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Futurismo, Svevo e Pirandello, Appunti di Italiano

Appunti completi su Futurismo e sugli autori Svevo e Pirandello con analisi delle loro opere, maggiore enfasi su "La coscienza di Zeno" e "Il fu Mattia Pascal".

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 03/12/2022

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3.7

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Scarica Futurismo, Svevo e Pirandello e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Intuizionismo e Futurismo Introduzione Conoscenza intuitiva con Bergson → slancio vitale di cui sarebbe investita la materia, vitalismo ripreso in Nietzsche. La scienza detta un metodo preciso, basato sull’osservazione della realtà, fare ipotesi e poi verificare la tesi fatta sulla base delle ipotesi. Approccio sistematico frutto di un processo mentale di estrema razionalità. Bergson, al contrario, ha un approccio intuitivo, dovuto alla fulminazione del momento, una folgorazione che nasce senza aspettative → Intuizionismo. Bergson introduce concetti nuovi circa il tempo, concetto che si ritroverà nelle opere di Pirandello e Svevo. Distingue tempo esteriore, tempo orologio, con il tempo interiore, anche chiamato durata, ossia il tempo soggettivo delle persone, la propria parvenza del trascorrere del tempo personale. Il tempo su cui si sofferma l’attenzione di Bergson è la durata, su cui è incentrato il romanzo del Novecento. Il pensiero è condizionato per via della relatività di Einstein. Tempo soggettivo al centro delle nuove tematiche trattate nei romanzi novecenteschi. Le nuove filosofie insistono anche sul concetto di memoria. SI distinguono così due tipi di memoria, quella volontaria e quella involontaria legata sempre all’intuizione. Il concetto di memoria verrà ripreso anche da Proust, nel romanzo “La ricerca del tempo perduto”, in cui il protagonista ricerca il proprio passato. Attraverso la memoria volontaria ci sforziamo di ricostruire il nostro passato, spesso senza nemmeno riuscirci. La memoria involontaria nasce invece da uno stimolo sensoriale che fa scattare qualcosa in noi, permettendoci così di ricostruire qualcosa del passato = la madeleine ad esempio permette al protagonista del romanzo di Proust di ricordare alcune cose del passato. Si cerca di valorizzare la soggettività, non l’oggettività → letteratura si muove dell’assoluta soggettività → importanti teorie esistenzialiste, condizioni uomo e sua esistenza, psicanalisi freudiana (cause nevrosi umane→ aiuta il paziente a portare alla luce il suo inconscio che viene analizzato). Importanza anche della psicologia dei personaggi, si prosegue quindi sulla strada delineata dai decadenti che si concentrarono sulla percezione singola dei personaggi. Analisi psicologica dei personaggi. Gli autori come Pirandello e Svevo rappresentano i cosiddetti inetti, persone incapaci di vivere e di affrontare la vita. Altra visione che si sviluppa in questo periodo è il futurismo, altra strada che i letterati possono seguire. I futuristi infatti si interessano al progresso scientifico e tecnologico, rispettando così in parte il Positivismo (caratterizzato dalla fiducia nel progresso). I futuristi sono proiettate verso le conquiste tecnologiche e il futuro, rispettando la visione dei rivoluzionari e anticipando anche quella dei fascisti -in quanto molto maschilisti → interesse alla macchina, considerata di genere maschile, non femminile, proprio per la misoginia che caratterizza questi scrittori. I futuristi rappresentano invece i vincitori, la macchina, la forza. Si distinguono per il loro atteggiamenti di ribellione ed esaltazione della tecnica. Il futurismo è un genere che si diffonde in Europa che trova espressione anche in teatro e arte (ex Boccioni). Riprendono il tema del superomismo e l’esaltazione della guerra → avvicinamento a quelli che poi sono interventisti. Aprono la strada ad un rinnovamento delle forme espressive. Manifesto tecnico molto futurista, alcune tecniche verranno riprese da altri scrittori del ‘900 come Ungaretti (come punteggiatura, sostituita da segni matematici → punteggiatura limite che va rimosso: parole libere → segni matematici si riferiscono ai loro interessi quali tecnologia e innovazione). Libero uso dello spazio bianco della pagina (distribuzione di parole nella pagine che rappresentano visivamente il fenomeno descritto). Modo di descrivere e usare la pagina in maniera innovativa, abolizione punteggiatura e l’uso dello spazio bianco saranno caratteristiche tipiche anche di Ungaretti. Uso delle onomatopee e dei verbi all’infinito = non definisce niente, quindi non si circoscrive nulla → libertà Distruzione musei e critica del passato. Non hanno grandi risultati ma lasciano un segno nel senso stilistico (movimento internazionale che dà più risultati nell’arte) Movimento d’avanguardia perchè è innovativo e guarda al futuro. Narrativa, evoluzione del romanzo decadente Genere narrativo, discorso sul romanzo (romanzo epistolare, storico -romantico-, verista, estetizzante-dell’esteta, decadentismo, evoluzione romanticismo, accentuazione malessere presente nel romanticismo- che è coevo rispetto a quello verista arrivando al romanzo di Svevo e Pirandello, incentrati sulla psicologia del personaggio) Andrea Sperelli è un esteta e vi è una concentrazione di descrizione degli aspetti esteriori, sebbene ci siano aspetti caratteriali. Con Svevo abbiamo invece l’influenza degli studi di psicanalisi. I suoi personaggi sono ancora più perdenti rispetto a quelli di D’Annunzio → figura dell’inetto (diverso dai perdenti verghiani, dove si fallisce per la situazione sociale → darwinismo sociale, sopravvive chi è più forte, chi non si adatta soccombe. La loro perdita è dovuta a fattori esterni, ossia sociali) La debolezza nei personaggi di Svevo e Pirandello è interiore. Rinunciano a vivere e prendere scelte e perciò la loro debolezza interiore è la causa del loro fallimento. Anche nel fu Mattia Pascal il personaggio rinuncia a vivere, lasciando da parte la sua vita. Protagonista Zeno Cosini, uomo afflitto da nevrosi, in cura dal dottor S. medico specializzato in psicoanalisi. È un'autobiografia del protagonista che narra nel diario le sue vicende quotidiane e il suo rapporto con la malattia. Romanzo costruito attorno a nuclei tematici senza seguire un ordine cronologico. Il diario è in possesso del dottore psicanalista (dottor S.) del protagonista, Zeno Cosini, che è in terapia da lui. Svevo inventa che la storia del paziente che soffre di nevrosi è raccontata dal protagonista nel suo diario che poi entrerà in possesso del dottore che deciderà di pubblicarlo come vendetta rendendo pubbliche le confessioni di Zeno, in quanto egli sceglie di abbandonare la psicanalisi. Zeno non crede nella psicanalisi e nelle sue potenzialità di curare la nevrosi Zeno (alter ego di Svevo) vuole dimostrare che la psicanalisi non è un metodo di cura infatti egli non guarirà del tutto dalla sua nevrosi ma impara a condividere con i punti deboli e a dominarli Rispetto agli inetti, protagonisti degli altri romanzi che soccombono in quanto continuano a essere perdenti per tutta la loro vita, Zeno rappresenta invece un evoluzione perché alla fine del romanzo risulta essere un vincente, imparando a fare dei punti deboli i suoi punti di forza Gli eventi della vita di Zeno sono scanditi dalla sua coscienza, il tempo e interiore quindi una durata Utilizzo dei monologhi interiori che sono però diversi dal flusso di coscienza utilizzato da Joyce, sono più ordinati Prefazione (pag 440) Il dottore narra la decisione di pubblicare il diario in seguito alla delusione causata dal paziente con la decisione di abbandonare la terapia Diversa dal preambolo che e invece il punto di vista di Zeno che giustifica la sua decisione Svevo associa possibilmente la figura del dottor S. a Freud Preambolo (pag 442) Narra il momento in cui Zeno inizia la sua autoanalisi. È una sorta di seconda introduzione narrata dal protagonista Il fumo (pag 420) Il testo tratta del vizio del protagonista: il fumo. Non è un personaggio onesto né nei suoi confronti né in quelli degli altri → imbroglia il prossimo, rubando i soldi per le sigarette e sigari al padre e facendogli credere che durante la malattia abbia smesso di fumare + inganna se stesso dicendo che smetterà di fumare, in realtà questo non accade. Il protagonista è un inetto in quanto non è in grado di smettere di fumare e inoltre si autoinganna convincendosi che ogni sigaretta sarà l’ultima. Zeno inizia a fumare in giovane età (20 anni ca) → si ricorda i pacchetti austriaci con l’aquila a due teste simbolo dell’impero austro ungarico. Dal testo emergono degli aspetti del carattere di Zeno: egli definisce il fumo come una “sozza abitudine”, sa che è un'abitudine cattiva, nonostante questo prova comunque a fumare un'ultima sigaretta. La madre protegge molto il figlio e lo copre, non svelando i furti di Zeno al marito. Zeno ha un rapporto molto stretto con la madre tante che vede in sua moglie un surrogato