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La teorizzazione del sesso e la disuguaglianza di genere: dalla Grecia al XIX secolo, Appunti di Sociologia di Genere

Storia della famigliaStoria della societàStoria del femminismo

Come l'idea di due sessi biologicamente distinti è una concezione recente, in quanto fino al XVIII secolo la maggioranza considerava uomini e donne come due modi di sviluppo dello stesso sesso. come questa nuova percezione ha contribuito a comprendere le differenze tra i sessi e si è consolidata nel XIX secolo, influenzando le differenze sociali, civili e politiche. Vengono discusse le prime teorizzazioni femministe, come quelle di Olympe de Gouges e Mary Wollstonecraft, che hanno sottolineato l'importanza dell'educazione per le donne e hanno affermato la differenza tra i sessi in termini di ruoli e funzioni.

Cosa imparerai

  • In che modo la maggioranza percepiva i sessi fino al XVIII secolo?
  • Come l'educazione ha un ruolo nella disuguaglianza di genere?
  • Quali teorizzazioni femministe sono state discusse nel documento?
  • Come le teorizzazioni femministe hanno sottolineato le differenze tra i sessi?
  • Come la nuova percezione di due sessi biologicamente distinti si è consolidata nel XIX secolo?

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 19/01/2022

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Scarica La teorizzazione del sesso e la disuguaglianza di genere: dalla Grecia al XIX secolo e più Appunti in PDF di Sociologia di Genere solo su Docsity! STUDI DI GENERE 2 marzo 9 marzo dalle 15 alle 17 lezione di 1 ora sul patriarcato. Prima parte del corso (marzo, aprile): nascita ed evoluzione dei gender studies con un approccio storico sociale. Come gli studi emergono come disciplina parallela a lotte femministe e queer. Attivismo e analisi si alimentano a vicenda. Seconda parte del corso (da maggio): prospettiva più applicata. Presentazione di ricerche su tematiche come salute, maschilità e cibo, transessualità e attivismo ecc. e discussioni in aula. Esame frequentanti: primo parziale scritto (28 aprile), 2 domande aperte sul programma fino al 26 aprile. Se si rifiuta o non si passa c’è una prova di recupero a giugno/luglio oppure a fine maggio. Se non si vuole fare lo scritto si può portare questo programma orale a giugno/luglio. ↓ Bibliografia: 2 testi. Il primo introduzione agli studi di genere, il secondo di Judith Butler, materiali dati in classe e slides. Seconda parte: tesina che è la seconda prova intermedia. Entro il 15 marzo compila la tabella sulle slides se voglio fare la tesina con nome cognome e matricola. Si può scegliere di non fare la tesina portando due monografie scelte dalla lista all’esame orale. Esame non frequentanti: esame orale totale sui primi 2 testi e 2 monografie a scelta fra la lista. La frequenza non è obbligatoria, ma consigliata perché non segue i libri. Ricevimento martedì dalle 15 alle 16.45 su prenotazione 2 giorni prima. Il 9 marzo no lezione sciopero. GENERE Questo concetto è sempre stato al centro del dibattito. Chiara Saraceno ha parlato del genere come il risultato di processi storico e sociali. È stato usato come strumento concettuale per comprendere il rapporto fra natura e cultura e si cerca di capire il suo rapporto con il sesso. Definizione: il sesso è l’insieme di differenze fisiche e fisiologiche fra donne e uomini, sia caratteristiche primarie sia secondarie, quindi differenze di tipo ormonale. Genere: caratteristiche sociali e culturali associate con l’essere donna o uomo, come si costruisce la mascolinità e la femminilità. Si riflette sui margini fra sesso e genere, come il genere può agire sulle differenze sessuali. Gender identity: quanto ti identifichi con il tuo genere, uomo o donna Gender expression: quanto esprimi la tua identità attraverso atteggiamento o abbigliamento femminilità o mascolinità. Biological sex: Altro aspetto quello dell’attrazione che può essere sia romantica 8con chi relazione affettiva) che sessuale (relazione sessuale). Tutti questi aspetti formano l’identità della persona. TWO-SEX MODEL, Modello dei due sessi Si ritiene che oggettivamente esistano due sessi, solo maschile e femminile. Tutti gli aspetti precedenti oscillano fra maschile e femminile. Thomas Laquer mette in evidenza come dal punto di vista storico e sociale l’idea che esistano due sessi biologici sia recente perché dalla Grecia al XVIII secolo la maggior parte delle persone comprendeva il sesso sulla base del ONE SEX MODEL, cioè uomini e donne rappresentano due modi di sviluppo dello stesso sesso. Le donne erano semplicemente uomini sottosviluppati. Nell’illustrazione del 1500 i due organi vengono rappresentati in modo simile. Si parla di pene interiore invece che di vagina, non di ovaie ma di testicoli interni. Laquer spiega il passaggio dal modello ad un sesso a quello a due non può essere giustificato solo da scoperte scientifiche perché l’anatomia era già ben nota da Leonardo Da Vinci nel 1400, ma fino al 700 non si parlava dell’esistenza di due sessi. Secondo lui questo nuovo modello serve per comprendere le differenze fra uomini e donne e si è consolidato nel secolo dopo ed è dovuto ad un cambiamento nella lettura sociale del mondo a cui viene associata una spiegazione biologica. Dal 1950 reali differenze fisiche vengono scoperte in ogni cellula del corpo umano e nasce la concezione di uno scheletro propriamente femminile. Il passaggio alla comprensione del nostro corpo entro due possibilità biologiche avviene nel 1700 come risposta sociale ad una serie di cambiamenti. Il modello dei due sessi offre una soluzione culturale a contraddizione dei principi di uguaglianza, fraternità e libertà che non venivano rispettate. Nascono le differenze come giustificazione alle disuguaglianze vigenti nella società. Se le donne sono uomini, la dichiarazione die diritti degli uomini dovrebbero essere rispettate anche per le donne. Il two sex model