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Frankenstein., Appunti di Sociologia Dei Processi Culturali

Lecerle - Lecerle

Tipologia: Appunti

2015/2016

Caricato il 08/09/2016

Francy1231
Francy1231 🇮🇹

4.5

(1)

1 documento

Anteprima parziale del testo

Scarica Frankenstein. e più Appunti in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! Frankenstein. Frankenstein rappresenta a pieno il mito della modernità e forse è anche il solo ed unico. L’uomo in grado di poter controllare la natura e di piegarla a se, di canalizzare l’energia per dare vita alla creatura. In Frankenstein c’è tanta filosofia quanto storia. Il mito rappresenta una soluzione alle contraddizioni della realtà, ma la particolarità di questo mito è che all’interno è anch’esso contraddittorio. La prima edizione fu pubblicata nel 1818 anticipata da una prefazione, e la terza nel 1831 da un’introduzione. Tanto la prefazione quanto l’introduzione di Mary non si attengo solo ad evocare circostanze contingenti, ma due domini opposti, uno pubblico , quello della filosofia e della scienza, e uno privato che invece riguarda le nostre emozioni, paure desideri più segreti. I due domini si riuniscono sul piano della famiglia. Mary shelley è figlia du due illusti personaggi William Godwin e Mary Wollstonecraft. L’ambiente di Godwin è quello dell’illuministi inglesi e della loro tradizione inglese impegnata nel giacobinismo e nel sostegno alla rivoluzione francese, Mary invece è una delle grandi figure della tradizione del femminismo. Ma l’ambiente di godwin è anche quello della borghesia progressista di fine XVIII, di poeti ribelli all’ordine stabiliti, spesso atei, radicali in politica, è questa la generazione a cui appartiene il marito di Mary Shelley.Un epoca di grandi cambiamenti, di avventure ed eroismo, ma anche un periodo doloroso per quei radicali inglese inorriditi e affascinati dalla rivoluzione francese.. La possibilità dell’uomo, senza intervento divino, di dare la vita e decidere la morte, anche se poi come vedremo questo si trasformerà in punizione per Victor. In Frankenstein c’è tanto del Faust di Goethe nella passione per la conoscenza e nell’orgoglio che si rivelano essere una forma di hybris, che del prometeo. Inoltre nella prefazione di Mary Shelley è citato il Paradise Lost di Milton, un chiaro riferimento del creatore come simbolo di rivolta che poi trasmetterà al mostro il quale non dichiarerà guerra solo al suo creatore sterminando la famiglia ma all’intera umanità. Ma come abbiamo già detto il mito potrebbe riferirsi anche a quello di prometeo, ma Frankenstein verrà poi punito per il suo atto di conoscenza , per aver disobbedito agl’ordini divini , il mostro è un flagello dell’umanità e non il fuoco, il più grande dei benefici. Ma Frankenstein è il mito della creazione. Abbiamo dunque detto che questo mito presenta in sé 3 contraddizioni: Narrativa, Storica e Soggettiva. Contraddizione narrativa. All’interno di ogni testo vi è sempre un intreccio di fili di parole che si legano fino a ottenere una forma,è possibile trovare un principio discorsivo che permette di rintracciare un sottotesto. È questo che crea il testo vero e proprio. Nel momento in cui la scienza diventa il nuovo paradigma della modernità, Frankenstein è in grado di rispondere tanto all’idea divina quanto a quella scientifica. Esso rappresenta come la scienza si è imposta tanto da opporsi completamente al divino, è un mito della creazione in cui è l’uomo a creare e a dare la vita ne è l’esempio. Ma si tratta di una soluzione contraddittoria. Ciò che fuoriesce è si una creatura vivente ma è pur sempre qualcosa di innaturale. Il mostro nel romanzo di Mary Shelly è tanto buono quanto cattivo. Non è considerato né bello né brutto ma sublime, riprendendo un po’ a concezione kantiana di categoria. Ma decidere di controllare la vita con la scienza è amorale, non è natura ed ecco che la creatura diventa MOSTRO. Dietro questa contraddizione sono presenti due prospettive : Viene presa in considerazione la filosofia di Rousseau del buon selvaggio, e quella di Hobbes dell’ homo homini lupus. Frankenstein si scontra con entrambe le prospettive. Da un lato il mostro necessità di una costruzione sociale , è solo e non chiede altro che un contratto sociale ( chiede una compagna a Victor), si serve di questa per appartenere al mondo nel quale è stato creato ed abbandonato ma dall’altro lato è come il buon selvaggio subisce la società, si sente