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Fuente Ovejuna, Lope de Vega, Sintesi del corso di Letteratura Spagnola

Introduzione e riassunto atto per atto.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 06/01/2020

Martinas99_
Martinas99_ 🇮🇹

4.6

(80)

28 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Fuente Ovejuna, Lope de Vega e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! FUENTE OVEJUNA ‘’Fuente Ovejuna’’ è un testo teatrale scritto da Lope de Vega, che venne pubblicato nel 1619, non ottenendo però un immediato successo. Nonostante sia un’opera seicentesca, la storia è ambientata nell’ultimo quarto del 400, ovvero durante il regno dei Re Cattolici, che sono parte integrante dei personaggi dell’opera. Nonostante siano state scritte entrambe dallo stesso autore, quest’opera ha alcuni aspetti differenti in confronto a ‘’El Perro del Hortelano’’, poiché in questo caso si tratta di una commedia grave, ovvero un’opera con elementi tragici che però viene considerata commedia poiché, secondo lo spettatore del ‘600, la sua fine è positiva. Inoltre non è ambientata più nelle grandi metropoli della Spagna, come Napoli o Madrid, bensì ci troviamo in un luogo rurale, ovvero il paese di Fuente Ovejuna. Questa particolarità la si coglie subito e proprio grazie al titolo in quanto, significando letteralmente ‘’fonte per pecore’’, sottolinea l’aspetto rurale dell’ambientazione. Inoltre il titolo è molto importante, non solo per il suggerimento dell’ambientazione, ma anche perché sottolinea un altro aspetto di distinzione, ovvero la pluralità/collettività e non più l’importanza del singolo individuo. Infatti Lope de Vega, utilizzando il nome del paese come titolo della sua opera, vuole esplicitare il fatto che il solo ed unico protagonista dell’opera è proprio il paese, che ha però un suo valore simbolico in quanto rappresenta la collettività dei ciudadanos. Un elemento in comune che vi è con El perro del hortelano è sicuramente il tema dell’onore, che però in questo caso, essendo una commedia ‘’contadina’’, non riguarderà più la nobiltà, bensì i campesinos, ovvero l’onore della classe socialmente più bassa. Questo tema è legato a quello del sangue, altro tema tipico che viene trattato e anche esso di fondamentalmente importanza poiché con entrambi Lope vuole dimostrare la corruzione del sangue, ovvero la differenza tra i ‘’conversos’’ e i cristianos viejos. Ovviamente Lope si collega nuovamente al periodo storico dei Re Cattolici, durante il quale cominciò il processo di cristianizzazione del territorio. Il tema del sangue ‘’corrotto’’ è rappresentato sia dai contadini, i quali non potendosi permettere di comprare titoli nobiliari, sono cristianos viejos, e sia dal Commendatore Calatrava, il quale tramite i suoi gesti e le sue parole, dimostra invece di avere il sangue sporco, quindi di essere in realtà un ebreo. I gesti non sono da sottovalutare anzi sono molto importanti poiché, stando alle idee del 600, sono coloro che rivelano la vera identità di una persona. TRAMA ‘’Fuente Ovejuna’’ racconta la rivolta contadina agli eccessi di Fernan Gomez, ovvero il commendatore dell’ordine di Calatrava, il quale occupando il paese, tenta di imporre la sua potenza. Sfortunatamente questa sua autorità cerca anche di imporla sui cittadini e soprattutto sulle donne, come avviene proprio con la figlia dell’alcalde Laurencia, che inizialmente cerca di evitare di cadere nelle sue mani, ma alla fine non ci riesce ed infatti viene stuprata. La giovane ragazza però non è la sola ad essere stata abusata poiché vi è all’interno della storia anche lo stupro di Giacinta, una contadina. L’autorità imposta da Calatrava ed i vari problemi che causa portano i cittadini di Fuente Ovejuna a ribellarsi, ovvero lo uccidono. I ATTO Il I atto inizia con dei personaggi maschili, ovvero il commendatore, seguito dai suoi servi Flores e Ortuno, ai quale sta dicendo della poca sicurezza che prova per il Maestro di Calatrava, in quanto, pur sapendo della sua visita, non è venuto a salutarlo. Questa loro conversazione viene interrotta proprio dall’entrata in scena del Maestro, il quale si scusa immediatamente del suo ritardo. Questo loro colloquio fa capire molte cose allo spettatore, come il fatto che il commendatore sia appena tornato dalla guerra e che si sia installato al paese di Fuente Ovejuna. Un’informazione molto importante è