Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Garcilaso de la Vega DISPENSA: sonetti, egloghe, canzone V, epistola a Boscan, Appunti di Letteratura Spagnola

Garcilaso de la Vega dispensa anno 2020/2021 con analisi di sonetti, egloghe, canzone V, epistola a Boscan

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 03/02/2022

danila-salzillo
danila-salzillo 🇮🇹

5

(1)

10 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Garcilaso de la Vega DISPENSA: sonetti, egloghe, canzone V, epistola a Boscan e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! GARCILASO DE LA VEGA Garcilaso de la Vega è il più grande poeta spagnolo nel 500. Nasce a Toledo, nel cuore della Castiglia, in una famiglia nobilissima, con antenati nobili: tra cui i genitori il Marchese di Santillana, intellettuale del 400, e Fernan Perez de Guzman, intellettuale del 300 e autore di un trattato sulla storia delle famiglie spagnole e sull’importanza dell’affermazione dei valori degli individui su quello della nobiltà di sangue. Non conosciamo la data della sua nascita, tra 1501 e 1503, ma sappiamo che muore giovanissimo nel 1536. Venne educato come un nobile dell’epoca: studiò il latino e il greco in casa e poi probabilmente passò rapidamente per l’Università di Salamanca, ma sappiamo soprattutto che a 19 anni entrò a far parte della guardia personale di Carlo V. Divenne Cantino imperiale dei Rampolli delle più nobili famiglie di Spagna, coloro che lo seguivano ovunque, combattevano al suo fianco e Carlo si confrontava con questi. Garcilaso viaggiò con l’imperatore dappertutto e nel 1526 prese parte alle nozze tra Carlo V e Isabella di Portogallo, le quali si svolsero a Granada nei giardini dei palazzi del Alhambra. A questo matrimonio presero parte molti nobili spagnoli come Juan Boscán (grande poeta spagnolo del 500) e Andrea Navagero (ambasciatore della repubblica di Venezia) il quale ebbe un ruolo importante in una conversazione alla fine delle nozze. Qui Garcilaso ebbe anche l’occasione di conoscere Isabel Freite, una dama portoghese della corte di Isabella di Portogallo che era sposata, alla quale è dedicata la terza ecloga, nonostante Garcilaso fosse sposato con un’altra donna, Elena de Zúñiga. Quando tornarono da queste nozze, Boscán, in un testo che prelude le sue opere, ovvero Carta alla duchessa di Soma (prologo del secondo libro delle sue liriche, ovvero un dialogo con Navagero) spiega la necessità di passare da forme tradizionali della poesia spagnola, come la concion, il romance, il villancico, a forme della poesia italiana. Questo fu un invito che fu accolto. Siamo in una dimensione in cui sul piano filosofico si sono riscoperti i dialoghi platonici e si è iniziato a spostare l’attenzione su una visione dell’amore diversa. Si passa da una visione naturalistica in cui l’amore svolge nei confronti del soggetto amante una funzione educatrice ad una visione in cui l’amore viene spinto su un piano intellettuale che lo innalza sul piano spiritico, conducendo a Dio. Garcilaso partecipa ad un matrimonio segreto di una nipote, per cui l’imperatore non aveva concesso l’autorizzazione. Ne prese parte in qualità di testimone, recando un’offesa gravissima a Carlo, il quale deciso di mandarlo in esilio in Germania, sull’isola di Ratisbona dove stette per qualche mese, fino a quando un suo amico il duca d’Alba chiese all’imperatore la cortesia di portarlo con sé come uomo di fiducia in una missione che gli era stata affidata. Il duca si chiamava Pedro Alvarez de Toledo, era stato dal 1532 al 1552 vicerè di Napoli, una città enorme che però aveva vissuto anche periodi di continue guerre tra Carlo v e Francesco I ma che riuscì in un