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Fray Luis de Leon, letteratura spagnola 2, Appunti di Letteratura Spagnola

Appunti su fray Luis de Leon relativi al corso 2020/2021 di lettura spagnola 2, Unior.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 25/06/2023

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Root324b21 🇮🇹

4.3

(3)

12 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Fray Luis de Leon, letteratura spagnola 2 e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! Uno dei massimi esponenti, insieme a San Juan de la Cruz, della cosiddetta “poesia ascetica” : Fray Luis de León. Egli è stato un umanista, un poeta, un traduttore e un teologo, appartenente agli ordini degli agostiniani. Decise di insegnare all’università di Salamanca, luogo in cui aveva ricevuto la sua formazione. Fu processato ed imprigionato per alcuni anni in seguito a gravi accuse di eresia, in particolare due risaltano: ● L’aver preferito il testo ebraico dell’antico Testamento alla versione latina, la cosiddetta Vulgata di San Geronimo, che era stata adottata dal Concilio di Trento. ● L’aver tradotto in volgare parti della Bibbia, in particolare il Cantico dei Cantici, cosa che era espressamente proibita dal Concilio di Trento. Erano infatti consentite solo parafrasi del testo biblico. Dopo anni di prigionia, durante i quali egli compose alcuni dei suoi versi più celebri, come “La noche serena”, fu poi assolto da tali accuse. Cosa vuol dire “letteratura ascetica”? Il termine ci riporta alla parola “ascesi”, di origine greca, dal verbo askéo, che vuol dire “esercitare”, perché l’ascesi è quell’azione interiore, quell’esercizio spirituale che mira all’acquisizione della perfezione morale e religiosa, all’ascensione verso Dio, tramite un continuo esercizio delle virtù, la preghiera, intesa come orazione mentale e un graduale distacco dal mondo. Esattamente questo è il tema che lega Fray Luis a Garcilaso: graduale distacco dal mondo, il tentativo di ridimensionare quelli che sono i valori, gli obiettivi inseguiti inutilmente da buona parte dei mortali, in modo da rientrare in questa particolare educazione spirituale proposta dagli asceti. L’omaggio di Fray Luis de Léon a Garcilaso, comincia con la scelta del metro: la lira,(strofa di 5 versi settenari ed endecasillabi) utilizzata per la prima volta in Ode ad Florem Gnidi. Esalta vita solitaria, lontana dal chiacchiericcio, dal frastuono del mondo, questa vita è quella scelta da pochi saggi. Vita ritirata- vita solitaria [1] ¡Qué descansada vida                                            1 la del que huye del mundanal ruïdo, y sigue la escondida senda, por donde han ido los pocos sabios que en el mundo han sido;          5 [2] Que no le enturbia el pecho de los soberbios grandes el estado, ni del dorado techo se admira, fabricado del sabio Moro, en jaspe sustentado!                    10 [3] No cura si la fama canta con voz su nombre pregonera, ni cura si encarama la lengua lisonjera lo que condena la verdad sincera.                         15 [4] ¿Qué presta a mi contento si soy del vano dedo señalado; si, en busca deste viento, ando desalentado con ansias vivas, con mortal cuidado?                 20 Fray Luis de Léon cerca altro, non il potere, la ricchezza, ma la pace in un locus amoenus, che viene descritto nei versi seguenti. Cerca un “secreto seguro”, da intendersi qui come sostantivo, nel senso di rifugio, luogo appartato, che dia sicurezza e che al contempo sia piacevole. Questo rifugio appartato si trova nei monti, vicino ad un fiume. In seguito, viene utilizzata la metafora della vita umana come navigazione in un mare in tempesta, che porta molti uomini al naufragio. “Roto casi el navío”: la barca di tanti esseri mortali si infrange sugli scogli e allora la cosa più saggia da fare è cercare riposo e cercare un rifugio dal mare in tempesta. [5] ¡Oh monte, oh fuente, oh río! ¡Oh secreto seguro, deleitoso! Roto casi el navío, a vuestro almo reposo huyo de aqueste mar tempestuoso.                        25 Che vita di riposo quella di chi fugge dal rumore mondano e segue il recondito cammino, percorso da pochi saggi vissuti in questo mondo non gli turba il cuore al vero saggio la condizione dei superbi, (non prova indivia per i potenti) non guarda con ammirazione il tetto dorato costruito dagli arabi, sostenuto da colonne di “sustentado en jaspe” marmi screziati. Il vero saggio quindi, non corre dietro alle ostentazioni del potere e della ricchezza. Non si cura se la fama esalta il suo nome con voce annunciatrice, non si preoccupa nemmeno se la lingua adulatrice esalta ciò che la verità condanna. Che importa alla mia felicità se nono indicato dal vano dito; se in cerca di questo vento (fama), io vado sconfortato da ansie e preoccupazioni mortali? Oh monte, oh fonte, o fiume! Oh rifugio sicuro! Fuggo da questo mare in tempesta cerco rifugio prima che la mia nave si distrugga. ''Almo'' significa che da' vita una fontana pura hasta llegar corriendo se apresura. 50 Y luego, sosegada, el paso entre los árboles torciendo, el suelo de pasada de verdura vistiendo y con diversas flores va esparciendo. 55 El aire del huerto orea y ofrece mil olores al sentido; los árboles menea con un manso ruïdo, que del oro y del cetro pone olvido. 60 A proposito di questo scettro, qualche critico ha avanzato l'ipotesi che quest'ode, che esalta la vita solitaria e ritirata in simbiosi con la natura nella pratica ascetica per riavvicinarsi a Dio, ma potrebbe far riferimento ed essere ispirata dal ritiro di Carlo V nel monastero di Yuste. Ténganse su tesoro los que de un flaco leño se confían; no es mío ver el lloro de los que desconfían cuando el cierzo y el ábrego porfían. 65 Inoltre, Fray Luis de León utilizza la sineddoche, una figura retorica che consiste nel riferirsi alla parte per il tutto, in questo caso “legno” al posto di “nave”, avreste potuto trovare anche “vela”. Ecco qui la descrizione del naufragio annunciato dal soffiare di questi venti: La combatida antena cruje, y en ciega noche el claro día se torna; al cielo suena confusa vocería, y la mar enriquecen a porfía. 70 A mí una pobrecilla mesa, de amable paz bien abastada me baste; y la vajilla Poi le acque si calmano, sempre riferendosi alla fontana, scorrono già più lente con un percorso tortuoso fra gli alberi, e questo corso d'acqua va rivestendo di verde il suolo, e va cospargendo di fiori lo stesso suolo durante il suo corso. (Verdura nella canzone III) Questa brezza soffia, rinfresca l'orto e offre mille odore ai sensi; muove le fronde degli alberi con un dolce suono, soave, che fa' dimenticare l'oro e lo scettro, quindi le ricchezze e il potere Si tengano pure stretto il loro tesoro quelli che si affidano ad una debole nave; non fa per me vedere il pianto di coloro che si disperano quando soffiano con violenza il Tramontana e il Libeccio. L’albero della nave scricchiola, e il chiaro giorno diventa notte fonda; fino al cielo risuona il vociare confuso di tutti coloro che sono a bordo e arricchiscono il mare perché i tesori che vi trasportavano finiscono nelle acque Una semplice tavola, modesta ma ben fornita di pace mi basta; Queste stoviglie preziose siano pure di coloro i quali non temono il mare. de fino oro labrada sea de quien la mar no teme airada. 75 Y mientras miserable- mente se están los otros abrasando con sed insacïable del no durable mando, tendido yo a la sombra esté cantando. 80 La tmesi che troviamo in questo verso, in metrica è la divisione di una parola in due parti di cui una si trova alla fine di un verso e l’altra al principio del successivo. In questo caso, l’avverbio di modo “miserablemente” è diviso in due parti. La tmesi si fa, di solito, fra due parti di una parola che siano etimologicamente distinte, e questo è il nostro caso: abbiamo da una parte l’aggettivo “miserable” e dall’altra il suffisso “mente” con il quale si creano gli avverbi di modo. A la sombra tendido, de yedra y lauro eterno coronado, puesto el atento oído al son dulce, acordado, del plectro sabiamente meneado. 85 C’è chi ha immaginato la presenza di qualche musico innominato, ma molto più semplicemente è la mano di Dio che produce l’armonia del mondo. La massima aspirazione di Fray Luis de León è di poter stare disteso in questo locus amoenus all’ombra, contemplando la natura circostante, in questo luogo che ci descrive così dettagliatamente: il monte, la fontana, il fiume, l’orto coltivato con le sue stesse mani, l’ombra degli alberi mossi dalla brezza leggera e piacevole, il prato punteggiato di fiori, la natura che si risveglia in primavera. Mentre gli altri si affannano e rischiano la vita e perdono il sonno la notte, preoccupati dal giudizio altrui, da come conseguire “el oro” y “el cetro”, scettro E mentre miserabilmente gli altri sono consumati dalla sete insaziabile di potere (un potere che non dura), possa io stare steso all’ombra a cantare. Possa io dunque stare disteso all’ombra coronato d’edera e alloro, tutto intento ad ascoltare questa dolce melodia prodotta da quel plettro usato saggiamente
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