sicuramente quella riguardante l’assedio della Ciudad Real, al quale il Maestro deve partecipare su invito del commendatore, così da evitare che il potere venga preso da quelli che diventeranno i Re Cattolici, e specialmente dalla regina Isabella. Il commendatore si dimostra già dall’inizio contrario alla corona reale, quindi anche al processo di cristianizzazione, attuato a partire dal 1492, e ciò dimostra il fatto che abbia il sangue ‘’corrotto’’, ovvero non cristiano. Inoltre la figura del commendatore è molto importante poiché, oltre a rappresentare la corruzione, viene utilizzata anche per sottolineare l’importanza dei Re Cattolici. Lo spettatore non si stupisce o non prende seriamente le parole e le intenzioni contrarie ai re Cattolici poiché, essendo nel ‘600 e quindi quasi 200 anni dopo, è consapevole del fatto che Isabella e Ferdinando riescono ad ottenere il potere ed anche l’unificazione territoriale. → vv. 91-94/104-110 Questo loro dialogo sottolinea anche il fascino nei confronti della violenza del commendatore poiché, rivolgendosi sempre al Maestro, dice che non è un vero soldato finché la spada non si macchi di colore rosso, come quello della croce di Calatrava. Ovviamente il colore rosso sta a rappresentare il colore del sangue. → vv. 129-135/153-156. La loro scena termina con l’entrata di Pasquala e Laurencia, che sono i primi personaggi femminili che il pubblico conosce. Le due ragazze stanno parlando proprio del commendatore Fernan e del fatto che, da circa un mese, sta facendo di tutto per conquistarla, tant’è che i suoi servi le hanno offerto anche un giubbetto, una cuffia ed una collana. → vv. 198-208. Laurencia però afferma, anche con molta decisione, che non cadrà mai nelle mani del commendatore poiché lei è troppo dura per sua signoria. → vv. 215-216. Da questo loro dialogo capiamo che è proprio un’abitudine del commendatore cercarsi delle ragazze, conquistandole anche con oggetti, che cadono nel suo ‘’gioco’’, pensando anche ad un possibile matrimonio, che in realtà non avverrà mai. → vv. 193-195. Infatti Pasquala sottolinea proprio questo aspetto, ovvero che gli uomini prima ti usano, ti dicono belle parole e poi però tutto cambia ed i complimenti diventano insulti. → vv. 265-272. Le due ragazze vengono interrotte dall’entrata in scena di 3 uomini, ovvero Mengo, Barrildo e Frondoso, ed il tema del loro dialogo si sposta sull’amore poiché Mengo crede che l’amore in realtà non esista, mentre gli altri due ragazzi sì. Essendo in disaccordo chiedono aiuto alle due ragazze. Pasquala in realtà non da una risposta in quanto, come lei stessa dice, ‘’non se ne intende’’, mentre Laurencia afferma che l’amore non è poi così importante quanto l’onore. Per questa sua idea, Laurencia può essere paragonata a Diana in quanto per entrambe l’onore è al di sopra dell’amore, che è visto come una predisposizione dell’animo che rende l’uomo poco nobile. → vv. 436. Flores entra in scena ed il suo discorso, che tratta dell’assedio della Ciudad Real, non è importante per i contenuti, bensì per la sua funzione poiché serve per mettere al corrente lo spettatore di cose successe fuori dal palcoscenico. Rivolgendosi al sindaco, nonché padre di Laurencia, gli dice che deve convincerla a sottomessi a lui, ribadendo come hanno fatto molte altre donne, pur essendo sposate e senza dispiacere. Inoltre Laurencia non viene trattata come una donna, bensì come un animale, ovvero una lepre che scappa dal suo cacciatore. → vv. 959-964. In questa scena, il tema dell’onore è molto più esplicito e materiale, soprattutto nella discussione tra il sindaco ed il commendatore, il quale afferma che in realtà i contadini non hanno onore e che il solo ed unico nobile all’interno del paese è lui stesso poiché ha sul petto la croce di Calatrava. → vv. 989-990. Queste sue affermazioni aiutano lo spettatore a capire ancora di più l’aspetto del sangue sporco del commendatore in quanto, se fosse realmente nobile, non si vanterebbe e non direbbe determinate cose. Infatti proprio il regidor sottolinea questo aspetto, dicendogli che il commendatore è il primo a vantarsi ma anche ad avere il sangue sporco. → vv. 991-995. Inoltre è proprio il regidor ad insinuare il sangue sporco del Commendatore poiché gli dice che, se qualora dovesse usare la sua spada per uccidere un contadino, non si sa realmente quale sangue sporcherebbe l’altro. → vv. 995-996. Alla fine