Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

FUORI CONTROLLO, Thomas H. Eriksen - riassunto, Sintesi del corso di Antropologia Culturale

Riassunto dettagliato di tutti i capitoli del testo "Fuori controllo" di Thomas H. Eriksen per l'esame di Antropologia culturale con Ivo Quaranta dell'unibo. Sono evidenziati i concetti principali e le parole chiave.

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

In vendita dal 27/02/2023

gaiabononi
gaiabononi 🇮🇹

4.6

(20)

34 documenti

1 / 15

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica FUORI CONTROLLO, Thomas H. Eriksen - riassunto e più Sintesi del corso in PDF di Antropologia Culturale solo su Docsity! FUORI CONTROLLO Thomas Hylland Eriksen Prefazione Il nostro è un mondo di modernità ad alta velocità, nel quale il fatto che le cose cambino non ha più bisogno di essere spiegato dagli scienziati sociali; risultati straordinari e sorprendenti sono, semmai, i tratti di continuità che a volte emergono. Il cambiamento è stato sinonimo di progresso; negli ultimi decenni, l'entusiasmo per lo sviluppo si è smorzato. È soprattutto in questa direzione che ha senso parlare della nostra epoca come post-moderna. Il libro si basa sull'assunto che i rapidi cambiamenti che caratterizzano la nostra epoca abbiano enormi, e spesso drammatiche, conseguenze impreviste. Mostro anche come le crisi della globalizzazione siano una serie di conflitti di scale che ancora sono poco analizzati. La vita vissuta su piccola scala è in conflitto con le decisioni di scala più ampia: salire di scala può essere un modo efficace per distogliere l'attenzione da un conflitto reale, rendendolo un tema astratto. Mostro quanto diversamente possono apparire il mondo, un'attività o un'idea a seconda del livello di scala cui si considera. Per cogliere l'autenticità delle vicende delle vite delle persone, la visione di insieme è utile, ma è insufficiente; è necessario invece avvicinarsi ed entrare nel personale. In questo libro saranno affrontati i temi molto rilevanti per il genere umano in quanto tale: il clima e l'ambiente, l'urbanizzazione e il survivalismo estemporaneo, il turismo e le migrazioni, i rifiuti, la disuguaglianza, l'eccesso e la privazione; verranno ricercati i paradossi, le contraddizioni, i conflitti di scale processi fuori controllo. Fuori controllo è il risultato di una serie di progetti etnografici collegati tra loro e ambisce a fornire dati comparabili e compatibili sulla percezione, sull'impatto e sulla gestione locale delle crisi globali. I concetti chiave nel libro sono scala, doppio legame, processi fuori controllo, competizione da tapis roulant, flessibilità e riproduzione. Capitolo primo Le monde est trop plein In occasione del suo compleanno, Lévi Strauss ricevette la visita del presidente francese, l'anziano antropologo diceva che ormai non considerava se stesso tra i vivi: si riferiva anche al fatto che il mondo a cui aveva dedicato il lavoro di tutta la vita era ormai scomparso. Durante il breve colloquio con il presidente, disse inoltre che il mondo era troppo pieno. Si riferiva chiaramente al fatto che il mondo era pieno di persone, dei loro progetti e dei prodotti materiali delle loro attività. Indipendentemente dalla propria posizione morale, quando ci si confronta con il diffondersi della modernità, è necessario riconoscere che il mescolamento, il cambiamento accelerato, la connessione e la diffusione della modernità sono l'aria che respiriamo nel mondo di oggi. Le persone sviluppano ovunque una sorta di consapevolezza, spesso una coscienza globale, tuttavia la loro prospettiva globale rimane saldamente ancorata ai mondi di esperienza, e ciò a sua volta implica che esistano molti mondi globali diversi. L'antropologia e gli antropologi che per generazioni si sono attenuti al relativismo culturale, si ritrovano a studiare un mondo dove le diversità culturali si sono ristrette da quando le persone in esso hanno cominciato a partecipare una conversazione globale. La popolarità che il termine globalizzazione ha velocemente raggiunto ha coinciso con la caduta del muro di Berlino, la fine dell'apartheid, l'avvento di Internet e dei primi telefoni cellulari. Il mondo del 1991 cominciò rapidamente a creare una sorta di comunità morale globale mai esistita prima, perlomeno dal punto di vista antropologico. E la letteratura contemporanea sulla globalizzazione ha i suoi limiti: in particolare la maggior parte degli studi accademici e delle analisi giornalistiche dei fenomeni globali tendono ad appianare ciò che unico e particolare di ciascun luogo, o parlando del mondo intero come se