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Geocartografia riassunto Lavagna e Lucarno, Prove d'esame di Geografia

Guida alla lettura delle carte geotopografiche riassunto

Tipologia: Prove d'esame

2017/2018
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Caricato il 05/02/2018

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Scarica Geocartografia riassunto Lavagna e Lucarno e più Prove d'esame in PDF di Geografia solo su Docsity! Geocartografia: Guida alla lettura delle carte geotopografiche 1 La Terra e la sua rappresentazione. Il concetto di Carta Geografica è abbastanza noto, ma possiamo definire una carta geografica come una rappresentazione Ridotta, in quanto non è possibile descrivere la superficie terrestre nelle sue dimensioni reali ma solo ricorrendo a un opportuno rimpicciolimento delle stesse secondo un rapporto determinato detto scala, Simbolica, in quanto tutti gli elementi fisici presenti sulla superficie terrestre sono descritti da segni imitativi o convenzionali, e Approssimata, in quanto la superficie sferica della terra non sarà mai riproducibile con esattezza su un piano, della superficie terrestre su una superficie piana. Eratostene di Cirene nel III secolo a.C. stabilì la misura della circonferenza terrestre in 39000Km, in realtà è di 40075 Km, e durante la rivoluzione francese il metro lineare venne definito come la 40 milionesima parte della circonferenza terrestre. Misurazioni compiute successivamente hanno rivelato che la terra risulta schiacciata in corrispondenza dei poli e rigonfia all’equatore, un Ellissoide di Rotazione, a causa dell’effetto centrifugo indotto sulla sua massa dalla velocità di rotazione. In realtà però la terra non ha neppure la forma di un ellissoide e non solo per le asperità della superficie delle terre emerse, anche riferendoci al livello medio del mare la forma della terra presenta varie irregolarità dipendenti dalla diversa natura dei materiali costitutivi, la cui massa fa variare localmente l’intensità e la direzione della forza di attrazione gravitazionale. I geodeti conferiscono al nostro pianeta una forma particolare, definita Geoide, un solido la cui superficie teorica al livello del mare è identificata dall’insieme dei punti in cui il filo a piombo è perfettamente perpendicolare a essa. Il geoide è rigonfio in corrispondenza dei continenti e depresso in corrispondenza degli oceani. È necessario approfondire i concetti di coordinate geografiche. Il concetto di Biunivocità fra i due insiemi punti (quelli sul terreno e quelli sulla carta) è semplice ma fondamentale: a ogni punto sul terreno deve corrispondere uno e un solo punto sulla carta, così come a un punto sulla carta non può corrispondere che un solo punto nella realtà. Il sistema più utilizzato nelle carte di media e piccola scala è quello delle Coordinate Angolari, per la cui descrizione è necessario premettere qualche fondamentale definizione sulla geografia della sfera. Immaginiamo la terra come una sfera perfetta e di tagliarla con un piano passante per il suo centro. L’intersezione del piano con la superficie sferica determina una linea circolare chiamata Circolo Massimo, se tagliamo la sfera con piani non passanti per il centro otteniamo intersezioni minori chiamate Circoli Minori. I circoli massimo hanno le seguenti proprietà geometriche: - sono i più grandi circoli che si possono tracciare sulla superficie di una sfera; - ne esistono in numero infinto; - due circoli massimi distinti si intersecano sempre suddividendosi reciprocamente in due semicerchi; - ogni punto della superficie sferica è attraversato da infiniti circoli massimi; - un circolo massimo passante per due punti della superficie sferica individua la distanza più breve fra i due punti, compiuta sulla superficie della sfera. I Poli sono definiti come l’intersezione dell’asse di rotazione con la superficie