permette di naturalizzare le disuguaglianze, basarli su fattori biologici. Dicendo che uomini e donne non sono la stessa cosa viene giustificati il fatto che i principi non venissero applicati allo stesso modo per donne e uomini. Questo modello cristallizza il fatto che l’eterosessualità sia l’unico orientamento naturale per esprimersi sessualmente. La creazione di questo modello non deve essere intesa come un passaggio positivo per la posizione femminile, ma alimenta la sottomissione patriarcale. Cristallizza identità femminile e maschile molto restrittive. Esistendo due sessi, esistono due forme espressive dei sessi corrispondenti alle differenze del sesso biologico, non c’è margine di scelta o di libertà espressiva. L’instaurarsi di questo modello corrisponde con l’emergere delle prime riflessioni sul concetto di genere, anche se sulle prime riflessioni non si parla di genere e sono influenzate dal modello dei due sessi. Prime riflessioni: la dichiarazione delle donne e delle cittadine 1791 (Gouges) che chiedeva l’assimiliazione delle donne alla vita politica, prendeva a modello la dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789. L’obbiettivo era presentarlo all’assemblea francese ma non avvenne. , Vindication of Rights of Women (Wollstonecraft). Questo è un documento che viene indicato il protofemminismo che sono riflessioni femministe ancora prima che il femminismo venisse elaborato. Si concentra sulla questione educativa, viene sottolineata l’importanza dell’educazione per le donne in contrasto con pedagogisti che sostenevano l’importanza di lasciare alle donne un sistema educativo casalingo. Loro sostengono l’importanza del sistema educativo pubblico perché le donne ducano i figli. Anche nell’opere di Stuart Mill si sostiene la battaglia delle suffragette. Sono tutti testi di denuncia dell’esclusione delle donne dalla vita di cittadinanza, si sostiene che il sesso biologico non può essere la base di disuguaglianze sociali, civiche e politiche. Queste teorie affermano comunque una differenza fra uomini e donne. Quando la de Gouges afferma l’importanza dei diritti delle donne descrive il sesso femminile come sesso superiore. La Wollstoncraft affermò la differenza delle donne in quanto madri e per cui dovessero ottenere maggiori diritti sull’educazione. Si dà per scontato che ci sia una linearità fra il sesso biologico e il genere, quindi ci sia una sessuale per la quale rende l’uomo adatto per alcuni ruoli sociali e la donna per altri (donna per compiti di cura per la maternità per la fragilità derivante dal periodo della maternità). Auguste Comte Riteneva che le donne avessero maggiore capacità di esprimere sentimenti e affettività e che questi aspetti dovessero essere rilevanti anche attraverso il pensiero filosofico. Comte pensava che non fossero adatte al governo, neanche domestico perché sono meno razionali e più irritabili. George Murdock Si basa sull’idea d Comte. Egli condusse uno studio su oltre 100 società e sostenne che in ogni società fosse presente una divisione del lavoro basata sul genere (donna cura e uomo reperimento di cibo). Questo non viene ricondotto alla biologia, ma spiega la disuguaglianza sulla base dell’efficienza; questa divisione era funzionale al mantenimento dell’equilibrio nella società. Talcott Parsons Infine Parsons, analizza la famiglia che viene vista come un nucleo che garantiva l’esistenza della società e il suo equilibrio. La famiglia è più efficiente se è presente la chiara distinzione dei ruoli. Alle donne veniva attribuita la funzione espressiva, agli uomini la funzione strumentale e sono responsabili della comunicazione con la famiglia e il mondo esterno, erano un scudo per protezione della famiglia. La funzione espressiva delle donne consiste nella regolazione delle relazioni interne e viene deputato il compito di mantenere armonia nella famiglia. Parsons scrive nella prima metà del ‘900 e va a riflettere una società tipica degli anni ’50, per cui non si interrogano sulle ragioni che portano alla condizione, ma si chiedono perché quella condizione rimane. Riproducono gli stereotipi vigenti. TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE È una scuola teorica che nasce dalla tradizione economica e si concentra sul comportamento del singolo individuo. Le persone sono attori razionali che operano cercando il mezzo più efficiente per raggiungere i loro obbiettivi. Fanno scelte in un contesto in cui le risorse scarseggiano. Leggono le interazioni sociali come scambi di beni che possono essere materiali come il patrimonio, ma anche beni intangibili come l’approvazione sociale (scelta di un partner in base a ciò che può offrirci). Le persone di questo modello scelgono dopo aver valutato tutte le varie opzioni valutando costi e benefici nel momento in cui si mettono in una relazione. La scelta non avviene sulla base delle stesse condizioni perché le nostre scelte sono definite dal limite di potere che ciascuno di noi ha, il quale è determinato da una dimensione ontologica: - Vulnerabilità fisica, chi ha più vulnerabilità ha meno possibilità di scelta). - Fattori economici (chi più ricco più scelta). - Fattori normativi (status sociale). Quindi perché le donne decidono di mettersi in una relazione in cui hanno un posizione subalterna, ma cedono il loro potere agli uomini. I funzionalisti di questo modello sostengono che lo fanno liberamente perché è la scelta più conveniente e razionale in virtù della vulnerabilità fisica (in generale e maternità). Significa cedere potere in cambio di protezione da quella parte di società che rende le donne vulnerabili. Inoltre senza gli uomini le donne avrebbero ridotte risorse economiche, ma anche qui non si prende in considerazione l’origine di questa disuguaglianza. Infine obblighi morali: le donne hanno uno status inferiore e necessitano di maggiore approvazione sociale e sono obbligate ad entrare in una relazione perché un individuo single