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Petrarca: La Morte di Laura e la Poesia del Poeta in Esilio, Schemi e mappe concettuali di Letteratura Italiana

La vita e la poesia di Francesco Petrarca, noto scrittore e poeta italiano del XIV secolo. Il testo tratta della morte improvvisa della sua amata Laura, che lo costringe a ritornare in Francia e lo ispira a comporre versi in latino e volgare. Vengono discusse le differenze tra Petrarca e Dante, i suoi scritti in prosa e i suoi trattati morali. inoltre informazioni sulle opere di Petrarca, i temi ricorrenti nella sua poesia e il suo stile.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 23/04/2022

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VeraD8 🇮🇹

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Scarica Petrarca: La Morte di Laura e la Poesia del Poeta in Esilio e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! FRANCESCO PETRARCA Con Petrarca ci troviamo nell’epoca delle Signorie, dove chi è al potere ha bisogno di funzionari piu che di uomini di cultura e finisce per togliere a questi ultimi ogni ruolo sociale e politico. L’intellettuale dunque cerca rifugio presso i signori che gli consentono di esprimere il proprio io, di leggere e comporre, ma allo stesso tempo si trova ad essere in uno stato di dipendenza consapevole. Petrarca nasce il 20 luglio 1304 ad Arezzo. Nel 1312 si trasferisce con la famiglia in Francia dove studia grammatica e diritto; nel 1320 va a studiare a Bologna, poichè uno dei piu grandi centri di studi giuridici d’Europa. La morte improvvisa del padre però, lo costringe a ritornare in Francia nel 1326 ad Avignone, dove il 6 aprile del 1327 nella chiesa di santa Chiara incontra per la prima volta Laura e se ne innamora. Nel 1330 per problemi economici intraprende la carriera ecclesiastica prendendo gli ordini minori ed entra al servizio del cardinale Giovanni Colonna. Nel 1333 compie un lungo viaggio nell’Europa del nord visitando numerose città; nel 1336 compie il suo primo viaggio a Roma. Tornato ad Avignone, stanco della chiassosa vita cittadina, decide di trasferirsi a Valchiusa, a pochi chilometri di distanza ma in un luogo solitario. Nel 1340 riceve due proposte di incoronazione poetica: una dall’università diParigi e una dal comune di Roma. E l’8 aprile del 1341 a Roma nel Campidoglio viene incoronato o laureato poeta. Va a Parma. Nel 1342 torna in Valchiusa (Francia); nel frattempo il fratello Gherardo si fa monaco e questo provoca in Petrarca una grande crisi religiosa. Soggiorna in Italia presso varie città: Napoli, Parma, Verona. Poi torna ad Avignone. Nel 1347 torna ancora in Italia quando rompe con la famiglia Colonna a causa delle sue simpatie per il rivoluzionario Cola di Rienzo che si era opposto all’aristocrazia romana. Poi va a Parma ospitato dai Visconti. Intanto dilaga la peste in Italia e in Europa e nel 1348 una lettera annuncia la morte di Laura. Continua a vivere spostandosi presso vaerie città italiane. Nel 1350 si reca per l’ultima volta a Roma in occasione del Giubileo e durante il viaggio si ferma a Firenze da Giovanni Boccaccio. Continua dunque ad alternare viaggi in Italia e permanenza ad Avignone in Francia. Nel 1353 torna definitivamente in Italia e si stabilisce a Milano sotto la protezione dei Visconti. Ma viaggia spostandosi in altre città tra cui Padova e Venezia; nel 1370 si stabilisce ad Arquà, sua ultima dimora. Muore qui nel 1374 fra il 18 e il 19 luglio. PENSIERO E POETICA Con Petrarca si ha una nuova figura di intellettuale umanista che studia gli autori dell’antichità e li prende a modello. Una grande novità è il suo interesse per la vita individuale e per la propria interiorità. Lui è considerato il fondatore della lirica moderna, di una nuova poesia attraverso cui esprimere le proprie esperienze individuali e la propria interiorità tormentata. I temi della sua poesia sono dunque il mondo interiore del poeta, l’amore per Laura che però lui vive in solitudine e dunque attrraverso la memoria. Inoltre al centro della poesia petrarchesca c’è un dualismo, ovvero l’opposizione di due estremi come amore e morte. La morte per lui è vista come quiete, riposo, porto sicuro dopo una burrascosa