della sfera. Ogni circolo massimo passante per i poli determina due semicerchi detti Meridiani, ogni punto della superficie sferica diverso dai poli è attraversato da uno e un solo meridiano. I Paralleli sono circoli minori perpendicolari ai meridiani ottenuti intersecando la superficie sferica con piani perpendicolari all’asse di rotazione, per definizione essi sono paralleli tra loro. Il piano che passa per il centro della sfera, detto Piano Equatoriale, determina un parallelo, l’Equatore, equidistante dai poli e unico circolo massimo fra tutti i paralleli. La possibilità di costruire un Reticolo di Meridiani e di Paralleli ci suggerisce l’idea di definire un sistema di coordinate atto a individuare un punto della superficie terrestre designando il meridiano e il parallelo che si intersecano tra loro. La Latitudine di un punto della superficie si definisce come il valore angolare dell’arco di meridiano compreso fra il punto e l’equatore. Tutti i punti dell’equatore hanno latitudine zero, i poli la hanno massima. La Longitudine è il valore angolare dell’arco di parallelo compreso fra quel punto e un meridiano di riferimento. In ambito internazionale ha prevalso la scelta del meridiano passante per l’osservatorio astronomico di Greenwich, che assume Longitudine Zero. Una terza coordinata è la Quota del punto, ossia l’altitudine rispetto a un livello di riferimento, quello medio del mare, nei cui confronti può assumere valori positivi e negativi. L’importanza della latitudine è grandissima, da essa dipende la quantità di energia che ci giunge dal sole, pur con alcune variazioni legate alle posizioni che la terra assume durante la sua rivoluzione attorno a esso. L’asse terrestre è inclinato di 66°33’ rispetto al piano dell’orbita sicché in due giorni dell’anno il sole culmina a 90° sull’equatore. Negli altri giorni ciò avviene in una fascia compresa tra due paralleli sui quali culmina il 21 giugno e il 21 o 22 dicembre, Tropici del Cancro e del Capricorno. I Circoli Polari Artico e Antartico sono i due paralleli dove il 21 giugno e il 21 o 22 dicembre il sole a mezzanotte sfiora l’orizzonte senza tramontare. La longitudine non ha effetto sul clima ma sul tempo in senso cronologico. L’Altitudine è la distanza dal livello medio del mare. La rappresentazione delle altitudini ha costituito un serio problema. Attualmente un metodo usato è quello del Tratteggio, consistente nel disegno di trattini disposti lungo le linee di massima pendenza, più fitti dove il pendio è più ripido; per Tratto Forte si intende il tracciato delle linee che indicano la direzione delle catene montuose. Altri metodi sono quelli dello Sfumo, uso di tonalità e intensificandole con l’aumentare dell’altitudine, spesso integrato da un Lumeggiamento Obliquo, con le ombre prodotte dal rilievo e quello delle Curve di Livello, con cui si immagina di proiettare sul piano della carta le curve disegnate dall’intersezione della superficie del terreno, Isoipse, o dei fondali marini, Isobate, con piani paralleli al livello del mare. Questi metodi sono integrati anche dall’uso di Tinte Altimetriche. 2 Cenni di storia della Cartografia. Rudimentali mappe incise 10000 anni fa solo stare rinvenute in Giordania e in Ucraina. I romani ampliarono molto le conoscenze del mondo, ma ci sono giunti pochi loro documenti cartografici. I romani si servivano di carte su papiro o pergamena e nell’ambito dell’impero le produzioni cartografiche più evolute vennero realizzate da Marino di Tiro e Claudio Tolomeo. Nel corso dell’alto medioevo si assiste in europa di una sensibile involuzione. Le elaborazioni più note sono i Mappamondi a T, in cui su un disco è rappresentato in modo schematico e semplicistico il mondo, con Gerusalemme al centro, l’asia in alto, l’europa e l’africa in basso a sinistra e destra, circondate dall’oceano e separate dal mediterraneo, dal don e dal maro rosso