attaccato e si ribella. Egli è al tempo stesso, selvaggio, bambino è statua. Ma è pur sempre stato creato senza famiglia senza patria senza infanzia, non è altro che escluso, doppiamente abbandonato da dio che non lo ha creato ma bensì è stato creato contro di lui. E allora il mostro diventa cattivo, si ribella a colui che lo ha creato, lo ha messo al mondo e poi lo ha abbandonato, non è stato altro che quello che nel processo di socializzazione viene definito ALTRO IMPORTANTE. Come una tabula rasa, cio che diceva anche Locke il mostro ha fatto esperienza del mondo, del linguaggio attraverso altri ruoli attraverso altri generalizzati (casetta nella quale si nasconde).La relazione tra Victor e la creatura è quella di una padre /figlio. Se il mostro è corrotto è perché è impossibilitato ad avere una famiglia. Il problema del mostro dunque non è solo sociale, ma ancor di più familiare. In questo romanzo non vi alcun tipo di discorso sulla religione , eppure è inevitabile che Frankenstein sia religioso, è noto dunque che il discorso sulla scienza si opponga a quello della religione ma la dimensione religiosa brilla nella sua assenza. Contraddizione storica. In questa contraddizione è presente il rifiuto per la congiuntura storica del tempo che ne è contemporaneamente il riflesso (il fascino da parte dei liberali inglesi per la rivoluzione francese ma al tempo stesso la repulsione per questi sconvolgimenti che fecero crollare l’antico ordine e la nostalgia per un passato ormai distrutto. La creatura viene fuori dall’ambiente storico politico e culturale in cui Mary Shelley viveva. Il mostro è inteso come metafora politica , esso rappresenta sempre un collettivo un esercito , la folla. egli suggerisce una nuova incarnazione della folla , la sua enorme statura la sua bruttezza non impediscono di considerarlo prossimo all’umano, realistico insomma, come realistici sono gli avvenimenti che egli stesso rappresenta. Mary Shelley ha ambientato il suo romanzo in un tempo molto recente ma al tempo stesso ha anche voluto che gli avvenimenti evocassero un tempo remoto. È come se la scrittrice consapevole della congiuntura storica che stava vivendo in un certo senso abbia voluto far finta che nulla fosse successo. E questa contraddizione è presente nel mostro . Victor tenta di negare la sua esistenza prima rifiutando ciò che ha creato e poi successivamente inseguendolo per distruggerlo. Ma neanche la morte del mostro fa rivivere eventi passati, Victor perderà la sua famiglia esattamente come sarà impossibile ritornare all’Ancienne regime. E da qui la nostalgia per un passato perduto e l’entusiasmo per ciò che accade. Il mostro è dunque l’incarnazione delle principali metafore del problema politico contemporaneo. -Possiamo pensare alla rivoluzione come ad un mostro, essa è sanguinosa , uccide e terrorizza, batte le campagne portando devastazione e rovina. È però una contraddizione storica legata all’ambiente familiare in cui viveva Mary Shelley. Godwin in lui la contraddizione è esplicita , è sostenitore della rivoluzione francese amico dei giacobini inglesi, ma non amava le rivoluzioni. Le considerava necessarie ma perniciose, i rivoluzionari sono virtuosi ma eccessivi e cosi il mostro è così buono da diventare cattivo. Se Victor ha creato un mostro è perche Mary aveva un mostro come padre assetato di sangue come lo sono tutti i rivoluzionari. Anche la madre di Mary Shelley, si recò in Francia per entrare in contatto con la rivoluzione francese, per lei la rivoluzione era auspicabile e necessaria ma il popolo francese non era ancora abbastanza maturo affinché essa riuscisse pienamente. Ma quando Frankenstein era stato scritto siamo già più avanti della rivoluzione francese, il panorama è oscurato dalla presenza di napoleone che tradisce ma al tempo stesso è portatore di ideali rivoluzionari. Il mostro è anche l’incarnazione del capitano Ludd, misterioso leader di distruttori di macchine, ma che non era mai esistito. Ma il mostro ha identità molteplici, non solo la folla terrificante della rivoluzione francese o quella dei contadini intenti a difendere i loro diritti di esistenza ma la FOLLATUTTA. Parliamo delle Mobs, sommosse urbane nella storia della moderna Inghilterra , queste se la prendevano in particolar modo con i benestanti , essere riscuotevano un grande fascino sui borghesi e aristocratici liberali che a loro volta temevano però di restarne vittime.
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