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Francesco Petrarca: vita e opere, Appunti di Italiano

La vita e le opere di Francesco Petrarca, intellettuale italiano del XIV secolo. Si analizzano i suoi rapporti con il padre e con la curia papale, i suoi spostamenti e la sua formazione culturale. Si evidenzia il carattere dualistico della sua personalità e le differenze con Dante. Si parla della sua musa ispiratrice, Laura, e della sua carriera poetica. Si approfondiscono gli ordini minori e i viaggi, la ricerca bibliografica e l'episodio della passeggiata al Monte Ventoso.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 01/09/2022

alessia.cristoforetti
alessia.cristoforetti 🇮🇹

4.3

(3)

30 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Francesco Petrarca: vita e opere e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! FRANCESCO PETRARCA LA VITA Petrarca rappresenta una nuova figura di intellettuale, è molto differente da Dante per due motivi: 1. Per la visione della cultura 2. Per i rapporti con il potere Francesco Petrarca nasce da un notaio, Ser Petracco, e Eletta Canigiani ad Arezzo nel 1304. PADRE E RAPPORTI CON LA CURIA (AVIGNONE) Il padre era un esule politico perché era un guelfo bianco (come Dante), era abbastanza differente da Dante però per i suoi rapporti con la curia papale. Ed erano questi rapporti privilegiati con il papato che consentirono a Ser Petracco di spostarsi ad Avignone (Francia) dove si è trasferita la curia papale nel Palazzo dei Papi, nel 1304. All’inizio del 1300 c’è stato un periodo in cui il condizionamento della monarchia francese sul Papato era talmente forte che la curia si spostò appunto nella Francia Meridionale. Presso la curia papale andò a lavorare quindi Ser Petracco. Petrarca si trasferì lì quando aveva 5 anni e il padre aveva scelto per lui la carriera amministrativa. SPOSTAMENTI DI PETRARCA Petrarca dunque vive ad Avignone perchè viene mandato a 12 anni dal padre a studiare diritto all’Università di Montpellier ed era abbastanza dotato; inoltre anche il fratello maggiore lo aveva fatto. Dall’Università poi si sposta a Bologna per la più importante facoltà dell’epoca per gli studi di diritto. Però il diritto non corrispondeva alle passioni, agli interessi di Petrarca che era invece molto più portato per gli studi letterari e soprattutto per la vita mondana perché poi quando il padre muore, nel 1326, le condizioni economiche lo fanno tornare a Avignone e qui appunto si dedica alla vita mondana: è un personaggio di notevole successo mondano per la sua cultura raffinata, l’astuzia, la capacità di interagire con gli altri, ha molto successo con le donne. Inizia in questo periodo i suoi studi letterari che aveva dovuto abbandonare per dedicarsi agli studi politici e qui si qualifica. CARATTERE DUALISTICO DELLA SUA PERSONALITÀ Carattere dualistico o contraddittorio della sua personalità: ci sono nella vicenda di Petrarca una serie di bivi o di percorsi ambivalenti. Nella formazione culturale da una parte il culto dei classici (lo studio degli autori classici, della lingua latina) e dall’altra parte il fascino, l’attenzione per gli autori cristiani: tra questi Sant’Agostino (filosofia mistica o idealistica), uno dei suoi maestri spirituali gli aveva dato il testo delle Confessioni (opera di Sant’Agostino) che è un testo di analisi interiore ma anche di filosofia mistica. Un’attenzione quindi meno condizionante per la realtà materiale e invece una proiezione verso il mondo delle idee. LE DIFFERENZE CON DANTE Inizia anche la sua carriera poetica, letteraria. Dai suoi testi si capisce che preferisce il latino perchè non arriva a tutti, esattamente il contrario di Dante. In una lettera fa una polemica contro Dante: usa il termine “sputacchiata dalla bocca del popolo” in riferimento alla Divina Commedia perché scritta in latino. è molto sottile nelle sue allusioni, quando dice una cosa ne intende un’altra. Dante e Petrarca sono stati due grandi autori però hanno una visione completamente diversa della cultura e della politica, come sul concetto