navigazione. STILE Petrarca scrive prevalentemente in lingua latina perchè riprende i modelli classici antichi; ma lui utilizza anche il volgare che però è un linguaggio selezionato e uniforme, definito monolinguismo in contrapposizione al plurilinguismo di Dante. Differenze tra Dante e Petrarca - Il monolinguismo di Petrarca (linguaggio classico ed uniforme) si contrapone al plurilinguismo di Dante. - Petrarca è della generazione successiva a quella di Dante: Dante appartiene all’età comunale, si interessa alla vita politica e finisce in esilio; Petrarca nasce già in esilio da una famiglia di Firenze che si è rifugiata ad Arezzo. - Dante si sente cittadino della sua città Firenze, Petrarco si sente cosmopolita, ovvero senza una vera patria infatti si sposta di continuo di corte in corte cercando rifugio e protezione. - Dante ama Beatrice e la vede come un tramite tra lui e Dio, mezzo di salvezza; Petrarca ama una donna reale ovvero Laura e per questo si sente un po in copa con la religione. LE OPERE DI PETRARCA Petrarca compone le sue opere principali nella prima parte della sua vita trascorsa in Francia soprattutto a Valchiusa. Anche se verranno riviste dall’autore in diversi momenti della sua vita, fino agli ultimi anni. L’opera che gli darà fama eterna è la raccolta di poesie in volgare chiamata Il Canzoniere. Le opere in latino EPISTOLARIO: scrive lettere per tutta la vita comunicando con amici, parenti, intellettuali sparsi in tutta Europa, le lettere sono pensate per esserepubblicate e quindi sono continuamente riviste, hanno argomenti di varia natura sia pubblica che privata. SECRETUM: l’opera comprende un proemio + 3 libri; Petrarca immagina un dialogo con S.Agostino e la Verità personificata che dura 3 giorni, uno per ogni libro; in questo dialogo emerge il contrasto interiore di Petrarca tra passioni umane (l’amore per Laura) e passioni spirituali (amore per Dio); questo contrasto interiore però non si risolve. OPERE IN PROSA - Gli uomini illustri: è una raccolta di biografie di eroiantichi soprattutto romani e non giunge a compimento - Libri di cose, o di eventi, memorabili: raccolta rimasta incompleta di esempi, eventi in cui vengono contrapposti i vizi alle virtu TRATTATI MORALI - De otio religioso: scrive quest’opera dopo che il fratello Gherardo si fa monaco ed è una esaltazione della vita monastica, trascorsa lontana dalle tentazioni del mondo e contemplando Dio - De vita solitaria: proemio + due libri, è un trattato sotto forma di lettera in cui si sviluppano il tema della solitudine e della pace come condizioni ideali della vita dell’intellettuale - Rimedi contro la sorte favorevole e avversa: in forma dialogica e in due libri, tratta di come gli uomini possano affrontare i due volti della sorte, avversa o no. OPERE POLEMICHE - Invettive contro un medico; Petrarca manda una lettera a papa Clemente VI in cui gli consiglia di diffidare dei medici ciarlatani; qui è contenuto il pensiero negativo di Petrarca verso i medici che secondo lui si prendono cura solo del corpo al contrario della poesia e della filosofia che si prendono cura anche dell’anima. Laura viene dunque prima presentata come un’apparizione angelica, una donna-angelo che provoca nel poeta un immediato innamoramento; egli è consapevole di trovarsi davanti ad un essere sovranaturale. Questo accade perchè il poeta ha una sensibilità superiore tipica degli stilnovisti. Alla fine della poesia c’è una analogia ovvero due immagini messe a paragone ovvero quella della piaga causata da una freccia e la perenne ferita del poeta per un amore inappagato. Questa sofferenza amorosa è l’unica cosa a restare immortale, mentre tutto il resto, la bellezza di Laura compresa, è destinato ad esaurirsi perchè mortale. Vi è dunque una duplice immagine di Laura: in un primo momento essa è donna-angelo, immortale tipicamente stilnovistica; in un secondo momento il poeta preferisce darle una connotazione umana, essa quindi diventa mortale e la sua bellezza risulta sfiorita. Figure retoriche: dualismo tra Laura mortale e Laura immortale; il poeta la chiama con un nome fittizio ovvero L’aura, che si chiama senhal cifrato; nelle prime due quartine il poeta la descrive e c’è l’analogia dei