o dal nilo. Nel mondo arabo non mancano significativi progressi, almeno nel calcolo delle dimensioni del mondo conosciuto. Per il basso medioevo sono numerose le carte che rappresentano vaste regioni marittime o costiere. I progressi della cartografia, cui darà un contributo importante Leon Battista Alberti, saranno agevolati anche dall’invenzione della stampa, che permetterà la diffusione dell’opera tolemaica Il cinquecento, secolo di grandi scoperte geografiche, è di straordinaria importanza. Le carte prodotte nella prima metà riprendono si gli errori delle rappresentazioni tolemaiche, ma si avvalgono di procedimenti sempre più rigorosi nel disegno del reticolato. Vengono introdotti nuovi strumenti come la Tavoletta Pretoriana, un tavolino da disegno montato su un treppiede munita di bussola e diottra. Nel seicento continua la pubblicazione di grandi atlanti. Le carte presentano però ancora molti difetti e la rappresentazione del rilievo montuoso ricorre ancora ai Mucchi di Talpa. Una cartografia veramente moderna si avrà nel corso del XVIII secolo grazie al contributo di geografi e matematici francesi. Sul finire del settecento la rappresentazione cartografica del mondo è oramai sufficientemente precisa e adotta criteri validi ancora oggi. Sull’esempio francese, tra la fine del settecento e i primi decenni del XIX secolo quasi tutti gli stati nazionali europei provvedono, per esigenze sia militari, sia civili, a dotarsi di una propria carta a grande o media scala. I progressi registrati nel corso del novecento hanno avuto importanti ricadute sulla conoscenza della superficie terrestre e sulla cartografia. L’introduzione della fotografia aveva agevolato il rilievo di regioni difficilmente accessibili attraverso la Fotogrammetria, che permette di acquisire la posizione di un oggetto a mezzo di una coppia di immagini fotografiche stereometriche. Con l’Aerofotogrammetria, l’esecuzione di coppie di fotogrammi tramite aerei, fu possibile Cartogrammi a Mosaico, o a Coroplete, i dati statistici vengono distinti con criteri oggettivi da definirsi preventivamente in varie classi di grandezze e attributi a più o meno vasti ambiti di rilevamento in cui si suddivide il territorio rappresentato. Gli esempi di rappresentazioni non tradizionali sono innumerevoli. Tra i più interessanti vi sono quelli che descrivono Processi Spazio-Temporali, per esempio la diffusione della rivoluzione industriale in europa e nel resto del mondo. Le Onde di Diffusione sono rappresentate da curve isoplete (a parità di tempo di arrivo) che si irradiano da un centro di diffusione. Vi sono poi le Metacarte, immagini cartografiche derivanti da carte geografiche di tipo tradizionale, semplificate ed elaborate rappresentando i territori non in scala ma tenendo conto delle dimensioni del fenomeno descritto. Per le regioni di montagna sono frequentemente usati i Plastici e vari tipi di Profili Altimetrici. I profili altimetrici si possono per esempio ottenere lungo una sezione rettilinea o il tracciato di una strada di montagna per evidenziarne la pendenza. I profili si usano anche per rappresentare la stratificazione degli ambienti di vita nelle acque oceaniche o il variare della vegetazione nelle diverse fasce altitudinali. Quando è necessaria una terza dimensione (per esempio nel disegno delle strutture interne di una miniera) risultano efficaci Stereogramma o Blocco-Diagramma, immagine piana che fornisce l’illusione della profondità. Efficaci sono anche le Pittografie Panoramiche con vedute a volo d’uccello di territori più o meno vasti. Con l’espressione Carta Mentale si intende la rappresentazione/percezione che ognuno di noi ha del mondo che lo circonda e che gli permette di orientarsi anche se non dispone di una carta. Per carta mentale però si intende anche il disegno che ciascuno di noi è in gradi di riprodurre cercando di tracciare la carta che ha in mente. 5. L'italia nelle carte topografiche. Per individuare una Tavoletta occorre indicare oltre al nome della località più importante compresa, il numero del foglio, quello del quadrante e infine la posizione della tavoletta all’interno del quadrante mediante punti cardinali. Ogni tavoletta copre un territorio di 5’ in latitudine e 7’30’’ in longitudine. In ogni foglio, diviso in quattro quadranti, rientrano 16 tavolette al 25'000. Successivamente la cartografia nazionale venne inserita nella rete mondiale realizzata in proiezione trasversa di Gauss-Mercatore, il cosiddetto Sistema UTM, Universale Trasversa di Mercatore. I due fusi nei quali l’Itali è compresa, numerati a partire dall’antimeridiano di Greenwich, sono il 32 e il 33. L’evoluzione non è cessata con l’UTM. L’IGM ha infatti non solo intrapreso la produzione di una serie di carte a colori ma ha iniziato la pubblicazione di una carta nuova. Essa si adegua al modello della nuova carta del mondo al milionesimo realizzata a livello internazionale. La scelta della scala 1:50'000 al posto della tavoletta per la produzione più corrente è legata a diversi fattoti. La tavoletta era indicata per muoversi in un ambito circoscritto, da percorrere a piedi e la realtà odierna, riduce l’impiego di una simile opzione. 6. Simbologia e toponomastica. L’Orografia descrive distribuzione e conformazione dei rilievi. In stretta relazione con l’orografia è l’Idrografia, che tratta la configurazione delle reti idriche e degli specchi d’acqua. Elemento fondamentale per la descrizione dell’altimetria è la Curva di Livello o Isoipsa, definita come il luogo dei punti della superficie terrestre aventi la stessa quota altimetrica rispetto al livello del mare. Una serie di curve di livello equidistanti descrive con precisione tutte le insenature dovute alla conformazione delle montagne e ai solchi erosivi delle acque superficiali indicando, prima ancora che il topografo abbia disegnato la rete idrica, dove le stesse si incanalano nella loro discesa al mare. L’Equidistanza, definita come differenza di quote tra due isoipse consecutive, è indicata in margine alle carte. L’Intervallo è la distanza planimetrica in orizzontale tra due isoipse consecutive. Le curve di livello si distinguono in Curve Direttrici, più spesse, e Curve Intermedie, più fini. In genere, per l’equidistanza di 25m, ogni tre intermedie troviamo una direttrice che corrisponde alle curve multiple di 100m. le Curve Ausiliarie, con equidistanza di 5m, descrivono le irregolarità del terreno. Curve di livello molto distanziate sono indice di un terreno con modesta pendenza. Viceversa, un infittimento delle isoipse avviene in corrispondenza di pendii molto ripidi. Curve chiuse concentriche contengono la sommità di colline o montagne. Eccezioni possono essere presenti, in corrispondenza di territori carsici, in cui un sistema di curve chiuse concentriche possono contenere una depressione, un avvallamento, simile a una conca dal cui interno l’acqua piovana non può defluire per ruscellamento, ma percolando nel sottosuolo dal fondo stesso della conca. Si tratta in genere delle tipiche Doline carsiche. Altro caso di isoipse chiuse concentriche è quello relativo alla rappresentazione di un cratere vulcanico. Tratteggio o Sfumo a Lumeggiamento Obliquo integrano le curve di livello solo nei casi in cui esse non siano in grado di dare un’idea immediata del rilievo e in presenza di perturbazioni locali della superficie, quali frane, calanchi, scarpate ecc. La quota delle isoipse in genere non è indicata, ma può essere dedotta da quella di alcuni punti quotati inseriti tra esse. Le quote sono riferite al suolo, salvo alcuni casi. I Punti Trigonometrici, utilizzati per compiere rilevamenti e indicati con un piccolo triangolo equilatero, sono quotati ma non sempre corrispondono a elementi ben visibili. La quota topografica, quando