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Flaubert contesto storico, biografia e produzione, Schemi e mappe concettuali di Italiano

Spiegazione dell'autore con relativi testi e analisi

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020

Caricato il 09/12/2021

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arianna-s-4 🇮🇹

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Scarica Flaubert contesto storico, biografia e produzione e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! GUSTAVE FLAUBERT CONTESTO STORICO,SOCIALE E CULTURALE Il periodo in cui Flaubert nasce e si sviluppa come autore è decisamente un periodo pieno di cambiamenti. In Italia, dopo l’unificazione, lo Stato divenne una monarchia costituzionale regolata dallo Statuto Albertino. Lo Stato però si presentava ancora come uno stato accentratore, senza autonomie locali, nonostante le varie differenze economiche, culturali e sociali tra le varie regioni. Il governo era un'espressione della ristrettissima minoranza che esisteva nel paese: il voto era un diritto solo del 2 % della popolazione ( solo grandi proprietari terrieri), infatti per avere il suffragio universale maschile si dovrà aspettare solo mezzo secolo dopo l'unificazione, nel 1913. Sotto il punto di vista economico, l’Italia era ancora profondamente arretrata rispetto al resto dell'Europa. Il motivo era che al potere, la Destra Storica si rifiutava di dare il via ad uno sviluppo industriale in italia perchè non la riteneva adatta allo sviluppo economico, ma anche per paura di possibili tensioni evasive. Affidò quindi all’Italia la funzione di paese agricolo-commerciale. Per i propri interessi politici, la Destra Storica attuò varie riforme che andarono ad indebolire l’industria italiana, come per esempio delle tariffe doganali molto basse. Il settore agricolo però non riusciva a modernizzarsi, usando ancora metodi di coltura arcaici ( soprattutto al centro-sud) e con rapporti di produzione ancora di origine feudale. Un settore invece molto attivo fu quello per la creazione di infrastrutture come ferrovie, ponti , strade, di cui la vita sociale italiana aveva molto bisogno. La Situazione inizia a cambiare quando sale al potere la Sinistra liberale che inizia a sviluppare gli interessi sociali tenuti fino ad ora in disparte. Iniziano ad imporsi gli imprenditori Industriali istituendo un protezionismo doganale per garantire i propri interessi. Anche sotto il punto di vista internazionale, la Sinistra, dopo essersi unita con Prussia e Austria nella triplice alleanza, inaugurò una politica che puntava sulla corsa agli armamenti, e successivamente ad una potenziazione dell’industria siderurgica italiana. Successivamente a causa dell’arrivo sui mercati europei di grano americano a prezzi molto bassi, avviene in Italia una vera e propria crisi agraria che porta alla rapida scomparsa della piccola borghesia contadina, che accelera la modernizzazione dell'agricoltura, ma non in maniera uniforme in tutta Italia: il mezzogiorno rimarrà danneggiato e arretrato, iniziando a sottolineare la differenza tra Nord e Sud italia. La questione meridionale è uno dei gravi problemi che affliggono ancora l’Italia Attuale. Con la trasformazione economica avviene anche una vera e propria trasformazione sociale in Italia: l'aristocrazia gode ancora di grande prestigio sociale, rimanendo un modello di comportamento sia per la formazione dei nuovi ceti, ma anche come protagonisti dei romanzi dell’epoca. Anche la borghesia inizia a prendere spazio tra le classi sociali più importanti. E’ la classe dei grandi possedimenti e ricchezze. Ne fanno parte funzionari dello Stato, banchieri, magistrali. Il ceto medio tradizionale, formato da artigiani, piccoli proprietari e commercianti ben presto entrerà in crisi a causa della concentrazione capitalistica nelle campagne. I ceti medi tradizionali e la crisi che affrontano in questo periodo sono alla base dei temi della letteratura di questo periodo. Gli scrittori, provenienti dal ceto medio, sviluppano la tematica del rimpianto del mondo passato, un mondo spazzato via dal progresso.Completamente differente è il ceto medio nuovo, che andrà a svilupparsi progressivamente e a dar vita alla società di massa che si formerà nel 900”. I ceti popolari invece peggiorano ulteriormente: non solo devono far faccia a gravi conseguenze economiche, ma a questo si aggiunge la leva militare obbligatoria, la miseria e la fame che provoca un tasso di mortalità molto alto. La situazione è drastica più nel Mezzogiorno italiano, che vede una popolazione completamente messa da parte e che incentiva quest’ultima a partire per emigrare all’estero in cerca di lavoro e di una vita migliore. IDEOLOGIA DELL’EPOCA L’Italia si avvia verso uno sviluppo capitalistico moderno e verso l’industrializzazione, e di fronte a questa nuova situazione possiamo individuare diversi atteggiamenti degli scrittori di fronte a questa modernizzazione economica e sociale : Il primo è un atteggiamento di rifiuto romantico, in nome dei valori del passato, poi sia un atteggiamento apologetico che vede nella modernizzazione una realizzazione del Progresso. Ultimo atteggiamento è quello di più che altro una curiosità conoscitiva verso questo processo di modernizzazione che però non distruggere legami col passato. IL POSITIVISMO L'atteggiamento che si svilupperà contemporaneamente a questa nuova modernizzazione sarà un vero e proprio positivismo . Il movimento positivista ha le sue basi nel rapido sviluppo del capitalismo industriale. L'espansione quindi della produzione e lo sfruttamento delle risorse naturali avevano bisogno di studi scientifici per sviluppare le tecnologie e applicarle poi al settore economico, edè per questo motivo seguono all'espansione economica anche importanti scoperte scientifiche che sembrano dare inizio ad una nuova era. Un'ulteriore importanza è la maggiore diffusione del sapere dell'Istruzione che aumenta il benessere sociale ma dall'altro lato esige anche delle migliori conoscenze per il suo sviluppo. il clima che si sviluppa con tutti questi fattori è un clima di fiducia e di entusiasmo in ciò che l'uomo può fare e anche una vera e propria fiducia Nelle scienze nelle tecnologie. Questo ottimismo si traduce era Successivamente in un vero e proprio culto della Scienza e della Tecnica basata su delle convinzioni di base specifiche che sono: - viene vista nel metodo scientifico l'unica fonte di conoscenza valida e quindi parte il rifiuto verso ogni tipo di visione religiosa metafisica idealistica e che la convinzione che tutto ciò che è reale sia solo un gioco di forze fisiche chimiche e biologiche regolate da leggi meccaniche deterministiche .Il positivista pensa che ciò che ci circonda possa essere fondato solo su fatti sperimentabili e dimostrabili. - Il metodo scientifico essendo l'unico valido deve essere esteso in tutti i campi e nessuno aspetto del reale deve sfuggire all'indagine scientifica. - La scienza è in grado di servire ai bisogni dell'uomo. Da qui deriva la fede positivista nel progresso, garantito per riorganizzare globalmente la società in modo più razionale giusto. Quando si parla però di un movimento letterario non è possibile dividere i movimenti letterari come dei blocchi durante il corso della storia. Prima di questo movimento Positivista c'era ancora un indologia prettamente romantica che andrà a sovrapporsi al pensiero positivista. Possiamo vederlo in Carducci che nonostante vede del Progresso una sorta di fiducia Jin lui c'è ancora la la paura per questa modernizzazione quindi si rifugia in un sogno di eroismo e di bellezza proiettato nel passato. Un altro esempio è Verga ,infatti nonostante cerchi di allontanarsi da questo capitalismo sviluppando un antimodernismo romantico, cederà nello studio naturalistico della realtà andando a sovrapporre ideologie romantiche con ideologie naturalistiche e positivistiche, trovando nella modernizzazione una semplice fonte conoscitiva. In campo politico l'ideologia resta sempre quella del liberalismo di orientamento fortemente laico nato per contrapporre l'Italia dominata Dalla Chiesa prima e dopo l'unificazione. Il liberalismo Si trasformò Successivamente in socialismo che ispirava le teorie del marxismo operaio e contadino , ma Il liberalismo in Italia non fu possibile a causa dell'arretratezza sociale economica. ISTITUZIONI CULTURALI Con l'unificazione dell'Italia e la modernizzazione del mercato a livelli nazionali, viene dato un potente impulso all'industria editoriale. La pubblicità comincia ad essere indispensabile per far conoscere e vendere la merce- libro, per questo gli editori spesso erano anche proprietari di giornali e periodici per diffondere ciò che scrivevano con recensioni e annunci. Un dato molto importante nel panorama italiano e l'era post unitaria è l'introduzione del l'istruzione elementare obbligatoria estesa a tutto lo stato . La funzione della scuola elementare era quella di offrire un minimo bagaglio culturale a tutti , ma purtroppo ,data anche la divisione sociale, la scuola aveva anche il compito di unificare la popolazione italiana facendo acquisire alle masse popolari una conoscenza Nazionale e civile. Erano poche le persone che riuscivano a raggiungere un diploma di istruzione tecnico, ed era un Élite ancora molto più ristretta quella che riusciva ad arrivare alla laurea, ma di solito la popolazione si fermava l'istruzione elementare. Un altro problema che si dovette affrontare era quello della disoccupazione intellettuale, perché il sistema arretrato non era in grado di assorbire tutti i diplomati e laureati e in più questo problema destava una preoccupazione nella classe politica che vedeva negli intellettuali una sorta di reazione contro lo stato e contro il sistema politico attuale, ed infatti in molte ideologie di questi giovani intellettuali iniziò a nascere questa soddisfazione politica. INTELLETTUALI Anche in questo periodo ,come nei secoli scorsi , inizia in Italia il conflitto tra intellettuale e società. L’ intellettuale inizia a rivelare atteggiamenti di rivolta e di rifiuto nei valori Borghesi. Questo fenomeno si affaccia proprio con gli Scapigliati, ma anche con altri scrittori stranieri che introducono queste tematiche nelle loro opere. Il letterato comincia ad esprimere la sua paura nei confronti della tecnica e di questa scienza che nega tutti i valori umanistici tradizionali e meccanizza in un certo senso la vita dell'uomo. Prova terrore nello spirito affaristico e nella razionalità produttiva che hanno trasformato l'arte in una merce per il mercato e anche lo stesso scrittore deve affrontare la concorrenza per raggiungere il successo: diventa così un meccanismo della lotta per la vita, una lotta dura e spietata. Con questa lotta nel mercato della produzione letteraria Gli scrittori si dividono in due da un lato c'è chi rifiuta disgustato questo meccanismo è continua a proseguire con i propri obiettivi artistici Senza curarsi di avere un successo pubblico , dall'altra parte invece abbiamo chi accetta il mercato e si adatta scrivere per il pubblico assecondando i gusti dei lettori. Nella prima cerchi abbiamo Verga che non si cura dell'insuccesso del opera letteraria dei Malavoglia a costo con amarezza come l’eroina tragica della sua opera, intrappolata in un mondo che non le appartiene ed immersa in un universo di sogni irrealizzabili di amori sublimi letti in libri sentimentali. Ma l’agitazione di Flaubert, la cui fama esplode proprio con il suddetto romanzo, non è simile a quel personaggio realmente esistito cui guarda in modo impietoso, ma che non riesce a condannare in quanto espressione della fragilità umana. Lo scrittore, nonostante l’impassibilità nel narrare la storia di Emma, percepisce probabilmente la sua vicinanza a quella figura mediocre di donna, vittima di un’educazione sbagliata della società, mettendo in rilievo, pur sempre con uno stile distaccato e realista, il crollo degli ideali romantici dinnanzi all’avanzare di una mentalità borghese che presta attenzione solamente a valori vuoti basati sull’inseguimento isterico del lusso e dell’apparenza. Il romanzo ancora oggi è molto discusso e si presta a numerose interpretazioni che rendono il libro estremamente attuale in una società dominata dal denaro e dai consumi ed in cui il valore di una persona non è svincolato da ciò che possiede. Flaubert lascia che l’opinione sui gesti ed i pensieri dei personaggi siano rimandati ad un lettore che trova dinnanzi a sé un romanzo complesso, non per lo stile, ma per la molteplicità dei punti di vista e delle interpretazioni che ne scaturiscono. “Madame Bovary sono io!” non può e non dev'essere letta come una semplice battuta. Né si può limitare l’opera di Flaubert solamente a quel romanzo. Flaubert nasce il 12 dicembre del 1821 a Rouen da una tipica famiglia borghese: il padre è un medico, a sua volta figlio di un medico e la madre è figlia anch'essa di un medico. Una professione che si tramanda di padre in figlio da generazioni. Nulla di nuovo. Oggi come ieri. Ma Gustave romperà tale tradizione. La sua infanzia trascorre dentro un grande e austero appartamento ubicato in un’ala dell’ospedale in cui lavora il padre. Inizia a frequentare il liceo a Rouen con due anni di ritardo a causa di difficoltà nell’apprendimento della lettura. Ciò gli causerà un grave complesso d’inferiorità che sfocerà nell’isolamento e nell’ironia nei confronti di una società ai suoi occhi particolarmente nauseante. La sua immaginazione si esprime già prepotentemente sin da giovanissimo insieme ad un pessimismo sulla natura umana che lo conducono ad un isolamento precoce dal mondo. E nella scrittura cerca di annegare la propria tristezza, cominciando sin da adolescente ad usare quello strumento creativo per placare la sua infelicità. Un’infelicità nata anche dall’amore per Élise Foucault Schlesinger, una giovane donna sposata, tredici anni più grande di lui. La incontra nel 1836 e rappresenterà per Gustave l’unico e grande amore della sua vita. Un amore irraggiungibile e doloroso che gli ispirerà il romanzo “L’Educazione sentimentale” (1869). La morte, di parto, dell’adorata sorella Caroline, nel 1846, e poco dopo, quella del suo migliore amico, Alfred Le Poittevin, ucciso dall’abuso di alcool, scaraventeranno lo scrittore in una malinconia cupa e priva di conforto che lo accompagnerà fino alla morte. La sua passione per la lettura irrompe in giovane età e, solo quando si parla di libri, il tacitumo scrittore s’infiamma e quelle parole dentro di sé, elegantemente tradotte in manoscritti, fluiscono dalle sue labbra leggendo nel suo sguardo impenetrabile un fuggevole lampo di luce. La vera ed unica passione di Flaubert è la letteratura. Alla parola scritta dedica la sua vita, cominciando a scrivere alle dieci di sera e proseguendo, senza interruzione alcuna, fino alle quattro del mattino.Ed in quelle ore di febbrile creatività non vede altro che se stesso edi suoi personaggi che si muovono, agiscono e lui non fa altro che ascoltare con attenzione le parole. Un visionario, senza alcun dubbio. Ma differente da altri grandi visionari della letteratura. Non perde il contatto con la realtà; innalza una barriera insormontabile tra sé ed i suoi personaggi. Flaubert ritiene che lo scrittore non debba esprimere giudizi e, dopo aver dato vita ai suoi personaggi, deve scomparire. Una fatica insormontabile per questo impassibile artista della parola che trascorre ore ed ore a dare un ritmo peculiare alla materia per poterla inchiodare in ciò che ritiene sia la forma perfetta. Edi suoi manoscritti, sovente incomprensibili, mostrano numerose cancellature e rifacimenti. Da quel lavoro logorante sorge una prosa inimitabile che riesce a coinvolgere anche il più restio dei lettori sin dalla prima pagina. L’arte di Flaubert nasce da tre elementi fondamentali: l’entusiasmo, lo scetticismo e l’ironia. L’entusiasmo gli è necessario per appassionarsi al soggetto della narrazione, mentre lo scetticismo, caratteristica della sua personalità, lo aiuta ad osservare con grande attenzione e senza pregiudizio le incomprensibili passioni umane. L’ironia gli serve per rappresentare con distacco le tragedie vissute dai suoi personaggi. Nel 1840 si iscrive alla facoltà di giurisprudenza di Parigi, ma non mostra interesse alcuno per gli studi giuridici e comincia a frequentare gli ambienti intellettuali del periodo. Conosce la scrittrice Louise Colet, ma la passione è destinata a spegnersi presto fino a concludersi definitivamente nel 1855, dopo una fitta corrispondenza epistolare. Flaubert ritiene che l’unico amore possibile risieda solamente nel sogno dell’amore stesso e non nella realtà e già a vent’anni era giunto alla consapevolezza che vi fosse una netta separazione tra la vita sentimentale e quella sessuale. Afflitto da una malattia nervosa di cui i medici non riescono ad effettuare una diagnosi condivisa, fa ritorno a Rouen e, dopo la morte del padre, si stabilisce definitivamente con la madre e con la nipote nella casa di campagna di Croisset, un borgo lungo la Senna vicino a Rouen, dove darà vita a tutti i suci libri. Si allontanerà da Croisset raramente e solo per brevi vacanze a Parigi ed alcuni viaggi all’estero. Esperienze che compirà per qualche anno, prima di innalzare una decisiva ed insormontabile barriera tra sé e il mondo. Antecedentemente al 1851, anno in cui si ritirerà a vita solitaria, Flaubert viaggerà molto, soprattutto in Oriente, dove vivrà ogni genere di esperienza sessuale, che si tradurrà in visioni, profumi e sensualità facilmente riscontrabili nel suo interessante “Epistolario“, pubblicato dopo la sua morte, in cui emerge la sua personalità contraddittoria, oscillante tra un’implacabile noia e un amore lussurioso, quasi violento, per la vita. Dal 1851 comincerà a dedicarsi alla stesura del suo capolavoro “Madame Bovary“. Prima di quel periodo di ritiro, ha già scritto altri libri, tra cui bisogna ricordare “Memorie di un pazzo” (1839) e “Novembre” (1842), ancora intrise di quel romanticismo che lo scrittore rigetterà completamente con l’opera rivoluzionaria che lo renderà famoso in tutto il mondo. EMMA BOVARY La storia di Emma Bovary è nota a tutti. Ispirata ad un reale fatto di cronaca, racconta la triste vicenda della moglie annoiata e inquieta di un medico di provincia che, per sfuggire alla mediocrità della vita condotta insieme al marito, diviene l’amante di due uomini ed alla fine muore dopo una lunga agonia provocata dal veleno ingerito perché sopraffatta dai debiti e delusa dalla vita. Sognatrice romantica si aspetta una vita ricca di colpi di scena e storie amorose coinvolgenti, così come li legge nei libri in voga in quel periodo. Cresciuta in collegio, trascorre il suo tempo libero leggendo romanzi d’amore e si fa forza dentro di sé l’idea di fare della sua esistenza un romanzo. Ma la realtà della piccola provincia in cui vive le tarpa le ali e cerca disperatamente di rifugiarsi altrove, alla ricerca spasmodica di relazioni amorose irrimediabilmente destinate a spegnersi. Sprofondata in un abisso senza fine, la donna, vittima di ambizioni più grandi di lei, decide di porre fine alla propria esistenza. Emma può assurgere a simbolo del conflitto insito in molti esseri umani tra il reale e l’ideale e, sebbene il romanzo apra il cammino al genere realista, penso che lo scrittore, pur cercando di mostrarsi impassibile di fronte alla tragedia di questa donna, abbia voluto mostrare gli effetti deleteri di una visione romantica della vita e l’anelito inappagabile dell’uomo che non riesce ad accontentarsi della ristrettezza rozza della vita reale. Come già sottolineato prima, la figura di questa donna, non da tutti amata, è stata oggetto di numerose interpretazioni. Flaubert stesso, nonostante impegni tutte le sue forze nel cercare di prendere le distanze dal personaggio, la maltratta implacabilmente perché la considera vittima di una visione erronea della realtà che la condurrà alla bancarotta del proprio animo. Quella “donnetta”, così come lo scrittore stesso la definisce, viene esaminata in modo realistico e spietato, ma quando l’autore viene processato a causa di quel romanzo osceno e immorale, non esita a rispondere a chi gli domanda di fare il nome di quella donna misteriosa, chiamata con un nome fittizio, ringhia di essere proprio lui quel personaggio sgradevole e mediocre. Pur volendo mostrare al mondo e a se stesso di essere un glaciale spettatore della tragedia di Emma, con quella famosa frase sembra voler empatizzare con quella donna, annientata da un’educazione errata, identificando se stesso con le aspirazioni ed il mondo illusorio che si agitano nell’animo della protagonista, impotente dinnanzi al crollo doloroso dei suoi sogni. La straordinarietà e la bellezza di questo romanzo non è solo da ricercarsi nello stile sublime del suo autore, ma soprattutto nella sua capacità di raffigurare vizi e virtù di una donna su cui alla fine sembra volersi identificare donando nello stesso tempo un ritratto della società ottocentesca, ancora purtroppo attuale, in cui l’essere uomo e poter disporre di un reddito rilevante sono gli unici prerequisiti per poter accedere alla “buona società”. Madame Bovary non è la storia di un’adultera, ma rappresenta un’aspra critica alla società borghese. Da quel clamoroso processo, Flaubert uscirà assolto, ma recherà in sé l’amarezza di un’ennesima dimostrazione della sua opinione sulla natura umana. Nel 1862 scrive “Salammbò“, un poema epico storico accolto freddamente dal pubblico e dalla critica che si sentono traditi dall’autore di Madame Bovary, inducendo lo stesso scrittore ad odiare quel romanzo che la ha reso famoso. Continua a scrivere e si dedica al romanzo di costumi contemporanei riscrivendo quello che molti ritengono il suo capolavoro, “L'educazione sentimentale“, pubblicato poi nel 1869. flaubert 13I1 protagonista del romanzo è un giovane indeciso e oppresso dal conformismo della società borghese dell’Ottocento, descritta in modo eccelso dallo scrittore. L’individuo, costretto a muoversi in una società siffatta, è soffocato da un sistema che relega in un angolo marginale la grandezza d’animo e i valori posseduti. Flaubert ci dona un ritratto spietato di quel mondo borghese, ancora oggi dominante, in cui tutto si muove in funzione del denaro e del potere. L’esistenza apatica di Frédéric Moreau, giovane tormentato e insoddisfatto, da velleitari ambizioni artistiche, si snoda attraverso eventi che lo condurranno all’infelicità e alla disillusione. Un terribile logorio interiore, lento ma inarrestabile, investe il suo essere che non riesce nemmeno a trovare conforto nell’amore nutrito per Madame Amoux. La denuncia verso la falsità della società borghese trova in questo romanzo la sua massima espressione. Ma la fama del Flaubert, scrittore scandalo dell’Ottocento si è ormai affievolita e la sua opera non riscuote alcun successo. Si spegne a causa di un’emotragia cerebrale l’otto maggio del 1880, dopo aver trascorso la notte sul manoscritto del romanzo “Bouvard et Pécuchet“. ANALISI DEL BRANO Flaubert presenta il bovarismo, attraverso la protagonista Emma Bovary. La donna piccolo borghese di provincia, insofferente del grigiore e del vuoto della sua esistenza, si crea mediante il sogno un mondo parallelo, più splendido e affascinante. Emma è accanita divoratrice di libri, in genere romanzi sentimentali di mediocri livelli, ed infatti, il sogno risponde a modelli romantici. Questi aspetti romantici, però, nelle sue fantasie perdono l’autenticità della letteratura “alta”: ridotti al suo livello piccolo borghese, si irrigidiscono in luoghi comuni, in miseri stereotipi, e diventano falsi e ridicoli. Flaubert non interviene esplicitamente, utilizza infatti la tecnica della registrazione impassibile: lo scrittore si limita ad enumerare i motivi ricorrenti dei sogni di Emma, e basta questa semplice menzione perché la loro stupidità si dichiari da sé, in una luce crudele, Il desiderio e l'angoscia del vuoto sono sentimenti che nascono e degradano, lentamente, sino alla loro naturale morte, per tutta 1’ opera. La dinamica del desiderio, nell’ opera di Flaubert, è genesi di un profondo squilibrio, da qui Emma ama come si divora, ama tragicamente, incapace di assimilare. Ella si lascia stregare da una lussuria che la divora, e allo stesso tempo è oggetto di attenzioni e desideri di natura feticista, che va a distrugere l’ interezza della sua vera identità. Per Jung il pregiudizio collettivo impedisce all’ individuo di divenire se stesso. Dunque Emma si frena. La paura della morale, inculcatale dalle Orsoline, e la paura dell’ opinione pubblica la bloccano. Vive in un profondo desiderio psicologico. E” combattuta tra ciò che deve essere per gli altri e ciò che vuole essere, portandola ad essere duplice. Le caratteristiche fondamentali di Emma sono, da una parte un fisico sano e robusto proprio della vita di campagna, dall’ altro un impulso interiore di sentirsi superiore a ciò che realmente è. Ella ignora la spontaneità delle emozioni, le percepisce come uno sforzo, cedendo così al fascino dell’ ideale, incarnato dalle eroine dei suoi romanzi. E? dunque combattuta tra il suo vero io e quelli fittizi che si crea lei stessa. La realtà è filtrata e deformata dalla sua galoppante immaginazione, unico mezzo per la donna di sfuggire 1’ insignificante ed insipida quotidianità. Il mondo reale è compromesso, a questo punto. Solo ciò che è irraggiungibile, economicamente e moralmente, è in grado di dare piacere alla protagonista. Lo stesso interesse per la vita parigina e le sue passeggiate, attraverso una cartina, per le vie della capitale sono per la protagonista una preparazione, a suo avviso a breve termine, di ciò che le accadrà. Senza capire invece che è un volo pindarico, un’ eventualità remota. Emma è destinata all’ insuccesso, non tanto per la grandezza delle sue aspettative e dei suoi sogni, tanto quanto per 1’ odio che ella prova. L’ odio è un fattore di notevole importanza, nella psicologia della donna. L’ astio si concretizza trovando sfogo nei comportamenti del marito, Charles. Ella si sente ingannata dall’ uomo, e lo incolpa di ogni suo dispiacere e della sua tristezza. Non si avvede che ciò che lei percepisce solo come monotonia è il modo di amare del marito. Emma, però, oltre a covare questo infinito rancore, non farà nulla per cambiare la sua situazione matrimoniale. Non agisce, se non, simbolcamente, distruggendo la sua unione. Emma è, in qualche modo, un’ eroina perchè cerca di combattere il suo male di vivere, andando anche contro alle ristrettezze della sua realtà. Cerca di realizzare il suo mondo interiore, senza mai agire concretamente. Vuole vivere un amore appassionato ed intenso, proprio come quello descritto nei suoi romanzi. Ma per far ciò dovrebbe andare contro la morale comune. Il tradire è quindi una drammatica ricerca della libertà, che richiede sacrificio etico ed emotivo.
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