stesse per diventare un unico enorme luogo di lavoro un centro commerciale, o trattando le particolarità locali in modo sprezzante e superficiale. È necessario trascendere queste limitazioni: il macro e micro, l'universale il particolare, devono essere visti come due lati della stessa medaglia. Per esplorare le percezioni locali della globalizzazione e le relative risposte non c'è metodo migliore della ricerca etnografica sul campo. È un mondo interconnesso, ma la globalizzazione non porta l'uniformità globale, invece esaspera la tensione, tipica della modernità, tra il sistema mondo e il mondo della vita, tra ciò che è standardizzato e ciò che è unico, tra l'universale il particolare. Essendo tanto complesso da risultare ingovernabile questo mondo interconnesso può essere descritto tramite la sua tendenza a produrre crisi correnti: le più grandi trasformazioni generate dalla globalizzazione sono quelle relative ad ambiente, economia e identità. Il primo fatto riguardante il mondo contemporaneo è la crescita accelerata: da tempo ci sono grafici che mostrano l'impennata della popolazione mondiale, ma la crescita più vertiginosa non riguarda la popolazione, ma le persone con accesso Internet, la migrazione, il turismo e il commercio internazionale. Due sono i cambiamenti particolarmente rilevanti ricchi di conseguenze per il futuro: la crescita della popolazione e la crescita del consumo di energia. Gli effetti collaterali sono ben noti, quelli più visibili subiti direttamente sono l'inquinamento e il degrado ambientale. Per i lavoratori il cambiamento più percepibile fu una dose massiccia di insicurezza: tre nuovi concetti, uno dei più utilizzati in scienze sociali del III millennio (insieme a quelli di Antropocene e di neoliberismo) è quello di precariato. Capitolo secondo Un inventario concettuale Antropocene: il dominio globale dell'uomo è tale che nel 2000 gli scienziati naturalisti Paul Crutzen e Eugene Stoermer hanno chiamato la nostra era geologica attuale Antropocene, basandosi sulla conclusione che tracce umane erano ormai dappertutto. Viviamo in un'era che, a partire dalla rivoluzione industriale europea, è stata caratterizzata dall'attività e dall'espansione umana i modi senza precedenti. Nel mondo attuale, la natura in un certo senso è collassata nella cultura. Questa nozione di Anthropocene rappresenta la concettualizzazione su larga scala, globale, di un insieme di conseguenza di accelerazione. Neoliberismo: può essere correttamente definito come un mezzo per spiegare quel cambiamento dell'economia globale tale da aver portato la diffusione degli effetti di accelerazione. E neoliberismo si riferisce a un particolare tipo di ideologie e pratiche economiche basate sul mercato caratteristiche del periodo tra il XX e il XXI secolo. È comunemente accettato che nasca nelle politiche di deregolamentazione e privatizzazione avviate attorno agli anni 80 negli Stati Uniti e nel Regno Unito, tagliando la spesa pubblica incoraggiando quanto più possibile lo sviluppo dei mercati competitivi. Secondo David Harvey il neoliberismo è una teoria delle pratiche di politica economica secondo la quale il benessere dell'uomo può essere perseguito al meglio liberando le risorse e le capacità imprenditoriali dell'individuo all'interno di una struttura istituzionale caratterizzata da forti diritti di proprietà privata, liberi mercati e libero scambio. L'ordine neoliberista mondiale è caratterizzato dalla portata globale della comunicazione, ma anche dalla mancanza di un'alternativa unica, efficace e ideologica. Eppure le alternative esistono anche se spesso non sono formulate, ma sono estese a livello locale. Processi fuori controllo: Bateson era un pensatore profondamente ecologico, concepiva il mondo come costituito da collegamenti e processi. Tentò di dimostrare che sistemi molto diversi tra loro potevano esprimere alcune caratteristiche identiche. Con il termine schismogenesi per esempio indicava ciò che in questo volume chiamo processi poi controllo, ossia processi di crescita che si rafforzano vicendevolmente fino a che, tendono al collasso, a meno che una terza istanza non entri nel processo nel muto il rapporto. Modo di descrivere il surriscaldamento e considerarlo la conseguenza di diversi processi fuori controllo. Sindrome da Tapis roulant: è il funzionamento dei processi fuori controllo al microlivello; si basa sulla competizione: se i tuoi concorrenti migliorano o l'ambiente cambia, è necessario migliorare e adattarsi solo per mantenere il proprio posto nell'ecosistema, nel mercato nella gerarchia accademica. Anche se nel nostro mondo vediamo