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Garcilaso De La Vega, Appunti di Letteratura Spagnola

Appunti presi a lezione, vita e opere

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 29/03/2023

federica.dilabbio
federica.dilabbio 🇮🇹

5

(4)

14 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Garcilaso De La Vega e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! GARCILASO DE LA VEGA Nato nel 1501 in una nobile famiglia di Toledo (città che per anni fu capitale dello stato visigotico) entrò nel 1520 al servizio del re e imperatore Carlo V, che seguì nelle sue spedizioni militari. Fu infatti un valoroso soldato. Nel 1525 si sposa ma questa donna non comparirà mai nella sua poesia. Si innamorò poi di Isabel Freire nel 1526, damigella della moglie del re Isabella di Portogallo, ma il suo amore non fu corrisposto e lei si sposò con un altro. Isabel morì alcuni anni dopo. Scoppia la Guerra de Los comuneros, guerra dei comuni/ città (Toledo, Salamanca, Valladolid..) e vince l’imperatore. Nella famiglia di Garcilaso, il fratello maggiore sta dalla parte de Los comuneros. Nel 1529 seguì il re in Italia, dove conobbe la cultura del Rinascimento, in particolare Francesco Petrarca e Ludovico Ariosto. Fu confinato per alcuni mesi su un'isola del Danubio per essere stato presente ad un matrimonio contro il volere dell'imperatore. Risiederà poi a Napoli. Partecipò alla spedizione contro la Tunisia e nel 1536 diresse l'assalto alla fortezza di Muy, in Provenza. Muore ucciso dai francesi. Nella personalità di Garcilaso occorre notare due tratti importanti: da un lato l'assenza di risonanze belliche nelle sue opere, nonostante le sue esperienze nel campo; dall'altra un carattere essenzialmente laico. In Garcilaso troviamo riunite tutte le caratteristiche del buon cortigiano: valente nelle armi, cortese nelle relazioni sociali, profondo conoscitore della cultura classica, poeta colto e ispirato. I suoi versi armoniosi e musicali, di stile petrarchesco e in cui domina il tema amoroso, furono raccolti, dopo la sua morte, nel Canzoniere (1543), dall'amico poeta Juan Boscán. Scrisse anche delle odi in latino. Tutto ciò che ha scritto lo ha scritto a Napoli e grazie al contatto diretto con la cultura e la poesia italiana. Storia editoriale: la poesia di Garcilaso de la Vega è pubblicata nel 1543, come appendice alle opere di Juan Boscan. Egli chiese alla moglie di pubblicare dopo la sua morte sia i suoi versi che quelli di Garcilaso. La produzione lirica di Garcilaso de la Vega, la più alta espressione del rinascimento castigliano, divenne molto presto un riferimento essenziale per i poeti spagnoli. Quasi tutti i critici coincidono che i suoi capolavori assoluti sono le egloghe. Egloga: pastori e amore. Componimento poetico, caratteristico della poesia pastorale, idealizzazione idillica della vita dei pastori e in genere della vita campestre, assai spesso allegorico e in forma dialogica: le Egloghe di Virgilio, altro nome con cui si designano le Bucoliche. L’ordine cronologico sarebbe 2,1,3. EGLOGA II La egloga II (1885 versi) è la prima scritta da Garcilaso; presenta una piccola imperfezione; ed è dovuta al fatto che Garcilaso per la prima volta combatte con una strofa molto complessa. Il suo sbaglio fu quello di mescolare nell’egloga un altro tema oltre a quello dell’amore. Nel caso delle egloghe che Garcilaso copia agli italiani, le egloghe parlavano di amore in un contesto pastorale. Garcilaso che sapeva questo, viene a mancare a questo precetto; la sua egloga non parla solo di amore. La egloga II racconta la storia di un pastore di nome Albanio (si pensa che il nome sia ripreso dal suo grande salvatore cioè il duca di Alba). Questo pastore è cresciuto insieme a Camilla, una splendida ragazza. Crescendo Albanio si prende una cotta per lei ma Camilla non può soddisfare i suoi desideri perché lo considera come un fratello. Inoltre, Camilla è consacrata alla dea Diana, dunque, non poteva avere rapporti. Camilla, quindi, inizia a vedere che Albanio è sempre triste e gli chiede il perché di tanta tristezza. Albanio le dice che è molto innamorato, e di andare alla fonte per scoprire chi è questa ragazza. Camilla specchiandosi nella fonte capisce che è lei la donna di cui Albanio sta parlando e fugge. Albanio, distrutto, ci racconta la sua sofferenza, tanto da volersi uccidere. Arrivano due suoi amici che vedendolo in quello stato gli offrono aiuto: c’è un uomo, chiamato il Mago Severo che riesce a sanare le pene amorose, ed abita nelle vicinanze del fiume Taco. I due amici lo portano quindi da questo mago (fin qui è una egloga pastorale). Qui comincia lo sbaglio di Garcilaso perché il Mago Severo si trova con i pastori e dice il fiume Taco (umanizzazione) mi ha preso per le mani e mi ha portato dentro di sé, e mi ha mostrato uno scrigno di cristallo scolpito con le avventure incredibile del casato di Alba. Quello che il Mago Severo racconta ai pastori è una descrizione bellica, è una narrazione epica di guerra che non c’entra nulla con l’amore. La descrizione dello scrigno è assolutamente enfasi e vengono dedicati un sacco di versi. Questo non ha nulla a che fare con l’egloga. Il Mago Severo dà un filtro magico a Albanio e così riesce a dimenticarsi di Camilla senza smettere, pero’ di amarla. EGLOGA III Scritto nel 1536, è un capolavoro. Si compone di 376 versi, distribuiti in 47 stanze. È dedicato alla signora María Osorio, moglie del signor Pedro de Toledo. Nella pace assoluta del paesaggio, quattro ninfe emergono dal fiume Tago e ricamano storie d'amore e di morte. Tre di loro tessono arazzi con motivi mitologici e il quarto una storia contemporanea. Le egloghe utilizzano i pastori come protagonisti esclusivi perché, in accordo con la tradizione occidentale, i pastori vivendo in contatto con la natura sono esseri incontaminati e sono gli unici che provano il vero e puro amore. Non sono contaminati dalla città creata dall’uomo ma sono in contatto con la natura creata da Dio.
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