del latino e del volgare. Petrarca, al contrario di Dante, dice che non tutti devono essere in grado di accedere ai livelli più alti della cultura, altrimenti la rovinano. Petrarca ha scritto anche opere in volgare perché era diventata una lingua classica per la lirica amorosa. LAURA La musa ispiratrice di Petrarca era Laura. L’ultima casa in cui ha vissuto Petrarca era ad Arquà, sui colli Euganei, dove adesso ci sono le terme affrescate con Petrarca e Laura. L’affresco prende spunto da un sonetto di Petrarca “Facendomi d'uom vivo un lauro verde” e infatti c’è l’alloro (lauro) che serviva per consacrare i condottieri e per la laurea dei poeti e lui ci teneva moltissimo ad essere incoronato poeta perché ha un'ossessione per la gloria letteraria. Laura rispetto a Beatrice è una figura molto più astratta: Beatrice è un personaggio storico e reale mentre Laura un personaggio emblematico, un emblema della femminilità come fonte di ispirazione della poesia amorosa. Petrarca dice di averla incontrata nella Chiesa di Santa Chiara il 6 aprile 1327 però molti negano che questa donna sia realmente esistita, o l’ipotesi più probabile è che Petrarca l’abbia trasfigurata poeticamente. Petrarca e Laura discorrono d’amore nell’affresco e Petrarca anche se in carne, era un personaggio sensuale e molto fisico. GLI ORDINI MINORI E I VIAGGI La possibilità di dedicarsi alla vita poetica, un‘attività non remunerativa, gli impone di trovare una fonte di reddito e lui la trova prendendo gli ordini minori perché comportavano alla concessione di un beneficio (vendità di un appezzamento di terreno…) : la carriera ecclesiastica prevede un cursus honorum con step che sono strettamente legati alla Messa, ad esempio lettore della lettera, custode della porta. Grazie agli ordini minori prende contatto con alcuni dei prelati più in vista dell’epoca come Giacomo Colonna e Giovanni Colonna (un cardinale). Grazie alla situazione di benessere economico può dedicarsi ai viaggi e alla ricerca di libri nelle biblioteche dell’epoca: lui vive nel sud della Francia,fai dei viaggi a Nord e in Italia, verso le quale è attratto per le sue origini e la sua passione letteraria perché è l’Italia la sede della cultura. Il suo viaggiare era anche una ricerca bibliografica: lui acquista dei libri e si crea una biblioteca privata. Quella di Petrarca è una delle prime biblioteche private e ha circa 200 libri, cosa molto notevole all’epoca. MONTE VENTOSO E IL 1343 Da una parte il desiderio di viaggiare, dall’altra parte la necessità vita raccolta, in meditazione e nel discorso con la propria anima; questo è un episodio che lui focalizza nella descrizione di una sua passeggiata al Monte Ventoso che si trova nei pressi di Avignone. Il fratello maggiore, Gherardo, rappresenta allegoricamente il vigore morale nella descrizione di questa passeggiata. Mentre il fratello va dritto per la sua strada, Petrarca prende le vie traverse, si lascia distrarre che poi è un segno dell’ascesa verso la conoscenza religiosa che Gherardo affronta con decisione e lui in maniera irrisoluta finchè poi arriva in cima e porta con sé le Confessioni che gli aveva regalato il suo Padre Spirituale e legge la frase “Non voler guardare al di fuori, la verità è dentro noi”. Petrarca allora capisce che tutti gli atti che fa sono inutili e che deve cercare un luogo per stare in meditazione e lo trova vicino al fiume L’opera è composta da tre libri: 1° LIBRO: DEBOLEZZA DI VOLONTÀ DI FRANCESCO: Agostino rimprovera a Petrarca l’incapacità di portare a termine il suo progetto (non riesce a realizzare i suoi progetti, a dare un esito concreto a quello che vorrebbe fare), cioè “velleitarismo”, ovvero volere una cosa ma non riuscire a realizzarla. 2° LIBRO: 7 PECCATI CAPITALI: Agostino rimprovera a Petrarca tutti i 7 peccati e Francesco riconosce di essere colpevole. 