non è riferita a caratteristici particolari, viene individuata con un puntino. Per tutti gli altri punti si usa l’Altimetro. L’idrografia è descritta dalle Linee di Impluvio, che separano falde del rilievo appartenenti a versanti opposti e sono di norma percorse da corsi d’acqua più o meno permanenti. Nelle carte a colori la rete idrografica è azzurra. La linea di impluvio dei Ruscelli piccoli è punteggiata se il letto è quasi sempre asciutto, tratteggiata se l’acqua scorre solo in periodi limitati dell’anno. I Fossi di pianura sono invece tratteggiati in modo continuo. La linea di impluvio si ingrossa procedendo da monte verso valle per rappresentare l’aumento della portata d’acqua. La Direzione del Flusso è identificata con una freccia posta al centro dell’alveo solo per i corsi a lieve pendenza. Le Sponde Variabili sono quelle in cui l’assenza di una scarpata più o meno ripida non consente la delimitazione precisa del letto del fiume. Sono zone soggette ad allagamenti e vengono disegnate interrompendo la linea continua che delimita il letto, indicando eventualmente in sfumatura il segno di Vegetazione di Acquitrino o di Sabbia. Sono zone di deposito alluvionale. Anche per l’assetto delle Isole Variabili la loro rappresentazione si riferisce allo stato reale del territorio al momento del rilevamento. Indicazione di particolare utilità, in caso di escursione, è quella relativa a pozzi, sorgenti, cisterne, fontane, abbeveratoi e acquedotti. La descrizione delle Caratteristiche del Terreno e della Copertura Vegetale è fornita solo se esse sono stabili nel tempo. Per Prati si intendono le praterie perenni di pianura. In montagna non vengono riportati perché il loro simbolo si confonde con quello delle rocce. I Boschi sono distinti tra fitti e radi, se anche il Sottobosco può costituire un ostacolo esso è riportato. Il Bosco Fitto è rappresentato con tre simboli di essenza raggruppati. Gli insediamenti umani sono tra gli elementi più importanti. Spesso sono quotati e denominati con una specifica Toponomastica, anche quando si tratta di case sparse. Alcune edizioni delle carte riportano, oltre ai confini di stato, quelli di regione, provincia e comune. Per Ferrovia si intende quella a scartamento normale. L’Elettrificazione di una ferrovia o di una tramvia, è indicata con una freccia accanto alla linea del tracciato del binario. Per Doppio Binario si intendono due binari affiancati appartenenti alla stessa linea. A parte le Autostrade, rappresentate con l’apposito simbolo, le strade sono ripartite in cinque classi, a seconda della larghezza della carreggiata: 1) Prima classe, con larghezza superiore a 8m; 2) Seconda classe, con larghezza compresa fra 6 e 8m; 3) Terza classe, con larghezza da 4 a 6m; - seguono le Strade Rotabili Senza Manutenzione Regolare – 4) Carreggiabili, Quarta classe, con larghezza superiore a 2,5m che consentono il transito di automezzi leggeri; 5) Carrarecce, Quinta classe, di norma non percorribili da automezzi normali. Per Strade non Rotabili si intendono quelle non percorribili da veicoli. Le Mulattiere sono comunicazioni non carrabili di montagna, atte al trasporto regolare di carichi someggiati. Rispetto alle mulattiere, i Sentieri hanno maggiori pendenze. I Sentieri Difficili sono tracce pedonali con pendenze molto pronunciate. Per Tratturo si intende una pista larga qualche decina di metri percorribile dalle greggi in fase di trasferimento. Per Pista o Traccia si intendono luoghi di passaggio abituali di carri, tuttavia con traffico occasionale. Il Valico è il punto più basso della linea displuviale, situato tra due cime che mette in comunicazione le testate di due valli opposte. Ponti e Viadotti sono classificati in base al materiale con cui sono costituiti. Sono poi riportati Canali, impianti elettrici, Porti e Aeroporti. Per l’agricoltura sono presenti simboli che distinguono le Colture a maggiore stabilità, come risaie e prati stabili. Vengono poi distinte Miniere, pozzi di petrolio, e Opifici, rappresentati con simboli relativi al tipo di energia impiegata. 7. L'orientamento e la lettura delle carte topografiche- Per orientarsi si ricorre alla Bussola. Il movimento dell’ago è determinato dalle forze di attrazione su di esso esercitate dal Campo Magnetico Terrestre. Il campo magnetico generato da una calamita e anche quello terrestre, possiede alcune proprietà fondamentali: - tutti i punti dello spazio sono attraversati da linee di forza; - per ogni punto passa una sola linea di forza, fanno eccezione i Poli Magnetici, nei quali convergono infinite forze; un piccolo dipolo magnetico (l’ago)che si trova all’interno del campo di forze tenderà a disporsi con il proprio asse in direzione parallela a quella della linea di forza che lo attraversa, in tal modo una delle punte dell’ago si dirigerà verso uno dei poli, l’altra verso il polo opposto. L’ago della bussola punta costantemente il Polo Nord Magnetico. La posizione dei poli magnetici non rimane fissa nel tempo. L’angolo di scostamento è detto di Declinazione Magnetica. Nelle tavolette in scala 1:25'000 la declinazione magnetica è sempre indicata in margine alla carta. L’aspetto generale del terreno è descritto sia dalle isoipse, sia dai segni grafici che simboleggiano la presenza di copertura vegetale, rocce, calanchi, dirupi e così via. Abbiamo visto che le forme fondamentali del profilo altimetrico di un territorio sono la pianura, le valli, le sommità montuose. Tali elementi consentono di riconoscere altrettanti tipi di paesaggio naturale, modellati dalle forze geodinamiche. Di una linea di costa è possibile riconoscere la morfologia: rettilinea, frastagliata, alta e scoscesa, bassa e sabbiosa, a valloni, a golfi più o meno ampi e articolati. Le terre emerse sono classificabili in base all’andamento plano-altimetrico. Si definisce Bacino Imbrifero o Idrografico la porzione di territorio in cui tutte le acque di scorrimento superficiale confluiscono in un corso d’acqua. Determinante nella configurazione del bacino è la presenza delle linee Displuviali Spartiacque che separano due bacini adiacenti correndo lungo le creste dei rilievi, le cime i valichi. L’individuazione delle reti stradale e ferroviaria è di fondamentale importanza per capire quale tipo di economia può caratterizzare o aver caratterizzato in un passato recente la regione. Qualsiasi tipo di indagine sull’evoluzione dei parametri antropici di un territorio può proficuamente partire dalla corretta lettura di una buona carta, in grado di indirizzare la ricerca sui fattori localizzativi degli elementi oggetto di studio. Il modo più rapido e semplice per calcolare la distanza reale in linea d’aria fra due punti di una carte consiste nel moltiplicare la distanza grafica per il denominatore del rapporto di scala. Ad esempio, alla scala 1:50'000, la distanza grafica di 3cm corrisponde a 3x50’000=150000cm = 1.5km. In formula, detti R la distanza reale, G la distanza grafica e s il denominatore del rapporto di scala avremo: (1) R = G x s. Dalla quale: (2) G = R/s e (3) s = R/G. Quando due punti P e P’ si trovano su due fogli diversi, dette x e y le coordinate di P e x’ e y’ le coordinate di P’, la loro distanza d è espressa nella formula: (4) d = . La distanza grafica rilevabile sulla carta è una Distanza Planimetrica, riferita cioè alla proiezione della Distanza Reale su un piano orizzontale. Le due distanze coincidono solo quando i due punti si trovano alla stessa quota. 8. La lettura del paesaggio nelle carte topografiche La parte occidentale del Golfo di Napoli rientra, con le zone limitrofe, nel foglio 183-184 della carta d’Italia al 100'000. Il foglio è di estremo interesse perché comprende elementi geomorfologici di
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