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Forme di Stato e Governo: Autoritario, Socialista, Parlamentare, Presidenziale, Appunti di Diritto Pubblico Comparato

Una panoramica delle diverse forme di stato e governo, tra cui l'autoritario, il socialista, il parlamentare e il presidenziale, oltre alla forma semipresidenziale. le caratteristiche di ciascuna forma, come la separazione dei poteri, la sovranità e il ruolo dell'organo di indirizzo politico. Vengono inoltre analizzate le differenze tra forme costituzionali pure, miste, monistiche e dualistiche, e il ruolo del capo dello stato.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 07/01/2020

GIORGIAuniversita
GIORGIAuniversita 🇮🇹

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Scarica Forme di Stato e Governo: Autoritario, Socialista, Parlamentare, Presidenziale e più Appunti in PDF di Diritto Pubblico Comparato solo su Docsity! 07/10/2019 Forme di stato -Autoritario Va oltre la separazione dei poteri e teorizza la necessità di concentrare i poteri nelle mani di organi ristretti in grado di adottare rapidamente decisioni di attuazione di un certo indirizzo politico. In un momento di emergenza economica e sociale è vantaggio della popolazione avere organi capaci di risolvere velocemente i problemi e prendere decisioni. Gli esecutivi tendono ad autorizzare decreti ti tipo emergenziale senza avviare assemblee e questo va a vantaggio degli organi esecutivi; c’è esclusione delle assemblee che in alcuni casi vengono sostituite da altri organi e si crea un processo decisionale diverso da quello che c’era nelle costituzioni (esempio Fascismo e Nazismo, in Italia questo è stato possibile dalla flessibilità dello statuto albertino, in Germania la costituzione era più recente -1919- e la forma di stato autoritario fa leva su un articolo che consentiva al cancelliere di concentrare su di sé l’esercizio dei poteri in stato di emergenza . Infatti lui smise di far eleggere il presidente della repubblica e divenne il vertice della gestione politica de potere. Il diritto di voto non viene più esercitato con la massima frequenza con la massima repressione dell’opposizione. Si basano sul principio dell’unità del potere, eliminando l’autonomia territoriale perché il pluralismo territoriale si accompagna con il pluralismo politico e quindi si vuole evitare il rischio di evitare orientamenti politici diversi. I due ordinamenti avevano inoltre una bassa tendenza a forme di collaborazione sovranazionale diverse dalle alleanza militari, questo dovuto al forte nazionalismo e alla difesa del territorio si concentra sullo sviluppo esclusivo della nazione. Tutto questo ha portato ad esiti negativi e si sono conclusi grazie alla mobilitazione esterna che ha ritenuto necessario intervenire nelle situazioni di questi paesi.) Negli anni 30 anche la Spagna e il Portogallo hanno creato governi autoritari durati fino agli anni 70 per il fatto che non hanno partecipato alla seconda guerra mondiale, creando efficaci ordinamenti statali efficaci anche dal punto di vista economico e sono riusciti a garantire sviluppo e benessere sociale che ne ha giustificato il mantenimento. Finalità dell’uso del potere 1. Difesa dello stato e della popolazione di riferimento Paesi in cui non si sviluppa lo stato liberale e si afferma il socialismo SOCIALISMO È un’alternativa allo stato liberale ma si sviluppa in paesi dove non è mai stato sperimentato il liberalismo. Si basa sulle teorie di Marx. Metodi teorico: Su richiesta della lega dei comunisti tedesca scrivono il manifesto del capitalismo. Erano movimenti operai che manifestavano la loro importanza anche perché erano classi estremamente numerose ed importanti per la carriera produttiva. Essi volevano definire la loro identità di classe. Per loro due capitalismo e borghesia sono i soggetti che costituiscono lo stato liberale; grazie allo sfruttamento della classe operaia la borghesia tenta di accumulare sempre maggior capitale grazie al principio di un mercato dove vige la libera concorrenza e quindi attraverso lo sfruttamento della classe operaia ( che è la teoria economica della plusvalenza che permetteva di sfruttare gli operai e quindi non pagandoli e aumentare il guadagno); però la società deve essere in grado di acquistare la merce prodotto ma queste masse non c’erano perché la società era composta da operai sottopagati; qui si pone il problema di come redistribuire la ricchezza. Bisogna dunque per loro eliminare la proprietà privata per collettivizzare tutto attraverso la statalizzazione, momento transitorio, per riorganizzare l’economia e anche la coscienza giuridica dei singoli, educare i singoli ad avere lo stretto necessario per il soddisfacimento dei propri interessi. La forma di stato socialista ha come stereotipo il comunismo sovietico ma socialismo e comunismo non sono sinonimi. Il socialismo ha avuto anche altre sperimentazioni successive alla 2° guerra mondiale. Caratteri del socialismo dedotte dal comunismo sovietico: 1. Titolarità ed esercizio della sovranità: la sovranità è del popolo ma si nega il pluralismo sociale perché lo stato è monoclasse, non aristocrazia e borghesia e non si tutelano le minoranze. La sovranità viene esercitata attraverso le istituzioni statali, che esercita moltissime funzioni e hanno grandissimo potere rispetto a quelle