Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Gabriele d'Annunzio | schema, riassunto, Sintesi del corso di Italiano

Schema contenete la sintesi dei concetti chiave di Gabriele d'Annunzio: la vita, cultura e influenze (Carducci e Verga), lingua, superuomo, opere del superuomo (Trionfo della morte, Le vergini delle rocce, Il Fuoco,Forse che si forse che no), le opere drammatiche, Le Laudi (Maia, Elettra, Alcyon), periodo notturno.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

In vendita dal 15/01/2021

simone22pos
simone22pos 🇮🇹

4.8

(9)

21 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Gabriele d'Annunzio | schema, riassunto e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! Negli anni ottanta abbandona la linea del vitalismo “pagano” e rivela un’influenza dei decadenti francesi ed inglesi. Opere come “intermezzo di rime” (confessione della stanchezza sessuale), “Isaotta Guttardo” (esercizio di recupero delle forme 400’ della poesi) e Chimera (sensualità perversa - femminilità fatale e distruttrice) sono frutto della fase dell’estetismo dannunziano che si esprime nella formula “il Verso è tutto”. L’arte ha un valore supremo e tutto deve essere subordinata ad essa (la vita si sottrae alle leggi del bene e del male per la legge del bello, trasformandosi in un’opera d’arte). Nell’ambito letterario si afferma un vero e proprio culto per l’arte, la ricerca di eleganze estenuate e di artifici formali, tutto con echi letterari soprattutto del quattrocento. Questo personaggio dell’esteta che vive un modo fatto di arte e bello è una maschera che d’Annunzio porta per nascondere la condizione di inferriata del ruolo dell’intellettuale che deve accettare le leggi del mercato. D’annunzio, provenite da ambienti borghese e aspirante ad una vita aristocratica, si rifugia nella letteratura. Egli propone, sfruttando abilmente i meccanicismi della produzione capitalistica, una nova immagine di intellettuale (si pone fuori dalla borghesia e gli fa rivivere una sorta di ex condizione privilegiata). Presto si rende conto della debolezza di questa figura avvertendone tutta la sua fragilità (incapace di combattere la crescente borghesia). L’isolamento dell’artista non può che essere una forma di impotenza, il culto della bellezza si trasforma quindi in menzogna. Entra quindi in crisi la costruzione dell’estetismo. Nel romanzo scritto da d’annunzio “il piacere” troviamo la figura di Andrea (che in realtà è d’Annunzio) che racconta tutte tutte le sue esperienze di una vitta fatta ad opera d’arte. Ben presto entra in crisi per via dell’amore. Vengono quindi delineate due figure femminili: Elena Muti (donna fatale) e Maria Ferres (donna pura). Ma in realtà quest’ultima donna angelo non esiste e davanti ad essa ammeterebbero la passione per Elena. Da qui parte un duro atteggiamento critico da parte dell’autore. Questo personaggio ostenta l’ambiguità dell’autore, suscitando ancora fascino sullo scrittore, esso non rappresenta il definitivo distacco di d’Annunzio dalla figura dell’esteta. Nell’impianto dell’opra persistono caratteristiche del verismo. Vengono narrato un quadro sociale con usi e costui, con influenze delle letteratura inglese e francese mira soprattuto a creare un romanzo psicologico. Inoltre emerge un’altra tecnica soprattutto usata negli scritti successivi quella di creare una sottile trama di allusioni simboliche al disotto dei fatti concreti. Segue adesso un periodo caratterizza da incertezze e sperimentazioni. Riprende molto il romanzo Russo (soprattutto Dostoiesvkij) introducendo il tema dell’omicidio. Questa fase viene definita della “bontà” e comprende la raccolta poetica del “Poema paradisiaco”. Troviamo qui il desiderio di recupera la condizioni di innocenza infantile, di ritornare alle cose più semplici; ma troviamo anche temi ambigui provenienti dal decadentismo: languore voluttuoso, atmosfere sfatte, senso di attenuazione e di morte (temi poi ripresi nel 900’ dai crepuscolari). La “bonta” è solo una soluzione provvisoria, spacco di questa crisi scatta con la lettura di Nietzsche (1892) G. d’Annunzio Romanzo psicologico incentrato sulla visione soggettiva del protagonista e sull’esplorazione della sua coscienza travagliata. E’ come se la vicenda si svolgesse tutta nella mente del protagonista e i fatti esterno vengono narrati solo il suo punto di vista. L’eroe infatti rifiuta il mondo sociale chiudendosi in se stesso (protagonista inetto). E’ percorso da una fitta trama simbolica come alle opere precedenti (es. si apre con il suicidio che preannuncia quello finale di Giorgio) D’Annunzio vive la sua vita sulla base di una vita come “un’opera d’arte”. Nasce a Pescara e frequenta la scuala più prestigiosa di Prato. Successivamente alla matutrità si trasferisce a Roma in università. Scriverà soprattutto articolo e/o componimenti per case giornalistiche. Si dedica alla professione giornalistica. Diventerà presto noto per lo scandalo suscitato per via dei contenuti erotici di una vita fatta di avventure galanti, lusso e duelli. Alla vita come opera d’arte d’annunzio la arricchisce inseguito delle azioni eroiche (letteratura), parte dalla figura superuomo (dedotta da Nietzsche). Volava condurre un’ideale di vita inimitabile. Per raggiungere questa vita di sfarzo necessitava di denaro e quindi va contro alla sua concezione antiborghese cercando di creare opere che soddisfino le esigenze del mercato (contraddizione). In opposizione ai decadenti precedenti vagheggia sogni di attivismo politico. Nel 1897 tenta di entrare nel parlamento. Diventa in seguito deputato dell’estrema destra concordante con i suoi obbiettivi (disprezzava i principi democratici ed egualitari a favore di un dominio dell’aristocrazia). Nonostante ciò nel 900’ passo allo schieramento di sinistra. Per diffondere il suo messaggio capisce che il metodo migliore è il teatro (mette in scena "città morta”). Anche se il suo pensiero politico (“vate”) si stava diffondendo in Italia, per via di debiti (creditori) fu costretto a rifugiarsi in Francia (quindi la sua letteratura si adatta all’esilio - scrive opere anche in francese), senza rompere il legame con la patria. Trona in Italia nel periodo immediatamente prima alle prima guerra mondiale e organizza una campagna interventista, approfittando del periodo, che spinse l’Italia ad entrare in guerra. Si arruola come volontario e compie grandi imprese, come la Beffa di Buccari e il volo su Vienna, combattendo in maniera “eccezionale” nella nuova armata aerea. Si fece interprete dei racconti della “guerra mutilata” e guidò un marcia su Fiume, dove dopo aver instaurato un dominio personale sfidando lo stato Italiano. Scacciato con le armi, si afferma invece la figura di Mussolini. Inizialmente viene visto dal fascismo come padre della patria, ma successivamente viene esiliato nella Villa di Gardone (trasformata da lui nel “vittoriale degli italiani”). La sua produzione abbondante influenzò la cultura e la politica italiana, dando vita al fenomeno del dannuzianesimo (influenzo anche il cinema). Dopo la lettura di Nietzsche d’Annunzio fa sui alcuni aspetti della sua filosofia tra cui: il rifiuto del conformismo borghese, dei principi egualitari, l’esaltazione dello spirito dionisiaco, vitalismo gioioso, il rifiuto dell’etica della pietà (altruismo), l’esaltazione della volontà di potenza e il mito del superuomo.Per combattere la nuova borghesia egli promuove una persona (che sempre caratterizzata dal culto dell’arte) capace di azione attivi e eriche come la vecchia borghesia. Parte quindi dal superuomo per creare un insieme di figure (pochi) capaci di affermare se stessi sugli altri per riportare ordine nella società. Il super uomo di d’Annunzio parte dall’immagine dell’esteta che già aveva affermato che deve però essere capace di azioni eroiche. Esso deve creare un’élite che va in contrapposizione alla condizione di quei giorni dell’intellettuale. Facendo cosi si protra assiste ad un riscatto dell’artista nella società che si attribuisce il compito di “vate”, cioè di nuovo profeta di un ordine nuovo. Questa vate deve porre fine al caos borghese, alla democrazia e all’egualitarismo; ciò non deve più essere nell’immaginazione dell’artista ma deve concretizzarsi tramite l’azione. Il suo impianto letterario parte da Verga e da Carducci Carducci Primo vere e Canto Novo soprattutto possiamo trovare una metrica barbara ripresa da Carducci. Da lui riprende anche tutto i concetti sani, vitali e solari (positivismo). Questi tempi sono portati al limite estremo e toccano i vertivi di una fusione ebbra tra io e natura. Sono comunque presenti atteggiamenti verso la stanchezza, le visioni cupe, il fascino dell’ambiguo e della morte. Ciò fa capire come dietro al vitalismo ci sia sempre la morte. Sono presenti anche spunti sociali. Verga Terra vergine riprende il modello di Verga di “Vita dei campi” (presenta anche lui i paesaggio della sua terra: Abruzzo). Non riprende da Verga: l’indagine dei meccanismi della lotta della vita e nulla dell’impersonalità. Il modo di terra vergine è un modo idillico non problematico in una natura dove esplodono passioni (erotismo irrefrenabile - violenza sanguinaria). All’opposto del suo narratore continua a intervenire soggettivamente nell’opera. opre del superuomo Trionfo della morte In essa non si pone completa la nuova figura ma è solo una fase transitoria, una ricerca di soluzioni. Il protagonista Giorgio Aurispa è ancora un esteta. Travagliato da una oscura malattia interiore va alla ricerca di un nuovo senso della vita. Qui d’Annunzio inizia a cercare una nuova figura dell’intellettuale libero dal peso del vittimismo e della sconfitta. Il rientro in famiglia lo porta a una crisi per via di un conflitto con la figura dominatrice e ripugnate del padre. Cercherà allora un sostituto nello zio Demetri. La ricerca delle radici della stirpe lo porta a trasferirsi insieme alla compagna Ippolita Sanzio in un villaggio abruzzese. Ma rimane disgustato da questo mondo barbaro e primitivo e fallisce anche la via del misticismo religioso. In ogni caso l’eroe non si riesce a immerge completamente nella vita per via di forze oscure nella sua psiche (Ippolita: lussuria che consuma le sue forze). Il tutto si conclude con il suicidio che simboleggia il sacrificio universale di d’Annunzio che si libera dai temi negativi affrontati fino a quel periodo. Le vergini delle rocce Esso segna una svolta ideologica radicale. Esso è considerato il manifesto politico del superuomo. L’eroe, Claudio Cantelmo, aveva come obiettivo nell’Italia postunitaria la creazione di un governo simile a quello romano. Nel romano persistono le tematico negative come la morte che vengo però ribaltate come un qualcosa di positivo. Infatti esse non devono più essere temute (queste forze disgregatrici) dall’eroe che è pronto ad affrontare ogni situazione. A questo punto cerca una donna da avere al suo fianco durante quest’impresa tra le figlie del principe Montagna. Si ripete spesso che il romanzo si conclude senza che il protagonista riesca a scegliere ma il relata la sceglie, è Anatolia. Essa però non lo seguirà per rimanere a casa a curare la madre malata (scenario di decadenza, disfacimento e morte). Anche in questa composizione è proprio la donna fatale a impedire all’ore di realizzare i sui progetti. Questo ciclo però doveva essere composto da altre due opere (mai incominciate) che avrebbero visto la realizzazione del protagonista. Il fuoco Anch’esso si propone come manifesto letterario del superuomo. L’eroe, Stelio Effrena, mira al compimento di una grande opere artistica (danza, musica, poesia), di un nuovo teatro capacedi forgiare lo spirito nazionale della stirpe latina (come Wagner in Germania). Anche qui forze oscure si oppongono a lui: Foscarina Perdita attrice da lui amata che ne ostacola il cammino con il suo amore nevrotico e possessivo. Ambientato a Venezia (luogo per rimandare al disfacimento), si conclude con il sacrificio di Foscarina che lascia libero Stelio. Ma anche qui manca una conclusione vera e proprio proprio perché come nelle vergini delle rocce il ciclo “del melograno” è incompleto. Forse che si forse che no L’opera con protagonista Paolo Tarsis celebra il simbolo della relatività moderna, dinamica e aggressiva, la macchina. Ma anche qui per il raggiungimento dello scopo si pone in mezzo una donna: Isabella Inghirami. L’eroe riuscirà a vedere chiaramente la relata solo dopo un tentativo di suicidio con l’aeroplano. In essa si alternano parti oratorio a parti simboliche (il passaggio si rifà allo stato d’animo dell’eroe). La narrazione sfuma in un clima mitico e fantasioso, lontano da ogni riferimento reale. Le opere drammatiche Tra esse troviamo “La filia di Iorio”, una tragedia pastorale ambientata in un Abruzzo, magico e superstizioso, fuori da ogni tempo. In essa troviamo miti, credenze, oggetti e il linguaggio popolare caratteristico. Con essa non vuole scrivere un documento ma vi è il gusto decadente per il drammatico e il primitivo. Essa prosegue seppur in maniera più lirica e rarefatta la line iniziata inizia dalle novelle abruzzesi. Le Laudi L’arrivo dell’ideologia superomistica coincide con la progettazione di vaste a ambiziose produzioni letterarie per diffondere il messaggio del “vate”. Come già visto d’annunzio progetta cicli di romanzi non portati a termine che non hanno completamente spiegato le sue intenzione. Comune cosi “le laudi del cielo del mare della terra e degli eroi” un sommario fondamentale dei caratteri della sua visione. Anche quest’opera però rimase incompiuta di due libri (tre furono pubblicati subito nel 1903 (Maia, Elettra e Alcyone) - un quarto libro nel 1912 (Merope) che narra dell’impresa in Libia - postumo viene aggiunto il quinto (Asterope) che comprende le poesie ispirate alla prima guerra mondiale) Maia E’ il primo libro del componimento ed è un libro unitario di oltre ottomila versi (verso