Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Boccaccio: Vita e Contesto Culturale, Appunti di Italiano

Biografia di Autori ItalianiStoria della lingua italianaStoria della letteratura italiana

Biografia di Giovanni Boccaccio, scrittore e poeta italiano del Trecento. la sua infanzia, la sua relazione con il padre, la sua promozione della scuola fiorentina, la sua opera 'Trattatello in Laude di Dante' e la sua influenza sulla lingua italiana. Inoltre, vengono trattati i suoi temi preferiti e la sua influenza su autori successivi.

Cosa imparerai

  • Che ruolo ha giocato Boccaccio nella promozione della scuola fiorentina?
  • Che anno è nato Giovanni Boccaccio?
  • Come ha influenzato la lingua italiana Boccaccio?

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 13/01/2022

francesco-bitonti-1
francesco-bitonti-1 🇮🇹

4.2

(6)

19 documenti

1 / 8

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Boccaccio: Vita e Contesto Culturale e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Giovanni Boccaccio La vita e il contesto culturale asce nel 1313. Il luogo è incerto: Firenze (centro letterario del tempo) o Certaldo (FI). Figlio illeggittimo di Boccaccino di Chiellino. Essendo illegittimo, venne lasciato alla ruota. [Allo Spedale degli Innocenti c'è una ruota (metà dentro e metà fuori dal muro) dove si lasciavano i bambini illegittimi. ] Il padre di Boccaccio lo riconobbe. Era un mercante. | mercanti più pregiati erano quelli di stoffe. | più ricchi fondarono le prime banche: Monte di pietà (simili al banco dei pegni). Le più grandi banche dell'epoca facevano in capo a tre famiglie fiorentine: Bardi, Peruzzi, Acciaiuoli. | bardi diventarono così potenti tanto da prestare soldi ai re d'Europa. Durante la guerra dei cent'anni, il re di Francia e Inghilterra chiedevano soldi ai privati. Edoardo IIl non ha ripagato il debito con i Bardi e questi falliscono. Il padre di Boccaccio era proprio rappresentante dei bardi. Nel 1340, la famiglia si ritrova in povertà. Boccaccio non hai imparato il mestiere del padre. Cerca di attivare le entrature (amicizie) nella corte Angioina. Non ebbe mai una conoscenza profonda del greco (il suo insegnante fu il calabrese Leonzio Pilato, che fu maestro anche di Petrarca). perciò il tentativo di stabilizzarsi tramite le conoscenze in politica, fallì. Quindi tornò a Firenze, dove si appassionò ai classici latini. Svolse qualche lavoro, e scrisse le sue prime opere. Boccaccio si fece promotore della scuola fiorentina. Per cercare una sistemazione, abbraccia la chiesa, seguendo l’esempio di Petrarca. Secondo alcuni è per sostentarsi economicamente, secondo altri viene convertito dal cattolicesimo. Diventa così chierico. Nel 1360, viene accusato di aver preso parte ad una congiura verso il Comune, durante l'elezione dei priori della Signoria. Si ritira perciò a Certaldo nel 1362, dedicandosi agli studi e alla stesura di opere. Dopo tre anni, nel 1365, tornò a prendere incarichi pubblici. Negli ultimi anni, si occupò di copiare le opere di Dante, un modello per tanti altri. Non preciso dal punto di vista filologico, studiando questi testi capiamo di più su Boccaccio che su Dante. Scrive la biografia dantesca fra il 1351 e il 1855: la intitola “Trattatelo in Laude di Dante”, o “Vita di Dante”, una delle più importanti biografie sul fiorentino. Descrive persino la sua grafia: non abbiamo nessuna parola scritta da Dante, perciò questo ha un alto valore. Negli anni ’70, inizia ad organizzare letture pubbliche della Commedia. Casa sua diventa un luogo di ritrovo per tutti i letterati fiorentini: inizia nello stesso periodo il Rinascimento. Giovanni Boccaccio muore nel dicembre 1375 a Firenze, dopo mesi di sofferenza per la morte del caro amico Petrarca. Dante - Petrarca - Boccaccio: Le 3 corone fiorentine Condizionarono lingua e cultura anche successivamente alla loro morte. Raramente ciò succede. Dante viene menzionato sempre per nome: ha