donna riceve differenti reazioni dalla società rispetto ad un uomo single. Problema di questa teoria: non si interessa all’origine delle condizioni in cui queste decisioni vengono prese in considerazione che alcune donne non hanno tutte le informazioni per prendere una decisione razionale. TEORICI DEL CONFLITTO È una teoria opposta al funzionalismo perché questi teorici vedono la società come l’esito di un processo continuo di lotta, competizione e tensione fra gruppi sociali. Il potere è il nucleo della struttura sociale, è la questione intorno a cui si va a creare la società perché la società cambia intorno alla lotta per il potere. La prospettiva dei teorici del conflitto trova le sue basi negli scritti di Marx ed Engels e poi Gramsci e Scuola di Francoforte. Il piano materiale e il piano culturale della sovrastruttura è ciò che distingue Marx ed Engels da Gramsci e Scuola di Francoforte. Per Marx la struttura crea e la cultura mantiene, mentre per Gramsci e Scuola di Francoforte mettono in evidenza come anche la sovrastruttura influenza la struttura. La lotta per il potere avviene sia sul piano materiale che culturale e qui si inserisce la critica femminista. La disuguaglianza di genere è il risultato del conflitto fra uomini e donne per il potere, lotta in cui risultano “vincitori” gli uomini. Sostengono questo derivi dall’epoca pre-moderna in cui la forza fisica dell’uomo gli ha permesso di prevaricare la donna. Questo nella prospettiva di Marx spiega parzialmente il dominio maschile che si crea nel momento in cui nasce la proprietà privata e la famiglia monogama. Già nel manifesto Marx ed Engels prendono in considerazione la questione femminile che non è centrale nel manifesto, ma si parla del borghese che vede nella moglie lo strumento di produzione. Nel 1884 Engels pubblica “The Origin of the Family, Private Property and the State”. Questi studi sono basati su Morgan, antropologo che studia gli indiani Iroquois ed Engels parte da questi risultati che mettono in evidenza come prima della famiglia nucleare esistessero sistemi familiari diversi dal sistema nucleare prevalente nelle società industriali. Nelle società pre-industriali era la donna ad avere maggiore potere nella famiglia e si poteva parlare di matriarcato. Erano comuni i matrimoni di gruppo e la poligamia. La donna era importante perché si occupavano di compiti di cura che erano molto importanti perché in queste società mancava il surplus economico, quindi nessuno aveva iniziato ad accumulare ricchezza ed erano basate su un’economia di sussistenza basata sulla cooperazione che era sostenuta dalle relazioni, in cui è importante la cura di cui si occupava la donna. L’importanza della donna era alimentata dalla poligamia perché non era chiaro chi potesse essere il padre dei figli, la relazione certa era quella fra madre e figlio. La chiave di volta del passaggio da società pre- industriali e la società industriale del modello capitalistico è la nascita della proprietà. Si parla di rivoluzione neolitica, momento in cui le popolazioni diventano sedentarie e sviluppano prime tecniche dell’agricoltura e diventano sedentarie. Dallo sviluppo della società agricola gli uomini iniziano ad avere potere nella famiglia. Questo avviene sulla base di due trasformazioni: gli uomini avendo potere sugli animali, quindi sui mezzi di produzione, tendono ad avere potere. In secondo luogo l’addomesticazione di animali crea surplus economico, quindi alcune persone accumulano ricchezze e questo fa sì che alcuni uomini diventino proprietari ed elaborino modi per trasmettere i propri beni ai propri figli. Questo sostituisce la società matriarcale. La storia della famiglia nucleare è una progressiva restrizione di un circolo di distribuzione delle risorse che va a restringersi fino alla famiglia nucleare. La creazione della famiglia nucleare viene vista come la sconfitta storica del sesso femminile perché la donna diventa schiava del volere maschile e un mero strumento per la produzione della prole. Si assiste al passaggio dalla linea matriarcale al passaggio della proprietà sulla linea maschile e si crea la famiglia nucleare che permette di controllare la donna che include l’imposizione della monogamia per rendere certo il padre. Ciò che avviene con il capitalismo è la cristallizzazione della subordinazione della donna all’uomo rendendo le donne sempre più economicamente vulnerabili. Alle donne viene riservata una posizione marginale anche nel mondo del lavoro e fanno parte della riserva della forza lavoro che mantiene bassi i salari nel sistema capitalistico, la forza lavoro facilmente sfruttabile. INTERAZIONISMO SIMBOLICO Elaborato da Blumer a inizio anni ’30 e sviluppato da Goffman, si concentra sul carattere simbolicamente mediato dalla società. Questa teoria dagli studi di Cooley e Mead sostenevano che la formazione del sé vada trovata non in qualcosa di insito dentro di noi ma dall’interazione di chi ci circonda, non siamo ciò che pensiamo di essere e né ciò che gli altri pensino di noi ma si basa sull’idea che abbiamo in mente su ciò che gli altri pensano di noi, per cui si basa sulla reazione degli altri su di noi. Il bambino interiorizza l’altro generalizzato e forma il proprio sé. Sulla base degli studi di Cooley e Mead gli interazionisti simbolici sostengono la logica costruttivista e interazionale. Esempio: forchetta della Sirenetta utilizzata per capelli, tutto esiste perché nelle interazioni con gli esseri umani diamo senso alla realtà, tutto ha senso nella relazione tra gli individui. L’interazionismo simbolico è alla base della prospettiva fenomenologica, la base della fenomenologia si trova in Schutz e si sintetizza con la centralità del dato per scontato, a ciò che non prestiamo attenzione, cioè la vita quotidiana. La fenomenologia dovrebbe osservare la società per come si presenta prestando attenzione a micro aspetti della realtà che sono quelli che formano il dato per