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Frankenstein - Mary Shelley - Analisi, Appunti di Letteratura Inglese

Analisi del romanzo "Frankenstein or the modern prometheus" di Mary Shelley.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 29/01/2023

aledilorenzo
aledilorenzo 🇮🇹

4.7

(3)

21 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Frankenstein - Mary Shelley - Analisi e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! FRANKENSTEIN Il Frankenstein di Mary Shelley è un’opera di grandissima complessità. Pubblicato in due edizioni: una del 1818 in forma anonima con una prefazione di Percy B. Shelley e in una seconda edizione nel 1831 con un’introduzione della stessa autrice che dunque si palesa.. L’opera nasce grazie ad una sfida lanciata da Lord Byron che si trova sulle alpi svizzere in compagnia di Mary e Percy Shelley, della sorellastra di Mary (sua amante) e dell’italiano Polidori. Costretti dalla pioggia a rimanere nella villa, per passare il tempo iniziano a leggere delle storie tedesche di fantasmi fino a quando Lord Byron non propone di scrivere una storia loro stessi. L’ispirazione non viene subito a Mary, ma le conversazioni sul Galavnismo e sulla possibilità di riportare in vita corpi morti scatenano la sua immaginazione e le fanno avere un incubo che darà origine all’opera. Il romanzo è epistolare in quanto introdotto da una serie di lettere scritte da Robert Walton alla sorella Margaret, in cui la aggiorna in merito al suo viaggio verso il Polo Nord. Le lettere tuttavia rappresentano solo la cornice del romanzo, che possiamo definire a scatole cinesi in quanto all’interno del racconto abbiamo un cambio di focalizzazione, da Victor al mostro e ai dialoghi tra i due fino alla chiusura del romanzo suggellata dalle ultime lettere che Walton manda alla sorella. L’opera è ascrivibile anche al genere gotico anche se non possiede molte delle sue caratteristiche in quanto non siam in presenza di rovine di castelli medievali o di un’ambientazione tipicamente gotica. Tuttavia Mary Shelley si inserisce nel filone romantico facendo chiaro riferimento al concetto di sublime con le numerose descrizioni della natura che rispecchiano lo stato d’animo del protagonista. Non abbiamo una fanciulla in pericolo, ma la rappresentazione di un femminile passivo. Il Frankenstein è un romanzo di madri assenti e di padri negligenti. Questo perchè le figure femminili sono poco presenti nel romanzo, tutte le donne fanno una pessima fine: la madre di Frankenstein muore per una malattia, la domestica Justine viene giustiziata ingiustamente ed Elizabeth viene uccisa. Questo aspetto vuole rappresentare la situazione di marginalità che le donne vivevano in quel periodo. Le donne sono sempre state relegate ad un certo tipo di generi letterari come il romanzo domestico o sentimentale e al di là del successo che queste potevano riscuotere venivano sempre giudicate secondo il doppio canone ovvero un giudizio dato non in base alle loro qualità artistiche, ma in base al loro genere. Le donne scrittrici non sono mai state menzionate nel grande canone della letteratura europea fino all’intervento della critica di genere che ha riscoperto le scrittrici che erano state completamente insabbiate e dimenticate. Questo avveniva perchè si riteneva che il cervello e attraverso i quali cerca di riappropriarsi del corpo della madre e della sua identità culturale. Mary Shelley si sente di aver tolto al mondo qualcosa di importantissimo, lei sa che non è colpa della madre ma comunque si sente una figlia abbandonata e perciò si sente in competizione con essa perchè deve dimostrare di essere degna di essere figlia di una tale madre. Altra esperienza autobiografica che influenza le sue opere è la maternità dell’autrice stessa, che vive numerose gravidanze che però non vanno mai a buon fine. Questo comporta la creazione di una stretta correlazione tra maternità, procreazione e morte. La sua vita è attorniata da morte e sensi di colpa. Mary si identifica a questo proposito con il mostro perchè condivide il senso di colpa. Il mostro per le cattive azioni che ha compiuto e Mary per la morte della madre di cui si sente responsabile. Ella si sente colpevole per essere nata donna e per essere scappata di casa con Percy, ma anche per non essere stata una buona madre e per aver esplorato la sessualità appena adolescente. Il problema della sessualità si rispecchia nel romanzo perchè come vediamo ad esempio Victor ed Elizabeth non consumeranno nemmeno la prima notte di nozze e questo è il riflesso della scrittrice che temeva appunto questa sessualità. L’unico a mostrare un interesse sessuale è il mostro che però verrà stroncato dall’autrice stessa che non gli permetterà di avere una compagna. Questo è dunque un romanzo sul senso di colpa, un male che viene indubbiamente da dentro. Il mostro è la personificazione di questo senso senso di colpa. Ma come dice Ellen Moers è anche un romanzo di espiazione e qui riprendiamo il parallelismo con Coleridge perchè proprio come il marinaio, per aver ucciso l’albatross, venne condannato a raccontare la sua storia a chiunque incontrasse, allo stesso modo Victor racconta la sua storia a Robert. Il sottotitolo del romanzo “The modern Prometheus” allude all’aspirazione degli scienziati di poter fare tecnicamente qualsiasi cosa. Prometeo è un titano ribelle che ruba il fuoco dall’Olimpo per salvare l’umanità disubbidendo agli ordini di Zeus. Allo stesso modo Frankenstein è creatore di qualcosa e allo stesso tempo qualcuno che ha disubbidito all’ordine di Dio. Questa volontà di andare oltre i limiti delle capacità umane e di volersi mettere alla pari di Dio fa di Frankenstein un overreacher proprio come Lucifer nel Paradise Lost di Milton. I romantici hanno interpretato la storia di Milton come una celebrazione di satana, vedendolo come l’eroe ribelle che sfida il potere di Dio e considerandolo non come l’incarnazione del male, ma come vittima del potere tirannico di Dio. L’opera di Mary Shelley può essere letta come una riscrittura del Paradise Lost, ma in realtà non abbiamo mai un chiaro riferimento ai personaggi di Milton, che invece ci vengono presentati attraverso metafore. Il mostro si identifica dapprima in Adamo in quanto come lui egli non ha alcun contatto con altri esseri umani, ma la differenza è che mentre Adamo vive nell’Eden, il mostro viene al mondo in una situazione già negativa. Cosi possiamo identificare il mostro con Lucifero in quanto entrambi sono stati cacciati dal padre, ma anche in questo caso la differenza è che satana ha dei demoni che lo sostengono e lo acclamano mentre il mostro è completamente solo. A questo punto possiamo prendere in considerazione una figura ancora più reietta di satana ovvero Eva, con cui possiamo effettivamente fare un paragona con il mostro perchè Eva, in quanto donna, e il mostro, in quanto tale, vengono esclusi dalla storia. Eva essendo donna è considerata deforme, il pensiero dell’epoca vedeva la sessualità femminile come qualcosa di malato e impuro proprio come il mostro. La stessa Mary Shelley si identifica nel mostro perchè vede il suo grembo come foriero di malattie, capace solo di dare vita. a bambini già morti o malati e inoltre come gli altri due la Shelley vive questa emarginazione dalla società in quanto scrittrice donna. Un altro aspetto da considerare è che nelle intenzioni dell’autrice c’era quella di voler spaventare il lettore, ma fallisce nell’intento perchè gli avvenimenti sono narrati al passato e dunque questo spegne il
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