liberali perché è tutto nelle mani nello stato non essendoci la proprietà privata; non c’è libertà di concorrenza e lo stato dunque pianifica anche la vita economica. Quindi paradossalmente lo stato ha il potere maggiore anche nel tentativo di rendere tutto collettivizzato. Si crea una classe sociale che ha bloccato lo sviluppo collettivo, quello dei funzionari dalle cui decisioni dipendeva l’andamento della società. Si valorizza il potere legislativo almeno formalmente e quindi della componente assembleare perché tutto si basava sul principio della rappresentanza. Alla fine si pota per il sistema di delegazione della rappresentanza dal piccolo territorio fino ai grandi funzionari (soviet- delegazione a cascata); si crea una delegazione apparentemente democratica. Ci sono gli organi esecutivi ma formalmente tutto parte dal legislativo. I comitati esecutivi sono presieduti da rappresentanti del partito e quindi c’è sovrapposizione di cariche; si segue il principio della doppia dipendenza: ogni organo legislativo dipende orizzontalmente dalla popolazione che ha scelto i membri dell’organo, ma dipende verticalmente dall’organo legislativo superiore, principio della doppia dipendenza che comporta che nel caso di contrasti prevale l’organo verticale. Prevale il mandato a tempo stabilito, ma il mandato imperativo. La doppia dipendenza garantisce che dall’alto al basso, le direttive date dalla maggioranza del partito viaggino verso il basso e si diffondano all’interno della società. Vigeva il principio del centralismo democratico: le decisioni prese a maggioranza erano le uniche, e quindi c’era negazione del pluralismo anche interno al partito. I rapporti tra stato e autorità, il socialismo riconosce i diritti costituzionali e la formazione lessicale dei testi costituzionali è molto ricca. COSTITUZIONALISMO SOCIALISTA Le costituzioni socialiste non guardano all’individuo, ma c’è visione dei singoli strumentale al processo finale di collettivizzazione, non si punta alla realizzazione del singolo nello stato come il liberalismo, ma si persegue lo scopo del progetto sociale collettivo; questo si trova anche nella costituzione italiana (utilità sociale della proprietà). Esse vengono cambiate molto spesso (1918,1934,1936), perché il costituzionalismo è dinamico e il progetto di società è anche frutto di sperimentazioni; ci sono dunque costituzioni programma ( si programma l’organizzazione del potere politico statale) e bilancio (che fanno un riassunto degli obiettivi raggiunti negli anni precedenti). Non c’erano organi che però controllavano la legittimità delle leggi camera non elettiva prima composta da lords spirituali (26/30, vertici della chiesa anglicana) e temporali (soggetti che ereditavano la carica in via familiare, ora si è tolta l’ereditarietà e si è preferito per la nomina governativa) e i poteri di questa camera sono progressivamente diminuiti nell’ambito del procedimento legislativo e il bicameralismo è sempre più imperfetto (per evitare che una camera non elettiva fosse determinante); essa prima aveva al suo interno il vertice della giurisdizione civile e penale, la corte suprema che era una camera interna alla house of lords. Commons: 650 membri eletti con sistema maggioritario a turno unico (con maggioranza relativa) con il vantaggio che si creano delle maggioranze stabili e robuste e quindi il sistema era bipartitico (conservatori e lavoristi) ma, apparsi i liberaldemocratici nel 2010, essi hanno avuto una quantità di voti tale da fare in modo che la maggioranza si creava attraverso una coalizione. Nella camera dei comuni la funzione legislativa è svolta con le tre letture e le iniziative legislative possono essere governative o di singoli parlamentari ma le possibilità di successo di esse sono molto basse. Fino al 2011 il parlamento poteva essere sciolto dal sovrano su richiesta del primo ministro; quindi in base ad una valutazione fatta dal ministro e dal suo partito era possibile indire nuove elezioni; il sovrano non si oppone di solito a questa richiesta; ciò però ha determinato un’eccessiva richiesta di scioglimento in funzione di un maggior consenso verso il partito del primo ministro. Questo è stato interrotto da una delle del 2011 che ha previsto che la legislatura deve essere di anni e che lo scioglimento può essere indetto dal sovrano solo dopo una votazione della camera dei comuni con maggioranza, o con sfiducia nel confronti del premier. Quindi i poteri del premier sono stati limitati notevolmente. 3. Il governo: organo di diritto politico; il primo ministro è il leader del partito che ha vinto le elezioni; viene proclamato dalla regina; se nel corso della legislatura il partito cambia leader, il primo ministro cambia automaticamente. Il governo dunque ha un controllo molto forte della propria maggioranza parlamentare e per questo l’Inghilterra ha prevalenza dell’esecutivo; la possibilità di procedere con l’indirizzo politico era facile con il controllo del governo sul parlamento. Gabinetto ombra: si sceglie di istituzionalizzare la figura dell’opposizione (quindi si crea il primo ministro dell’opposizione), lui serve per organizzare un’opposizione speculare rispetto all’organizzazione del governo; si crea così confronto e interazione tra maggioranza e opposizione. BREXIT Fonti delle procedure parlamentari britanniche: Erskine