di fatto inventato la lingua italiana. Prima, ogni Comune aveva la propria lingua. Nella commedia ha selezionato le parole da usare per una grande opera letteraria. Dal 1525, venne preferito Petrarca. Pietro Bembo (nato ad Asolo, Venezia), in questa data, scrive "Prose della Vulgar Lingua”. Stabilisce qui come i letterati devono scrivere (come "De vulgari eloquentia"). Nasce così il Petrarchismo. Ogni opera in versi doveva seguire Petrarca. Per la prosa ci si doveva ispirare a Boccaccio. Petrarca scriveva sempre in un linguaggio aulico. [‘“aula”=stanza dove gli imperatori ricevevano gli ambasciatori] Boccaccio parla di temi non proprio nobili: truffe, scherzi, tradimenti e scandali nel clero. Quando Bembo decide di rendere Boccaccio un modello, precisò che doveva essere usato il suo linguaggio, non i suoi contenuti. Nel 1500, grandi autori scrivono opere: Ludovico Ariosto, scrive l'Orlando furioso (1516 originale in padano, 1521 ingrandita in padano, 1582 riscritta in toscano) Grazie a Manzoni, che nel XIX secolo decide di "risciacquare i panni in Arno”, l'italiano diventa il fiorentino. Boccaccio, come Dante, è studiato in tutto il mondo, sia per itemi che per le parole. Geoffrey Chaucer, autore di Canterbury Tales, si ispirò al Decameron. Molti personaggi del Decameron, incarnano le conoscenze che acquisisce stando a contatto con la gente che vive per strada. La strada, infatti, è proprio il centro delle sue novelle. È un luogo aperto, non precluso a nessuno. Tutti sono attratti dall'azione principale dell'uomo: acquistare e vendere, ma in senso lato: Infatti, Boccaccio si riferisce allo scambio di idee, conoscenze ed esperienze, oltre che di beni materiali. [Anticipa il pensiero marxista della REIFICAZIONE (l’uomo ridotto a bene di scambio).] Questo scambio è l'essenza di Boccaccio. È un piacere possedere le cose e anche le persone. Ciò va al di là di tutte le barriere: si tratta di istinti primari dell'uomo. Nel Decameron c'è il vero uomo del trecento. Possiamo definire Boccaccio come realista, ma per quanto fedele alla realtà, il realismo non può essere considerato puro da eventuali manipolazioni o condizionamenti. Addrittura si arriverà, con il surrealismo (vedi // tradimento delle immagini di Magritte - “Ici n'est pas une pipe”) a dire che l’arte è solo una copia della realtà, quindi non totalmente vera. L'amore per Boccaccio è pulsione, come per Freud. Non c’è niente di nobilitante nell’idea di donna degli altri poeti suoi contemporanei: una donna idolatrata, idealizzata al massimo nelle regole del finamor provenzale. Boccaccio quindi accorcia le distanze, tenendo fede al suo realismo: la sua donna è viva, fatta di carne, e l’amore va vissuto con passione e coinvolgimento fisico. [Nel medioevo nasce l'antisemitismo (da Sam, il figlio di Noè). La chiesa fu la più grande istituzione a promuovere questa discriminazione. Ciò nacque a causa della sempre più radicata convinzione che gli ebrei fossero il popolo DEICIDA, cioè che fecero uccidere Dio.] Filocolo (1336/1339) Genere letterario: “cantare di Florio e Biancifiore”, diffuso nel Medioevo Genere metrico: Romanzo in prosa, diviso in 5 libri La presunta etimologia del titolo è “fatica d’amore”. La storia inizia nei tempi remoti dell'epoca cristiana, quando Quinto Lelio Africano, insieme a Giulia Topazia sua moglie, vanno a Santiago de Compostela, frequentatissima meta di pellegrinaggio nel Medioevo. La frequentavano anche i cavalieri che dovevano proteggerli. [Nasce un genere letterario che racconta gli episodi che accadono durante il cammino di Santiago. Nel Filocolo si usa marginalmente questo genere. Molti fedeli fanno il pellegrinaggio per ottenere una grazia. Pratica dell’EX VOTO: quando si chiedeva una grazia per un bambino malato, lo si vestiva da monaco o suora, poi si donava l'abito una volta ottenuta la grazia.] Quinto e Giulia vogliono avere un figlio. Si imbattono in Felice, Re di Spagna, che li scambia per invasori. Ordinò di ucciderli, e Quinto muore. Dopo aver capito la loro identità, per scusarsi, il re ospitò la moglie a palazzo. Dopo qualche mese, scoprì di essere incinta. Morì però durante il parto, e il Re prese la figlia con sé, e la chiamò Biancifiore. Lo stesso giorno, nacque palazzo Florio, figlio della regina e del re. Crebbero così insieme, con gli stessi insegnanti. Un insegnante fa leggere loro una copia dell’”Ars Amandi” (o amatoria) di Ovidio. Questa travolgente lettura erotica, spinse Afrodite, a mandare suo figlio Cupido per far innamorare i due scoccando una delle sue frecce. [Boccaccio si ispira a Paolo e Francesca, ma differisce per il fatto che Biancifiore e Florio non erano dannati all’inferno] Per Boccaccio l'amore era una cosa naturale, non doveva essere ostacolato, e doveva essere vissuto con la massima libertà. Il re Felice cerca di separarli, dicendo a Florio che Biancifiore è innamorata di Fileno, un cortigiano. Lei lo rifiuta, e Fileno l'accusa di veneficio (uccisione con veleno, frequentissima nell’antichità). Biancifiore viene condannata a morte. Il re ha l'ultima parola su tutto, e decide di sbarazzarsene in altro modo: viene venduta a dei mercanti. Florio si traveste e parte la ricerca di Biancifiore, sotto falso nome di Filocono. Va verso l'Oriente, ma una tempesta lo porta a Napoli. Entra così in una brigata, governata da Fiammetta e Galeone (0 Kaleon, o Galeon, oscillazione onomastica). | due, la sera passano il tempo parlando di questioni d'amore con la Corte d’Amore, una brigata. Per 13 giorni, Florio assiste. [Parodia della QUESTIO PHILOSOFICAE: nelle scuole di filosofia, il docente proponeva un quesito di natura filosofica, e gli studenti venivano divisi in due fazioni che devono sostenere punti di vista opposti .] La 10° questione, proponeva: “Se ti si presentasse davanti una bella ragazza, giovane, che ti piace e ti si offre alla condizione di fare tutto ciò che vuoi di lei e poi di ripeterlo con una vecchia, cosa faresti alla ragazza?”. Parodia della questio “prima dovere o piacere?. Distrattosi per cinque mesi, riprende il viaggio ed arriva ad Alessandria d’Egitto, dove scopre che Biancifiore si trova nella torre dell’Ammiraglio, con Sadoc che le fa da guardia. Florio aspetta che Sadoc si allontana; corrompe il suo sostituto (della sua stessa età) e invia un cesto di rose per Biancifiore nascondendosi al suo interno; vengono scoperti e condannati a morte. Venere, sentendosi responsabile, rende i loro corpi invulnerabili. L'ammiraglio scopre l'identità di Filocolo, (Florio) e riconosce che è suo nipote (fase dell’agnizione); I due amanti diventano liberi e prima di tornare a casa si fermano vicino Firenze, dove fondano Certaldo, poi a Roma, qui diventano cristiani. Dopo aver terminato il loro viaggio di piacere, una volta tornati a casa, diffondono il cristianesimo nel territorio spagnolo Qui la storia assume un valore eziologico, ovvero spiega fantasiosamente le cause della cristianizzazione spagnola. Ninfale d’Ameto (o Commedia delle ninfe Fiorentine) (1341/1342) [La doppia titolazione deriva dalla cultura latina. Il ninfale (o ninfeo) è il luogo dove si ritrovano le ninfe.] Genere letterario: didattico-morale, diffuso nel Medioevo. Edificante (che costruisce un uomo di fede), dal valore assiologico (ispira comportamenti naturalmente giusti o obblighi), soteriologico (da “sotheos”= salvezza, una letteratura con lo scopo di salvare l’uomo) Genere metrico: Prosimetro, versi in terzine + prosa. Una raccolta di 7 novelle, chiamata Commedia perchè a lieto fine L'ambientazione è tipica di una bucolica; parla di una perfetta integrazione dell'uomo con la natura, racconta di pastori che vivono in mezzo ai campi e leggono poesie, in un /ocus amoenus, il contado di Firenze è scelto come ambientazione. Il protagonista è Ameto, un pastore rozzo e ignorante, che un giorno incontra delle ninfe. La loro leader era Lia, allegoria della fede, un personaggio mitologico con nome biblico, citato anche da Dante. Le ninfe lo conducono ad una festa in onore di Venere. Le ninfe sono sette (numerologia delle 7 virtù cardinali); queste si siedono attorno a lui, e ognuna gli racconta qualcosa dal valore eziologico: Neapolis racconta l'origine di Napoli, Lia quella di Firenze, e l’autore include un encomio a Cibele, o Demetra (divinità ancestrale, madre terra, diventa allegoria della chiesa come grande madre). Dopo Ameto fa un bagno, e ne esce diverso capisce che ognuno di quelle narrazioni è “exemplum” di una delle 7 virtù, cogliendone il valore allegorico. La mescolanza fra pagani e cristiani, è molto blasfema e Boccaccio venne condannato più volte per questo. Le ninfe sono molto materiali, sensuali, ma lui le narra in modo simile al metodo Cristiano, interpretandone la sensualità in chiave moralistica. Elegìa di Madonna Fiammetta (1343/1344) Genere letterario: elegia, narrazione degli infelici Genere metrico: Romanzo in prosa Madonna Fiammetta, è una ricca matrona che vuole insegnare alle altre donne di non commettere il suo stesso errore, e lo fa tramite una lettera didascalica. Qualche anno prima, infatti, si era innamorata di Panfilo, un giovane fiorentino a Napoli che voleva imparare l'arte della mercanzia. Questo è un chiaro riferimento autobiografico. Si amano, poi però Panfilo va via, con la promessa di tornare dopo tre mesi, ma non torna. Lei gli scrive, lui ad un certo punto smette di rispondere. Indagando, la Madonna scopre che Panfilo è promesso sposo ad una fiorentina. Fiammetta pensa al suicidio, ma la balia dei suoi figli la ferma. Lei cerca di consolarsi e trova rifugio nell’”Erodes” di Ovidio, che trattano di personaggi mitologici che hanno amato e sono stati traditi. L’opera tratta una narrazione scandalosa: Fiammetta è sposata con un uomo giovane, bello e ricco (Massima aspirazione per una donna del tempo). L'innamoramento per Panfilo, la vede come una vendetta della sorte. Fa un sogno: sogno di essere morsa da un serpente, in un campo primaverile fiorito. Il significato allegorico, dice che la primavera è simbolo di tempo favorevole (infatti Dio ha creato il mondo in primavera secondo Dante). Citazione a Petrarca: Laura è morta in primavera per il morso di una serpe. Nel sogno, il morso si gonfia: simbolo della passione che sta per esplodere. La serpe, simboleggia panfilo Corbaccio (Post-decameron, 1363/1366) Genere letterario: invettiva, satira misogina [INVETTIVA= attacco feroce, duro, verso qualcosa di moralmente sbagliato. La satira contro le donne ha una storia antichissima, ma questa è la prima opera italiana in stile alto a trattare questo tipo di comicità] Genere metrico: narrazione in prosa Il titolo ha una doppia interpretazione. Secondo alcuni, è da interpretare come un dispregiativo di “corvo” tradizionalmente, uccello del malaugurio. Metaforicamente, ci si riferisce ad una donna che ha stravolto l'ordine delle cose. [Boccaccio venne definito femminista ante litteram: offriva i racconti del Decameron alle donne come palliativo, (che allontana dal pensiero il problema, alleviando la pena) almeno leggendo potevano immaginare una vita migliore] Secondo altri, invece, ci si riferisce ad una particolare pietra, il Corbacho, utilizzata per costruire uno staffile (una frusta) inteso da Boccaccio come strumento da usare sulle donne. Passa così da femminista a misogino. Boccaccio narra di essere stato rifiutato da una vedova con cui aveva una relazione fisica, senza sentimenti. Lei lo lasciò per l'età avanzata, e lo accusò di essere ignobile. L'amore all'epoca era visto come contro natura si vissuto dopo i sessant'anni.di notte, sogni di essersi smarrito in una selva, chiaro riferimento dantesco. ”Il porcile di Venere" o "labirinto d'amore". L'amore è accomunato al lerciume, al basso. Logicamente un ossimoro, ma nella comicità è più che normale.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved