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Franz Kafka - "La Metamorfosi", Appunti di Letteratura Tedesca

Accenni alla corrente espressionista + breve biografia di Kafka; poetica e analisi dettagliata de "La Metamorfosi"

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 13/07/2019

arianna_bresolin
arianna_bresolin 🇮🇹

4.5

(27)

13 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Franz Kafka - "La Metamorfosi" e più Appunti in PDF di Letteratura Tedesca solo su Docsity! Espressionismo: è una delle ultime correnti avanguardistiche del periodo, di cui fa parte Kafka e di alcuni poeti, ma di cui Mann non c’entra nulla. Avanguardia di matrice tedesca. Nel 1905 nasce e si sviluppa in Germania e non si estende altrove, a differenza di tutte le altre correnti che sono d’importazione. Nasce come un movimento di arte figurativa, una mostra a Dresda, Brücke (il ponte), il poeta più noto è Ernest Ludwig Kirchner, poi si sviluppa con un gruppo di Monaco, il cavaliere azzurro-der blau Reiter, un gruppo di pittori di cui fa parte anche Kandinskij, e poi, parallelamente si sviluppa anche nella letteratura, maggiormente in poesia che in prosa. Gli aspetti artistici sono molto differenti dalle altre correnti, accomunati solo da alcuni elementi: la rottura con il vecchio che assume forme diverse, il desiderio teso verso un nulla (nichilismo) che non vede prospettive future, oppure può essere più attivista, visionario, con uno sguardo verso il futuro, può avere dei toni religiosi, di una religiosità non convenzionale, messianica. C’è sempre l’anelito ad un nuovo mondo, una nuova società, molti furono interventisti, desideravano la guerra come l’unica possibilità per far nascere una nuova società, eliminare il marcio; era quasi un’utopia. Molte delle opere degli espr4essionisti danno voce a questo pathos, a questa sofferenza urlata, uno dei precursori è Munch ( sofferenza quasi primordiale, universale con l’urlo, che però nessuno sente); un’altra caratteristica è il desiderio di una pura espressione: espressionismo nel senso che l’arte non deve imitare la realtà ma il proprio mondo interiore, ciò spiega la particolare cromaticità di queste opere, una realtà deformata che però non è vista come una deformazione; soggettivismo estremo, è così solo se non lo paragoniamo alla realtà, espressione individuale e soggettiva. Sono spesso opere teatrali o poesie, generi che andavano molto incontro a questa corrente. Teatro come pulpito, da cui fare appello al pubblico; nella lirica la parola poetica viene stravolta, in questi due mezzi espressivi c’è la ricerca di un nuovo linguaggio, frutto della crisi del linguaggio umano, ricerca della parola originaria, un’espressione pura della personalità dell’individuo. Gli espressionisti gravitano attorno a Berlino, la lirica è fondamentalmente metropolitana, uno sguardo nuovo sulla nuova realtà della metropoli; la migliore stagione della corrente si conclude con la guerra, quando sembra non avere più ragione di esistere, è un movimento di fine che vuole annunciare il nuovo ma segna più una rottura con il vecchio. Kurt Pintus: “il crepuscolo dell’umanità”, 1920 giovane scrittore che in questa antologia sistematizza e storicizza l’espressionismo mettendo insieme opere e autori che avevano fatto parte a questo movimento, è come se in questo anno tutto sia già finito, è la guerra che conclude tutto, è breve, è il movimento che accompagna la fine della vecchia Europa, l’ultimo scoppio di creatività che dà voce all’apocalisse verso cui l’Europa si sta avviando. La rottura con il vecchio è causata da immagini molto provocatorie, di critica e di denuncia, viene presa di mira la vecchia generazione dei padri di questa società soffocante e opprimente, mettendo a nudo il marcio della società. Ad esempio, Benn ambienta le sue poesie in un obitorio, di fatto rappresenta le morti violente della nuova metropoli, una realtà shoccante e nuova. Nessuno le voleva pubblicare quindi si dotano di un organo proprio di pubblicazione: le riviste “der Storm” nel 1910, e “die Aktion” nel 1912, in cui vengono pubblicati saggi critici e teorici, racconti, poesie, disegni e illustrazioni (è molto immaginifica come corrente). Nascono piccole case editrici che danno voce a queste nuove generazioni, a questa nuova letteratura che viene rifiutata dagli organi ufficiali, permettendogli uno sbocco al pubblico: Kurt Wolf (ebreo) apre una piccola casa editrice e decide di pubblicare solo giovani, di corrente espressionista, nella collana der Jüngste Tag (= il giorno del giudizio). Pubblica anche Kafka e i suoi primi racconti, La Metamorfosi esce prima in una rivista (die Weißer Letter) e poi nella collana di Kurt. Dopo la guerra, nel 1919, pubblica la seconda raccolta di racconti. Il tema chiave molto presente in questa letteratura che accomuna Kafka e gli espressionisti: il conflitto padre (identificato nel vecchio mondo) e figlio (soffre nel vecchio mondo), un divario che diventa enorme, molte di queste opere sono polemiche, satire, denunce contro il vecchio mondo il cui pensiero è portato al profitto e al culto del progresso, il credo positivista si oppongono altri valori come l’arte, la bellezza, l’espressione dell’IO. L’espressionismo vuole sovvertire l’ordine, è antiborghese nonostante siano figli di borghesi. Un tema anche di Kafka: La Metamorfosi è però svolto in modo molto più complesso e ha una profonda analisi psicologica della figura padre e figlio. Molto più sincero. È stata scritta nel 1911 di getto, a differenza di Mann che ha una scrittura calcolata, calibrata, controllata, scrive di giorno ed è la sua professione. Quella di Kafka invece è più naturale, istintiva, scrive di notte perché di giorno pratica un altro lavoro, secondo lui la scrittura è una vocazione. Franz Kafka (1883-1924): è un ebreo di lingua tedesca di Praga, che fa ancora parte dell’Impero Asburgico. Fa parte dell’estrema varietà etnico-linguistica. La famiglia fa parte della piccola borghesia ebrea che vive nel Regno di Boemia, in mezzo ad una popolazione autoctona di lingua ceca; il tedesco è la lingua usata dall’élite culturale, Praga è ancora piccola e provinciale, poco interessata all’industrializzazione. Il padre ha un negozio di galanterie, Franz è il primogenito e avrà due sorelle, mentre il padre sarà molto assente, sempre dedito alla sua attività, quindi crescerà in mezzo alle donne. Frequenta il ginnasio tedesco e l’Università tedesca, per poche persone ma con posizione tendenzialmente al vertice. Lui cresce e si forma in un’isola linguistica di minoranza; studia chimica, letteratura e poi legge per volere del padre, in cui poi si laurea. La legge sarà appunto spesso tema della sua letteratura (processo, condanna, sentenza), c’è il tema dell’accusa e della colpa. Fa letture disparate ma è molto informato sulle ultime letture (legge molto Nietzsche e Hofmannsthal). Si avvicina, come molti ebrei di lingua tedesca, sin da giovane a Darwin e al socialismo. Pratica un ebraismo assimilato, ha lasciato alle spalle la tradizione e si è assimilato ad una cultura dell’ambiente in cui vive. Nel 1908 comincia a lavorare per una compagnia di assicurazioni (di infortuni), grazie a questo lavoro viene a contatto con il mondo lavorativo del regno e così si attacca al socialismo. Lavorerà poco perché poi si ammala di tisi nel 1917, nel 1922 entra in una pensione anticipata e nel 1924 muore. In vita pubblica poco. Ha vari contatti con gli espressionisti, e molti dei suoi amici sono ebrei e intellettuali di lingua ceca; tutto ciò non era tipico per un giovane di lingua tedesca, prova molto interesse per questa cultura, tra l’altro una delle donne di cui si innamora, con cui intrattiene un carteggio, è di lingua ceca, si chiama Milena (Le lettere a Milena). La sua Scrittura È molto vicino al movimento espressionista per l’aspetto estremamente figurativo e immaginifico, è un grande inventore di immagini, spesso attribuite a lui ed entrate nella cultura generale: sono vivide, intense e sono diventate famose, come la scimmia parlante, la cavallerizza da circo, il messaggero sempre in corsa che non arriva mai. Nessuno dei tre romanzi è mai arrivato ad una fine, pubblica poco in confronto a tutto quello che lui scrive, e sono sempre stati pubblicati postumi: dà tutti i suoi appunti, diari ecc. all’amico Brod, a cui prega di bruciare tutto, ma non gli darà fortunatamente ascolto e scriverà la prima biografia dello scrittore. È grazie a lui se queste opere sono sopravvissute e se ora conserviamo i suoi diari, un laboratorio di immagini. Scrisse molti diari da cui nascono queste sue famose immagini kafkiane; mentre le inventa è tenuto spesso in una condizione al limite tra sogno e veglia la sua scrittura sembra obbedire ad una logica onirica del sogno. In questi diari annota e scrive i primi abbozzi di futuri racconti; annota i suoi stessi sogni ma non si sa se si trattano di veri sogni o di sogni ad occhi aperti, ha una sfrenata immaginazione, una forte visionarietà ma anche molta lucidità. Non c’è razionalità, le immagini spesso sono inspiegabili, non rispettano un rapporto causa-effetto e logica. Pag. 52 visita del procuratore. Gli eventi si succedono molto velocemente. Ci sono una serie di riflessioni che articolano una debole protesta che non sarà mai formulata con violenza o con polemica. Pag. 54/55 arringa. La dimensione non è reale (sono le 7 di mattina) e c’è subito un tentativo di accusa con una presunta colpa di Gregor, che cerca di difendersi anche per proteggere la famiglia (è premuroso nei confronti della famiglia), ma il padre non prende le sue parti dando ragione al procuratore, un’entrata fuori dal reale ma simbolica di un atteggiamento della società nei confronti dell’individuo. È l’ordine patriarcale incarnato da queste due figure: padre= ordine della famiglia; procuratore= ordine sociale. Poi lo scarafaggio viene rinchiuso nella propria stanza. Il grosso conflitto accade nel 1° capitolo, poi tutto si dipana negli altri due. 2° / 3° Capitolo: segue l’evoluzione degli eventi che si dipanano per arrivare alla catastrofe finale. Kafka non chiude così il racconto ma ci mostra la vita della famiglia dopo la morte di Gregor. Ha introdotto nella famiglia qualcosa di strano e di diverso, dà alla quotidianità una piega diversa. In questo modo riesce a mettere in luce, nelle reazioni dei componenti, tutta una serie di rapporti familiari, introducendo questo elemento estraneo può mostrare le reazioni dei personaggi che sono indicative del loro modo di pensare. Quella che resta più o meno sempre uguale è la madre che continua a mantenere un atteggiamento amorevole ma angosciato, alla fine arriva ad accettare il fatto che lui si tolga di torno a causa di tutte le problematiche nate. Nel padre accresce l’atteggiamento violento nei suoi confronti, ma ha un altro cambiamento, che fa parte della radicalità dello sguardo di Kafka, e un po’ della sua ironia: è pensionato e, ora che il figlio non è in grado di lavorare, si trova un lavoro per guadagnare, quindi riacquista una posizione di potere all’interno del nucleo familiare. Ciò non è detto esplicitamente, lo si capisce dal racconto da una serie di dettagli visivi (ha una divisa, un aspetto più autorevole, siede più ritto sulla poltrona), ha ritrovato il suo posto nella società in seguito alla disgrazia del figlio; la divisa è la chiara identificazione del singolo cittadino con lo Stato. Un processo che accusa il parassitismo dei rapporti familiari, e che tra i due c’è un conflitto eterno uno non può essere forte se l’altro non è debole, l’emergere di uno comporta il soccombere dell’altro. È molto ironico però molto disperatamente lucido il modo in cui ritrae il padre che riacquista vigore dato che ora è al centro delle cure e degli affetti delle due donne. La sorella, dopo la catastrofe, cambia il suo ruolo all’interno della famiglia. Da brevi dettagli si capisce che aveva un rapporto di profondo amore con il fratello, lui era molto protettivo, e aveva un sogno: voleva che andasse a studiare musica, è uno dei motivi del suo duro lavoro. Con la disgrazia ora assume sempre più un ruolo determinante: il padre non ne vuole sapere, la madre è angosciata e la sorella è l’unica che si prende la briga di entrare nella stanza di Gregor, e anche intrattenendo un rapporto, di costituire il filo che lega G all’esterno. Inizialmente è una figura subordinata, poi comincia a prendere sempre più posizione, ha un potere sempre maggiore: la cosa più importante è che gli porta il cibo, un potere sempre maggiore sul fratello, decide di togliere i mobili quando vede che lui ha bisogno di più spazio e più libertà, è lei che compie tutta una serie di decisioni, assume questa funzione di custode della vita del fratello, ha in mano la sua vita perché decide di non dargli più cibo con l’ennesima incursione che fa, lascia sempre chiusa la porta a chiave. È una logica spietata e crudele che Kafka smaschera nei rapporti familiari perché solo quando il fratello maggiore sta male che la sorella può avere una posizione di rilievo in casa. Lo sguardo su questi rapporti è il mors tua vita mea, sono rapporti di potere che riguardano anche il rapporto uomo / donna, padre / figlio, la madre è sottomessa e non ha la forza per tirarsi fuori da questa posizione. Sorella= nuova generazione, la donna capace di tirare acqua al suo mulino, di trovare un suo posto, e a danni di qualcun altro. Meccanismi che Kafka smaschera grazie a questo racconto. Può essere considerato una riscrittura di un genere della fiaba: la trasformazione uomo-animale, in cui qualcuno fa un torto, viene trasformato in un animale e in cui c’è sempre la possibilità di una redenzione, deve fare qualcosa che lo riscatti, pagare un pegno, tipo nella fiaba La Bella e la Bestia, una sorta di parola magica che qui, però, nessuno pronuncia; l’ironia è che non c’è nessuna colpa per la trasformazione di Gregor e nessuna sua redenzione, l’unica potrebbe essere la sorella ma non lo fa, la sorella amata non ne ha la facoltà, Kafka spoglia la fiaba del suo contenuto morale, quella morale scardinata che causa la trasformazione dell’uomo, ma qua non avviene nessuna rottura perché l’uomo moderno non ce l’ha, non c’è la rottura di una legge evidente, nel mondo moderno la legge ha perso ogni evidenza, non c’è più una parola che ci dice ciò che è giusto e cosa è sbagliato, tutto può essere preso e visto da prospettive diverse, è insondabile quindi non si sa più se l’uomo si macchi di una colpa o è innocente, con questa ripresa viene focalizzata l’impossibilità di comprendere la colpevolezza o l’innocenza di un uomo, non esiste più l’evidenza della rottura di una legge; perciò gli individui di Kafka sono tutti potenzialmente innocenti ma allo stesso tempo in colpa, e questo lo si vede nella sorta di processo tra il procuratore e Gregor, che deve difendersi ma non sa precisamente da cosa deve difendersi. Per gli espressionisti sono i padri i colpevoli e i figli i sofferenti che si ribellano, che hanno ragione. Per Kafka tutto è più ambiguo e onesto perché pensa che i figli siano colpevoli tanto quanto i padri, e qui si riflette il senso di colpa che ha Kafka per la scrittura: Scrittura un imperativo, un’attività applicata come qualcosa che deve assolutamente fare ma allo stesso tempo c’è un senso di colpa per la sua diversità, per il suo autoescludersi da ogni rapporto umano e sociale, appunto non si sposerà mai, non avrà mai una famiglia quindi non sarà padre, con il matrimonio rifiuta l’entrata verso una vita adulta, la possibilità di diventare lui stesso padre, sono cose da cui fugge, però questo è accompagnato da un senso di colpa, un senso di essere diverso, di inadeguatezza, ma comunque anche di autoelezione, un pregio essere diverso dai padri, deve essergli riconosciuta questa cosa; è un po’ questo senso di colpa che si manifesta nello scarafaggio, senso di colpa della creatura che si autoesclude, per realizzare una sorta di verità nella propria scrittura; Gregor diventa un animale dipendente in tutto e per tutto dalla famiglia, che si sottrae al dovere quotidiano, si rinchiude nella sua stanza e rifiuta quindi di avere un ruolo nella società (non si sposa ecc.). Avviene una ribellione odiando sé stesso, lui alla fine muore quindi non c’è una visione positiva del suo autoescludersi, del suo essere diverso. È però un corpo che critica ferocemente un’istituzione che soffoca con troppo amore o con troppo egoismo, ogni tentativo che limita la libera formazione dell’individuo. K, in una lettera, si definisce una bestia della famiglia (Familientier), quindi non come un individuo. Il fatto che il vecchio ordine, nonostante i cambiamenti, sopravviva, ci fa capire che quello della famiglia è sottratto da qualsiasi possibilità di cambiamento, è fisso e statico che continua a persistere con i suoi rapporti falsi, con i suoi taboo e con tutte le sue norme. 2° gioca tutto nel rapporto tra Gregor e la sorella, sorella amorevole ma anche tirannica: si occupa e preoccupa di lui ma dall’altra parte pretende da lui certe cose, si manifesta la sua volontà di comandarlo. La metamorfosi prosegue, ha più padronanza del suo corpo animale, si sente più a suo agio, non è più goffo come prima, si arrampica sulle pareti e sul soffitto ed è per questo che la sorella, per lasciargli maggiore spazio, decide di togliere tutti i mobili dalla stanza. È un episodio centrale del capitolo perché è come se Grete sancisse che la cosa non deve più tornare indietro, che lui deve restare un animale; entrando nella stanza di G si va nella sua intimità più profonda e, quel momento, è simbolico, la trasformazione è resa definitiva. Mentre le due donne entrano, lui manifesta sempre una delicatezza nel non farsi vedere, resta nascosto sotto il divano. Quando cominciano a sgombrare tutta la stanza, lui ha una reazione, decide che vuole difendere la sua intimità, esce dal divano e si arrampica sulla parete mettendosi sopra al quadro dell’inizio del racconto, coprendolo perché non vuole che glielo portino via. La madre sviene e la sorella si arrabbia, lui ha rotto questo tacito patto, e gli mostra il pugno, facendo sì che il rapporto d’amore instauratosi tra i due si rompe, lei cambia atteggiamento, non è più cordiale e premurosa nei confronti del fratello. Quadro ha valenza simbolica, riguarda i rapporti familiari, tra l’uomo e le due donne. Si capisce che è molto intenso, al limite dell’incestuoso (c’è un episodio nel 3° capitolo che riprende il loro rapporto), è simile al rapporto che Kafka ha con le sue sorelle; è come se l’attenzione verso un’altra donna rompesse il rapporto tra i due, ed è per questo che lei gli mostra il pugno, a livello figurato questo rapporto si spezza. Lo svenimento della madre, causato dal terrore della vista del figlio, simboleggia la rottura anche del loro rapporto d’amore madre-figlio la madre comincia ad accettare il destino del figlio (quindi la sua morte) e non si ribellerà alla violenza del padre. Anche qui l’amore che hanno è eccessivo: quando lo scarafaggio esce dalla stanza, andando nella sala da pranzo, il padre lo rincorre e comincia a lanciargli delle mele, la quale una si conficca nella sua corazza. La madre cerca di fermarlo ma non ha la forza, se non quella di sedurlo, quindi alza la gonna e cadono sotto il tavolo, e qui la vista di G si annebbia. È una scena agghiacciante, indice di quello che sono questi rapporti, che da un lato vede il padre che si comunica solo con la violenza, non ha altro modo di gestire la situazione se non con l’aggressività, mentre la madre non ha altro modo di fermarlo se non quello di darsi a lui, facendo in modo che lui sfoghi su di lei tutta la sua foga. Nella reazione di Grego c’è tutta la consapevolezza di Kafka di tutto il loro rapporto è edipico, caratterizzato da una forte gelosia, come K con la madre. Sono rapporti abnormi, e sono proprio questi amori eccessivi che non permettono al ragazzo di svilupparsi, di formare una propria personalità fuori dall’ordine familiare, uscire da quest’ordine sposandosi, e il quadro rappresenta l’uscita da questi rapporti che lo soffocano, potendo entrare in un ordine sociale. 3° è svolto all’interno della stanza più un’incursione. È ferito a causa della mela lanciata dal padre. La famiglia è più sé stessa e comincia a dimenticarsi di lui, vengono meno le cure, la sorella non gli pulisce più la stanza e non gli procura il cibo, quindi pratica un digiuno forzato e vive nella sporcizia. Episodio finale Cominciano ad affittare la casa come B&B e una sera la sorella suona per procurarsi qualche soldo in più con gli ospiti. Gregor sente la musica, ne rimane incantato e lo alletta ad uscire dalla stanza, la cui porta era rimasta socchiusa per sbaglio, sembra mosso da una forza sconosciuta, tanto da pensare di non essere veramente un animale se sente così forte la musica, se ha un così forte potere su di lui; si immagina di abbracciare la sorella da dietro e di baciarle il collo; tutto porta nel caos e il padre lo uccide. È significativa questa riflessione per come venga messo in discussione il confine così presumibilmente che esiste per Kafka tra natura animale e natura umana; ciò che fa tra questi due aspetti è una sorta di ribaltamento. Avvengono due scene più importanti: la prima che riguarda la terza ed ultima uscita dello scarafaggio nella sala da pranzo. Esce perché appunto attratto dalla musica suonata dalla sorella e immagina di darle un bacio sulla guancia. L’animale riflette sulla sua natura, pensando che forse non sia davvero una bestia, sembra molto più umano di tutti gli altri personaggi. Sguardo alla fiaba ma manca l’istanza della salvezza. La sorella sembra quasi portare ad una redenzione (Erlosung) con la musica che però non avviene, e si riversa anzi in un epilogo violento, legato all’impossibilità che ha la figura animale di comunicarsi all’esterno. La sua vista è terrorizzante anche per gli ospiti quindi il padre lo caccia, per un’ultima volta, dentro la sua stanza e, questa volta, la porta viene sprangata è sancita, in questo gesto, l’impossibilità di una possibile salvezza, di un possibile ritorno ai fatti iniziali delle cose; da qui inizia la lenta agonia che porta Gregor alla morte. Il
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