May. Votazioni della camera dei comuni: ci sono 2 procedure Il whip è un parlamentare che viene nominato da ciascun partito in parlamento per aiutare ciascun partito nella vita parlamentare (che i parlamentari si presentino in aula, che votino e lo facciano secondo le regole stabilite dal partito). Le three lines whip sono le votazioni più importanti e se non si vota secondo le regole del partito si può anche essere cacciati e diventa membro del gruppo indipendente e ciò può cambiare l’assetto parlamentare. Ci può anche essere il free vote e quindi non si è legati al partito. Il contempt: oltraggio, qualsiasi azione che vada ad ostacolare il lavoro delle camere o dei singoli parlamentari da parte di chiunque. Tuttavia è un concetto non ben definito e non c’è una circoscrizione di comportamenti oltraggiosi. Prorogation: sospensione dell’attività parlamentare fino al termine deciso dalla corona. Il primo ministro lo consiglia alla corona. 28/10/19 Forma di governo tedesca Razionalizzata dopo la seconda guerra mondiale (dalla legge fondamentale del 1948). Dopo la caduta del sacro romano impero e nella zona dell’Europa centro orientale si creano delle forme di organizzazione del potere statale che seguono il modello confederativo o federativo. La natura decentrata del potere statale è una caratteristica intrinseca di questa parte dell’Europa. Nel corso dell’800 però tra queste confederazioni si creano conflitti (Prussia e Austria). la Prussia con Bismark ha un momento di consolidazione; dopo la prima guerra mondiale si avvia un processo di ripensamento dell’ordinamento costituzionale e si approda alla costituzione di Weimar del 1919 che supera la forma di stato monarchico-imperiale e si decide di introdurre la forma di stato repubblicano che era una novità per l’epoca, data anche la sua modernità. La novità di questa costituzione era l’elezione di un presidente che sostituiva il presidente non elettivo dello stato monarchico; lui è ora eletto dal popolo e dura in carica per 7 anni; a lui si affianca la forma di governo parlamentare perché c’è il parlamento e il governo, con a capo il cancelliere. I rapporti tra i due vedono forte potere nelle mani del cancelliere, infatti la costituzione è una forma di governo semipresidenziale ma altri parlamentare dove il cancelliere controllava il presidente e il parlamento. Nella costituzione di Weimar, con l’art 48, Hitler prese il potere diventando cancelliere e dopo con la dichiarazione di emergenza sospende la costituzione, sostituendosi anche alla figura del presidente. Si arriva alla fine della seconda guerra mondiale ma la costituzione di Weimar aveva lasciato il segno per orientare le scelte dei costituenti tedeschi del 49; la costituzione è formata con un procedimento di tipo esterno perché la Germania aveva perso la guerra, anche se le istituzioni tedesche partecipano al procedimento costituente per coinvolgere i Lander che si erano opposti al nazismo e si crea una commissione che poi trasmette il testo costituzionale agli alleati, che viene adottato senza ricorrere a referendum. Essa si chiama legge fondamentale perché era stata pensata come costituzione provvisoria da modificare dopo l’unificazione tra Germania dell’est e dell’ovest; la legge fondamentale entra in vigore solo nella Germania dell’ovest, in quella dell’est c’era la legge socialista. Nell’unificazione dell’89 si decise di estendere la legge fondamentale alla Germania dell’est perché i poteri costituiti si erano adattati a queste leggi e perché fu facile con alcune modifiche estenderla a tutta la Germania. Caratteristiche della forma di governo tedesca: 1. Struttura: si basa su molti principi fondamentali. la democrazia è protetta (diversa dalla protezione della costituzione); la protezione risponde al filone di pensiero che separa il costituzionalismo dalla democrazia; un filone invece protegge anche i caratteri della costituzione. I limiti alla revisione sono un modo di proteggere un certo ordinamento e dei certi principi. 2. Non si pratica la democrazia diretta: a livello federale non ci sono referendum. In alcuni Lander possono essere svolte delle consultazioni, ma c’è chiusura a livello federale. Il che può sembrare una limitazione della democrazia ma è una conseguenza dei trascorsi storici. 3. Possibilità di sciogliere i partiti anticostituzionali: art 21 costituzione tedesca, che dice essi devono rendere conto pubblicamente.. al secondo comma si dice che il tribunale federale tedesco può scegliere dell’incostituzionalità dei partiti. Quindi non c’è piena democraticità. le occasioni in cui il tribunale è intervenuto sono pochissime: negli anni 50 esso ha sciolto un partito di estrema destra e il partito comunista tedesco perché ha considerato che i programmi di questi partiti non fossero conformi all’inclinazione fondamentale liberale democratica dello Stato. Questa è una sentenza abbastanza vana ma il suo obiettivo era quello di ribadire l’orientamento dell’ordinamento tedesco. Ci sono state altre due sentenze (2013 e 2017) che hanno introdotto il criterio dell’oggettiva pericolosità con un’interpretazione restrittiva dell’articolo. Ma poi è stata fatta una revisione dell’articolo 21 e sono stati aggiunti due commi. Si da al tribunale uno strumento meno invasivo per colpire o sanzionare l’anti costituzionalità dei partiti. Il percorso per il pluralismo politico è stato dunque abbastanza lungo. Queste clausole le ha anche la Spagna o la Turchia. 4. Natura federale dello stato: coerente con il desiderio di mantenere una struttura del potere ripartita perché la ripartizione orizzontale e verticale del potere fa in modo che non ci sia concentrazione di questo. Potestà e competenze: Con autonomia territoriale forte è più difficile che si creino delle egemonie partitiche. Il federalismo tedesco non si è creato per aggregazione (come gli USA o la Svizzera) e attribuisce autonomia legislativa ai Lander che non è estesa quanto quella degli USA e della Svizzera e quindi c’è controllo da parte dei poteri centrali. Ci sono delle materie di competenza esclusiva dello stato (sicurezza, politica estera ecc..), materie che spettano in maniera esclusiva alle autorità territoriale (ai Lander è affidata la potestà legislativa degli enti locali, università) e materie di potestà concorrente dove 1) ci sono materie considerate essenziali (salute, lavoro, ordinamento civile, penale e la concorrenza, dove il parlamento può sempre legiferare e decide quanta disciplina di dettaglio lasciare ai Lander), 2) materie di competenza di bisogno dove il parlamento non può sacrificare la potestà legislativa del Lander e se lo fa deve giustificarlo appellandosi alla clausola di necessità per equivalenti condizioni in tutto il territorio, 3) materie derogabili (istruzione, ambiente, territorio, di base la potestà spetta ai Lander e il parlamento può derogare solo in via eccezionale creando delle norme valide su tutto il territorio). Il federalismo tedesco è cooperativo ma non si escludono strumenti ispettivi. Il federalismo si è evoluto nel tempo: all’inizio le competenze legislative dei Lander erano più ampie ma all’inizio degli anni 2000 ci sono state riforme sul federalismo fiscale non favorevoli per loro; 5. Il parlamento è costituito da due camere (camera alta e camera bassa). La camera alta è composta da 69 membri, il Bundesrat, che non sono eletti dal popolo ma sono i governi del Lander a scegliere i Senatori, che sono delegati degli esecutivi del Lander, e quindi rappresentano la maggioranza politica a cui sono legati; il loro mandato finisce quando si conclude la legislatura del Lander. Vanno da 6 a 9 a seconda della grandezza del Lander e devono votare sempre allo stesso modo e infatti non si utilizza mai lo scrutinio segreto. Inoltre il Bundesrat si riunisce poco ed è coinvolto solo in alcuni dei procedimenti legislativi federali, il bicameralismo è imperfetto per la differenze del ruolo che le camere svolgono: l’altra camera è composta da 599 membri e ha un mandato di quattro anni e c’è un sistema elettivo particolare (alcuni con un sistema maggioritario e altri con proporzionale). Si utilizzano le soglie di sbarramento abbastanza alte (5%); la combinazione del sistema proporzionale con la soglia di sbarramento e l’attribuzione di molti seggi con proporzionale fanno in modo che in Germania ci sia un SISTEMA MISTO che serve per far avere seggi anche a partiti non grandi e da anche stabilità. Essa svolge il procedimento legislativo: ci sono leggi necessariamente bicamerali che devono essere approvati da entrambe le camere e quindi c’è una sorta di bicameralismo perfetto ma esse sono di un numero molto limitato; tutta l’altra legislazione segue procedimenti secondo i quali la camera bassa può affermare la propria legge senza considerare la camera alta; si cerca sempre di far partecipare nel procedimento anche il Bundesrat che però non può bocciare il procedimento legislativo ma solo bloccarlo (con unanimità dei voti). 6. Il cancelliere è il vertice del potere esecutivo. Lo elegge la camera bassa e la camera alta non partecipa. Il rapporto fiduciario quindi c’è solo tra questi due. Le elezioni avvengono così: il presidente della repubblica propone alla camera bassa un nome dopo le elezioni politiche, la camera bassa vota senza alcun dibattito; di solito il nome dato dal capo dello stato ottiene la di leggi che devono essere necessariamente omogenee su tutto il territorio dello stato, caso dell’articolo 155 della costituzione spagnola. Organi di indirizzo politico, il governo: è composto dal presidente e dai ministri; il presidente è nominato dal re sulla base dei risultati elettorali; il governo deve presentarsi alle camere per avere la fiducia (1 maggioranza assoluta, 2 maggioranza semplice). I ministri sono individuati dal sovrano su indicazione del presidente; esiste la sfiducia costruttiva che proviene dalla Germania per evitare crisi di governo al buio e in Spagna è stata usata per la prima volta l’anno scorso, si rimuove un governo e si sceglie uno nuovo; essa però ha lo svantaggio di non garantire che il nuovo governo sia in grado di durare per tutta la carica. La sfiducia si vota a maggioranza assoluta. Potere giudiziario: esso non vede un’autonomia particolarmente forte territorialmente perché la Spagna ha un regionalismo asimmetrico differenziato (comunità autonome dotate di particolare autonomia e regioni che hanno autonomia minore perché sono territori che non hanno un’identità particolare); il legislatore rimette la legislazione dell’autonomia territoriale agli statuti approvati dal territorio o dal governo. Dopo gli anni 80 con una fase di modifica degli statuti sono venute maggiormente dalla Catalogna delle pretese non compatibili con il principio di unità dell’ordinamento spagnolo. Il tribunale ha ritenuto il percorso delle istituzioni catalane inaccettabili. (VEDERE SENTENZE A RIGUARDO). 