forza con cui la carica +q attirerebbe la sua immagine speculare -q d La forza con cui si attraggono la superficie conduttrice e la carica puntiforme è uguale alla forza con cui la carica +q attirerebbe la sua immagine speculare -q d Joule 3 La capacità di un condensatore ad armature piane e parallele è inversamente proporzionale: a Alla superficie delle armature b Alla costante dielettrica c Alla distanza delle armature d Al potenziale applicato 4 Un condensatore a piastre piane e parallele in aria, carico e isolato, presenta una differenza di potenziale di 10 kV tra le sue armature; se viene posto tra le armature un materiale isolante (es. ceramica) con una costante dielettrica ε= 10εo, la differenza di potenziale tra le armature: a Rimane eguale, ma diminuisce la carica b Aumenta, ma diminuisce la carica c Aumenta di 10 volte, la carica rimane identica d Diminuisce di 10 volte e la carica rimane identica 5 Tra le armature di un condensatore sferico carico isolato le linee di forza del campo elettrico sono: a Radiali b Parallele alle armature c Sfere concentriche d Rettilinee e parallele alle armature del condensatore 6 La capacità di un condensatore è: a Indipendente dalla carica b Dipendente dall'energia potenziale c Proporzionale alla carica posseduta d Indipendente dalla natura del dielettrico 7 Due condensatori, rispettivamente di capacità C1 e C2, collegati in parallelo, equivalgono ad un unico condensatore di capacità C tale che: a 1/C = 1/C1 + 1/C2 b C = C1 + C2 c C = C1· C2 d C = C1 - C2 8 Trovare la capacità equivalente di tre condensatori uguali, ciascuno di capacità 24 䞆-12 F, collegati in serie: a C=8 nF b C=72 pF c C=8 pF d C=24 nF 9 Indicando con Cp la capacità equivalente di 10 condensatori identici, ciascuno di capacità nota C, collegati tra loro in parallelo, e indicando con Cs la capacità equivalente quando gli stessi condensatori sono collegati tra loro in serie, calcolare il rapporto Cp/Cs: a Cp/Cs=100 b Cp/Cs=1 c Cp/Cs=0.01 d Cp/Cs=0.1 10 L'energia immagazzinata da un condensatore dipende: a Solo dalla carica acquistata b Solo dalla differenza di potenziale (d.d.p.) stabilita tra le armature c Solo dal tipo di condensatore d Sia dalla carica che dalla d.d.p 1 L'intensità di corrente elettrica in un filo conduttore: a Dipende dalla differenza di potenziale agli estremi del filo b E' il numero di elettroni che attraversano una sezione del conduttore in un secondo c Si misura in coulomb·secondo d Si misura in volt/secondo 2 Un elettrone possiede una carica di 1,6 䞆-19 Coulomb. Se una corrente di 1,6 ampere attraversa un conduttore per 1 secondo, questo è attraversato da un numero di elettroni il cui logaritmo decimale è: a Pari a -1.9 b Pari a 190 c Pari a -19 d Pari a 19 3 La stazionarietà del vettore densità di corrente J nel caso di correnti continue garantisce che la densità di carica in ogni punto: a Resta costante b E' sempre nulla c Decresce esponenzialmente col tempo d Varia in modo completamente disordinato 4 L'equazione di continuità nel caso di corrente stazionaria, afferma che: a Il campo elettrico in regime di corrente stazionaria non è più conservativo b L'intensità della corrente che attraversa una superficie chiusa è sempre nulla c Il flusso del vettore densità di corrente J attraverso una superficie chiusa è uguale alla variazione della carica nel volume racchiuso dalla superficie d Il flusso del vettore densità di corrente J attraverso una superficie chiusa è sempre nullo 5 La forza elettromotrice di un generatore si misura in: a Newton b Joule c Volt d Ampère 6 Dire quale processo avviene in una pila: a L'energia chimica è trasformata in energia elettrica b L'energia degli elettroni è trasformata in energia di legame c L'energia cinetica è trasformata in energia elettrica d L'energia elettrica è trasformata in energia chimica 7 La forza elettromotrice è: a La forza agente sugli elettroni di un filo conduttore b La quantità di carica trasportata dalla corrente c La differenza di potenziale ai capi di una pila in assenza di corrente
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