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FRAY LUIS DE LEON + opere, Appunti di Letteratura Spagnola

Vita di Fray Luis de Leòn, poesia ascetica + analisi "Noche Serena" e "Vita Retirada"

Tipologia: Appunti

2019/2020
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Caricato il 27/07/2020

Chiara.De_Fazio
Chiara.De_Fazio 🇮🇹

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Scarica FRAY LUIS DE LEON + opere e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! LA POESIA ASCETICA DI FRAY LUIS DE LEÓN (1527 – 1591) Il nome di Fray Luis de León è strettamente legato all'immagine di Salamanca e della sua Università. La sua biografia è molto travagliata: fu un umanista, poeta, traduttore, astrologo, teologo spagnolo, religioso dell’ordine degli Agostiniani, insegnante universitario. Studiò a Salamanca ma, nel 1542 sentì il richiamo di una vocazione religiosa ed entrò nel convento agostiniano, dove si laureò in Teologia ed ebbe diritto all'insegnamento universitario. Il periodo tra il 1572 e il 1576 comprende l'episodio più noto sulla sua vita: la denuncia e la prigione nelle carceri dell'Inquisizione con l'accusa di eresia, perché aveva preferito alla Vulgata in latino di San Geronimo (la versione ammessa e adottata dal Concilio di Trento) il testo ebraico dell'Antico Testamento. Della sua stessa opinione erano anche Gaspar de Grajal (professore di Bibbia) e Martín Martínez de Cantalapiedra (professore di ebraico). Dunque, vennero imprigionati tutti e tre, ma alla fine saranno assolti. Si dice che Fray Luis scrisse gran parte delle sue opere in prigione, ma né le forze, né le condizioni materiali supportano questa ipotesi. La maggior parte della sua ingegnosità era dedicata alla scrittura di lunghi testi di argomento teologico, in cui afferma che una migliore conoscenza delle lingue in cui sono stati scritti i testi originali consentirà una migliore traduzione dai testi biblici. Ma tutto ciò sarà visto come una novità scandalosa ed eretica, dunque venne accusato di aver violato il divieto tassativo di tradurre in volgare parti della Bibbia, in particolare del Cantico dei Cantici (erano solo consentite delle parafrasi). Il 23 agosto 1591 morì a causa un tumore nel convento di San Agustín. Il suo corpo viene trasferito a Salamanca, dove viene sepolto, ma anni dopo, il convento fu ridotto in rovina, così i suoi resti furono trasferiti nella cappella di San Jerónimo dell'Università. Il 25 aprile 1869 furono inaugurati il mausoleo della cappella e la statua in bronzo che presiede il Patio dell'Università di Salamanca. Fray Luis de León è tra i massimi esponenti della letteratura ascetica del 500 (ascesi deriva dal greco askesis e vuol dire esercitare; dunque è una sorta di allenamento volto ad acquisire la perfezione morale, attraverso l’esercizio continuo delle virtù, della preghiera, per ottenere un graduale distacco dal mondo e ascendere verso Dio è una sorta di educazione spirituale).⟶ è una sorta di educazione spirituale). Troveremo echi della poesia di Garcilaso nella produzione poetica di Fray Luis de León. VIDA RETIRADA (celeberrimo componimento scritto nel metro creato da Garcilaso, ovvero la lira: strofa di 5 versi in cui si alternano settenari ed endecasillabi, in cui canta i piaceri di una vita lontana dal rumore della vita mondana: chi fugge dal rumore mondano può godere una vita piacevole, all’insegna del riposo). Che vita riposata quella di colui che fugge dal rumore mondano e seguono il sentiero nascosto che hanno percorso i pochi saggi vissuti in questo nostro mondo! Non prova invidia per la condizione dei potenti, dei grandi, né delle opere dei celeberrimi architetti arabi (che in Andalusia crearono opere stupende) sorrette da colonne di marmo venato. Il saggio non si preoccupa che il suo nome sia celebrato dalla Fama (con voce annunciatrice) e nemmeno se la lingua adulatrice esalta lodi false condannate dalla verità (lui punta alle cose vere, sincere, concrete, che danno un vero appagamento). Che importa alla mia felicità, se vengo indicato per degli elogi sperticati; e se vado in cerca di questo vento (della fama) sconfortato (perché la ricerca ossessiva porta del trionfo con sé inevitabilmente ansie) da ansie vive, inquietudine costante e preoccupazione mortale? O monte, o sorgente, o fiume! O rifugio sicuro, fonte certa di piacere! La mia massima aspirazione è fuggire da questo mare in tempesta (la vita mondana) e cerco rifugio presso di voi (monti, sorgenti, fiumi) perché la mia nave è quasi a pezzi. (richiamo a Garcilaso con l’immagine del viaggio per mare). Io voglio un sonno ininterrotto, una giornata libera, pura, allegra, non voglio vedere la faccia severa, corrucciata di tutte queste persone che si credono importanti solo perché possono vantarsi di avere un titolo nobiliare o un ricco patrimonio. (cosa cambia tutto questo, ai fini della felicità personale? Non mi interessa, non mi dà nulla!) Io voglio essere svegliato dal canto degli uccelli, (omaggio a Garcilaso, nell’egloga 2, vv. 67-69) un canto che nessuno gli ha insegnato, ma che è inebriante, mi appaga, non voglio essere svegliato dalle preoccupazioni gravi che hanno le persone che dipendono sempre dalle opinioni degli altri. (l’opinione degli altri non ci deve importare!) Io voglio vivere da solo e godere del bene che mi ha concesso Dio, senza testimoni, libero da ogni passione d'amore, gelosia, odio, speranza, timore. (aspira a una pace dei sensi) Sul pendio del monte io ho un orto che ho piantato io stesso, coperto di fiori, che in primavera già mostra i segni (la primavera riporta la vita, i colori, gli odori tanto anelati) dei frutti che stanno per crescere. (descrizione del locus amoenus) Una fontana, una sorgente d’acqua pura si affretta correndo (con un corso d’acqua rapido) dalla cima ariosa: sembra desiderosa di vedere e accrescere la bellezza di questo mio orto. (irrigandolo con la sua acqua) E dopo, con un corso d'acqua più calmo, seguendo un percorso contorto tra gli alberi, va ricoprendo di verde il suolo ricoprendolo di vari fiori (fa rifiorire i prati). L'aria rinfresca l'orto, offre ai sensi mille odori scuote gli alberi (provoca un effetto di pace e tranquillità) con una musica soave (quella del vento tra gli alberi) “con un manso ruido”: rende omaggio a Garcilaso perché ricorda l'egloga 3 nel suo incipit, parlando del rumore delle acque del Danubio e fa dimenticare l’oro e lo scettro (ruido mondano e vano, beni materiali) Si tengano pure questi loro tesori (coloro che preferiscono una vita così) coloro viaggiano su questa debole nave; (visione della vita come tragitto in un mare in tempesta) scossa da questi venti (“cierzo y ábrego” sono due venti: la Tramontana e il Libeccio) che fanno correre un pericolo mortale. L'albero della nave scosso dai venti forti; all’improvviso il giorno chiaro si trasforma in cieca notte; tutto si fa cupo, la nave rischia di naufragare. Per me sia sufficiente una povera tavola ben fornita di pace. Io lascio agli altri
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