11/11/19 Forma di governo presidenziale È una delle prime che trova realizzazione nel principio della separazione di potere e viene usata come modello per gli sviluppi successivi. Gli Stati Uniti hanno una formazione statale piuttosto recente. Nella parte orientale dell’America si creano le prime colonie di diversi paesi europei (Francia, Spagna, Inghilterra, Portogallo) e quindi l’orientamento anglosassone non è immediato. Inizialmente la colonizzazione aveva fini economici (1500) e si inizia a usare le risorse umane degli amerindi, i nativi, e lo sfruttamento delle risorse umane porta ad un ripensamento del rapporto tra la Spagna e i territori colonizzati da questa, infatti ci sono delle leggi che permettono di interrompere lo sfruttamento dei nativi. Quindi i coloni per lo sfruttamento iniziano ad utilizzare la tratta degli schiavi africani che ha anche consentito il miglioramento economico delle colonie. Nel 1776 le 13 colonie dichiarano l’indipendenza dal regno unito che dava molte pressioni economiche e fiscali divenute insopportabili. Inizialmente tra 76 e 77 le colonie sono legate da un rapporto confederativo (e non federativo) con avvicinamento di unità politiche prima separate. Nel 77 con la convenzione di Filadelfia si crea una confederazione con la costituzione del 78. La costituzione è tuttora in vigore avendo avuto una trentina di modifiche, ed è il testo costituzionale più antico; essa viene adottata con un procedimento democratico interno, si aderisce concordemente a principi democratici e liberali: c’è molta attenzione al popolo e allo stato federato (componente territoriale della federazione). Bisognava staccarsi dal regno unito, eliminare la monarchia e adottare un’organizzazione del potere che rispondesse alle loro esigenze e difforme dalla madrepatria. Infatti scelgono una forma di governo che assomiglia molto ad una monarchia costituzionale, si sostituisce al monarca una figura di capo di stato elettivo e molti rami del potere restano molto simili rispetto alla monarchia costituzionale. Caratteri della separazione dei poteri: formalmente la separazione è rigida perché l’esecutivo non ha bisogno della fiducia parlamentare e il parlamento non può essere sciolto dall’esecutivo, non ci sono poteri di attivazione e disattivazione. L’esecutivo è stato voluto come un esecutivo monocefalo (non come quello francese) ed è monocratico perché la struttura dell’esecutivo secondo la costituzione veniva individuato nella sola persona del presidente senza riferimenti ad una struttura collegiale. Il parlamento era bicamerale, riconoscendo lo stato le autonomie territoriali, con una camera che rappresenta tutta la nazione sia una camera di rappresentanza degli stati membri che è il senato. C’è condizionamento e controlli reciproci ma la separazione è caratterizzata da strumenti che comportano delle interazioni ed un reciproco contenimento tra poteri dello stato, quindi si individua un sistema di poteri bilanciato per non far prevalere uno sull’altro. Il modello è quindi dinamico e di controllo reciproco tra legislativo ed esecutivo, varia negli anni ma si basa sempre su: 1. Veto presidenziale delle leggi. 2. Approvazione da parte del senato dei trattati internazionali che delle nomine fatte dal presidente. 3. Breve durata della camera dei deputati (due anni), il senato è di due e il mandato presidenziale è di quattro, quindi non c’è rapporto di fiducia ma ci sono comunque strumenti che consentono una verifica efficace circa la consistenza della maggioranza governativa. Non si arriva alla mozione di sfiducia, il presidente deve continuare comunque il mandato. Il parlamento: bicamerale, i deputati sono 435, eletti ogni due anni, il sistema elettorale è maggioritario di vista e il numero dei seggi distribuiti a ciascuno stato è in proporzione rispetto alla popolazione dei singoli stati, si rispetta quindi la forza demografica. Il senato è composto da 100 membri e il numero dei senatori è pari per ogni stato (due), questo è presente molto nelle vecchie costituzioni e si faceva per dimostrare l’uguale importanza di tutti gli stati. Le elezioni del senato si svolgono non tutte allo stesso momento, con un rinnovo di un terzo ogni due anni.  Il diritto di elettorato attivo e passivo: deputati per essere eletti 25 anni ed avere cittadinanza da 7 anni; il senato ha bisogno di 30 anni e cittadinanza da almeno nove anni. Anche il senato ha sistema maggioritario. Gli USA sono uno dei primi ordinamenti dove il suffragio è diventato universale già a fine 800.  L’organizzazione interna delle camere : commissioni permanenti e temporanee.  