libro e rime ricorrenti senza schema fisso). In esso d’Annunzio da voce alla sua ambizione panica e raccoglie tutte le forme di vita del mondo. Il discorso poetico è caratterizzato da tonalità enfatiche, declamatorie, gonfie e ridondanti. Il poema inizia con la rasfigurazione di un viaggio in Grecia (realmente fatto) al quale si contrappone successivamente al ritorno la realtà delle metropoli industriali (esse iniziano a suscitare interesse in d’Annunzio, facendo arrivare a palare di capitale , finanza internazionale, capitani di industria e macchine - la società di questo tipo può essere un docile strumento nelle mani del superuomo). Si ha quindi ora un’altra svolta del ruolo dell’intellettuale all’interno della civiltà borghese moderna. D’Annunzio scopre la “segreta bellezza” (macchine, etc.) del mondo moderno e decide di non contrapporsi più alla solita borghese ma si propone addirittura come vate di questa classe. Anche qui rimano sottinteso un lato negativo (morte e paura) dinnanzi ad una classe che tende ad emarginarlo e farlo scomparire del tutto. La narrazione di ciò avviene grazie a perifrasi con miti passati (si paragonano l’industrializzazione a miti passati paralleli); dando origine però ad un arte gonfia, retorica, che oggi appare insopportabile e illeggibile. Elettra Essa è caratterizzata dalla propaganda politica diretta. In essa si contrappone un polo positivo fatto da un passato e da un futuro di gloria e di bellezza, e un polo negativo, fatto dal presente da riscattare. Una parte viene dedicata alle liriche delle “città del silenzio” (antiche città italiane ai margini della società odierna che contengono al loro interno le origini dell’oggi). Guardando il passato d’Annunzio quindi si propone come vate di futuri destini imperiali. Alcyone E’ il terzo libro e a differenza degli altri esso è caratterizzato da una fusione panica con la natura e da un’atteggiamento di evasione e contemplazione. Composto da 898 componimenti è una sorta di diario di vacanza, un’insieme di testi successivamente raccolti e ordinati in un disegno organico (che segue la parabola della stagione - primavera piovosa e declino in settembre /pienezza vitalissima dell’estate). Differentemente dalle precedenti qui si ha una ricerca della musicalità e l’impiego di un linguaggio analogico. Essa viene vista come una poesia “pura”, libera dall’ideologia superomistica, caratterizzata dal nucleo più genuino dell’autore: il rapporto sensuale con la natura. Troviamo anche in essa però una manifestazione del superomismo: l’uomo a differenza della natura evolve/tramuta e quindi ha una caratteristica in più / è superiore. Il poeta-superuomo è quindi capace di cogliere l’armonia segreta della natura e l’essenza delle cose. Troviamo anche in essa i temi cari a d’Annunzio ripresi da Nietzsche e le caratteristiche del linguaggio delle laudi precedenti. Il libro porta alla luce alcuni dei risultati più alti della poetica dannunziana , che hanno influenzato la lirica 900’. Periodo notturno. Nelle fasi finale della sua vita abbonda sia il romanzo sia le architetture complesse (come anche tipico della letteratura italiana di questo periodo) lasciando spazio soprattutto alla novella e nuove forme di prosa lirica, evocativa, di memoria, frammentaria. Si tratta di opere dal taglio più autobiografico e da un registro stilistico più misurato. Questo d’Annuzio rinnovato riceve molto successo dalla critica che afferma di leggere la vera essenza dell’autore non più mascherata dal viatalismo. Viene ora narrata “l’ombra”: ricordi di infanzia, sensazioni, confessioni ma anche inquietudini e perplessità, e sopratutto la morte. Ciò grazie alla tecnica del frammento. Per via di una provvisoria cecità (dovuta ad un incidente aereo) d’Annunzio è “costretto” a riflettere e annota su pezzi di carta i sui ricordi, ciò che gli viene in mente. Successivamente raccoglierà questi ricordi, conservando il carattere di annotazione casuale, in opera intitolata “Il notturno”. Si evidenziano ora nella fase finale di d’Annunzio tendenze al frammentismo. Rimangono comunque evidenti autocelebrazioni, linguaggi pomposi, alcuni residui supermistici. Si alternano lunghe discussioni e meditazioni, del protagonista sulla nuova opera, analisi psicologiche, che tormentano Foscarina, episodi densamente simbolici (le ville lungo il brenta che sembrano la via per discendere nell’inferno, cioè la morte) Intreccio drammatico pieno di conflitti (mostra l’abilità appresa da d’Annunzio nel teatro). Anche qui troviamo la dimensione simbolica (macchina vista come sublimazione suprema)
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved