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Fondamenti di politica economica- Nicola Acocella, Sintesi del corso di Politica Economica

riassunto accurato dei principali capitoli del libro (ovviamente richiesti dal mio professore). Semplice, scorrevole e rivisto più volte. Personalmente mi ha fatto portare a casa un bel voto. spero che possa esservi utile

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 17/07/2021

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Scarica Fondamenti di politica economica- Nicola Acocella e più Sintesi del corso in PDF di Politica Economica solo su Docsity! LA DIFFERENZA TRA POLITICA ECONOMICA ED ECONOMIA POLITICA. L'economia politica si occupa delle decisioni individuali degli agenti economici privati (imprese) riguardo: consumo, risparmio, produzione e all'investimento. Invece, la_politica economica studia l’attività degli operatori pubblici (Stato-mercato), e come quest'ultimi devono affiancare l’azione degli agenti economici indirizzandoli verso il benessere collettivo, per evitare possibili fallimenti di mercato. Sono due gli approcci possibili per individuare le preferenze e gli obbietti di una collettività: NORMATIVO e POSITIVO. Il Normativo mira ad individuare le preferenze che la società dovrebbe avere, in base a un postulato di natura etica o politica, perseguendo l'interesse collettivo (Economia del Benessere) il Positivo mira ad individuare le preferenze che una società manifesta in un certo periodo di tempo, in questo caso i soggetti di politica dovrebbero esprimere le scelte della collettività. Parlando di scelte, queste possono essere: SOCIALI, ISTITUZIONALI, CORRENTI. ® Le scelte sociali sono decisioni di una società intesa come gruppo di individui organizzati per perseguire gli obiettivi. ® Lescelte istituzionali sono regole da imporre agli individui, ai mercati e alle stesse istituzioni. ® Le scelte correnti sonole strategie e le azioni con le quali si perseguono e realizzano gli obiettivi della collettività. L'EFFICIENZA E LE TIPOLOGIE. L'efficienza è la massimizzazione dell'utilità con minore impiego delle risorse possibili. Vi è una distinzione: statica e dinamica. Quella statica che viene fuori dallo scambio può essere allocativa ed efficienza x. La prima sta ad indicare l'allocazione delle risorse e la massimizzazione dell'utilità che avviene tramite lo scambio. La seconda riguarda aspetti organizzativi (organizzazione aziendale), in base al grado di efficienza interna. Quella dinamica deriva dall’apprendimento che genera efficienza che può essere adattiva e innovativa. Adattiva è la capacità di apprendimento attraverso l’esperienza. Innovativa attraverso la scoperta di nuove tecnologie L'OTTIMO PARETIANO - Trade off L’ottimo paretiano si basa sulla versione forte del criterio di Pareto, ovvero la condizione in cui un insieme di persone migliora la propria soddisfazione passando dalla situazione A e B se almeno una di esse sta meglio in B e nessuna sta peggio in B che in A. Quindi una data situazione X è un ottimo par. se non esiste nessun'altra situazione Y in cui, almeno un individuo si trova meglio in Y rispetto a X, e nessuno individuo si trova peggio. Quindi in definitiva, l'ottimo è quella situazione in cui non si può migliorare la condizione di qualcuno senza peggiorare quella di qualcun altro. L’ottimo prevede tre livelli di efficienza allocativa nel consumo smsA =smsB, (scatola di Edgeworth) efficienza nella produzione smstA= smstB (rendimenti crescenti) efficienza generale sms=smt SECCHIO DI OKUN > Rappresenta il trade off tra efficienza ed equità. È impossibile effettuare delle redistribuzioni tramite imposte eque che non compromettono l'efficienza. LE CRITICHE AL CRITERIO PARETIANO Le critiche sono dovute all’ignoranza informativa in cui produttore e consumatore si imbattono poiché, come spesso accade, non hanno le stesse informazioni e ciò può andare in contrasto con la preservazione delle libertà personali dell'individuo. Un'altra critica è dovuta al limite dell'ordinamento parziale del criterio, il cosiddetto: “tirannia dello status quo”. Infatti, un criterio di scelta deve essere completo e coerente con il criterio di Pareto, e deve tener conto delle scelte individuali per impedire una dittatura. Arrow afferma che il tentativo di pervenire ad un ordinamento completo è quasi del tutto impossibile. Poiché utilizzare il criterio paretiano di una condizione di dominio universale e una condizione di preferenze individuali per esprimere le scelte sociali; è fin troppo contrastante. L'EQUITA” Quando ci dobbiamo occupare di scelte collettive, all’efficienza subentra l'equità che ha come riflesso l'uguaglianza. L’uguaglianza può essere di vari tipi: dei risultati, delle opportunità, delle condizioni di partenza. In quest'ultime, qualora vi siano problemi di diseguaglianze sociali, subentra lo stato che mediante il volge riequilibrare tali mancanze e mettere i cittadini nelle stesse condizioni di partenza. Per garantire queste eguaglianze vi sono dell'autorità di vigilanza (MEF-Consob) che hanno funzione di controllo e potere sanzionatorio nei confronti di coloro che dovessero violare le norme dettate. La diseguaglianza è di due tipi: intergenerazionale e territoriale. -La diseguaglianza intergenerazionale consiste nel fatto che non si garantiscono gli stessi benefici da generazione in generazione. -diseguaglianza territoriale invece è che il nostro paese è diviso in due: Lombardia e Sicilia (es. stipendio professore). Oltre alla diseguaglianza c'è un problema ancor più grave, la povertà. Questa può essere assoluta e relativa. * Assoluta, quando parametriamo l'individuo ad un valore soglia ritenuto uno standard di vita minimo accettabile (es. in Italia il 10% della popolazione è in povertà assoluta, ma in questo dato non rientrano quelli che noi consideriamo economia sommersa, ovvero coloro che non dichiarano e quindi non pagano le tasse). * Relativa è un parametro statistico che esprime le difficoltà economiche nella fruizione di beni o servizi. La povertà rientra tra i problemi di cui la politica economica si deve occupare. I FALLIMENTI MICROECONOMICI Sono fallimenti nel raggiungere efficienza di mercato e li ricolleghiamo al primo teorema dell'economia del benessere. | regimi non concorrenziali e i mercati incompleti generano fallimenti di mercato, come: esternalità, imposte pigouviane, beni pubblici, costi di transazione, asimmetrie informative e i beni meritori. L'’ESTERNALITA’ possono essere positive o negative. Quelle positive sono benefici che migliorano l'utilità di qualcuno senza che questo ne sostenga il costo. Quelle negative invece quando non comportano benefici all’altro ma piuttosto dei danni. (non rispettare norme anti inquinamento) TEOREMA DI COASE: Se sono soddisfatte alcune condizioni (tra le quali la preventiva assegnazione dei diritti di proprietà e l'assenza di costi di transazione ), gli operatori interessati dall'esistenza delle esternalità potranno raggiungere accordi mutuamente vantaggiosi senza intervento governativo; inoltre, se la posizione che massimizza la ricchezza sociale è unica, gli operatori interessati raggiungeranno quella posizione indipendentemente dal modo in cui erano stati preventivamente assegnati i diritti di proprietà. _In presenza di costi di transazione la possibilità di raggiungere la posizione più efficiente attraverso il mercato può dipendere dall’assegnazione dei diritti di proprietà; pertanto, i diritti di proprietà dovranno essere attribuiti in modo tale da garantire il raggiungimento della posizione più efficiente, che non è necessariamente unica LA TASSA PIGOUVIANA Si tratta di una tassa che deve pagare colui che produce esternalità negative. Deve pagare il danno procurato alla collettività in maniera individuale. | vantaggi che porta questa tassa sono: scomparsa di esternalità, riduzione del bene inquinante, produzione di un gettito fiscale utilizzabile per risolvere i problemi creati dal persistere del problema ambientale (es. ZTL). Lo svantaggio è che questa tassa può essere utilizzata per coprire buchi di bilancio I BENI PUBBLICI sono beni per il quale non è possibile sostenere il prezzo, e questo indica un fallimento vero e proprio poiché nella concorrenza il prezzo è l'elemento base che ci da tutte le informazioni sul bene. | beni pubblici sono caratterizzati dalla non rivalità e non escludibilità. I COSTI DI TRANSAZIONE E LE ASIMMETRIE sono delle situazioni che portano a mancare la completezza dell’informazione, ovvero la condizione utile per gli scambi. Se non si hanno le informazioni si può venire a creare o la selezione avversa o l'azzardo morale. I BENI MERITORI sono quei beni in cui il prezzo è determinato in maniera esogena rispetto alle dinamiche di produzione. Sono quei beni che servono per tutelare l'individuo ad (es. obbligo scolastico, casco, cinture di sicurezza, ecc...) questi beni impongono dei vincoli, se qualora mancassero genererebbero esternalità negativa per l'intera comunità. IL FREE RIDING > È quel comportamento opportunistico che mira ad aspettare un'altra impresa che produca quel bene pubblico per poterlo usufruire senza sostenere costi. Se tutti agissero così, non ci sarebbe più la produzione di beni pubblici da parte dell'imprese private. In tal caso è necessario l'intervento dello stato La Politica microeconomica si pone degli obiettivi di efficienza ed equità per assicurare l'esistenza e il funzionamento dei mercati; correggere i fallimenti del mercato e la distribuzione del reddito; e fornire i beni meritori (fallimenti del mercato in senso lato). Gli Interventi microeconomici si servono di strumenti ad hoc: fferti a disincentivare/incentivare il mercato olitiche di supporto alla concorrenza e legislazione antimonopolistica - impostee su: - Regolamentazio - Controllo dei prezzi - Produzione pubblica (impresa pubblica) - Attribuzione dei diritti di proprietà Interventi microeconomici mirano a prevenire: Mercati non concorrenziali> servendosi di politiche per la concorrenza (effettiva e potenziale) e di legislazione antimonopolistica Monopolio naturale, beni pubblici, asimmetrie informative con la produzione pubblica e con sussidi e regolamenti Esternalità > con regolamentazioni, imposte