Congresso: le due camere unite; l’articolo 1 della costituzione individuava in modo generico le competenze del congresso, individuando i poteri enumerati, descritti come quelli riguardanti le imposte e tributi, difesa comune e benessere generale, dichiarare la guerra, potere di mantenere esercito e marina, organizzazione giudiziaria federale. Questo serviva per escludere che tutte queste cose potessero essere fatte in autonomia dal potere esecutivo. Inizialmente gli stati membri contavano molto e avevano autonomia e controllo, nel tempo le istituzioni federali sono diventate molto più importanti e iniziano ad avere discrezionalità molto più ampia con modifiche informali della costituzione (poteri impliciti del congresso, non scritti in costituzione, anche perché è molto difficile degli USA effettuare una modifica costituzionale, la sua evoluzione ruota sulle sentenze della corte suprema). Si individuano due clausole costituzionali: 1 di adeguatezza e necessità (il congresso può fare tutte le leggi necessari ed utili per portare ad esecuzione tutti gli obiettivi dell’ordinamento, per estendere le leggi costituzionali) 2 è compito del congresso regolamentare il commercio, si dichiarano legittime molte leggi federali adottate dal congresso al di fuori dei poteri enumerati. Il sistema federale ha accentrato in se moltissimi poteri che prima erano riservati agli stati, questo anche perché all’inizio non si prevedeva la grande vastità del territorio e anche perché lo stato non era regolatore ma poi abbandona lo schema federale durante la grande crisi avvenuta tra la prima e la seconda guerra mondiale e deve diventare interventista per forza.  Procedura legislativa: è bicamerale, le camere devono adottare un medesimo testo e il procedimento si conclude con una promulgazione presidenziale. Il presidente ha 10 giorni di tempo per promulgare o rinviare la legge, se la rinvia può farlo solo in relazione a tutto il testo di legge, può riguardare anche il merito del progetto di legge (motivi di opportunità politica). Le camere allora devono riapprovare il testo a maggioranza di due terzi dei membri per superare il dissenso presidenziale. Ci può essere una terza possibilità, cioè che il presidente non fa nulla e quindi se le camere sono in sessione, il progetto diventa legge, se esse non sono in sessione il progetto decade. La corte suprema ha cercato di circostanziare questa regola procedurale e ha precisato che dopo il termine dei dieci giorni il presidente deve giustificare il ritardo. Il veto presidenziale non può essere applicato nel caso in cui siano stati attivati dei meccanismi di delega legislativa (per delegare al governo le leggi). Il parlamento può dare deroga legislativa, ma anche derogarla. Il presidente: eletto indirettamente dal corpo elettorale (di secondo grado), il mandato è rinnovabile per una sola volta. Il presidente è eletto da un collegio elettorale comporto dai grandi elettori, che sono scelti all’interno degli stati membri. Una fase è svolta nei due partiti che individuano un loro candidato. Ogni stato ha un numero di grandi elettori pari al numero totale di deputati e senatori, essi vengono eletti sulla base di un sistema maggioritario di lista tale per cui quando gli elettori di uno stato vanno a votare.  Poteri del presidente: solo genericamente indicati in costituzione. Esso parla della procedura, per i poteri essi sono di nomina (c’è controllo da parte del senato). 18/11/19 Costituzionalismo arabo  Concetto di transizione: per lungo tempo i costituzionalisti non si sono occupati dell’argomento (studiato dagli storici, politologi, economisti, filosofi) perché le transizioni riguardano vari temi e non solo quello giuridico. La transizione è un passaggio da uno stato ad un altro, in termini però giuridici e politici, si intende intervallo tra un regime politico ed un altro. Ci sono vari tipi di transizioni che sono uno stato evolutivo, di passaggio da un regime politico ad un altro, ma questo passaggio non è sempre democratico infatti possono esserci transizioni autoritarie, da ordinamenti democratici ad autoritari, ad esempio la repubblica Weimar in Germania, il fascismo in Italia. Anche recentemente ci sono esempi di ordinamenti che sperimentano transizioni verso stati non liberali, come ad esempio in Polonia o in Ungheria dove si sta avendo un’involuzione costituzionale con forte limitazione dei poteri della corte costituzionale (Ungheria) o forte limitazione della magistratura (Polonia). Si può anche avere il passaggio da uno stato autoritario all’altro come ad esempio in Africa, in particolare in Egitto. Possono anche sfociare in una zona politica grigia, tipica dei regimi ibridi, che sono a cavallo tra democrazia e autoritarismo, che hanno elementi di entrambi i regimi, come ad esempio in Marocco. Quindi ci sono vari tipi di transizione ma la più comune è quella democratica che si è sviluppata tra gli anni 80 e 90 dopo la caduta del muro di Berlino che crea una discontinuità con il passato e di progressiva democratizzazione. I motivi dell’avvenuta delle transizioni dall’autoritarismo alla democrazia sono stati studiati da Samuel Antinton nella “terza ondata di democratizzazione”. Qui lui individua tre ondate di democratizzazione e si riferisce a periodi storici caratterizzati dal fatto che molti paesi abbandonano l’autoritarismo per la democrazia. 1) Dal 1828 al 1926: è caratterizzata da un’evoluzione graduale del sistema politico e da evoluzioni dell’assetto politico, del sistema partitico, del diritto di voto. In questo periodo negli USA viene dato il diritto di voto agli afroamericani, riguarda anche la Francia e l’Inghilterra  Anche il governo nasce sulla base di quello britannico, collegiale in un sistema parlamentare. C’è un rapporto fiduciario tra governo e parlamento. C’è un primo ministro con forti poteri ma a causa della proporzionalità i suoi poteri dipendevano dalle coalizioni di partiti. Dal 1948 al 96 il sistema parlamentare era classico, basato sulla fiducia, esisteva un presidente della repubblica. Con le elezioni dell’84/88 ci furono modifiche profonde anche perché alle elezioni c’è parità tra partito di centro sinistra e quello di centro destra. Il ruolo del presidente in quel caso si espanse e lui elabora la soluzione di un risultato elettorale molto problematico. In quei due casi il presidente della repubblica a proporre la soluzione di una grande coalizione tra i due partiti; si creò poi insoddisfazione sempre maggiore rispetto ai risultati elettorali anche perché c’era coalizione tra partiti che erano sempre stati opposti tra di loro. Nacque su iniziativa di alcuni studiosi le due prime basic laws sui diritti fondamentali. negli anni 90 si afferma una nuova forma di governo ad elezione diretta del primo ministro. La legge elettorale non riguardava il parlamento che rimase proporzionale con soglie di sbarramento molto basse. Unione europea: insieme di stati uniti da trattati. C’erano delle ambizioni costituzionali europee. 20/11/19 Forma di governo direttoriale e semipresidenziale Entrambe sono varianti dei meccanismi di distribuzione del potere dalla forma di governo parlamentare e presidenziale. Direttoriale: si sviluppa nell’800 e precede quella semipresidenziale. Si attua in Svizzera, prima questa idea era stata sperimentata in alcune rivoluzionarie costituzioni francesi, e dopo la Svizzera alcuni cercano di imitarlo (Uruguay) ma con un insuccesso. Quindi questa forma di governo non riesce ad attecchire o a svilupparsi in un luogo diverso dalla Svizzera. La Svizzera inizia a sperimentare delle forme di collaborazione nei cantoni, che creano la confederazione svizzera; è una forma di federalismo che si forma con l’aggregazione di soggetti prima autonomi e indipendenti. La Svizzera come gli Stati Uniti, segue un procedimento aggregativo. I primi 3 cantini risalgono al 1291. I cantoni all’inizio si legano con trattati internazionali per la collaborazione commerciale o per la sicurezza. Tuttavia questa situazione richiedeva necessariamente una federazione perché in questi territori risulta importante la valorizzazione delle autonomie. Napoleone tenta di creare uno stato unitario; nel 1848 si crea la prima costituzione e tutte le successive evoluzioni sono comunque uno sviluppo del modello fatto nel 1848. Si individua la struttura di basa e viene fatta una modifica nel 1874. Nel corso degli anni 1900 si è aperta una procedura di revisione totale della costituzione e molti articoli sono stati modificati ma più formalmente che sostanzialmente, perché le istituzioni si sono evolute ma non completamente trasformate. La forma di governo si basa su un potere esecutivo e legislativo non completamente indipendenti l’uno dall’altro ma neanche tanto collaborative. C’è la possibilità per il legislativo di eleggere l’esecutivo, ma questo non può sciogliere il legislativo. C’è solo il momento dell’attivazione. Legislativo: assemblea federale bicamerale. Essa vota, elegge ciascuno dei 7 membri del direttorio che però non possono essere sfiduciati. La camera bassa è il consiglio nazionale ed è composta da 200 membri che sono eletti ogni 4 anni in base ad un sistema proporzionale e il numero di seggi dipende dalle consistenza della popolazione del singolo cantone. Questo sistema è adottato perché dove l’ordinamento si basa su un pluralismo istituzionale così forte (politico, religioso, linguistico) il sistema maggioritario non funziona e non si vuole. C’è poi il consiglio degli stati (camera alta) con 46 membri, distribuiti in modo paritario fra i cantoni, scelta simile a quella degli Stati Uniti, per dare a tutti i cantoni una eguale importanza. Il mandato delle due camere è lo stesso e il metodo di elezione dei parlamentari è di discrezionalità del singolo cantone. L’organizzazione delle camere è svolta come gli stri stati (commissioni ecc.), i loro stipendi sono particolarmente bassi. Le funzioni delle camere sono legislative ed esse devono adottare lo stesso testo per le leggi. C’è una commissione parlamentare di conciliazione e l’iniziativa legislativa spetta a ciascun parlamentare, ai gruppi, a ciascun cantone, al consiglio federale e anche al corpo elettorale. Essa elegge il consiglio federale e i giudici dei tribunali federali. L’assemblea ha anche il potere di grazia, che in altri ordinamenti è attribuito al potere esecutivo. Esecutivo: direttorio, è un vertice di potere esecutivo non monocratico ma collegiale perché il capo dell’esecutivo è rappresentato da 7 membri che compongono il direttorio eletti dall’assemblea. Non si elegge un gruppo ma ciascuno di loro, che deve ottenere la maggioranza assoluta dalle camere. Se non si ottiene subito la maggioranza assoluta si procede con dei ballottaggi. La costituzione non indica i criteri di individuazione dei componenti dell’esecutivo, si fa solo riferimento alla necessità di rappresentare equamente le diverse regioni e componenti linguistiche. La composizione del direttorio è ora quella della formula magica che prevede la presenza di due soggetti per partito. C’è stata solo una modifica negli anni a discapito del partito popolare. Questo consente ai direttori di durare molto tempo perché i membri possono essere confermati più volte. Di deve individuare un presidente per la coordinazione e la rappresentanza. Lui è eletto dall’assemblea federale e viene cambiato ogni anno. Essi svolgono le funzioni del capo dello stato e contemporaneamente dei ministri e quindi hanno molti compiti, anche quello normativo che viene definito ordinanza. L’assemblea si riunisce poco, ma il consiglio è sempre convocato e quindi lui cura nello specifico l’indirizzo polito. Esercita il potere di messaggio; potere giudiziario: affidato al tribunale federale, e ce ne sono tanti per ogni argomento. (costituzionale, federativo, penale, per i brevetti ecc.). ci sono quindi tanti tribunali diversi specializzati per materia non come in Italia dove c’è la cassazione che si divide al suo interno. La Svizzera nasce confederale, con un federalismo cooperativo: c’è il livello federale a cui vengono riservate le funzioni principali, ci sono i cantoni che hanno molta autonomia costituzionale e legislativa, e infine ci sono i comuni con la loro amministrazione dotata di una serie di poteri. La riforma del 2000 infatti ha la sua ragione proprio nella divisione esatta delle competenze nei vari livelli. Le costituzioni cantonali devono essere deliberate dalle assemblee legislative cantonali e monocamerali, vengono approvate con un referendum cantonale e devono avere l’approvazione dell’assemblea federale. Esse tendono a creare delle forme di governo simili a quelle di governo federale. Per le garanzie dei diritti, i cantoni possono anche modificarli, ma le costituzioni cantonali non possono prevedere un livello di garanzia dei diritti inferiore a quello già previsto dalla costituzione federale. I canoni hanno anche autonomia in politica estera e fanno anche molti accordi tra di loro (tra i cantoni). In Svizzera c’è anche molto utilizzo della democrazia diretta e di tutti i suoi strumenti: referendum costituzionale e legislativo, iniziativa legislativa, il corpo elettorale può anche scegliere tra un progetto presentato dal corpo elettorale stesso e un altro fatto dal parlamento, strumento della revoca degli eletti (questa regola è contraria con il divieto del mandato imperativo, ma dipende dall’utilizzo; in alcuni cantoni è stato mantenuto questo istituto verso i vertici dell’esecutivo locale). Semipresidenziale: si sviluppa in Francia. Gli esperimenti di parlamentarismo hanno portato ad una forma di governo parlamentare di tipo assembleare, esecutivi che duravano molto poco e composizioni delle coalizioni governative e maggioranze parlamentari molto variabili. Questa esperienza ha portato ad un cambiamento. La terza repubblica voleva stabilizzare gli esecutivi con un capo di stato eletto da un particolare collegio. I presidenti della repubblica della terza repubblica non riuscirono ad istallare dei governi stabili perché non contava nulla la sua figura, i governi dipendevano direttamente dal parlamento che usava anche la messa in stato di accusa per i parlamentari non allineati. Durante le guerre mondiali si è molto risentito della situazione precaria della forma di governo. Si arriva al 1958 con la costituzione voluta e pensata dal generale Charles De Gaulle, in un contesto molto difficile. Lui per i suoi valori veniva visto come possibile detentore del potere esecutivo, lui accetta di ricoprire un ruolo di governo ma subordina l’accettazione al fatto che si rediga un nuovo testo costituzionale. Nel 62 si attua una modifica della costituzione. La costituzione è molto simile a quella di Weimar perché c’è un presidente della repubblica eletto dal popolo, ma c’è anche un governo con il presidente e i ministri che hanno un rapporto fiduciario con il parlamento, quindi la forma è ibrida: esecutivo bicefale perché il potere esecutivo è attribuito sia al presidente della repubblica che al governo. Presidente: eletto dal corpo elettorale con un sistema maggioritario a due turni che comporta che tra i due turni ci siano delle coalizioni tra partiti per cui dopo il primo turno ci sono dei riposizionamenti sia tra partiti che tra elettori; il mandato dura cinque anni (prima della riforma era 7 anni). I poteri sono di indirizzo politico, e quindi di governo ed è rilevante nell’istituto della controfirma, lui firma solo quelli in cui la responsabilità politica si vuole attribuire al governo; può adottare molti atti senza controfirma (vedere libro). Parlamento: bicamerale composto dall’assemblea nazionale (camera bassa) con 570 deputati, eletti con sistema maggioritario a doppio turno. Il senato è composto da 360 senatori eletto a suffragio indiretto, cioè dalle varie assemblee territoriali. Capita però che molto spesso il mandato di senatore coincide con quello di amministratore locale, ciò ha fatto della camera alta una camera inefficiente e poco utile. Il risultato è quello di un bicameralismo con prevalenza dell’assemblea nazionale da cui il governo deve avere la fiducia. Per molti anni c’era un disallineamento nella durata dei mandati. Quello presidenziale durava 7 anni e quello parlamentare 5; poteva capitare che il presidente potesse nominare una persona di orientamento politico diverso. Quindi nel 2000 si diminuisce la carica presidenziale a 5 anni. Nel 2008 si è cercato di valorizzare le funzioni di indirizzo e controllo del parlamento nei confronti dell’esecutivo.
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