il commendatore comanda a tutti i presenti di andarsene ed in scena rimangono solo lui ed i suoi servi, Flores ed Ortuno, con i quali parla delle donne del paese a sua disposizione. La loro conversazione viene interrotta da un soldato, il quale avverte che le truppe dei Re Cattolici stanno per scagionare la Ciudad Real dall’assedio del Maestro di Calatrava e per questo motivo c’è bisogno dell’aiuto del commendatore. Nella scena seguente entrano Mengo, Laurencia e Pasquale che parlano dell’accaduto. Improvvisamente entra in scena un’altra contadina, Giacinta, che chiede aiuto poiché alcuni soldati la vogliono portare da Fernan. Pasquala e Laurencia scappano e solo Mengo rimane per difenderla, ma invano poiché viene fatto prigioniero e castigato. Purtroppo viene presa anche la giovane contadina, che viene riservata non a Fernan, bensì all’intero esercito. Questo abuso può essere considerato come una sorte di vendetta da parte del commendatore, il quale non essendo riuscito ad ottenere Laurencia, decide di attaccare l’anello debole dell’onore della comunità, ovvero la donna. In questa scena viene nuovamente trattato il tema dell’onore e soprattutto della sangue sporco del commendatore, che lo conferma dalle sue parole e dai suoi gesti, tant’è che Giacinta gli dice che suo padre, nonostante la sua appartenenza sociale, è più nobile di lui. → vv. 1263-1265. Il commendatore esce di scena con Giacinta ed entrano Laurencia e Frondoso, che le chiede nuovamente di sposarlo. Questa volta però Laurencia accetta la sua proposta e gli dice di andare a parlare con suo padre. Questa scena è importante poiché il matrimonio serve per riportare alla stabilità, che era stata eliminata dalla figura di Fernan. Ciò può portare nuovamente ad un paragona con ‘’El perro del hortelano’’ dove, anche lì, il matrimonio è considerato come l’unico modo per risolvere il caos creato. → vv. 1295-1299/1305-1306. Per questo motivo Frondoso si dirige da Esteban, che sta nel mentre parlando con l’assessore proprio del commendatore, sottolineando il suo sangue sporco dato la rottura del codice di onore. → vv. 1320-1322/1327-1330. A questa richiesta, Esteban risponde acconsentendo poiché prova molta gratitudine nei confronti di Frondoso, tanto da definirlo come difensore del suo onore. → vv. 1379-1382. La scena seguente non è ambientata a Fuente Ovejuna poiché Fernan ha raggiunto il Maestro di Calatrava nella Ciudad Real. Entrambi decidono di lasciare la città poiché le truppe dei Re Cattolici sono troppo forti. Il commendatore ed il maestro escono di scena ed entrano Frondoso e Laurencia, seguiti dal corteo nuziale e da altri personaggi, e grazie a ciò lo spettatore capisce che la scena in questione è appunto il matrimonio tra i due giovani e che si è nuovamente a Fuente Ovejuna. Questa scena rappresenta un momento di festa, che viene vista dai contadini come un momento di ritorno alla tranquillità ed alla stabilità, che era stata interrotta duramente dall’arrivo del commendatore. Come cornice di questa festa ci sono anche dei musici che cantano una canzone, elemento tipico delle feste, molto significativa poiché contiene dei presagi, soprattutto pericoli per Laurencia. → vv. 1549-1552/1558-1559. Questi presagi prendono materialmente forma nella scena seguente poiché il momento di festa viene interrotto dall’irruzione di Fernan, il quale comanda a tutti di terminare i festeggiamenti. Frondoso tenta di scappare ma il commendatore comanda ai suoi uomini di arrestarlo, anche se il popolo, e soprattutto Esteban, lo giustifica per essere scagliato contro di lui, ed essendo un nobile, gli chiedono di lasciarlo libero. → vv. 1595-1596/1611-1617. Alle parole di Esteban, il commendatore comanda di prendergli la ‘’vara’’, ovvero il simbolo dell’alcalde. → vv. 1633. L’intromissione, avvenuta con prepotenza, di Fernan è un momento molto importante poiché sottolinea come la sua minaccia non sia più rivolta solo ed esclusivamente a Laurencia e quindi ad una sfera privata, bensì dimostra come si passi ad una sfera collettiva poiché la questione della giovane contadina si intreccia con quella di Fuente Ovejuna. Infatti il solo ed unico motivo di questa intromissione è la vendetta nei confronti di Laurencia in quanto è stata l’unica donna a non volersi concedere a lui, nonostante i vari tentativi ed avvertimenti. L’atto termina con Laurencia che viene portata via e soprattutto con un ultimo dialogo tra alcuni contadini. Significative sono le parole di Barrildo poiché rappresentano una sorta di accusa nei confronti degli uomini. [in scena in realtà è Giacinta, la contadina stuprata, a dirle poiché nella società contemporanea alla rappresentazione era giusto dare voce ad altre donne, così da evidenziare la loro dignità.] III ATTO Il terzo atto comincia con l’entrata in scena di Esteban, Alonso e Barrildo che si stanno confrontando poiché nessuno si è presentato al consiglio del paese. Dal loro dialogo, lo spettatore capisce che c’è un’assenza di comunità. I personaggi discutono su come poter cambiare la situazione che Fuente Ovejuna vive, con la consapevolezza e la condivisione del fatto che ci sia stato un suppruso da parte di Fernan. → vv. 1693-1696. Da questo loro dialogo emergono anche le paure ed i timori che si hanno andando contro un potente come Fernan, tant’è che l’assessore consiglia di abbandonare il paese. → vv. 1686-1687. Alla fine i personaggi arrivano alla conclusione che l’unico rimedio a questo caos è una reazione con la morte, che però non è considerata come una vedetta, bensì come una punizione. → vv. 1699-1701. Questo consiglio viene interrotto dall’entrata in scena di Laurencia, la quale non viene nemmeno riconosciuta da suo padre per le sue condizioni. In questo suo discorso, che può essere definito monologo poiché la sua intenzione comunicativa è esclusivamente monologica e non dialogica, Laurencia attacca inizialmente suo padre poiché è stato quest’ultimo a lasciarla nelle mani di Fernan, ovvero non gli ha impedito di fare ciò che ha fatto, ovvero di violentarla. Questo suo attacco tratta il tema dell’onore poiché non essendosi ancora sposata a causa dell’intervento del commendatore, lei era ancora sotto la protezione del padre e non di Frondoso. → vv.1725-1730/1734-178/1742-1743. Da un attacco specifico, rivolto verso il padre, Laurencia si scaglia contro gli uomini, in generale, di Fuente Ovejuna che vengono definiti come animali o barbari poiché non hanno difeso le loro donne, ciò che è loro. Infatti Fuente Ovejuna si trasforma nel nome non rappresentante del honor campesino, bensì nel nome degli uomini coraggiosi. → vv. 1760-1761. Il suo monologo diventa sempre di più un contrasto tra uomo e donna, soprattutto negli ultimi versi dove assicura che le donne si armeranno, al posto degli uomini, per difendere il loro onore. Per sottolineare questa sua affermazione, Laurencia paragona le contadine alle amazzoni in quanto quest’ultime erano delle guerriere vendicatrici. → vv. 1794. Ciò nonostante Laurencia è consapevole che l’intervento delle donne non è positivo poiché non porterà alla stabilizzazione delle cose ed il ritorno all’armonia e sottolinea questa sua consapevolezza quando dice ‘’ eterno espanto del torbe’’. → vv. 1795. Questi versi, oltre che ad essere definiti un monologo, possono essere considerati anche come una vero e propria accusa processuale, dove le prova risiedono sul corpo stesso di Laurencia. Il monologo di Laurencia sortisce l’effetto sperato, ovvero gli uomini si organizzano per uccidere il commendatore. → vv. 1806-1807. Gli uomini escono di scena ed entrano le donne che, richiamate da Laurencia, iniziano ad organizzarsi per andare contro la tirannia del commendatore. → vv. 1816-1820. Questa scena può essere considerata come un vero e proprio reclutamento militare, citando le parole di Laurencia ‘’squadrone di donne’’. Nella rappresentazione teatrale vista inoltre assume ancora molto di più questo aspetto poiché vi è proprio una marcia e la formazione fisica dello squadrone. Questa organizzazione è basilare poiché sottolinea l’importanza delle donne, le quali partecipano attivamente a questa battaglia in quanto sono loro ad essere state violate. → vv. 1831-1833/1837. La scena seguente invece è rappresentata dal commendatore, che seguito da Flores ed Ortuno, decide di far impiccare Frondoso, che ha le mani legate. Vengono però fermati da dei rumori, ovvero il popolo si comincia a ribellare. Il commendatore libera Frondoso con la scusa di mandarlo a placare il popolo, ma come gli risponde il contadino non ci riuscirà. → vv. 1872-1874. Infatti interviene direttamente il commendatore ma anche lui non riesce a controllare la sommossa, che vuole la sua morte rivendicando il potere dei Re Cattolici.
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