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Gaio Giulio Cesare, Ottaviano e la fine della repubblica romana, Sintesi del corso di Storia

Ecco una spiegazione semplice ma dettagliata su Giulio Cesare, Ottaviano e la fine della repubblica.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 06/02/2021

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4.3

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Scarica Gaio Giulio Cesare, Ottaviano e la fine della repubblica romana e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! Il Senato preoccupato che Pompeo, divenuto troppo potente, seguisse i passi di Silla e instaurasse una dittatura, non volle riconoscere i provvedimenti da lui presi in Oriente e rifiutò di concedere le terre che aveva promesso come premio ai suoi soldati. Pompeo, per ottenere quanto gli spettava, cercò quindi l’appoggio degli uomini allora più influenti a Roma. Crasso e Pompeo si alleano con Gaio Giulio Cesare, dando vita al primo triumvirato segreto (perché era contro le istituzioni repubblicane è il senato) avvenuto nel 60 a.C. a Lucca, che porta a Pompeo l’appoggio dell’esercito e ottiene la rettifica delle decisioni prese in oriente, ed inoltre l’assegnazione di terrei ai veterani delle sue legioni; a Crasso porta l’appoggio dei cavalieri e fa approvare delle norme che favoriscono il ceto dei cavalieri; ed infine a Cesare porta i voti della breve e viene eletto console. Inoltre i triumviri riuscirono a far esiliare Cicerone, con l’accusa di aver fatto giustiziare i complici di Catilina senza un regolare processo. Alla fine del suo consolato Cesare si fece nominare proconsole della Gallia Cisalpina e della Gallia Narbonese, cioè Italia settentrionale e Francia meridionale, e assieme a queste due province ottiene il controllo di ben quattro legioni. Cesare scelse queste due province povere per ottenere il prestigio militare e le ricchezze necessarie per proseguire la scalata verso il potere. Nel 58 con l’attacco degli Elvezi ad alcune tribù romane, e alle numerose conquiste del proconsole, Cesare riuscì a sottomettere l’intera Gallia e a portare i confini di Roma fino all’oceano Atlantico. Nel 56 Cesare, Pompeo e Crasso rinnovarono a Lucca i loro accordi: Cesare avrebbe ottenuto una proroga del proconsolato in Gallia, Pompeo e Crasso avrebbero ottenuto il consolato per il 55 a.C. e poi un proconsolato rispettivamente di Spagna e Oriente. Crasso intendeva dovere dei vantaggi di una guerra di conquista e la conquista del regno dei Parti. Ma lui non era un generale e la spedizione contro i Parti si concluse in modo tragico, con la distruzione delle legioni romane e la morte dello stesso Crasso. Tornato in Gallia, Cesare riprese le operazioni militari contro i Galli senza però riuscire a batterli, perché questi ricevevano continuamente rinforzi dalla Britannia. Così Cesare decide di andare per la prima volta in Britannia ma non la conquistò. La spedizione diede ai romani una prima conoscenza della Britannia, che servì a porre le basi per la sua successiva conquista. Al rientro in Gallia, una coalizione di Galli comandata da Vercingetorige, capo degli Arverni, si oppose ai romani. Vercingetorige riuscì a resistere alle legioni romane fino al 52 a.C., quando Cesare malgrado le varie difficoltà conquistò la città di Alesia. Così Vercingetorige fu catturato, portato a Roma e giustiziato, mentre i territori conquistati entrarono a far parte dei domini romani. Cesare per portare parce in regione fece sterminare interi villaggi dove morirono più di un milione di galli compresi donne e bambini. Dal primo triumvirato passarono 10 anni, nei quali ci fu la morte di Crasso e la crescita di Cesare. Era ovvio che Cesare si stesse preparando per tornare a Roma per farsi nominare console e assumere il controllo della Città. Così spaventati della costante crescita di Cesare, il senato e Pompeo si allearono tra loro. Richiamarono Cicerone e fecero approvare 2 leggi: per essere eletti consoli i candidati dovevano essere presenti a Roma e nessun console avrebbe potuto ottenere un governo di provincia prima che fossero scaduti 5 anni dalle rispettive magistrature. In pratica con queste leggi vietavano Cesare di candidarsi al consolato. Ma con mossa inaspettata Cesare marciò su Roma e con i suoi soldati varcò il Rubicone. Così ebbe inizio la seconda guerra civile. Oltrepassando il Rubicone Cesare disse la celebre frase “il dado è tratto” che stava a significare che la sua era una decisione definitiva e non sarebbe tornato più indietro. L’iniziativa di Cesare colse di sorpresa Pompeo che si rifugiò in Grecia, Cesare invece in Spagna dove attacco tutti i pompeiani così evitò il rischio di essere colto alla sprovvista. A questo punto Cesare si preparò per lo scontro finale con il suo avversario, che avvenne nel 48 a.C a Farsalo in Grecia, che finì con la vittoria di Cesare. Pompeo si rifugiò in Egitto ma fu ucciso dal faraone Tolomeo 13 , ma Cesare lo uccise e assegno il regno alla sorella Cleopatra. Tra Cesare e Cleopatra nasce un figlio Cesarione. Negli anni successivi Cesare uccise i seguaci di Pompeo, così ebbe fine la seconda guerra civile. Cesare non si fa incoronare perché era consapevole di come Roma si avviasse a diventare una monarchia, ma sapeva quanto i romani fossero legati alla repubblica, quindi governò accumulando su di se tutte le cariche repubblicane. Assume la carica di: pontefice massimo, imperator (generale vittorioso), padre della patria e dittatore a vita, inoltre si fa conferire l’inviolabilità tribunizia. Le istituzioni repubblicane sono formalmente ancora in vita, ma nella sostanza tutti i poteri civili, militari e religiosi sono concentrati nelle mani di una sola persona. Quindi inizia una politica riformatrice senza abusare mai del potere. Cesare governò Roma per appena 5 anni, un periodo breve ma dove riuscì a far emanare provvedimenti importanti: permette agli esiliati di tornare a Roma, concede la cittadinanza Romana alla Gallia e molte altre province, emana nuove leggi a favore dell’economia, combatte la disoccupazione e la violenza in città, migliora il governo delle province controllando i magistrati che le governano e
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