di questa (il sorriso della moglie ricorda quello della madre). Più il protagonista ha vincoli più ha la tendenza di andare contro questi → durante la malattia, il dottore impone a Zeno di non fumare ma egli in quel periodo al contrario fumo molto più del solito. Dalla dipendenza dal fumo si sviluppa una seconda malattia, ovvero quella di cercare di liberarsi dal primo vizio → si sente ancora più in colpa. Anche nell’ambito degli studi e un inetto, non è in grado di studiare né legge né chimica. Lo schiaffo (pag 444) La salute di Augusta (pag 448) Augusta ha una visione del loro stare insieme come qualcosa di eterno e infinito, al contrario per Zeno è un periodo brevissimo limitato dalla sua morte (teme l’invecchiamento), in seguito a questa la moglie lo tradirà per sposarsi con un altro. Augusta è molto più incentrata sul vivere il presente senza preoccupazione per gli avvenimenti futuri. Inoltre i problemi che affliggevano Zeno non la toccavano (per lui anche solo il moto della Terra era fonte di preoccupazione). Ella ha svariate certezze nella vita, molto borghesi, ovvero i gioielli, l’anello, il modo di vestire + routine (andare a Messa in determinati giorni e cenare a una determinata ora) → tutto ciò porta sicurezza nella sua vita. Trova nei medici e poliziotti austriaci una fonte di sicurezza e certezze. Ha una visione ottimistica, completamente in contrasto con quella di Zeno, per lui la moglie rappresenta un’ancora di salvezza. Quando lui scrive, nel presente, che quando pensa alla salute di Augusta la converte in malattia. Lui ora che sta guarendo dalla malattia si rende conto che, sua moglie con le sue certezze e convinzioni, era forse più malata di lui. Finché ha vissuto con lei non è stato in grado di constatare questo. Alla fine del passaggio lui si illude che la moglie abbia consapevolezza che quelle che erano le sue certezze non erano affatto certe. Infine si accorge che non è così, lei non si è mai neppure resa conto di non conoscere il significato del termine salute. È sempre stata così convinta di essere sana che non si è mai analizzata, guardata allo specchio, è talmente superficiale che non si è mai posta il problema. Solo coloro che sono malati sono in grado di autoanalizzarsi. La vita è sempre mortale. Non sopporta cure (pag 453) Ultimo capitolo del romanzo. Zeno scrive dopo circa un anno, nuovamente sul diario datogli dal Dottor S. Egli esprime per l’ultima volta i suoi sentimenti e le sue idee riguardo sia il dottore che la psicoanalisi. Zeno si considera ormai guarito e non più bisognoso di cure. Parentesi anche sugli acquisti → Zeno venne sempre visto da suo padre come un inetto ed incapace, riesce in realtà a riscattarsi grazie alle sue capacità imprenditoriali, salvando la famiglia della moglie dalla rovina finanziaria (Zeno si dedica all’acquisto di determinati beni che sa che torneranno utili nel futuro e che saranno poco reperibili, cosicché egli potrà venderli ad un prezzo maggiore speculando su di essi) L’uomo utilizza la sua intelligenza per costruire cose al di fuori di sé con il risultato che qualche volta può addirittura produrre qualcosa di distruttivo, al contrario degli animali che spesso producono cose intrinseche a se stessi (vv. 81 → sviluppo di un ordigno che nonostante venga costruito con le migliori intenzioni vi sara sempre qualcuno che lo utilizzerà in maniera errata). Tanto più un uomo è debole più utilizza la sua furbizia (accezione negativa). In conclusione Zeno teme ed auspica all’autodistruzione dell’uomo, questo sarà il primo passo per un cambiamento radicale che porterà al ritorno della normalità e la ‘malattia’ dell’uomo sparirà ( → sorta di discorso ecologico, sottolinea come l’uomo si è impossessato dell’ambiente). Pirandello Nasce ad Agrigento nel 1867, muore nel 1936 a Roma, nel pieno del regime fascista. Nasce in una famiglia benestante nell’Italia post unitaria. Si laurea in lettere e sposa Antonietta ___ , figlia di un possessore di miniere di zolfo in Sicilia. La vita coniugale è molto difficile in quanto la moglie soffre di nevrosi ed è molto possessiva e gelosa, la situazione si aggrava quando il figlio, partito per la guerra viene imprigionato. Ha una visione della famiglia molto negativa, quasi come fosse una trappola. Relativismo conoscitivo → risente molto della teoria della relatività di Einstein, secondo Pirandello ciascuno di noi ha una percezione e visione della realtà diversa, ciascuno vede le cose in maniera diversa dagli altri, questo indica l’esistenza di un