scontato. Le interazioni fra persone non sono solo parte del mondo sociale, ma vanno a creare il mondo sociale, a partire dal micro. La prospettiva è alla base della prospettiva di Goffman nella “Presentazione del sé nella vita quotidiana, 1856”. Utilizza la metafora del teatro per spiegare la costruzione del sé e i comportamenti dell’individuo nella società, il sé è frutto di un’interazione fra l’attore e il pubblico con cui interagiamo. Questo avviene su diversi palchi rappresentati dagli ambienti fisici in cui cerchiamo di rappresentare un determinato ruolo. L’obbiettivo dell’attore è quello di risultare convincente al pubblico, apparire il più possibile autentico e convincente. Si cerca l’autenticità della performance perché se non sembriamo autentici quello che otteniamo una stigmatizzazione da parte della società, una sanzione da parte del pubblico. Esempio: medico scomposto perde credibilità, riceve una forma di denuncia. L’attore cerca l’autenticità attraverso la modificazione di alcuni fattori come l’appearence (apparenza)→ ciò che possiamo fare al nostro corpo, manners (modi)→ ciò che possiamo fare con il nostro corpo, oppure si può modificare il setting (oggetti)→ ciò che abbiamo intorno. Infine ci sono le tecniche di rappresentazione, che sono strategie per rendere la performance più autentica, una mistificazione per nascondere parti di noi che non vogliamo che il pubblico le vede o la realizzazione drammatica che sono quella parte che viene intensificata con il pubblico, l’idealizzazione che consiste nel realizzare la performance nel modo più attinente possibile agli stereotipi che abbiamo rispetto al nostro ruolo, infine segregazione del pubblico cioè la separazione dei pubblico affinché sappiano che il nostro sé non è autentico (pazienti non incontrano gli amici del calcetto). Il modello drammaturgico e l’interazionismo simbolico hanno influenzato l’idea del genere come costruzione sociale, perché può essere inteso come una performance che ognuno attua nell’interazione con il pubblico. Esempio: dimostrare di essere un vero uomo modifica le apparenze (mostrare la barba), oppure il setting (cane grande); oppure le tecniche di mistificazione (nascondere che gli piace il balletto), la realizzazione drammatica (enfatizzazione di aspetti maschili), segregazione (separazione partner e amici con cui condivide la passione per il balletto). Si inizia a pensare al genere come una performance fatta di pratiche. Approfondisce Harold Garfinkel in un saggio del 1967 in cui una donna si presenta come una persona intersessuale. Racconta di Agnes Torres (documentario), una donna che si presenta come intersessuale, ma in realtà era transessuale. L’analisi dello studioso si concentra su come la donna costruisce il proprio genere come una performance fatta di piccoli elementi, di comportamenti e pratiche che vengono giudicate da un pubblico come adeguate o non adeguate. Nell’analisi della femminilità di Agnese sembra naturale ed è una necessità per lei sembrare naturale perché questo garantisce che il pubblico pensi che sia una vera donna. La naturalezza delle donne non sono derivanti dalla biologia, ma diventa ad esempio aggraziata perché ripete comportamenti educati ed aggraziati. Il genere appare naturale perché costruito tramite una ripetizione, ma non lo è in modo naturale per la biologia. La prospettiva etnometodologica è interna all’interazionismo simbolico e analizza le pratiche quotidiane come strumenti attraverso cui gli esseri umani producono il proprio mondo che è prodotto dagli uomini non retribuito come crescita e forma di riconoscimento. Oppure nella società analizzata da BOURDIEU uomini che scuotono gli alberi, le donne raccolgono le olive da terra insieme ai bambini. Le donne svolgono il ruolo più faticoso e pesante, ma viene rappresentato come il più semplice e meno faticoso perché non devono trasportare il carro. La divisione del lavoro in base al genere viene naturalizzata. Questa forma non sembra violenza ma produce effetti duraturi perché va a definire un confine entro cui la possibilità die essere donna si realizza. Bourdieu riporta un’affermazione di una donna transessuale che racconta la sua trasforma M to F dicendo che più veniva trattata da donna più si sentiva donna in base ai compiti che pensava di riuscire a svolgere, ma la società credeva che non fosse in grado e lei credeva di non essere in grado. DENEGAZIONE Si parla di denegazione in quelle occasioni in cui il gruppo sociale dominante minimizza temporaneamente e simbolicamente la disparità di potere che viene ridotta per poco tempo e non realmente. Si verifica attraverso la prossimità relazione fra dominato e dominante, quando il dominante scende simbolicamente al livello del dominato. Esempio: il marito che pulisce la casa 1 volta ogni 5 anni. Scende nel ruolo della donna solo temporaneamente senza ribaltare le relazioni sociali. Questa consente a chi domina di combinare due profitti: la gerarchia rimane, ma anche i profitti derivati da questa. Cioè il marito ottiene il riconoscimento da parte della moglie, magari non solo morale. Il dominante ottiene una finta intimità con il dominato ma rinforza la gerarchia stessa. Durante un discorso pubblico il sindaco di Berna, invece che parlare in francese decide di parlare in dialetto per creare prossimità con il pubblico, dall’altro rinforza la gerarchia, perché era consapevole della gerarchia. Per chi è in una posizione dominante è più facile mettere in discussione la gerarchia stessa. Si assiste nella denegazione ad un doppio movimento di negazione e rinforzo delle relazioni di potere vigenti. Bourdieu sostiene che varrebbe la pena di passare in rassegna tutti gli uomini meglio intenzionati compiono atti discriminatori escludendo le donne dalle posizioni di autorità attirando l’attenzione su caratteristiche della femminilità o atteggiamenti di intimità in situazioni formali (chiamare con cara o tesoro). Sono scelte