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Il Rischio nella Nascita: Percezione, Rischio e Pericolo, Schemi e mappe concettuali di Pedagogia

La percezione del rischio nella nascita, analizzando la cultura del rischio, la sua influenza sull'organizzazione ospedaliera e sulla comunicazione tra professionisti e pazienti. Anche della generalizzazione del rischio e delle conseguenze, dell'epidemiologia e dei fattori di rischio, della comunicazione del rischio e dei consensi informati.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 20/02/2024

giada-mullace
giada-mullace 🇮🇹

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Scarica Il Rischio nella Nascita: Percezione, Rischio e Pericolo e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Pedagogia solo su Docsity! LA NASCITA: RISCHI REALI, PERICOLI PERCEPITI PARTE PRIMA PREMESSA Nella nostra cultura la nascita è considerato un momento di rischio della vita, anche se nella maggioranza dei casi questo evento espressione di benessere equilibrio. L’attitudine di considerare tutti i parti a rischio non è positiva né funzionale per l’assistenza, per diversi motivi -culturali: la cultura di rischio aumenta l’ansia degli operatori delle donne enfatizzato in modo distorto la necessità di intervenire su tutti i rischi possibili e trasformando la maggior parte delle donne gravide sane in premalate -organizzativi: nessun sistema sanitario può garantire in ogni momento la massima efficienza sì tutte le gravidanze si considerano a rischio sicuro il pericolo di abbassare la guardia quando non si dovrebbe -accademici: non si sviluppa la conoscenza sui segni di salute che caratterizzano la molteplicità di espressione della fisiologia e si moltiplicano le checklist il discorso di rischio. -epistemologici: si sottovalutano le ricadute dei falsi positivi che inevitabilmente aumentano se si propongono esami di laboratorio si effettuano test diagnostici di routine senza tener conto del fatto che è un test validato su una popolazione a rischio presenta un aumento dei falsi positivi quando viene utilizzato nella popolazione generale. OBIETTIVO DEL LIBRO: portare un pensiero critico rispetto l’eccessivo valore che il concetto di rischio assunto nell’assistenza, modellando fortemente tutte le pratiche e limitando le relazioni tra la donna e professionisti. Porta un contributo affinché il tema del rischio possa essere letto è considerato all’interno di una relazione possibile, di cui la donna, l’operatore, il luogo se non risorse disponibili, nessuna assoluta. Cosa intendiamo per rischio? —> il rischio è un calcolo statistico. Il pericolo è reale e a una causa Il rischio è socialmente costruito, non ha bisogno di una causa. È una probabilità statistica di un evento in una determinata popolazione, non colpisce il singolo direttamente. Pericolo e rischio non sono sinonimi. RISCHIO E SOCIETÀ -Le ricerche antropologiche mostrano come la percezione, il riconoscimento il comportamento di reazione al rischio siano connesse la cultura e all’organizzazione sociale di riferimento. -rischio collettivo+ percezione del rischio in termini personali. -si parla di rischio quando un individuo si trova in presenza di un particolare agente fisico connotato da un effetto negativo conosciuto, che può provocare un danno. Es. “Con una fiamma rischio di scottarmi” LINGUAGGI, DISCIPLINE, SIGNIFICATI -BECK (sociologo) definisce la società contemporanea come-> società del rischio Dato che il rischio è la minaccia che la nostra società porta a sé stessa. -Dimensione positiva del rischio: a volte ha permesso lo sviluppo delle società occidentali RISCHIO- PERICOLO Rischio: misura di una probabilità che si verifichi un evento avverso, è un concetto statistico IL RISCHIO È UNA PROBABILITÀ Pericolo: prescinde dalla statistica si riferisce una proprietà o qualità intrinseca determinato fattore che potenzialmente può causare danno evoca il concetto di un danno IL PERICOLO È UNA PROPRIETÀ INTRINSECA Danno: qualunque conseguenza negativa derivante dal verificarsi dell’evento. NB: perché ci sia un rischio, ci deve essere contemporaneamente sia un pericolo sia l’esposizione a quel pericolo. Il rischio riguarda un gruppo di persone —> in statistica sia sempre a che fare con un collettivo si quali ho studiato una certa caratteristica detta variabile. 1 “se fumi ti verrà un cancro al polmone“—> cancerogene qualcosa che, assunte in determinate dosi e per un certo periodo può aumentare il rischio, ovvero la probabilità, di contrarre un determinato tipo di cancro durante l’intera vita.  