e attribuzione dei diritti di proprietà Incentivi e disincentivi servono a favorire la realizzazione dell'efficienza (o dell'equità) tramite una «forzatura» del mercato e sono imposte (positive o negative) e sussidi. Esempi di sussidi delle imprese: -. -Credito di imposta - Contributo in conto interessi - -Contributo in conto capitale La regolamentazione è un controllo diretto del pubblico, sul comportamento di operatori privati che si pone su piano sia legislativo sia amministrativo, ed ha specifici ambiti di applicazione. Gli obiettivi sono: -Favorire innovazione -Difendere e disciplinare della concorrenza -Controllo esternalità (negative e positive) *La regolamentazione però non è priva di eventualità negative, infatti vi possono essere dei rischi: - favorire interessi specifici - tariffe a favore dei produttori invece che dei consumatori (lobby) - diritti d'autore che ostacolano la diffusione della conoscenza - licenze e protezione dalla concorrenza Il controllo dei prezzi ha come obbiettivo fissare prezzi minimi (proteggere i consumatori) e prezzi massimi(antimonopolio). Si può usare insieme alle norme antimonopolio (antitrust) Impresa pubblica è l’incontro in via teorica di molti obiettivi di politica economica per produrre i beni pubblici, altrimenti non disponibili, e nei mercati monopolistici astenersi dagli extra-profitti: vincolo del pareggio di bilancio. Dal 1990 la presenza delle imprese pubbliche si riduce per: privatizzazioni per vincoli di bilancio e inefficienza. La produzione di beni pubblici presenta dei problemi di finanziamento e produzione, legati ad: -Livello della produzione -Finanziamento della produzione -Soggetto che produce (produzione effettiva) Di conseguenza +-E' difficile determinare la “willingness to pay”per il bene pubblico ovvero la quantità da produrre sulla base della struttura di costo «Attribuzione del compito di finanziare la produzione a qualche soggetto pubblico -Il soggetto che finanzia non deve necessariamente coincidere con quello che produce Impresa pubblica o privata -Rilevanza anche dalla capacità di controllo del pubblico sull'attività del privato Inefficienze vere e presunte Perdite con monopolio naturale + non inefficienza (presunta) Costi medi decrescenti + perdite per efficienza allocativa Le imprese pubbliche possono assicurare l'efficienza in settori che non riescono a combinare l'efficienza e i profitti. Diventando componente di «servizio» in settori meno redditizi, non coperto dal privato. Esempio: servizio posta, le ferroviarie reti Cause di inefficienza vere: incentivazione perversa del management; Clientelismo; Trasferimento dei costi eccessivi sui privati; Assenza vincolo di bilancio; Numero eccessivo di obiettivi e scarsa trasparenza; Debole capacità di innovazione; assenza o inconsistenza della valutazione (free riding) Politiche di supporto alla concorrenza ‘La concorrenza nei mercati può essere: Potenziale Rimuovere ostacoli di entrata e di uscita dal mercato; consentire l’accesso a qualsiasi voglia entrare nel mercato, e controllare le attività strategiche delle imprese Problema: difficile azzerare i costi irrecuperabili ‘>La concorrenza nei mercati può essere: Effettiva Suddividere il monopolio in (molte)imprese indipendenti con un monopolista costretto a dividersi in più imprese. Il problema è che le imprese in cui si divide il monopolio possono avere costi medi più elevati rispetto alla singola. Concorrenza per il mercato: Monopolio *Monopolista è chi offre di più in un'asta (es.: licenze servizi) * L'obiettivo è far pagare anticipatamente al monopolista una somma il più possibile Problemi: rischio di collusione / disegnare aste inefficaci TRADE OFF INFLAZIONE-DISOCCUPAZIONE La curva di Phillips in economia rappresenta una relazione inversa tra il tasso di inflazione e il tasso di disoccupazione: quando aumenta la disoccupazione il livello dei prezzi scende. La teoria nasce da un'osservazione dell'economista neozelandese Alban William Phillips (1914 - 1975) che notò una relazione inversa tra le variazioni dei salari monetari e il livello di disoccupazione nell'economia britannica. Sulla base di questa relazione ne arrivarono altre del tutto analoghe, osservate in altri Paesi. Di contro, in caso di azioni governative volte a ridurre drasticamente il tasso di disoccupazione (che viene vista in economia come un eccesso di domanda sul mercato del lavoro) si osserva un aumento dell'inflazione che, lo ricordiamo, ha tra le possibili cause un aumento dei costi di produzione dovuto ad un aumento dei salari. Le azioni del Governo volte invece ad abbassare drasticamente il tasso di inflazione pagano lo scotto in termini di occupazione. Questo fenomeno viene anche definito trade-off (“relazione inversa”) tra disoccupazione e inflazione. Questo fenomeno si può spiegare con il fatto che in caso di livelli bassi di disoccupazione, le imprese fanno maggiore fatica a trovare la forza lavoro di cui necessitano, quindi sono disposte ad offrire salari più alti che però generano un aumento dei prezzi e, quindi, dell'inflazione. L’inverso accadrà in presenza di un alto