pluralismo percettivo, se dovessimo confrontarci l’uno con l’altro tutti avremmo una versione della realtà differente e non saremmo in grado di comunicare, non saremmo in grado di comprenderci → aspetto del suo pensiero è l’incomunicabilità. Flusso vitale in continuo cambiamento così come la realtà, che ha uno stato fluido → quando questa assume una forma e viene definita comincia a morire. Questo vale anche per l’uomo, ognuno di noi deve assumere una forma, chiamata da lui Il protagonista è considerabile un inetto, però in maniera diversa rispetto a quelli delle novelle di Svevo, in quanto a suo modo cerca di reagire alla condizione in cui si trova costretto a vivere. I personaggi di Svevo non riescono a prendere una forma, quelli di Pirandello invece si rifiutano di prendere una forma, sono inetti nel senso che non riescono ad assecondare il flusso vitale. Zeno Cosini è considerabile un vincente perché trova una sua forma. Ciaula scopre la luna (pag. 339) Viene narrato di un giovane Ciaula, il cui padrone è Zi’ Scarda. Lavora in miniera, passando le intere notte senza lamentarsi sottoterra. Pare che il ragazzo preferisca lavorare la notte perché il buio non della cava lo spaventa. A fine novella il giovane però scopre la bellezza e la luminosità della luna che ravviva il buio che tanto lo terrorizza. Confronto con Rosso Malpelo Le novelle sono entrambe ambientate in delle cave, sul territorio siciliano. In Rosso Malpelo, la critica alla società era molto più forte ed evidente perché venivano sottolineate specialmente le condizioni di lavoro del giovane ragazzo e la disumanità con cui la gente lo trattava. Anche qui troviamo un capo duro, che se la prende con un debole come il capo di Malpelo faceva con lui. C’è infatti la stessa sorta di gerarchia: infatti anche qui Zi’ Scarda se la prende su qualcuno di più debole, come Malpelo faceva con Ranocchio. Ciaula non sembra però lamentarsi mai, sembra quasi essere riconoscente a Zi’ Scarda per tutto quanto fa per lui, essendo lui suo padrone. La novella di Pirandello ha un taglio più psicologico che critico rispetto a Rosso Malpelo. Inoltre anche la paura del buio è presente solo in Ciaula, Rosso Malpelo invece non ha alcuna paura. Pirandello inizia con la descrizione della condizione dei lavoratori e li presenta, Verga inizia con la descrizione del protagonista. Malpelo viene maltrattato, ma se ne frega o reagisce, Ciaula è debole e non fa niente se non sperare che tutto finisca. Ciaula è debole anche a livello fisico, a differenza di R.M. Pirandello non vuole denunciare la condizione, ma descrivere la condizione di alienazione dalla quale lui si risveglia attraverso la visione della luna. In Verga c’è anche il tema dell’amicizia tra ranocchietto e Malpelo, qui tra Ciaula e Zi Scarda. Il treno ha fischiato (pag. 346) Tematiche: Concetto di maschera, costretto ad indossarla sia nella vita privata che in quella lavorativa. Contrasto tra vita e forma. Deve mantenere figlie, nipoti, madre, suocera e moglie. La vita per Belluca inizia nel momento in cui sente il fischio del treno e comincia a divagare con la mente, attraverso l’immaginazione. Fugge così dalla sua realtà, insopportabile ed alienante. Questo lo porta a rifiutarsi di tornare alla sua realtà. Non rientra completamente nella forma, perchè vuole essere libero di evadere ogni tanto. Circoscritto → è limitato, viene chiuso all’interno di una sorte di prigionia. Una prigione che aveva assunto la maschera che è obbligato a portare ogni giorno. La famiglia=trappola, tant’è che non riesce a vivere come vorrebbe, tra urla e litigi. Contrapposizione tra umorismo e comicità → la condizione di Belluca ci fa riflettere. Relativismo conoscitivo → vi sono punti di vista diversi circa la condizione di Belluca, i colleghi, i medici, il vicino di casa-narratore. Quello che per i medici e i colleghi il suo comportamento è folle, per il vicino di casa è normalissimo → pluralismo di punti di vista Mostro → evento straordinario: si ribella al proprio capo e comincia a delirare Comincia in medias res come La Carriola, narrato però in terza persona, dal vicino di casa soprattutto Il fu Mattia Pascal Mattia Pascal, protagonista. Quando gli si presenta l’occasione di abbandonare la famiglia lui scappa e si reca a Monte Carlo dove raccoglie una buona somma di denaro. Gli giunge l’informazione della sua morte: un corpo era stato trovato e identificato come il suo. Decide così di cambiare vita e assume l’identità di Adriano Meis, con i soldi guadagnati viaggia a Roma, dopo aver assunto un aspetto diverso tramite operazioni, vive presso Anselmo Paleari e si innamora della figlia di quest’ultimo. Il protagonista capisce che, nonostante egli credesse che cambiare identità potesse rappresentare un nuovo inizio per lui, ha solo assunto una nuova maschera, e si ritrova ad affrontare una vita peggiore di quella precedente (non ha nessun documento che attesti la sua nuova identità e quindi è vittima di una serie di imbrogli). Inscena il suicidio di Adriano Meis per assumere nuovamente l’identità di Mattia Pascal, tornato a casa comprende che la moglie è nuovamente sposata con un altro uomo e così si riduce a vivere senza una vera e propria identità sotto il nome di Il Fu Mattia Pascal. Un caso “strano e diverso” (pag. 354) Lo “strappo nel cielo di carta” (pag. 356) Anselmo Paleari fa riflettere il protagonista sulla condizione delle marionette. Riferimento alla tragedia greca “Elettra” di Sofocle, protagonista Oreste che vendica la morte del padre Agamennone a opera della madre e dell’amante, si crea una situazione simile a quella dell’Amleto di Shakespeare. La differenza tra le due opere è che Amleto nell’opera non vendica spontaneamente la morte del padre ma e quasi costretto a farlo. Anselmo si chiede se il protagonista Oreste si sarebbe distratto dal suo obiettivo di vendicarsi per via di “uno strappo nel cielo di carta” , questo porterebbe ad uno sconvolgimento degli eventi e delle certezze del protagonista proprio come Amleto. Basta poco per incrinare le certezze delle persone. Adriano Meis riflette su quanto sia più semplice la vita di una marionetta senza intoppi e perplessità. Le marionette rappresentano quegli uomini che non hanno incertezze e non riflettono + paragone con gli antichi e la vita da loro condotta. ((possibile paragone con Leopardi → gli antichi vivono in maniera più serena in quanto a contatto con la natura)) Lanterninosofia (classroom) Adriano Meis si trova nella pensione di Anselmo ed è in convalescenza per via dell’intervento all’occhio che ha subito, deve rimanere al buio e per questo il padrone di casa ne approfitta per instaurare una conversazione su i lanternini e i lanternoni. L’uomo ha la capacità di comprendere di sentirsi vivo, questa consapevolezza della vita (soggettivo) è il lanternino, al di là della luce emessa dal lanternino c’è il buio totale. Al contrario i lanternoni sono le ideologie collettive, sono le concezioni della vita nelle quali ci si riconosce a seconda dei periodi storici. Il lanternino è il riflesso del lanternone in quanto interpretiamo la realtà in base a quella che domina nel periodo in cui viviamo. Quando i lanternoni, ovvero le ideologie di riferimento vengono a mancare ci ritroviamo nel buio totale. Nella visione di Paleari il buio ha un’accezione positiva, i sistemi di pensiero sono delle mere illusioni, la vera vita sta al di fuori dei lanternini e dei lanternoni, quindi nel buio totale che rappresenta il flusso vitale. La scienza non rappresenta un'ancora di salvezza in quanto anch’essa non ci permettere di vedere la realtà così com'è → RELATIVISMO CONOSCITIVO Io e l’ombra mia (pag.358) Il protagonista si sente un ombra in quanto la sua prima identità è morta con il ritrovamento del cadavere di Mattia Pascal e la seconda quella di Adriano Meis è praticamente inesistente in quanto non vi sono documenti a suo nome. Egli chiede anche ai passanti tra cui un cavallo che traina la carrozza ed anche quest’ultima si ‘calpestare’ la propria ombra + un cane a cui chiede di fare i suoi bisogni sulla sua ombra. Sofferenza del protagonista → da riga 29 a 34 Quaderni di Serafino Gubbio operatore protagonista è un operatore cinematografico (girava la pellicola durante le riprese), serafino gubbio. Rappresenta il mondo del cinema e le rivalità presenti nel mondo dello spettacolo. Il protagonista dopo un trauma si chiude in un mutismo e smette di comunicare ma non di lavorare → il trauma e scatenato dal fatto che egli si ritrova a filmare la morte in diretta dell’attrice Varia Nestoroff, che inizialmente era in una relazione con un attore, successivamente decide di lasciare questo per instaurare una nuova relazione con un altro attore. Sul set deve essere girata una scena pericolosa in cui deve uccidere una tigre, che Vera decide di far inscenare dal suo ex fidanzato. Questo invece che puntare il fucile alla tigre uccide l’ex fidanzata e successivamente per questa distrazione viene sbranato dalla tigre. Serafino Gubbio
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