RISCHIO ASSOLUTO -RISCHIO RELATIVO Rischio assoluto: proporzione di soggetti che durante il periodo di osservazione sviluppa la malattia tra gli esposti al fattore di rischio. Non fornisce informazioni su quanto quel fattore di rischio influisca realmente sullo sviluppo della malattia , perché l’incidenza potrebbe essere uguale anche in coloro che non sono stati esposti. Es. Il rischio assoluto di morte per tumori dell’intestino, per tutta la popolazione maschile femminile, è di circa il 5,6%. Rischio relativo (RR) : è il rapporto tra la probabilità che si verifichi un evento in un gruppo esposto e la probabilità che si verifichi lo stesso evento in un gruppo di non esposti. Esprime il numero di volte in più o in meno che un evento /malattia si verifica in un gruppo rispetto ad un altro. NB. Il rischio relativo può essere anche molto elevato ma se il valore del rischio assoluto è basso, l’incremento di quest’ultimo legato a un certo comportamento potrebbe non essere tanto drammatico.  PERCEZIONE DEL RISCHIO -La percezione soggettiva del rischio è talmente rilevante che porta tutti noi, ad esempio, a usare più facilmente un’auto piuttosto che un aereo, anche se a tutti noto che il rischio di incidenti è notevolmente più alto con il mezzo a quattro ruote. -La percezione del rischio cambia in base a come vengono presentati i rischi numerici Componenti che riducono la percezione del rischio: -avere consuetudine con il rischio non definito contesto culturale: la percezione del rischio dipende fortemente dalla società e dalla cultura. Es. lavorare in un luogo con un alto tasso di tagli cesarei modifica la percezione negli operatori dei rischi dei benefici di questa procedura. -ritenere di avere il controllo della situazione: le persone esperte possono compiere errori di sottovalutazione di un fattore di rischio -ritenere che le conseguenze non siano gravi o immediate -immaginare l’evento senza soffermarsi sui possibili esiti negativi: es. Conseguenze negative del taglio cesareo -avere una forte motivazione per un tipo di scelta: si è talmente convinti che la percezione del rischio diminuisce -incolpare qualcuno come causa del rischio. Componenti che accentuano la percezione del rischio: -la paura collegata all’incidente di percorso: es. Dopo che si è verificata una morte endouterina a 41 settimane si moltiplicano i controlli del liquidò amniotico dalla settimana 38 di gravidanza. Passato un periodo di tempo variabile il gruppo ritorna alle pratiche precedenti. -L’incremento dei contenziosi legali: i medici per evitare conseguenze legali mette in atto delle pratiche piuttosto che evitarle anche quando non sono necessarie. -la pubblicità degli esiti negativi sui mass-media: la maggior parte delle notizie sono negative.  RISCHIO-PERICOLO-PAURA La persona cui si prefigura un rischio inevitabilmente fa radicare in sé la paura. Sarebbe utile domandarsi di chi è in realtà la paura. Forse le donne riflettono semplicemente la paura degli operatori? Studi dimostrano che una buona relazione di fiducia reciproca tra donne ostetrica e un modello assistenziale adeguato rinforzano la capacità delle donne a mettere al mondo i propri figli senza la paura connessa alla conoscenza dei rischi. È importante condividere parlare delle paure perché l’ansia che queste producono non diminuisce con il passare del tempo, ma toglie solo la capacità nell’azione nel pensiero. Affrontare un pericolo è coraggioso, necessita un atteggiamento di fiducia in se stessi, esperienza, ma non comporta necessariamente un aumento di rischio. 2 COME VIENE PRESENTATO LE DONNE IL RISCHIO DEI CONSENSI INFORMATI -si dovrebbe favorire la discussione tra professionisti e donne sui rischi e benefici delle diverse scelte utilizzando i consensi informati -alcune ostetriche riportano che da quando le donne vengono attivamente coinvolte il risultato è stato quello di ridurre le proposte normalizzanti MA se viene posto l’accento sui pericoli e non sui benefici non c’è da stupirsi che le donne richiedono una maggiore tecnologia e un maggior controllo. -le donne sono condizionate da come il professionista presenta il problema e dei social media che tendono a sottolineare notizie allarmanti. I consensi informati spesso sono offerti con l’intento di richiedere solo una firma liberatoria in un come apertura di un possibile confronto tra i sanitari e il paziente, Inoltre spesso non sono chiari alla coppia: -il rischio non viene nominato -siccità il rischio relativo e non il rischio assoluto -gli eventi avversi sono noti solo i professionisti : viene utilizzato un linguaggio medico non comprensibile ai pazienti -il rischio viene presentato come danno e non come probabilità del danno—> importanti ricadute sulle scelte del paziente -differente percezione del rischio tra donne e sanitari: di fronte alle stesse quantità di rischio persone diverse reagiscono in modi differenti! È importante evidenziare le donne la soggettività della percezione del rischio del medico esplicitando qual è la percezione dell’operatore e domandando qual è quella della donna -il ruolo dell’esperienza soggettiva della donna e del contesto: nelle raccomandazioni del WHO e spesso citato il concetto olistico di qualità della cura che garantisce sicurezza. Non si parla più di umanizzazione delle cure (addolcimento dell’approccio medico) ma di—> interdipendenza tra esperienza soggettiva della donna e sistema della cura. -fondamentale la relazione tra madre-padre- staff per una buona esperienza di nascita -nei consensi informati medici devono assumersi la responsabilità della cura -non vengono comunicate le ore di incertezza: evidenziato che mi dici tendono a non comunicare le arie in cui loro hanno dei dubbi su come procedere. COME PARLARE DI RISCHI SENZA GENERARE PAURA -sintesi di gruppo di ricercatori del Michigan su come presentare il rischio ai pazienti (Pagina 112). Ma la nascita non è una malattia ed è importante fornire le informazioni sul rischio in un quadro di promozione della normalità—> presentare il rischio in PROSPETTIVA: sottolineando l’importanza di parlare di numeri con la coscienza di andare oltre i numeri: 1-numeri e oltre i numeri Le persone non sono abituate a ragionare usando i numeri e le percentuali, si possono usare alcuni modi per esprimerli: -paragonare il rischio di cui si sta parlando con quelli della vita di tutti i giorni (esempio. Rischio quotidiano di usare la macchina) -associare i numeri a parole (certo, molto probabile, comune, ETC… è bene ricordare che la percezione del rischio soggettiva e quindi una persona può considerare la parola in un certo modo rispetto ad un’altra) -associare i numeri e immagini: rendono l’informazione più valutabile dal punto di vista emotivo. -riferire sempre il rischio assoluto e non quello relativo -riferire il numero necessario da trattare (NNT): ovvero quanti pazienti devono essere sottoposti a un trattamento perché uno di essi ne tragga beneficio. Un trattamento è tanto più efficace quanto più basso è il NNT EVITARE IL RISCHIO, USARE IL RISCHIO -evitare di usare il termine rischio, sostituendolo con frequenza, possibilità, opportunità, probabilità: la parola rischio provoca ansia nella società e è incisiva nelle scelte. -tenere in considerazione l’altruismo materno: le mamme tendono a mettere la propria salute dopo quella dei propri figli, per questo non è corretto citare prima i danni neonatali (frequenza molto rara) rispetto a quelli materni (più frequenti) -includere esiti a lungo termine: esempio. Il taglio cesareo aumenta il rischio di infezioni, rottura d’utero, gravidanze extrauterine, etc.) 5 -sottolineare non solo i rischi ma —> discutere sia dei vantaggi che gli svantaggi di entrambe le opzioni -promuovere la normalità PARLARE DI RISCHIO COME WORK IN PROGRESS -la responsabilità dell’operatore non è quella di imporre il proprio punto di vista dettata dall’esperienza, ma farsi attraversare dalla richiesta della donna, anche contribuendo eventualmente a sollecitarla su punti di vista, prospettive che non aveva preso in considerazione. Anche la medicina basata sulle evidenze (EBM) ha dei limiti e molte delle raccomandazioni delle linee guida sono fondate su prove di efficacia deboli. La nascita è un evento Bio-Psico-sociale e per questo richiede più linguaggi e sguardi per essere valutato. QUALI PROSPETTIVE PER IL FUTURO -la complessità della gravidanza deve essere affrontata attraverso confronti, accordi, mediazioni e condivisioni. -i medici sono influenzati dalla cultura e devono essere consapevoli del fatto che la modalità con cui si approcciano le madri al potere di creare ulteriormente cultura. -va messo in discussione il paradigma medico “la gravidanza si può definire fisiologica solo a posteriori” a favore del paradigma sociale “la nascita è normale fino a prova contraria”. -reflective Learning Cycle: è un metodo che permette di mettere maggiormente in evidenza le componenti soggettive del processo e valorizza gli aspetti positivi dell’accaduto (vedi pagina 128) -la condivisione di rischi responsabilità di una scelta potrebbero essere un fattore di empowerment per la donna e una base per una relazione assistenziale che porti maggior benessere per tutti, donna e operatori. -PIANO DI SEDUTA DELLO SGABELLO (gruppo di ostetriche della Nuova Zelanda) -Being a Professional: essere una professionista, ovvero possedere non solo capacità manuali ma anche relazionali -working the system: interagire con il sistema ovvero capacità di modellare le regole del sistema a favore dei bisogni della donna. -Working with complexity : lavorare con la complessità -Storytelling: potersi riferire al racconto di storie cliniche di vita vissuta questo rappresenta il collante che rende più stabile lo sgabello della professione estetica perché permette di connettere il pensiero all’esperienza -NB: conoscere per la donna non vuol dire soltanto sapere il contenuto degli esami dell’ecografia ma anche poter riconoscere nominare sensazioni, paure, emozioni che si esprime attraverso il proprio corpo. Occorre riappropriarsi della capacità di sentire, di ritrovare un vissuto corporeo che partenze la cifra di una potenza ontogenetica 6
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