tasso di disoccupazione. Sulla base delle proprie osservazioni empiriche, Phillips, ipotizzò l’esistenza di un tasso di disoccupazione positivo in corrispondenza del quale il tasso di inflazione salariale è nullo: questo significa che per avere la stabilità dei salari (equilibrio del mercato del lavoro) non è necessario che la disoccupazione sia nulla, ma è possibile anche presenza di un ben preciso tasso di disoccupazione positivo, che coincide con il cosiddetto tasso naturale di disoccupazione. Con la curva di Phillips è possibile individuare l'equazione dinamica del salario che consente di determinare il giusto adeguamento dei salari, necessario per raggiungere l'equilibrio. I modelli arricchiti con la curva di Phillips permettono di individuare equilibri di breve periodo caratterizzati da disoccupazione da utilizzare eventualmente come base per definire le linee di intervento per le politiche di gestione della domanda aggregata. In realtà però inflazione e disoccupazione sono determinate da meccanismi completamente diversi e questa relazione inversa tra disoccupazione e inflazione nel lungo periodo non viene rilevata. La Scelta Pubblica (Politica macroeconomica), si suddivide in più fasi (come per l'imprenditore privato): ® Individuazione delle alternative ® Valutazione dei costi e benefici attesi (correnti e futuri) ® Attualizzazione di costi e ricavi e Calcolo deltasso di rendimento atteso * Si sceglie il progetto con il tasso interno di rendimento (TIR) più alto La valutazione dei progetti pubblici, diversamente da quelli privati, richiede un'analisi non soltanto finanziaria, ma anche economica che considera tutti i costi e benefici sociali e non soltanto dei costi e ricavi privati. Per questo si parla di analisi benefici-costi, ovvero: * Costie benefici previsti in periodi diversi ® Individuare e calcolare per ogni periodo di tempo i rilevanti benefici e costi * Attualizzare oppure Capitalizzare (ossia riferire tutti i costi e i benefici ad uno stesso periodo) L'attualizzazione consiste nel calcolare una somma futura in un periodo attuale; la capitalizzazione consiste nel calcolare una somma attuale in periodo futuro. Entrambi gli strumenti appartengono al regime degli interessi composto in cui l'ammontare degli interessi prodotti da un'operazione di investimento è proporzionale al capitale impiegato, alla durata dell'investimento e al tasso di interesse | progetti pubblici possono essere valutati nell'analisi costi e benefici con tre criteri: ® Valore attuale netto (VAN)assoluto ® Valore attuale netto (VAN)relativo ® Tasso interno di rendimento (TIR) > ANALISI COSTO-EFFICACIA (cost effectiveness) indica di scegliere il progetto che a parità di benefici costa di meno (non sempre si può applicare perché i benefici differiscono in base alla natura dei vari progetti > ANALISI COSTO- BENEFICI: È una modalità di valutazione degli investimenti pubblici e si caratterizza in due metodi: VAN e TIR. Il VAN (valore attuale netto) è quel valore che tiene conto dei costi opportunità, cioè costi che derivano dal mancato sfruttamento di un'opportunità concessa al soggetto economico. Può essere assoluto o relativo. Il van assoluto si riferisce al numero che viene fuori dal calcolo di attualizzazione e di tutte le poste positive e negative dell'investimento. | progetti che hanno un van > 0 sono progetti che rendono un vantaggio. Se hanno un van = 0 potrebbe comunque portare un vantaggio e l’opera è degna di finanziamento, ciò significa che nella peggiore delle ipotesi non ci saranno costi eccessivi rispetto ai benefici. Se il van < 0 sono progetti che porteranno sicuramente uno svantaggio e l’opera sarà a priori esclusa. Il van relativo invece si deve scegliere qualora ci siano più possibili soluzioni, ed è il valore netto relativo comparato al valore attuale netto di un'alternativa. II TIR (tasso interno di rendimento) è il tasso della legge esponenziale che rende equa un'attività finanziaria. Questo è il più utilizzato nelle analisi ed è il più facile da usare, inoltre il tir è un ragionamento inverso al valore attuale (es. se investo 100 in 10 anni e il mio investimento rende 105, vuol dire che il tir è stato del 5%). Parlando sempre di costi e benefici, in generale ogni progetto pubblico ha degli effetti diretti o indiretti: 3 Effetti diretti riguardano la domanda di input necessari alla realizzazione del progetto. > Effetti indiretti riguardano i cambiamenti che il progetto determina in attività complementari o sostitutive rispetto a quelle del progetto stesso (es. effetti sul traffico della costruzione di una metropolitana Gli effetti possono essere anche “intangibili” o “incommensurabili” se per essi non c'è un prezzo di mercato. Infatti, diversamente dal calcolo privato, il calcolo sociale deve tenere conto anche di questi. A tal fine si ricorre ai “prezzi ombra”, per poter valutare la complessiva disponibilità a pagare dei beneficiari del progetto, e confrontarla con il costo (monetario o opportunità) delle risorse necessarie alla realizzazione del progetto I prezzi ombra: Indicano il valore delle merci che deriva dal loro poco