intensificazione di questo tipo di competizione, non lo associamo al cambiamento globale surriscaldato accelerato. azioni di conseguenza; continuano a dare proprietà ciò che è vicino, dal punto di vista sociale, spaziale temporaneo. Non sono solo politici e le multinazionali operare a un livello di scala percepito come alienante deprivante dagli abitanti locali, ma anche gli ambientalisti. A volte, è necessario salire di livello per vedere le conseguenze globali delle proprie azioni; altre volte è necessario scendere per comprendere le implicazioni che i processi su larga scala producono a livello locale. E la scarsità di energia Dal punto di vista dell'utilizzo di energia, è evidente che le differenze tra nazioni e comunità ricche e quelle povere sono enormi. In nessun altro luogo l'irregolarità della modernità è così evidente come in molti territori del sud globale, nei quali essa è arrivata in modo intermittente e incompleto, perlomeno da un punto di vista energetico. L'accesso diseguale all'energia tipico del sud globale non opera semplicemente a un livello di scala basso a breve termine; a causa delle inadeguatezza delle infrastrutture energetiche l'accesso all'energia è spesso diseguale e imprevedibile per i frequenti black out. Per esempio in uno studio sull'energia nell'industria tessile in Nepal, è emerso che sotto regime di distacchi programmati, la tempistica dell'interruzione di energia viene annunciata con settimane di anticipo, permettendo così ai proprietari delle fabbriche di pianificare ritmi di lavoro, ma comunque quando è necessario mandare a casa i lavoratori per diverse ore al giorno, la produzione ne risente. Il Nepal ha risultati incredibilmente positivi per quanto riguarda la sua impronta ecologica; e il loro problema contrasta nettamente con il dilemma che hanno di fronte i paesi più ricchi, dove la sfida consiste nell'utilizzare meno energia: i nepalesi stanno cercando di poterne utilizzare di più. Nel loro caso, la soluzione più probabile è quella di sviluppare l'enorme potenziale idroelettrico del paese. In altri paesi caratterizzati dalla scarsità energetica, la soluzione potrebbe essere l'energia solare. Queste società non sono legate ad alti consumi di combustibili fossi lì e ciò li rende, nei termini di scelte energetiche e future, molto più flessibili di quelle che hanno disposizione grandi infrastrutture per i combustibili fossili dipendono da aziende potenti. Meditazioni solastalgiche Non esiste una soluzione semplice, indipendentemente dalla fonte, l'energia è necessaria. Un ritorno di massa e villaggio agricoli non è possibile, anche se le persone dovessero, inspiegabilmente, desiderarlo. La crescente densità della popolazione e la pressione esercitata su risorse scarse è la ragione principale per cui la dieta paleolitica è insostenibile. Questa dieta, basata su frutta, noci, carne, miele e così via, sarebbe praticabile se la popolazione mondiale non superasse alcune centinaia di milioni di individui. l'Australia, secondo tutte le analisi tra i paesi con il più alto tasso di emissioni di anidride carbonica, ha allo stesso tempo lo sbiancamento dei coralli, l'aumento della frequenza degli incendi, l'inondazione e la siccità che l'Australia conosciuto negli ultimi anni le fanno anche una delle prime vittime del cambiamento climatico. Questi sono i fatti visti su scala planetaria, ma l'Australia e gli australiani soffrono anche di un surriscaldamento relativo alle energie su scala locale. Non è una coincidenza che sia stato un pensatore australiano introdurre il termine di solastalgia: il disagio prodotto dei cambiamenti ambientali che incidono sulle persone mentre ne sono direttamente legate al loro ambiente quotidiano. Capitolo quarto Mobilità Il ritmo irregolare dei distacchi programmati nelle città del Nepal si ripete in molti altri settori su scale diverse, ne è un esempio gli ingorghi di Dacca, una città in cui il numero di automobili e motocicli cresciuto enormemente alla fine del XX secolo senza una corrispondente riqualificazione del sistema stradale. Si deve tener presente che il cambiamento accelerato non implica che tutto debba andare più veloce. I processi di surriscaldamento tendono a raffreddare i luoghi, attività e ambiti. Anzitutto, il cambiamento accelerato non dura per sempre. In secondo luogo, a volte abbiamo un rapporto diretto tra surriscaldamento e raffreddamento; infine, elementi differenti del cambiamento culturale mutano velocità differenti come sosteneva già Margaret Mead. È all'interstizio tra questi processi, che avvengono a velocità variabile, che si producono i cultural lags, gli scarti culturali. Una delle caratteristiche più essenziali del mondo si è riscaldato e l'aumento della mobilità. Le bolle del turismo Negli anni tra le due guerre mondiali, Bali viene designata come un paradiso esotico per occidentali con il gusto dell'avventura. L'isola aveva circa 1 milione di abitanti, oggi la popolazione ammonta 4 milioni, ed è in crescita. Se si sta andando in qualche posto con l'automobile è probabile avere l'impressione che tutti e 4 milioni di abitanti si stiano muovendo contemporaneamente sulle loro automobile motociclette. Il paradiso indonesiano è congestionato. Tra le curve di crescita che puntano rapidamente verso l'alto, e che hanno trasformato il mondo del XXI secolo in un pianeta rovente, quella del turismo è una delle più impressionanti. Fedeli alla logica della specializzazione e della differenziazione tipiche del mondo contemporaneo, il turismo assume forme sempre più varie. Da un punto di vista qualitativo, il più rilevante cambiamento nel turismo internazionale non è nella crescita nella differenziazione, bensì il fatto che il turismo, in molti settori, ha superato un punto di non ritorno per cui sempre più le comunità locali esistono a beneficio dei turisti. Non c'è da stupirsi che una nuova importante tendenza riguardi la commercializzazione dell'identità, nei tentativi di ottenere un copyright su prodotti culturali. La crescita del turismo, dei modi di vivere tipici del turismo, è un risultato paradossale dell'economia integrata da un punto di vista globale, dell'aumento della mobilità dei ricchi, delle grandi disuguaglianze di una cultura della classe media focalizzato sul consumo invece che sulla produzione. La crescita del turismo globale, resa possibile dall'abbondanza di combustibili fossili, ha tutte le caratteristiche del surriscaldamento. La sua crescita è stata impressionante e continua a grandissima velocità, spesso in un modo incontrollato, con gravi conseguenze impreviste, oltre a una diminuzione delle peculiarità locali. Come lo sfruttamento dei combustibili fossili, anche alcune destinazioni turistiche hanno avuto fin troppo successo, trasformandosi quasi impercettibilmente da destinazioni deliziose desertiche a inferni affollati, rumorosi e maleodoranti. La deregolamentazione dei mercati causata dalla globalizzazione del neoliberismo è contemporaneamente il contesto e la causa del turismo globale: gli investimenti delle multinazionali nelle infrastrutture turistiche, sono stati enormemente facilitati a partire dagli anni 80, altrettanto è accaduto per la mobilità della classe media mondiale; ci sono più voli economici, meno burocrazia e guadagni sono più facili. Il turismo è anche un elemento decisivo per il compimento dell'Antropocene, attraverso le sue reti di connessioni, gli sviluppi infrastrutturali e la produzione di rifiuti su ampia scala. L'omologazione culturale di cui ci si lamenta spesso, e che viene classificata come un prodotto della globalizzazione, è evidente nei centri turistici che possono essere visti come centraline che creano connessioni tra fronti e hanno effetti tanto sui turisti quanto su chi fornisce loro servizi. Allo stesso tempo, l'omologazione contiene anche una promessa positiva, ossia quella di creare la possibilità di una conversazione globale sulla ineguaglianza e sulle connessioni internazionali. Il turismo opera a molti livelli e contribuisce a delle forme particolari di scala locale: in ogni destinazione turistica, scale distinte da un punto di vista sociale e spaziale possono trovare un punto d'incontro ad essere complementari, oppure entrare in conflitto. La situazione cambia quando i piccoli investitori vedono arrivare sul proprio mercato i grandi investitori, in questi casi in genere i grandi investimenti prevalgono su quelli più piccoli. Il doppio legame del turismo si basa su un alto consumo energetico dovuto agli spostamenti in aereo ed è dunque parte integrante del doppio legame tra crescita e sostenibilità. C'è un altro aspetto da tenere in considerazione: quando un luogo smette di essere una località in cui turisti vanno e si trasforma, invece in una meta turistica, allora adesso non è più autonomo e non definisce più se stesso ma invece si vede assegnato un ruolo in una dinamica internazionale il cui sviluppo viene deciso altrove. In pratica ciò compromette l'autonomia locale, o parte di essa, in virtù di una partecipazione un sistema su scala globale, mentre questo cambiamento della scala locale a quello internazionale riduce la flessibilità. L'aumento della mobilità è una delle principali condizioni dell'esplosione del turismo