suoi capelli biondi come il sole; si altrenano i tempi verbali di presente, imperfetto e passato remoto. In particolare: - Presente: sottolineato sempre dall’avverbio or, rimane però sempre in una condizione di incertezza - Il passato remoto sottolinea l’incontro esatto avvenuto con Laura - L’imperfetto invece indica l’incontro con Laura ma in maniera indefinita. SOLO ET PENSOSO I PIU DESERTI CAMPI Sonetto scritto nel 1337 ca. Ha come temi l’amore tormentato, la paura della solitudine, il paesaggio e la condizione interiore. La solitudine è un tema molto ricorrente in Petrarca, lui evade dalla società chiassosa sia per scrivere ma anche per placare il suo animo tormentato da un amore inappagato, quello per Laura. Il protagonista di questo sonetto è dunque l’io del poeta che ricerca la solitudine in un paesaggio deserto, per impedire che gli altri colgano, si accorgano del suo tormento interiore. Il paesaggio è indeterminato e Laura non viene mai citata nonostante sia sottintesa come causa di questo tormento. Il paesaggio viene quindi descritto in maniera molto generica. Solo una paesaggio deserto secondo il poeta puo capire lo stato d’animo del poeta, quindi c’è una corrispondenza tra una natura prima di prersenze umane e il poeta stesso. Tuttavia neppure in questa dimensione che sembra comprenderlo, il poeta riesce a trovare pace da quell’amore tormentato da cui non reisce a staccarsi. Questo sonetto ha una struttura tripartita ovvero si puo dividere in 3 parti: 1-5 sequenza relativa alla solitudine del poeta scandita dalla lentezza dei versi 5-11 questa solitudine fa da schermo all’evidente stato di sofferenza del poeta, poichè lui vuole soprattutto allontanarsi da chi lo deride per questo suo tormento Nell’ultima terzina invece il poeta sottolinea come nemmeno la solitudine riesce a salvarlo da questo tormento che nonostante tutto lo raggiunge Stlisticamente sono presenti: coppie di aggettivi e sostantivi per indicare la condizione del poeta o la natura del paesaggio (solo et pensoso/ monti et spiagge, ecc). Questi parallellismi servono a stabilire una analogia tra stato d’animo del poeta e paedsaggio appunto. Per quanto riguarda ritmo e sintassi, lo troviamo piu lento e semplice nelle prime due quartine, piu teso nella prima terzina con proposizioni subordinate quindi frasi complesse... per poi ridimensionarsi nell’ultima terzina; dunque il ritmo torna ad essere disteso. I verbi sono tutti in prima persona singolare a sottolineare la centralità dell’io poetico. Gli unici in terza persona plurale e singolare sono le personificazioni di ambiente e Amor che viene a dialogare con lui. O CAMERETTA CHE Già FOSTI UN PORTO pag. 425 Il poeta si rifugia nella sua camera perchè è un luogo intimo e sicuro dove piangere segretamente, trovare rifugio durante la notte dagli affanni amorosi di ogni giorno che sappiamo lo tormentavano. Petrarca pero allo stesso tempo ha paura di restare solo e addirittura preferisce mescolarsi alla gente perchè non vuole ritrovarsi da solo con la sua disperazione e il suo insopportabile tormento amoroso. Petrarca quindi associa la camera e il suo letto ad un porto sicuro, un rifugio dove ritornare e sentirsi bene. Come sappiamo lui ha sempre ricercato la solitudine e allontanato la gente. In questo caso però lui vuole cercare distrazione in mezzo alla gente, al contario. Perchè ha paura di rimanere da solo con i suoi pensieri. Antitesi come figura retorica predominante in questa poesia: - Contrapposizione tra tempo passato e presente - Tra quiete e angoscia (la quiete rappresentata dal porto sicuro e l’angoscia dalle tempeste) - Notte e giorno - Fuggire da se stesso e fuggire dalla gente - La gente è dunque amica o nemica? Sineddoche: consiste nella sostituzione tra due termini in relazione tra di loro; la parte per il tutto o viceversa, il singolare per il plurale o viceversa, il genere per la specie o viceversa, il contenitore per il contenuto o viceversa. Mani eburne o d’avorio, le mani rappresentano tutta Laura che ha le mani bianche d’avorio ma crudeli allo stesso tempo (altra antitesi). Da sottolineare il tentativo di coinvolgere il lettore con la domanda finale.
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