utilizzo nel mercato, ossia dalla limitata disponibilità dei quantitativi beni rispetto ai bisogni. È valutabile come l'incremento nella funzione del benessere sociale (ossia domanda pubblica) e in termini finanziari coincide con i costi opportunità. Si ricorre a tale prezzo qualora non ci sia un prezzo di mercato. IL DEBITO PUBBLICO, In economia è il debito dello stato nei confronti di altri soggetti economici nazionali o esteri, quali individui come imprese banche o stati esteri che hanno sottoscritto un credito allo stato nell’acquisizione di obbligazioni o titoli di stato. Quindi è costituito dai deficit pubblici passati finanziati con emissione di titoli (non ancora rimborsati). Il problema serio che si verifica è che il deficit fatto per pagare il debito, quindi ci indebitiamo per pagare i debiti. Il rischio è che domani qualcuno non potrebbe darci più soldi. Richard Musgrave: È un economista che diceva che il bilancio pubblico assolve tre funzioni. La prima è l'allocazione delle risorse (1’ teor.), la seconda è la redistribuzione delle risorse (2’ teor.), la terza è la stabilizzazione del ciclo economico e della crescita, ovvero i sistemi economici producono una crescita del pil e le politiche economiche possono essere accomodanti (seguono la crescita economica) o anticicliche (vanno in senso opposto alla crescita, al fine di non alterare alcun indicatore es. inflazione nella crescita economica). RAPPORTO DEBITO PIL È il rapporto che si calcola tra il debito in termini nominali e pil reale rapportato al valore dei prezzi. È quell’indicatore che viene utilizzato per misurare lo stato di salute di un paese, soprattutto da quando è in vigore il patto di stabilità e crescita (PSC) in cui gli stati dell'unione monetaria sono tenuti a mantenere il rapporto entro il 60%. Misura quanto un paese deve restituire ai suoi creditori e quanto il debito del paese pesi sulle finanze dello stesso. IL BILANCIO DELLO STATO: È un documento diviso in due sezioni: le entrate e le uscite. -Le ENTRATE sono rappresentate dal gettito fiscale e possono essere di vario tipo: in conto corrente, in conto capitale, tributarie ed extra-tributarie. Le entrate in conto corrente sono entrate che mostrano il reddito da parte dello stato (tributarie ed extra-tributarie); quelle in conto capitale sono entrate di tipo straordinario e hanno una dinamica di lungo periodo (accensione di un prestito poliennale). Le entrate tributarie sono dovute da imposte e tasse su consumi, redditi, ricchezze, affari, lotterie, giochi. (IVA); quelle extra-tributarie sono entrate proventi beni stato e servizi pubblici, utili da imprese e aziende. -Le USCITE sono le spese che uno stato può avere. Queste possono essere: spese in conto corrente e spese in conto capitale. Le prime comprendono: stipendi per i dipendenti pubblici, spese di consumo corrente ecc., le seconde spese di infrastrutture, per acquisto di macchinari, terreni ecc. Quando le uscite superano le entrate lo stato si indebita: deficit IL DEFICIT SPENDING >(Keynes). In economia si intende la situazione di un'impresa nella quale i costi superano i ricavi, o un ente pubblico in cui le uscite superano le entrate. Lo stato può intervenire con 4 modi fondamentali: aumentando le tasse, emettendo titoli di debito pubblico, stampare moneta e_ vendere beni per finanziare le politiche. SPENDING REVUE > È un taglio della spesa da parte del governo in spese appunto non essenziali. Es. Renzi ha fatto spedire per e-mail dei documenti, quindi evitando spese inutili in carta MONETA, INTERMEDIARI FINANZIARI E BANCHE La moneta le banconote e le monete metalliche in euro costituiscono moneta, così come anche il saldo di un conto bancario, e assumono la funzione di: mezzo di scambio, mezzo di pagamento e un'unità di conto che permette di attribuire un prezzo a beni e servizi. Gli intermediari finanziari sono quei soggetti che mettono in collegamento le unità in surplus con le unità in deficit. Hanno un ruolo fondamentale poiché devono assicurare le migliori condizioni di operazione e devono verificare che questo avvenga con chiarezza e trasparenza per evitare ostacoli di circolazione del denaro. *La banca è un istituto importante che ha diverse funzioni: creditizia e monetaria. Ha la funzione creditizia quando agisce come intermediari finanziari; ha funzione monetaria quando gestisce i pagamenti che non sono regolati tra le parti. Inoltre, ha la funzione di trasmettere alle famiglie e alle imprese le decisioni di politica monetaria prese dalle banche centrali (es. variazione tasso d'interesse da parte della BCE). *Le banche possono essere di due tipi: d'affari e commerciali. Il primo tipo è quando lavorano con le imprese e guadagnano vendendo titoli; sono caratterizzate dal fatto che solitamente investono in attività più rischiose (start up vita media 5 anni). Il grande problema di queste banche è che investendo in un'impresa, se questa crolla, trascina la banca al collasso (es. banca italiana di sconto che finanziò l’Ansaldo). Le banche commerciali invece sono quelle banche che svolgono il loro lavoro principale ovvero, raccolta del risparmio attraverso i depositi e l'erogazione del credito. GLI AGGREGATI MONETARI NELL'AREA EURO: LA BASE MONETARIA, M1, M2, M3 La base monetaria o ad alto potenziale è costituita dall’ammontare di banconote e monete detenute dalle banche (riserve libere, cioè riserve che la banca detiene qualora ha problemi di liquidità + riserve obbligatorie, cioè un ammontare che la banca deve obbligatoriamente detenere perché richiesto dall'autorità monetaria). M1, M2, M3 sono gli aggregati della moneta. - M1= circolante e depositi in cc corrente (liquidità entro 1 anno). - M2= M1+ depositi con durata prestabilita fino a 2 anni, depositi prelevabili con preavviso fino a 3 mesi (liquidabili oltre l’anno). - M3= M2+ derivati, quote di fondi comuni monetari e titoli di mercato monetario, obbligazioni con scadenza originaria fino a 2 anni (liquidabili nel corso del tempo). LA CREAZIONE DI BASE MONETARIA Le banche centrali possono emettere base monetaria e controllare l'offerta di moneta. La base monetaria può essere creata rispetto 4 operazioni, i cosiddetti canali. Questi canali sono: tesoro, banche e aziende di credito, settore esterno, operazioni di mercato aperto. TESORO >Nel primo le banche emettono moneta per coprire le spese dei governi acquistando titoli sul mercato primario. BANCHE E AZIENDE DI CREDITO>NEel secondo le BC emettono BM per rispondere alle richieste di finanziamento delle banche e delle aziende di credito. Tramite monetizzazione della spesa pubblica dipendentemente dalle leggi che regolano i rapporti fra autorità monetaria e di governo. SETTORE ESTERNO >Il terzo è strettamente collegato alla bilancia dei pagamenti in quanto in una situazione di surplus, vi è un'iniezione di BM. In caso di bilancia in deficit, si parla di distruzione della BM. OPERAZIONI DI MERCATO APERTO>II quarto la banca acquista titoli e crea la BM. IL QUANTITATIVE EASING È una politica messa in atto dalle banche centrali per creare moneta mediante l'acquisto di titoli di stato o altre obbligazioni sul mercato. Aumentando la quantità di denaro prestata dagli istituti di credito, la banca centrale fornisce liquidità al sistema quando i prestiti concessi a famiglie e imprese calano pericolosamente ed eliminano dal mercato i titoli tossici, cioè quelli rischiosi e poco remunerativi. Quantitative easing è una politica monetaria aggressiva i cui effetti in termine di inflazione sono molto pericolosi. MOLTIPLICATORE DEI DEPOSITI > Capacità delle banche di favorire l'aumento dei depositi e creare nuova moneta bancaria. L'idea centrale è data dal fatto che gli accreditati dalla banca utilizzano i prestiti a mezzo di assegni bancari e coloro a cui gli assegni sono dati in pagamento, spesso se ne servono sena tramutarli in biglietti (versandoli sul proprio conto in banca). Per ogni prestito accordato ai clienti, quindi, si creerà un nuovo deposito presso le banche e quest'ultime utilizzeranno i fondi per concedere nuovi crediti. Supponiamo che la BC aumenti di 1 milione la base monetaria, ad esempio stampando banconote e che i cittadini depositino questa somma in una banca. Ora la banca potrà creare altra liquidità bancaria, partendo dal deposito iniziale. Dopo aver accantonato una certa quota a titolo di riserva obbligatoria, la banca potrà prestare i restanti euro a coloro che hanno bisogno di credito. Chiaramente la somma disponibile sarà sempre minore; il processo si arresterà quando la somma delle riserve accumulate dalle banche sarà uguale al deposito iniziale. IPERINFLAZIONE > indica una situazione di inflazione particolarmente elevata tanto da indurre i consumatori ad usare valuta estera; secondo i principi contabili internazionali si parla di iperinflazione quando uno Stato tende a fissare i prezzi in valuta estera e quando il livello dei prezzi è raddoppiato nell'arco di un triennio. Principale causa dell'iperinflazione è un aumento persistente della quantità di moneta, eccessivo rispetto alla crescita del PIL. LA DIFFERENZA TRA CONCORRENZA PERFETTA E MONOPOLIO La concorrenza perfetta è una forma di mercato caratterizzata dalla presenza di beni omogenei, elevata numerosità di operatori (price taker), assenza di intese o accordi, libertà di ingresso e uscita, perfetta informazione. La concorrenza può essere effettiva o potenziale). La prima quando si commerciano beni e servizi differenti; la seconda i beni e i servizi sono gli stessi ma il settore sarà differente. Il monopolio è una concorrenza caratterizzata però soltanto dal singolo produttore che produce all'interno del mercato (price maker). Nella concorrenza perfetta il prezzo è considerato come un dato non modificabile (domanda orizzontale, quindi perfettamente elastica). Nel monopolio la curva di domanda si inclina verso il basso. In concorrenza perfetta P=R'=C', in monopolio P>C'=R’. Nel monopolio ci possono essere barriere all'entrata (fallimenti Micro) come: economie di scala (legate alla dimensione dell'impresa), legali (bisogno di autorizzazioni), merceologiche (per accedere bisogno di determinate materie prime es. petrolio). Oligopolio è una forma di mercato in cui ci sono poche grandi