globale. Un'altra forma del binomio mobilità e mobilità riguarda le ondate di profughi in cerca di pace e sicurezza. La crisi dei profughi le Canarie erano state interessate da tre ondate migratorie internazionali; per anni profughi partiti dal Nord Africa sono morti nel Mediterraneo, i numeri stanno crescendo. Con il regime attuale delle frontiere in Europa, con la crescente mobilità dall'Africa, il Mediterraneo, che sin dall'antichità è stata una rete di percorsi marittimi, è stato invece rafforzato quale confine tra Europa, Nord Africa e Asia. Parlare di questo itinerario in termini di traffico di essere umani, come è comune in Europa, non aiuta coloro che corrono il rischio del viaggio: sono viaggi terribili, affollati, pericolosi e dall'esito incerto, però vale la pena per chi lo affronta. Gli sfollati fuggono dalla guerra e dall'oppressione, ma molti tentano di allontanarsi anche da una povertà che non lascia speranze, considerata la consapevolezza crescente delle opportunità economiche in Europa. La crisi dei rifugiati via mare è un'immagine del mondo globalizzato l'inizio del XXI secolo. A livello locale le ragioni di un aumento così vertiginoso e sono diverse, ma la connessione tra guerre e fuga è inequivocabile: tanto più c'è violenza, quanto più ci sono profughi sfollati interni. La guerra civile, come in Siria, le guerre di intervento come in Iraq, la crisi degli Stati come Yemen e in Libia, hanno creato nuove catastrofi per persone non lontane dal mare Mediterraneo. Situazioni di questo tipo non sono sorti indipendentemente da processi più ampi di interventi politici: la risposta europea di fronte a questa crisi umanitaria è stata esitante e indecisa. Finora la politica comunitaria dell'Europa si è concentrata da un lato sulla lotta contro le organizzazioni criminali di trafficanti di uomini, responsabili di spostare le persone sui barconi, e dall'altra sui salvataggi: ha affrontato la crisi dei popoli del Mediterraneo con uno strano mix di umanitarismo e di azione militare. Nessun piano di reinsediamento è stato previsto. Piuttosto, è sembrato che si pensasse che la situazione potesse essere arginata con la forza militare e con la reclusione dei profughi in campi temporanei, fino al momento in cui fosse possibile rimpatriarli. Vale la pena di ricordare l'effetto farfalla: introdotto nel 1972 da un geofisico, Edoardo Lorenz, gli effetti farfalla sono effetti su larga scala prodotti da cause su piccola scala, le quali danno via un processo che si spande sale di livello, fino a un risultato enormemente rilevante. L'ideologia neoliberista è diventata parte integrante degli attuali regimi migratori. Gli emigrati che non sono considerati economicamente produttivi sono respinti, anche quando stanno chiedendo asilo per ragioni umanitarie; paradossalmente, una situazione surriscaldata insostenibile porta a periodi indefinitamente lunghi di raffreddamento, nel senso di inattività e attesa. Questo raffreddamento involontario al confine mostra che i profughi sono esclusi dalla partecipazione ai processi di surriscaldamento. Il loro tempo è perlopiù passivo, fino al momento in cui non saranno in grado di tornare devi mettere in sesto le loro vite, o di trovare una nuova casa; la loro flessibilità personale pressoché limitata in termini di destinazione di sostentamento futuri. Così, nonostante le crisi globale dei profughi siano causalmente connessi ad altri processi di surriscaldamento, quali la politica identitaria, le crisi economiche, e la distruzione ambientale, le vite dei profughi sono degli esempi in negativo: vengono immagazzinate nei centri di detenzione o nei campi di paesi confinanti, senza dei ruoli effettivo del mondo surriscaldato. Capitolo quinto Città In un mondo surriscaldato lo spazio è poco. Luoghi che solo alcuni decenni fa erano pacifici e lenti al punto da apparire spenti, oggi sono caratterizzati da frizioni, tensioni e da una competizione sfrenata per il lavoro, il denaro, il sesso, il potere e l'attenzione delle altre persone. Se è vero che il mondo è in movimento, la maggior parte dei suoi abitanti si sta spostando verso i centri abitati delle città. L'ingorgo stradale una delle immagini più intense indicative del surriscaldamento, dato che mostra chiaramente un effetto collaterale paradossale dell'accelerazione: una tecnologia della velocità e della modernità quale l'automobile aiuta le persone ad accelerare fino a che non si raggiunge un punto in cui si trasforma nel suo contrario, ossia in uno strumento che rallenta. informale possono essere visti come le due facce della stessa medaglia, due forme complementari che si sostengono a vicenda della vita urbana nella città surriscaldata del XXI secolo. La città super diversa La super diversità è costitutiva di tutto il mondo. La super diversità non riguarda esclusivamente l'aumento dei migranti, si riferisce a una popolazione urbana più mobile, più ambigua e più fluttuante. Il termine super diversità è anche il concetto formulato da Nina Schiller di trasmigrazione: esso focalizza l'attenzione sugli obiettivi e gli obblighi sociali complementari ma spesso in conflitto tra loro nel vissuto dei migranti che si trovano perennemente in situazioni di confine; invece di essere completamente assimilati nel luogo in cui arrivano, i trasmigranti continuano confrontarsi contemporaneamente con il loro luogo d'origine quello d'arrivo tramite una rete di obblighi pratiche internazionali, che complica notevolmente i vecchi sistemi legati agli Stati nazionali. Infine deve essere tenuto a mente anche che le comunità super diverse di trasmigranti devono essere analizzate nell'ottica della cittadinanza, che aggiunge un'ulteriore dimensione allo studio di queste comunità, sottolineando le conseguenze di inclusione ed esclusione dallo Stato sulla base di concetti statali di legittimità e desiderabilità. Quando negli anni ‘60, la ricerca sulle nuove forme di multiculturalismo nelle città complesse ha preso avvio, sono sorte domande sul cosmopolitismo, la mescolanza delle culture, così come sono sorti chiusure contrasti etnici, sia esplicitamente che implicitamente. La migrazione alla complessità urbana ci porta ad aumentare la solidarietà e l'empatia per le persone che non sono come noi sotto ogni aspetto, o ci portano invece reazioni feroci in forma di azione politiche identitarie, come nazionalismi, fondamentalismi religiosi e il razzismo. A un livello molto generale, la città super diversa può essere considerata un effetto dell'Antropocene; il suo rapporto con il neoliberismo è meno ovvio, ma l'accresciuta mobilità internazionale è chiaramente connessa alla deregolamentazione dei mercati. L'economia della migrazione può essere studiata come un conflitto di scala principalmente a due livelli. Anzitutto è stato mostrato spesso che la migrazione benefica sul piano dell'economia globale, dato che aumenta la partecipazione lavorativa, il consumo e la produttività su scala globale. Può essere tuttavia svantaggiosa per alcuni paesi sia del nord e del sud, perché per esempio gli immigrati possono richiedere più supporto allo Stato di quanto non possono contribuire tramite le tasse oppure la possibilità di emigrare dal proprio paese è possibile solo per alcune persone. A livello della scala interpersonale e individuale, la situazione per gli emigrati migliora. Capitolo sesto Rifiuti I rifiuti sono l'effetto con laterale più visibile, percepibile effetto del cambiamento accelerato. I rifiuti sono il lato oscuro e repellente del consumo; secondo la celebre definizione di Mary Douglas i rifiuti sono cose fuori posto. L'energia produce rifiuti sotto forma di inquinamento. Per definizione, la produzione di rifiuti è un effetto della ricchezza del surplus; le piccole società egualitarie producono quantità minime di rifiuti. E fino a poche generazioni fa, perfino nel complesso società nordeuropee di europee la produzione di rifiuti era modesta, perché la maggior parte veniva riutilizzata e prendeva nuovamente vita. Quando il mondo non era ancora troppo pieno, esistevano limiti alla quantità dei danni che gli essere umani potevano infliggere al proprio ambiente. I rifiuti la classe media globale Come tutte le discariche della metà del ‘900 Fresh kills, la più grande discarica del mondo, era aperta. Non c'era una separazione tra la spazzatura e l'aria circostante, l'acqua di scolo colava a terra e si trasformava in fango non trattato, si mescolava con le acque salmastre della foce del fiume Hudson, veniva spinta verso il mare ed entrava nei sistemi digestivi dei pesci nelle cellule delle alghe. I metalli pesanti penetravano nel suolo. Difatti i trasferimenti su ampia scala dei rifiuti dei paesi ricchi e paesi poveri sono diventati pratica comune. Il problema cronico di sbarazzarsi del materiale in eccesso non scompare su scala globale solo perché si spostano i rifiuti tra i continenti. Dal 2010 però un buon numero di antropologi si è messo a studiare rifiuti: il primo è più ambizioso progetto scientifico che ha come oggetto i rifiuti e probabilmente dei Garbage project avviato dall'antropologo William Rathje nel 1973. Quando lui e i suoi collaboratori raggiunsero fresh skills rimasero sbigottiti. Nonostante esistesse solo da cinquant'anni, la