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Frankenstein educatore Lucisano, Sintesi del corso di Scienze dell'educazione

Pedagogia, educatore. Scienze della formazione primaria, sapienza. Utilizzo di alcuni racconti e miti per mettere in discussione il modello educativo basato sull'idea che l'educatore abbia il compito di plasmare l'educando.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 06/11/2020

Giulinka
Giulinka 🇮🇹

3.9

(32)

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Scarica Frankenstein educatore Lucisano e più Sintesi del corso in PDF di Scienze dell'educazione solo su Docsity! FRANKENSTEIN EDUCATORE EDUCARE: L’educazione di un bambino è necessaria, in quanto sin dai primi mesi, deve essere introdotto in un mondo pieno di regole, leggi e abitudini che il egli non conosce. Il bambino non può raggiungere la condizione di adulto senza l’intervento di adulti. L’uomo si distingue dall’animale, in quanto egli ha la possibilità di scegliere i propri valori morali ed essere educato. Il bambino ha bisogno che gli adulti lo aiutino a consolidare le capacità mentali che gli permetteranno di vivere nel mondo, in questo modo non sarà necessario rifare sempre le stesse esperienze. Per quanto riguarda i bambini che non hanno avuto la possibilità di essere introdotti nella società umana, sarà quasi impossibile esservi inseriti in età adulta, in quanto è l’ambiente in cui vive, che costruisce il bambino. Educare non vuol dire solo sviluppare un’intelligenza formale, capace di risolvere problemi, ma anche un’intelligenza storica, in grado di sapere in quali radici culturali è inserito il bambino. Da qui sorgono le domande sulla propria identità e origine. Coloro che non vengono educati, rinunciano ad una ricerca d’identità sociale e si dedicano alla soddisfazione dei loro impulsi primari. PIGMALIONE: L’uomo cresce grazie all’educazione che ha ricevuto, per cui l’educatore deve mettere tutte le sue forze nei riguardi di chi educa. Un esempio di educatore che ha messo tutto se stesso per realizzare la sua opera, è Ovidio dell’opera “il moto di Pigmalione” di Rosenthal e Jacobson. Ovidio è uno scultore che realizza in avorio una statua di una donna. Egli la considera come vera, tanto che Venere decide di darle vita per farla diventare la moglie dello scultore. Ogni educatore, come Pigmalione, vuole dare vita a ciò che fabbrica, e come ogni educatore cerca di creare un essere che non sia il semplice prodotto passivo delle sue azioni. Un caso analogo è quello di Pinocchio. Anche qui la creazione si anima e esprime dei sentimenti nei confronti del suo creatore. GOLEM: Un’altra figura è quella del Golem della tradizione ebraica. Tramite l’argilla, viene data forma alla creatura, che prende vita imprimendo sulla sua fronte la parola Emet, verità in ebreo. Il Golem viene creato per esaudire ogni desiderio del suo proprietario, però l’essere diventa un gigante che il creatore non può più controllare, per cui lo distrugge, cancellando la prima lettera dalla parola scritta sulla fronte, così da lasciare met, ovvero morte. La figura del Golem viene utilizzata da Meyrink per denunciare la sete di potere dell’uomo; da Fritz Lang nel film Metropolis, in cui lo scienziato crea una una donna-automa; da Bloch nella raccolta di storie sul Golem, che da mezzo di protezione si trasforma in uno strumento di potere. L’educatore vuole essere obbedito, però non da macchine, ma da uomini come lui. La vera soddisfazione sarebbe che colui che viene educato, salutasse il suo maestro da uomo libero e lo riconoscesse come suo educatore, senza essere suo vassallo. FRANKENSTEIN: Il dottore mette tutte le sue energie nella creazione di una creatura di cui vuole essere sia padre che creatore. Quando il suo creatore l’abbandona, la creatura diventa un mostro costretto a compiere le sue esperienze da solo, senza la guida di un adulto. In questo caso è visibile la contrapposizione tra praxis e poesis nell’educazione. La poesis corrisponde alla fabbricazione, che termina una volta raggiunto il suo scopo, come nel caso di Frankenstein. La praxis corrisponde ad un’azione senza fine, in cui non ci sono oggetti da fabbricare, ma un atto continuo che corrisponde all’educazione di un individuo. RIVOLUZIONE COPERNICANA in pedagogia: è necessario che le lezioni siano fatte per gli alunni e non il contrario. Nonostante ciò, il bambino non è in grado di decidere cosa è necessario per il suo sviluppo, per cui le decisioni spettano comunque agli educatori. Per una crescita efficace, il bambino ha bisogno di molti elementi e non solo di quello che vuole effettivamente. L’educatore deve far si che il soggetto si metta in relazione con il mondo in maniera autonoma. La PRIMA esigenza della rivoluzione copernicana in pedagogia, consiste nel rinunciare a fare del rapporto di paternità, un rapporto di possesso. Il bambino non è un oggetto da plasmare a nostro gusto, ma un essere che va educato e aiutato nello sviluppo di una propria personalità. La SECONDA esigenza consiste nel riconoscere il bambino come un individuo capace di resistere alla subordinazione di un educatore che ha come unico scopo quello di sottomettere l’individuo.
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