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Garcilaso De La Vega - analisi delle poesie, Sintesi del corso di Letteratura Spagnola

analisi di varie poesie dal testo "Obra poética y textos en prosa": sonetti 5, 6,7,8,13,14,15,21,23,24,26,34,36, canzone 4

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

In vendita dal 01/05/2019

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Scarica Garcilaso De La Vega - analisi delle poesie e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! GARCILASO ANALISI DELLE POESIE Sonetto 5. si riferisce a Elena de Zúñiga da cui Garcilaso ebbe 3 figli e portò una grande dote per il matrimonio/amata immaginaria. Il viso dell'amata è impresso nell'anima dell'amante; natura divina dell'amata e assoluta fedeltà dell'amante. Insistenza sulla bellezza dell'amata in termini teologici; bellezza inaccessibile versi di San Tommaso del Pange lingua: tu non vedi non credi Modelli: Ausias March in particolare, Bembo, Lentini Poesia/lettura: _l'amata non può essere presente cuando il poeta contempla il suo viso perché secondo la teoria classica delle sensazioni non si poteva immaginare un oggetto sensibile come lo si contempla direttamente tramite i sensi; _il poeta legge e contempla in solitudine per non lasciarla svanire. Lettura=sensazioni scritte nell'anima. Anafore frequenti. Sonetto 6. Il poeta è attanagliato dalla paura in un cammino aspro; è pentito dei suoi errori, cerca di emendarsi ma persiste nel commetterli. L'amore e la morte vicina lo fanno accettare i suoi mali. Modelli: Ausias March e Petrarca Sonetto 7: Esperienza personale: amore con dama napoletana. Il poeta guarito dalla sua passione appende i suoi abiti bagnati al tempio di amore come se fosse un naufrago salvo e riconoscente; ha giurato di non esporsi ad altri pericoli ma per colpa di un nuovo amore è caduto di nuovo da cui non potrà guarire. Modelli: Orazio Sonetto 8: G. Esprime nel sonetto un brano del Cortigiano di Castiglione che aveva letto tramite la traduzione in castigliano di Boscán. Il poeta descrive l'alterazione che produce in lui la presenza dell'amata e il dolore dovuto alla sua assenza. Dottrina pneumatica: gli occhi producono degli spiriti che provengono dal cervello. Lo spirito è un vapore sottile che è provocato dalla combustione degli alimenti nel sangue. Le lacrime e i sospiri sono il prodotto della contrizione del cuore pieno di sangue e spirito. (Alberto Magno). Sonetto 13: Apollo e Dafne. un giorno Apollo, fiero di avere ucciso a colpi di freccia il gigantesco serpente Pitone alla tenera età di quattro giorni, incontra Eros che era intendo a forgiare un nuovo arco e si burlò di lui, del fatto che non avesse mai compiuto delle azioni degne di gloria. Eros, il dio dell’amore, profondamente ferito dalle parole di Apollo, volò in cima al monte Parnaso e lì preparò la sua vendetta: prese due frecce, una spuntata e di piombo, destinata a respingere l'amore, che lanciò nel cuore di Dafne e un'altra ben acuminata e dorata, destinata a far nascere la passione, che scagliò con violenza nel cuore di Apollo. Da quel giorno Apollo iniziò a vagare disperatamente per i boschi alla ricerca della ninfa, perchè era talmente grande la passione che ardeva nel suo cuore che ogni minuto lontano da lei era una tremenda sofferenza. Alla fine riuscì a trovarla ma Dafne appena lo vide, scappò impaurita e a nulla valsero le suppliche del dio che gridava il suo amore e le sue origini divine per cercare di impressionare la giovane fanciulla. Dafne, terrorizzata, scappava tra i boschi. Accortasi però che la sua corsa era vana, in quanto Apollo la incalzava sempre più da vicino, invocò la Madre Terra di aiutarla e questa, impietosita dalle richieste della figlia, inziò a rallentare la sua corsa fino a fermarla e contemporaneamente a trasformare il suo corpo: i suoi capelli si mutarono in rami ricchi di foglie; le sue braccia si sollevarono verso il cielo diventando flessibili rami; il suo corpo sinuoso si ricoprì di tenera corteccia; i suoi delicati piedi si tramutarono in robuste radici e il suo delicato volto svaniva tra le fronde dell'albero. Dafne si era trasformata in un leggiadro e forte albero che prese il nome di LAURO La trasformazione era avvenuta sotto gli occhi di Apollo che disperato, abbracciava il tronco nella speranza di riuscire a ritrovare la dolce Dafne. (Metamorfosi di Ovidio) Il dio quindi proclamò a gran voce che la pianta dell'alloro sarebbe stata sacra al suo culto e segno di gloria da porsi sul capo dei vincitori. Quartine: descrizione della metamorfosi Terzine: Apollo piange su un albero Modelli: Metamorfosi di Ovidio, linguaggio di Petrarca Canzoniere 13 Come in Petrarca Laura e lauro (amore e poesia/gloria) si identifcano, così Garcilaso. Apollo piangendo e descrvendo Dafne (lauro), merita il lauo (la gloria). Sonetto 14: Come una madre irresponsabile dà al figlio che piange da mangiare ciò che è causa della sua malattia, così il poeta vorrebbe liberarsi del figurarsi l'amata nella mente, ma non riesce a non farlo perché quando smette il mente piange e non riesce a distaccarsi, dimenticando che ciò provoca pazzia o morte. Secondo la medicina dell'epoca, la continua rappresentazione dell'amata nella mente del malato poteva causare pazzia fino anche alla morte. Quartine: madre/figlio terzine: poeta/pensiero Modello: Ausias March Sonetto 15: Orfeo la potenza del suo canto era tale da ammansire le bestie feroci, muovere le pietre e i fiumi diminuivano il fragore. Quando Euridice, fuggendo da Aristeo che la inseguiva, fu morsa da un serpente e morì, Orfeo scese nell'Ade, commosse col suo canto Persefone che gli concesse di riprendersi Euridice col patto che lungo il viaggio non si voltasse mai a guardarla ma non avendo potuto resistere, si voltò ed Euridice scomparve. Come Orfeo riuscì a commuovere l'Ade con la sua musica, così il poeta può impietosire/commuovere il cuore dell'amata. Finisce col supplicare più pietà per sé che per Orfeo perché il poeta piange la propria morte. Modelli: Properzio-elegia, Orazio e Virgilio (tigri: Georgiche, fiumi: Bucoliche, reino del espanto[=orrore per inferno]: Georgiche) epiteti; tempi verbali riferiti a Orfeo in presente storico sonetto 21: panegirico del marchese che può essere Pedro di Toledo marchese di Villafranca e viceré di Napoli o Alfonso d'Avalos marchese sposato con una fliglia di re Fernando d'Aragona (alto y profundo v.6) sonetto 23: topoi: collige virgo rosas/carpe diem. Invito a una ragazza a godere della sua bellezza giovanile prima dell'arrivo della vecchiaia. Canone della bellezza femminile: rosso della rosa->la sensualità e bianco del giglio->onestà. erguido=alzato vento che muove i capelli= immagine sensuale primavera=giovinezza/inverno vecchiaia por no hacer mudanza sin costumbre= censurata da Herrera perché aveva un senso proverbiale non adatto al tema filosofico del sonetto Modelli: struttura sintattica di Bernardo Tasso Gli amori
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