infinitesimali dell’inconscio che costituiscono la situazione diminuita delle donne. CONSENSO Il modo in cui l’ordine sociale della dominazione è iscritto nel dominato attraverso l’apprendimento di disposizioni. Riguarda la complicità di chi subisce che non è né una sottomissione passiva attraverso l’esterno, né un’adesione volontaria. Chi subisce violenza simbolica non si rende conto di essere nella posizione del dominato. Il dominato non può non dare al dominato il consenso perché comprende il mondo attraverso le categorie di coscienza del dominante, siamo abituati a ritenere normale che se ci si rivolge ad un gruppo di persone si usa il plurale maschile. Siamo abituati a categorie culturali che riflettono il dominio maschile. Il dominio della violenza simbolica si realizza perché i dominati mancano degli strumenti concettuali per rendersi conto. Esempio: donne francesi che vogliono un uomo più alto. Le donne accettano schemi culturali condivisi e accettati. Le donne riproducono un meccanismo di dominazione anche dai segni esteriori perché leggi il mondo attraverso le stesse categorie culturali degli uomini. Esempio: rapporto ISTAT sulla violenza di genere, il 24% di uomini e donne credono che la violenza di genere deriva da come una donna si veste. Sono categorie culturali che sono maschili ma condivisi sia da uomini sia da donne. Il dominio maschile è l’esempio chiaro della violenza simbolica, violenza naturale al punto da risultare inevitabile e non c’è mai bisogno di giustificazione o legittimazione. La violenza simbolica va a silenziare i dominati togliendo loro le categorie per comprendere le categorie di dominazione. Quando una voce particolare diventa monolitica, questa diventa naturale e le altre non esistono. Le più efficaci fra le ideologie sono quelle che non richiedono spiegazioni, ma un complice silenzio. PATRIARCATO Viene utilizzato per spiegare le disuguaglianze di genere e spiegare l’insieme di valori e norme, definisce un ordine dei generi che posiziona le donne in una posizione subalterna rispetto agli uomini. Dal punto di vista storico è iniziato dalla letteratura sociologica ben prima dalle teorie femministe, dal punto di vista sociologico è stato analizzato già da Weber. Inizialmente aveva un significato differente, in Weber si definiva patriarcato il sistema familiare che vedeva il padre al vertice delle gerarchie familiari. Il termine veniva utilizzato sia per descrivere disuguaglianza di genere, ma anche disuguaglianze generazionali (potere anche sui figli maschi). Le disuguaglianza considerate erano solo all’interno della famiglia. Nel tempo si è persa l’accezione generazionale e la circoscrizione all’interno dell’ambito familiare. Oggi descrive un sistema complesso di strutture e culture che nella società definiscono la subalternità delle donne agli uomini. All’interno della letteratura femminista esistono differenti approcci del concetto di patriarcato. I vari approcci si differenziano in base all’origine e in base alle basi sulle quali il patriarcato si regge. 1. Femminismo marxista: riprende la lettura di Marx ed Engels con l’origine della dominazione maschile collegate alla famiglia monogama e nucleare e proprietà privata. Tende ad enfatizzare le interconnessioni fra capitalismo e patriarcato. Sottolineano come la subordinazione delle donne all’interno della sfera familiare sia funzionale al capitalismo perché fornisce lavoro domestico gratuito. C’è una divisione domestica della famiglia fra il male bread winner e la casalinga che si occupa delle faccende familiari e di cura. Il lavoro della donna all’interno della casa è essenziale per il funzionamento della famiglia perché permette all’uomo di lavorare più a lungo, ma anche perché serve a crescere la prossima generazione di lavoratori e quindi di creare forza lavoro. Questo lavoro non è pagato e crea una forma di sfruttamento. Il patriarcato deriva dal modo di produzione capitalistico. 2. Femminismo radicale: l’origine del patriarcato non deve essere cercata nel capitalismo perché è una caratteristica anche delle società non capitaliste. Secondo Millet e Firestone uomini e donne compongono due classi sessuali, utilizzano sex classes per definire la divisione in base al genere; gli uomini sono la classe dominante e opprimono le donne da tutti gli aspetti. Questa oppressione trova la sua massima espressione nella sfera intima dell’amore, della sessualità e del matrimonio in cui le donne sono sottoposte alla minaccia della violenza maschile. 3. Sistema duale del femminismo: spiega l’origine del patriarcato in relazione sia al capitalismo che ad altre strutture. Le donne sono sfruttate sia dal capitalismo che dagli uomini, il patriarcato diventa il sistema di valori e di controllo, mentre il capitalismo sfrutta le donne sul piano economico e occupazionale. SILVIA WALBY: cerca di riflettere sul patriarcato nella sua complessità che non va compreso in un’unica origine, ma è un sistema complesso il cui mantenimento e origine vanno ricercate in diverse strutture. Il sistema patriarcale è composto da strutture che sono un livello più generale, in qualsiasi società troviamo una struttura patriarcale ad esempio nella gestione delle relazioni nel lavoro. Ciascuna società mette in pratica queste strutture patriarcali in modo differente. Nel mondo occidentali una delle pratiche è l’impiego delle donne attraverso contratti part-time che riproduce la struttura patriarcale. (3 livelli, sistema, strutture e pratiche). 