3° LIBRO: I PECCATI PIÙ GRAVI DI FRANCESCO: 2 sono i peccati più gravi che lo hanno portato alla degenerazione morale: 1. l’amore per la gloria (ambizione terrena) 2. l’amore per Laura che ha un'implicazione sensuale materiale, fisica. In quest’opera Petrarca Sant'Agostino e Francesco sono due aspetti della sua personalità: Francesco è ciò che lui è veramente mentre Agostino, alterego di Petrarca, è un’aspirazione che però resta irrealizzabile. STILE: Il secretum è scritto un latino armonioso, preciso, chiaro. Petrarca rinnova l'uso del latino perché riprende il modello classico, simmetrico e articolato, per esprimere questi conflitti interiori, che non vengono risolti nella realtà ma vengono risolti nella forma armoniosa (strano per un autore che sta esprimendo una situazione di grave disagio interiore). Lo stile dovrebbe essere uno stile basso perché esprime un disagio interiore, invece utilizza uno stile alto che esprime conflittualità interiore che è segno di un disagio maggiore. Il fatto di scrivere i propri conflitti dà la possibilità di trasferirli e superarli o convivere con essi. DE VITA SOLITARIA DALL’ASCETISMO ALL’OTIUM: Petrarca aspira a una ricerca di tranquillità ma non come l’ascetismo, cioè l’atteggiamento di rinuncia alle tentazioni/ ai piaceri del mondo per proiettarsi verso l’eterno. Quello di Petrarca è un’otium: studio delle opere classiche e religiose. La vita che descrive Petrarca è una vita a contatto con la natura, con gli amici e con i libri. Grazie a questi ultimi, realizza una conciliazione tra la cultura classica, cioè pagana, e quella cristiana. LE OPERE ISPIRATE ALL’IDEALE UMANISTICO L’EPISTOLARIO Ha una caratteristica fondamentale: lui ripubblica quindi riprende e modifica le lettere per trasmetterle ai posteri, perchè è a loro che propone la nuova figura di intellettuale che ha introdotto. C’è quasi una “TRASFIGURAZIONE LETTERARIA” nelle proprie vicende biografiche, alcune lettere infatti sono destinate a degli interlocutori immaginari, come intellettuali del passato. Sono delle opere letterarie più che lettere. CLASSICISMO PETRARCHESCO: la tecnica con cui Petrarca trasforma le lettere caratterizza il classicismo di Petrarca che poi si trasmette all’umanesimo. Consiste in due tecniche: 1. SELEZIONE: viene eliminato dalle sue opere tutto ciò che è volgare/quotidiano 2. SUBLIMAZIONE: quello che resta viene idealizzato/nobilitato perciò non è molto realistico. Diverso da Dante perché il sublime Dantesco riguarda tutto l’Universo perché è opera di Dio. Se diventa ripetitivo è una cosa noiosa, quindi alcuni autori usano l’ANTICLASSICISMO: selezionano gli aspetti più bassi e caratterizzano ancora di più il volgare (iperbole). Un autore che ha usato questa tecnica in modo spontaneo è Charles Bukowski. Pietro Aretino invece l’ha usata per provocare. AFRICA Poema epico sulla II Guerra Punica. L’ispirazione nasce dall’intenzione di emulare gli autori classici , perché voleva gareggiare con loro. Sceglie la II Guerra Punica perché è convinto che nessun autore latino ne aveva mai parlato; poi si è scoperto che invece non era così. Nei frammenti che ci restano i brani più interessanti sono quelli che hanno un’ispirazione lirica malinconica, cioè ispirati alla precarietà della condizione umana. All’interno di quest’opera si trova il LAMENTO DI MAGONE: Magone era uno dei fratelli di Annibale. Magone raggiunge Annibale in Italia ma viene ferito e deve tornare in patria ma muore durante il viaggio, sulla nave. Petrarca immagina che Magone prima di morire lamenta il carattere irrisorio di tutti i sogni degli esseri umani. IL CANZONIERE Il canzoniere è una specie di diario poetico dove l’autore mostra il suo mondo interiore, quindi è un’opera lirica, attraverso i componimenti che ha scritto. E composto solo da liriche, non è presente la prosa, al contrario della “Vita Nuova” di Dante. Questa vicenda interiore, di cui fornisce il diario attraverso opere che ha scritto, è strettamente legata all’amore per Laura ed è divisa in due parti: 1. le rime in vita di Laura 2. le rime in morte di Laura, dove la funzione di Laura è diversa da quella di Beatrice Sono 366 COMPONIMENTI, divisi in 365 + 1 introduttivo che è stato scritto dopo aver scritto le altre opere.
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