imprese, ci possono essere o non essere barriere e il prodotto può non essere omogeneo. Se esistono le barriere, queste possono essere: tecnologiche, istituzionali, economiche. - Le TECNOLOGICHE sono quelle barriere presenti all'interno del mercato, che vietano l'ingresso alle imprese che non sono in possesso di un brevetto. - Le ISTITUZIONALI sono quelle norme che impediscono l'ingresso nel mercato da parte delle nuove imprese. - L'’ECONOMICHE consistono in aumento dei costi e dei rischi a carico delle nuove imprese entranti. LE TIPOLOGIE DEL MONOPOLIO Il monopolio può essere di vari tipi: risorse, legale, naturale. *risorse è una sola impresa che detiene la risorsa chiave. *legale è una sola impresa che detiene il diritto esclusivo di produzione di un bene. *naturale è una sola impresa che è in grado di fornire al mercato un servizio a costi più bassi *Quest’ultimo si differenzia dal monopolio normale, dal fatto che nel normale l'imprenditore assorbe un prezzo del surplus del consumatore facendogli pagare di più un bene. In quello naturale il prezzo è più basso e quindi conveniente (anche più della concorrenza) LE INEFFICIENZE-COSTI DEL MONOPOLIO inefficienza dell’allocazione delle risorse, inefficienza produttiva, dinamica e costi sociali di attività dirent seeking. *L’inefficienza dell’allocazione comporta che si ha meno risorse sul mercato e ad un prezzo maggiore rispetto alla concorrenza. Lo scopo è quello di aumentare il prezzo essendo un unico produttore. *L'inefficienza produttiva è causata dal fatto che nel momento in cui non vi sono concorrenti, il monopolista non ha tensioni a migliorare il prodotto, non investendo sull'innovazione *L’inefficienza dinamica è causata dal fatto che essendo un unico produttore non ha intenzione ad innovarsi, quindi non ha intenzioni di portare nuove tecnologie al cliente (non è sempre così). ATTIVITA’ DI RENT SEEKING, sono quelle attività che cercano di creare o mantenere il profitto tramite attività di lobby o pubblicizzando la differenziazione del prodotto. Le LOBBY sono organizzazioni che influenzano il governo (es. Confindustria) QUANDO NASCE L'UNIONE EUROPEA? Nasce successivamente alla Seconda guerra mondiale. Quando termina, i paesi in conflitto non hanno più interessi a crearsi altri problemi tra di loro, ma anzi cercano di migliorare le situazioni nella miglior maniera possibile. Proprio da questo contesto nasce l'UE. Innanzitutto, il panorama era che la Germania era divisa in due nazioni: Germania dell’est e dell'ovest divisa dal muro di Berlino, anche in Italia c'era una spaccatura perché era divisa in democrazia cristiana da una parte e dai comunisti dall'altra, la Francia aveva iniziato la 4' repubblica e anche gli altri paesi fondatori dell'UE, ovvero Belgio, Olanda e Lussemburgo erano tornati ai loro governi. Proprio questi 6 paesi si sono messi d'accordo e formarono la prima unione che prende il nome di CECA (comunità europea del carbone e dell'acciaio), appunto per creare questa collaborazione in tali settori della produzione che a quei tempi erano i più forti, quindi i più utilizzati. Nasce nel 1950 quindi in ambito del commercio, ma è stato un fatto importantissimo perché per la prima volta gli stati si mettevano d'accordo e quindi evitare contrasti tra di loro. Nasce poi l'’EURATOM, ovvero per l'energia atomica. Nel 1956 vennero fatti i trattati di Messina che porteranno alla nascita nel 1957 della Comunità Economica Europea, che dava non soltanto accordi tra paesi, ma anche scambi di persone e capitale. Con questo poi si arriva al 1992 con il trattato di MASTRICT, che emette delle regole per coloro che sono i paesi che ne fanno parte e che nel frattempo si erano sempre più avviate. Con tale trattato si era creata una prima forma di organizzazione con un organo LEGISLATIVO (parlamento europeo), CONSIGLIO, COMITATO EUROPEO e inoltre L'ORGANO DELLA GIUSTIZIA (corte di giustizia europea) particolarmente importante perché come sappiamo le norme europee, hanno prevalenza sulle norme nazionali. Per l’Italia come per gli altri paesi la creazione dell'UE ha avuto un successo dal punto di vista economico enorme proprio perché, gli stati che prima trattavano solo con AMERICA, o comunque con i grossi paesi esportatori, adesso hanno da un punto di vista della trattativa una forma più ampia, e inoltre la libera circolazione di merci, di persone e di capitali all'interno dell'unione, favoriva questo dinamismo (fondamentale per lo sviluppo), tanté che ad es. l’Italia proprio in quegli anni ha avuto il boom. CHE COS'E’ IL TRATTATO FINANZIARIO DELL'UE, QUINDI GESTIONE DIRETTA E INDIRETTA? È un trattato inteso come una sorta costituzione dell'unione. All’interno sono presenti tutte le regole e i metodi organizzativi, le nuove iniziative, i nuovi programmi. Questi possono dividersi in gestione DIRETTA O INDIRETTA. La prima viene gestita dall'unione e vengono decisi anche gli stati che ne fanno parte per raggiungere quel determinato obiettivo che fa parte del programma. Per questi diretti abbiamo programmi fondamentali che possono essere sia per lo sviluppo, difesa, produzione civile europea, sanità. Mentre quelli indiretti, danno le linee guida, quindi cosa bisogna fare e poi saranno successivamente gli stati a decidere come farlo, e verranno accettati dal comitato dell'unione europea. Quelli indiretti, si dividono: POR e PON, cioè programmi regionali e nazionali. Possono ovviamente essere diversi, o per l'ambiente o per lo sviluppo ecc... anche in questi l'Europa fa tantissimi investimenti per lo sviluppo delle singole nazioni o per le singole regioni. Inoltre, le singole regioni accedono a questi finanziamenti in base al loro livello di sviluppo, ovvero le più sviluppate meno finanziamenti e viceversa. Per capire che livello di sviluppo hanno, si guarda la media dell’unione europea. Quindi se una regione ha il 90% molto sviluppato, da 75 a 90% medie, meno del 75% poco sviluppate. Se sono poco sviluppate hanno l'80% della cifra finanziata, per le medie 60%, per le grandi il 50%. Quindi ogni volta si deve guardare nel settore: la programmazione, identificazione, formulazione, implementazione, valutazione. Quindi ci ricolleghiamo alla politica fiscale, quindi la possibilità dell’EUROPA di fare investimenti e questo lo fa attraverso i programmi come pon e por. Ci sono delle leggi che vietano la formazione di fare cartelli, quindi mercati poco concorrenziali, questo perché causa problemi tipo: limitare produzione, alzano prezzi ecc... e per evitare tutto ciò l'Europa ha il compito di vigilare e di evitare la formazione di questi. Per quanto riguarda la STRATEGIA, questa deve essere intelligente, sostenibile, e inclusiva. INTELLIGENTE perché bisogna studiarla bene, SOSTENIBILE per quanto riguarda l'ambiente, l'etica e deve essere INCLUSIVA perché tutte le nazioni si devono sviluppare nello stesso modo, quindi anche per questo si fa la differenza tra ragioni meno o più sviluppate. È possibile, inoltre, che le regioni (alcune) possono avere dei requisiti altrimenti non avranno finanziamenti. BCE3 è labanca centrale incaricata dell'attuazione della politica monetaria per i diciannove paesi dell'Unione europea che hanno aderito alla moneta unica formando la cosiddetta zona euro, nonché della politica di vigilanza sugli enti creditizi. Cosa fa la BCE? Fissa i tassi di interesse ai quali concede prestiti alle banche commerciali dell'eurozona (nota anche come area dell'euro), controllando pertanto l'offerta di moneta e l'inflazione Gestisce le riserve di valuta estera dell'eurozona e l'acquisto o la vendita di valute per mantenere in equilibrio i tassi di cambio si accerta che le istituzioni e i mercati finanziari siano adeguatamente controllati dalle autorità nazionali, e che i sistemi di pagamento funzionino correttamente garantisce la sicurezza e la solidità del sistema bancario europeo autorizza l'emissione di euro in banconote da parte dei paesi dell'eurozona monitora le tendenze dei prezzi e valuta i rischi che ne derivano per la stabilità dei prezzi. Composizione: Attività La BCE Il presidente della BCE rappresenta la banca nelle riunioni ad alto livello dell'UE e internazionali. Gli organi decisionali della BCE sono tre: il Consiglio direttivo: il principale organo decisionale che comprende il Comitato esecutivo e i governatori delle banche centrali nazionali dei paesi dell’eurozona il Comitato esecutivo: gestisce gli affari correnti della BCE che Comprende il presidente e vice della BCE e altri quattro membri nominati per un periodo di otto anni dai leader dei paesi dell'eurozona il Consiglio generale: svolge perlopiù funzioni consultive e di coordinamento che comprende il presidente e il vicepresidente della BCE e i governatori delle banche centrali nazionali di tutti i paesi dell'UE. degli organi decisionali: il Consiglio direttivo valuta gli sviluppi economici e monetari, stabilisce la politica monetaria dell'eurozona e fissa i tassi di interesse applicabili ai prestiti erogati dalla BCE alle banche commerciali il Comitato esecutivo attua la politica monetaria, gestisce gli affari correnti, prepara le riunioni del Consiglio direttivo ed esercita i poteri che gli vengono delegati dal Consiglio direttivo il Consiglio generale concorre all'adempimento delle funzioni consultive e di coordinamento e ai preparativi necessari per l'allargamento futuro dell'area dell'euro. Come funziona la BCE collabora con le banche centrali nazionali di tutti i paesi dell'UE. Insieme costituiscono il sistema europeo delle banche centrali che dirige la cooperazione tra le banche centrali dell'eurozona e costituisce, quello che viene chiamato, l'Eurosistema CHE TIPO DI CRISI CI SONO: La crisi può essere valutaria, finanziaria: ®*VALUTARIA è quando una valuta perde valore per almeno del 30% del valore del dollaro. Può cadere se un paese ha un’inflazione elevata e un forte deficit di bilancio. ®FINANZIARIA è una situazione di grande instabilità che si crea nei mercati finanziari, con una grande caduta rilevante del valore delle attività e un'interruzione del flusso di risorse da risparmiatori alle imprese. Nella maggior parte dei casi sono seguite da recessioni di durata variabile.
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