certo senso a rifiorire grazie a Don Pedro che la abbellì molto. Il duca d’alba aprì via Toledo e cominciò a far costruire i quateres, luogo in cui si uniscono i soldati: Pedro cominciò a modificare le istituzioni della città. Nel 1547 si arriva ad uno scontro della città quando Don Pedro ventilò a Napoli l’introduzione dell’inquisizione spagnola: ci fu una rivolta dei civili, con nobili e popolo e Don Pedro fu costretto a lanciare l’esercito. Chiedevano l’intervento di Carlo nella città, ma lui non arrivo in quanto perseguiva una politica di accentramento delle istituzioni, mandando a morte molti nobili. Garcilaso arriva a Napoli nel 1532 e a Toledo vivrà uno splendido periodo. Lui e Boscan cominciarono a rivoluzionare la lirica spagnola: non soltanto adottando nuove forme metriche ma cominciarono a adottare forme metriche dall’italiana, quelle petrarchiste. Rinnovano profondamente il linguaggio poetico spagnolo perché nel canzoniere nella poesia italiana il 500 c’è un diversissimo approccio anche alla descrizione della fenomenologia amorosa che passa per un continuo confronto tra lo stato d’animo del soggetto lirico il paesaggio che lo circonda. Tutte le anomalie caratteristiche del Cancionero General diventano il nuovo linguaggio poetico spagnolo: appaiono elementi tipici della letteratura italiana, non soltanto nelle forme metriche (che significa l’adattamento di un verso come l’endecasillabo nella letteratura spagnola, chiamata rivoluzione italianizzante). Il petrarchismo non è l’unico fenomeno importante: c’è anche un altro dal punto di vista linguistico chiamato bembismo. Il bembismo si accompagna ad una ripresa del canzoniere di Petrarca nella sua dimensione macro-testuale (il macrotesto è l’insieme di tutti i componimenti del canzoniere che sono una strofa di un io lirico all’inizio). L’unico oggetto d’amore per Petrarca è Laura che continuerà ad amare anche in morte. Per Bembo questo modello del canzoniere doveva diventare anche il modello lirico a cui si spiravano tutti coloro che scrivevano poesia amorosa: non scrivono a loro volta i loro canzonieri, che si chiamano Petrarcheschi, che hanno una precisa struttura: presentano rime in vita e in morte della donna amata. Nel caso di Garcilso c’è un io diverso di operazione: non scrisse un canzoniere chiuso bembiano. Nel periodo napoletano viaggiò spesso in Spagna come ambasciatore di Don Pedro. Nel 1535 l’imperatore venne a Napoli, rientrando da una spedizione contro i turchi, trattenendosi per un certo periodo, dopo il quale Garcilaso partì perché l’imperatore era impegnato in Provenza. Egli iniziò un’operazione bellica, nel tentativo di entrare in una città, salendo su una scala fu colpito e dopo un mese di agonia morì. Dunque, non sappiamo qual è l’ordine che lui avrebbe dato i suoi testi. Ciò che leggiamo è l’ordine conferito da Boscan. Questo perché Garcilaso mandava a Boscan i testi che scriveva e dunque realmente fu quest’ultimo a cui fu consegnato un manoscritto dei suoi testi grazie a cui c’è stata poi la stampa delle sue opere in tre libri: sua produzione in quanto aveva il compito di ordinare e impostare i testi che Garcilaso scriveva e poi gli mandava, specialmente dopo la prematura morte di quest’ultimo. Boscan ricevette manoscritti di Garcilaso e iniziò il progetto che fu però portato a termine dalla moglie che morì in corso d’opera. GARCILASO DE LA VEGA - SONETTI SONETTO 1 Il sonetto 1 appartiene alla produzione poetica dell’importantissimo Garcilaso de la Vega, il quale viene ricordato come il più importante poeta spagnolo del 500. Il sonetto è uno dei più antichi ed è stato scritto a Napoli, dove Garcilaso giunge tra il 1526 e il 1532 e dove vivrà un periodo di massimo splendore. Il sonetto ruota attorno al cammino di un personaggio, un cammino che viene interpretato in chiave cristiana in quanto sta ad indicare il cammino verso il vero destino, e quindi la morte. Ricordiamo, infatti, che secondo il nuovo testamento la vera vita non è quella attuale concreta ma è solo quella che si trova dopo la morte, quindi nell’aldilà. Altro tema fondamentale, oltre quello del cammino, è sicuramente l’amore. Questo perché il protagonista contempla l’amore per una donna, la quale viene però definita “malvagia” perché non ricambia i suoi sentimenti. Infatti, sarà solo alla fine che egli riuscirà a capire che il motivo per cui la donna lo rifiuta è che lei semplicemente non lo ama. Nei primi 4 versi, il personaggio afferma di aver camminato smarrito ma allo stesso tempo, per lo stato in cui si trova, potrebbe essere giunto anche a mali peggiori. Prosegue poi dicendo di non sapere cosa abbia fatto per meritarsi mali del genere e che è consapevole di star per morire, in quanto sa di essere troppo debole per allontanarsi da dolori del genere, quindi è come se si facesse uccidere. Il sonetto è molto particolare e si avvicina a Petrarca. Infatti, potrebbe essere l’incipit di una sua opera in quanto si parla della condizione non serena e squilibrata del poeta. Tuttavia, non lo è per la varietà di temi trattati. SONETTO 5 Una delle prime attestazioni del topos della figura dell’amata nella mente del poeta- Il sonetto 5 è stato scritto probabilmente prima del viaggio di Garcilaso a Napoli. Presenta come tema principale l’amore e la sofferenza amorosa per una donna. La donna a cui si riferisce in realtà è la moglie Elena de Zúñiga, da cui Garcilaso ebbe anche 3 figli, anche se come sappiamo, lei non fu l’unica donna ad attirare l’attenzione del poeta, specialmente quando ebbe la possibilità di conoscere la dama Isabel Freite alle nozze tra Carlo V e Isabella di Portogallo. Nel sonetto viene detto che il volto della donna amata è impresso nella mente del poeta, anche se si concentra poi anche sulla bellezza interiore. Tuttavia, l’amata non può essere presente quando il poeta contempla il suo viso e per questo contempla in solitudine. L’immagine dell’amata è troppo grande per entrare nell’anima del poeta ma, anche se lui non può capirla, crede comunque in essa, un po’ come fa chi ha fede che è in grado di credere anche senza vedere. Al verso 11 viene citato l’abito per intendere lo spirito etereo della donna che intermedia tra anima e corpo. SONETTO 8 Il sonetto 8 è scritto in quartine e terzine, chiude la prima con “presente” e riapre la successiva con “assente”. In questo sonetto Garcilaso definisce il corpo umano come un equilibrio perfetto, che viene però scombinato dal processo di innamoramento, che cambia a seconda della presenza o dell’assenza dell’oggetto del desiderio. Infatti, nelle 2 quartine alla vista della donna, quindi quando è presente, gli spiriti reagiscono e ciò fuoriesce attraverso le lacrime. Nelle 2 terzine, invece, il poeta capisce che la donna è assente e quindi i suoi occhi si seccano, come segno di frustrazione. Questi spiriti di innamoramento vorrebbero uscire ma non possono in assenza del loro oggetto del desiderio, restando quindi dentro si surriscaldano provocano all’innamorato malinconia, che porterà alla follia e alla morte, quella che viene chiamata malattia d’amore. Inoltre, Garcilaso utilizza per questo sonetto due capitoli del cortigiano di Baldassarre Castiglione, che aveva letto tramite la traduzione in castigliano di Boscán. Bembo afferma che il compito del cortigiano è di contemplare la bellezza astratta e afferma che il corpo è lontano dalla bellezza. Garcilaso utilizza quel testo, sopprimendo tutti quei nessi di Bembo sull’ideale perfetto e mette scena l’amante imperfetto. Infatti, Garcilaso afferma che la vista dell’amata riscalda il cuore e faccia muovere gli spiriti, i quali ricevendo l’immagine della bellezza, permette all’anima di godere di tale vista. SONETTO 10 Sonetto che conferma l’esistenza di Isabel Freyre. Scritto probabilmente quando era in esilio a Ratisbona o poco dopo la morte della sua amata Isabel. Racconta di aver trovato un pegno d’amore dopo che la donna è morta. L’amata Isabel Freyre è già sposata ma lui è perdutamente innamorato ma è un amore non corrisposto, lei muore giovanissima di parto. Nel testo dell’egloga terza lui la chiama Elisa. Il ritratto della donna amata che portavano al collo, oppure una ciocca di capelli. Garcilaso ricorre al corpus amelius. Ovvero il ritrovamento di un oggetto che fa finisce il cuore, ciò che simboleggia la persona amata fino ad arrivare alla concezione che non c’è più e resta solo l’oggetto. Lei è morta e lui guarda la ciocca di capelli dell’amata. I regali dell’amata in spagnolo venivano chiamati “PORTAPELOS” perché l’offerta era una ciocca di capelli. Chiede all’amata di riprendersi non solo il bene ma anche tutto il dolore altrimenti crederà che questo amore gli sia stato dato solo per farlo morire d’amore. SONETTO 11 Il sonetto 11 è stato scritto nel periodo in cui Garcilaso giunge a Napoli, dove vivrà un periodo di massimo splendore. Fin da subito è importante sottolineare che la fonte a cui si è ispirato Garcilaso per scrivere questo sonetto è stata l’ottava prosa dell’Arcadia di Sannazzaro. Questo perché il sonetto 11 è un PROSIMETRO, vale a dire che presenta un’alternanza di parti in prosa e parti in versi. All’inizio del sonetto, il poeta chiede l’attenzione delle ninfe, che sono immerse nell’acqua. Successivamente, però, chiede il loro allontanamento perché si rende conto che un uomo e creature mitologiche, ovvero le ninfe, non possono entrare in contatto. Alla fine, il poeta ci informa che piange moltissimo e sarà proprio il suo pianto interminabile che gli darà la “possibilità” di trasformarsi in acqua, dove potrà entrare in contatto con le ninfe ed essere consolato da loro. Inoltre, in questo sonetto è presente la descrizione della donna amata, molto partire che segue un canone ben preciso che già si sviluppa in Petrarca, vale a dire la descrizione di una donna dai capelli biondi, pelle chiara, labbra rosse. SONETTO 12 Il sonetto 12 è formato da 14 versi, 2 quartine e 2 terzine petrarchesche in rima consonante (ABBA abbracciate, CDE concatenate). Ci sono 2 metafore corrispondenti ai miti di Icaro e Fetonte (v. 13) per spiegarci come agire di fronte le passioni, ovvero facendo prevalere le passioni. Il tema principale è il conflitto tra la pass ione dell’amata (Isabel Freire) e la ragione in quanto l’io lirico è combattuto tra la passione per lei e la ragione che cerca equilibrio. SONETTO 13 Il sonetto 13 è stato scritto nel periodo in cui Garcilaso giunge a Napoli, dove vivrà un periodo di massimo splendore. Questo sonetto presenta come tema principale l’amore negato, basandosi sull’importante mito di Apollo e Dafne. In particolar modo, il sonetto si concentra sulle ultime vicende e sugli ultimi momenti del mito, vale a dire quando Dafne viene trasformata in un albero e Apollo abbraccia il suo tronco, come se volesse abbracciare il suo corpo. Apollo è completamente in lacrime ma non si rende conto che proprio il pianto aumenta e velocizza la metamorfosi di Dafne, in quanto il pianto annaffia l’albero che cresce.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved