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Garcilaso de la Vega: i sonetti, Appunti di Letteratura Spagnola

Analisi approfondita dei sonetti I, III, IV, VI, VIII, XIII, XIV, XXII, XXIII, XXIV, XXVII, XXVIII (tutti i sonetti in programma per l'esame di letteratura spagnola I)

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 25/01/2024

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noemi-maglio-1 🇮🇹

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6 documenti

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Scarica Garcilaso de la Vega: i sonetti e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! SONETO I La riflessione stoica dei primi 6 versi utilizza l’immagine del viaggiatore che contempla il cammino percorso, mentre negli ultimi 8 affronta il tema della morte come unico rimedio la sofferenza amorosa. Garcilaso combina la musicalità del Petrarca e il contenuto di Ovidio. Il termine “cuidado” significa preoccupazione amorosa ed è una parola frequente tra le composizioni amatorie dei canzonieri, tipico del loro lessico astratto e concettuale. SONETO III Il poeta affronta il tema molto comune della sofferenza dovuto all’assenza dell’amata utilizzando termini medici, usati nella tradizione che vedeva l’amore come una malattia da curare. In questo sonetto ritroviamo molti giochi d'ingegno prodotti da varie antitesi (parole di significato opposto). Ritroviamo riferimenti a Petrarca e Sannazaro autore di “Arcadia”. Il termine “fantasia” si riferisce all’immaginazione che è uno dei poteri dell’anima sensitiva. Negli ultimi versi il poeta afferma che l’unico rimedio che ha per curarsi dal non vedere l’amata è la morte ma anche quest’ultima non può essere il rimedio giusto in quanto una volta morto non potrà rivedere l’amata mai più. SONETO V Il motivo dell’immagine o volto dell’amata impresso nell’animo del poeta è trattato in convergenza con altri due: quello della natura divina della dama e quella della fedeltà assoluta da parte dell’amante, il cui amore è suggerito come predestinato. Molti pensano che alcuni elementi nella poesia descrivano aspetti della vita monastica e spirituale. Vi è l’influenza di Petrarca e di Bembo. L’amata non può essere presente quando il poeta ne contempla il volto nell’anima perché un oggetto sensibile non può essere rappresentato nell’immaginazione nello stesso momento in cui lo si contempla attraverso i sensi. Sebbene il poeta non la veda di persona, arde e rabbrividisce come se la donna fosse davanti ai suoi occhi. Il poeta afferma di non capire cosa vede nella bellezza della donna ma considera buono ciò che non capisce così da presupporre la fede. L’apprezzamento della bellezza della donna in termini teologici con il dogma della fede venne modellato probabilmente su una sequenza di San Tommaso nel Corpus Domini. Inoltre il poeta afferma che la sua anima si è abituata alla donna come se ormai l’avesse tagliata a sua misura (come un abito). Probabilmente Garcilaso fa riferimento ad Elena, la donna che sposò e da cui ebbe 3 figli. SONETO VI Per la sua tematica può essere associato al sonetto I. Il poeta ci appare preso dalla paura, in mezzo ad una strada accidentata. Ha cercato di correggersi ma ha sempre persistito nel suo errore (veniva tirato indietro dai capelli): l’amore (la sua inclinazione) e la morte vicina lo portano ad accettare i suoi mali. Vi è la traduzione letterale di due versi del canzoniere di Petrarca e ovviamente anche la sua influenza all’interno di tutta l’opera. SONETO VIII Il poeta descrive l’alterazione che produce in lui la presenza dell’amata e il dolore che gli provoca la sua assenza. Per farlo utilizza concetti della medicina, della filosofia antica e del dolce stilnovo applicati all’innamoramento. Le antiche teorie fisiologiche concepivano la visione come emissione di spiriti attraverso gli occhi del cervello. Lo spirito è come un vapore sottile che si genera dalla combustione del cibo nel sangue anche se invece per platone lo spirito era di origine astrale. Vi è l’influenza di Petrarca. Il poema si presenta diviso in due parti grazie all’antitesi presenza/assenza e altre opposizioni fra loro. SONETO XIII Appartiene sicuramente al periodo napoletano nonostante non siano presenti altri temi se non quello mitologico. Daphne, ferita dalla freccia dello sdegno lanciata da Apollo, diventa un albero di alloro. Vi è la descrizione della trasformazione e la scena in cui apollo piange sull’albero a cui è stato attribuito non solo un valore emblematico della sofferenza d’amore ma anche il valore poetico. Il sonetto si attiene fedelmente alle metamorfosi di Ovidio anche se usa un linguaggio petrarchista. L’ultima terzina forse significa non solo il circolo vizioso del dolore d’amore ma anche che come cresce l’albero d’alloro con le lacrime di apollo, cresce anche la poesia dell’autore che merita la gloria. In Petrarca, Laura e l’alloro sono identificati con la sua stessa scrittura e forse un meccanismo simile agisce in Garcilaso. SONETO XIV Il poeta paragona il danno che una madre irresponsabile provoca al figlio dandogli ciò che chiede da mangiare con il danno che lui stesso provoca alla sua mente malata, fornendogli l’immagine della sua amata. Secondo la medicina, la continua rappresentazione dell’amato nella mente del malato d’amore potrebbe farlo impazzire portandolo alla morte. L’apertura del sonetto potrebbe ispirarsi a Petrarca. Così come l’amore di una madre non le permette considerare lucidamente il danno che può fare al figlio acconsentendo alla richiesta di quest’ultimo, aumentando il suo dolore, allo stesso modo il pensiero malato e pazzo del poeta chiede dell’amata e il poeta vuole privarsi di questo “cibo” che può essere fatale per lui. Il "mantenimento" è appunto la rappresentazione dell’amata nei suoi pensieri. SONETO XXII Il sonetto presenta una situazione ambigua, causata dal doppio significato della parola “pecho” che potrebbe alludere sia al seno femminile, sia al cuore. Il poeta fissa gli occhi sul petto dell’amata che forse ha sorpreso svestita cercando di scrutarne le viscere dell’anima ma non ci riesce in quanto interferiscono la bellezza fisica della dama e la mano con cui si copre il petto. Il poeta finisce per lamentarsi che con il suo sguardo non ha potuto ferire il cuore della sua amata. Alcuni commentatori cercarono di ricostruire la scena che avrebbe potuto ispirare il sonetto: pare che un giorno trovò la sua amata scomposta e le scoprì il petto e lei malgrado ciò andò con la mano a coprirlo e si ferì con una spilla e ciò fece male al poeta. Elementi del poema sono sviluppati da vari luoghi in Petrarca. Il poeta afferma che l’incontro della sua bellezza ha fermato i suoi occhi e dunque egli non ha potuto contemplare l’anima dell’amata. La mano dell’amata come ostacolo per la vista del poeta è presente anche in Petrarca che è distratto dalla mano posta sul petto. SONETO XXIII Scritto sicuramente nel periodo napoletano. Il sonetto sviluppa il tema classico del collige virgo rosas e del carpe diem. L’invito a una ragazza a godere della sua bellezza giovanile prima dell’arrivo della vecchiaia. Garcilaso si basa su un sonetto di Bernardo Tasso “gli amori” di cui fa risalire la struttura sintattica. Il canone della bellezza femminile è crittografato nei colori rosso e bianco che incarnano la sensualità (la rosa) e l’onestà (il giglio). Nel componimento vi è la contrapposizione tra la primavera e l’inverno che rappresentano rispettivamente la giovinezza e la vecchiaia, elementi che ritroviamo anche nel Tasso. Il poeta scrive che in inverno la neve cadrà e la testa diventerà grigia.
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