6 strutture patriarcali: 1. Modo di produzione: opera sul piano economico e si riconduce alla struttura marxista facendo riferimento alla distinzione fra compiti di cura (non retribuiti) e lavoro retribuito. La prima forma lavorativa è considerata sfruttamento perché la donna svolge un lavoro per il proprio marito che lo espropria ai danni della donna. Quello che si crea fra uomo e donna è esattamente quello che succede fra capitalista e lavoratore. Il capitalista non retribuisce in base a ciò che guadagna, ma qualcosa che serve per il mantenimento del lavoratore. Quello che avviene in famiglia è la stesa cosa, non vengono retribuite per il loro lavoro, ma viene garantito un mantenimento che è come il salario di sussistenza dell’operaio. Il prodotto del lavoro delle donne è forza lavoro che in Marx è la capacità del lavoro umano di trasformare i mezzi di produzione in qualcosa di più di quello che erano lavoro producendo valori. Il marito si appropria del lavoro delle donne e utilizzando la forza del lavoro come fosse loro. Ciò di cui il marito beneficia è maggiore tempo per sé, per lavorare di più. Ancora oggi c’è forte disparità. 2. Relazioni interne al mercato del lavoro: oltre alla distinzione fra lavoro di cura e retribuito bisogna tenere conto che le donne sono normalmente segregate in settori o livelli specifici del mercato del lavoro. La segregazione può avvenire su un piano verticale (precluso il prestigio) o orizzontale (posizioni lavorative meno riconosciute socialmente). Avviene la segregazione attraverso diversi livelli di diritti e di retribuzione delle donne con forme lavorative più precarie. Questo crea una devalutazione (in termini di riconoscimento) e deprezzamento (differenti salari) del lavoro femminile. Esempio la moglie che viene meno retribuita o la sua professione meno riconosciuta, la donna è meno potente anche nel piano familiare e sociale. 3. Stato: esclusione delle donne dal potere e dalle istituzioni dello Stato. Fa riferimento all’esclusione diretta delle donne dalle istituzioni e alcuni ruoli sono fortemente maschili. All’ambito accademico ad esempio nelle discipline umanistiche si laureano più donne con voti più donne ma al salire della carriera accademica scende la rappresentazione femminile, uguale all’interno delle istituzioni pubbliche. Questo influenza la seconda pratica che è la ridotta capacità delle donne di far valere la propria istanza di fronte alle istituzioni. Esempio: processo contro uno stupratore con una corte giudiziaria composta solo da uomini. La struttura patriarcale definisce le norme sul divorzio e il matrimonio, aborto, prostituzione, pornografia e violenza maschile. Lo stato è composto da più parti e possono entrare in contrasto con loro. Alcune parti dello Stato andate contro alcune proposte di legge. 4. Violenza maschile: la violenza maschile sembra un fenomeno individuale e viene concepita derivante da squilibri psicologici ma deriva da problemi sociali. Uomini usano la violenza come forma di potere, non tutti gli uomini hanno bisogno di esercitare questo potere, ma basta che alcuni uomini utilizzano questa forma di potere affinché la donna modifichi il suo comportamento per prevenire quell’eventualità. Il fatto che le donne si aspettino la possibilità della violenza fa sì che le donne cambino il proprio comportamento e la violenza maschile plasma il comportamento femminile (cambiare strada o cambiare vestiti). La violenza maschile non ha bisogno di essere agita per provocare cambiamenti. La maggior parte delle donne cambia la propria condotta come conseguenza della paura della violenza maschile sia nel contesto domiciliare che lavorativo. La violenza maschile è strutturata dalla mancanza di intervento statale ma anche da discorsi che legittimano la violenza maschile. Le diverse strutture del patriarcato si strutturano a vicenda. 5. Sessualità: si esplica attraverso pratiche come il disconoscimento di forme di espressione della sessualità che non sia quella l’eterosessualità normativa e attraverso una diseguale distribuzione di potere nelle pratiche sessuali, cioè il double standard. Nel momento in cui uomini e donne esprimono il proprio desiderio sessuali i giudizi variano a seconda del genere e fa sì che le donne debbano controllarsi. La combinazione di queste due pratiche fa sì che le donne siano orientate verso il matrimonio eterosessuale monogamo come soluzione perché necessario affinché una donna possa essere socialmente accettata. 6. Culturale patriarcale: set di discorsi accettati e diffusi da una serie di istituzioni. Come scuola (adatte a materie o meno), religione, industria culturale (test Bechdel pensare a film con figure femminili ben delineate che parlano fra loro e non di uomini), pornografia (in base a scene che vengono riprodotte e spazio a figura femminile o maschile). Questa teoria va a complessificare la teoria del patriarcato e permette di capire che in spazi diversi. Ci saranno periodi in cui una struttura patriarcale avrà più rilevanza di un’altra e questa teoria permette di conciliazione vota lavorativa e familiare, si è aggiunto un approccio più intersezionale verso altre classi sociali. Le opere di Christine De Pizan risalgono al 1400. Lei nasce nel 1365 a Venezia e poco dopo il padre viene chiamato alla corte del re di Francia dove riceve la sua educazione. A 15 anni si sposa con il segretario del re, diventa madre e casalinga. Quando lei ha 25 anni il marito muore e rimane vedova con 3 figli a carico. A questo punto si deve occupare degli affari di famiglia anche economici. Per poter mantenere il suo tenore di vita inizia una lotta con la burocrazia francese per l’eredità. L’incontro fra questa donna e il mondo della burocrazia e della giustizia prevalentemente maschile le permette di sviluppare un pensiero femminista. Si imbatte in uomini che vogliono approfittarsi di lei ecc. si trova in un mondo ostile in cui viene vista dall’alto verso il basso solo perché è una donna. Si rifiuta di sposarsi e di entrare in un convento e questo fa sì che venga sospetta di lussuria e avidità. In tutto questo incontro sviluppa un pensiero protofemminista e torna a scrivere prima poesie che riscuotono successo e diventa la prima donna in grado di mantenersi scrivendo. Inoltre scrive saggi che affrontano la questione della rappresentazione e valorizzazione della figura femminile nella vita pubblica. Emerge come reazione ad un’opera considerata la Divina Commedia francese che si chiama il Romanzo della Rosa iniziato da Jean de Meun e Guillame Lorris. È pieno di riferimenti e pregiudizi contro le donne ed espressioni che oggi considereremmo sessiste (es. donne ingorde di arraffare divorare, disoneste, incostanti; si vestono troppo bene per provocare gli uomini). Questi pregiudizi non sono svaniti nel nulla. La De Pizan in risposta a questa opera scrive la sua famosa opera La città delle dame (1404) in cui Christine scrive che ha preso tra le mani un altro libro diffuso a quell’epoca in cui si lamenta delle sofferenze del marito e fa una rassegna dei luoghi comuni dell’epoca sulle donne e la critica. Rimpiange di non essere uomo perché gli uomini sono perfetti come dicono (ironia). Afferma che l’uomo ha guadagnato da Maria più di quello che ha perso attraverso Eva. L’approccio di Christine scrive nella città delle dame in cui immagina una città di sole donne che si incontrano fra di loro e parlano e discutono, utilizza le loro storie per dimostrare che quando hanno la possibilità possono cambiare la società (Minerva, Semineride ecc.). Quindi la responsabilità degli uomini che impediscono alle donne di partecipare alla vita pubblica e le donne perché sono responsabili della loro stessa condizione remissiva che favorisce la dominazione maschile. Entra nel dettaglio delle difficoltà che una donna incontra nel momento del matrimonio. Descrive come le donne siano sottoposte a diverse forme di violenza e questioni che rimangono nascoste dal dibattito pubblico. Es. il delitto d’onore è stato eliminato solo recentemente, nonostante i primi discorsi risalgono almeno al 1404. Le idee in circolazione in quel periodo sostenevano che fosse la donna a comandare, ma lei le ritiene falsità. È il marito che è il padrone della moglie perché egli non si permetterebbe mai di essere nominato da una moglie. Affronta la figura della donna della sua epoca. Sono presenti contraddizioni e posizioni anti-femministe perché questo è protofemminismo. Es. le donne dovevano essere leali al proprio marito nonostante gli abusi subiti. A quel tempo una critica totale al comportamento del marito non era assolutamente accettata. MARY WOLLSTONCRAFT SOCIALIZZAZIONE DI GENERE Intenzionale o non intenzionale aspettativa di riproduzione dei ruoli di genere. Le aspettative di ruolo possono includere tutto: dall’abbigliamento all’atteggiamento. Mary nasce da una famiglia abbiente, ma incontra una serie di difficoltà per il padre alcolista che diventa violento nei confronti della moglie. Le imprese familiari falliscono e si mantiene con lavori e mentre fa la governante analizza la socializzazione di genere. La sua vita è marcata da vari amori, due i più importanti. Si innamora del primo da cui ha un figlio, ma l’amato sparisce (ghosting) e la lascia da sola con il figlio (siamo nel 1700). Tenta il suicidio e poi parte per la Scandinavia dove scrive delle lettere al suo amato in cui racconta anche sulla visione della donna a quel tempo. Tenta il suicidio un’altra volta e inizia il cambiamento. Frequenta William Golding, esponente dell’anarchismo e si influenzano a vicenda. Lei inizia ad elaborare una serie di pubblicazioni che si concentrano sull’educazione femminile. Si sposano e muore dando alla vita la sua seconda figlia, Mary Shelley. Il marito racconta la storia di Mary in modo molto diretto ed esplicito ed è stata utilizzata per screditare ciò che Mary ha scritto. “The vindication of the rights of woman” è la sua opera principale Mary si concentra sulle differenze dell’educazione fra ragazze e ragazzi, ma soprattutto sulle conseguenze sul ragionamento, ma anche sul piano fisico perché gli uomini vengono ritenuti più forti e quindi le donne devono dipendere da loro per protezione fisica ma anche dal punto di vista del ragionamento. Wollstoncraft entra in contrasto con Rousseau che sostenevano che i ruoli svolti nella società richiedessero forme educative differenziate da donne a uomini perché di natura le donne sono più fragili e più sentimentali. Secondo la Wollstoncraft queste differenze derivano proprio dal diverso tipo di educazione ricevuto da donne e uomini. Veniva richiesto alle donne di adattarsi ad un modello unico caratteriale, mentre gli uomini possono attingere a diverse qualità maschili. Queste riflessioni fanno parte anche del femminismo della terza ondata. Tuttavia anche in questa forma di protofemminismo ci sono gli stessi limiti perché non vuole che le donne raggiungano lo stesso livello sociale degli uomini, ma solo che salgano un po’ nella gerarchia sociale, al fine di essere migliori donne e madri. Le donne devono migliore una migliore istruzione al fine di svolgere meglio i loro doveri di moglie e madre perché deve avere qualità migliori di essere belle ed eleganti. Una relazione basata solo sulla dolce compagnia della compagna porta l’uomo a stufarsi. Non chiede comunque il ribaltamento dell’ordine delle cose perché le donne sono sensibili e dovrebbero essere aiutate a controllare questa sensibilità a partire dalla giovinezza, in questo è fondamentale l’istruzione che normalmente educa le donne alla sensibilità. ONDATE DEL FEMMINISMO Concetto di onda utilizzato per la prima volta nel 1968 e lo utilizza per descrivere il femminismo degli anni 60, 70 che oggi viene chiamata seconda onda del femminismo. Tutto quello che è successo prima viene incluso nella prima onda. Da allora viene utilizzato per categorizzare le diverse fasi del femminismo e descrive un movimento che avanza, ma che in qualche modo torna indietro perché a ogni onda corrispondono passi indietro (backlash). Ci sono diversi limiti in questo utilizzo: intanto categorizzare cosa appartiene ad una o all’altra onda. Inoltre l’onda fa pensare che ad un certo punto il femminismo finisca con dei periodi di immobilità, in alcuni periodi ha ottenuto maggiore attenzione mediatica e politica. Infine l’idea di onda è elaborato nel contesto occidentale e specialmente nel contesto anglosassone e americano, i quali hanno avuto un ruolo trainante ma non sono l’unica storia del femminismo. C’è un’ampia discussione sul fatto che esista una quarta ondata del femminismo. PRIMA ONDA Si concentra sulla richiesta del suffragio universale. La seconda dagli anni ’60 e con il68 fino ad anni 80/90. Questa si concentra sulla sfera privata partendo dal presupposto che ciò che è personale è politico per arrivare alla terza da anni 90 fino a 2000 con la necessità di comprendere le disuguaglianze multiple che una persona esperisce in base anche a provenienza etnica e classe sociale. Si parla di prima onda per indicare l’onda fra XIX e inizio del XX secolo, specialmente in Inghilterra, ma in tutti i Paesi occidentali. L’ambito americano trascina il contesto degli altri. La prima wave si sviluppa fra il 1848 (Seneca Fall Convention) e il 1920 (XIX emendamento della costituzione americana). Per il diritto di voto sono da ringraziare Lucrezia Mott, Elizabeth Cady Stanton, Marta Wright e Mary McClintock. Siamo nel 1848 e l’America ha ottenuto l’indipendenza da 1 secolo. Queste donne sono già impegnate per l’emancipazione delle donne di colore. Queste donne sono state influenzate dal contesto illuminista e riflettono sulla delusione riguardo il mancato riconoscimento del diritto al voto delle donne che avevano partecipato all’indipendenza americana. Rimanevano tutta la vita sotto il dominio maschile come era sancito dalla common law che non era più valida. Lucrezia Mott e la Stanton avevano partecipato alla riunione della principale organizzazione che si proponeva di promuovere l’emancipazione degli schiavi. Iniziarono a discutere di questa delusione che anche se erano finanziatrici dell’associazione, durante l’assemblea erano confinate nella tribuna perché potevano parlare solo uomini che erano spesso loro parenti. Da questa percezione di discriminazione nasce un sentimento di rivalsa che viene espresso nella Dichiarazione dei sentimenti. È un documento elaborato sulla falsa riga delle dichiarazione di indipendenza americana (re Giorgio V) e si ispira alla De Gouges (muore sulla ghigliottina) che aveva elaborato la dichiarazione della donna e della cittadina. Stanton e Mott affermano principi di uguaglianza e affermano questi diritti sostenendo che uomini e donne sono dotati di diritti inalienabili (vita, felicità ecc.) e aggiunge la libertà di opporsi ad un governo dichiarato democratico che però non garantisce diritti alle donne. La Stanton e la Mott sottolineano come la storia del genere umano può essere compresa come un insieme di usurpazione degli uomini sulle donne per istituire una tirannia. A casa della McClinton fecero comparire una prima dichiarazione sul giornale locale e il mattino dopo si tiene la Seneca Fall Convention cui partecipano 300 donne e uomini che sostengono l’uguaglianza fra uomini e donne. La loro piattaforma si fortificò (da 32 firme me 68 f all’inizio). E dalla Seneca Fall Convention che si prende ispirazione per altre mobilitazione fino all’Europa. La dichiarazione dei sentimenti pone principi per l’uguaglianza fra uomini e donne. Al centro si trova la critica delle leggi relative al voto ma anche alla tassazione perché la legge richiedeva alle donne di pagare le tasse se erano proprietarie ma non riconosceva ad esse la possibilità di votare. Si rientra nel dibattito sulla tassazione senza rappresentanza. Non si assiste alla messa in discussione totale dell’ordine dei generi. Questa dichiarazione dà avvio alla Seneca Fall convention ed è un oscillare fra posizioni, più o meno radicali. Da un lato forti riconoscimenti alla chiesa cattolica, dall’altro si chiedono cose radicali come la possibilità delle donne di partecipare al mercato del lavoro al pari degli uomini. Si trovano due anime: conservatorismo e radicalismo. Queste donne bianche di classe media avevano un background differenziato, alcune appartenevano alla comunità cristiana e partecipavano ad un movimento che sostenevano il proibizionismo che veniva visto come uno degli elementi che promuovevano la dissolutezza dell’uomo e che provocava danni alla famiglia con la dissipazione della ricchezza familiare o con comportamenti violenti. Dall’alto molte donne (Stanton) furono ispirate dal socialismo che iniziava a diffondersi. È per la coesistenza di questi elementi può apparire o radicale o spinta verso una visione conservatrice. Si ritrovano ad esempi riferimenti al simbolismo cristiano. Nel 1800 la bibbia rappresentava ancora un documento fondamentale con cui non si poteva non confrontarsi perché era stata utilizzata dagli anti suffragisti che cercavano conferme nella bibbia. La Stanton elaborò una lettura che va a rileggere la bibbia in un’ottica che promuove l’emancipazione femminile. Altre forme di contraddizione riguardo il rapporto che il documento auspica fra uomini e donne. È un documento che richiede un ribaltamento dell’ordine dei generi, si chiede che gli uomini facciano di tutto per facilitare la partecipazione delle donne. Inoltre si ritiene che siano gli uomini all’ordine imposto socialmente e moralmente alle donne. Es. l’uomo deve recuperare delicatezza e autocontrollo caratteristiche che si ritenevano proprie delle donne. Non si chiede quindi che le donne arrivino allo stesso punto di libertà degli uomini, ma di abbandonare la scostumatezza propria degli uomini. Qui si vede la componente quacchera. Il diritto di voto appare centrale anche nella Dichiarazione dei sentimenti, da un lato il diritto al voto era lo strumento primario per ottenere altre forme di emancipazione perché diventa possibile la rappresentanza e il promuovere o bocciare leggi. Questa fase del femminismo ha vantaggi come la promozione di riforme concrete e un effetto di mobilitazione forte perché l’obbiettivo politico era chiaro e compreso, la rilevanza
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