discarica era cresciuta fino a essere il punto più alto di tutta la costa orientale. Più si è ricchi e più si producono rifiuti nei paesi poveri, molti non buttano ancora via nulla, o quasi. Come il dilemma dell'energia, dell'urbanizzazione e della mobilità, quello dei rifiuti è un fenomeno in rapida crescita in tutto il mondo, distribuito in modo diseguale e con implicazioni differenti per luoghi e persone in situazioni differenti, ma ormai impossibile da ignorare. Aldilà dei livelli di scala più locali, ovunque ci sono persone ricche, una classe media, alcune industrie magari alcune miniere. In altre parole il problema dei rifiuti è un tema globale. Lo smaltimento dei rifiuti è passato dall'essere un problema pratico, rappresentare un problema igienico sanitario sempre più grave, fino a diventare un fiore all'occhiello della politica ambientale comunale. Vivere nella discarica Nei paesi caratterizzati da forti disuguaglianze la discarica è ancora un luogo di abbondanza in grado di dare sostentamento a migliaia di persone. Consideriamo per esempio il popolo dei Warao: Questi vivono in palafitte sul delta del fiume Orinoco; sono sempre più esposti al mondo moderno ma senza un'economia monetaria, i piaceri della modernità sono di fatto irraggiungibili. Dunque, appena dopo l'inizio del nuovo millennio questo popolo ha inaugurato una nuova pratica culturale che consiste nel raccogliere i rifiuti dalla discarica di Cambalache della città industriale in rapida espansione a 300 km dal villaggio Warao. Alcuni si sono trasferiti nella discarica stabilmente, vivono in case fatte di cartoni e pallet, tenute precariamente insieme da reti metalliche un po' di chiodi, con un fornello cherosene e una latrina. La discarica è enorme specialmente se si considera che serve a circa 1 milione di persone. A volte gli addetti municipali arrivano con ruspe e bulldozer per spianare i dossi e riempire i buchi, al fine di facilitare il trasporto di rifiuti, in seguito gli addetti tracciano nuove strade per i rifiuti. Anche i poveri del luogo si trasferiscono a Cambalache periodicamente, coloro che vivono nella discarica hanno un approccio più sistematico rispetto quelli che ci restano per un breve periodo. Raccolgono i metodicamente stagno, alluminio e ferro che vendono ad altri Warao che gestiscono piccole botteghe dalle quali vengono riforniti di questi metalli di scarto l'industria delle riciclo in città. Inoltre accolgono abiti, giocattoli, elettrodomestici e così via che spesso mandano dai parenti nel delta. Questo popolo trova molte analogie tra la vita sul delta e quella nella discarica, in entrambi i luoghi vivono in case simili entrambi luoghi odorano di materia organica in decomposizione, anche se di tipi differenti. La perdita di autonomia che risulta da questo lento passaggio dalla caccia e della pesca alla raccolta di rifiuti indica che essi non sono più una società su piccola scala ma invece una classe inferiore di una società su larga scala. I significati dei rifiuti In vite di scarto, Bauman riflette sulle analogie tra l'immondizia e il duplice significato di scarto umano: le secrezioni corporee e le persone che sono cose fuori posto. La fatale alternanza tra inclusione ed esclusione, così endemica nella globalizzazione neoliberista, può essere analizzata attraverso il prisma analitico dei rifiuti: essi possono essere gettati via deliberatamente o semplicemente ignorati. Anche l'ordinaria esclusione delle persone da una vita sociale sicura e da attività significative è a sua volta un importante effetto di surriscaldamento. Il trattamento di ampi gruppi di persone come rifiuti umani non è certo estraneo né alla storia: ciò che caratterizza le forme di esclusione tipiche della società statali contemporanei è il doppio legame tra pratiche neoliberiste e principi dei diritti umani. Secondo questi ultimi ogni vita umana ha valore, ma la mercificazione della vita sociale implica che le attività possono essere classificate gerarchicamente secondo la loro rilevanza economica. In teoria c'è una soluzione: una svolta dalla logica di una crescita esponenziale, che associamo il neoliberismo globale, a una logica di riciclo e autoriproduzione, in circuiti di risorse sostenibili: la svolta verso una riproduzione ciclica in linea di principio il potenziale di trasformare tutti i tipi di processi fuori controllo i sistemi sostenibili. Tale scenario tuttavia presuppone l'abbandono dell'ideologia della crescita e della dipendenza dei combustibili fossili. Capitolo settimo Sovraccarico di informazioni Non esiste infatti un altro ambito come la comunicazione internazionale ad alta velocità che dai tardi anni 80 abbia goduto di una crescita esponenziale tanto evidente tangibile quanto quello che è interessato la sfera dell'informazione. Un settore che vede la connettività internazionale, enorme mole di informazioni disponibili, l'avvento di nuovi modi di comunicare l'arrivo di nuovi gruppi mediatici concorrere alla creazione di un mondo dove la comunicazione le informazioni possono scorrere senza frontiere, finendo per entrare percettibilmente la vita quotidiana di miliardi di abitanti nell'arco di pochi decenni fa. Analizzare alcuni dei modi in cui la tecnologia dell'informazione agisce come forza motrice, nonché elemento essenziale dei processi di surriscaldamento che stanno soffocando il nostro pianeta. Il mondo contemporaneo: una novità assoluta Molto importante è il cambiamento iniziato con il nuovo millennio riguardo i cosiddetti social media; si tratta di una rete globale creata per fini di comunicazione, più che di mera informazione. Una rete per la conversazione, condivisione di contenuti la pubblicazione di commenti, il web della democrazia, nel quale tutti hanno il diritto di esprimere la propria opinione certo, ma anche dove eccesso di informazioni disponibili ci ostacola nel raggiungere posizioni convergenti e omogenee sulla vita, l'universo e quant'altro. Tanti sperimentano una riduzione della soglia di attenzione; l'angoscia generata da questa regressione ormai diffusa anche nella classe media globale. Il pessimismo culturale di queste prospettive può essere ritenuto eccessivo o meno; l'aspetto più rilevante di questo pessimismo è divenuto parte integrante della riflessione critica operata dalla classe media globale su se stessa, e questo ovunque nel mondo. Agendo in maniera simile all'angoscia suscitata dal cambiamento climatico, dalla distruzione dell'ambiente dalle migrazioni di massa di sfollati, gli effetti di surriscaldamento della rivoluzione dell'informazione rafforzano la visione secondo la quale la storia manca di direzione. Internet: tra divari e connessioni digitali Come per gli aspetti già trattati anche la rivoluzione dell'informazione riflette e rafforza e trasforma le disuguaglianze globali. Il linea generale più paese povero in termini di Pil meno diffuso sarà l'uso di Internet. Tuttavia, la proliferazione di telefoni cellulari a basso costo ha reso il divario tecnologico meno netto di quanto ci si potrebbe aspettare. A prescindere che vengano usati per chiamare, inviare i messaggi e navigare su Internet, i telefoni cellulari estendono le reti operative di chi li utilizza. La mobilità virtuale offerta dalla comunicazione senza fili estende la mobilità fisica delle persone. Le tecnologie dell'informazione hanno un alto potenziale per le trasformazioni sociali. È chiaro che la comunicazione istantanea accelera l'interazione sociale, intensifica la comunicazione e amplifica i tipi di accelerazione riscontrati in altri ambiti come la produzione, il consumo e trasporti. Eccesso e flessibilità La disponibilità crescente di informazione produce un sovraccarico, ovvero informazioni indesiderate superflue che ci ostacolano nel giungere a una visione del mondo coerente, un vero e proprio traboccare di dati, di cose fuori posto. Eccesso di informazione e può essere proficuamente analizzato alla luce del concetto di flessibilità di Bateson che vi vede un potenziale di cambiamento non impegnato. Sembra ragionevole assumere che un individuo con accesso a una serie di informazioni, conoscenze e dati illimitati vive il proprio rapporto con l'informazione in maniera estremamente più flessibile rispetto a qualcuno che si accontenta dei vecchi media. Così come molti hanno sperimentato nella pratica non le cose non stanno così. Nel mondo accademico l'enorme proliferazione delle pubblicazioni fa sì che anche negli ambiti più specifici signora ma è difficile tenersi aggiornati. Eppure, si potrebbe obiettare che non ci viene chiesto altro che la capacità di selezionare e filtrare le informazioni che ci servono; più facile a dirsi che a farsi. Il modo in cui selezioniamo, filtriamo e organizziamo le informazioni costituisce una delle questioni teoriche di maggiore rilevanza dell'ambito della teoria cognitiva. Come già detto la quantità di conoscenza potenziale è enormemente più bassa di quella realmente sfruttabile in maniera pertinente utile. La quantità di informazioni disponibili, ma anche la velocità del loro ricambio, sono nemiche della profondità di pensiero della produzione intellettuale di qualità. La sensazione di annegare numero
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved